CURIOSITA’: Colombo, la regina Isabella, Peppiniello e la pizza Margherita.

Come la scoperta dell’America cambiò la cucina napoletana.

Cristoforo Colombo aveva promesso alla regina Isabella di Castiglia, che al ritorno dalla spedizione, sarebbe rientrato con le stive colme di tesori, oro, pietre preziose, spezie, sete, dalla cui vendita, non solo si sarebbero ripagate le spese della spedizione stessa, ma si sarebbero potute rimpinguare le casse dello Stato. Purtroppo durante questa prima traversata, la Santa Maria, urtando uno scoglio si inabissò.

Peppiniello, un marinaio napoletano imbarcato con Cristoforo Colombo si rivolse al suo comandante, dicendo:” Comandà, ma che scuorno! Voi, proprio voi, navigatore di tutti i mari e conoscitore di tutti i venti andate a perdere l’ammiraglia a’chussì! Gesùùù, dove andiamo a mettere la faccia!”

Il rientro fu mesto e non riportando i tesori promessi, furono accolti con poco entusiasmo dal popolo che aveva contribuito alle spese della spedizione. La regina Isabella che era stata molto impressionata dal giovane Cristoforo Colombo, dalla folta capigliatura, dal carattere irruente e dalla forte capacità persuasiva, gli prestò nuovamente ascolto benevolmente, lo scusò e ordinò che fosse allestita una seconda spedizione. Peppiniello, con il suo acume, sconsigliò a Cristoforo Colombo di far allestire 17 navi (numero universalmente riconosciuto iettatorio) ma insisteva per farne allestire 13, numero fortunato e consigliò all’Ammiraglio di prendere le dovute cautele in questo viaggio dopo la disavventura della prima spedizione. “Ammirà, dopo quello che ci è capitato occorre sostituire le polene con sembianze di sirene, con teste di toro con grandi e magnifiche corna attorcigliate; occorre imbarcare un gobbo su ogni nave…” e via così.

Salparono e come sappiamo a metà del viaggio il comandante in seconda, tale Pinzon, convinse Cristoforo Colombo a staccarsi dalla flotta e navigare per proprio conto: contava probabilmente di sbarcare per primo, poter battere Colombo e farsi tributare tutti gli onori. Peppiniello mormorò:” Comandà non vi fidate, non state a sentire a ‘stu fetente….”

Comunque, alla fine, con non poche traversie Colombo arrivò nel nuovo mondo!

Cristoforo Colombo fu il primo a navigare in mare aperto e va detto che tutto ciò che è stato scoperto da allora è dovuto a lui. Franco Pizzarro, Fernando Cortez, Vasco de Gama, Amerigo Vespucci, tutti questi navigatori non hanno fatto altro che seguire la via indicata da Colombo.

Le scoperte botaniche e le importazioni effettuate in Europa dai primi viaggi di Colombo (pomodori, peperoni, paprica, fagioli e fagiolini, mais zucchero, cacao) costituirono una vera rivoluzione nella gastronomia dell’epoca in particolare per i napoletani che considerano Colombo il vero padre della loro cucina. Tuttavia all’inizio, il pomodoro non piacque troppo agli europei, infatti fu considerata una pianta velenosa, poi pianta medicinale, persino pianta afrodisiaca(i genovesi lo chiameranno pomo d’amore). In seguito lo si usò come salsa. La coltivazione del pomodoro si sviluppò nel 1750, proprio in concomitanza con l’inizio della produzione della pasta per mezzo del torchio dei pastai, detto “’ngegno”. Il successo del pomodoro in una città come Napoli fu facilitato dal suo colore: la salsa rossa sui maccheroni, richiamava un po’ il Vesuvio. Si iniziò a vendere questa pietanza per le strade e poi attraverso i “Monzù” nei palazzi nobiliari dove si preparavano favolosi “timballi rossi” (conditi con la salsa di pomodoro, classici della cucina napoletana).

Nel 1832, Ferdinando II, re di Napoli organizzò nel Parco della Reggia estiva di Capodimonte un ricevimento campestre e chiamò un pizzaiolo a preparare per la prima volta a Corte, le pizze. Il pizzaiolo preparò una pizza con pasta (lievitata), mozzarella, salsa di pomodoro, e basilico: era nata la pietanza più famosa al mondo, la pizza Margherita.

Il nostro marinaio Peppiniello direbbe: “Sentite a me..  a Napoli prima delle scoperte dell’ Ammiraglio Cristoforo Colombo, nui murivamm ‘e famme!”

Carlotta Staderini Chiatante

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Lilla lillosa
13 Novembre 2014 20:12

Io l’ho usato per scuola e mi e stato molto utile graziieee

Elvira Amabile
14 Febbraio 2014 16:31

La regina Margherita ispirò l’aggiunta di mozzarella, dicono coloro che si ritengono informati. Ma è come la genovese e il babà. Ognuno conoce la vera verità, ma quale sarà? Forse te lo dirò.

Carlotta Staderini
1 Marzo 2013 0:59

La mia è una storiella “semi seria”….
Un caro saluto a tutti i “Lampadini”
Carlotta

Beppe Zezza
26 Febbraio 2013 10:41

Articolo …gustosissimo (come il pomodoro!) Ma viene spontanea una domanda: come si concilia questa tradizione con quella “classica” che vuole che la pizza Margherita sia stata così definita in onore della Regina Margherita (una Savoia – usurpatrice piemontese – e non una Borbone – napoletana ) con la famigerata aggiunta della foglia di basilico che conferiva al tutto un tocco tricolore e dunque patriottico unitario?