ATTUALITA’: La Lampadina, Rodolfo Valentino e i sei gradi di separazione

Quando il mondo diventa piccolo e si contrae, approfittiamone!

Cari amici tutti, in questi tre anni della Lampadina sono state tante le amicizie ritrovate, i fatti particolari che hanno coinvolto amici, parenti e il numeroso pubblico che ci legge… e questo mi ha fatto ricordare un film, “Sei gradi di separazione”.

La sceneggiatura si rifaceva ad una tesi elaborata nel 1929 dallo scrittore Frigyes Karinthy nel suo racconto “CateneNL27 - 1 - sei gradi di separazione - sei-gradi-300x244, ripresa a sua volta per una sperimentazione più efficace dal sociologo Stanley Milgram con la sua “teoria del mondo piccolo”. La tesi sostanzialmente dice che ogni persona è collegata ad una qualsiasi altra mediante una catena di conoscenze composta da meno di 5 intermediari. Abbastanza chiaro? No, beh, sostanzialmente ne potete avere una vaga idea se accedete a Facebook e guardate chi vi viene consigliato come “amico”. In pochi contatti, potete arrivare a persone molto lontane da voi…
E questo capita anche con La Lampadina.

Il primo caso a seguito di un articolo di Giancarlo Puddu in merito al Gran Tour: Annabel Townley Bellini, amica e Autore ospite de La Lampadina segnala il suo antenato Charles Townley, appassionato di Gran Tour, Charles Townley, che tra il 1768 e il 1790 fece per ben tre volte il Grand tour per acquistare in Italia la parte più importante della sua collezione di sculture marmoree greco-romane, che servirono prima ad abbellire la sua casa di Londra in 7 Park Street, Westminster e, dopo la sua morte nel 1805, le tre stanze, chiamate the Townley Gallery, del British Museum, cui lasciò questo importante patrimonio artistico.

Poi abbiamo avuto un articolo di Filippo Gammarelli dove ci segnalava un libro su Rigoni Stern a seguito di un suo viaggio in Russia e …. Manù Selvatico Estense il 2 marzo 2013 scrive: NL27 - 1 - sei gradi di separazione - rigoni stern
Bellissimo articolo che mi ha molto commossa perché mio padre ha fatto, come Alpino, la Campagna di Russia ed aveva ai suoi ordini, il Sergente Mario Rigoni Stern! Uomo eccezionale che ho ben conosciuto, anche perché viveva ad Asiago e noi, essendo spessissimo cortinesi, avevamo la gioia di vederlo spesso! Dopo la sua morte sono rimasta in contatto con sua moglie, ma adesso non ho più notizie……Comunque grazie di aver scritto quelle bellissime cose su Mario e grazie anche per avermi permesso di ricordare!”

Più recentemente Ilaria Dagnini Brey, che oggi vive a New York e ha scritto quel famoso libro “Salvate Venere” sul salvataggio delle opere d’arte dopo l’ultima guerra (La lampadina n.26, marzo 2014): i suoi genitori padovani sono amici dei genitori della nostra Isabella Confortini.

E molte altre amicizie e rapporti sono poi derivati dalla nostra news letter… Perchè non inaugurare una rubrica su le cose particolari delle famiglie? Documenti storici, se li avete, ricordi ma che possano avere qualche rilevanza ed interesse per tutti? Cosa ne pensate?
Comincerei, pubblicando una lettera di Rodolfo Valentino dove il nostro Rodolfo chiede ufficialmente un aiuto per un film al Barone Alberto Fassini, nonno di mia moglie Simonetta.

NL27 - 1 - sei gradi di separazione - studi Cines BAlberto Fassini Camossi è stato un grande imprenditore con l’apice tra le due guerre. Tra le sue tante attività vi era quella delle fibre artificiali; con la sua Impresa, la Cines, e la produzione in diversi stabilimenti, riuscì a far dell’Italia uno dei maggiori produttori europei di rayon fiocco.
La Cines fu anche la prima Casa di produzione italiana a fabbricare in proprio la pellicola vergine per il cinema, e tale autonomia costituì uno dei motivi del suo grande sviluppo. Nella Cines coinvolse diversi amici da Carlo Amato, Prospero Colonna, Giovanni Alberto Blanc, Pietro Moncada e il principe di Paternò e fu amico delle più importati attrici del momento la Bertini, la Borelli, la Cavalieri etc.. i film prodotti forse una cinquantina…

NL27 - sei gradi di separazione - Rudolph-Valentino-Close-Up

Rodolfo Valentino venne in Italia nel 1923 insieme alla seconda moglie, Natascha Rambova.
L’attore pugliese era all’apice della sua carriera, ma dopo l’insuccesso de “La signora delle camelie”, Hollywood gli impose uno stop di un anno.

Dopo Londra, Parigi, Nizza, il divo arrivò in Italia snobbato da Mussolini ma accolto calorosamente da Gabriele D’Annunzio. A Firenze alloggiarono nel palazzo del Fassini, un amico intimo degli Hudnut, poi si offrì di seguirli con la sua berlina fino a Roma e di far loro da guida nella Città Eterna. A Roma assistettero ad alcune “riprese” in esterni del film “Quo Vadis?” con Emil Jannings nella parte di Nerone.

Lettera di Valentino 1 Fu dopo questo incontro che Rodolfo Valentino inviò questa sua lettera ad Alberto Fassini.
(clicca sulle immagini per leggere la lettera).
Lettera di Valentino 2
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12 Commenti
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Renato Floris
13 Gennaio 2021 22:36

Riguardo al viaggio in Europa e quindi in Italia, Rodolfo Valentino lo fece, nel 1923 da luglio a novembre e non è esatto che fu fatto dopo l’insuccesso del Camille (1921) fu invece fatto dopo un vero e proprio sciopero di Rodolfo per il film, da lui stesso esecrato, “The young rajah”, un filmetto zuccheroso e commerciale che andava contro le ambizioni artistiche di Valentino.

Marina
4 Maggio 2014 22:00

Ho letto con piacere la lettera di Valentino a Fassini. Si capisce, da come è scritta, che era una persona con uso di mondo, accuratezza nello scrivere e per nulla esageratamente retorica o datata. Se consideriamo che sono gli anni ’20, al termine della lettera allude quasi appena ad una richiesta di immagini e fotografie, materiale per ambientare un film, e chiede di ricevere un suo fratello. Questo ci fa guardare pietosamente i nostri copiosi, sintetici comunicati via cellullare e/o internet e a quanto poco ci si scrive privatamente con autentica personale identità quasi si temesse di tradirsi.
Bei tempi? Ma noo, anche i nostri sono bei tempi dove c’è sempre posto per la qualità, anche se la fretta, una certa “ansia di comparire” tutti ben aggiustati per intero e subito. E per il maggior numero di persone “mac-donaldizza”, un po’ il grande hamburgher del mondo. Ma poi in fondo la “qualità” resiste sempre, mi piace almeno così pensare.

27 Aprile 2014 12:57

Bella l’idea di scrivere storie delle famiglie. Da tanto ci penso. E poi fare una piccola mostra di cimeli.

Giuseppe Fabbri
25 Aprile 2014 18:33

Gian Alberto Blanc era il padre di Alberto Carlo Blanc lo scopritore del cranio del Circeo. lo sapevi tu che sei un vecchio “circense”?

Carlo
Reply to  Giuseppe Fabbri
26 Aprile 2014 10:22

Ciao Pinzi,
Circeo amore del passato: si certo Blanc e la famiglia Auguet rapporti anche con i miei genitori. Sono ancora proprietari di quanto resta del Monte Circeo. Naturalmente Blanc poi è rimasto famoso per gli scavi, uno particolare ha preso il suo nome e conosciuto come rifugio Blanc. I miei costruirono nel 1938, c’era già il gen Callari,Sebelman, Bisleti e Tittoni, poi Italo Gemini dalla parte nostra denominata quarto temperato, nella parte sul monte denominata quarto caldo. I primi a costruire furono Godwin Spani, Busiri Vici, l’ing Morandi (cemento armato) poi Anna Magnani e tutti gli altri.
Carlo

Giuseppe Fabbri
25 Aprile 2014 18:31

Fantastica la foto della CINES. hai rintracciato il posto oggi? Se si, andiamo a rifotografarlo per vedere i cambiamenti!

Carlo
Reply to  Giuseppe Fabbri
26 Aprile 2014 16:03

Dovrebbe essere sulla Tiburtina, ex stabilimenti De Paolis.

Giuseppe Fabbri
25 Aprile 2014 18:27

Mi ha piacevolmente sbalordito la citazione dello scrittore ungherese Frigies Karinthy molto poco conosciuto anche dalla ns generazione (di CV e mia). eppure Karinthy fu l’autore di un romanzo autobiografico interessantissimo rimasto incompleto per la morte dell’autore dal titolo “Viaggio intorno al mio cranio” nel quale racconta la sua vicenda di tumore al cervello che si manifestò all’improvviso in un caffè di una piazza di Budapest quando FK cominciò a sentire nitido il rumore di un treno in arrivo in stazione e la stazione ferroviaria più vicina era a kilometri di distanza. da lì comincia ilcalvario di quest’uomo che si concluderà con l’interbento dell’allora celeberrimo neurochirurgo H. Olivecrona che tuttavia non riuscì a salvarlo. e il libro finisce con la breve nota dell’editore che dice appunto che l’autore non ce l’ha fatta.

Federica Ricci
24 Aprile 2014 21:03

Un’appassionante catena che può coinvolgere tutti! Una sfida e uno stimolo per chiunque sia curioso. Continua, se puoi…

Carlo
Reply to  Federica Ricci
26 Aprile 2014 16:05

Che bello! Importante il contributo di tutti! Attendiamo, ciao a presto.
Carlo

Selvatico Estense Manù
24 Aprile 2014 19:30

Divina l’idea delle Attualità e di questo nostro mondo grande ma tanto piccolo!
Bravi Lampadini e bravo Carlo Verga, ogni numero é migliore del precedente… mi domando se arriverete al Nobel oppure al Pulitzer!!!

Carlo
Reply to  Selvatico Estense Manù
26 Aprile 2014 16:06

Bello sarebbe… ma credo ci vorrà ancora un po di tempo.
A presto. Carlo.