La Lampadina – Weekly Newsletter Soci del 28 Aprile 2020 – Riflessioni

Cari Soci,
l’aria primaverile si sta facendo sentire, la brezza aumenta, stiamo per salire a bordo di “Maggio”, chissà dove ci traghetterà, e soprattutto, ancora stiamo navigando a vista..
Una cosa però è certa, siamo tutti nella stessa barca, e ne verremo fuori tutti insieme, basta non creare disequilibri in navigazione, niente passi falsi.
È giusto che il comandante di lungo corso prenda il timone se il mare si fa cattivo, e si fidi dei suoi marinai, che, con la saggia esperienza accumulata nei tanti anni di navigazione, sapranno appoggiarlo, in autonomia e con senso di responsabilità, anche nelle manovre più difficili e rischiose.
Lalli ce lo spiega meglio.
Buona lettura.
ICH

Riflessioni

In tutte le epoche ed in tutte le civiltà, evolute o meno, l’anziano ha sempre avuto un enorme peso. Il consiglio degli anziani, i senatori. Tutto ci parla di un rispetto dovuto a chi, raggiunta un’età ragguardevole, ha sicuramente su di sé un grosso bagaglio di esperienze, nel bene e nel male, da cui nasce, quasi sempre una serena saggezza. Ne hanno vissute tante e sanno come la storia si svolge e come reagire agli accadimenti. Hanno imparato a sopravvivere a grandi dolori, ad affrontare guerre e distruzioni, ad affrontare cataclismi.
Alla recente festa dei nonni (SIGH) articoli su tutta la stampa per esaltare soprattutto in questa epoca l’importanza di una classe che, intervenendo con aiuto pratico alle famiglie ha permesso a tanti genitori di affrontare due lavori: cosa impossibile senza la loro presenza. Supporto indispensabile sia pratico che psicologico.
Poi è arrivato il coronavirus. Come tutti, noi anziani ci siamo chiusi dentro casa con il dolore enorme di essere, come tanti, tenuti lontano dalle nostre famiglie. Ci siamo fatti forza, abbiamo continuato con una grande tristezza nel cuore a far finta che tutto andasse bene nonostante il vuoto intorno a noi. Pettinati, curati, abbiamo riempito il nostro tempo con le nostre attività lavorative, culturali, o di pura distrazione o cercando di svagarci in ogni modo. Come tutti abbiamo cercato di muoverci e di contattare i nostri cari. Cura del fisico e della mente. Da sempre i medici ci hanno detto di fare moto, di coltivare rapporti sociali.
Ma il primo bollettino di Coronavirus parla di un grande numero di decessi. Sbigottimento del cronista ma seguito da un sospiro di sollievo, par di vedere la mano che passa sulla fronte: si tratta per lo più di anziani e inoltre con patologie pregresse, in poche parole ormai quasi scaduti e un po’ avariati.
Se pare giusto che se ne vadano quelli che una loro vita piena l’hanno già vissuta…. “il modo ancor m’offende”.
Si parla ora, dopo questa lunga e dolorosa clausura di poter cominciare a rivedere le stelle. Possibilità aperta a tutti. Si potranno cominciare a incontrare i parenti, a fare lunghe passeggiate nei parchi ad affacciarsi in qualche libreria. Ma …gli anziani NO. Anzi l’età, per la definizione, è scesa a 60 anni. Troppo pericoloso per loro, più esposti al contagio.
Noi dovremo restare a casa a tempo indeterminato. Lo Stato ci vuole bene e ci protegge.
Così di colpo da spina dorsale siamo divenuti una generazione di persone ncapaci di valutare da sole il pericolo di una malattia; una generazione che ha bisogno di divieti per ragionare perché la sua testa da sola non basta. Di botto questi anziani attivi e validi che occupano posti di prestigio nel nostro Paese alla testa di industrie, di banche, di università, personalità primarie in campo scientifico e culturale si sono trasformati in una massa di incapaci di intendere! Non più “Stiamo a casa “ma “State a casa”.
In pochi giorni pare si sia scordato che i primari di virologia, di medicina che abbiamo chiamato per capire qualcosa di questa terribile calamità i sessanta li hanno passati da tempo. Se dovessimo tenere a casa tutti gli ultra sessantenni rimarrebbero pochi dirigenti in giro.
Ci si è poi scordati dei medici pensionati richiamati negli ospedali per dare una mano. Per aiutare  i sessantenni vanno bene?
Da sempre ci hanno detto che per invecchiare bene occorre movimento e  occupazione. La testa che lavora mantiene il cervello in movimento, il sentirsi utili e amati è un grande incentivo ad andare avanti anche quando molte cose ci suggerirebbero di mollare.
Spero che quanto paventato non accada, ma il solo averlo pensato è grave. Per non dire che è sicuramente iniquo e forse non costituzionale.

Se lo Stato per proteggerci ci vorrebbe privare di tutto quanto finora ci ha fatto restare vivi e felici, possiamo dire no grazie? Siamo arrivati a questa veneranda età. Forse proseguiremo per poco il nostro cammino ma, per favore con le stesse costrizioni di tutti gli altri.

Questo troppo bene è semplicemente soffocante.

ICh propone questa fiaba:

“Nelle terre del Rajastan c’era un regno dove vigeva un’usanza molto particolare: quella di abbandonare i propri anziani in un luogo remoto ed inaccessibile tra le montagne. Un Ministro di Corte trovò difficile rispettare l’usanza quando venne il momento di abbandonare il proprio genitore anziano, che molto amava. Costruì così un nascondiglio sotterraneo vicino alle cantine del suo palazzo e vi nascose il padre, che andava a trovare giornalmente.
Un giorno una divinità apparve al sovrano di quel paese e gli rivolse alcune domande insolubili, specificando che, se non fosse riuscito a trovare una risposta soddisfacente alle stesse, il suo paese sarebbe stato distrutto.
La prima di queste fu: ‘Ci sono due serpenti, indicami il sesso di ciascuno.’
Né il Re, né i membri della corte di palazzo riuscirono a risolvere il problema; così il Re emise un bando dove si promettevano mille rupie d’oro a chi fosse riuscito a risolvere il problema.
Il ministro si recò nel nascondiglio di suo padre e gli chiese la soluzione del problema. Il vecchio genitore sospirò e disse: ‘È molto semplice. Bisogna mettere i due serpenti su di un tappeto soffice; quello che inizia a muoversi è il maschio, e l’altro che resta tranquillo è la femmina.’
Il ministro corse a riferire la risposta al Re, senza dirgli da dove proveniva, ed il problema fu tranquillamente risolto. Allora la divinità sottopose al Re gli altri problemi di difficile soluzione e ne il Re ne quanti gli erano vicini riuscirono a trovare le risposte, ma il ministro, dopo essersi consultato coll’anziano padre, seppe rispondere a tutti. Ecco alcune delle domande e delle risposte. ‘Chi è quello che, mentre dorme, viene chiamato sveglio, e, mentre è sveglio, viene chiamato addormentato?’ La risposta fu: ‘È colui che è sulla strada della Perfezione. Viene considerato sveglio in paragone a chi non è interessato alla Luce; mentre viene considerato addormentato in paragone a quelli che hanno già ottenuto l’illuminazione divina.’
‘Come è possibile pesare un grosso elefante?’ ‘Basta farlo salire su di una nave e tracciare un segno sulla linea di galleggiamento della nave. Poi si deve farlo scendere e caricare la nave di pietre sino a che non affondi nell’acqua tanto da raggiungere il segno tracciato in precedenza. Quindi si potranno pesare le pietre.’
‘Qual è il significato della frase: Una tazza d’acqua è più dell’acqua dell’oceano?’ ‘Una tazza d’acqua viene data con spirito puro e compassionevole ai propri familiari o ad una persona malata e ci procura gratitudineeterna, ma l’acqua dell’oceano arriverà prima o poi ad esaurirsi.’
‘Ecco un tronco di castagno; quale delle due estremità del tronco è quella che era in basso e quale in alto?’ ‘Ponete il castagno in acqua; la parte che galleggia leggermente al di sopra dell’altra è quella che era rivolta verso l’alto.’
‘Ci sono due cavalli di uguale forma e dimensione; come si può distinguere la madre dal figlio?’ ‘Date loro della biada; la madre spingerà la biada col muso verso il proprio figlio.’
Ciascuna risposta data alle domande della divinità piacque a questa quanto al Re.
Il Re fu felice di scoprire che le risposte provenivano dall’anziano genitore che il ministro aveva nascosto e abolì la legge sull’abbandono degli anziani sulle montagne ed ordinò che questi venissero, da allora in poi, amati, rispettati, e trattati con gentilezza.”

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5 Commenti
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4 Maggio 2020 8:45

Cara Lalli che penna colta, arguta, profonda osservatrice e divertente!
Riguardo allo scorso tuo articolo sui Valori negati.Vorrei farti osservare che le nuove generazioni che ci stanno governando sono molto Spesso figlie di famiglie……inesistenti che non hanno tramandato cio’ che i nostri genitori a loro volta hanno fatto con Noi!
Evviva la vecchia sana classe Contadina che riesce nel bene o nel male ancora a preservarli. Lo ho oggi stesso potuto constatare.Ti pregherei di credermi!
Tua Olghina

Reply to  Olga Ricciardi
4 Maggio 2020 13:00

Cara Olghina
a volte mi sento un dinosauro. troppe le cose che noi sentiamo sono tanto diverse dal sentire odierno di tanti!
grazie! sei sempre affettuosa e generosa nei tuoi commenti scritti e verbali su di me!
ti abbraccio forte nell’attesa di rivederci veramente.
Lalli

29 Aprile 2020 14:31

Bravissima Lalli sottoscrivo e apprezzo. Anche se ultra ottantenne ho voglia di fare molte cose e viaggi. Provino a fermarci. ” Hasta la Victoria siempre !”
Fabrizio

Catherine Beretti
29 Aprile 2020 17:43

Qualcuno prima di noi ha detto “Perdonali non sanno quello che fanno”, io da over 60 perdono i nostri politici, molto spesso non sanno quello che fanno e comunque continuerò a lavorare, a passeggiare, con mascherina, rispettando le distanze soprattutto quelle da chi mi vuole isolare mentalmente.
Grazie mille Lalli per questa bella riflessione,

Gustavo delli Paoli
29 Aprile 2020 11:53

Devo confessare che non mi riconosco nella “rivolta degli anziani” attuata da molti miei coetanei indignati, offesi e frustrati dalle disposizioni del governo. Personalmente trovo abbastanza comprensibile che non possano tornare alla normalità 60 milioni di italiani tutti insieme. Dunque è indispensabile una segmentazione.
Dato per scontato che ci sono ultrasessantenni più che attivi e anche utili alla collettività e che è certo meno a rischio un sessantenne sportivo e non fumatore che un quarantenne obeso e alcolista, a me sembra semplice buon senso che la parte meno attiva e maggiormente a rischio della popolazione, sia l’ultima a dover riprendere l’attività “normale”.
Non sono forse gli anziani più saggi, pazienti ,più altruisti e più disposti a sacrificarsi per gli altri ?

Osservo altresì che in altri paesi prima o poi,con un po’ di fortuna, si diventa vecchi, …ma ce ne vuole prima che ti diano del “vecchio”. In Italia invece, all’improvviso, senza avvisaglie, sei un “anziano”, parola orrenda, un termine ibrido che fa pensare al grigio, agli umarell, all’inattività, all’inutilità sociale… e non ancora alle chiome candide, ai nipotini e alla saggezza. Ancienneté in Francese indica gli anni di servizio e l’inglese “ancient” si riferisce all’antichità. Da noi suona quasi come un’offesa, una condanna all’esclusione.