COMUNICAZIONE: La Finestra di Overton

Già altre volte sulla nostra newsletter ho affrontato la questione della “manipolazione del consenso”.

Sono così geloso della mia identità che l’idea di poter essere manovrato a mia insaputa mi inquieta.

Avete mai sentito nominare la “finestra di Overton”? Probabilmente no. Overton era un Vice President del Mackinac Center for Public Policy, un think tank (grosso modo un istituto di ricerca) sulle politiche pubbliche. Morto giovanissimo, a soli 43 anni, in un incidente aereo, è noto per la teoria della “Finestra” che da lui prende nome, apparsa postuma. Overton ha descritto il processo di evoluzione delle idee, distinguendo sei fasi:

  • Impensabili (inaccettabile, vietato);
  • Radicali (vietato, ma con delle eccezioni);
  • Accettabili;
  • Sensate (razionali);
  • Diffuse (socialmente accettabili);
  • Legalizzate (consacrazione nella politica statale).

Qualunque idea, originariamente estranea al pensiero comune può essere fatta accettare  dalla società percorrendo gradualmente le varie fasi del processo di evoluzione.

La tecnologia di manipolazione della coscienza della società consiste nello spostare l’accettazione dell’idea verso il margine di ciascuna fase.

Il famoso regista russo Nikita Michalkov – noto in Italia soprattutto per il film “Oci Ciornie” che valse a Mastroianni il premio al Festival di Cannes del  1987 – in una puntata del suo video blog Besogon.tv ha provocatoriamente proposto lo schema di questo processo applicandolo a un qualcosa che è attualmente impensabile: il cannibalismo.

Fase 1 (unthinkable): il cannibalismo è inaccettabile. Non se ne parla e non si ammette in nessun caso.

Fase 2 (Radical): Si comincia a far circolare l’idea che la proibizione del cannibalismo sia un “tabù”. Se ne discute in circoli ristretti dove “scienziati (antropologi, psicologi, nutrizionisti)” ne discettano. Si organizza qualche convegno. Si costituiscono associazioni più o meno segrete di “cannibali” (ad es. Associazione di Liberi Cannibali).

Fase 3 (Acceptable): Si comincia a parlare del fenomeno nei media, giornali e televisione, ma operando dei “distinguo”. (A questo punto il tabù è già infranto). Si coniano nuovi vocaboli meno urtanti che rendano meno indigesto il concetto: non si parlerà più di cannibalismo o antropofagia ma di “antropofilia”.
Si metteranno in evidenza precedenti storici.

Fase 4 (Sensible): qualche studioso lancerà l’ipotesi che il desiderio di mangiare carne umana dipenda da predisposizioni genetiche; altri sosterranno che in caso di eventi eccezionali,  come carestie, il nutrirsi di carne umana non sia solo legittimo ma corretto. Si inizierà a dialogare su quali siano le circostanze eccezionali nelle quale sia accettabile nutrirsi di carne umana.

Fase 5 (Popular): l’argomento diventa oggetto di talk show, compare nel cinema, negli spot pubblicitari. A fronte degli “antropofili” si creerà la categoria degli antropofobi. Qualche personaggio famoso farà “coming out”. Il tema conquisterà le prime pagine, se ne discuterà pubblicamente. L’origine dell’“antropofilia” essendo ignota non potrà essere considerata una colpa. Il dibattito acquisterà una dimensione politica.

Fase 6 (Policy): sorgono gruppi di pressione che promuovono il cannibalismo con lo slogan: “non si deve vietare l’antropofilia”. Il cibarsi di carne umana viene “depenalizzato”. Coloro che si oppongono vengono socialmente stigmatizzati accusandoli di “fobia”, di “intolleranza”, di “arretratezza culturale” Nelle scuole si comincia ad insegnare che accanto ai vegetariani, ai vegani, agli onnivori, ci sono, a pieno titolo, anche gli antropofili.

Il processo è concluso, l’idea da inaccettabile è entrata nel pensare comune.

Il “cannibalismo” è un caso ipotetico, ma guardiamoci intorno e facciamo un’esercitazione.

Quante delle “idee” che oggi sono bagaglio del pensare comune cinquanta o sessant’anni fa erano impensabili? Se ne ripercorriamone lo sviluppo riscontreremo che hanno seguito e completato l’intero percorso.

Quante altre idee sono invece ancora in una fase intermedia?

E’ possibile difendersi dalle manipolazioni?  Difficile, se non impossibile.

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3 Commenti
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Maria Emilia Caffarelli Fontana
16 Novembre 2015 12:50

Molto interessante e molto chiaro l’articolo di Beppe Zezza.
Vorrei dire oltremodo inquietante! Pensare che i media e i gruppi( o meglio le lobby)di potere ci possano manipolare in questo modo mi sconvolge; però ogni giorno, anche nelle piccole cose, ci rendiamo conto che la manipolazione avviene, a qualsiasi livello! E mi infastidisce pure un po’ che uno studioso (Overton)le abbia dato una veste di scientificità!

Claudio Bartoletti
3 Novembre 2015 11:54

Molto interessante. Ci fa capire come gli occulti (ma non troppo) manipolatori del pensiero indirizzano le scelte dell’opinione pubblica attraverso media e pubblicità.

manù selvatico estense
2 Novembre 2015 16:23

Pazzesco l’articolo e molto giusto (oltreché ben scritto).
Conclusione : con la manipolazione si puo’ arrivare a far accettare l’inaccettabile. Per favore ditemi che non é vero!
!!!!