ABBIAMO
OSPITI - CULTURA: meduse, miti, scienza e culinaria,
dal mare all'eternità
Un animale affascinante,
tra i più antichi abitatori del pianeta.
“Le
meduse sono gli spiriti dell’acqua.”
“Come i fantasmi dell’aria? Come i fuochi fatui?”
“Sì. Così come i fantasmi aleggiano nell’aria e sono
d’aria, le meduse fluttuano nell’acqua e sono fatte
d’acqua, (al 98 %).”
“Quando le mareggiate le lasciano sul bagnasciuga diventano
una masserella inerte come una pezzuola vuota arenata
sulla spiaggia. Poi si dissolvono prosciugate dal sole
e volatilizzano con una folate di vento.”
“E come i fantasmi se ti sfiorano ti danno
un delicato tocco di morte.”
“Non tanto delicato. Spesso il tocco è molto urticante.
Alcune specie del Pacifico sono mortali”
“Sì ma tante specie sono innocue e alcune addirittura
commestibili. In Oriente le mangiano.”
“Anche qui a Roma. Marevivo ha promosso con alcuni cuochi
di fama internazionale una presentazione presso EATALY.
Piatti
insoliti ma assolutamente gustosi”
“Allora i pescatori che trovano sempre meno pesce a
mare finiranno per pescare le meduse?”
“Chi
può dirlo. Potrebbe essere una soluzione per eliminarne
un po’ quando infestano le acque inquietando i bagnanti.”
Così
parliamo delle meduse con i biologi poeti e gli scienziati
volontari di Marevivo quando ci scambiamo i risultati
delle ricerche sui miti della Medusa e sulle attualità
scientifiche.
Da un organismo tanto speciale le fantasie degli umani
non potevano che far scaturire innumerevoli fascinose
mitologie. Per contro la scienza approfondendo le ricerche,
spinta anche a cercare le verità che i miti nascondono,
approda a scoperte straordinarie, lusingando illusioni
d’immortalità.
Antichissime storie della natura, vecchie di almeno
600 milioni di anni prima ancora che i dinosauri facessero
i primi passi sulla terra, sono ricavate dai fossili.
Superstiti di quell’era custodiscono ancora queste storie
per la nostra conoscenza, per la nostra meraviglia.
Medusa nella mitologia greca è una delle tre Gorgoni.
L’unica mortale. Forcus e Ceto rispettivamente padre
e madre, avevano generato altri figli e figlie con caratteristiche
singolari e molto suscettibili. Le Sirene incantatrici,
il drago Ladone, Scilla, temuto mostro dello stretto
di Messina, Toosa e le Graie. Tutti personaggi inquietanti,
sempre mescolati alla duttilità dell’elemento liquido,
al mare, ai suoi misteri.
La Gorgone Medusa era bellissima, aveva capelli stupendi
e pur essendo mortale pietrificava tutti coloro che
la guardavano. Quindi tutti la temevano, esseri umani
e dei. Tutti meno Poseidone, immune anzi sedotto dallo
sguardo micidiale, era perdutamente invaghito di lei.
Pensando ai pesci pagliaccio che vivono tra i tentacoli
urticanti degli anemoni di mare, e ai sugarelli
che nuotano addirittura tra i temuti tentacoli della
medusa cotiloriza, è possibile che questa circostanza
sia stata presa in considerazione per attribuire a Posidone
l’insensibilità ai poteri pietrificanti? Misteri di
come sono nati i miti.
E come mai Medusa aveva serpenti per capelli? Certo
non per l’imperizia d’un parrucchiere dell’epoca. Medusa
aveva amoreggiato con Posidone nel tempio di Minerva,
profanandolo. L’affronto era imperdonabile! La dea furibonda
non potendosela prendere con Posidone, dio al pari di
lei, si vendicò tramutando in serpentelli velenosi gli
stupendi capelli di Medusa, che divenne repellente
e decisamente…intrattabile.
I capelli delle donne sempre hanno un forte significato
nelle culture di tutti i tempi.
In Russia, le fanciulle illibate si acconciano i capelli
in un’unica treccia, quelle sposate li dividono in due
trecce. Usanza che va sbiadendo ma l’ucraina Julija
Tymoshenko ancora la sfoggia. Il popolo Masai in Africa
rasa la testa delle donne come pure gli ebrei ortodossi.
La tradizione Cristiana e Musulmana copriva e copre
la testa delle donne. Il taglio dei capelli per le religiose
che prendono il velo fa parte dei riti simbolici di
abbandono del mondo per la vita monastica. Clemente
d’Alessandria e Tertulliano, noiosissimo apologeta di
Cartagine (160-250 d.c.), proibivano l’uso di parrucche
e tinture, vietando gli artifici della seduzione. (Era
lui quello che aveva proibito ai monaci l‘uso dei rosari
di corallo definendoli troppo civettuoli).
In India una fascinosa credenza religiosa vuole il Gange
nato dalla chioma di Sciva.
In questa veloce carrellata di riferimenti, la mitologia
greca contribuisce vivacemente con la storia di Medusa
e la sua terribile chioma.
Fu così che Perseo eroe
mitico, decise una volta per tutte di risolvere il problema
di Medusa, diventata tanto pericolosa. Munito delle
ali di Mercurio, spada ed elmo di Vulcano, scudo di
Minerva come specchio, nudo e coraggioso, troncò la
testa di Medusa.
Fece quindi dono di questi cimeli a Minerva, che incise
la testa sulla sua formidabile egida e su tutte le sue
insegne. I nemici della dea solo alla vista impietrivano
dalla paura.
Quando la testa fu troncata nacquero i figli concepiti
dal dissacrante rapporto di Medusa e Posidone: il cavallo
alato Pegaso, e Crisaore.
Dal sangue della testa recisa di Medusa gocciolante
nel mare, nacque il corallo rosso. Questa meraviglia
rara e preziosa, unica del Mare Nostrum, viene associata
alla Medusa, al suo sangue, con tutti i poteri scaramantici
attribuitigli da sempre (vedi n. 25 de La Lampadina).
Al sangue vengono associate credenze e cure mediche,
prescrizioni di Asclepio figlio di Apollo, che esercitava
l’arte della medicina. Sangue che avvelena, sangue che
resuscita. (riferimento all’Eucaristia).
Queste credenze, giunte fino a noi con l’aura fantastica
di miti, fortemente radicate nelle superstizioni popolari
senza effettiva valenza medica, trovano supporto interessante
nelle più recenti documentazioni scientifiche.
Le frontiere della ricerca approdano a sorprendenti
risultati di terapie provenienti dagli organismi marini,
meduse comprese. A questo proposito, mi piace chiudere
riportando un trafiletto pubblicato tempo fa su "La
Repubblica delle donne" (supplemento di Repubblica):
"L’immortalità?
Potrebbe non essere un’illusione. Anzi di più: in
natura esisterebbero degli animali che ne custodiscono
il segreto, rivelato da uno studio italiano. Autore
della scoperta è Ferdinando
Boero, docente di Zoologia e Biologia Marina presso
l’Università di Lecce, secondo cui il mistero della
vita eterna è riposto in una medusa del Mediterraneo
che invece di morire riorganizza le proprie cellule
e ritorna giovane. “La possibilità di invertire il ciclo
biologico” spiega Boero, “ apre nuove prospettive per
la comprensione dell’invecchiamento”.
Elvira Amabile, collaboratrice storica" dell'Associazione
Ambientalista Marevivo
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OSPITI - LETTERATURA: il fondamentalista riluttante
Cominciamo da Mohsin Hamid a leggere con Primavera
Moretti i libri che vale la pena di commentare e consigliare...
"Una scrittura stupenda - che gioia imbattersi
in una prosa tanto intelligente, in una simile chiarezza
di pensiero e di esposizione - e una struttura impeccabile.
L'autore sa avvitare le spire della suspense senza che
il lettore se ne renda conto, dando vita a una storia
di enorme tensione".
Philip Pullman
La
barba lunga di Changez (il giovane protagonista del
bellissimo romanzo del pakistano Mohsin Hamid, Il fondamentalista
riluttante) è il segno corporeo di una ritrovata unità
culturale e sentimentale, ché quanto più il “giannizzero”
Changez (buoni studi a New York, folgorante carriera
nel mondo della finanza, rapido “congelamento” delle
proprie origini pakistane) avverte il crollo di un mondo
(attraverso il crollo simbolico delle Twin Towers) tanto
più sente come una rifioritura fisica. Tutti i suoi
colleghi americani (trendy, cool, rampanti, ragazzi
giusti al posto giusto) sentono, da quel crollo in poi,
che Changez, il numero uno tra i nuovi assunti, getta
a terra la maschera del supercapitalismo, e questo li
irrita, li rende diffidenti, così come sono diffidenti,
gli Stati Uniti d’America.
Il “giannizzero” Changez, nonostante la giovane età,
sente il richiamo delle origini, della famiglia, della
propria casa, e questo richiamo (nostalgico, culturale,
corporeo) gli rende insopportabili le conseguenze belliche
dell’attacco alle Twin Towers.
Da quel momento in poi la sua barba cresce, il suo volto
diventa sempre più tormentato e misterioso (diventa,
cioè, ingovernabile e in consumabile: insopportabile,
in definitiva). Tutto questo spinge Changez a estreme
conseguenze, ovvero alla decisione di abbandonare il
lavoro, gli Stati Uniti e di ritornare a Lahore.
Tutto è complicato dalla dolorosa storia d’amore che
lega (o non lega) Changez a Erica, una ragazza americana
psicotica, convinta che l’ex fidanzato morto sia ancora
vivo (o, in qualche modo, incarnato nell’immagine di
Changez).
In una delle sequenze più belle e sconvolgenti del romanzo,
Changez riesce a far l’amore con lei solo inscenando
una finzione struggente, ovvero fingendosi l’ex fidanzato
morto di Erica.
In questa sequenza c’è il segreto del romanzo, perché
Changez si riduce a ombra (a qualcosa che esiste soltanto
in seconda battuta, come emanazione di un altro corpo),
mentre Erica rappresenta un destino collettivo (il destino
americano) proprio nella misura in cui non riesce più
a vedere la realtà, ma solo ciò che è stato, solo il
morto passato.
Il fondamentalista riluttante è raccontato come un dialogo
in cui si sente una sola voce (la voce di Changez a
Lahore, che casualmente incontra un americano e gli
racconta la sua storia: la storia, se vogliamo, di una
conversione, di una presa d’atto, di una salvifica depressione).
Changez diventa, a mano a mano che si procede nella
lettura, un uomo consapevole della forza spirituale
e “barbarica” della sua terra; un uomo, cioè, che non
si capacita che una grande terra, una grande cultura,
una grande tradizione sia stata ridotta (nella considerazione
dei più) a un manipolo di lestofanti e terroristi.
Forse è un fondamentalista anche lui, ma lo è nella
misura in cui difende la dignità e la forza (e l’integrità)
della sua personale tradizione. Non si tratta, com’è
evidente, di criticare l’attuale “stato dell’unione”
(siccome lo fanno tutti, risulta retorico) ma di guardare
con rispetto e con attenzione ai sentimenti e ai pensieri
di un popolo che ha bisogno di riscoprirsi e di accettarsi
in una robusta tradizione, e non di essere rinsavito
a colpi di mortaio.
Nella barba di Changez non si nasconde oscurantismo,
ma solo discendimento e catabasi verso il baricentro
di un’anima individuale e collettiva. Ascoltare le parole
di Changez è più utile di mille proclami opportunistici
dei guerrafondai dell’Est e dell’Ovest.
Mohsin
Hamid (urdu ãÍÓä ÍÇãÏ; Lahore,
1971) è uno scrittore pakistano. Nato in Pakistan da
famiglia benestante ha vissuto a lungo negli Stati Uniti
d'America dove si è laureato. Successivamente si è trasferito
a Londra ed ha ottenuto la doppia cittadinanza britannica.
Sposato con Zahra (dalla quale ha avuto la figlia Dina),
ora vive tra Lahore, New York, Londra con frequenti
soste in Italia dove i suoi libri hanno avuto un buon
successo.
Il fondamentalista riluttante
(The Reluctant Fundamentalist) è il secondo
romanzo di Mohsin Hamid del 2007.
Il romanzo è stato finalista al Booker Prize ed è stato
trasposto nel film Il
fondamentalista riluttante del 2012 diretto da Mira
Nair, con Riz Ahmed, Kate Hudson, Liev Schreiber e Kiefer
Sutherland.
Prof. Primavera Moretti - storica,
Libera Accademia di Roma.
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ATTUALITA':
voto e democrazia
Non parliamo di politica, cerchiamo di capire come
si esercita il diritto di voto in democrazia.
In
occasione delle votazioni di qualche anno fa, nelle
settimane e i mesi prima discutevamo con amici e parenti
della situazione politica e per chi sarebbe stato meglio
votare e l’effetto del nostro voto sulla formazione
del governo.
Lo facciamo ancora ma con meno grinta e meno convinzioni.
All’epoca, ci sentivamo in qualche modo importanti,
credevamo che il nostro voto potesse avere un impatto
sulle scelte del governo, per i suoi percorsi, per la
nostra vita di tutti i giorni, (delirio di onnipotenza?).
Poi ci siamo resi conto con il tempo che il nostro voto
valeva ben poco per gli incroci di interessi dei vari
partiti. Questa sensazione del voto è andata progressivamente
aumentando e nelle ultime votazioni sono stati tanti
quelli che per una ragione o l’altra, hanno deciso di
non andare al seggio o votare scheda bianca. Questo
modo di pensare sta dilagando e chi sa, se non cambia
qualcosa, saremmo veramente pochi a esprimere il nostro
voto in futuro.
Ma il voto che è alla base della Democrazia come potrebbe
essere espresso altrimenti? Leggiamo qua e là.
- Democrazia Diretta o partecipativa:
il potere è sovrano ed esercitato direttamente dal
Popolo; avveniva così nell’Antica Grecia dove i cittadini
si riunivano nelle piazze per discutere attivamente
di leggi o posizioni politiche da prendere.
- Democrazia
indiretta o rappresentativa:
il potere sovrano è esercitato da rappresentanti eletti
da popolo (il Parlamento). L'Italia è una repubblica
parlamentare (quindi a democrazia indiretta) che usa
come unici strumenti di democrazia diretta il referendum,
l'iniziativa popolare e la petizione popolare;
i cittadini sono comunque liberi di candidarsi (entrare
in politica) per diventare rappresentanti, qualunque
sia il loro stato sociale.
- Democrazia liquida: è un modo di
esercizio della democrazia nella quale i cittadini
possono decidere in che forma esercitare il proprio
potere politico, scegliendo, nella massima libertà,
se esercitarlo in prima persona, o se delegarlo a
un proprio rappresentante di fiducia (il delegato).
Il voto o preferenze, generalmente via web.
La base per questo tipo di democrazia sta nella massima
libertà di scelta dell'esercizio del diritto politico:
il cittadino sceglie come, quando, e su cosa farsi
rappresentare.
Uno
dei cardini della democrazia liquida è quello di applicare
i principi della democrazia delegata. Questa trasferisce
il potere politico dal cittadino ai delegati.
Nel voto delegato la delega è transitiva e il trasferimento
è ricorsivo. In parole povere, il voto può essere
ulteriormente delegato al delegato del delegato, e
così via.
La persona al termine di una catena di deleghe, rappresenta,
oltre che se stesso, la somma di tutti i deleganti;
in altre parole il suo voto vale n-voti, quanti sono
i deleganti.
Ha avuto un discreto successo in Germania.
- Democrazia
deliberativa: prende un campione rappresentativo
casuale di persone, queste vengono “reclutate”per
deliberare in merito a un problema.
I prescelti sono forniti di materiali informativi
preparati di concerto con tutte le parti interessate
e competenti in un sistema tale da rappresentare ogni
posizione in modo equilibrato.
Alle persone è chiesto di votare, dopo un’attenta
riflessione ed entro un certo periodo. Le decisioni
prese da tali accordi sono state alternativamente
utilizzate per eleggere i candidati alle primarie
(Grecia) o raccomandare decisioni politiche (Cina,
Texas) etc.
- Più di 40 tali sondaggi deliberativi hanno avuto
luogo in tutto il mondo, tra cui Cina, Grecia,
Regno Unito. In Irlanda si è conclusa la convenzione
costituzionale che ha visto collaborare per un
anno 66 cittadini sorteggiati e 33 eletti con
un buon risultato sugli 8 articoli importanti
su cui deliberare.
- I maggiori sostenitori
sono: David
Van Reybrouck con il suo saggio “Contre les
elections”, il francese Bernard
Manin, Yves
Sintomer e James Fishkin.
Cosa pensarne potrebbe, quest’ultima, con l’effettiva
partecipazione di noi cittadini, ridarci qualche fiducia
nella politica e nella democrazia?
Carlo Verga
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SEI
GRADI DI SEPARAZIONE/DOCUMENTI STORICI: Come
partecipare, in qualità di espositore all’Esposizione
Universale di Parigi del 1900.
Incredibile guardando indietro a cosa si riuscì
a fare ...
In
questo periodo e fino al 17 agosto 2014 si svolge a
Parigi al Petit Palais, la mostra “PARIS 1900 - La Ville
Spectacle”. Parliamo dell’Esposizione Universale del
1900, di cosa fu fatto e organizzato per accogliere
i visitatori e soprattutto dello spirito grandioso con
cui ci si mise nell’impresa.
L’Esposizione Universale del 1900 si inaugura il 14
aprile a Parigi.
La Francia guarda al futuro con ottimismo; è repubblicana,
economicamente fiorente, molto ammirata per il suo fervore
artistico e intellettuale e Parigi sa attrarre i potenti
del mondo intero per tutto ciò che promette agli amanti
del lusso, della gastronomia e del divertimento.
Tutto è pronto perché Parigi si autoproclami capitale
del mondo e dia vita ad una Esposizione Universale che
renderà visibili i cambiamenti del secolo; sarà una
vetrina per tutte le nazioni: Il tema sarà: ”Il bilancio
di un secolo”.
La manifestazione venne decisa nel 1896 e si progettarono
grandi lavori urbanistici ed infrastrutture: la metropolitana
(linea 1) in Ponte Alexandre III, le stazioni des Invalides,
et d’Orsay al fine di facilitare l’accesso e la circolazione
ai 112 ettari di esposizione, la più importante mai
organizzata, dieci volte più vasta dell’esposizione
del 1855.
All’Esposizione si accede da Place de la Concorde, si
estenderà sulle due rive della Senna fino al Champ de
Mars ed al Trocadero; in più ci saranno 104 ettari di
Esposizione al Bois de Vincenne, dedicati all’automobile,
alle piccole imprese ed ai giochi Olimpici.
L’opera più rimarchevole, sarà la realizzazione del
Petit Palais, un gioiello, all’angolo con gli Champs
Elysées progettato dall’achitetto Charles Girault, che
sarà anche il direttore dei lavori del Grand Palais,
progettato da altri tre diversi architetti francesi.
Questi due edifici, saranno nel cuore di Parigi e dedicati
alle arti.
Gli artisti rappresentati avranno visibilità e accesso
ad un mercato dell’arte in pieno sviluppo, animato da
mercanti come Durand Ruel, Ambroise Vollard, Berthe
Weill. L’Esposizione
Universale, farà un bilancio del secolo trascorso, proponendosi
come laboratorio di modernità fondata sul progresso
tecnico e sulla scienza.
Gli espositori saranno 83.047 di cui 44.694
gli stranieri.
Saranno presentati i risultati della operosità e genialità
umana, tanto da attribuire alla mostra un carattere
di universalità.
L’Esposizione avrà 51 milioni di visitatori.
E
qui, mi permetto di inserire “l’application form” preparata
dal mio trisavolo, Aristide Staderini, indirizzata a
“Messieurs les Jurés”, per candidare il suo “etablissement
de reliure”, ovvero “officina da legatori di libri”,
a partecipare all’Esposizione in qualità di espositore.
Mi ha molto colpita la modernità di questo documento
molto professionale in cui, proprio come oggi, si elencano
con precisione e forza le “motivazioni” di tale richiesta,
molto diretta e sempre suffragata da valide motivazioni
e referenze. Proprio come si fanno oggi i curricula
e le varie “application forms”.
La candidatura venne accettata, e non solo! Gli fu pure
conferita una medaglia d’oro per il suo settore! Aristide
Staderini, per me trisavolo, fu Cavaliere del lavoro,
fondò lo Stabilimento Tipografico “Staderini”, che dopo
l’Unità d’Italia si specializzò in carte valori; cominciò
a stampare carta moneta italiana e di numerosi Stati
nonché francobolli per il Vaticano.
Aristide
brevettò un sistema a schede mobili per le biblioteche
adottato in tutto il mondo. Egli fondò tra i suoi operai
una Cassa di previdenza; mediante questa istituzione
da lui voluta e sostenuta gli operai potevano avere
sussidi, prestiti e medicine. Predicava la Previdenza
e nel 1900 fu creata la Cassa Nazionale per l’invalidità
degli operai.
I figli Pericle e Alessandro, che come si legge nel
documento inviato per la candidatura a partecipare all’Esposizione
Universale, erano andati a “specializzarsi all’estero”
(proprio come oggi!) proseguirono l’attività paterna.
Lo
stabilimento diventò leader mondiale per le carte valori,
e si dedicò più tardi all’Editoria di pregio ed a quella
specializzata su Roma; nacque così nel Quaranta, su
impulso di uomini come Trilussa e Paratore, la prestigiosa
“Strenna dei Romanisti”.
Tra i suoi tanti ricordi trovati e raccolti ordinatamente,
si trova una medaglia che fu distribuita in una delle
opere di previdenza civile sorte durante la guerra che
aveva per motto: ”Dio benedica il tuo lavoro”.
La mostra in corso al Grand Palais “PARIS 1900 – La
Ville Spectacle”, devo dire sinceramente, non è memorabile…
me ne sono servita per introdurre questa storia.
Carlotta Staderini Chiatante
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ABBIAMO
OSPITI - TEATRO: Punch Drunk. The drowned man: il teatro
immersivo
Un complesso e totalmente innovativo modo di andare
a teatro.
Ho
avuto recentemente un’esperienza insolita come spettatrice,
alla rappresentazione della compagnia teatrale Punch
Drunk a Londra.
Un nuovo modo di fare teatro che mi ha portato ad arrivare
al una conclusione: c’e’ teatro e teatro. Lungi da me
criticare il tradizionale ruolo dello spettatore passivo
che seduto assiste allo svolgersi delle scene sul palco;
è un formato che funziona da secoli e un motivo ci sarà.
Ma quando si prova il brivido di entrare a far parte,
come in questo caso, di una scena che si sviluppa a
tempo reale tutto intorno a sè, con infinite variazioni
e dettagli, colonne sonore rimbombanti e attori con
cui interagire, non è facile non provare un brivido
di delusione la prossima volta che si guarda uno spettacolo
‘normale’.
Definire ‘The
Drowned Man: “A Hollywood Fable”, teatro immersivo
è, per i miei gusti, limitativo. Teatro tuffo con salto
mortale in acque torbide e profonde sarebbe più preciso;
ma si chiama cosi e mi atterrò alla definizione. Basato
su un adattamento di Woyzeck di Georg Büchner, The Drowned
Man è il più recente lavoro della compagnia teatrale
Punch Drunk.
Dal 2000 Punch Drunk sono i pionieri di una forma di
teatro – definito ‘immersivo’ – nel quale il pubblico
è invitato a passare da una scena all’altra liberamente.
Le rappresentazioni sono spesso tenute in enormi palazzine
disoccupate; nel caso di The Drowned Man, il set è un
ex magazzino di smistamento posta dei primi del Novecento
accanto alla stazione di Paddington a Londra che si
estende su quattro piani.
All’entrata gli spettatori vengono muniti di maschera
bianca che procura loro l’anonimato e vengono incoraggiati
al silenzio.
Si
trovano davanti alla scelta di esplorare quattro ambienti
diversi, progettati minuziosamente da Felix Barrett,
Livi Vaughan e Beatrice Minns, secondo la loro preferenza
personale.
Su un piano troviamo una mini - versione della piccola
cittadina americana dei primi anni Sessanta, completa
di farmacia, bar, negozio di barbiere e fontana. Su
un altro ci sembra di essere sul set di un teen movie
anni Cinquanta, un altro ancora richiama l’atmosfera
dei trailer parks ai confini di un bosco, o un deserto
losco dall’atmosfera da rito voodoo.
La storia che si svolge da un set all’altro durante
le tre ore passate lì non è, in verità, niente di particolare.
Due coppie le cui storie parallele si rispecchiano:
lei/lui ama lui/lei, si tradiscono e il tradito uccide
il traditore. The End.
Lo spettatore può scegliere se seguire la storia di
un personaggio in particolare o rimanere in un set e
aspettare lo svolgersi degli eventi.
Il vero protagonista qui pero è il set. Personalmente
avrei passato ore solo a esplorare ogni cassetto, sotto
ogni letto e dietro ogni porta solo per vedere fino
a che punto arriva la
precisione maniacale di chi ha creato questa incredibile
dimensione parallela.
Descrivere un’esperienza del genere però è difficile,
con cosi tante direzioni da prendere, storie da seguire
e set da esplorare.
Andare a vedere The Drowned Man non può essere nient’altro
che un esperienza unicamente individuale che vale la
pena di fare una, due anche dieci volte, con la sicurezza
che non sarà sicuramente simile a quella di prima. E
in quali altre situazioni si è capaci di sedersi al
bar del saloon, dopo che il protagonista ha portato
l’amata nella stanza adiacente e bersi un bicchiere
di (vero) whisky col barista tenebroso dietro il bar
di compensato?
In conclusione, la fine dell’evento è la stessa per
tutti e ci si ritrova, un po’ frastornati, tutt’insieme,
con ognuno il proprio racconto che ha costruito per
se. Amazing!
Matilde Pratesi
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ABBIAMO
OSPITI - MUSICA: Matematica e Musica: Pitagora e i martelli
del fabbro
Le origini della musica sono antiche quanto l'uomo
ma la stretta connessione con le leggi matematiche è
affascinante.
Lo
stretto rapporto che intercorre tra la musica e la matematica
fu studiato sin dall'antichità: un esempio classico
è dato dalla Scuola Pitagorica, a cui si deve la scoperta
secondo la quale i differenti toni di una scala sono
legati ai rapporti fra numeri interi: una corda dimezzata
suona l'ottava superiore, ridotta ai suoi 3/4 la quarta,
ridotta ai suoi 2/3 la quinta, e così via….nonché il
tono disposto tra i due tetracordi (il nome significa
quattro corde e si riferisce alla lira greca).
La tradizione dice che la scoperta sia avvenuta così.
Un giorno, mentre Pitagora fissava il suo pensiero sulla
possibilità di trovare un qualche mezzo strumentale
che soccorresse l’udito, sicuro e inoppugnabile, come
quelli di cui con il compasso, il regolo o anche la
diottra dispone la vista, o il tatto con la bilancia
e le sue misure, passò accanto a una fucina e, per un
caso del destino, udì martelli che battevano il ferro
sull’incudine producendo insieme suoni pienamente consonanti
fra loro, ad eccezione di due.
Riconobbe tra di essi le consonanze di ottava, quinta
e quarta; capì che l’intervallo tra quinta e quarta,
in sé dissonante, era parte integrante del maggiore
dei due (cioè: la differenza, o distanza, fra quinta
e quarta, intervalli consonanti, è l'intervallo di tono,
in sé dissonante).
Felice quasi che un dio lo avesse guidato nella sua
ricerca, entrò di corsa nella fucina e con esperimenti
diversi scoprì che la differenza fra i suoni dipendeva
non dalla forma dei martelli, né dalla forza di chi
li vibrava o dalla deformazione del ferro percosso,
ma dalla loro mole.
Dopo aver rilevato accuratamente pesi e contrappesi
esattamente uguali a quelli dei martelli, tornò subito
a casa. Qui, ad un'unica barra metallica conficcata
attraverso l'angolo formato dalla congiunzione di due
muri (perché non ne risultasse qualche alterazione e
non si potesse sospettare una differenza conseguente
alla diversa natura delle barre) appese quattro corde
uguali per materiale, numero di capi, spessore e torsione
e poi attaccò un peso alla loro estremità inferiore.
Colpì
quindi le corde, predisposte di una lunghezza assolutamente
identica, a due a due per volta, alternativamente, ritrovando
le suddette consonanze, e cioè per ogni coppia di corde
una diversa. Rilevò che quella posta in tensione dal
peso maggiore risuonava in ottava rispetto a quella
con il peso minore; l'una sosteneva un peso di 12 misure,
l'altro di sei: dimostrò così che l'ottava era in rapporto
doppio, come i pesi stessi indicavano.
I rapporti che si creano in un circolo diviso in 12
parti uguali - come ad esempio quello dello zodiaco
tanto studiato dai greci - sono i medesimi che ritroviamo
nella musica.
Il circolo è assimilato alla doppia ottava, che contiene
tutti i rapporti consonanti: quello di quarta (4/3),
di quinta (3/2), di ottava (2/1), e di doppia ottava
(4).
Questi
rapporti furono scoperti non solo come abbiamo visto
con esperimenti con corde di diversa lunghezza ma anche
con vasi riempiti d'acqua: facendo risuonare un vaso
vuoto ed un vaso identico riempito d'acqua a metà si
produce la consonanza dell'ottava; un vaso riempito
fino a un terzo produce con il vaso vuoto la consonanza
della quinta; riempito di un quarto la consonanza della
quarta.
Questi sono i rapporti consonanti maggiori: un accordo
di ottava, di quinta o di quarta produce un'assimilazione
dei suoni, una commistione che il musicista chiama crasi.
Jean-Philippe Rameau (1683 – 1764) compositore, clavicembalista,
organista e teorico della musica francese non fu un
rivoluzionario come musicista e non voleva esserlo neanche
come teorico della musica.
Non possedendo una buona cultura filosofica o letteraria,
indagò scrupolosamente l'orizzonte della musica secondo
le sue conoscenze fisico-matematiche. Molti illustri
pensatori dediti alle scienze si occuparono della musica:
il primo come abbiamo visto fu certo Pitagora, il quale
riteneva fosse l'estrinsecazione di una armonia superiore,
sovrumana e poteva essere traslata in numeri, dacché
questa utilizzava proporzioni numeriche.
Bene,
Rameau sostenne lo stretto legame fra matematica e musica
al punto che disse: «La musica è una scienza che deve
avere regole certe: queste devono essere estratte da
un principio evidente, che non può essere conosciuto
senza l'aiuto della matematica.
Devo ammettere che, nonostante tutta l'esperienza che
ho potuto acquisire con una lunga pratica musicale,
è solo con l'aiuto della matematica che le mie idee
si sono sistemate, e che la luce ne ha dissipato le
oscurità» (Trattato dell'armonia ridotto ai suoi
principi fondamentali, 1722).
Giulia Pasquazi Berliri
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COSTUME:
I have a nightmare
Accade non certo in tutte, ma, in molte famiglie.
Si
prospetta l’imminente matrimonio di una figlia o di
un figlio. Tutti felici. La giovane coppia si prepara
con entusiasmo a montare l’appartamento in cui vivrà.
I genitori dei futuri sposi girano per la loro casa
piena di mobili, quadri ed oggetti che prima di loro
sono appartenuti ai loro genitori e ai loro nonni. Mobili
con tante storie da raccontare: immortalati in vecchie
foto ingiallite, sfondo a compleanni e anniversari;
silenziosi partecipi di mille gioie e mille dolori.
Li guardano con affetto.
Ma, hanno preso una decisione: rinunceranno al prezioso
e caro troumeau che farà una bellissima figura nella
casa dei neo sposi. Lei lo accarezza con dolcezza come
ha fatto mille volte per lucidarlo, per levare quelle
brutte tracce di bicchieri. E la carezza è un addio
silenzioso.
Certo bisognerà riempire il vuoto con un mobile meno
bello, certo bisognerà chiamare il pittore, perché il
vecchio caro mobile ha lasciato traccia della sua presenza
sulla parete, certo sarà strano non vederlo più, ma…
per i figli questo ed altro.
La futura sposa rientra a casa. Le si fanno incontro
festosi i genitori per annunciarle la decisione dello
splendido regalo ma…
NO
GRAZIE è la decisa risposta.
Saranno infatti molto più felici con la libreria di
IKEA che farà da sfondo alla scrivania del Tucano (che
veramente sembra intagliata a colpi di accetta dall’uomo
di Neanderthal).
E, NO GRAZIE ai quadri, NO GRAZIE agli oggetti che sono
stati tanto cari ai loro genitori NO GRAZIE anche alle
vecchie posate d’argento: quelle colorate in malachite
sono tanto più allegre.
I genitori tacciono sorpresi. Si informano. E’ così
anche per tanti loro amici. Un’epidemia di NO GRAZIE.
E il diniego netto non riguarda solo alcuni orridi oggetti
che però abbiamo riempito di affetto, non riguardano
il terribile ritratto del feroce zio Egidio con la mano
che sembra una palanca, ma riguarda anche mobili e oggetti
che riteniamo belli e piacevoli.
Ed ora?
Che fare di tutto quanto ci ha circondati per tutta
la nostra vita? Che ne faranno quando non ci saremo
più? Venderanno tutto. Ma allora bisognerebbe indicare
loro almeno le cose di valore, fare una lista in modo
che il tutto non finisca in mano ad un vuotacantine.
Lo si accenna ai futuri eredi che scrollano le spalle
indifferenti.
Allora?
L’unica sarebbe di farci seppellire insieme a tutti
i nostri mobili, quadri, oggetti in un mausoleo. Saremmo
circondati degli oggetti che abbiamo amato come in una
tomba egizia. Ma con la crisi degli alloggi sembra una
decisione decisamente antistorica ed estremamente costosa.
Ho
un incubo:
una immensa sterminata discarica. Da vicino si vede
che non contiene plastiche, carte, vetri: le enormi
ruspe spalano antichi cassettoni, vecchi armadi in noce,
toilettes in bois de rose.
Da vecchie cornici dorate fatte a pezzi i volti di alcuni
progenitori sembrano guardare sbigottiti quanto sta
accadendo intorno a loro. E noi, al posto dei grassi
gabbiani, svolazziamo su tutto questo emettendo rauchi
e addolorati
NO NO NO
Lalli Theodoli
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La
Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi,
luoghi comuni da sfatare, semplici novità...
La
Lampadina
è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita
da un Comitato di redazione composto da: Filippo
Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla
Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi,
Giancarlo Puddu, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini
Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta
con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini
Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Angelica
Verga. La sede è in via Guido d'Arezzo, 16,
00197 Roma.
La
newsletter, di natura non politica, non ha scopo
di lucro e si propone di fornire - con frequenza
inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni"
su argomenti di vario genere, con spunti di
riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato
su segnalazione degli stessi lettori, agli amici
ed agli amici degli amici. il presente numero
è inviato a circa milleseicento persone. Sono
gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni
di persone interessate
a ricevere la newsletter.
Per informazioni scrivere a info@lalampadina.net |
|
SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI" | LIBRI:
“Dizionario innamorato
dell'Ebraismo”,
di Jacques Attali,
economista socialista francese
ebreo di origine algerina.
Sono
piccoli articoli, disposti
in ordine alfabetico, come
appunto un dizionario, relativi
a personaggi sia della Bibbia
sia della storia degli Ebrei
dai tempi biblici ai giorni
nostri, sia di ebrei contemporanei.
Leggi
di più.
Beppe | | DA
FARE: Il Tevere,
avete mai portato i vostri
figli o nipotini a fare
una corsa in bici sulla
banchina del Tevere? Potete
partire da poco prima del
Convitto Nazionale, una
discesetta verso la banchina
e potete arrivare dove volete,
un ciclista mi dice che
la
pista verso sud porta
quasi al raccordo anulare.
Leggi
di più.
Carlo | | TEATRO:
il Regista
in scena, di Giuliano Vasilicò,
al Teatro Tor di Nona, due
sole rappresentazioni il
30 e 31 Maggio ore 21.15.
Io l'ho visto l'anno scorso:
da non perdere per chi ama
il
teatro di avanguardia.
Beppe. | | CINEMA:
"Song
'e Napule" dei Manetti
Bros. Divertente parodia
della città di Napoli con
le sue contraddisioni e
un grande cuore.
Carlo
|
Tutti i nostri suggerimenti li trovate qui |
FLASH NEWS! Un po' qua, un po' là...
In
una città Italiana si trova la “Pietra dello
scandalo”, un tondo marmoreo bicolore
bianco e verde, posto al centro della loggia.
Questa pietra segnava il punto dove venivano
puniti i debitori insolventi nella città di
(ditelo voi...), in epoca rinascimentale.
La punizione consisteva nell'incatenare i condannati e una volta calate le braghe ne venivano battute le natiche ripetutamente sulla detta pietra. Il Bigazzi così racconta questa curiosa storia: “Nel mezzo delle Logge sul pavimento è un tondo di marmo con liste di bardiglio a guisa di ruota, in memoria del Carroccio tenutovi ai tempi della Repubblica; e dimesso l’uso del carroccio, fu quella pietra convertita ad altro uso, cioè su di essa tacevasi a vista del pubblico battere tre volte le natiche ai mercanti falliti, come lo dimostravano le parole dello statuto: "Ostendendo putenda, et percutiendo lapidem culo nudo."
Ciò perché in una città mercantile come (capito
qual'è?) si avesse in orrore il fallimento.
CV
*
Le
vecchie 10 lire...quelle
con l’ulivo e del
1947… nel caso le aveste, oggi valgono dai
4.000 ai 5.000 euro se in buone condizioni.
CV
*
Piazza
di Spagna, linea A
, che da oggi è
inserita nei luoghi simbolo della
street art. Nel contesto del Gemellaggio Italia-Francia,
della riqualificazione della Metro Piazza
di Spagna
e della rivalutazione della Street Art, l’ambiente
della Metropolitana "Piazza di Spagna Linea
A" è stato affrescato da un dream-team di
artisti francesi a titolo completamente gratuito,
C215, Alexone, Philippe Beaudelocque, Epsilonpoint,
Popay, Seth, ed inaugurata l’otto maggio.
Il nuovo messagio che si sta cercando di comunicare
è di fare passare la Street Art da illegale
a pubblica. L’idea è di Atac che, in un progetto
di “riqualificazione visuale”, ha chiamato
gli artisti ad esprimersi laddove la street
art è nata e si è sviluppata: in metropolitana.
MdM
* Stranezze di Milano: in alcune strade del centro trovi sopra i portoni delle numerazioni con numeri anche molto alti e poi in basso o a fianco i numeri normali e attuali, sapete perche? Durante la dominazione austriaca (1706-1797) tutti i palazzi di Milano furono numerati, con un ordine a spirale che partiva dal Palazzo Reale per arrivare fino ai bastioni. CV *
La
riproducibilità tecnica delle opere d’arte
sembra
sia assolutamente possibile e nei prossimi
10 anni con le nuove macchine per fotocopie
tridimensionali si avranno copie assolutamente
indistinguibili ad occhio nudo.. Una prova
è stata fatta, “Le
nozze di Cana” del Palladio, un
quadro di 10 metri per 7 che Napoleone
prese dal Refettorio dei Benedettini
di San
Giorgio Maggiore come indennizzo di guerra.
Per trasportarlo al Louvre, lo fece tagliare
in strisce, ricomposto ora è esposto in quel
Museo. È intervenuto un certo Adam Lowe grande
esperto che ha fatto fotografare il quadro
con oltre 3000 scatti ad altissima definizione,
poi una scansione tridimensionale, assolutamente
innovativa e trattato la tela con gli stessi
procedimenti utilizzati dal Veronese. Voilà
ha creato un’opera assolutamente indistinguibile
ad occhio nudo…tanto che numerosi visitatori
anche molto esperti hanno chiesto come e chi
fosse riuscito ad ottenere l’autorizzazione
per l’esposizione dal governo Francese.
CV
EVENTI-APPUNTAMENTI
Sogno di un viaggio di mezza estate...
L’Inghilterra
del National Trust tra il Somerset
e Londra
Dal
28 luglio al 3 agosto la
Delegazione romana del FAI
– Fondo Ambiente Italiano,
propone una total immersion nella
grande bellezza del paesaggio inglese
e dei suoi tesori architettonici
e artistici. Un itinerario insolito
e molto sofisticato – come è tradizione
FAI – fra centri urbani, dimore
e monumenti molto famosi (o che
meritano di essere conosciuti) ma
solitamente non riuniti in un tour
organizzato.
Il viaggio ha come guida lo storico
dell’arte e dell’architettura Prof.
Alessandro Viscogliosi, docente
di Storia dell’Architettura alla
Sapienza e punta di diamante dell’offerta
culturale FAI.
Si toccheranno mete come Bath nel
Somerset, Brighton, Londra, Longleat,
Leeds e Hampton Court.
Leggi
tutto sul viaggio e su ciò che vedrai!
Per ulteriori
informazioni si prega di contattare
:
Delegazione FAI di Roma
Via delle Botteghe Oscure 32, Roma
Tel. 06-6879376 oppure 06-68309089
Email:
delegazionefai.roma@fondoambiente.it
oppure
chiedi a noi info
|
* Grandi scoperte al Circo Massimo.
L’ippodromo,
usato in tutto il suo splendore all’epoca
di Giulio Cesare nel I Secolo a. C, è arrivato
ai nostri giorni come spazio verde-archeologico
un po’ trascurato, fin quando non è partita
non tanto recentemente una campagna di scavi
che sta riscontrando notevoli successi! Maria
Letizia Buonfiglio, con Giovanni Caruso e
altri archeologi con un progetto seguito dal
Comune di Roma e dalla Sovraintendenza comunale
ai
Beni Culturali, sta lavorando ai
resti dello
impianto sportivo e religioso.
Dichiara l'archeologa: «In soli 50 centimetri di terra abbiamo trovato 130 monete che, una volta catalogate, ci potranno dire molto sulla vita di questa parte del circo». Anche il Circo Massimo aveva una curva nord e una sud, dove sedeva il pubblico che seguiva le corse degli aurighi, esperti nel far correre le quadrighe intorno ai due obelischi della struttura e, nella curva sud, meglio conservata sono state ricuperate tutta un’ala degli spalti e delle platee del circo. Un’autentica curva da stadio con entrate e gradinate sta uscendo fuori dai terrapieni. Tabernae e latrine all’esterno e altre tabernae all’interno. La struttura romana si sta di nuovo rivelando, rimasta quello che era oltre duemila anni fa. MdM *** “Halina” dei fratelli Ricci vince a Washington: vediamolo alla Galleria del Cembalo! Lunedì 26 Maggio alle 19.00 verrà proiettato il film "Halina" nella splendida cornice della Galleria del Cembalo di Palazzo Borghese a Roma, Largo Fontanella Borghese 19.
Halina è l'opera prima dei fratelli Francesco e Neri Ricci Lotteringi nella categoria dei "corti" (anche se la durata è di circa 30 minuti). Il film, ambientato a Roma, sviluppa le vicende di tre personaggi: Saverio (il Matto), Luna (la Luna) e Riccardo (il Diavolo) attraverso gli occhi di Halina, una bambina rom. I tre percorsi, che si svolgono nello stesso giorno, si intersecano in maniera imprevista attraverso una complicata e all'apparenza casuale serie di circostanze, evidenziando le contraddizioni e l'immoralità che regnano nella nostra cultura.
Al film è stato assegnato il primo premio assoluto della sua categoria all'Independent Film Festival 2014 di Washington DC, trionfando su 23 pellicole finaliste. "Si tratta di un riconoscimento molto significativo per il nostro cinema di autore" ha commentato l'Ambasciatore d'Italia a Washington Claudio Bisogniero. A fine proiezione sarà possibile porre domande agli autori presenti in sala.
L'invito
ad assistere alla proiezione viene
esteso a tutti i lettori de La Lampadina.
A causa dei posti limitati in caso
di soprannumero è prevista al termine
una successiva seconda proiezione.
|
***
A
teatro con La Lampadina
Roma:
Al Teatro
Olimpico, ATERBALLETTO
presenta le
coreografie Workwithinwork e Rain Dogs
nei giorni 27 e 28 maggio 2014. Workwithinwork
è un classico
di William Forsythe sui Duetti per due violini
di Berio, è un pezzo suggestivo, intrigante,
appassionato,
una successione di splendidi movimenti che
sembrano nascere da uno squarcio nell’aria.
Rain
Dogs, dello svedese Johan Inger del Nederlands
Dans Theatre, nasce sulle note
dell’omonimo album di Tom Waits, un jazz-blues
contaminato da sonorità dinamiche e sperimentali
con incursioni rock e folk. Con la
Lampadina ridotti speciali al 50%.
Clicca
qui per leggere il programma.
Se prenotate tramite noi, conviene:
chiedi
info o prenota qui.
Firenze:
24
giugno, Berliner
Philharmoniker diretti da Gustavo Dudamel.
E' stata inaugurata il 10 maggio la nuova
Opera di Firenze, un progetto
ambizioso che rappresenta un segnale di vivacità
positiva nell'orizzonte culturale italiano.
Il concerto diretto da Dudamel sarà un'ottima
occasione per conoscere il nuovo polo musicale
fiorentino. Per info Note
in Viaggio 06.3220657
*
I SUGGERIMENTI DELLA LAMPADINA Vi ricordate di vini, olii, olive, biscotti e Chianina...? Se siete interessati trovate tutte le informazioni qui. |
* MOSTRE BRUXELLES Palais des Beaux arts: Michael Borremans “As sweet as it gets” con la partecipazione di Jeffrey Grove curatore del museo d’arte contemporanea di Dallas Una formidabile esposizione di questo artista che gareggia facilmente con i grandi del passato. L’esposizione di Bruxelles con un centinaio di opere scelte fra il suo lavoro degli ultimi vent’anni (pittura, disegno e video) ci presenta un artista di immenso talento classico usato però con dei risultati davvero inquietanti. Tutto il lavoro di Michaël Borremans è intriso dallo ”enigma”. L’artista, nato in Belgio nel 1963, nasce come grafico e fotografo, ma dimostra nella pittura e nel disegno una capacità tecnica sorprendente. Nel guardare le opere in mostra si prova uno strano disaggio, però. Delle immagini, in apparenza banale, che sembrano tratte da libri antichi, danno, nell’osservarle meglio, un senso di angoscia per certi piccoli dettagli inseriti che disturbano il senso del comune dando una sensazione di estraneità, intriso da una violenza sottile. E raro comunque, oggi giorno, incontrare un artista di questo livello. Le sue opere, tre all’anno, sono molto difficile da vedere nelle gallerie o nelle fiere perché vengono immediatamente comprate dalle varie collezioni private o dai grandi musei esteri con fondi illimitati. Per chi passa a Bruxelles questi giorni raccomando di non perdersi questa mostra eccezionale. Fino al 3 agosto 2014
Vilnius
Vilnius Graphic Art
Centre: Marguerite
de Merode "Voyage autour de leur Chambre".
Nello spazio
della galleria,
le fotografie dell'artista aprono tante finestre
sul mondo dello straniero in Italia. Con pochi
elementi Marguerite de Merode inizia la sua
ricerca nel quotidiano di ognuno dei suoi
dieci personaggi. Le sue fotografie rivelano
con grande pudore, senza volto, il loro paesaggio
intimo. C'è uno specchio, una valigia e tanti
calendari negli spazi di vita provvisorio
che sono le loro camera da letto dove entra,
sulla punta dei piedi, per raccontare la loro
storia.
Dal 6 al 21 giugno 2014.
Roma
Il sistema museale della
Soprintendenza per
i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale:
Sulle
orme di Eracle
- Eracle nelle Collezioni del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia - Eracle tra i Falisci. Il sogno dell’immortalità Civita Castellana, Museo Archeologico dell’Agro falisco – Forte Sangallo - Eracle nelle Collezioni del Museo “Claudio Faina” Orvieto - Eracle nelle Collezioni della Galleria Nazionale d’Arte antica in Palazzo Corsini. L’Herakles greco, l’Hercle etrusco, l’Ercole italico e quello romano sono stati, attraverso i secoli, fonte di ispirazioni per quantità di scultori e pittori fino ai nostri tempi. L’eroe, esempio simbolo di vitalità e coraggio, riesce a conquistare il premio dell’immortalità e viene in quanto tale ripreso come eroe moderno in varie culture tra Oriente e Occidente. Fino 9 novembre 2014
Macro Testaccio alla Pelanda: Roma capitale della Street Art: Avanguardie Urbane, Street art and the city. «Roma ospita la migliore arte del mondo, dipingere sui suoi muri non è semplice, né è così facile confrontarsi coi luoghi di Raffaello, Bernini, Michelangelo, Caravaggio» dice Stefano Antonelli di 999Contemporary che si è fatto promotore della rivalutazione di questa forma artistica, cercando di fare, di Roma, dalle periferie sino ad abbraciare l’intera città, “una delle grandi capitali della Street Art europea”. Dodici artisti, sei italiani e sei francesi, si confrontano alla Pelanda con il linguaggio della street art di nuova generazione. Saranno oltre duemila i metri quadri dedicati all’esposizione delle opere tra “indoor” e “outdoor”, cioè l’area esterna del complesso dell’ex mattatoio, che sarà pronta per permettere agli artisti più giovani di confrontarsi con i “grandi” della street art. Ci saranno anche musica, street food e tante iniziative intorno alla mostra.. Dal 7 giugno al 10 agosto.
Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps: "La Gloria dei Vinti. Pergamo, Atene, Roma", curata da Filippo Coarelli. I protagonisti della mostra di Palazzo Altemps sono alcuni dei vinti più celebri della storia dell’arte, ovvero i galati, sconfitti dal re greco Attalo I nel terzo secolo a.C. “il popolo più potente e bellicoso che allora viveva in Asia”. Con queste 17 statue esposte nei saloni di Palazzo Altemps si restituisce la fama a questo valoroso popolo. La mostra si tiene in occasione del quinto centenario della scoperta di dieci tra le sculture che componevano il cosiddetto Piccolo Donario Pergameno, e ora esposte per la prima volta insieme. Le opere esposte a Roma sono tutte copie in marmo realizzate nel primo secolo da artisti greci, copie commissionate dai romani che ebbero anche una forte influenza sulla pittura rinascimentale e sulla scultura barocca. Fino al 07 settembre
Colosseo:
"La Biblioteca Infinita. I luoghi del sapere
nel mondo antico". Bellissima mostra
allestita da Eliana Gerotto – Dopo la visita
di Obama e il restauro sponsorizzato da Della
Valle è oggi il monumento più “chiacchierato”
e non potete non andare a dare un’occhiata!
Divisa
in 7 sezioni, la esposizione curata da Rossella
Rea e Roberto Meneghini, con 120 tra statue,
affreschi, rilievi, strumenti e supporti di
scrittura documenta l’evoluzione del libro
e della lettura nel mondo greco-romano dall’età
ellenistica al tardo antico, così come i luoghi
pubblici e privati dove si scambiava e si
custodiva il sapere. Fino al 05 ottobre
Le
mostre sono a cura di Marguerite de Merode
e le
trovate tutte qui
PENSIERO LATERALE: DONNE PIANGENTI Wow! Ci sono tre ragazze ferme, in costume da bagno e tra la gente. Due di esse sono tristi ed una felice. Le due che sono tristi sorridono e l’altra, perfino piange. Che strana situazione, come si spiega? Facilissimo questa volta! Controllate... Cliccate qui
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