STORIA: Iraq – un po’ di storia

Sono almeno venticinque anni che i nostri giornali e telegiornali sono pieni di notizie riguardanti l’Iraq.
C’è stata una Prima guerra del Golfo nel 1991 – quella di Bush senior – motivata dall’invasione del Kuwait– una Seconda guerra del Golfo nel 2006– quella del secondo Bush, conseguenza dell’attentato alle torri gemelle – e da allora notizie quasi giornaliere di attentati terroristici, battaglie sanguinose ecc.
Qualche elemento per comprendere quanto sta accadendo lo ricaviamo dalla conoscenza della storia.
L’Iraq è uno Stato recente, esiste solo dal 1920: è stato “inventato” dagli inglesi.

E’ “uno Stato” e non “una Nazione” (“nazione” seconda la Treccani è “Il complesso delle persone che hanno comunanza di origine, di lingua, di storia e che di tale unità hanno coscienza, anche indipendentemente dalla sua realizzazione in unità politica”). In Irak convivono tre distinte nazionalità: curdi, arabi sunniti, arabi sciiti.
Storicamente la regione apparteneva all’Impero Ottomano ed era divisa in tre provincie autonome, ciascuna con i suoi usi e le sue leggi, e senza particolari simpatie reciproche: Mosul al Nord – etnia curda religione sunnita, Baghdad al centro – etnia araba maggioranza sunnita , e Bassora al sud – sciiti di etnia araba.
Con la fine della Prima Guerra mondiale e la scomparsa dell’Impero Ottomano, la regione passò sotto il “protettorato britannico”. I britannici pensarono bene di riunire le tre provincie in un unico regno e di affidarle a un sovrano straniero, Re Feisal I, per compensarlo dell’aiuto fornito durante la guerra della rivolta araba da lui capeggiata (con l’ausilio del famoso Lawrence d’Arabia) e a parziale riparazione del mancato mantenimento delle promesse fattegli.
Anche se re Faysal I nel 1932 riuscì a far proclamare l’Iraq Stato indipendente  aderendo alla Lega delle Nazioni, nel Paese comunque sorsero contrasti tra i curdi, che non amavano essere governati da un re arabo, gli sciiti, in maggioranza al sud che non amavano farsi governare da un sunnita e, naturalmente i sunniti, appoggiati dalla Gran Bretagna. Vinsero i sunniti.
Le relazioni tra il sovrano e la Gran Bretagna si guastarono e l’Iraq, nella seconda guerra mondiale, si alleò con la Germania. Venne nuovamente occupato dai britannici.
Un colpo di stato militare (l’esercito è sempre stato a maggioranza sunnita) pose fine al regno nel 1958; seguirono lotte intestine tra i generali fino alla presa del potere da parte di Saddam Hussein – anche lui sunnita.
L’ascesa di Saddam avvenne nel 1979, l’anno della rivoluzione che aveva portato al potere in Iran gli ayotallah sciiti integralisti in luogo dello Scià filoamericano. Per contenere l’influenza sciita nella regione, Saddam divenne l’alleato naturale degli USA e delle altre monarchie del golfo e fu generosamente aiutato nella guerra Iran-Iraq.
Terminata la guerra Saddam – un sunnita che aveva una visione “laica” dello Stato – si mise in urto con l’Arabia saudita – stato sunnita ma teocratico. Questa reclamò la restituzione degli aiuti finanziari forniti negli anni di guerra.

Per risolvere i propri problemi economici Saddam, che confidava in una neutralità americana, invase il ricchissimo Kuwait.
Gli USA, invece, sollecitati dalle monarchie del golfo si misero a capo della coalizione (autorizzata dall’ONU) per ristabilire la situazione precedente.
Saddam fu ridimensionato. Rimasto al potere, accentuò la durezza della sua dittatura, in particolar modo contro i curdi e si schierò a fianco di quei nemici degli USA che usavano il terrorismo come mezzo di lotta.

Di qui la Seconda guerra del golfo e la sua caduta.
Con la scomparsa di Saddam, a Baghad al potere sono andati gli sciiti – storici nemici dei sunniti e numericamente maggioritari. I curdi del nord alla ricerca della propria autonomia (e di un possibile stato curdo indipendente ) e i sunniti, per la prima volta senza potere e alla ricerca di riprendere la supremazia perduta, (per chi non lo sapesse l’Isis è espressione dei sunniti), si sono ribellati.
Forse questa sintesi ci aiuta a orientarci e a comprendere quanta responsabilità di quello che accade può essere ricondotta agli interventi poco avveduti del mondo occidentale in quell’area.

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Mireio
8 Marzo 2016 15:35

Mi sembra che sbagli in quanto riguarda l’invasione del Kuwait.