NOTE DI VIAGGIO – Una Lampadina nella Ville Lumière

Parigi ci aspettava da mesi: da quando avevamo saputo che la nostra Marguerire de Merode avrebbe esposto il suo nuovo progetto “Livres au miroir” negli splendidi spazi della prestigiosa Bibliothéque Mazarine, dell’Institut de France. L’occasione per fare una scappata nella Ville Lumière era da non perdere e così abbiamo organizzato a latere una serie di appuntamenti ai quali hanno puntualmente partecipato molti nostri soci.

Giovedì 28 novembre alle 18.30 la mostra allestita alla Mazarine, la più antica biblioteca pubblica di Francia,  è stata sorprendente per sobrietà, qualità artistica ed eleganza e l’accoglienza riservata al lavoro di Marguerite è stata attenta, criticamente positiva e partecipe da parte dell’organizzazione dell’institut de France nella persona di Jann Sordet, Direttore e Curatore generale della Biblioteca, che ha presentato l’Artista ed il suo lavoro.
Per ciò che riguarda l’aspetto critico e artistico del lavoro di Marguerire de Merode, lascio volentieri la parola a Ludovico Pratesi, Direttore Artistico del progetto della de Merode, con il suo articolo pubblicato su Artribune il primo dicembre.
Il mattino dopo, Jann Sordet ci ha accompagnato a visitare l’imponente complesso dell’Institut de France, fondato nel 1795, che raccoglie al suo interno cinque accademie: di Francia, Scienze, Storia e letterature antiche, Belle Arti, Scienze Morali e Politiche, che all’epoca risiedevano al Louvre.
Ludovico Pratesi ci ha poi guidato alla scoperta di un piccolo gioiello, il Musée Eugène Delacroix, sito dietro alla chiesa di Saint Germain des-Près. È la casa-studio di Delacroix e accoglie attualmente, oltre a numerose sue opere, una mostra dell’artista inglese Glen Brown, imperniata sul ritratto e sulla natura, che dialoga con la sua pittura e scultura dirompente con l’opera di Delacroix in un continuo scambio di richiami e interpretazioni.
Prima di affrontare nel pomeriggio Francis Bacon “en toute lettres” al Centre Pompidou, Francesca Rocca Vattani ci accoglie nella sua casa affacciata sulla Senna e su Notre Dame, sosta ideale per meditare sulla bellezza di tutto ciò che abbiamo visto da quando siamo arrivati e per ammirare una veduta di Parigi a dir poco unica.
Il Beauburg è in ristrutturazione e lo schiaffo che Francis Bacon ci riserva, quadro dopo quadro, ha bisogno della spiegazione di Ludovico, preziosa e necessaria. Dal 1971 al 1992, la sua, complice la vicenda tragica del suicidio del suo amante, è una pittura tormentata, angosciata e fredda, a volte mostruosa, senza speranza, nessuna luce in fondo al tunnel.
Un lavoro tagliente, diretto a togliere, semplificare, indagare non solo il segno ma anche la natura stessa dell’esistenza.
Nel tardo pomeriggio, siamo grati ospiti di Luciano e Cristiana Berni Canani per un graditissimo aperitivo, nella loro fascinosa dimora dell’antica rue de Lille, intrisa di storia e a tratti misteriosa, a un passo dalla Senna e con vista sul Louvre. In the meanwhile, la nostra Sabina Mori Ubaldini si infortuna: un malleolo fratturato la riporterà a Roma il giorno dopo. A lei che si è appena operata vanno tutti i più affettuosi auguri di pronta guarigione, per ritrovarla molto presto con la sua vivacità ed entusiasmo alla prossima avventura! Forza Sabina!
La sera ci concediamo un tuffo nell’Art Nouveau, al Bouillon Racine, luogo per desinare molto di moda ora e molto popolare negli anni Venti, frequentato all’epoca da operai e maestranze alla ricerca di buon cibo sano a prezzi contenuti.
Sabato mattina partiamo alla scoperta della Fondazione Louis Vuitton, attraccata come una nave a un pontile immaginario nel mezzo del Bois de Boulogne di cui occupa ben 846 ettari.
Come tutte le opere di Frank Gehry è prorompente, con le sue vele spiegate, la progettazione audace al limite delle leggi della statica, positiva, e propositiva, nel caso della Fondazione è diretta ad accogliere e proteggere l’arte in tutte le sue forme. In questo periodo vi si tiene una grande mostra su Charlotte Perriand, coeva di Léger,Jeanneret e Le Corbusier, fu architetto e designer francese, guidata nella sua attività dalla ricerca della modernità e della praticità inserite nella vita reale e nell’arte. La mostra è vastissima e abbraccia architettura, design, grafica, pittura, progettazione di moduli abitativi e ancora molto altro. Uno spaccato essenziale per comprendere l’evoluzione dell’arte e dell’architettura dell’utimo secolo.
Un veloce fish& Chips e siamo al Museo Marmottan Monet ove troviamo una sorprendete mostra/parallelo tra il Mondrian figurativo e il Mondrian che tutti conosciamo, linee e rettangoli preferibilmente rossi, bianchi e neri. L’evoluzione del pensiero artistico spiegata da Ludovico è affascinante. Come finale ci attende un’incredibile raccolta di opere di Monet.
Sabato sera siamo al Cercle de l’Union Interallée, in uno splendido Palazzo in Fauburg Saint Honoré, che dal 1917 accoglie gli ufficiali e gli statisti degli Alleati, allorquando Gli stati Uniti entrarono in guerra.
Ci confrontiamo: abbiamo negli occhi tanto, molte le cose viste, le più diverse, come le nostre visioni e impressioni personali.
È stato uno splendido e vivacissimo fine setttimana, la prossima volta vedremo tutto quello che ci manca!
Ripartiamo subito! Lampadina, organizza!

2019-12-01 Arrivederci Parigi
Aperture: 2
Camera: QCAM-AA
Iso: 100
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3 Commenti
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Giorgio Conti
9 Dicembre 2019 10:35

Bel articolo per un altresi città stupenda.

8 Dicembre 2019 17:39

Cara Sabina, fedele amica della Lampadina e delle sue avventure, sei stata molto molto pensata questi ultimi giorni! Ti auguriamo tutti una rapida ripresa!

Sabina Mori Ubaldini
6 Dicembre 2019 12:29

Contenta di avere letto la seconda parte del we!!!
Veramente tutti bravi… menomale che la lampadina c’è.