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Martedì, 4 Novembre 2014

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:

La Lampadina - n. 32
Ottobre-Novembre 2014

Il mese di ottobre appena terminato ha visto la nascita di una nuova attività de La Lampadina: un ciclo di conversazioni e conferenze che contiamo possano continuare a tenersi in circoli, associazioni e sedi appropriate, a dicembre e a seguire nel 2015. Ha rotto il ghiaccio Lalli Theodoli al circolo degli Scacchi con la sua conversazione su  "La paternità oggi: San Giuseppe", che Voi Lettori della Lampadina già conoscete come soggetto: è fulcro di un suo articolo pubblicato nel 2013. Poi ci siamo spostati al Circolo del Mae, sempre a Roma, dove Luciano Berni Canani ci ha raccontato che cos'è l'arte cinetica, prendendo lo spunto da un articolo su una bellissima mostra che si è tenuta a Parigi nel 2013 e commentata su La Lampadina da Luciano stesso.
Le due iniziative hanno raccolto vasti consensi e ci incoraggiano a continuare in questa direzione. Vogliamo cercare di ampliare la nostra "offerta" culturale in tanti modi diversi, e  Vi terremo attentamente aggiornati su tutte le nostre nuove iniziative.
Continuate a seguirci!


ABBIAMO OSPITI - PIANETA TERRA: in bocca alla balena... Giona... Pinocchio... Achab
Possibile uscire dopo essere stati divorati e raccontare com’è andata?
Articolo di  Elvira Amabile, Autore Ospite de La Lampadina e già "penna" storica dell'Associazione Marevivo

La bara viveva
Chi c'era tremava
La bara mangiava
Chi c'era pregava

Filastrocca o indovinello? E qual è la soluzione? Eccola: Giona nella pancia della balena.
Svaghi d’altri tempi. Tempi di veglie accanto al focolare. Tutti a narrar storie per incantare i bambini, per appassionare i grandi, per ricordare… Niente tivvù. Niente diggèi. Niente tabblett, piccì, aifòn.

Chi sapeva qualcosa parlava e raccontava.
Giona e la balena, opera di Lastman Così ci sono arrivate di focolare in focolare le storie di cronaca d’allora, talvolta trasformate in leggende.
Prendiamo ad esempio le Sacre Scritture a proposito della faccenda di Giona.
Giona, profeta in Assiria, fu punito per non aver avuto il coraggio di annunciare il castigo di Dio ai corrotti e violenti abitanti di Ninive. Segue poi la storia che conosciamo, tramandataci dalle sacre scritture. L’ira di Dio, la tempesta, il pesce enorme che divora il povero Giona, il pentimento e finalmente dopo tre giorni la salvezza.
Anche alcuni testi arabi la riportano. Nel libro delle astuzie del XIII secolo, gli autori discutono sul tempo di permanenza nella pancia del pesce: un certo Ikrima parla di tre giorni. Un altro di nome, Masud parla di tre ore. Qatada dice quaranta giorni e Muqatil di un solo giorno. Quest’ultimo riferisce che Giona gridò le lodi del Signore: “Io sono iniquo! Tu solo sei il mio Dio”. Allora il Signore parlò al pesce e Giona fu deposto sulla terraferma vicino all’Eufrate in un luogo che ancor oggi si chiama Balth (Rigetto).
Personalmente, se mi posso permettere, penso che anche solo tre secondi in una situazione così terrificante sarebbero un’eternità.
In ogni caso il fatto eccezionale senza dubbio, scatenò una serie di interessanti interpretazioni sui simbolismi di natura teologica e psicoanalitica.
Le Sacre Scritture riportano sempre l’episodio come realmente accaduto, ma descrivono i pesci come enormi e mostruosi senza distinzione di specie, presumibilmente sconosciute a quei tempi.
Ma tuttora, le congetture di scienziati e biologi riguardo alla specie marina che “inghiotte e sputa”, appassionano studiosi e curiosi.
Cousteau ritiene le cernie giganti i soli pesci in grado di divorare e sputare un essere umano. Popolano i mari di tutto il mondo. Ingoiano la preda in un colpo solo aspirandola senza ferirla e possono rigurgitarla.
Il pesce giudeo Il pesce giudeo della California (stereolepis gigas) e quello australiano (promocrops lanceolatus) possono arrivare fino a tre metri. I pescatori di perle e molluschi li temono più degli squali.
L’Enciclopedia Britannica riferisce di un certo James Bartley, nel 1800, sopravvissuto per un giorno e mezzo nello stomaco di una balena dove, dice lui, c’era ossigeno a sufficienza.
Ogni volta che questi enormi creature incontrano gli umani nascono leggende che si arricchiscono via via di fantasmagorici dettagli.
Resta che Giona inghiottito e sputato è una storia pazzescamente intrigante.
Se n’è appropriata il mondo dell’arte arricchendo la sua iconografia di affreschi mosaici, miniature incisioni.
Se n’è appropriata il mondo letterario ispirando lo stupendo romanzo di Melville “Moby Dick”.
La balena-isola Nacque il mito della Balena Isola. John Milton, ne “il Paradiso Perduto” ne dà una suggestiva descrizione: “Laggiù il Leviatano, immenso tra le creature viventi, disteso come un promontorio nel mare, dorme o nuota e pare terra che si muova e inala per le branchie e rigetta col respiro il mare”.
I marinai raccontano di balene ferme a riposare galleggiando con il corpo ricoperto di sabbia presa dal fondo, come per mimetizzarsi. Scambiandole per isolette talvolta i marinai vi approdavano e magari accendevano un focherello per scaldarsi o cucinare qualcosa, preferendo non farlo a bordo per paura degli incendi. La balena risvegliata dal calore, s’immergeva di colpo trascinando tutto e tutti.
Il monaco benedettino irlandese Brandano, in seguito fatto santo, nel VII secolo, sbarcò nella terra sconosciuta (che poi sarà America), ancora prima dei Vichinghi e di Colombo.
Con i suoi confratelli incontrò diavoli, sirene pelose, vulcani sommersi, icebergs e ogni sorta di mostri marini e la Balena Isola che all’accensione del fuoco s’immerse lasciando tutti illesi. Questo è il miracolo di San Brandano.
Dai mari del Nord arriva anche la leggenda di Kraken, l’isola diabolica.Pinocchio e Giona
Terrore di pescatori e naviganti che temevano di esserne risucchiati. Mentre invece Kraken diventa un simbolo magico e benefico per Sant’Olav di Norvegia dopo la celebrazione di una pia funzione a Olaus Magnum, proprio sull’Isola Balena. Ancora un Miracolo!
Tuttavia non posso finire senza ricordare Pinocchio e Geppetto. Tenera fiaba della nostra infanzia dove la parte più suggestiva rimane sempre l’avventura marina con l’allegoria del grande pesce che accoglie, spaventa, riscatta.
Prima di scoprirne tutti i misteri gli uomini stanno distruggendo il creato. 

Speriamo che questa smania assassina si fermi e che anche alle prossime generazioni sia concesso di vivere in un "mondo mare" abitato da tante meravigliose creature. 

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ARCHIVI DI FAMIGLIA: Etiopia 1935, o come si diceva a quel tempo, Abissinia
Guardando indietro, cose incredibili per quegli anni
Articolo di Carlo Verga

La dichiarazione di guerra il 3 Ottobre del 1935, 7 mesi per l’occupazione dell’intero territorio fino alla presa di Addis Abeba e la costituzione dell’Impero. Le ostilità continuavano,  rimaneva la guerriglia fortemente contrastata dagli Italiani.
Il primo Vicerè, ilAmedeo d'Aosta maresciallo Rodolfo Graziani e il suo periodo di governo, avevano messo in evidenza l’incapacità di conseguire un facile pacificazione ed era culminato con l’attentato subito nel febbraio del 1937 e seguito da una sanguinosa repressione.
I rapporti con le comunità locali si fecero, quindi, ancora più tese ed è in questa situazione compromessa che intervenne l’allontanamento di Graziani e la sua sostituzione  con il Duca d’Aosta come viceré.
Il Duca non era personaggio vicino al Duce ma per le sue doti umanitarie, organizzative e di esperienza vissuta in Africa fu prontamente prescelto.
Questo è l’antefatto di una conferenza tenuta da Flavio Danieli, padre di Giuliana de Vergottini l’11 Maggio del 1997 il cui titolo era “S.A.R. Amedeo Duca d'Aosta. Viceré d'Etiopia”. È questo il periodo in cui Flavio sarà a fianco del Duca in Etiopia, per quattro anni, potendone condividere l’appassionante esperienza di pacificazione e costruzione di quello che doveva essere l’Impero dell’Africa Orientale Italiana.
Divertente la descrizione del primo incontro di Flavio con il Duca: le perplessità e il carisma esercitato su di Lui dal personaggio. Entrambi provetti piloti, poterono sviluppare, negli anni a seguire un’intensa amicizia basata sulla stima reciproca e passione per l’aeronautica che li portò a numerose missioni sui cieli africani.
Amedeo d’Aosta. Parlava e scriveva il tedesco, l’inglese il francese, lo spagnolo e l’arabo che aveva imparato quando comandava un reparto indigeno in Libia.Carta geografica di allora
La sua esperienza di vita era iniziata nel 1916-1918  e da semplice artigliere a cavallo riuscì a conquistarsi sul campo i gradi di ufficiale. Partì per il Congo Belga dove fu assunto da una multinazionale con il nome di Conte della Cisterna. Nel 1926 chiese ed ottenne il passaggio nella Regia Aeronautica e il famoso Arturo Ferrarin detto “il moro”, gli insegnò a volare.
Con l’arrivo del Duca ad Addis Beba le cose cambiarono rapidamente, Flavio fa una descrizione delle opere e delle iniziative di quel periodo che lasciano senza parole per il grande impegno.
Nel giro di tre anni le diffidenze degli abissini nei confronti degli italiani cambiarono rapidamente grazie ai grandissimi interventi ad ogni livello da lui impostati. Vi fu un incremento notevole in ogni settore e in particolare nelle opere pubbliche.
In soli cinque anni fu compiuta la modernizzazione delle vie di transito (prima esistevano soltanto "piste"): una rete ferroviaria a grande traffico (circa 900 km); una rete stradale principale o fondamentale, affidata all'Azienda Autonoma Statale della Strada (Aass, la progenitrice dell'attuale ANAS), massicciata e bitumata con le caratteristiche delle grandi autostrade (inesistenti in Italia allora) con opere d'arte grandiose per 10.794 km; strade secondarie per una spesa poliennale di 1.200 milioni; uno sviluppo ingente delle piste camionabili percorribili con automezzi per 7-8 mesi l'anno.
Il problema maggiore fu che molti dei cantieri di lavoro furono spesso attaccatUna pista prima dell'intervento degli italianii da bande armate verosimilmente equipaggiate dagli Inglesi.
In totale, come primo impianto, si crearono 18.794 km di strade principali e secondarie oltre le piste. Il Duca curò la realizzazione di ambulatori e posti di assistenza sanitaria, prima inesistenti, ogni 30 km e un grande istituto sieroterapico, l'unico nel paese.
Inoltre trovò un buon compromesso con i diversi culti religiosi che erano stati all'origine  degli scontri negli anni precedenti.  Gli Italiani d'Etiopia inoltre stimolarono l'economia abissina e diedero vita ad una serie di Compagnie (in forma di Società Anonime, quindi con afflusso anche di capitale estero), a ciascuna delle quali venne assegnato un campo di studio, di ricerca e di attività.
Una sommaria elencazione delle Compagnie può dare l'idea dell'entità dello sviluppo economico di quelle popolazioni, prime beneficiarie: le Compagnie per il cotone d'Etiopia per le fibre tessili vegetali; quella italiana Semi e Frutti oleosi; Compagnia etiopica del latte e derivati; Etiopica per la lavorazione delle carni; Cementerie d'Etiopia; Compagnia italiana studi e allevamenti zootecnici; Tannini d'Etiopia per l'industria dei laterizi in Etiopia; Compagnie per le pelli gregge d'Etiopia; per le essenze legnoseLa strada Addis Abeba - Asmara, al passo Toselli; Compagnia etiopica mineraria; quella nazionale imprese elettriche d'Etiopia; l'Ufficio Consorziale per forniture e impianti telegrafonici in AOI; la Compagnia per la flora etiopica; Compagnia etiopica degli esplosivi; Industria per la birra dell'AOI; Industria di vastissime proporzioni per i trasporti automobilistici coordinati da una apposita agenzia (Citao). Naturalmente, nel quadro dell'attività di ogni singola compagnia, si svilupparono numerose aziende particolari, filiali, officine e indotto vario. In sostanza, lo sviluppo dell'Impero alleggerì il Meridione d'Italia, funzione questa già positivamente assolta con la Libia.
Tutto questo portò all'impiego e al lavoro migliaia di locali così da coinvolgerli nella gestione del loro paese.

"Peccato" che tutto questo finì bruscamente con la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 di Mussolini,  l'Italia a fianco della Germania contro Francia e Inghilterra e la successiva occupazione inglese.

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CINEMA: l'orologio di Monaco
La visione di un film e il viaggio con lo scrittore
Articolo di Lucilla Laureti Crainz

Nell'ambito del Giorgio Pressburgerprogramma del Festival del Cinema di Roma sono stata a vedere il film diretto da  Mauro Caputo "L'orologio di Monaco", di Giorgio Pressburger; era un po' che non lo sentivo e quando mi ha chiamato per invitarmi a questa proiezione ho accettato di corsa.
Ci eravamo conosciuti quando era assessore alla cultura di Spoleto una quindicina di anni fa e da quel momento avevo seguito le sue molte attività, tra le altre direttore artistico del Mittelfest di Cividale del Friuli dove forse ho visto il più bello spettacolo della mia vita.
Si trattava di rappresentare "Danubio" di Claudio Magris in opera teatrale e... cosa è si è inventato Giorgio?
Ha coinvolto tutta la cittadina nella storia, dalla sorgente dove eri fornito di una seggiolina per seguire tutto il percorso, e via via nelle varie tappeClaudio magris e Giorgio Pressburger alcune veramente terribili come la stazione ferroviaria dove arrivava un vero treno blindato a ricordo degli ebrei deportati e da lì alla chiesa dove si entrava e subito dopo con gran fragore di lucchetti venivi chiuso dentro, fino ad arrivare finalmente a Vienna che era nella piazza principale piena di luci, dove un'orchestrina suonava allegri valzer e offrivano a tutti cotolette e sacher! Che dire uno spettacolo indimenticabile.

Ne "L’orologio di Monaco", un film documentario che verrà proiettato nelle sale l'anno prossimo, Giorgio va alla ricerca di tutti i suoi parenti sparsi per il mondo, e molti sono diventati famosi! Tutto il racconto è arricchito da filmati storici dell'Istituto Luce.
Una storia a volte molto triste ma sentimentale e romantica, dall'occupazione tedesca a quella russa a Budapest nel '56. Si conclude con una storia di una vecchia zia e alcuni orologi che magicala locandina del filmmente con la sua dipartita smettono di funzionare.
Parte del documentario lo vede girare per le vie di Trieste, la città che é diventata la sua città e gli rassomiglia molto! Si vede anche la libreria Umberto Saba gestita dal poeta e frequentata dai più grandi intellettuali dell'epoca Svevo, Levi, Comisso, Joyce solo per fare alcuni nomi.
Giorgio Pressburger, certo una persona che non ha avuto una vita facile, nato nel 1937 a Budapest in una famiglia ebrea ha subito tutte le terribili conseguenze del nazismo, dovendo scappare da una città all'altra e vedendo morire tutti i suoi cari.
Scrittore, drammaturgo, regista è forse uno dei grandi rappresentanti della cultura Mitteleuropea.
Sarebbe molto interessante organizzare una visita a Trieste per il gruppo de La Lampadina e incontrare Giorgio magari nella storica libreria Saba, quale migliore guida per la città!

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STORIA DELL'ARTE: Hans Memling a Bruges, città guida del primo Rinascimento internazionale
Un'inquadramento storico per capire meglio un pittore e la sua opera.
Articolo di Marguerite de Merode Pratesi

C’è da pochi giorni una mostra da non mancare alle Scuderie del Quirinale: “Memling. Rinascimento fiammingo” a cura di Tills-Holger Borcher.
Organizzata in sette sezioni mette a confronto 50 opere dell’artista di origine tedesca, Hans Memling, con artisti italiani e spagnoli del primo Rinascimento ed evoca, con successo, un’epoca felice dRitratto di Memlingi attivissimo scambio tra due zone europee di grande fervore economico della seconda metà del Quattrocento; la città di Bruges, come centro economico importante del nord europeo e le città meridionali di primo piano come Firenze, Genova, Venezia e tante altre.
Credo sia importante capire il contesto storico economico in cui si sviluppa l’arte del pittore.

Quando Memling decide nel 1445 di andare a Bruges e di lavorare per uno degli artisti più alla moda del tempo, Rogier van der Weyden, lo fa per un buon motivo.
Bruges è alla sua apoteosi. E' il primo mercato finanziario al nord delle Alpi ed è uno dei maggiori centri d’interscambio commerciale tra l’Europa settentrionale e meridionale. L’industria tessile è stata piano piano sostituita dai prodotti di lusso, dai servizi bancari e dall’alto artigianato.
S’incontrano mercanti provenienti dalla Germania, dalla Francia, dall’Inghilterra e dai paesi del mare del Nord. La situazione economica è fiorente e si è creata dall’inizio del secolo fino al 1482, una pace difficilmente conquistata, tra la corte di Borgogna e la nuova borghesia avida di riconoscimento.
Bruges rappresenta in quel momento il cuore economico di una regione molto popolata, particolarmente industrializzata, ma è anche una metropoli culturale dove sono in competizione i ricchi borghesi fiamminghi e i numerosi banchieri italiani stabilitisi iUna vista della splendida Brugesn città. E’ una città mercantile, aperta sul mondo, che permette agli artisti di dare il meglio di se.  Orafi, miniaturisti, ricamatori, scultori e pittori stranieri si ritrovano per soddisfare la ricca clientela.
“La società di Bruges è ricca e colta come poche altre oligarchie commerciali in Europa”. Memling percepisce benissimo il clima in cui si può sviluppare la sua arte.  Sa come interpretare la variabilità di quel momento storico artistico.

Intanto l’uso dell’olio mischiato con i pigmenti che da poco è stato introdotto nella pittura fiamminga gli permette di raggiungere una trasparenza, una luce e creare una naturalezza d’avanguardia. “La nitidezza e l’alta qualità della resa pittorica delle opere di Memling hanno fatto dell’artista un precursore di una visione della rappresentazione più equilibrata e classica, poi tipica del Cinquecento, tanto che non saranno solo i pittori fiamminghi a confrontarsi con la sua produzione.”
Si stanno creando le basi del rinascimento europeo.
Il pittore serve una grande clientela di dimensione europea, dove gli italiani hanno un ruolo determinante. Diventa rapidamente il pittore alla moda sia per i raffinati Il Museo Hans Memling a Brugese colti collezionisti italiani del tempo che per la ricca borghesia locale attratta dalla sua grande capacità di restituire con precisione estrema i simboli della loro ricchezza (i gioielli, le pellicce ecc.).
Per incontrare il gusto della sua clientela italiana ha uno sguardo speciale a quello che avviene nell’Europa meridionale. E' osservando le opere dei maestri italiani che scopre un diverso senso spaziale della composizione che ammorbidisce il carattere ancora gotico della pittura fiamminga inserendovi elementi atmosferici.
Le opere dell’artista diventano un “must”.
Con il suo primo lavoro per Angelo di Jacopo Tani, banchiere fiorentino al servizio dei Medici, il “Giudizio Universale” detto pure il trittico di Dantzig, suscita il vivissimo interesse della comunità degli uomini d’affari italiani residente a Bruges (come ad es. Tommaso Portinari). Numerosi membri della colonia fiorentina, genovese e veneziana gli ordinano lavori mentre ancora sta dipingendo il trittico. Nel 1475 gli viene ordinato un altro trittico da un’importante famiglia borghese della città (Jan Floreins) e in seguito riceve una serie di contratti da varie facoltose famiglie fiamminghe. “I suoi committenti sono abbastanza ricchi da permettersi il meglio che il denaro possa comprare. Tutti si affidavano a lui per la creazione di opere che avrebbero tramandato ai posteri la loro devozione e posizione sociale”.
Comunque, l’artista non cederà mai alle Trittico di Danzicatentazioni cortigiane e i suoi ritratti manterranno sempre un’eleganza e una grazia senza pari.
La ritrattistica è forse l’elemento più interessante del suo lavoro. I suoi personaggi sono presentati di tre quarti, non guardano lo spettatore ma sembrano assorti in un’altra dimensione. L’incredibile precisione dei particolari del volto e la luce che introduce nei suoi quadri, danno ai suoi dipinti una presenza nuova.
Memling rappresenta spesso raffinati paesaggi che aggiungono naturalezza innovativa dando ai suoi personaggi una spazialità notevolmente più realistica. “L’arrivo delle opere di Memling a Firenze e a Venezia contribuirà ad ampliare e ad approfondire quel rapporto di scambio allora vivo tra la cultura italiana e quella fiamminga. I pittori italiani erano da qualche tempo sempre più interessati al descrittivismo e alla resa luministica della pittura fiamminga, così come a elementi formali come l’impostazione orizzontale dei suoi formati; di fatto, più che i segreti della tecnica a olio, gli italiani scoprirono la drammaticità e i toni più spirituali della narrazione fiamminga.”
Non vi è dubbio che il Perugino e Botticelli prima e Raffaello e Leonardo poi, trarranno ispirazione dal realismo dei suoi volti, dalla luminosità dei suoi paesaggi avvolti dalle brume e dall’interessante prospettiva aerea.

La mostra è un degno riconoscimento del suo contributo al nostro rinascimento.

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LIBRI: Capri, anni Cinquanta, che dolce vita!
 Dopo la guerra, Capri si conferma come isola "felice"

Articolo della Redazione

Capri nel CinquantaSono passati solo pochi anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e il mondo si lecca ancora le ferite mentre l’Italia, ridotta in macerie, cerca con mille difficoltà di rimettersi in piedi. A dispetto dei lutti e delle distruzioni, c’è un luogo in cui gli orrori del recente passato e gli squallori del presente appaiono molto lontani: sull’isola di Capri la vita è dolce, molto dolce.

Alle prime avanguardie di gaudenti smaniose di divertimenti che già affollano le sue spiagge e le sue strette stradine, Capri appare idealmente sospesa nel tempo, estranea alle guerre e distaccata dalla politica. In un fervore di idee, si impongono miti, nascono nuovi stili di vita. A dare il la a ogni nuova moda è il giovane principe Alessandro Ruspoli, per tutti Dado, che, con i suoi pantaloni colorati, i sandali d’oro o d’argento, le camicie sbottonate, i grandi ciondoli d’oro tintinnanti sul petto e un merlo appoggiato sulla spalla, conta decine di imitatori. Si può ben dire che quel periodo di vitalità, joie de vivre e amore per gli eccessi che connoterà un’epoca indimenticabile della storia del nostro paese e che in Italia prenderà il nome di “Dolce vita”, sia nato proprio lì, nella piccola isola del Mediterraneo.

Il nuovo libro di Marcella Leone de Andreis, Capri 1950. Vita dolce vita. Personaggi, la copertina del libroscandali e imprese sull’isola negli anni Cinquanta, edizioni La Conchiglia, ultimo di una trilogia della stessa autrice che ripercorre la storia di Capri nel ‘900, ricostruisce quel periodo irripetibile attraverso le testimonianze di chi lo ha vissuto, le cronache dei giornali d’epoca, i documenti d’archivio, la memorialistica e le fotografie del tempo.

Pagina dopo pagina, il racconto delle stravaganze della mondanità internazionale, del relax dei grandi industriali, degli eccessi dei nobili scavezzacollo, delle bellezze da copertina, dei divi di Hollywood, degli svaghi degli intellettuali di grido e delle frivolezze di politici più seriosi, restituisce l’immagine di un mondo speciale colto nel momento della spensieratezza e del divertimento. E’ un mondo fatto di élite e di eccellenze in ogni campo e di ogni paese, in cui spiccano le figure di Palmiro Togliatti, il potente segretario del Partito comunista in compagnia di Nilde Jotti e dei suoi fedelissimi, di Farouk, ex re d’Egitto, ribattezzato per la sua mole imponente “ il terzo faraglione”, della bellissima Rita Hayworth, l’atomica, che cammina per le viuzze seguita da una folla adorante, del romanziere inglese Graham Greene, che siede sempre allo stesso tavolo della sua pizzeria preferita, di Aristotele Onassis, che si avvia a grandi passi verso il centro del paese con la moglie Tina e con Maria Callas, di cui si è perdutamente innamorato.

Tina Onassis e Maria Callas a CapriLa famosa piazzetta è sempre stracolma. Può capitare che a un tavolo Edda Ciano, figlia del duce, sorseggi il caffè a poca distanza dal gangster Lucky Luciano, circondato e protetto dai suoi scagnozzi, e dal generale Pietro Badoglio. Palma Bucarelli, mitica direttrice della Galleria d’Arte Moderna, tiene banco ogni sera attorniata dai suoi ammiratori, i più importanti giornalisti del momento, mentre l’industriale Gazzoni, sempre vestito di bianco, arriva in portantina. I colori di Capri, il suo cielo azzurro, le buganvillee fucsia, il cielo turchino ispirano a Emilio Pucci, nobile creatore di moda, capi d’abbigliamento che fanno furore. E non è il solo. Tutta l’isola è infatti una sartoria a cielo aperto e la moda caprese, con i suoi pantaloni colorati, i sandali intrecciati, i gioielli tempestati di corallo e di pietre preziose, spopola in tutto il mondo.

In ogni luogo e in ogni stagione si intrecciano mille vite e mille personaggi.
Come dimenticare lo scrittore Curzio Malaparte, che deve abbandonare l’isola scortato dai carabinieri per sfuggire all’ira dei capresi, il poeta cileno Pablo Neruda, sorvegliato dalla polizia per le sue idee sovversive, e il pio Ministro dell’Interno Mario Scelba, severo fustigatore di costumi e nemico giurato degli slip da bagno? E le melodie di Roberto Murolo, il ritmo indiavolato della band di Renato Carosone e la voce graffiata del giovane Peppino di Capri?

Come scrive Raffaele La Capria nella prefazione del libro di Marcella Leone de Andreis, furono tutti questi che diedero a Capri la celebrità o fu Capri a darla a loro? “La risposta è che dettero e ricevettero. E ricevettero parecchio, perché queste celebrità avevano un senso spiccato per gli affari e i ricchi e i ricconi seppero spendere il loro danaro, si comprarono a poco prezzo pezzi di Capri che dopo un po’ valevano il doppio o il triplo”.

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PITTURA/STORIA: Maccarese: sbarcati pirati turchi!
Potrebbe essere il titolo su un giornale di questi giorni: parliamo invece di oltre 250 anni fa.
Articolo di Ranieri Ricci del Riccio


Ricorderete su La Lampadina l’articolo sulla visita particolare a Palazzo Braschi e sul Modellino di pirata turco dell'epocagustoso episodio di Papirio, che fu causa nell’antica Roma di un famoso  Assembramento di donne davanti al Campidoglio,  scena riprodotta nel dipinto omonimo dal fiammingo Frans Frankner ed esposto a Palazzo Braschi.

A distanza di un anno ripercorrendo le sale di questo stesso museo romano vi propongo un altro episodio curioso rappresentato su un quadro, che sfugge al visitatore frettoloso di Palazzo Braschi. La cattura di alcuni turchi nella campagna di Maccarese del pittore fiammingo Adrien Manglard, proveniente dalla collezione Rospigliosi. Il quadro non è di grandissimo livello artistico ma è interessante per il suo valore celebrativo.
L’episodio infatti è realmente accaduto nel 1748 e le cronache confermano che il pontefice diede grande risalto a questa cattura di pirati, in un periodo in cui le incursioni saracene affliggevano ancora frequentemente le popolazioni costiere. I pirati turchi furono quindi catturati dai contadini di Maccarese, i quali, per il loro coraggio furono premiati dal Pontefice e le armi saracene esposte nella chiesa di Maccarese.
Giorni fa un membro della famiglia Rospigliosi, che fu a lungo proprietaria della tenuta di Maccarese, mi ha raccontato la fine di questa storia. Sembra che fino al 1932, anno in cui la grande tenuta (oltre 4500 ettari) ed il castello di Maccarese vennero venduti dalla famiglia alla società immobiliare Montecatini, nella scalinata interna del castello erano rimasti esposti dietro una griglia, ma in bella vista, i crani di alcuni di quei pirati, come trofeo ma forse anche quale monito per dissuadere possibili futuri sbarchi. La cattura di alcuni turchi nella campagna di Maccarese del pittore fiammingo Adrien ManglardEvidentemente dal 1932 ad oggi le cose sono “leggermente” cambiate: non credo occorra aggiungere altro.
Sullo sfondo del quadro si intravede a sinistra quella che è oggi nota ai frequentatori di Fregene come Torre Primavera, costruita come moltissime altre torri per volere di Pio IV (1559-1565), proprio per avvistare possibili incursioni saracene. Nei dintorni fu rinvenuta nel 1977 una nave romana che localizzerebbe in quest'area l'antico porto di Fregenae.
Il quadro di Manglard, del 1756, recupera la tradizione dei pittori battaglisti: la nobiltà amava molto adornare le pareti dei propri saloni con scene raffiguranti atti di eroismo o combattimenti che esaltavano il patriottismo. Il committente Camillo Rospigliosi era noto per apprezzare i quadri di cronaca. Maglard dipinse questo quadro assieme ad un altro, con cui ancora oggi fa coppia: la Festa a Maccarese in onore di San Giorgio che raffigura invece il duca Camillo R. a cavallo al centro di una folla di gentiluomini e popolani.
Nel complesso la collezione Rospigliosi - iniziata da Giulio Rospigliosi (poi Papa Clemente IX nel 1667) -  contava, alla morte di Camillo nel 1769, ben 35 tele di Manglard, che grazie anche a ciò fece la propria fortuna a Roma.

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COSTUME: verso il piatto, verso il piccolo
Bisogna adeguarsi ai tempi...in tutto!
Articolo di Lalli Theodoli

Guardo per strada un ragazzo. Cammina sorridendo. Ha nelle orecchie due bottoncini Molto piccolocollegati con un filo a un piccolo parallelepipedo grande come una scatola di fiammiferi.
E’ la sua radio.
Non proprio ieri, ma sembra ieri. Un enorme cubo di radica.
Una finestra illuminata al centro con indicazioni di diverse città. Un ago comandato da una grande manopola si sposta dall’una all’altra per le diverse stazioni. Bisogna essere estremamente precisi: se l’ago non è esattamente sopra la stazione si comincia a sentire BBBBZZZZ BBBBBBZZZZZZ e la voce o la musica si interrompono.
Si prova a spostare piano piano la manopola, se il brusio persiste una di noi si alza dal pavimento dove siamo sdraiate ad ascoltare e dà un enorme pugno sulla testa della radio che riprende a funzionare perfettamente.
Ma era un periodo del grande, più grande.
radio cuboEd ecco che un giorno la vecchia radio viene sostituita. Servono due facchini per sostituirla con il mostro che ora avanza in salotto. Un enorme mobile di radica. Due ante rivestite all’interno di specchi. Al centro una radio con manopole più piccole e finestrina illuminata più grande. Incastonato nell’orrore c’è pure un cassetto da cui emerge un grammofono.
Sostituisce il vecchio a carica a manovella e pesante testa con puntine da cambiare. Mostruoso parto di un arredatore che così ha trasformato un vecchio mobile bar che ora diventa il centro della nostra vita comunitaria. Per ballare, cantare, ascoltare, tutti intorno al mostro.
Ma i tempi cambiano, la tecnologia avanza.
Il vecchio enorme computer è ora divenuto elegante, piccolo, piatto.
Le radio sono quasi invisibili.la radio mobile bar
Ma così anche i libri da mille pagine sono sostituiti da e-book leggerissimi e piccoli in cui non si girano le pagine, si sfiorano.
Ricordo ancora la magia dei nostri libri di bambini con illustrazioni preziose di DULAC protette da un foglio di velina che scostavamo con timore religioso.
I cellulari necessitano di dita sottili per non prendere due tasti insieme. Persino gli aspirapolvere stanno diventando piccoli sostituiti da piccoli infaticabili robottini autonomi che corrono per tutta la casa aggirando ostacoli e inghiottendo polvere.
Siamo ora nell’era del sempre più piccolo.

Per non essere da meno ho notato di essere un po’ più bassa dello scorso anno. Spero però di diventare anche io più piccola ma con un ragionevole tasso di tempo.

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità...

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Giancarlo Puddu, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Angelica Verga. La sede è in via Guido d'Arezzo, 16, 00197 Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa milleseicento persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
Per informazioni scrivere a info@lalampadina.net

SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA VEDERE: Il sale della terra - In viaggio con Sebastiano Selgado, di Wim Wenders e J.R.Salgado. Il sale della terra siamo noi, uomini e donne. È questo il messaggio di Salgado. Il film/documentario realizzato dall’incontro di un regista prodigioso e sensibile come Wenders e uno straordinario fotografo come Salgado, che riesce a mettersi accanto ai sofferenti con incredibile empatia e a inseguire la bellezza dove si nasconde.  Continua a leggere...
Carlotta

DA SEGUIRE:  "La situazione femminile nel mondo musulmano. Come i diversi paesi islamici interpretano il ruolo della donna nella società a partire dalle fonti giuridico-religiose." 
Intervengono: Emma Bonino, Gloria Marina Bellelli, Autrice del libro "L'Algeria delle donne", leggi di più e scarica l'invito.
Roma, 7 novembre 2014, ore 17.30, Link Campus University, Sala Biblioteca, Via Nomentana, 335.

DA LEGGERE: “Dove il vento grida più forte" di Roberto Pieroni.
Un bel libro dello scalatore e esploratore “No limits” alto altesino Roberto Peroni che decide a un certo punto della sua vita di trasferirsi in Groenlandia e di vivere con il popolo degli Iniuit (eschimesi).
Leggi di più
Per Marguerite Voto 8

DA RIVIVERE: Ricordi contemporanei. "Benvenuti nel luogo dove i ricordi non si conservano. Si rivivono. All'A.R.E.M. abbiamo metodi semplici. Chiudere gli occhi, dimenticare i limiti. Respirare e immaginare quel momento...". Leggi di più
Martedì 11 novembre 2014, ore 18.30, Galleria Edieuropa QuiArte Contemporanea, Palazzetto Cenci, Piazza Cenci, 56.

Isabella

Tutti i nostri suggerimenti li trovate qui

 



 FLASH NEWS!
Un po' qua, un po' là...

Inaugurata da pochissimo la nuova Fondazione Louis Vuitton. Un sorprendente progetto dell'architetto canadese Frank Gehry. E' stata appena inaugurata la bellissima nuova struttura voluta da Bernard Arnault (presidente e ceo di LVMH), La Fondation Louis Vitton una sistemazione ,progettata dall'ideatore del Guggenheim Museum di Bilbao e destinata a diventare un punto di riferimento per l'arte contemporanea francese ed internazionale. Concepita come un grande veliero che naviga a vele spiegate nella parte settentrionale del Bois de Boulogne è costituita da dodici elementi di vetro sagomato, legno lamellare, acciaio e cementFondazione Luois Vittono alleggerito. È un esperienza di grande qualità entrare in quella bella struttura perfettamente concepita per accogliere le opere e per dialogare con la città che la circonda. Una serie di opere che sono state commissionate da Arnauld per partecipare in modo permanente al progetto del museo e opere della sua collezione. Uno straordinario progetto che arricchisce ancora, se ce n'era bisogno, la bella città di Parigi!
MdM

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Notizie curiose: leggo su "Il Fatto Quotidiano" di qualche giorno fa... "Per celebrare la Festa nazionale, la Cina ha liberato in cielo diecimila colombe. Ma prima che gli uccelli simbolo di pace prendessero il volo, ogni esemplare è stato sottoposto a un rigido controllo. Il governo di Pechino, infatti, ha ordinato che piume e ano di ogni esemplare fossero ispezionati per scongiurare possibili attacchi separatisti e per accertarsi che non fossero presenti materiali pericolosi. Il capo della sicurezza della capitale Guo Chunwei ha dichiarato al Jinghua Times che "ali, zampe e ano di ogni uccello sono stati esaminati dal personale incaricato per verificare che non portassero con sé elementi sospetti".... La notizia è subito sparita dai vari siti ufficiali non si sa se perchè ha causato ilarità generale o la paura che prima o poi si arrivi agli umani.
CV

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Casa Balla. Il nostro Ministro Franceschini vuole fare della casa di Alberto Sordi uno straordinario museo con costi per la ristrutturazione guardiani etc. e poi chissà, forse finirebbe come casa Casa BallaBalla. La casa di Giacomo Balla in via Oslavia, affrescata come è dal pittore, cade a pezzi lasciata a se stessa e senza alcun intervento di ente pubblico o altro. La  sua sistemazione  e apertura al pubblico sarebbe un atto dovuto  per la memoria e per la stima del grande pittore della grande scuola futurista.  
CV

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Le auto di lusso. La Lamborghini, se ne vedono poche in Italia, vanno quasi tutte all’estero. L’anno passato ne sono state vendute 2.122, della Ferrari 7.000 pezzi e della  RR 8.000.  Le prospettive ancora e fortemente in crescita se entrerà in produzione il nuovo suv quattro porte. Previsione 2-3.000 pezzi l’anno, auto tutte con valore tra i 100 e 200 mila euro.
CV

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Viterbo da vedere! La processione di Santa Rosa di svolge il 3 settembre di ogni anno, con la sua poderosa macchina, una torre luminosa del peso di quasi 50 quintali e alta 28 metri con in cima la statua della Santa e portata a braccia da un centinaio di persone.  La processione ha origine nel 1258, con la traslazione del corpo della patrona, voluto da papa Alessandro IV (fra l'altro, l'unico papa inglese della storia). Macchina di Santa Rosa
Il papa volle così glorificare la fanciulla che era stata una evangelizzatrice ed una sostenitrice dell'ortodossia durante gli anni bui (per la Chiesa) di Federico II. I ghibellini avevano infatti sottratto la città al papato ed, in un'ottica antiromana, appoggiavano la diffusione di sette eretiche catare e gnostiche. Rosa, in quel periodo, fu tra le più strenue paladine dell'ortodossia.
CV

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Una nuova chiesa a Bergamo.  Ve la segnalo perché mi è molto piaciuta.
Chiesa di San Giovanni XXIIIProgettare lo spazio di una chiesa è, si sa, un’impresa estremamente difficile e dagli esiti non sempre felici. A Bergamo, legandola al polo sanitario da loro già progettato, gli architetti Aymeric Zublena, Pippo e Ferdinando Traversi, hanno realizzato un bellissimo spazio da destinare al culto, riuscendo a creare con l'aiuto degli artisti La chiesa da fuoriStefano Arienti, Andrea Mastrovito e il collettivo Ferrariofréres un edificio di grande impatto ma allo stesso tempo semplice in perfetta armonia con i colli retrostanti.
La chiesa, dedicata a Giovanni XXIII, presenta una struttura lineare e leggera che si apre su di un’aula liturgica dominata dalla luce.
MdM 

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AIUTO! I GABBIANI! 

Alfred Hitchcock, il mago del suspense ci aveva visto giusto quando ha pensato al film "Gli uccelli".
Questi volatili e al momento parliamo dei gabbiani, che sembrano così carini ed innocui si stanno trasformando in veri nemici dell'uomo.
In città hanno preso il sopravvento e la fanno da padroni. Ogni anno peggio, basta ricordare il Papa che dal suo balcone lancia due colombe a messaggio di pace, dopo due minuti vengono prese d'assalto da un gabbiano e ridotte in poltiglia.
La colomba e il gabbiano

Le foto hanno fatto il giro del mondo e un quotidiano come Le Monde ha approfittato per dire come le nostre città siano sporche.
Oltre Roma anche Venezia ha lo stesso problema:
eravamo tranquillamente seduti al Florian in piazza San Marco, quando il cameriere con drinks e tramezzini si avvicina al nostro tavolo... non fa in tempo... un gabbiano si butta a capofitto e si porta via tutto il commestibile!
Gabbiano a San Marco
A questo punto gli amici del LIPU dicono: mai più lanciare colombe e non si preoccupano minimamente delle ormai 40.000 famiglie di gabbiani che vivono e si riproducono abbondantemente creando dei veri disastri di sporcizia, rumore molesto e altri problemi vari.
Non che pensino a come rimandarli verso il mare che sarebbe il posto più adatto a loro.
Noi della Lampadina vorremmo creare un'associazione e con l'aiuto degli organi locali trovare una soluzione a questo problema che diventa sempre più grave.
Fateci sapere come la pensate!

Lucilla Laureti

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Lingue on line.  Ormai anche le lingue le puoi imparare con lezioni on line. Pensate che la Tedesca Babbel la Fluently ha 25 milioni di iscritti e offre corsi in 14 lingue per un totale di 20mila lezioni.
Puoi fare conversazioni on line, esercizi che vengono controllati e corretti.
Esiste anche una piattaforma Italiana "Fluently", fondata da 4 venticinquenni torinesi nel 2012, lezioni in videoconferenza di circa 30 minuti e costano dai 5 ai 25 euro. La NaboombooPoi piattaforme per la preparazione in settori specifici quale la Naboomboo è sufficiente dichiarare il tipo di interesse per iniziare la preparazione e conversazione nella lingua preferita.

CV

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Sanità: Bloomberg, posiziona l'Italia al terzo posto tra i Paesi con migliore efficienza sanitaria.  La classifica è stata stilata dalla società leader nel settore dei mass media secondo i dati forniti da Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Organizzazione Mondiale della Sanità, che collocano il nostro Paese tra i tre migliori a livello di assistenza sanitaria, dopo Singapore e Hong Kong. Niente male, soprattutto se si vanno a confrontare le posizioni di altri Stati, come gli Usa (44 esima posizione), Francia (ottava) e Regno Unito (decima), senza considerare la Russia, che chiude la lista con la sua 55 esima posizione.
CV

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A teatro con La Lampadina

Logo Teatro Olimpico
Roma: Al Teatro Olimpico,  I Momix Alchemy. Torna l’imperdibile opera del geniale Moses Pendleton con i suoi superbi ballerini.  Pendleton si addentra nei misteri e nei simboli dell’alchimia Una scena dello spettacolodando vita a quadri dominati dal rosso, il bianco, il nero e l’oro, i colori alchemici chiave. Il giorno 20  novembre La Lampadina andrà a teatro con una promozione particolare, se la prenotazione viene effettuata entro il 7 novembre e fino all’esaurimento dei posti a noi dedicati. Per info clicca qui.
Se prenotate tramite noi, conviene: chiedi come.
Dal 18 al 28 novembre 2014.

Leggi il programma di tutta la stagione.

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I SUGGERIMENTI DELLA LAMPADINA

Vi ricordate di vini, olii, olive, biscotti e Chianina...?
Se siete interessati trovate tutte le informazioni qui.

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MOSTRE

Roma
Due interessanti mostre per chi vuole percorrere, con la fotografia, immagini di Roma scomparsa e Roma recente.

Museo di Roma in Trastevere: Trevi: Una capitale allo specchio con la scelta di esporre una selezione di fotografie del rione Trevi tra il 1870 e gli anni Trenta del Novecento si è deciso diUna foto in mostra evocare con questa mostra due dei simboli principali di Roma: la Fontana di Trevi e il Quirinale e le trasformazioni di Roma Capitale e del processo di modernizzazione della città. La mostra è organizzata in tre parti.
La prima riprende cronologicamente le modificazioni del tessuto urbano dal periodo pontificio al secondo dopoguerra. La seconda si concentra su alcuni assi direzionali e luoghi centrali dell'area. La terza si sviluppa su: I luoghi del potere, La simbologia degli spazi, Informazione e cultura, Turismo e commercio, I giardini storici, Fontane e acque.
Fino all'11 gennaio 2015

Museo di Roma; Palazzo Braschi: Fotografie di Roma 1986 - 2006. Donazioni e committenze al Museo di Roma. Basilico, Berengo Gardin, Bossaglia Chiaramonte, Cresci, Ghirri, Guidi, Jemolo, Koch. Palazzo Braschi apre il suo archivio fotografico e presenta una scelta di opere di alcuni tra i più significativi fotografi italiani degli ultimi decenni. Con ottanta fotografie la mostra si propone di raccontare un periodo di importanti cambiamenti dal 1986 al 2006.
Salendo al secondo piano del Museo una rassegna di trentacinque fotografie illustra il quotidiano a Roma negli anni la Grande Guerra. 1915 -1918
Fino all'8 marzo 2015

Palazzo Incontro: Franco Fontana, Full Color,curata da Denis Curti.
Un'opera di FontanaLe fotografie di Franco Fontana ritraggono una visione del mondo con uno sguardo poetico in cui la sua estetica si divide tra l’astrattismo e la realtà. Questa mostra riunisce 130 opere del grande fotografo italiano di fama internazionale e illustra l’importanza del colore nel suo percorso creativo.
Fino all’11 gennaio 2015.

Galleria Borghese: Mat Collishaw, Black mirror. Una sfida interessante. Non è la prima volta che il Museo confronta la sua collezione storica con l'arte contemporanea. Black mirror presenta, Un'opera di Collishawcon coraggio, quattro opere di Mat Collishw per dialogare con i capolavori della Galleria.
Una conversazione tra passato e presente, predendo spunto da tre celebri dipinti del Caravaggio: la Madonna dei Palafrenieri, il San Girolamo e il Davide con la testa di Golia.
Fino all'11 gennaio 2015

Galleria Ex elettrofonica:Michela de Mattei, Vogliate Perdonare Quel Po' Di Disturbo Che Reco. useo Nazionale d'arte medioevale e moderna, a cura di Silvia Litardi. Michela De Mattei sviluppa benissimo il suo lavoro intorno al concetto di SPACES / NON SPACES ideato da L'allestimento della De MatteiBenedetta Carpi De Resmini (“un luogo dove perdersi e ritrovarsi”). Lo spazio della galleria è una vera sfida che l’artista occupa con grande talento; lo divide in due: uno spazio per la scultura e una per i video. “Ambedue le situazioni svelano il tema dell’ambiguità”.

Una goccia di Cionfrini"Tutto scorre...", Mostra Personale Fotografica di Ugo Maria Cionfrini, nello Studio di Donna Leonarda Langiano, Vicolo Moroni accanto al n. 37 - (a 50 mt da piazza Trilussa).
Fino al 30 Novembre, ore 10,30 - 20:30 e, dal 1 Dicembre al 22 Dicembre nel pomeriggio dalle 18:00 alle 20:30 e, tutti i sabati e le domeniche dalle ore 11.30 alle 20.30


Torino
Artissima
quest’anno, con la presenza di 194 gallerie di livello internazionale e con Artissima a Torinoun singolare progetto espositivo, "SHIT AND DIE" organizzato da Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini a Palazzo Cavour. La fiera si svolgerà per il quinto anno nella sede dell’Oval, bellissimo spazio creato per Giochi Olimpici di Torino 2006.
Dal 7  al  9 novembre
Le mostre sono a cura di Marguerite de Merode

 


PENSIERO LATERALE: IL MURO DEL SUONO

E' noto che la velocità con il quale il suono si propaga nell'aria è di ca 340 m per secondo. Oramai da qualche decennio alcuni aeroplani riescono ad infrangere il cosi detto muro del suono superando questa velocità. Però, molto prima degli aerei, l'uomo inconsciamente si serviva di uno strumento che con il suo classico rumore significava che parte di esso si spostava più velocemente del suono.

Lo sappiamo, non è affatto facile! Se non ci riuscite guardate qui

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