SPORT/TECNOLOGIA – Novità sull’andare a vela per mare

L’attuale record di velocità a vela sull’acqua è di 121 Km/h. È in corso una competizione per superare la mitica barriera dei 150 km/h sull’acqua surclassando l’attuale record che è di 121 Km/h. Per farlo un gruppo di ricercatori di Marsiglia, guidati da Alex Caizergues, il primo uomo a superare la barriera dei 100 km/h, ha ideato un nuovo tipo di navicella (difficile chiamarla “imbarcazione”), che sfrutta le vele di kyte surf e i foil.
Guardando le regate della recente Coppa America, abbiamo imparato a conoscere i “foil” posizionati sotto lo scafo che permettevano alle imbarcazioni di “volare” sull’acqua anche in presenza di venti leggeri.
L’idea di Caizergues è di far trainare la navicella da un’ala kite di ragguardevoli dimensioni controbilanciandone la forza con un foil immerso nell’acqua che la “ancorerebbe“ a questa. La navicella, di fatto, viaggerebbe totalmente sospesa al
di fuori dell’acqua.
Clicca qui per vedere il progetto.

Da un punto delle forze in gioco, i fattori limitanti la performance sono il trascinamento del kite in aria e del foil in acqua, ma il problema maggiore da superare è quello della “cavitazione”, Il fenomeno è ben noto e temuto in idraulica: in corrispondenza della superficie di contatto tra il solido immerso in movimento (ad esempio le pale di una pompa) e l’acqua si formano delle “bolle” di vapore acqueo che scoppiano provocando forti vibrazioni fino alla distruzione del solido stesso.
Necessario quindi uno studio teorico approfondito ma è indispensabile anche una esperienza pratica. Per questo il gruppo di Marsiglia ha realizzato un prototipo in scala 1/3 che scenderà in acqua in questi giorni.
Caizergues non è il solo a cercare di battere il record. Una equipe di giovanissimi studenti (età media 23 anni) della Ecole polytechnique di Losanna ha sviluppato un progetto alternativo che ha in comune con quello francese di utilizzare la forza trainante della vela di kite e la resistenza del foil ma con il foil direttamente agganciato alla imbarcazione che resterebbe in contatto con la superficie del mare.
Il progetto svizzero dovrebbe essere pronto nel 2022. Con questo progetto il tentativo di battere il record richiederebbe un “campo di prova” con contemporanea presenza di vento e mare calmo, difficile forse da individuare. Ad esempio le prove di velocità su terra si possono fare solo sulla superficie del lago salato che è rigorosamente piatta.
Entrambi questi progetti hanno in comune l’utilizzo delle vele del kite. Quelle delle vele kite sembra essere una possibile nuova strada per la navigazione marittima.
Installando sulle navi commerciali vele kite di grandi dimensioni da utilizzare in certi momenti o in certe tratte della navigazione si potrebbe risparmiare carburante – risultato che sarebbe molto apprezzato in questo momento in cui in tutto il mondo si cerca di ridurre la emissione di gas serra. Un’indagine – al momento solo su modelli di navi esistenti– è in corso da parte della stessa equipe di ricerca di Caizergues.
Sulla spinta della “riduzione delle emissioni di gas serra“ la navigazione “a vela”, che era rimasta solo nelle “navi scuola” come la nostra “Amerigo Vespucci”, sta tornando di attualità.
Ci sono già dei cargo a “propulsione eolica” che solcano i mari: la nave Afros naviga dal 2018!
È stata già progettata ed è in corso di realizzazione una nave transoceanica – la OceanBird – da 35.000 tonnellate, lunga 200 m e larga 40. capace di trasportare 7.000 veicoli e di traversare l’Atlantico in 12 giorni (5 in più delle navi attuali). Le vele sono alte 80 metri ma sono “telescopiche” e possono essere ritratte in modo da avere un’altezza sull’acqua di 45 metri per permettere alla nave di passare sotto i ponti.
Si prevede che possa essere varata nel 2024. La riduzione nelle emissioni di Co2 raggiungerebbe il 90%.
Attualmente questo tipo di navi a “propulsione eolica” sono molto costose e non convenienti dal punto di vista commerciale – ma le cose possono cambiare in relazione alle politiche “fiscali” dei paesi del mondo.
Spinto da preoccupazioni ecologiche, da meri interessi commerciali o dal desiderio di stabilire dei nuovi record, l’ingegno umano è al lavoro e ….ne vedremo delle belle!

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