ECONOMIA: La guerra delle valute

La guerra è guerra, possiamo parlare di cannoni, truppe, carri armati o di valute. Certo la guerra con i cannoni e i missili è superata se non per scaramucce di frontiera, i grandi conflitti sono improbabili per gli spaventosi disastri che potrebbero provocare.

E’ sulle valute, la guerra che si combatte oggi. Il mondo intero è in recessione, tranne alcuni paesi in via di sviluppo, grazie alle minori necessità delle loro popolazioni, e l’arrivo di nuove industrie pronte a delocalizzare per i bassi costi e maggiori margini. Il problema è per i grandi paesi industrializzati, la paura della recessione, i consumi dei cittadini impauriti che anche psicologicamente, rimandano ogni acquisto, e che limitano anche le piccole cose di tutti giorni, una catena che non ha fine…

Come si rimedia a questa situazione? Toh! Gli economisti del mondo hanno trovato la soluzione: creare “inflazione”. L’inflazione che fino a ieri faceva una gran paura, per il continuo aumento dei costi, per la perdita di valore dei nostri stipendi o pensioni, è oggi una medicina a cui molti pensano di ricorrere. L’inflazione, secondo molti economisti, se non a grandi numeri favorisce la circolazione di denaro rimettendo in moto il sistema produttivo del Paese. Ma come si crea? Tanti sono i sistemi, il più semplice è stampare moneta … E qui entra il gioco delle valute.

Il Giappone: il valore dello yen giapponese è crollato rispetto alla maggior parte delle altre valute e il suo declino non è un fatto casuale; la valuta giapponese ha cominciato a girare verso il basso quando il mercato ha realizzato che il signor Shinzo Abe sarebbe stato il nuovo primo ministro e che sarebbe arrivato con idee innovative.
Infatti l’obiettivo della politica economica di Abe è quello di stimolare la Banca del Giappone (BoJ) a portare il tasso di inflazione al 2% o 3% da circa l’1% attuale. Obiettivo che sembrerebbe minimo, e che invece rappresenta, un marcato spostamento dalla politica deflazionistica per un paese che è sempre stato stabile e geloso del proprio sistema economico.

I nuovi tecnici, che hanno intrapreso l’efficace programma per l’indebolimento della valuta hanno anche incentivato i propri cittadini a investire il loro capitale, non solo nei sicuri titoli di stato giapponesi con resa vicino allo zero, ma in titoli che possano rendere qualcosa di più. Va da sé che l’insieme dei provvedimenti presi favorisce fortemente le industrie giapponesi così propense all’export. Altro vantaggio certo è per gli azionisti che vedranno migliorare i valori delle società quotate e con maggiori utili di fine anno.

Fin qui tutto facile, ma le potenze limitrofe al Giappone, quali Corea del sud, la Cina, e altri Paesi, per non parlare degli Stati Uniti che queste tipo di politica lo hanno nel proprio DNA, non rimangono certo alla finestra e affilano le armi per contrastare questo forte vantaggio competitivo. La Corea del sud ha avuto una flessione del proprio indice azionario dall’inizio dell’anno di quasi il 10 %. La Cina, molto cauta nel tenere lo yuan a certi livelli, ha legato la propria moneta al dollaro, altra valuta in forte caduta da qualche mese a questa parte.

Ma come capire con una certa approssimazione il movimento delle monete nel mondo? Sì, il modo c’è, i valori “Big Mac”, indice questo, tenuto in forte considerazione dalla maggior parte delle potenze industriali e non. Ricorderete l’articolo apparso sulla “Lampadina” nel mese di luglio e la descrizione di come 1 kg di carne, con i costi relativi, sarebbe dovuto essere molto simile in ogni parte del mondo, salvo le fluttuazioni della moneta. Seguendo questo modus operandi e prendendo una base 100 dollaro USA vediamo quale è il prezzo del “Big Mac” nel mondo… questo ci dovrebbe dare il grado di variazione di ciascuna moneta nei confronti del dollaro USA:

USA
EU
J
CH
CN
UK
SCA
RUS
BRA
2009
100
50
130
110
2012
100
100
120
108
117
Oggi/prev
100
112
100
163
58
95
179
66
129

 (EU=Europa; J=Giappone; CH=Svizzera; CN=Cina; UK=Regno Unito; SCA=Scandinavia; RUS= Russia; BRA= Brasile)

La situazione è naturalmente passibile di forti cambiamenti. Una volta i governi si consultavano, proprio per non creare traumi ai sistemi economici, oggi sembra che tutti procedano in ordine sparso e senza regole…regole che in un sistema tumultuoso come l’attuale è difficile stabilire e pertanto l’opzione, per molti, è guardare nel proprio paniere…a vantaggio della propria economia e a breve termine.

Pochi giorni fa si è chiuso il G20 a Mosca: pochi riferimenti alla “guerra non guerra valutaria”…o forse come dicevo sopra, arduo prendere dei provvedimenti, più facile solo raccomandazioni che lasciano il tempo che trovano. Ecco il resoconto Ansa.

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