ARCHIVI DI FAMIGLIA: Etiopia 1935, o come si diceva a quel tempo, Abissinia

Articolo di Carlo Verga

La dichiarazione di guerra il 3 Ottobre del 1935, 7 mesi per l’occupazione dell’intero territorio fino alla presa di Addis Abeba e la costituzione dell’Impero. Le ostilità continuavano,  rimaneva la guerriglia fortemente contrastata dagli Italiani.
Il primo ViceNL32 - Abissinia - Amadeo Aostarè, il maresciallo Rodolfo Graziani e il suo periodo di governo, avevano messo in evidenza l’incapacità di conseguire un facile pacificazione ed era culminato con l’attentato subito nel febbraio del 1937 e seguito da una sanguinosa repressione.
I rapporti con le comunità locali si fecero, quindi, ancora più tese ed è in questa situazione compromessa che intervenne l’allontanamento di Graziani e la sua sostituzione  con il Duca d’Aosta come viceré.
Il Duca non era personaggio vicino al Duce ma per le sue doti umanitarie, organizzative e di esperienza vissuta in Africa fu prontamente prescelto.

Questo è l’antefatto di una conferenza tenuta da Flavio Danieli, padre di Giuliana de Vergottini l’11 Maggio del 1997 il cui titolo era “S.A.R. Amedeo Duca d’Aosta. Viceré d’Etiopia”. È questo il periodo in cui Flavio sarà a fianco del Duca in Etiopia, per quattro anni, potendone condividere l’appassionante esperienza di pacificazione e costruzione di quello che doveva essere l’Impero dell’Africa Orientale Italiana. Divertente la descrizione del primo incontro di Flavio con il Duca: le perplessità e il carisma esercitato su di Lui dal personaggio. Entrambi provetti piloti, poterono sviluppare, negli anni a seguire un’intensa amicizia basata sulla stima reciproca e passione per l’aeronautica che li portò a numerose missioni sui cieli africani.

Amedeo d’Aosta. Parlava e scriveva il tedesco, l’inglese, il francese, lo spagnolo e l’arabo che aveva imparato quando comandava un reparto indigeno in Libia.
La sua esperienza di vita militare  era iniziata nel 1916-1918  e da semplice artigliere a cavallo riuscì a conquistarsi sul campo i gradi di ufficiale. Partì per il Congo Belga dove fu assunto da una multinazionale con il nome di Conte della Cisterna. Nel 1926 chiese ed ottenne il passaggio nella Regia Aeronautica e il famoso Arturo Ferrarin detto “il moro”, gli insegnò a volare.
Con l’arrivo del Duca ad Addis Beba le cose cambiarono rapidamente, Flavio fa una descrizione delle opere eNL32 - abissinia - carta geografica delle iniziative di quel periodo che lasciano senza parole per il grande impegno.
Nel giro di tre anni le diffidenze degli abissini nei confronti degli italiani cambiarono rapidamente grazie ai grandissimi interventi ad ogni livello da lui impostati. Vi fu un incremento notevole in ogni settore e in particolare nelle opere pubbliche.
In soli cinque anni fu compiuta la modernizzazione delle vie di transito (prima esistevano soltanto “piste”): una rete ferroviaria a grande traffico (circa 900 km); una rete stradale principale o fondamentale, affidata all’Azienda Autonoma Statale della Strada (Aass, la progenitrice dell’attuale ANAS), massicciata e bitumata con le caratteristiche delle grandi autostrade (inesistenti in Italia allora) con opere d’arte grandiose per 10.794 km; strade secondarie per una spesa poliennale di 1.200 milioni; uno sviluppo ingente delle piste camionabili percorribili con automezzi per 7-8 mesi l’anno. Il problema maggiore fu che molti dei cantieri di lavoro furono spesso attaccati da bande armate verosimilmente equipaggiate dagli Inglesi. In totale, come primo impianto, si crearono 18.794 km di strade principali e secondarie oltre le piste.
Il Duca curò la realizzazione di ambulatori e posti di assistenza sanitaria, prima inesistenti, ogni 30 km e un grande istituto sieroterapico, l’unico nel paese.. Inoltre trovò un buon compromesso coNL32 - abissinia - strada prima dell'intervento italianon i diversi culti religiosi che erano stati all’origine  degli scontri negli anni precedenti.
Gli Italiani d’Etiopia inoltre stimolarono l’economia abissina e diedero vita ad una serie di Compagnie (in forma di Società Anonime, quindi con afflusso anche di capitale estero), a ciascuna delle quali venne assegnato un campo di studio, di ricerca e di attività.

Una sommaria elencazione delle Compagnie può dare l’idea dell’entità dello sviluppo economico di quelle popolazioni, prime beneficiarie: le Compagnie per il cotone d’Etiopia per le fibre tessili vegetali; quella italiana Semi e Frutti oleosi; Compagnia etiopica del latte e derivati; Etiopica per la lavorazione delle carni; Cementerie d’Etiopia; Compagnia italiana studi e allevamenti zootecnici; Tannini d’Etiopia per l’industria dei laterizi in Etiopia; Compagnie per le pelli gregge d’Etiopia; per le essenze legnose; Compagnia etiopica mineraria; quella nazionale imprese elettriche d’Etiopia; l’ufficio consorziale per forniture e impianti telegrafonici in AOI; la CompagniaNL32 - abissinia - strada Asmara-AddisAbeba, passo Toselli per la flora etiopica; Compagnia etiopica degli esplosivi; Industria per la birra dell’AOI; Industria di vastissime proporzioni per i trasporti automobilistici coordinati da una apposita agenzia (Citao). Naturalmente, nel quadro dell’attività di ogni singola compagnia, si svilupparono numerose aziende particolari, filiali, officine e indotto vario. In sostanza, lo sviluppo dell’Impero alleggerì il Meridione d’Italia, funzione questa già positivamente assolta con la Libia.
Tutto questo portò all’impiego e al lavoro migliaia di locali così da coinvolgerli nella gestione del loro paese.

Peccato che tutto questo finì bruscamente con la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 di Mussolini ,  l’Italia affianco alla Germania  contro Francia e Inghilterra e la successiva occupazione inglese.

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Paolo Andrea Trabalza
18 Novembre 2014 19:31

Ho letto con molto interesse il tuo articolo. Grazie Carlo, spero vederti presto

5 Novembre 2014 10:06

Buongiorno, grazie per l’interessante e ottimo articolo. Mi permetto di segnalare una lettura per gli appassionati del periodo e dei personaggi leggendari come il “comandante diavolo”: “Amedeo. Vita, avventure e amori di Amedeo Guillet. Un eroe italiano in Africa orientale” di Sebastian O’Kelly.

Carlo
Reply to  Marina Citterio
5 Novembre 2014 17:03

Grazie Marina per il Suo apprezzamento, su Sua segnalazione ho acquistato “Amedeo. Vita, avventure e amori di Amedeo Guillet. Un eroe italiano in Africa orientale” di Sebastian O’Kelly, che leggerò con piacere.

carlo verga

Manù Selvatico Eqtense
4 Novembre 2014 20:05

Bellissimo l’articolo sull’Abissinia, mi ha ricordato mio nonno, Giuseppe Pizzorno, che era militare ad Addis Abeba ed ha anche vissuto con la nonna e mio zio allora 15enne, sul Lago Tana. Ci ha raccontato di aver avuto molti contatti con Amedeo d’Aosta per il quale aveva una grande ammirazione e stima!
Grazie di averlo scritto e dei ricordi suscitati

Carlo
Reply to  Manù Selvatico Eqtense
5 Novembre 2014 17:11

Ciao Manù, Molto apprezzato il Tuo commento, anche mio nonno era In Abissinia, in periodi
però precedenti, mia mamma e le mie zie erano nate ad Adi Ugri. Mio nonno si chiamava Paolo Teodorani, forse si erano conosciuti ? chissa

Vieni a Roma? ciao Carlo