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Lunedi, 2 novembre 2015

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:

La Lampadina - n. 42
Novembre 2015

E' arrivato l'autunno e le attività fervono! Ci sono mostre da seguire con visite guidate come quella a palazzo Altemps, e film da vedere "da un altro punto di osservazione", come "The martian". Possiamo leggere il resoconto di una Biennale veneziana appena finita e assai particolare, e poi immergerci nelle acque che hanno visto la nascita di Venere e del suo mito, o ancora cercare la possibilità di sfuggire alle regole subdole della comunicazione per sapere se il petrolio finirà oppure no...


COMUNICAZIONE: La Finestra di Overton
Ancora una volta, non è facile pensare con la nostra testa

Articolo di  Beppe Zezza

Già altre volte sulla nostra newsletter ho affrontato la questione della “manipolazione del consenso”.

Sono così geloso della mia identità che l’idea di poter essere manovrato a mia insaputa mi inquieta.

Avete mai sentito nominare la “finestra di Overton”? Probabilmente no. Overton era un Vice President del Mackinac Center for Public Policy, un think tank (grosso modo un istituto di ricerca) sulle politiche pubbliche. Morto giovanissimo, a soli 43 anni, in un incidente aereo, è noto per la teoria della “Finestra” che da lui prende nome, apparsa postuma. Overton ha descritto il processo di evoluzione delle idee, distinguendo sei fasi:

  • Impensabili (inaccettabile, vietato);
  • Radicali (vietato, ma con delle eccezioni);
  • Accettabili;
  • Sensate (razionali);
  • Diffuse (socialmente accettabili);
  • Legalizzate (consacrazione nella politica statale).

Qualunque idea, originariamente estranea al pensiero comune può essere fatta accettare  dalla società percorrendo gradualmente le varie fasi del processo di evoluzione.

La tecnologia di manipolazione della coscienza della società consiste nello spostare l’accettazione dell’idea verso il margine di ciascuna fase.

Il famoso regista russo Nikita Michalkov – noto in Italia soprattutto per il film “Oci Ciornie” che valse a Mastroianni il premio al Festival di Cannes del  1987 – in una puntata del suo video blog Besogon.tv ha provocatoriamente proposto lo schema di questo processo applicandolo a un qualcosa che è attualmente impensabile: il cannibalismo.

Fase 1 (unthinkable): il cannibalismo è inaccettabile. Non se ne parla e non si ammette in nessun caso.

Fase 2 (Radical): Si comincia a far circolare l’idea che la proibizione del cannibalismo sia un “tabù”. Se ne discute in circoli ristretti dove “scienziati (antropologi, psicologi, nutrizionisti)” ne discettano. Si organizza qualche convegno. Si costituiscono associazioni più o meno segrete di “cannibali” (ad es. Associazione di Liberi Cannibali).

Fase 3 (Acceptable): Si comincia a parlare del fenomeno nei media, giornali e televisione, ma operando dei “distinguo”. (A questo punto il tabù è già infranto). Si coniano nuovi vocaboli meno urtanti che rendano meno indigesto il concetto: non si parlerà più di cannibalismo o antropofagia ma di “antropofilia”. Si metteranno in evidenza precedenti storici.

Fase 4 (Sensible): qualche studioso lancerà l’ipotesi che il desiderio di mangiare carne umana dipenda da predisposizioni genetiche; altri sosterranno che in caso di eventi eccezionali,  come carestie, il nutrirsi di carne umana non sia solo legittimo ma corretto. Si inizierà a dialogare su quali siano le circostanze eccezionali nelle quale sia accettabile nutrirsi di carne umana.

Fase 5 (Popular): l’argomento diventa oggetto di talk show, compare nel cinema, negli spot pubblicitari. A fronte degli “antropofili” si creerà la categoria degli antropofobi. Qualche personaggio famoso farà “coming out”. Il tema conquisterà le prime pagine, se ne discuterà pubblicamente. L’origine dell’“antropofilia” essendo ignota non potrà essere considerata una colpa. Il dibattito acquisterà una dimensione politica.

Fase 6 (Policy): sorgono gruppi di pressione che promuovono il cannibalismo con lo slogan: “non si deve vietare l’antropofilia”. Il cibarsi di carne umana viene “depenalizzato”. Coloro che si oppongono vengono socialmente stigmatizzati accusandoli di “fobia”, di “intolleranza”, di “arretratezza culturale” Nelle scuole si comincia ad insegnare che accanto ai vegetariani, ai vegani, agli onnivori, ci sono, a pieno titolo, anche gli antropofili.

Il processo è concluso, l’idea da inaccettabile è entrata nel pensare comune.

Il “cannibalismo” è un caso ipotetico, ma guardiamoci intorno e facciamo un’esercitazione.

Quante delle “idee” che oggi sono bagaglio del pensare comune cinquanta o sessant’anni fa erano impensabili? Se ne ripercorriamone lo sviluppo riscontreremo che hanno seguito e completato l’intero percorso.

Quante altre idee sono invece ancora in una fase intermedia?

E’ possibile difendersi dalle manipolazioni?  Difficile, se non impossibile.

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ABBIAMO OSPITI - CULTURA: il mare nelle vene: la nascita di Afrodite
Poesia e scienza nelle righe che descrivono la nascita di una dea
Articolo di Elvira Coppola Amabile, Associazione Marevivo  - Autore Ospite de La Lampadina

Lo sapete che la composizione del nostro sangue è molto simile a quella dell’acqua del mare della quale contiene tutti gli elementi costitutivi. Non è straordinario?

Ma la cosa più straordinaria è che mentre il mito e le leggende sanno di questa realtà scientifica da sempre, i nostri scienziati si sono impadroniti di questa conoscenza sola da qualche decennio.

Tutti i popoli del mondo narrano che dal mare hanno avuto origine tutte le creature e tutte le cose. Del resto anche nelle ricerche sullo spazio gli scienziati cercano sempre di capire se c’è acqua nei pianeti per dedurre se c’è qualche forma di vita. L’ultima di pochi mesi fa è che su Marte ci sarebbe acqua salata.

Sotto una spinta di forze ignote e ancora indecifrabili per noi, negli abissi oceanici circa cinque miliardi di anni fa, le molecole primordiali si organizzavano per riprodursi. Così nasceva la vita.
Navigando tra storie e leggende di tutti i popoli della terra vediamo sempre venire dalle profondità marine creature come pesci e anfibi che si spingono sulla terra mutando per viverci.

I miti greci narrano della nascita di Afrodite formulando innumerevoli versioni che si adattano via via alle fantasie e alle realtà dei luoghi d’origine, come se “..l’uomo facesse Dio a sua immagine e somiglianza.”.

Questo solo per parafrasare l’inizio della Genesi della nostra religione tradizionale.

I miti dell’antica Grecia e in seguito quelli dell’antica Roma, ci seguono da secoli. Puntualmente ci riferiamo ad essi nella quotidianità del nostro linguaggio per dire ad esempio di una bella donna: una Venere. Definiamo spesso Giunonica una signora prosperosa. Una fanciulla fiera,  sportiva, amante della natura viene descritta come una “Diana cacciatrice”. Mentre un Satiro è un uomo licenzioso. Un bel giovanotto è un Adone e uno molto forte è un Ercole.

Potrei continuare a lungo, ma è chiaro il concetto. Fa parte del nostro bagaglio culturale attingere quasi inconsapevolmente, a questi antichi e fantastici miti per definire un atteggiamento comportamentale o una caratteristica fisica.

Non voglio dilungarmi sull’uso della mitologia che le vecchie e le nuove scuole di psicoanalisi fanno per spiegare vizi, passioni, crimini. Per non parlare delle innumerevoli raffigurazioni artistiche.

Il mito ci segue. Il mito siamo noi. L’acqua del mare ci scorre nelle vene e con essa la memoria ancestrale del Caos dal quale proveniamo.

Ebbene tra le tante versioni sulla nascita di Afrodite o Venere, la più intrigante, quella che più mi ha coinvolto anche emotivamente mi è sembrata questa che ora vi racconto.

“In principio era il Caos. I Caos era tutto e nulla. Solido e liquido. Luce e tenebra. Fuoco e ghiaccio. Pieno e vuoto. Il miscuglio da cui ebbe origine ogni cosa.

E venne Gea, la Terra.

E partorì Urano, il Dio delle Acque, colui che circonda.

Urano si unì a Gea sua madre e la fecondò. Così nacquero i Titani e i Ciclopi e i Giganti dalle cento braccia.

Ma Urano temeva che i figli gli togliessero il potere sull’Universo.

Allora li rapì alla madre e li nascose nel ventre stesso di lei Gea.

E così fece ogni volta che nascevano nuovi figli.

Li prendeva e li ricacciava nelle viscere della Terra costringendoli a vivere nelle tenebre.

Gea penso lungamente a come fare per liberare i suoi figli.

Trovò un minerale nelle sue montagne che chiamò ferro e lo estrasse da se stessa. Dentro trovò anche il fuoco per forgiarlo. E lo forgiò allora a forma di falce tagliente.

Riunì quindi i suoi figli spiegando loro cosa fare per sottrarsi alla tirannia del padre Urano.

I figli pur volendo vendicarsi si rifiutarono. Soltanto Cronos accettò.

Era nel ventre della madre armato della falce tagliente. Attese pazientemente che il padre, ignaro dell’agguato, si accostasse alla sposa cercando l’amplesso e, quando stava per penetrarla, lo evirò.

Urano urlò di dolore, ma il figlio aveva gettato nell’oceano i suoi organi genitali.

Il Fato si era compiuto e il mare accolse tra i flutti la virilità di Urano.

Doveva essere un giorno bellissimo e le onde cullavano e inghiottivano. Trascinavano negli abissi e lasciavano riemergere.
Cullavano e avviluppavano. Cullavano e lenivano. La spuma amorevole magica miracolosa e leggera compiva il miracolo.

Lentamente le onde modellavano. Lentamente il sole scaldava. La trasfigurazione si compiva. Lentamente chiome lunghe e bionde si materializzavano fluttuanti come alghe chete.

Membra levigate, pelle soffice vellutata color di luna. Tiziano, "Venere allo specchio"
Seni e labbra dolci, denti perlacei.

Ventre e fianchi, miracolo di seducenti movenze si dispiegavano levandosi dai flutti.

Dagli abissi del mare. Dalla spuma delle onde, nasceva Afrodite, la Dea dell’Amore.

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ATTUALITA’: Ma dove va il petrolio?
A cosa sono dovute le fluttuazioni del petrolio: speculazione, surplus, cartelli
Articolo di Carlo Verga

Lo shale oil è stata una rivoluzione nel mondo del petrolio, tale da far entrare  gli Stati tra il club dei maggiori paesi produttori mondiali con tutti quei vantaggi finanziari che questo comporta..

Quest’anno, però, è successo qualcosa di improvviso e particolare. Il prezzo del petrolio è sceso da 100/110 dollari al barile ad un valore tra 45 e 55 dollari che è all’incirca il costo di produzione dello stesso shale oil; valore questo considerato limite e sotto il quale, questo nuovo sistema di produzione, non sarebbe conveniente.

Il ridimensionamento del prezzo, ha causato un forte scompenso sul mercato, positivo per molti settori industriali e per le famiglie per un minor costo della benzina, elettricità, riscaldamento ma portando vicino al disastro finanziario alcuni paesi, investitori, industrie, banche che avevano scommesso sulla tenuta del prezzo e sui margini, previsti. Ancora nessuno sa cosa potrà poi succedere a fine anno, quando gli istituti di credito dovranno rivedere le regole per i finanziamenti accordati ai produttori di shale oil, le regole potrebbero essere più stringenti considerato che il calo del petrolio ha diminuito anche il valore delle scorte offerte come garanzia.

Ma cosa ha generato questa situazione?

L’OPEC (organization of Petroleum Exporting Countries) riunisce I maggiori produttori di petrolio arabi, paesi dove il costo di estrazione si aggira dai 5 ai 10 dollari al barile. L’OPEC agisce come un cartello sul prezzo del petrolio” quindi sono loro che decidono del mercato. Nel passato intervenivano variando la quantità di produzione e calmierando i prezzi. Quest’anno, l’offerta era buona, per un minor consumo dovuto a varie crisi, fonti energetiche alternative, lo shale oil, l’Iran etc e l’Opec, che in altri momenti sarebbe intervenuta con una riduzione di produzione ha deciso, invece, di non intervenire continuando a produrre volumi standard, provocando così un eccesso di offerta e la caduta del prezzo.

Come prima ipotesi sembra che l’OPEC voglia mettere fuori del mercato chi non fa parte all’organizzazione, cioè tutte quelle società nate recentemente e di dimensioni limitate che operano proprio nel mercato dello shale oil.  A loro dire, i nuovi operatori utilizzano tecnologie innovative e operano a margini di ricavo contenuti rispetto alle grandi compagnie provocando con i loro prezzi forti oscillazioni, con una forte instabilità sul mercato. Altre ipotesi riguardano una qualche penalizzazione per paesi come la Russia e gli Stati Uniti.

Ma, perché portare alcuni Paesi, vedi il Venezuela e alcuni africani che indebitati fortemente con le garanzie del petrolio, sono sull’orlo del baratro finanziario e non optare magari per una riduzione lenta e progressiva con il vantaggio dei più?

Questa situazione quanto potrà durare?

Le riserve secondo L'OpecLe previsioni future, sono, per un costante aumento dei consumi di petrolio, e nonostante le fonti energetiche alternative. Secondo le cifre fornite da British Petroil nel giro di 15 anni si dovrà considerare un aumento del 36% delle richieste di energia a causa degli standard di vita più elevati a cui avranno accesso oltre 1,3 miliardi di persone in più rispetto ad oggi. Fattori come il miglioramento delle condizioni di vita nei paesi non Ocse (i paesi che saranno i maggiori beneficiari), aumenti salariali ma anche l’introduzione di nuove tecnologie come le pompe idrauliche per l’agricoltura (ricordiamo che le future emergenze idriche per la scarsità d’acqua saranno sempre più concrete), porteranno alla necessità di fornire energia a un numero sempre maggiore di persone…. e ai costi indicati chi può fare meglio del petrolio?

Del petrolio, sembra poi ce ne sia a sufficienza per molti anni ancora.

La Rice University ci dice che almeno  4mila miliardi di barili sono disponibili dal solo sottosuolo statunitense, A questo si aggiungano le clamorose scoperte dei nuovi giacimenti in diverse aree geografiche (Africa subsahariana, Indocina, Artico) cui la stessa Eni ha partecipato.

Ma che dire? Credo dovremmo continuare  a vivere con forti oscillazioni di questa materia prima e a seconda della forza e degli umori delle varie potenze coinvolte.

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ARTE: La Biennale di Venezia 2015
Una Biennale per certi versi cupa e di grande attualità.
Articolo di Marguerite de Merode Pratesi

Quest’anno la cinquantaseiesima edizione della Biennale di Venezia con il titolo “All the world’s futures”, è curata per la prima volta da un curatore africano, il nigeriano Okwui Enwezor. Non è certo una Biennale facile.

Dai primi passi dalla mostra ai Giardini, Enwezor ci fa precipitare nell’inquietudine del nostro tempo e affrontare, nei vari percorsi da lui curati, diverse questioni lasciate aperte dalla Storia. Un curatore che si richiama a Marx e Walter Benjamin per parlare delle minoranza, dei problemi risolti e non risolti, e spalanca con forza le porte su di un futuro certo non roseo. Ci propone un arte che provoca ma che dimostra quanto sappia precorrere i tempi e affrontare i temi più delicati del nostro mondo.

Il curatore nigeriano ha invitato in Laguna centotrentasei artisti da cinquantatré paesi diversi (con una particolare attenzione per l’Africa), mescolando artisti affermati con talenti emergenti e “rendendo omaggio agli autori e autrici ritenuti capisaldi della cultura globale” (Bruce Nauman, Walker Evans, Hans Haacke, Fabio Mauri, Marlene Dumas, Pino Pascali, George Baseliz, Robert Smithson…). Per capire come interpretare lo sguardo severo, spesso di grande freddezza del curatore che certo non fa alcuna concessione ad altro che al suo pensiero, la Lampadina ha deciso di organizzare un viaggio a Venezia e ha chiesto a Ludovico Pratesi di portarci “per mano” nella difficile interpretazione della visione di Enzewor.

Il viaggio è stato inaugurato con una sua conferenza a Roma pochi giorni prima dellaVilla Giulia in uno schizzo di Marguerite de Merode partenza che riuniva i partecipanti e pochi amici collezionisti. Per l’occasione, Carlotta Staderini Chiatante, una delle “Colonne” della Lampadina, ci ha ospitato a Villa Giulia, la charmosa casa di famiglia i cui spazi interni sono stati restaurati da poco proprio per renderli adatti alla organizzazione di eventi.

Arrivati a Venezia, con la grande emozione che suscita sempre la città, il primo appuntamento del nostro denso programma ci porta a scoprire il quartiere del Ghetto con visita a tre delle sue cinque sinagoghe.

Lo sapevate che la parola ghetto di triste memoria viene utilizzata a partire dall’inizio del sedicesimo secolo e deriva dal veneziano “ghèto”, cioè fonderia dove si “gettava” il metallo? Il termine verrà usato per designare il quartiere delle fonderie a Venezia, dove si stabiliranno gli ebrei e, in seguito usato per definire il loro luogo di segregazione. Per concludere le visite del primo giorno ci siamo tutti riuniti alla Ca’ d’Oro e poi in albergo per prepararci per una incredibile serata. In uno dei più antichi Palazzi che si affaccia sul canal Grande, Palazzo Rocca Contarini, Francesca Vattani Rocca ha regalato dalla specola in cima al Palazzo, la notevole vista sulla città, un simpatico aperitivo nella sua bella casa e una cena indimenticabile al piano nobile con affaccio sul canale dandoci un autentico accenno ai fasti antichi della città.

La grande disponibilità di Francesca Vattani ci permetterà di visitare Palazzo Barbaro Curtis e la sala da musica al primo piano, con gli stucchi di Abbondio Stazio e i dipinti di Piazzetta e del Ricci e nella stessa sede, in occasione della Biennale, i lavori di artisti dell’Azerbaijan.

Non si poteva mancare una visita al nuovo allestimento dell’arredatore-antiquario-gallerista, il belga Axel Vervoort, mondialmente noto, che da vari anni durante la Biennale, prende gli spazi di Palazzo Fortuny e li trasforma in un’autentica “wunderkamer”. Attualmente con il tema “PROPORTIO”, Vervoort ci trasporta in un universo che “esplora l’onnipresenza delle proporzioni universali nell’arte, nella scienza, nella filosofia, nella musica e nell’architettura”.

Il tema della nostra visita a Venezia è comunque la Biennale 2015 e dai primi passi nella mostra distribuita tra i Giardini e le Corderie dell’Arsenale si viene sopraffatti da un susseguirsi, di opere in opere, di forti emozioni.

Sicuramente la mostra è una delle più politicizzate mai viste dall’inizio della storia della Biennale cominciata nel lontano 1895. Ensewor rivendica dalla prima opera sulla facciata dell’ex Padiglione Italia con il neon “Blues Blood Bruise” di Glenn Ligon e le bandiere nere appese di Oscar Murillo, la capacità dell’arte di rispondere perfettamente a molte domande globalmente attuali, con tutti mezzi di cui dispone su temi di scottante attualità.

“La domanda principale posta dall’esposizione è la seguente: in che modo artisti, filosofi, scrittori, compositori, coreografi, cantanti e musicisti, attraverso immagini, oggetti, parole, movimenti, azioni, testi e suoni, possono sintonizzarsi con un pubblico capace di ascoltare, reagire, farsi coinvolgere e parlare, allo scopo di dare un senso agli sconvolgimenti di quest’epoca?”

Enwezor introduce una novità nello spazio centrale della mostra: l’Arena, dove si svolgeranno, per tutta la durata della mostra, un susseguirsi di performance e la lettura del Capitale di Marx diverse ore al giorno. Molti i padiglioni nazionali da vedere, non tutti in tema con il soggetto indicato dal curatore. Per citarne alcuni presenti nei Giardini: il sorprendente Padiglione della Gran Bretagna con una datata provocazione di Sarah Lucas, un ecologico Padiglione Olandese, un avvolgente e elegante Padiglione Giapponese, uno spoglio ma convincente padiglione Austriaco, un realistico Padiglione Greco, un avveniristico Padiglione Coreano, un drammatico Padiglione Norvegese, un sottile Padiglione Svizzero e un confuso Padiglione Italiano curato da Vincenzo Trione. Ma la lista è lunga e lo spazio per parlarne poco..

Per concludere la nostra visita a questa particolare Biennale, cito le parole di Pepi Marchetti Franchi, della galleria Gagosian di Roma: «La partecipazione di nuovi paesi apre nuove frontiere dell'arte. Alla pluralità già sicuramente espressa nella mostra di Enwezor, si aggiungono la diversità delle presenze nazionali e la possibilità di scoprire nuovi scenari politici attraverso un evento concentrato sulla diversità di filtri e di prospettive: l'arte come elemento politico e passionale di comunicazione».

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ABBIAMO OSPITI-CINEMA: il film “The Martian” visto da un ingegnere aerospaziale.
Una visione diversa e più precisa per un film non troppo fantascientifico.
Articolo di Giancarlo Ruggeri - Autore Ospite de La Lampadina

Chissà se Daniel Defoe, scrivendo il romanzo Robinson Crusoe (tratto dalla vera storia del il marinaio Alexander Selkirk, che visse per quattro anni e quattro mesi dall’ottobre del 1704 al 2 febbraio 1709, su un'isola deserta dell'America Meridionale, facente parte dell'arcipelago Juan Fernández) avrebbe immaginato che  il suo scritto avrebbe ispirato il film Cast Away (R. Zemeckis, 2000, con Tom Hanks); Gravity (A. Cuaròn, 2013) e l’ultimo “The Martian” (R. Scott, 2015), quest’ultimo tratto dal romanzo “The Martian”di Andy Weir. Per chi non avesse ancora visto il film, si tratta dell’astronauta Mark Watney (l’attore Matt Damon), in missione su Marte.

Egli, durante un’attività lavorativa di ricerca, viene sorpreso da una forte tempesta marziana, colpito da alcuni detriti e separato dai suoi compagni, che lo ritengono morto. Ma Watney non è morto. Ha inizio, così, una lotta per la sopravvivenza e per rendere noto al centro di controllo terrestre che egli è ancora vivo.

Un bel film, ben costruito e diretto, attraversato da una buona dose di suspence e di attenzione ai legami e ai sentimenti che ci avvincono al Pianeta ove siamo nati e che ci ospita.

Qualcosa, però, dev’essere segnalato dal punto di vista dell’impianto tecnico - scientifico del film. Esso, seppure generalmente corretto, presenta alcuni dubbi. Come su accennato, ad esempio, all’inizio del film l’astronauta viene sorpreso da una gigantesca tempesta di sabbia. Le tempeste sono, effettivamente, presenti e frequenti sulla superficie di Marte: oltre a presentarsi come tornado molto localizzati, alcune di esse possono ricoprire tutto il Pianeta da un intero velo di polvere, come già accaduto nel 2001.

Nonostante ciò, bisogna considerare che la pressione atmosferica, su Marte, è così bassa che se si verificasse una tale tempesta, l’uomo se ne accorgerebbe appena e sarebbero interessate solo delle polveri microscopiche. Da qui a crearne un dramma risulta un poco esagerato. Ancora, l’atmosfera marziana è così tenue (rarefatta) che la riparazione di un modulo fortemente danneggiato necessita molto di più di un nastro adesivo e di un grande foglio di plastica, seppure (s’immagina) di un certo spessore. Infatti, avendo all’esterno del modulo 6 hPa di pressione e all’interno di esso almeno 1000 hPa, normalmente tale foglio di plastica si disintegrerebbe.

Dal punto di vista della meccanica celeste potremmo fortunatamente dire : “ …siamo lontani dalle missioni su Marte…” e che, allorché l’équipe sorvola la Terra prima di ripartire verso Marte”…siamo in presenza di uno scenario da Apollo 13…”, ma del tutto verosimile sul piano balistico.

Il rendez-vous fra il vascello spaziale e il MAV (Mars Ascent Vehicle), quando, completata la missione in superficie e l’equipaggio avrebbe usato il MAV dalla superficie marziana, entrando nell’orbita di Marte per un rendez – vous con un ERV (Earth Return Vehicle) che, nell’occasione, trasporta Mark Watney, è molto ben fatto. Forse, un poco troppo “tirato”, ma, in effetti, nella “narrative” si insiste sulla difficoltà dell’operazione

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COSTUME: Dalle stelle alle...
Decadenza e rovina della sigaretta

Articolo di Lalli Theodoli

Alla Biennale. Storditi e sopraffatti da mille installazioni, pensieri, disegni, foto e filmati di un mondo che pare sia sopraffatto da dolori, guerre e guai. Se ne esce non allegri, con mille interrogativi, domande senza risposte, quesiti forse non risolvibili più o meno pesanti.

Ma anche con qualche perplessità.

Nel padiglione della Gran Bretagna: la sigaretta occupa un suo spazio.

Una volta accolta in tutti i più eleganti saloni, sui tavoli in file ordinate come piccoli soldati in preziose scatole d’argento. Offerta in preziosi porta sigarette d’oro con piccole gemme incastonate, D’annunzio ne ordinava con lettere a Buccellati, suo gioielliere amico per le sue fiamme.

Infilata in lunghissimi preziosi bocchini di avorio aggiungeva fascino alle bellissime e sofisticatissime che sbuffavano fumo con sublime eleganza tenendo il bocchino con mani guantate. Erano loro che aiutavano a suggerire gesti di gran seduzione. Piano piano passate in portasigarette di pelle, poi nulla: nude. Per nascondersi meglio. Basso profilo.

Di fatto.

I saloni che le accoglievano hanno chiuso loro la porta in faccia, vietate! Vietate nei cinema, nei ristoranti nei bar ed anche all’aperto. Relegate in angoli bui e brutti per i fumatori. Con un cartello che le demonizza, che avvisa: attenzione sono qui.

Hanno imparato a nascondersi dietro le porte, a emergere di nascosto sui balconi. Hanno imparato a ricevere gesti di fastidio, di orrore.

Si, lo sappiamo: il fumo fa male. Nuoce a noi. Nuoce a chi ci sta vicino. Ai nascituri. Se non ha diritto ad esistere  in nessun luogo Non si può però collocare in quello spazio Questa volta la difendo! Povera sigaretta!

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi,  Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa milleottocento persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
Per informazioni scrivere a info@lalampadina.net

SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA VEDERE: "NOA: The best of Noa” lunedì 9 novembre - ore 21.00, Teatro Brancaccio – Via Merulana, 244 Roma. Iole Cisnetto e la Fondazione InSé Onlus organizzano il concerto di beneficenza di Noa, che come l'anno scorso si è messa a disposizone per aiutare questa Fondazione.
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Per Isabella: da non perdere

DA VISITARE:  "ARTE FIERA 2016", Bologna ,  29 gennaio - 1 febbraio 2016.
Si svolgerà nella vivace città emiliana la quarantesima edizione della Fiera di arte contemporanea ormai. La Lampadina ci andrà...
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Marguerite


Tutti i nostri suggerimenti sono qui

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GLI APPUNTAMENTI DELLA LAMPADINA

A Palazzo Altemps "La Forza delle Rovine"
Giovedi' 26 novembre alle ore 17.30
Visita della mostra
con la guida del Professor Marcello Barbanera.

Si è inaugurata il 7 ottobre e durerà fino a fine gennaio al Museo Nazionale Romano a Palazzo Altemps di Roma, la mostra, curata dal professore di storia dell'arte alla Sapienza, Marcello Barbanera, sulle Rovine moderne e contemporanee.

Un'opera in mostra

Dopo l'orrore della guerra, sono innumerevoli gli artisti che scelgono le rovine come soggetto delle loro opere, espressioni della follia umana o risultato di un evento.
Immagine della conferenza su Capri
Se siete interessati, prenotatevi qui scrivendo a
eventi@lalampadina.net

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A TEATRO CON
LA LAMPADINA
Logo Olimpico

La stagione autunnale dell'Olimpico continua con la Carmen di Bizet secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio

Una scena della Carmen

Fra compagnie di gitani e allegri soldati che fingono di mantenere l'ordine, un Don José dai ritmi brasiliani se la vedrà con un Escamillo dalle melodie arabe per amore di una stravagante Carmen innamorata della libertà.

Leggi la promozione dello spettacolo per i giorni 3, 4 e 5 novembre.

La promozione per la lampadina

 FLASH NEWS!
Un po' qua, un po' là...

Grande Sorella Cina. Asia News comunica  a Pechino è stata installata una rete di telecamere (Tian Wang, Rete del Cielo), che tiene sotto controllo l'intero territorio della città nonostante la sua vastissima estensione.
È' questo il futuro per le nostre città?
Telecamere a go go C'è da rallegrarsene o da essere intimoriti
per la progressiva perdita di libertà individuale?
Quando eravamo bambini la mamma ci diceva che non dovevamo fare cattiverie perché in ogni caso Dio ci vedeva, oggi, in epoca di secolarizzazione, il detto si è aggiornato: non fare cattiverie perché lo Stato ti vede.
BZ

*

Sporcarsi fa bene alla salute! Una nota molto apprezzata dai nostri nipotini e figlioletti: sporcarsi fa bene alla salute!  Sembra Sporcarsi fa beneche i bambini che vivono nelle fattorie tra sporco, polvere e contatto con la terra si ammalano meno (asma e malattie respiratorie).
Sembra infatti che la endotossina nelle fattorie sia un elemento protettivo. L’articolo del New York Times conclude affermando che giocando e sporcandosi con la terra  almeno qualche volta dovrebbe far bene!
CV

*

Il mistero del geniale Nakamoto! Nakamoto è stato l' inventore del Bitcoin (valore 250 milioni di usd) che ha dato vita alla moneta informatica.
Per quanto sia stato fatto per trovarlo, è assolutamente irreperibile. Chi è Nakamoto?Non se ne conosce
nazionalità, se sia uomo o donna, o se, Nakamoto sia un nome di gruppo.
Sono state fatte le ricerche sull’inglese e sulle espressioni idiomatiche da Lui usate; si sono perfino analizzati gli orari dei suoi interventi per capire in quale parte del globo vivesse.
Da tutte queste prove, solo indiziarie, sembrerebbe che sia qualcuno che vive nelle Americhe ma dove? Di Lui si conoscono solo le sue opere, la pubblicazione del protocollo Bitcoin “Chryphtography Mailing List” e i gli interventi per migliorare  il software “open source”. Il mistero continua...
CV

*

Scoperta la Rampa Imperiale. Roma è stata appena aperta al pubblico la Rampa Imperiale di Domiziano che collega il foro con i palazzi imperiali.La rampa
La rampa, che conserva oggi quattro delle sette salite originale, fu edificata nella seconda metà del I secolo d. C. Serviva a collegare il cuore politico e amministrativo della città, con il Palazzo Imperiale, cioè il centro del potere.
Fu scoperta da Giacomo Bondi nel 1900 in una larga campagna di scavi.
I lavori di recupero, iniziati nel 2009, si sono appena conclusi dopo numerose indagini archeologiche e un lungo intervento architettonico e di restauro.
MdM

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Maghi  indovini e guaritori.Maghi e indovini
Sapete quale è il giro di affari di questo settore in  Italia? 4,5 miliardi di euro !!!
E sono oltre 30.000 gli italiani che si rivolgono ogni giorni a questi ipotetici “supporters” della nostra vita.
Sono in totale poco sopra i 150 mila, la più parte stranieri, 120 mila, donne poco meno del 50%.
I loro poteri, spiegano, provengono da Dio (56%), dalla natura (10%), da forze misteriose (20%),  dalla psiche (7%).
CV

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Nuova destinazione per il Palazzo della Civiltà Italiana. Noto anche come Colosseo Quadrato, era nato per essere il fulcro dell’Esposizione Universale del 1942.
Progettato nel 1937 da Giovanni Guerrini, Ernesto Bruno La Padula e Mario Romano, sotto la supervisione di Marcello Piacentini, venne inaugurato nel 1940.Il palazzo della Civiltà Italiana
Da ora e per i prossimi quindici anni Fendi (che fa parte del gruppo francese LVMH) lo prende in affitto e ne fa la sua unica sede romana.
Il primo piano sarà destinato a spazio espositivo aperto al pubblico gratuitamente, inaugurando con la mostra "Una Nuova Roma. L’Eur e il Palazzo della Civiltà Italiana," che vedrà opere dei principali protagonisti del Novecento accostate a oggetti di design e foto d’autore con l'intenzione di dare voce, in futuro, alle eccellenze italiane.
MdM

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Le formiche. Sono nel mondo tra 1 e 10 milioni di miliardi (mi chiedo come lo abbiano calcolato).
Sono molto Le formiche da mangiareapprezzate, Rene Redzepi, sembra tra i migliori cuochi al mondo, è autore di un piatto a base di formiche vive, che importa vive  e nutre con foglie di coriandolo. Sembra che le formiche abbiano un sapore simile al Camembert.
In Colombia si mangiano fritte e sono molto apprezzate per le loro virtù afrodisiache.
CV

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E bravo MAXXI! Il Museo del ventunesimo secolo il MAXXI si è appena aggiudicato due premi tra i 1500 concorrenti europei nel campo dell’innovazione tecnologica e della comunicazione web.
E’ l’International Il MAXXIAcademy of Digital Arts & Sciences (IADAS) ad assegnarli.
Vince il terzo posto dell’Annual Lovie Award come uno dei migliori progetti europei del web per quanto riguarda il suo sito.
E con i voti del pubblico online, arriva in testa alla classifica del People’s Lovie Award.
I premi saranno aggiudicati il 12 novembre al British Film Institute.
MdM

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Dov'è il centro di Roma?  E' nel Foro Romano, è segnato da un frammento marmoreo con palmette, Frammento del ceppo (Miliarum Aureum) fatto innalzare da Augusto per segnare il punto di Il Miliarum Aureumpartenza  ideale delle grandi strade consolari e la misura delle distanze dalle principali citta dell’impero, (un miglio romano equivale a circa 1480 mt).
CV


 LA LAMPADINA - LIBRI

Questo mese vi proponiamo il viaggio da un libro a un film, percorso che spesso si compie con risultati più o meno convincenti ma che questa volta pare si sia concluso in modo più che soddisfacente!


Carlotta Staderini Chiatante
ci propone:
Una passeggiata nel bosco
di Bill Bryson
Tea Avventure,
pagine 308

La copertina del libroDa qualche settimana è uscito a Londra un divertente film con Robert Redford, Nick Nolte e Emma Thompson. Si tratta di “Una passeggiata nel bosco” tratto dal libro di Bill Bryson, il notissimo “travel writer”, nato nell’Iowa, estremamente curioso del mondo e arguto.
Il film è previsto uscire nelle nostre sale dopo Natale.
Nel 1994, Bill Bryson fece un giro di un paio di settimane in Inghilterra e da questa esperienza  tirò fuori un libro di grandissimo successo:  “NOTE DA UN’ISOLETTA”.
Bill BrysonUn ritratto molto brillante, vivace e pungente dell’eccentrica Inghilterra.
La BBC sosterrà che è il libro che meglio rappresenta l’Inghilterra.
Due anni più tardi Bill Bryson scriverà “LA PASSEGGIATA NEL BOSCO” il racconto del trekking organizzato con il suo amico Katz sui monti Appalachi (Stati Uniti). Una storia vera quindi.
I due amici, sono decisamente velleitari e sprovveduti di fronte a quella che può definirsi “una impresa leggendaria”...

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Vi chiediamo di segnalarci le Vostre scelte:
le condivideremo in questo spazio, che rimanda al sito  per una lettura più ampia dei commenti Vostri e nostri a quei volumi che ci hanno per una qualche ragione interessato e spinto a scriverne.

 
MOSTRE

VENEZIA
Fondazione Cini: il serraglio delle meraviglie. Il mosaico romani di Lod.
Il mosaico, esposto nel centro espositivo Le sale del Convitto della Fondazione Cini, di sorprendente qualità sia iconografica che conservativa, costituisce il pannello centrale di un insieme rinvenuto nel 1996 nei pressi della città israeliana di Lod.
Risale al terzo secolo avanti Cristo, e rappresenta dettagliatamente mammiferi, uccelli, pesci, varietà di piante e di navi dell’epoca.Il mosaico di Lod

Dopo un tour internazionale e con un unica tappa in Italia all'isola di San Giorgio, il mosaico verrà definitivamente collocato nel 2016 nel Lod Mosaic Archaeological Center, in Israele  nel centro museale che lo ospiterà permanentemente.
Fino al 10 gennaio 2016


ROMA

Due mostre da non mancare assolutamente:

Palazzo delle Esposizioni: Una dolce vita? dal Liberty al design Italiano. 1900-1940. E' arrivata, dal Museo Dorsay di Parigi, Vittorio Zecchin, Le mille e una notte, 1914 circa. Parigiuna mostra da non perdere che celebra il design italiano dagli inizi del ’900 agli anni ’40.
Con più di cento opere che illustrano un periodo di grande fermento creativo si ripercorre la tradizione artistica e artigianale italiana, che si esprime con quella «creatività gioiosa, di una capacità inventiva senza limiti, ma soprattutto definisce un “carattere italiano” che ancora oggi ne contraddistingue il design, la moda e l'arte».

Fino al 17 gennaio 2016

Terme di Diocleziano: Henry Moore, curata da Chris Stephens e Davide Colombo. Considerato uno dei più importanti scultori del Novecento, Henry Moore è protagonista di una importante mostra con una raccolta di 75 opere tra sculture, disegni, acquerelli e stampe, che ne illustreranno perfettamente la storia, la sensibilità e il talento. Un'opera in mostra
Le sue grandi figure femminili stese entrano in un interessante dialogo con lo spazio così suggestivo delle Aule nelle antiche Terme di Diocleziano che valorizzano in modo unico i vuoti delle sue sculture "attraverso un dentro e fuori a dimostrazione che la materia può essere un tutt’uno con lo spazio" in un perfetto equilibrio tra passato e futuro.
Fino al 10 gennaio 2016

MACRO, Via Nizza: FOTOGRAFIA - Festival Internazionale di Roma XIV Edizione: IL PRESENTE.  Con la XIV edizione di FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma, il Macro affronterà il tema del Presente. Locandina della mostra
Quale migliore pratica, che quello della fotografia, per dare un'idea immediata del presente.
Un'arte che permette di osservare e definire il mondo che evolve con costante accelerazione.

Fino al 17 gennaio 2016


MACRO, Testaccio Pelanda: Alberto Di Fabio - CosmicaMente
curato da Laura Cherubini. L'artista, attraverso opere Un'opera di Di fabio in mostrapittoriche, installazioni e video arte, trasforma lo spazio del Museo in una grande scenografia in cui le sue opere creano, insieme, una visione cosmica. 
Di Fabio crea grande composizione astratte e gestuale evocative di un mondo legato sia all'astronomia che alla biologia.
Fino al 10 gennaio 2016


IL PALCOSCENICO
DE LA LAMPADINA

Manuela Kustermann

A novembre e dicembre, Manuela Kustermann ci consiglia due spettacoli:

UN MARITO IDEALE
12 -29 novembre
TEATRO VITTORIA con Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Pietro Bontempo
Regia di Roberto Valerio
Produzione Compagnia Orsini

NL41 - spettacoli - un marito idealeUna delle migliori commedie di Oscar Wilde dove la trama che affronta il tema della corruzione politica è affrontato con la intelligente leggerezza e causticità di Wilde.
Spettacolo godibilissimo che ho avuto il piacere di vedere due anni fa.
Per passare una serata piacevole e lasciarsi incantare dal genio di Oscar Wilde.
Leggi le note di regia.
Guarda il trailer

MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE
9 -20 Dicembre
TEATRO ARGENTINA, con Elio De Capitani, Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Federico Vanni, Andrea Germani, Gabriele Calindri
Regia: Elio De Capitani
Compagnia: Teatro dell’Elfo
Scena dallo spettacoloil capolavoro di Arthur Miller messo in scena e interpretato da un bravissimo Elio De Capitani.



PENSIERO LATERALE: Adamo ed Eva

Un sant’uomo muore e va in paradiso, arrivato là e bene accolto, è stupito nel vedere che tutti si aggirano in una completa e casta nudità.
Tutti poi sono al colmo del loro splendore ed con un'età intorno ai 20 anni. 
Curioso si guarda intorno per vedere qualcuno di sua conoscenza. All’improvviso si rende conto di avere di fronte a sé Adamo ed Eva.

Come fa il sant’uomo ad esserne cosi certo?

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