La musica è pericolosa
di Nicola Piovani
Edizioni La Nave di Teseo
Copertina di Milo Manara
Inizia con questa frase di Federico Fellini, il libro di Nicola Piovani con cui il compositore intitola il suo libro autobiografico.
«La musica è pericolosa, agisce ad un livello così profondo e inconscio da diventare pericolosa. È un fatto estremamente misterioso che non so bene con cosa ha a che fare, ma io avverto sempre nella musica una specie di minaccia, un risucchio pericoloso». Federico Fellini era particolarmente vulnerabile alla musica, ci racconta Nicola Piovani e la musica agisce a livello così profondo che può essere pericolosa, determina forti emozioni e arriva a coinvolgere l’ascoltatore al punto da cambiarlo nel corso dell’ascolto. Così come sono le cose belle quando hanno a che fare con l’indicibile, è una esperienza a rischio, a rischio anche di naufragio.
Piovani, pianista, compositore e direttore d’orchestra, ripercorre in questo libro la sua vita, la sua carriera, il suo percorso da compositore, gli incontri, in particolare quello con il cinema, i suoi lavori ed i riconoscimenti.
Piovani racconta quanto fosse impegnativo ma anche gioioso stare con Federico Fellini perché non esisteva discontinuità tra la sua vita di tutti i giorni e la sua arte. Il suo era sempre un livello altissimo sia che si parlasse di Bunuel, per il quale diceva di provare molta invidia o che parlasse delle linguine al tonno. Con lui si lavorava prendendo appunti e poi l’appunto si tramutava miracolosamente in una nota. Piovani confessa che il momento di presentare il lavoro al regista risentiva di una certa ansia da prestazione. L’idea del film sta nella testa del regista. Tutto viene superato nel trovare la musica congrua per quel film. Per esempio, negli appunti che Piovani prese su indicazioni di Fellini per il film Ginger e Fred, racconta che il regista gli disse: «La musica dovrebbe suonare qualcosa di simile alle musiche che in genere accompagnano questo tipo di show televisivi. Hai presente quelle musiche gaglioffe che alludono ad una allegria un po’ falsa e un po’ insulsa? Quelle musiche che danno un malinconico senso del vuoto per la loro ripetitività e che raccontano praticamente solo la noia pomeridiana domenicale dei finti sorrisi con la loro melensa vacuità con una orchestrazione magniloquente e inutile». Per poi concludere: «Oh, mi raccomando fammela bella la musica!»
Vi è poi la testimonianza di Nino Rota che racconta come si realizza la musica di un film di Federico.
«La musica la facciamo talmente svelti che sarebbe meglio non farlo sapere a nessuno. Potrebbero pensare che la facciamo con faciloneria. Vediamo, Federico mi dà qualche indicazione molto precisa ma anche molto contraddittoria, magari dice fai un motivo allegro ma che sia triste, un motivo vecchiotto ma che sia nuovo… Ad un certo punto suono un motivo e Federico si ferma e mi dice, guarda questo va bene. Con questo ci facciamo tutto il film. Si trattava di Amarcord».
Nicola Piovani ci racconta come il suo ambito familiare non fosse particolarmente colto e per lui la fonte di avvicinamento alla musica colta era la radio. La radio fu il suo tragitto formativo, il suo Pantheon musicale. Sua mamma comprava tutte le settimane il Radio Corriere e su questa rivista poteva vedere le programmazioni di suo interesse. Senza la radio, racconta l’Autore, probabilmente avrei fatto altro. La musica è probabilmente entrata nella vita di Piovani a tre anni quando suo padre gli regalò una fisarmonichetta giocattolo.
Piovani fu colpito dal cinema, che all’epoca era praticamente solo intrattenimento, vedendo il Settimo Sigillo e comprese che il cinema poteva essere una forma di arte così come l’architettura, la pittura, la musica.
Tante le scintille che scoccano nella vita straordinaria di Nicola Piovani che si racconta con l’arte della semplicità. Un libro assolutamente affascinate.
Buona lettura!
P.S. La mia piccola scintilla con la musica avvenne a 6 anni, guardando quella genialata di Carosello.
La pubblicità è di Super Trim un detersivo della Agip. La storia era Le disavventure di Angelino: un giovane angelo dal camice bianco e dalla curiosità infinita per tutte le cose terrene, per questo motivo lui viene sulla Terra spesso e si lancia in avventure affascinanti che però finiscono sempre in una pozzanghera che sporca la sua tunica e lui piange. A questo punto la musica si scatena e invita Angelino a non piangere più perché Super Trim, la magia che lo sporco porta via, risolverà tutto. Quella affascinante musica, ho scoperto parecchi anni dopo, era il Rondò alla Turca di Mozart.
Sono scesa un po’ di livello…
“La musica è il linguaggio dell’eternità”. Riccardo Muti
Effettivamente quanto spiega Nicola Piovani a proposito della musica, si sposa perfettamente con le affermazioni di Keith Richards, il celebre chitarrista dei Rolling Stones, che nella sua autobiografia, “Life”, si interroga ripetutamente sul fenomeno sociale innescato dalla loro musica e da quella dei Beatles, per concludere, che loro non avevano la consapevolezza su che tipo di fenomeno sociale avessero messo in moto, ma che sicuramente erano andati a disseppellire qualcosa di nascosto, di sopito, ma di molto potente.