COSTUME – Pensione finalmente!

Sembrava di doverla attendere per sempre e invece eccola. È arrivata.
Il marito incredulo, raggiante: “Finalmente potrò fare tutto quello che non avevo il tempo o la forza di fare quando lavoravo. Giocherò a tennis, mi occuperò dei nipoti, comincerò a dipingere…”
I primi giorni però.
Il divano  non è stato mai abbandonato. Ci si è trascinato dal primo giorno. La televisione bollente, mai un attimo spenta. Giornali spiegazzati sparsi ovunque.
La moglie esterrefatta lo incita. “Esci, chiama i tuoi amici, vai al circolo. Indaga su quella collaborazione di volontariato. Ne hanno tanto bisogno.”
Nulla pare destare il suo interesse. Praticamente, a quattro zampe, si trascina dal letto al divano. Come dovesse finalmente riposarsi da decenni di lavoro indefesso.
La moglie esce sempre più spesso per non assistere al desolante spettacolo. Inventa commissioni, impegni, nipotini. Tutto pur di non vedere la stanza con il letto sfatto pressoché sempre e il divano già sformato. Non riconosce, in quell’essere ciancicato che si trascina faticosamente, il marito del passato, in perenne frenetica attività. Al suo ritorno a casa sbuffa nervosa e prega che qualcosa cambi.
E qualcosa cambia finalmente.
Gira la chiave silenziosamente nella toppa. Vorrebbe scavalcare il divano nel salotto per non vedere. Ma, strano, nessuno lo occupa. Eccolo invece finalmente vestito e in ordine. Sta parlando  con la vecchia collaboratrice domestica che è in funzione da decenni, con cui a malapena in altri tempi scambiava due parole. Parla??? No!!! Ahimè, rimarca con tono scocciato, la polvere sulle cornici dei quadri e sotto i mobili, l’argenteria un pochino opaca, il grembiule non perfettamente immacolato, lo specchio del bagno con una goccia, le scarpe opache, il bicchiere sbrecciato. Sta sciorinando un immenso carnet de doleances. La vecchia Dorina è quasi in lacrime.
La moglie è esterrefatta. Per anni si era abituata ad un consorte totalmente assente dalle cose di casa che, pur abitando da sempre nello stesso appartamento, “Ho una sete tremenda” diceva “… dove trovo i bicchieri?”  E non si tratta di un castello di cento stanze. Dove potrebbero mai essere nascosti?
Ed ora questo!
Cerca di intervenire, di salvare la poveretta, ma viene invece accusata di pessima gestione della casa. Meno male che ora c’è lui. Gli armadi saranno vuotati e tutto rimesso in ordine, le pentole vecchie buttate insieme alla scopa sfilacciata. Ma da quando si è accorto di tutto ciò? Da quando soprattutto tutto ciò ha un peso? Da quando si è trasformato in una pignolissima colf?
Per giorni la casa è come sotto un uragano. Si rientra a casa e le pentole sono per terra in cucina in attesa di un censimento, dall’armadio sono usciti vestiti dimenticati in attesa di una selezione. Il vecchio mocho è scaraventato con la scopa nel secchio della spazzatura (Non riciclabile!). In attesa del futuro nuovo ordine…il caos.
Lei continua ad uscire più che può per sottrarsi al silenzioso rimprovero che tutto questo comporta.
Finirà!
E in effetti.
A poco a poco gli amici convincono il marito ad andare a giocare al circolo del tennis. Altri lo coinvolgono in un lavoro part time di volontariato. Poco a poco la passione lo riprende. Esce di nuovo la mattina di corsa.
Le pentole, tranne due, vengono riposte nel solito pensile, i vestiti, tranne tre, riprendono il loro spazio nell’armadio. La cantina che è veramente un caos non è stata per fortuna mai affrontata.
Lei si riappropria della casa felicemente. Spera che duri!
Sta comodamente seduta sul divano che non è più la cuccia del marito. Sente la chiave nella toppa ed un passo nuovamente veloce e vigoroso che risuona nel corridoio.
“Ehi ci sei? Ho una sete bestiale! Dove saranno mai i bicchieri?”
Lei non avrebbe mai pensato che questa frase, tanto odiata nel passato, le potesse provocare tanta felicità.

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Ludovico sanseverino
4 Febbraio 2019 15:34

Stupendo Lalli!!!