STORIA IN MOSTRA- La modernizzazione del Giappone inizia con il regno Meiji (1852 -1942)

Il regno MEIJI che significa “politica della luce” è il regno dell’imperatore Mutsuhito, durerà 40 anni e porterà grandi cambiamenti nella storia del Giappone.
Il Giappone si apre all’Occidente dopo 250 anni di chiusura, si industrializza rapidamente, adotta la moda occidentale e governerà con una costituzione ispirata a principi in parte occidentali. Il regno Meiji è il progetto di uno stato–nazione, di un impero potente. L’imperatore Mutsuhito si farà ritrarre con divise militari del tipo occidentale seduto su una poltrona (grande novità nel mobilio giapponese). Mutsuhito sarà un vero Capo di Stato e la figura degli “Shogun”, titolo ereditario, che governarono per mille anni circa il Giappone, fungendo da capi delle armate, non esisterà più.
Il Giappone cambia completamente la sua politica. Tutte le istituzioni del paese (parlamento, forze armate, codice civile di diritto romano) prendono a modello l’Occidente. Un gran giro di boa. Il Giappone si dota di una bandiera imperiale e di un inno nazionale, incoraggia l’industria e aumenta le spese militari, stabilizza e centralizza l’amministrazione del paese. “Paese ricco – Armata forte”.
Il regno Meiji estende il suo impero alle isole sulle quali esercitava solo un protettorato.
Dotatosi di una marina militare moderna, l’impero si impegna in varie vittoriose guerre, contro la Cina 1894-1895, contro la Russia 1904-1905, annessione della Corea nel 1910, etc, etc.
Il Giappone acquisisce prestigio. Nelle città appare l’illuminazione con il gas e poi l’elettricità, il telegrafo. L’architettura occidentale segna profondamente quegli anni, case, grandi magazzini alberghi, ponti, sono “modello occidentale”. L’architettura occidentale è sinonimo di modernità. La popolazione si concentra nelle città e favorirà l’industrializzazione del Paese. Il prodotto più esportato dal Giappone all’inizio del regno Meiji è la seta e la Francia è il maggior cliente. Si sviluppano le comunicazioni e la prima rete ferroviaria è del 1872 da Yokoama a Tokyo.
L’impero Meiji si impegna nel diffondere all’estero una immagine del Giappone artistica ed industriale. Il Giappone partecipa all’Esposizione Universale di Londra nel 1862, di Parigi nel 1867, poi nel 1889 e ancora nel 1900, Vienna nel 1873, Philadelphia nel 1870, Chicago nel 1993. I Padiglioni giapponesi a queste esposizioni, dove tra l’altro verranno spesso premiati per la loro maestria nei lavori esposti, sono volutamente costruiti con architettura giapponese tradizionale per affermare la singolarità del paese. Anche all’EXPO di Milano, il padiglione giapponese era tra i più gettonati per la visita sia per l’interesse architettonico che per i sofisticati contenuti hi -tech.
Ma torniamo al regno Meiji, la tecnica giapponese si dimostra sofisticata, la scelta dei materiali preziosi e l’adattamento al gusto internazionale ma con un tocco giapponese si dimostra vincente. Da un punto di vista commerciale sono prodotti con un ottimo rapporto prezzo /qualità che seducono una clientela borghese occidentale (chi non ha ereditato da qualche nonna un salottino giapponese?).
Il Giappone afferma la sua identità culturale e la particolarità del suo gusto artistico sapendolo adattare ad una clientela occidentale. La grande maestria e pazienza dimostrata dagli artigiani giapponesi nell’esecuzione minuziosa delle loro opere consentirà loro di progredire nelle varie tecniche: metallo, lacca, “cloisonné”.
Gli artigiani saranno incoraggiati dal governo del regno Meiji che realizzò dei veri e propri Istituti per la trasmissione della conoscenza delle tecniche, e dei materiali e finanzierà le varie associazioni di artigiani per un sempre maggior impegno nella lavorazione di nuovi materiali e di tecniche innovative. Oggi possiamo constatare lo studio che la ditta UNIQLO, che vende nel mondo intero, ha dedicato alle fibre dei tessuti che catalizzano e trattengono il calore del nostro corpo.
Il regno Meiji per affermare la propria identità culturale studia la storia dei popoli autoctoni dei territori rivendicati dal Giappone come il popolo “Ainous” dell’isola di Hokkaido.
La religione scintoista è incoraggiata durante il regno Meiji, mentre il Buddismo ostacolato, perché considerato importato in Giappone. Tuttavia all’estero il Buddismo era considerato la religione dell’Asia e le opere d’arte ispirate al buddismo per il mercato occidentale fioriranno grazie anche ad importanti collezionisti come Emile Guimet. Nel suo museo, il Musée Guimet a Parigi potrete trovare una splendida mostra con tutta questa affascinante storia in cui l’arte e la cultura travalicano i limiti nazionali, irradiano nel mondo mescolandosi continuamente e adattandosi reciprocamente al gusto della nuova tipologia di clientela alla ricerca di nuovi orizzonti estetici.

Musée Guimet – Paris
Fino al 14 gennaio 2019

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3 Commenti
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Carlotta Staderini
20 Gennaio 2019 11:22

Si,per la precisione la mostra ha chiuso una settimana dopo la pubblicazione della Lampadina. Certamente un po’ border line come tempi se intesa come segnalazione di mostra da vedere e ammirarne le opere, ma ho pensato potesse essere interessante raccontarla in quanto periodo storico: Il Giappone che si apre all’Occidente, da un punto di vista politico, amministrativo, artistico, sociale. Personalmente ne sapevo poco niente e mi si è aperta una finestra sul mondo. Una storia interessantissima sicuramente, il riferimento alla mostra era in effetti uno spunto per raccontare.

Sveva Paternò
19 Gennaio 2019 9:38

Bel articolo ma.. pubblicato un po’ tardi visto che la mostra e già chiusa il giorno della pubblicaIone !

Nicoletta Cremisini Staderini
15 Gennaio 2019 19:11

Brava Carlotta!
Bell’articolo con molti riferimenti importanti e dettagliati.
Speriamo ricordarci tutto…