Articolo di Massimo Cestelli Guidi, Autore Ospite de La Lmapadina
Sei – sette milioni di anni fa due Generi, Homo e Pan (Scimpanzé), discendenti dalla Sotto – Famiglia comune degli “Homininae” e dalla Sotto – Sotto – Famiglia comune degli “Hominini” hanno iniziato la loro evoluzione.
Quella umana (Genere Homo) si è sviluppata in questo lungo periodo di tempo con molteplici ramificazioni, alcune delle quali si sono prematuramente estinte.
Ci dobbiamo rendere conto dell’enorme spazio temporale della nostra evoluzione. A noi sembra molto distante nel tempo l’Impero romano risalente a circa duemila anni fa, ma il periodo dell’evoluzione è duemila-tremila volte maggiore.
Una pubblicazione di Le Monde- Hors Serie (Gennaio 2025), per la quale ha lavorato il Prof. Telmo Pievani della facoltà di Biologia dell’Università di Padova, riporta aggiornata ai giorni nostri, in base all’attuale conoscenza archeologica, tutta l’evoluzione umana. Con uno sviluppo esaustivo, partendo dalla nascita del genere Homo, arriva ad elencare 38 gruppi etnici presenti oggi nel mondo.
La nascita del genere Homo è avvenuta nell’Africa dell’Est (le attuali Etiopia, Kenia, Tanzania) e in Africa del Sud. Quattro tappe emblematiche dell’evoluzione, sono riportate nella pubblicazione di Le Monde, riproducendo gli ominidi con le relative posture di deambulazione: Scimpanzé; Australopiteco; Neanderthal; Homo moderno.
Sono state fatte alcune ricostruzioni degli ominidi, eseguite in base ai reperti ritrovati negli scavi archeologici, e se ne riportano tre come esempio.
La prima è di una coppia di Australopithecus risalente a 3,5 – 4 milioni di anni fa. L’epoca di questa coppia è circa quella della famosa Lucy, i cui resti sono stati ritrovati in Etiopia e sono fatti risalire a 3,2 milioni di anni fa.
La seconda è di un Homo Ergaster risalente a 1,5 – 2 milioni di anni fa.
L’ultima è di un Homo Neanderthal.
Nelle ricostruzioni si notano le sembianze degli ominidi che per l’evoluzione, dall’aspetto scimmiesco degli Australopithecus, passano a sembianze più vicine agli umani moderni. In particolare i Neanderthal, vissuti in un periodo più recente dell’evoluzione, ossia da 700.000 – 600.000 anni fa, appaiono nella ricostruzione simili ai Sapiens.”
Gli archeologi hanno ricostruito tre uscite dall’Africa dei nativi Homo. La prima, molto probabilmente dovuta ai cambiamenti climatici, si fa risalire, circa 2,0-1,5 milioni di anni fa, alla specie Homo Ergaster in base ai ritrovamenti archeologici del Medio e Estremo Oriente e della Spagna. La seconda uscita dall’Africa è datata, sempre in base ai reperti archeologici, 800.000-650.000 anni fa e le specie del genere Homo si estendono, oltre che in Medio ed Estremo Oriente, anche in tutta Europa. Una terza uscita gli Archeologi l’anno fissata fra 130.000-100.000 anni fa, con una notevole espansione in Estremo Oriente: in Indonesia, in Nuova Guinea, in Australia.
L’ultimo continente dove è arrivato il genere Homo è quello delle Americhe, e per primo quello dell’America del Nord perché il passaggio è avvenuto dalla Siberia attraverso lo Stretto di Bering. Questo passaggio e la relativa espansione nel continente, si fa risalire a 30.000-9.000 anni fa, e la specie è quella dei Sapiens, l’ultima specie del genere Homo rimasta in quel periodo.
Parallelamente all’evoluzione biologica si è verificata l’evoluzione cognitiva per le varie specie umane, evoluzione che si è sviluppata nel tempo attraverso lo scambio di informazioni e la cooperazione fra i vari Gruppi nell’ambito di ogni specie.
Negli ultimi secoli della nostra esistenza, l’evoluzione cognitiva è stata influenzata dall’evoluzione tecnologica, i cui capisaldi fondamentali sono stati le invenzioni della Stampa e di Internet. Quest’ultimo, nato con la realizzazione dei Computers, ha determinato un’accelerazione esponenziale dell’evoluzione cognitiva mondiale.
Concludendo la breve e sintetica esposizione dell’evoluzione umana, si deve precisare che le recenti scoperte archeologiche al riguardo, hanno intensificato la ramificazione delle specie nell’evoluzione del genere Homo, generando maggiore complessità nella conoscenza invece che maggiore chiarezza.