A fine settembre, noi della Lampadina partiremo per Compostela! Saliremo sul bus da Madrid e visiteremo tanti paesini lungo il percorso. A qualche chilometro dall’arrivo, ci faremo lasciare per entrare in città a piedi—come si conviene!
Mi chiedevo: torneremo distrutti o rinvigoriti dopo tutti i chilometri che faremo? E, secondo le “regole ufficiose” del benessere, quanti passi bisognerebbe fare per stare bene?
Lo standard nel mondo del wellness è di 10.000 passi al giorno, un numero nato nel 1964 quando la società giapponese Yamasa lanciò il primo contapassi in occasione delle Olimpiadi di Tokyo.
Oggi, con gli smartphone, contare i passi è diventato un gioco… a volte fonte di gioia, o frustrazione!
La rivista The Lancet ha affrontato la questione intervistando 160.000 adulti e monitorando i loro movimenti su distanze di 7, 10 e 12 km. Secondo lo studio, non servono necessariamente 10.000 passi al giorno: 6.000–7.000 sono sufficienti per ridurre significativamente il rischio di malattie.
Chi fa 7.000 passi al giorno ha una riduzione del 47% della mortalità rispetto a chi ne fa solo 2.000, con benefici anche per malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, demenza e tumori.
Passare da 7.000 a 10.000 comporta solo un ulteriore 1% di riduzione della mortalità, ma con un forte impatto sui sintomi depressivi: -14%.
Secondo Ding Ding, docente di Salute Pubblica all’Università di Sydney, il vero salto lo si fa a 12.000 passi, dove la mortalità si riduce fino al 55%.
Ma chi ne fa meno, dovrebbe sentirsi in colpa?
Per Daniel Bailey, esperto della Brunel University di Londra, anche tra i 5.000 e i 7.000 passi si ottiene una riduzione dei rischi. L’importante è camminare quanto si può—e recuperare quando se ne ha l’occasione.
E noi, quanti ne faremo per Compostela? Forse 50.000 o 60.000 passi in totale?
Wow! Torneremo in Italia tutti più giovani… evviva!
CV
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