STORIA: gli Stati Uniti e i dubbi della Seconda Guerra Mondiale

L’ultimo libro di Ken Follett, “L’inverno del mondo”, è un romanzo che ha il pregio o difetto di portarci nei momenti, antecedenti alla dichiarazione dell’ultima guerra. Ci fa vivere l’ascesa di Hitler, i timori, le perplessità, le paure di quel periodo ma mostra anche quanto la perizia delle diplomazie riusciva ad ottenere da politici e industriali di altri Paesi.

Oggi non ci capacitiamo di come tanti ambienti potessero essere favorevoli a un’Europa nazi-fascista… forse la mancanza di Internet, di informazioni o anche, inizialmente, poca voglia di “sapere” da parte di tanti?

Sappiamo e con molti dubbi sull’argomento, come alcuni ambienti statunitensi e anche britannici fossero favorevoli a un nuovo regime europeo. Molti erano industriali ma quali i più attivi?

Torkild Rieber, immigrato norvegese in Usa, grande imprenditore, diventato numero uno della Texaco, in quell’epoca il maggior produttore mondiale di petrolio, forniva con regolarità petrolio e altri generi ai partiti nazionalisti in Spagna, questo nonostante Roosevelt lo avesse più volte avvertito di non farlo. Mr. Rieber spinto da emissari tedeschi arrivò al punto di proporre al governo degli Stati Uniti di sospendere le forniture di armi alla Gran Bretagna e rimanere fuori del conflitto. Proposta questa che fece andare su tutte le furie il presidente Roosevelt che gli intimò di non interessarsi della questione. Rieber fu costretto a dare le dimissioni dalla Texaco nell’agosto del 1940. “Time magazine” gli aveva dedicato una copertina il 4 maggio del 1936.

Mr Behn, CEO della ITT, sembra abbia organizzato il 26 giugno del 1940 una serata al Waldorf Astoria per la caduta della Francia. All’occasione erano anche presenti altre figure prominenti della migliore società imprenditoriale americana, Henry Ford e Edsel, James D. Moosey della General Motors, Ralph Strassurger, proprietario di una catena di giornali, Eberhard Faber della Eastman Kodak, e tanti altri.

Behn, assieme ad alcuni dirigenti della ITT., incontrò, Hitler la prima volta nell’agosto del 1933 a Berchender. Successivamente Behn venne indirizzato verso il circolo di Kappler e nominò il barone nazista Kurt von Schröder a rappresentare gli interessi della I.T.T. in Germania. Sembra che lo stesso Schröder sia stato l’uomo che trasferiva fondi della I.T.T. all’organizzazione delle SS. di Heinrich Himmler nel 1944, quando gli Stati uniti erano già entrati nel conflitto.

La ITT a mezzo della propria sussidiaria “The Lorenz Company”, deteneva in portafoglio il 25% della Focke-Wulf, il produttore Tedesco di aerei, tra quelli più di successo della Luftwaffe.

Tutto questo ci lascia molto da pensare e ragionando con il facile senno di poi, ci chiediamo come sia potuto accadere….. Certo Benedetto Croce, ci direbbe “entrate nel momento storico e nelle situazioni, capirete meglio”…., forse le notizie frammentarie artificialmente preparate che inneggiavano alla grandezza tedesca, gli interessi per far crescere le propria azienda ….la voglia di non sapere da parte dei politici?… Certo difficile da interpretare oggi.

Per approfondire, dato che molto è stato scritto da studiosi e storici (Sobel, Jacques R. Pauwels, Sutton, Higham) attingendo da documenti ufficiali dell’epoca, interessante è leggere, tra gli altri, gli scritti di Anthony Sutton.

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2 Commenti
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Beppe Zezza
28 Gennaio 2013 11:09

Wikipedia sotto la voce Opel MINIMIZZA il contributo fornito all’industria bellica tedesca dalla Opel.
Dove sta la verità?

Renzo
27 Gennaio 2013 10:59

Molte altre società americane come la G.M. possedevano filiali industriali in Germania che hanno continuato a produrre durante tutta la guerra anche merci di uso bellico e che hanno fruttato utili regolarmente depositati in banche svizzere. La G.M. in particolare era proprietaria della Opel che tra l’altro produceva il famoso camion leggero Opel Blitz