COSTUME: Circumvesuviana

Estate, periodo di viaggi lunghi, corti, in paesi vicini o lontanissimi, in città o campagne o montagne ma anche…  viaggiare da Napoli a Sorrento sulla Circumvesuviana.

Dalla stazione centrale di Napoli si scende di un livello, pieno di negozi luccicanti, di bar puliti. Si scende di un altro piano e pare di essere tornati negli anni Cinquanta: tre binari divisi da due marciapiedi e, intorno, mura spoglie, scure, tetre.

Ma certamente, ci diciamo, il treno sarà nuovo, moderno con aria condizionata e attacchi per WIFI.

Una marea di gente si accalca sul marciapiede ed eccolo.

Brutto, vecchio, sferragliante, un pochino arrugginito, pieno di scritte. A mala pena si trova un posto a sedere e, si parte. Sedili di plastica duri e scomodissimi. Finestrini spalancati da cui arriva un turbine di aria calda.
Noi fortunati, seduti, siamo letteralmente oppressi da quanti in piedi si appoggiano disperati ai nostri sedili.

Moltissimi studenti stranieri, per lo più americani: carini; molti locali con grosse sporte e aria rassegnata.
Due fidanzati si baciano, una coppia discute, una signora, che parla ad altissima voce, racconta a tutti, volenti o nolenti, quanti nipoti ha, dove vivono, quanto guadagnano, quante case hanno. Ci vorrà più di un’ora per raggiungere la nostra meta. Le basterà per fornirci tutte le informazioni sulla sua numerosa famiglia?
Il paesaggio fuori non è bellissimo. Il retro di case un po’ fatiscenti, intonaci battuti, condizionatori appesi in ordine sparso ovunque.

Non pare una trasferta straordinaria.

Ma ecco, dal fondo del vagone, di botto, un’esplosione di musica.  Una radio a tutto volume? Un IPAD impazzito?

NL41 - circumvesuviana - o treno passa

Una canzone TU VOI FA L’AMERICANO rimbomba a pieno volume con accompagnamento di tamburelli, tamburi e tric trac.
Autori? Una famigliola di musici ambulanti: marito, moglie e figlio piccolo, pulitissimo, tirato a lucido con i capelli bagnati per tenerli in ordine. Dopo un attimo di stupore il vagone tutto prende vita. I due fidanzati smettono di baciarsi e cominciano a ballare con le braccia in alto e, piano, piano, fila dopo fila, tutto il vagone comincia a sussultare ballando rischiando mostruosi capitomboli alle curve. Quelli che non hanno spazio per alzarsi, si limitano ad agitare a tempo posteriori e braccia restando seduti.

I volti di tutti annoiati o rassegnati fino a poco prima si riempiono di allegria, fioccano sorrisi e risate fra noi tutti.

Le canzoni, non moderne, si susseguono e alcuni cominciano anche a cantare. Mentre il treno corre sferragliando, continua la festa. Ci fermiamo in tantissime stazioni sconosciute. Quelli che scendono hanno l’aria dispiaciuta di abbandonare tanto putiferio.

Ma, presto, la famiglia di musicanti ci abbandona. Il vagone assume un’aria più composta, guardiamo fuori. Ma ecco che un sassofono taglia il silenzio: altro gruppo di musici, e la baraonda riprende.

NL41 - circumvesuviana - golfo Vesuvio barcheIl paesaggio ora si apre sul golfo bellissimo pieno di barche, il Vesuvio sullo sfondo. Forse è una leggenda metropolitana, ma correva voce che, pensando a una eventuale terribile eruzione nella enorme distesa abusiva alle falde del Vesuvio, fosse stato organizzato un programma di evacuazione di emergenza. Tutti in ordine, quartiere per quartiere in file programmate meticolosamente casa per casa. Alla prova generale in tre Passiamo mille stazioni. A Oplontis, bellissima villa di Poppea, nessuno scende, nessuno a Ercolano; a Pompei il treno si vuota. La cultura richiama. Ma resta in treno un gruppo di vacanzieri. Praticamente mezzi nudi, costume e poco altro addosso, carichi di teli per la spiaggia e di viveri, scendono a Castellamare di Stabia e non per visitare le ville Romane.

NL41 - circumvesuviana - piano emergenza vesuvio 2011Il ritorno da Sorrento ha tutto un altro spirito. Il treno questa volta è “direttissimo”, come ci dice il bigliettaio orgoglioso, il che vuol dire che questa volta corre come un pazzo. Pare quello dell’andata, sempre quello stesso un po’ vecchiotto con le finestre aperte, ma a una velocità che mi fa pensare con orrore che forse il guidatore fa parte della schiera di persone che agognano al sacrificio di massa. Passa suonando come un disperato in tutte le piccole stazioni dove non si ferma e in quattro e quattro otto ci riporta alla stazione di Napoli.

Salgo sull’asettica Freccia Rossa. Nessun musico si affaccia, nessuno balla o  canta. I sedili sono comodi ma, che nostalgia della CIRCUMVESUVIANA.

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3 Commenti
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Paola
15 Ottobre 2015 14:33

Ben tornata Lalli. Grazie ancora per le tue sempre simpatiche riflessioni.

Annap Massa
6 Ottobre 2015 15:33

Proprio vero un viaggio in Circumvesuviana e’ un esperienza unica. Potrei raccontare tanti episodi!!!

Elisabetta Coletti Perucca
5 Ottobre 2015 22:55

È successo anche a me sulla circumvesuviana. Venivo da Napoli con mia cugina Vittoria dirette a Pompei, dopo una sosta a Portici per questioni familiari, quando sul treno, una esplosione di musica a tutto volume ci ha sorpreso. Siamo state travolte dal ritmo frenetico di una banda di musicanti bravissimi e ci siamo messe a ridere come pazze. Solo a Napoli succedono queste cose inaspettate e a volte sorprendenti!
Brava Lalli hai descritto bene la circumvesuviana! un’esperienza da fare!
Elisabetta