ABBIAMO OSPITI – ARCHEOLOGIA: i giganti di Mont'e Prama, i più antichi colossi del Mediterraneo? Un ritrovamento casuale, un'altra finestra spalancata sul mondo che fu Articolo di Bonita Aymerich di Laconi – Autore Ospite de La Lampadina
I Giganti di Mont'e Prama sono sculture nuragiche in
arenaria, dell'altezza compresa tra i 2 mt e i 2,5 mt,
trovate casualmente negli anni 'Settanta in un campo
presso Cabras, nella Sardegna occidentale.
Dagli scavi seguiti al ritrovamento, gli archeologi
riportarono alla luce una necropoli composta da 33 tombe
a pozzetto irregolare, ciascuna delle quali sigillata
da un lastrone in arenaria gessosa, interamente ricoperte
da frammenti scultorei (in tutto 5.178 pezzi) che, in
parte ricomposti, diedero forma a 38 statue rappresentanti
16 pugilatori, 5 arcieri, 4 guerrieri e 13 modelli di
nuraghe.
L'ipotesi vedrebbe le statue collocate su lastre tombali, con betili (ovvero cippi funerari) e modellini di nuraghi, a costituire un imponente complesso volto a celebrare gli antenati e a esprimere ed esaltare i valori militari e religiosi della comunità, ovvero una sorta di "Heroon" (monumento sepolcrale legato al culto di un eroe). Questo di Mont'e Prama è il più maestoso di ogni altro conosciuto per lo stesso periodo in Italia o sulle coste della Grecia. Per ammirare fasti simili bisogna spingersi fino al lontanissimo Oriente, oltre la Siria, in Iran o nell'area del Caucaso. La terza fase nuragica (900/500 a.C.) in cui si è sviluppata la necropoli, corrisponderebbe all'emergere e al consolidarsi delle aristocrazie, documentate da Diodoro Siculo nel I sec. a.C. I Giganti rappresentano certamente personaggi di lignaggio non comune, che occupano una posizione di rilievo nella scala gerarchica e detentori del potere politico. Sono stati definiti arcieri, guerrieri e pugilatori, perché sono armati e abbigliati con estrema cura e non possono esservi dubbi sul loro rango. La datazione di questi colossi varia dall'VIII al IX secolo a.C., (fine dell'età del bronzo ma soprattutto età del ferro) il che li renderebbe tra le statue "a tutto tondo" più antiche del bacino mediterraneo, posteriori a quelle egizie ma antecedenti ai "kouroi" della Grecia. È difficile trovare confronti in ambito mediterraneo con queste sculture. Le figure umane mostrano individui adulti di sesso maschile. Sono fortemente stilizzate e di forma geometrica. Il volto segue lo schema a T, tipico dei bronzetti nuragici sardi, l'arcata sopraccigliare e il naso sono molto marcati. Gli occhi, incavati nel volto, sono scolpiti con un doppio cerchio concentrico. I "pugilatori" indossano un gonnellino con una svasatura a V posteriore, tipica dei lottatori e guerrieri, sono a torso nudo e il braccio sinistro tiene uno scudo a coprire il capo. Gli "arcieri", che indossano una corta tunica e una protezione sul petto, hanno un elmo a due corna sulla testa da cui spuntano lunghe trecce che scendono ai lati del volto. Il braccio sinistro, protetto da una guaina e da un guanto, tiene un arco. Le gambe sono protette da schinieri, un particolare tipo di gambale. I "guerrieri" si distinguono dall'arciere fondamentalmente per l'abbigliamento, infatti essi si differenziano per la presenza di una corazza a bande verticali, più corta posteriormente, ma più robusta sulle spalle e più sviluppata sul petto. Caratteristica di queste sculture è la presenza di intagli decorativi con motivi geometrici a zig-zag, cerchi concentrici e linee parallele, che risulterebbero essere originariamente colorate.
Gli archeologi si interrogano sul perché queste statue
furono volontariamente distrutte e ammucchiate sopra
le tombe.
Si crede che i più probabili responsabili di questa
opera di distruzione siano stati i Cartaginesi insediati
nella fenicia città di Tharros, poco distante dal luogo
del ritrovamento.
Questa supposizione è determinata dal ritrovamento di
un frammento di un'anfora punica, sotto il busto di
un arciere, databile alla fine del IV secolo a.C. Essi,
presumibilmente, vollero eliminare qualsiasi traccia
della precedente civiltà, per cui le tombe furono violate,
i corredi rubati e le sculture abbattute. Per vincere
i nemici sardi, i cartaginesi vollero cancellare anche
i loro eroi.
Solo 2800 anni dopo, grazie a un trattore, sono casualmente tornate alla luce queste meravigliose opere, restituendo il volto di un popolo dimenticato. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice
INTERNET:
il mito dell'eternità: chi vuole vivere per sempre...
in rete?
Un progetto del MIT di Boston che ha sollevato qualche perplessità e non poche polemiche Articolo di Carlo Verga
Vi ricordate di come i grandi comunicatori della Apple avevano fatto rivivere il mito di Steve Jobs? Lui risuscitava in un filmato “the Steve Jobs resurrection” e dettava le sue direttive da un mondo superiore. L’eternità, qualcosa che assilla molti di noi: siamo certi, infatti, che tra un paio di generazioni, si ricorderanno in pochi di chi eravamo e magari guardando delle foto sbiadite, qualcuno si chiederà, ma chi sono?
Per far ricordare qualcosa di noi, ci sta pensando
il MIT di Boston con la sua start up eterni.me
con la quale si vorrebbe in qualche modo aggirare il
concetto di fine e rafforzare quello di eternità. La
start-up si propone di raccogliere esperienze, messaggi
a disposizione di parenti e amici di una persona che
non c’è più. Qualche anno fa, ci aveva già pensato Facebook
creando un luogo dove le persone potevano condividere
i propri “ricordi” e questo aveva creato forti discussioni
su chi e come le persone dovessero essere immesse nel
sistema. All’Eterni.me, vorrebbero fare qualcosa di
differente, non creare un file con le cose che riguardano
il “fu” ma un data mining che possa ricreare l’identità
virtuale del “utente”. Come potrebbe funzionare?
L’iscrizione alla start up, avverrebbe da parte dell’utente
stesso prima della sua dipartita o dei parenti; in quel
momento dovrebbero essere forniti tutti i dati possibili
da lui stesso o da chi gli è stato vicino. La stessa
start-up, autonomamente, con un data mining,
inizia una ricerca con i dati ricavabili dai vari social
network, foto pubblicate, messaggi email, capacità di
spesa, prodotti di suo gusto e informazioni a lui relative
nel periodo in cui era su questa terra. Il tutto, sarebbe
poi filtrato e sistemato perché abbia un senso, infine
immesso in un grande serbatoio a formare l’identità
del “fu”.
A definizione e a compimento dell’intero percorso, Eterni.me sarebbe in grado di fornire la capacità di interloquire con la persona scomparsa come se l'avessi di fronte, fare domande e avere consigli che naturalmente sarebbero compatibili con il suo modo di vedere le cose di quando era in vita. Un progetto grandioso per il quale ci vorrà qualche anno ma fattibile, come ci dicono due futurologi Anders Sandberg e Nick Bostrom con il loro scritto “Whole Brain Emulation, a road map.” Il saggio parla dell’emulazione del cervello umano e la ricreazione delle capacità intellettive. Un programma che ci lasci perplessi e anche diciamo impauriti per gli sviluppi che potrebbero derivarne per ogni aspetto della nostra vita (vedi “trasferimento della mente” wikipedia).
Per fortuna serviranno decine di anni affinché il percorso
sia completato, quindi attendiamo, pazienti.
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ARCHITETTURA: il Foro Italico Un'interessante spaccato di un'epoca che in architettura si è variamente espressa. Articolo di Marguerite de Merode
Sono
andata a visitare recentemente la Casa delle Armi, uno
dei capolavori dell’architetto Luigi
Moretti, bell’edificio di forma architetturale essenzializzata,
asciutta, frutto di un’evoluzione raffinata e moderna
del concetto di classicismo. In quella zona, dedicata
tutt’ora alle attività sportive, si sarebbe aperto,
all’inizio degli anni Venti, una pagina interessante
della storia della città e del suo rapporto con lo sviluppo
sportivo dei giovani italiani.
Il Ministro Ricci, allora Sottosegretario all’Educazione Nazionale e Presidente dell'Opera Balilla, aveva appena ricevuto l’incarico di “riorganizzare la gioventù specialmente dal punto di vista morale e fisico”.
Come primo passo in quello che doveva essere uno dei
programmi leader dello spirito modernista del suo tempo,
Renato Ricci intraprende una serie di viaggi per imbastire
il suo progetto ed arricchirlo dell'esperienza di altre
realtà in giro per il mondo. Arriva in Inghilterra,
prende contatto personalmente con il celebre Baden
Powel, fondatore, nel 1907, del movimento mondiale
degli scout. Parte per l’America con l’idea di studiare
il sistema dei Colleges dove all'interno dei campus
si svolgono le prime sfide sportive importanti del paese
con particolari regolamenti legati allo studio e alla
pratica dello sport con fine agonistico. Ed infine si
reca in Germania, dove conosce i movimenti artistico-architettonici
della Bauhaus
di Gropious,
che rappresenta allora il punto di riferimento fondamentale
per tutti i movimenti d'innovazione nel campo del design
e dell'architettura legati al razionalismo e
al funzionalismo
.
Arricchito da questa esperienza decide di creare un vasto complesso sportivo ed educativo innovativo, una vera e propria "Città dello sport". Sceglie come luogo la paludosa area della Farnesina, antichi e preesistenti possedimenti della famiglia Farnese, di proprietà del demanio militare, tra ponte Milvio, il Tevere, la storica Villa Madama e le pendici di Monte Mario. La data dell’inaugurazione sarà fissata il 5 febbraio 1928, il giorno della posa della prima pietra dell'Accademia di Educazione Fisica il cui progetto, insieme alla grande maggioranza dei progetti in zona, fu affidato all’Architetto Enrico Del Debbio. L’imponente edificio, del colore rosso polveroso dei campi da tennis, sarà destinato ad ospitare l’Accademia dove formare gli istruttori ginnico-sportivi con l’idea fascista di prepararli a curare l'educazione fisica e spirituale dell'intera gioventù italiana. Seguono lo Stadio dei Marmi, lo Stadio dei Cipressi, poi Olimpico, e il Monolite Mussolini (inaugurati Il 4 Novembre del 1932 da Benito Mussolini) posto all'entrata del Foro per segnare l’ingresso a Roma in direzione del Vaticano in alternativa ad un'altra entrata con il futuro Ponte XXVIII ottobre (oggi di Corso Francia) di Armando Brasini. Seguiranno lo Stadio dei Marmi circondato dalle colossali statue di atleti, ciascuna offerta da una provincia italiana, il Palazzo delle Terme e l’accademia della Musica. L’area della città dello Sport si doveva concludere geograficamente con, da una parte, il grande edificio destinato a diventare Palazzo del Littorio, cioè sede di rappresentanza del Partito Nazionale Fascista e degli organismi collegati, ora Ministero degli Esteri e dall’altra parte, la Casa delle Armi di Luigi Moretti (1936) con i suoi elegantissimi e razionali volumi. L’architetto Moretti introduce una grandissima novità in quella struttura: la tradizione vuole che l’aspetto di un edificio venga progettato per rimanere inalterato con il cambiare della luce solare durante l’anno e che la natura che lo circonda si trasformi secondo i ritmi stagionali. In questo caso, invece, la presenza di alberi sempre verdi (pini, allori, ecc.) fa da sfondo stabile al cangiante cambio di colore dell’edificio ricoperto di una superficie di marmo bianco di Carrara. Ci sarà, dall’inizio della realizzazione del grande complesso sportivo, una grande attenzione al paesaggio urbano, ai valori ambientali del territorio dove l’architettura gioca con il verde che lo circonda.
Con l’arrivo della seconda guerra mondiale e il decadere
del regime fascista, il progetto subisce
una battuta d’arresto e molti edifici non vengano realizzati
come previsti all’origine. Comunque la storia dell’illuminato
progetto di Renato Ricci riprende dopo la guerra, spesso
coinvolgendo gli stessi architetti che ne avevano partecipato
all’origine (Del Debbio, Moretti).
Nel 1950 nuovi interventi coinvolgono ancora questa zona della città per progettare, pochi anni dopo, le Olimpiadi che vedranno protagonisti proprio questi spazi. Le grandi opere necessarie sono finanziate dal Coni, a cui lo Stato aveva concesso il monopolio delle scommesse calcistiche, e realizzate nell’ambito di una moderna programmazione urbanistica con il meglio che l’architettura e l’ingegneria italiana potessero offrire. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice
ABBIAMO OSPITI - ATTUALITA': evoluzione della parola sexy La usiamo spesso, forse non sempre per indicare il giusto significato. Articolo di Emilio Tommasi- Autore Ospite de La Lampadina Hidi Lee, scrittrice cinese, ha pubblicato un libro dal titolo "SEXY - with no boundaries" sull'arte di essere sexy mentalmente e fisicamente indipendentemente dall'aspetto più o meno gradevole che Madre Natura ci ha fornito. Su quest'argomento ho avuto uno scambio di corrispondenza con un'amica franco-iraniana, giornalista e blogger (già attrice e regista sia di cinema che di teatro) ora residente a San Francisco, la quale crede fermamente a quanto sostiene la Lee, confortata anche dal parere di Ricky Powell, noto fotografo newyorkese. Powell dice che quando vede una donna che proietta un'immagine di grande fiducia in sé stessa, sorridente, positiva, ella proietta un'immagine che va persino oltre SEXY per arrivare a STUPENDA. Da notare che sia la mia amica franco-iraniana che Hidi Lee sono quarantenni di successo e di bell'aspetto! Io credo invece (da uomo anziano, ahimè!) che "sexy" non possa mai essere definita una donna che, per quanto brillante, sicura di sè, professionalmente affermata, non sia anche attraente fisicamente. Al riguardo ho ricordato diverse donne di grande successo (Diane Vreeland tanto per citarne una) che ho conosciuto, anche negli anni in cui insegnavo all'università, che potevano essere descritte con moltissimi termini elogiativi ma assolutamente mai SEXY! Potrei ricordare anche Angela Merkel, Lina Wertmuller e molte altre donne di grande successo ma tutt'altro che attraenti. Questo mio convincimento è stato attribuito al fatto che la mia età non mi permette di capire o accettare l'evoluzione di "sexy" nel linguaggio corrente. Non sono però il solo a ritenere che "sexy" sia strettamente collegato al "sex-appeal". Infatti, ho consultato vari dizionari, anche i più moderni e aggiornati (compresi quelli dei quotidiani Corriere della Sera e Repubblica), e tutti fanno derivare tale aggettivo dall'attrazione sessuale che proietta un individuo.
La dr.ssa Mazzilli, psicologa e psicoterapeuta a Roma,
ha scritto recentemente un lungo articolo su quest'argomento,
del quale trascrivo alcuni passaggi:
"La seduttività è parte integrante della personalità,
è la capacità di interessare ed attrarre l'altro. Si
può essere seduttivi in qualunque momento, mentre si
lavora, si gioca, si stira una camicia.
Spesso è sexy un particolare unico, personale, speciale,
come un tono della voce, un modo di guardare o di muoversi,
la capacità di ascoltare o di esprimere emozioni, persino
una lieve imperfezione estetica (un neo? Lo strabismo
di Venere?).
E allora la chiave per essere più seduttivi è innanzitutto
diventare più sicuri di sé, piacersi
di più, sentirsi attraenti. Essere sexy significa anche
esprimere aspetti di noi stessi che non hanno a che
vedere solo con il corpo, ma piuttosto con la persona
in toto.
Non è infrequente che vengano considerare sexy persone
la cui caratteristica più evidente non risiede nel fisico,
ma in tratti della loro personalità. In particolare,
tra le donne, sono in netta minoranza quelle che indicano
l'avvenenza fisica come elemento principale di attrazione
per un uomo. Risulta invece importante la sicurezza
di sé."
Io comunque resto convinto che non si può definire sexy una persona che non abbia un aspetto perlomeno gradevole! Mi piacerebbe raccogliere le opinioni dei destinatari de La LAMPADINA per capire se davvero sono io "passé" oppure no.
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LIBRI/STORIA: Montecassino, storia di una rinascita Tutti sappiamo come è ora, ma pochi la ricordano com'era. Articolo di Lorenzo Bartolini Salimbeni
Esattamente
71 anni fa, nel febbraio 1944, un
violento bombardamento anglo-americano distruggeva
l'abbazia di Montecassino, casa madre dell'Ordine benedettino,
considerata "il faro della civiltà occidentale".
Quest'operazione, voluta dal comando alleato per motivi politici e psicologici, nell'intento di sbloccare la situazione del fronte lungo la linea Gustav, fu un errore clamoroso dal punto di vista tattico. Le truppe tedesche, che al momento del raid non erano presenti nell'abbazia, tornarono a trincerarsi fra le macerie, e la conquista del monte costò agli alleati ancora tre mesi di combattimenti e molte migliaia di morti. Passata la guerra, della splendida abbazia e dei suoi tesori d'arte non restava che un mucchio di rovine. Ma oggi tutti sanno che Montecassino è stata ricostruita e la sua mole domina ancora, come ha fatto per quasi quindici secoli, la principale via di collegamento fra Roma e il mezzogiorno d’Italia. Un libro, che abbiamo avuto il piacere di presentare qualche giorno fa, racconta in dettaglio la vicenda della ricostruzione. L’autore è il figlio dell’architetto e ingegnere Giuseppe Breccia Fratadocchi, che insieme all’abate Idelfonso Rea fu il protagonista di questa rinascita: un’impresa che non è esagerato definire eccezionale, ma che pochi ormai conoscono veramente. Con ricchezza di immagini e basandosi su documenti originali il racconto ripercorre la storia del monastero dalle origini, attraverso le varie vicissitudini e le trasformazioni nei secoli, fino all’ultima distruzione. Seguono la cronistoria e la descrizione di un ventennio di lavori: dai primi tentativi di progetto, segnati ancora dal dibattito teorico, fino alla riconsacrazione della chiesa avvenuta nel 1964. Diciamo subito che il libro, benché assolutamente rigoroso sul piano del metodo e della documentazione, non è destinato solo agli specialisti della storia e del restauro dell’architettura. Lo si legge con interesse, quasi come un romanzo, vivendo l’entusiasmo e le difficoltà dei protagonisti nell’affrontare un compito senza precedenti. Dopo una proposta di ricostruire il complesso in forme moderne, fu deciso di privilegiare la memoria storica: l’abbazia andava rifatta “dov’era e com’era”. Un gigantesco cantiere, dove centinaia di operai e artigiani lavoravano insieme agli stessi monaci con mezzi di fortuna, vide rialzarsi a poco a poco le antiche mura. Nel giro di dieci anni le strutture principali erano ricostruite e la comunità monastica era tornata a viverci. Le pagine del libro dedicate al ripristino della decorazione e degli arredi della chiesa (sculture, marmi, stucchi, coro…) con l’attento recupero di ogni frammento superstite, sono veramente avvincenti; e quando si considerano le premesse, i risultati ottenuti appaiono quasi miracolosi. Di grande interesse sono anche gli esiti degli scavi archeologici condotti durante i lavori, che misero in luce i resti delle fasi più antiche. Ma l’aspetto forse più straordinario di questa vicenda fu il clima di intesa che vide gli organi dello Stato, le forze politiche di ogni colore, gli esponenti della cultura, enti pubblici e privati, collaborare all’impresa in piena sinergia; da questo sforzo corale emerge il ritratto commovente di un’Italia povera ma forte, decisa a uscire a testa alta dalle rovine fisiche e morali della guerra.
Che differenza con l’inerzia culturale e politica -
per non dire di peggio - che caratterizza negativamente
la situazione attuale! Probabilmente, nel clima di oggi,
la rinascita di Montecassino “dov’era e com’era” non
sarebbe più possibile… Acquistano dunque sempre maggior
valore le testimonianze e i ricordi di questo momento
irripetibile della nostra storia recente.
Tommaso
Breccia Fratadocchi
La ricostruzione dell’abbazia di Montecassino
Gangemi editore, Roma 2014
Pagine 192
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ABBIAMO OSPITI - ARTE: anche un bambino può farlo! Circa il simpatico articolo di Marguerite de Merode sull’arte astratta. Articolo di Marina Patriarca - Autore Ospite de La Lampadina Incominciare dalle origini è una premessa sempre validante: sono veramente così lontane le origini? Noi non siamo forse poi così "avanti" come si è genericamente portati a pensare. "Ars", già per i latini stava ad indicare una’attività produttiva. In sanscrito "Are" vuol dire ordinare ed anche nel greco termine "t????" (Tecne) si parla della capacità di fare qualsiasi oggetto: utensile, immagine di una cosa o stessa cosa ma anche riprodotta con mezzo di argilla o pietra, dipinta, o solo forgiata, colorata o appena accennata come idea di un pensiero, effigie, semplice segno, dono, oggetto fetish e spesso religioso.
In
Cina l'ideogramma che indica la parola tecnica è
un preciso simbolo di crocevia che significa cammino,
strada, comunicazione.
Quando il visitatore più o meno occasionale o assiduo che sia, il simpatizzante o praticante dell'arte davanti a un lavoro di Cy Twombly o di Fontana, a un cretto di Burri ed altra opera del genere esclama: - “Lo posso fare anche io, e persino un bambino lo può fare“ - il commento, del tutto spontaneo che sia, non si può dire che sia "sbagliato" ma è semplicemente come fare un giocoso buco nell'acqua corrente. Asserire pur legittime reazioni può confondere una reale messa in luce del tema Arte; quelle opere che nel simpatico articolo di Marguerite de Merode, vengono indicate come arte astratta e non figurativa, provengono da un esteso viaggio fra miriadi di movimenti qui non elencabili, il viaggio inizia fin dai primordi dalle autentiche primissime e origini del tempo e su per molteplici particolari movimenti; nei casi più vicini a noi, dalla grande rottura dei pittori impressionisti all’espressionismo messo al bando dal nazional-socialismo come “arte degenerata“ saltando, così per sveltire l’elenco, all’'action painting e poi all'arte povera, ai vari gruppi come il Cobra, il Dada, Picasso e il Cabaret Voltaire fino al Dripping o al Gutai, giù giù e su su fino alla Pop, al Tachismo, al Minimal etc. Tutti movimenti definiti "informali" ossia meno godibili (fruibili) dall'uso abituale del nostro sguardo immediato, arte perciò definita “non retinica”.
Meritano questi tutti una accurata indagine sul clima
dei momenti in cui erano nati e vissuti, climi e atmosfere
che appena ci danno uno spiraglio per intuire quanto
il tema della
visione artistica, proprio per la sua complessità, permane
per sua natura sfuggente proprio per le intime verità
di ogni excursus di queste opere nella storia. Percezioni
visive di una memoria permanente che attingono a climi
e momenti - specchio di precisi periodi - a volte riemergenti
nei nostri stessi anni.
Esiste, e ben venga, la ben nota area di “mercificazione” dei lavori dell'arte che si adegua al passo del nostro presente sistema, o parasistema per così dire, del consumo, delle mode e delle tendenze, siamo o no contemporanei? E cavalchiamo la tigre dell’arte contemporanea. Conserviamo tuttavia occhi aperti come l’assiduo praticante. E’ di noi che l’arte sta parlando, siamo raffigurati, descritti dipinti o a volte sberleffati, contraddetti nei nostri miti di ben essere o ben pensare. Ringrazio Marguerite per avere sollevato la questione e mi sento di dire che nell’irrequieto binomio astratto-figurativo è contenuto l’interessante quid del fare-comprendere-guardare- pensare l’arte – le tendenze, il mercato, le mode, il tam tam pubblicitario rappresentano dell’Arte appena i cascami e mai certamente la sua autentica sostanza-. Leggendo W.Kandinsky – nel suo “ Lo spirituale dell’arte”... ...Capisco come a molti, può apparire chiaro che se molto di spirito è fatto l’uomo assieme all’artista-uomo, tutta l’arte tende e rivela astrazione. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice
COSTUME: la verità? No, grazie! La vogliamo sentire a tutti i costi? Quando è troppo dura e detta male, anche no... Articolo di Lalli Theodoli Un genitore, arrabbiato, punta un dito. Ha trovato i figli che si picchiavano come tamburi. "Chi ha cominciato? Ditemi la verità!" A scuola la professoressa, ad una somara patentata che ha preso 8 in aritmetica "Hai copiato? Dimmi la verità!" L'adolescenza è puntellata di esigenza di VERITA'. I bambini, in suo nome, fanno terribili giuramenti sigillati da dita incrociate sulle labbra. Terribili minacce di sprofondare agli inferi o di essere colpiti da precisissimo fulmine in caso di menzogna. Ma veramente, ora, cresciuti, adulti, la vogliamo la verità? La pretendiamo, ne facciamo una questione di onore? Una persona a me cara mi raccontava che da piccolo accompagnando la madre a far visita ad una vecchia zia, suora al collegio di Trinità de Monti, lui piccolo, timido, non bellissimo, aggrappato alla mano materna aspettava con ansia che quella altissima donna velata dal fiero cipiglio gli rivolgesse la parola che, ahimè, arrivò: " Ma quanto è brrrrutttto, ma è propprrrrrrio brrrrutto!" Secondo un mio amico, al mondo nessuno è più cattivo di una suora cattiva: le suore, che spesso hanno scarpe grosse con suole di gomma "non scaricano a terra". Mancano del filo marrone degli impianti elettrici e non hanno come le auto una volta, un codino che pende fino alla strada. La cattiveria rimane loro addosso Era forse la verità. Ma che bisogno c'era??? Ad un bambino! Non la vogliamo la verità. Sul nostro fisico Non quando usciamo da una notte ansiogena con una faccia che sembriamo scampate ad un cataclisma. “Mamma mia! Che ti è successo????” L’amica sbigottita non si trattiene. Non sarebbe meglio un “Andiamo a prendere un po’ di sole, facciamo due passi hai l’aria un po’ stanca”. Siamo tornati un po’ ingrassati da una vacanza fantastica. Preferiamo un: “Certo che per il tuo matrimonio rientrerai nella taglia 38!” ad un: “Sei in forma……tonda , nemmeno se fai la fame per un anno!” Tronfie e felici in un nuovo acquisto, e lui…: ”Mamma mia ma che ti sei messa?” invece di: “Originale questo tuo nuovo vestito.” Capiremmo, ma con minore brutalità. La nostra nuova amica “Interessante, begli occhi!!” Sappiamo che è un po’ brutta ma ha mille altre doti, non occorre infierire. In situazioni gravi chiediamo ai medici una verità che non vogliamo totale. E così un piccolo bugiardo angolo di speranza ce lo lasciano. Il Signore che tutto governa ha fatto sì che con gli anni la nostra vista si offuschi. Vediamo la nostra immagine riflessa, sì ma come negli specchi antichi, un po’ offuscata, non precisa, in una nuvola benevola in cui ci fa piacere rimanere. Allontaniamo lenti e luci forti. Non la vogliamo per quello che riguarda i sentimenti verso le persone care. A colloquio con i professori preferiamo un: “Sì…se si applica…ce la fa!” ad un: “Forse cercare altre alternative…” Come possiamo poi illuderci di essere sempre il primo, unico e per sempre amore per nostro marito, compagno o altro? Non dovrebbero aver vissuto prima del nostro incontro, non dovrebbero mai avere avuto incontri travolgenti e pericolosi durante la nostra storia. Per non parlare di “PER SEMPRE”. I miracoli esistono ma…. Mi vuoi bene? Mi trovi carina? Mi vorrai bene sempre? Le risposte vere sarebbero forse nell’ordine: “così, così, abbastanza, boh. La verità non ci piacerebbe e NON LA VOGLIAMO e loro per fortuna lo sanno. Come ci possono dire che un incontro prima del nostro arrivo ancora turba le loro notti? Come ci possono dire che invece la nostra storia è tranquilla ma nulla di travolgente? Alle nostre pressanti domande rispondono divagando. Grazie al cielo. La verità, forse, a volte la accetteremmo, ma velata, offuscata, impietosita, benevola e non brutale. Senza per questo cascare dalla parte opposta in apprezzamenti melensi e falsi. Ma teniamoci forte quando incontriamo i bambini. Loro non sono “innocenti”, sono veri, e la verità la dicono, anche e soprattutto quando non la vorremmo. Ne sono i paladini. Non temono di ferire, perché di ferire non sono consapevoli nello spiattellarci in faccia la verità dei nostri difetti caratteriali e fisici. Ma per fortuna dicono la verità anche quando, dopo averci analizzato senza pietà stringendoci forte ci dicono “Ti voglio tanto bene”. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità... La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma. La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa milleottocento persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter. Per informazioni scrivere a info@lalampadina.net |
| SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI" | DA
VEDERE: “TEDxROMA
2015 “MEDITERRANEAN CAROUSEL”,
21 marzo 2015.
Il Teatro Olimpico,
per il secondo anno consecutivo,
ospiterà questa manifestazione
che tanto successo ha riscosso
nel 2014 perché a dare spettacolo
sono le idee. Oltre 20 speaker
da tutto il mondo offriranno
idee ed esperienze su tre
diversi temi fondamentali:
Tecnologia, Entertaiment
e Design.
Continua
a leggere...
Isabella
| | DA VEDERE: "Timbuctù", un bellissimo film di Abderrahmane Sissako, maestro del cinema africano, girato nella città di Timbuctù. Si parla dell'ascesa della jihad imposta da integralisti islamici venuti da fuori, con il crescendo dei divieti intimati dalla loro polizia, ma tutto trattato con grande sensibilità ed efficacia... Leggete di più... Marguerite: da vedere. | | Tutti i nostri suggerimenti li trovate qui | | |
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GLI APPUNTAMENTI DE LA LAMPADINA La Lampadina, in collaborazione con ACDMAE e Circolo del Ministero degli Affari Esteri VI INVITA AD UN INCONTRO CON LUDOVICO PRATESI, storico dell'arte, che parlerà di come capire l'arte contemporanea. Circolo MAE di Roma Lunedì 23 marzo 2015 ore 19.00
"Com'è cambiata la storia dell'arte nell'ultimo secolo? Con quale occhio dobbiamo guardare l'arte contemporanea, specchio di un mondo sempre più complesso e contraddittorio? Un percorso a volo d'uccello attraverso il Ventesimo secolo fino ai nostri giorni, per affacciarsi ad un sistema dell'arte senza limiti né confini..."
L'incontro, con entrata libera su prenotazione allo 06/8086130, si terrà nei saloni del Circolo MAE, Lungotevere dell'Acqua Acetosa 42 - 00197 Roma. Leggi e scarica l'invito
E ANCORA
Matisse
Arabesque
Appuntamento serale Venerdì 27 marzo ore 20,45 all'ingresso delle Scuderie del Quirinale.
La visita sarà guidata e illustrata dalla dottoressa Vannella Carrelli Palombi. Biglietto di ingresso € 9 + prenotazione € 2 + guida € 7 per i nostri Lettori con tessera stagionale offerta da La Lampadina (valore € 30). Per i non tesserati la quota individuale dovuta alla guida per la visita è di € 14.
Le prenotazioni si effettuano tramite La Lampadina
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FLASH NEWS! Un po' qua, un po' là... Scimpanzè: un fenomeno impressionante. Negli ultimi quattro mesi sono stati bloccati nel Camerun 22 trafficanti con 34 teste di scimpanze , 24 di gorilla e 16 zampe di scimmia. Sembra che le ossa, e le teste di questi animali vengano utilizzate per riti magici. Gli animali vengono uccisi e mozzate le parti di "interesse", i corpi vengono poi abbandonati. Se i controlli fossero estesi nelle zone limitrofe, le quantità di queste stragi assumerebbe proporzioni gigantesche. CV * Uno yacht firmato Jeff Koons. Con grande sorpresa il porto di Livorno ha visto attraccare recentemente una grande barca da diporto alquanto sorprendente! Il magnate greco cipriota, Dakis Joannou, ha fatto trasformare la sua barca dall'artista americano Jeff Koons, in una gigantesca opera d'arte. Il proprietario è tra i maggiori collezionisti d'arte al mondo e la sua barca, di nome Guilty, realizzata nei cantieri di Sabaudia, è stata ricoperta da un'unica superficie astratta dai colori nei toni saturi del giallo, nero e blu. Giudicate! MdM * Una vera città di ghiaccio. A Harbin, nella provincia di Heilongjiang, in Cina, si tiene ogni anno il festival della neve e del ghiaccio. Per la trentesima edizione che è stata inaugurata il 5 gennaio scorso è stato costruito uno scenografico castello di ghiaccio. Secondo gli organizzatori per costruire gli edifici e le sculture di ghiaccio sono stati impiegati 10,000 lavoratori e sono stati necessari 180,000 metri quadri di ghiaccio e 150,000 di neve. IC * Arabia Saudita e il petrolio: sembra che le sue riserve vadano esaurendosi e nel 2038 diventerebbe un paese netto importatore, pertanto i loro finanziari stimano un investimento di 100 miliardi di dollari per un efficiente sistema di energia rinnovabile. CV
* E' stato ritrovato a New York un dipinto di Picasso rubato nel 2001. Il quadro, "La coiffeuse" di Picasso è stato rubato dai depositi del Centro Pompidou nel 2001. Durante un controllo alla dogana di Porto di Newark un pacco della FedEx proveniente dal Belgio del valore indicato di 37 dollari era sembrato sospetto agli adetti ai lavori. Aprendo l'involucro del banalissimo imballaggio si è scoperta la tela in un penoso stato. Il vero valore dell'opera si aggira intorno ai due millioni e mezzo di dollari. A niente è servita la scritta "Joyeux Noel" sulla carta da pacco per ingannare i bravissimi doganieri di New York! MdM *
Significato delle parole: la parola
sandwich... ma, chissà!
Un nobile inglese un certo John Montagu conte di Sandwich vissuto ai primi dell'800 era un forte giocatore di carte, poteva rimanere seduto al tavolo per 12 ore senza mai alzarsi dimenticandosi perfino di andare a casa per il pranzo. Quando sentiva gli stimoli della fame pretendeva solo che gli fossero portate delle fettine di pane con dentro sottaceti, formaggio e prosciutto o simili. Da lui pertanto si iniziò ad usare la parola sandwich entrata nel nostro uso comune. CV * Per nascondere le palizzate di un cantiere. Nel quartiere Esquilino che sacrificherà per tanto tempo il giardino di Piazza Dante, è nato il progetto del Cantiere dei Poeti. Usando la pittura e la poesia per omaggiare grandi poeti come Dante, Tasso, Ariosto, Primo Levi, John Keats e Annelisa Alleva già evocati nei nomi delle strade della zona, un gruppo di artisti creerà dei bozzetti per far nascere un percorso, come un grande libro aperto, srotolato lungo il perimetro del giardino. Il tutto sarà fatto coinvolgendo le scuole del quartiere, grazie a dei laboratori creativi gestiti dagli artisti stessi. Un esperimento "leggero" contro una presenza "pesante". Bello! MdM * Uno spazio privato nuovo a Roma per una grande collezione? Claudio Cerasi (grande costruttore romano, tra le sue realizzazioni il Maxxi e il nuovo Teatro del Maggio di Firenze) e la moglie Elena, potrebbero aprire a Roma una vera e propria fondazione nell'ex Ufficio d'Igiene di via Merulana con i suoi spazi espositivi e museali in cui raggruppare le opere della loro collezione e aprirli al pubblico. MdM Le diatribe de la Lampadina NON C'E' PACE TRA LE NUVOLE Tutto è cominciato in una riunione del nostro Comitato di Redazione, con la valutazione di un "innocente" articolo di Beppe Zezza che si chiedeva "Ma sarà tutto vero?" Si parlava dei cambiamenti climatici.
Il tema per Beppe è ricorrente e spesso, ci si è accorti proprio nel corso di quella riunione, i pareri sono fortemente discordanti e distanti le posizioni. I contendenti della distriba successivamente all'incontro, hanno portato pareri e contro-pareri forniti da esperti del settore e comunque la discussione rimane ampiamente aperta. Se siete interessati a saperne un minimo di più, come è successo a noi dopo le scintille scaturite nel corso del comitato di Redazione, vi abbiamo preparato: l'articolo di Beppe Zezza, la pietra dello scandalo; poi un parere di Gianfranco Bologna; un intervento mirato sulla CO2 del nostro Gian Carlo Ruggeri
e poi, avrete tutti gli strumenti per dire la vostra... Leggete e commentate! |
A teatro con La Lampadina Al Teatro Olimpico, Fiesta Argentina fino al 22 marzo.
Tango, malambo, zamba, zapateado: parole seducenti, danze vibranti che evocano terre lontane. Vivaci e incalzanti ritmi, punteggiati dalle calzature battenti dei ballerini, portano fino a noi lo spirito della più profonda e autentica anima argentina. I corpi cercano il ritmo, le mani e i piedi cercano il ritmo; per raccontare la loro origine e la loro storia, in una grande "Fiesta" dai mille colori. Con musiche dal vivo e una compagnia di danzatori spettacolari e carismatici. Uno spettacolo potente e mozzafiato. Andate a teatro con una la promozione particolare della Lampadina.
E IN APRILE
Nell'ambito del Festival Internazionale della Danza 2015 dell'Accademia Filarmonica Romana e del Teatro Olimpico, appuntamento nei giorni 1 e 2 aprile 2015 con Mvula Sungani Company e Marlene Kuntz Live - Il Vestito di Marlene. Novità assoluta di questo progetto è l'incontro tra la danza e il rock, entrambi presenti dal vivo nella loro forma originale. Due anime che si alternano nel ruolo di musa e cantore, di modella e sarto, alcove di un'anima comune. Il filo conduttore dello spettacolo è la figura femminile in tutti i molteplici aspetti che la contraddistinguono. Figura alla quale spesso non si rende adeguata giustizia, ma che altrettanto spesso si impone quale fonte di ispirazione. Protagonista assoluta dell'arte, trova una delle sue migliori rappresentazioni nella danza e nella musica.
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MOSTRE Bruxelles Art Brussels, la Fiera d'arte contemporanea di Bruxelles raduna, come ogni anno, una grande quantità di gallerie da tutto il mondo (191) e sono ben due mila gli artisti rappresentati. La fiera si divide in quatro sezioni: prime, young, discovery e solo. Perché citare questa fiera? La fiera risponde bene a un interessante collezionismo e si conferma come "fiera della scoperta". Importante gallerie italiane vi partecipano come Continua, Massimo Minini, Tucci Russo e Lia Rumma. Da Roma: Marie Laure Fleish. Il collezionismo belga è informato, preparatissimo, curioso e compra! Non è legato al brand ad ogni costo ed è molto aperto al lavoro dei giovani artisti che colleziona con grande entusiasmo. Perché non organizzare un week end a Bruxelles in quel occasione? Dal 25 al 27 aprile
Roma Ecco alcune mostre sicuramente molto documentate sui muri della Città, ma da non perdere.
Scuderia del Quirinale, "Matisse arabesque" curata da Ester Coen Nelle sale delle Scuderie del Quirinale sono esposte, in occasione della mostra "arabesque", centinaio di opere tra dipinti, disegni e costumi teatrali. E' stato illustrato l'intero processo creativo del pittore francese Henri Matisse affascinato dall'Oriente che gli ispirava, con i suoi colori, le sue tradizioni culturale, una grande libertà formale. "La preziosità o gli arabeschi non sovraccaricano mai i miei disegni, perché quei preziosismi e quegli arabeschi fanno parte della mia orchestrazione del quadro." La curatrice, Ester Coen, è riuscita, in questa mostra, ad ottenere prestiti dai maggiori musei mondiali e rendere nel migliore dei modi una completa immagine della modernità del linguaggio del grande pittore. Fino al 21 giugno 2015.
Complesso del Vittoriano: "Giorgio Morandi 1890-1964" curata da Maria Cristina Bandera. La mostra del Vittoriano ripercorre l'itinerario creativo dell'artista emiliano con 150 tra dipinti a olio, disegni, acquerelli e incisioni. "Dipingo e incido paesi e nature morte"- scrisse Morandi. Artista schivo e riservato, dipinse tutta la vita ciotole, bottiglie, vasi, conchiglie, fiori e paesaggi che diventarono gli elementi distintivi delle sue tele. Le opere, disposte secondo un criterio cronologico e tematico fanno capire, attraverso gli anni del suo percorso artistico, i piccoli e costanti mutamenti che illustrano così bene il suo mondo poetico. Sono esposte tra l'altro, incisioni rare, con vicine le matrici in rame, messe a disposizione dall'Istituto Nazionale per la grafica, che permettono di apprezzare il suo grande talento da incisore. Fino al 21 giugno 2015
Museo dell'Ara Pacis: esposizione universale di Roma. Una città nuova dal fascismo agli anni Sessanta, curata da Vittorio Vidotto. La mostra riprende l'interessante storia urbanistica dell'Eur con filmati, numerosi documenti e progetti e una ricca documentazione fotografica risalente al periodo tra il 1942 e il 1960, dal progetto interrotto del E42 all'anno dei giochi olimpionici di Roma.
La documentazione è stata prestata dall'Istituto Luce e dall'Archivio Centrale dello Stato. Dal 12 marzo al 14 giugno.
Palazzo del Quirinale: "Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino". Notevole lo sguardo sugli arazzi riuniti per la prima volta in un'unica mostra nel Salone dei Corazziere del Palazzo del Quirinale. Sono esposti 20 arazzi con le Storie di Giuseppe commissionati da Cosimo I de' Medici tra il 1545 e il 1553 per la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Gli arazzi furono realizzati da maestri arazzieri fiamminghi sui cartoni preparati dai maggiori artisti del tempo; Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati. Fino al 12 aprile.
Un po' di gallerie! Gagosian: Avedon: Beyond beauty. Negli spazi della Galleria Gagosian, una retrospettiva che riprende una grande parte delle fotografie di moda in bianco e nero realizzate dal grande fotografo americano dalla metà degli anni '40 in poi. Dai ritratti di fine anni Cinquanta a Coco Chanel e Jacqueline Kennedy, fino a immagini più recenti, come i servizi di moda realizzati per riviste come Vogue e Rolling Stone. Fotografie dove sfida i cannoni della bellezza convenzionale di donne famose o no ritratte in movimento, provocandole, per restituire loro personalità ed esuberanza. Fino all'11 aprile. Le mostre sono a cura di Marguerite de Merode le potete trovare qui
PENSIERO LATERALE: SOLO DA DIECI IN SU
Una compagnia assicurativa giapponese ha diversi uffici in varie città del mondo ma li cerca solo in prestigiosi edifici e, cosa strana, solo dal decimo piano in su. In questi giorni stanno cercando degli spazi anche a Milano, in uno dei grattacieli della città. Ne hanno trovato uno all’ottavo piano ma non è di loro gradimento e ribadiscono all’incaricato che accettano proposte solo dal decimo piano in su. Ma quale potrebbe essere la ragione di questa strana richiesta?
L'avete capito o immaginato? Controllate qui! |
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