COSTUME: il pranzo o la cena?

Breakfast-Lunch-Dinner

Parlando con mio nipote “Ci vediamo domani a colazione”, gli dico; “Pranzo” replica lui, con tono deciso. “Ci vediamo domani sera a pranzo”, gli dico; “Cena” sottolinea lui”. Andiamo avanti così e per capirci io preciso colazione all’una e pranzo alle 8 e mezzo di sera. Tanto per evitare confusioni. Non vorrei che piombasse a casa a pranzo (di giorno per lui) quando io intendo la sera.

In effetti le origini latine della parola darebbero pienamente ragione a lui: prandium era il pasto principale della giornata (per cui il nostro pasto dell’una), ma da sempre nella mia famiglia ed in molte altre, chiamiamo prima colazione, colazione e pranzo i tre appuntamenti giornalieri con la tavola. Non nascondo che da sempre in famiglia era ritenuta poco elegante la dizione di mio nipote. Ma al giorno d’oggi, in effetti soprattutto in ambito lavorativo, è più comprensibile il suo modo di esprimersi che il mio, ma un po’ proprio non mi piace: mi crea un senso di fastidio che è, lo riconosco,  puro snobismo.

Ma  riflettendo  più a fondo… tante cose delle nostre abitudini e del nostro modo di vivere e parlare sono cambiate.

Rilassante pausa pranzo...Sembra incredibile raccontare alle nuove generazioni che noi andavamo a scuola con le scarpe da ginnastica chiuse in un sacchetto. Tirate fuori nello spogliatoio. Calzate solo ed esclusivamente per l’ora di lezione di ginnastica e poi, immondi oggetti, subito di nuovo rimesse nel sacchetto. Impensabile usarle nel tragitto casa-scuola.

Le bambine, anche educatissime di ora, non fanno più un grazioso inchino ai Grandi (così chiamavamo gli adulti) ed è molto se salutano con un ciao e con gli occhi rivolti a terra.

Non vedo molti ragazzi scattare dalla poltrona in piedi all’ingresso nella stanza di un adulto. I nostri amici scattavano come molle finché non veniva loro chiesto di restare seduti  per carità.

Nessuno apre le portiere delle macchine alle signore, ma questo è ancora più avanti nel tempo. Nessuno scosta la sedia per farci accomodare al ristorante in cui si entra alla rinfusa. Chi sa più che nei luoghi pubblici entra per primo il cavaliere?

I bambini non andavano al ristorante. Ora la mancanza di aiuti domestici rende necessaria la loro presenza.

Ma se tante cose sono cambiate serenamente senza troppe scosse, perché questo accanimento su pranzo e colazione?

Piacere...Perché non dovrebbe mio nipote dire PIACERE quando saluta? Non potrebbe essere solo e veramente una manifestazione  di sincera  gioia per  un incontro nuovo? Poco elegante? E Chi lo dice?

Se colui che sta azzannando un enorme panino, ci dice con un sorriso VUOI FAVORIRE? Non facciamo un balzo indietro arricciando il naso. Facciamogli un sorriso grato.

Se a tavola qualcuno dice BUON APPETITO prendiamolo come va preso: come un augurio gentile.

I giovani ci hanno insegnato l’essenzialità nel vestire, la sincerità, a volte brutale, dei loro commenti.

Per quanto mi riguarda dall’inizio di questo nuovo anno, non so se sarò in grado di dirlo, ma accoglierò con un sorriso grato PIACERE; VUOI FAVORIRE e BUON APPETITO, a scanso di ogni vecchio snobismo.

SI GRAZIE E’ UN PIACERE

VOGLIO FAVORIRE E BUON APPETITO a tutti

L'Ultima Cena di LeonardoPer  quanto poi riguarda cena o pranzo o colazione, sottolinea  mio nipote “Nonna, quando l’Ultima Cena di Leonardo verrà chiamata l’Ultimo Pranzo, ne riparliamo”.

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6 Commenti
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Maria Cristina
6 Febbraio 2017 16:45

Gentili e colti amici della Lampadina, io penso che in questi tempi denominati populisti, dobbiamo accettare il mainstream del pranzo/cena. Ma in fondo, tra noi può ancore passare colazione/pranzo. Senza infastidire nessuno e perché, in fondo, ci piace così. O no?

Marcella GemmatoAymerich
6 Gennaio 2017 22:27

Il tuo articolo ha avuto l’effetto di un botto che mi ha destato da un torpore che durava da tutta una vita e mi ha aperto gli occhi su una realtà cambiata… in meglio!
Si così concludi, e a ragione, mentre io ancora sorridevo “sotto i baffi” quando sentivo dire cena al posto di pranzo etc…

Carlotta Staderini
3 Gennaio 2017 20:26

Lalli sei un mito! Molto convincente tuo nipote con l’osservazione su “l’ultima cena”… mi pare abbia centrato il problema. Bravo.

Tipú Albert
2 Gennaio 2017 19:13

Per il “pensiero laterale”: la foto di Marguerite de Merode parrebbe essere il foro della cupola del Pantheon da cui entra un raggio di luce che illumina il soffitto a cassettoni dello stesso.

Emanuela Vanni d'Archirafi
2 Gennaio 2017 16:52

Argomento scivoloso e affascinante… noi siamo certamente degli snobastri retrò, facciamo parte di un club in estinzione (absit iniuria….), siamo una riserva indiana e ormai in pochi ci capiscono quando parliamo, dissertiamo, ridiamo di cose che i più non conoscono neppure! Quando dal mio quarantennale parrucchiere mi avventuro su un “devo fare presto ho una colazione di signore e sono già le 12”, di fronte agli sguardi smarriti mi affretto a correggere, scusa un pranzo, ma ammetto che non mi piace….equivale a dire borzetta x me. Ma facciamocene, come dice Lalli una ragione, il mondo è cafonal ormai all over the world, vedi la Trump Tower!!

Ludovico Sanseverino
2 Gennaio 2017 15:59

Certo, i nostri figli, ma sopratutto i nostri nipoti sono cresciuti circondati da un mondo completamente diverso dal nostro, con abitudini diverse che hanno preso inevitabilmente il sopravvento sulle nostre. Non possiamo certo obbligarli a tornare indietro e adeguarsi a noi.
Ma a noi, almeno a me e sicuramente a molti amici anche comuni, rimane difficile adeguarsi a loro. Le abitudini del mondo in cui siamo cresciuti sono ormai troppo radicate e sicuramente a me oggi, a 76 anni, sarebbe impossibile in maniera naturale chiamare la colazione pranzo e il pranzo cena.
Detto ciò, non mi dà alcun fastidio se gli altri, fuori dalla mia famiglia, lo fanno. Di più se lo fanno i miei figli e nipoti. Ma siamo vecchiotti e sicuramente ci perdoneranno qualche difetto della nostra educazione.