ABBIAMO OSPITI – PSICOLOGIA: Paura di volare, cosa fare?

Articolo di Maria Cristina Zezza – Autore ospite de La Lampadina

Chi non conosce qualcuno, o  non ha sperimentato in prima persona la paura di volare e di prendere l’aereo?

La paura dell’aereo è molto più frequente di quanto si possa pensare. Si stima che circa il 50% delle persone abbia paura di volare. Il grado di disagio può andare dall’evitare di prendere un aereo, al prenderlo solo se obbligati con un’elevata dose di stress. La paura di volare può insorgere sia in chi non ha mai preso una aereo, ma anche in chi ha tranquillamente viaggiato fino al giorno prima. Questo può dipendere da esperienze negative vissute, da paure trasmesseci da qualcuno vicino a noi, o in periodi di forte stress e cambiamenti personali di vita.

Nella paura di volare c’entra poco la paura dell’ aereo in sé per sé. Molti dicono che la paura sia legata al fatto che l’aereo possa cadere, ma se provate a fargli una lezione su funzionamento dell’aereo, statistiche e livelli di sicurezza, vedrete che comunque non ne saranno rassicurati. Semplicemente perché la paura di volare non ha a che fare con il rischio obiettivo e con la razionalità quanto piuttosto con noi stessi e con  le nostre emozioni.

Quali emozioni?

Principalmente due: paura e ansia.

La paura è un emozione fondamentale che ci aiuta ad agire in caso di un segnale di pericolo. L’ansia è l’interpretazione soggettiva che facciamo dello stimolo che ci arriva. Entrambe sono risposte del nostro organismo che ci avvertono di un pericolo. Quando paura e ansia sono troppo intense o, la percezione di pericolo è maggiore rispetto al pericolo stesso ci troveremo di fronte ad un forte disagio.

Queste emozioni giocano un ruolo cruciale nel comportamento e nel modo di pensare, portando a stravolgere il modo in cui si affronta la realtà. Nelle persone ansiose si attiva una modalità di attenzione selettiva, ossia tra tutti gli stimoli che arrivano dall’ambiente esterno, l’ansioso percepirà solo (o maggiormente) quelli che indicano un allarme o un pericolo, filtrando la realtà.

 Quali sono le caratteristiche di chi soffre di aerofobia?

  • Tendenza al controllo: “più controllo le cose, più sono in grado di prepararmi in caso di problemi”. Il problema è che la ricerca incessante del controllo non riduce l’ansia, bensì l’aumenta in quanto avere proprio tutto sotto controllo è impossibile. Non solo si spreca molta energia nel tentativo disperato di poterlo fare, ma quando poi accade qualcosa di imprevisto l’ansia è ben maggiore.
  • Pensiero catastrofico: di fronte a uno scenario neutro, le persone tendenzialmente ansiose effettuano previsioni funeste, spesso estremizzate verso conseguenze catastrofiche.
  • Intolleranza dell’incertezza: per una persone ansiosa  la parola “incertezza” coincide con “pericolo”
  • Difficoltà nel discriminare le emozioni: poca familiarità con il “vocabolario” delle emozioni. È come se le emozioni fossero tutte negative e quindi da evitare perché incidono sul controllo. Il problema è che in realtà meno si  è consapevoli delle proprie emozioni e più se ne è vittime.
  • “Evitamento”: meno ci penso meglio sto. In realtà continuando ad evitare e allontanandosi sempre di più dall’esplorazione di ciò che fa paura, lo scenario diventerà, nella mente sempre più angosciante e continuando a scappare ci si sente sempre più fragili.

Cosa si può fare?

Innanzitutto rendersi conto di tutti questi meccanismi, affrontare le paure e le insicurezze che sono la vera base della paura di volare, sperimentare un po’ alla volta proprio ciò che ci fa paura, cercare di rompere il nostro schema mentale, utilizzare l’umorismo per ingigantire le nostre paure fino a renderle ridicole a noi stessi.
 Un uccello posato su un ramo non ha mai paura che il ramo si rompa, perché la sua fiducia non è nel ramo, ma nelle sue ali.

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BIBLIOGRAFIA

Luca Evangelisti, Mai più paura di volare, Universale Economica Feltrinelli Editore (2008)
Allen Carr, Volare senza paura. E’ facile se sai come farlo, Easyway Edizioni (2012)

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Renata
5 Gennaio 2016 13:11

Non evito mai il viaggio in aereo e ho volato moltissimo, ma i primi 5 minuti (quelli in cui alla fin fine si decide tutto, se l’aereo ha qualcosa che non va) per me sono esiziali. Ricordo la battuta di Fiorello: “TI DICONO ‘TANTO SE NON E’ VENUTA LA TUA ORA…’ GIA’, MA SE E’ VENUTA QUELLA DEL PILOTA???”