LA LAMPADINA – RACCONTI: Mariella è ‘na bambola!

Mariella è ‘na bambola!

di Vittorio Grimaldi

Tutti sanno che in Italia, nell’ultimo decennio del secolo scorso, la famosa stagione di “Mani Pulite” ebbe inizio per una storia di alimenti andata a male, pretesi dalla moglie incazzata di un certo Chiesa, l’untuoso direttore del “Pio Albergo Trivulzio”. Al momento del suo arresto il Chiesa cercò di gettare il malloppo appena ricevuto da un imprenditore che si occupava di spazzatura (tout se tient!) nella tazza del cesso ricavato nell’ospizio, en suite accanto al suo lussuoso ufficio ornato dalle bandiere di rito: italiana a destra e comunitaria (con le stelle) a sinistra.

L’episodio diffuso dalla stampa in tutta la sua trivialità, non piacque al gran capo socialista che bollò il Chiesa qualificandolo come un piccolo, irrilevante mariuolo.
La conseguenza fu che quello, ferito nel suo amor proprio delinquenziale, vuotò il sacco con i magistrati, incastrando molti altri componenti della banda.

trivulzioNon avendo ancora un’età da ricovero, conosco il Pio Albergo Trivulzio solo per il dipinto struggente di Angelo Morbelli in cui sono ritratte due file di vecchietti raccolti, in uno squallido stanzone, intorno ai tavoli apparecchiati per il pranzo di Natale. Dai grandi finestroni entra una luce “wallwash” impietosa. Eppure i volti dei vecchi, quasi tutti a capo coperto come gli operai di una volta, non si distinguono, quasi il pittore avesse avuto riguardo alla loro privacy. Invece, sul lungo tavolo, si notano i bicchieri colmi a metà di un vino rosso e pallido. In primo piano un signore con i baffi, assai dignitoso, anche lui con il cappello, siede compunto, usando correttamente forchetta e coltello. Indossa una specie di cravatta a farfalla sulla camicia bianca di tela grezza che si intravede sotto una palandrana di tessuto rozzo e pesante.

Se i giudici del processo Chiesa avessero avuto a mente quel dipinto, neppure le assurde leggi permissive, compassionevoli e garantiste della nostra disgraziata Repubblica avrebbero salvato il malfattore da una punizione esemplare.

E’ passato un quarto di secolo da “mani pulite” e tuttavia si rinnovano situazioni e circostanze a cui abbiamo assistito in quegli anni. I magistrati si affidano spesso, nelle loro indagini, a soggetti che diventano loquaci delatori, “collaboratori di giustizia” quando i loro capi non esaltano a sufficienza le loro doti criminogene con posti e prebende. Altrettanto spesso si basano sulle deposizioni di donne e mogli incazzate, non necessariamente fatali, anzi, generalmente piccolo borghesi, tanto frustrate e insignificanti quanto pericolosamente vendicative.

***

Hanno arrestato a Milano un signore napoletano. Pare che, con il beneplacito di funzionari corrotti, interrasse in una sua discarica materiali inquinanti e pericolosi. L’uomo arrestato è molto diverso dal “mariuolo” milanese. Saverio C. è un gentiluomo distinto e di ottima famiglia.
Ha lasciato Napoli per evitare, nei suoi affari, qualsiasi contatto con la camorra. Al Nord si è dedicato con successo al “business” delle energie rinnovabili, largamente, costosamente, stupidamente ma legalmente sussidiate dallo Stato. A Milano l’impresa di Saverio prospera fra energia eolica, energia solare ed energia da biomasse collegate alla raccolta dei rifiuti.
Con le disponibilità economiche crescono le esigenze della famiglia a cui Saverio, abituato da giovane ad una vita sobria, cerca invano di porre un freno. Ha sposato Mariella, una donna minuta, allegra e appetitosa “’na bambola” dicono a Napoli, che però, con gli anni, si è lasciata un po’ andare ed è diventata cilindrica.

Saverio è sempre più preso dagli affari. Si scopa la segretaria anche se non perde un week end con la famiglia. Intanto Mariella è presa da una sorta di bulimia spendereccia. Pretende case a Parigi, a Londra e a Cortina, una tenuta a Cetona, una barca (si fa per dire) di 40 metri. Vola in Irlanda per comprare alla figlia tre cavalli con tanto di groom e maestro di equitazione. Infine diventa una collezionista di arte contemporanea e compra da un occhiuto mercante di Cortina dieci tagli di Fontana, due vacche di bronzo di Botero e l’ottuso faccione di marmo di uno scultore polacco leziosamente classicista.

E’ ipotizzabile che Saverio, per sostenere quel tenore di vita stravagante, sia stato costretto a qualche compromesso. In un rapporto all’antimafia i carabinieri scrivono “l’impresa di Saverio C. appare permeabile ai condizionamenti operati dalle organizzazioni criminali, in particolare nel settore della raccolta dei rifiuti”. Per ora è solo un “warning”. Per l’accusa ci vuole qualche cosa di più. Ci pensa Mariella.

Un giorno fa irruzione negli uffici di Saverio, a Milano. Urla alla segretaria “troia” e “zoccola” che sono epiteti comprensibili ai padani. Anche le più raffinate espressioni dialettali usate da Mariella, come “vaiassa” e “zandraglia” quando sono contestualizzate lasciano negli astanti pochi dubbi.

Nei giorni seguenti Saverio prova a calmarla. I carabinieri registrano il seguente sms: “Mariella, cerca di ragionare. Ti sei mai posta il problema da dove venisse questa ricchezza sempre più smodata? Tanto a te che ti fregava, i compromessi li facevo io! Tu facevi la principessa”.
I carabinieri registrano la risposta di Mariella: “Sei un camorrista senza vergogna…io sono principessa di nascita. I soldi fatti con la schifezza tornano da dove sono venuti prima o poi”.

Infine Mariella chiarisce meglio il concetto al telefono e i carabinieri registrano: “Io ti dico che sei un camorrista! Sei un pagatore! Te lo dico telefonicamente, che mi ascoltassero! Non me ne frega un c…”.
L’hanno ascoltata.

I carabinieri hanno trasmesso la registrazione al giudice per le indagini preliminari e il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’arresto di Saverio. Tuttavia prove concrete di sue eventuali malefatte non si trovano. C’è solo l’invettiva di Mariella. Comunque Saverio, si farà, al posto delle vacanze, tre mesi estivi di custodia cautelare. Poi la pratica verrà archiviata. Quando esce, invecchiato di dieci anni, gli avvocati gli consigliano di licenziare la moglie o di ripudiare la segretaria.

 

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Beppe
5 Settembre 2016 19:42

Gradevolissimo racconto. Ma è un racconto o un pezzo di cronaca “nera”?