COSTUME – E se invece…

La città, dopo qualche mese di pausa, è tornata al suo abituale traffico caotico. Riaperte le scuole tutti di nuovo al lavoro. Piccoli e grandi.
È stata un’estate piena di ansie in Estremo Oriente e a nord est. Pare che questi conflitti non trovino una qualche soluzione e tutto si trascina ma in modo sempre più preoccupante.
Nel nostro piccolo un’estate balneare piena di polemiche ed articoli sui giornali.
I gestori degli stabilimenti hanno palesato la loro preoccupazione. Foto di lungomare con centinaia di ombrelloni chiusi. Non prenotati.
Dall’altra la voce dei clienti orrificati dai costi di ombrellone e lettino che quasi sfiorano il costo di una casa estiva in affitto. A volte lo superano decisamente. Per non parlare dell’obbligo in alcune strutture di prenotare per almeno due mesi. Ma quasi nessuno fa più vacanze nello stesso posto tanto a lungo.
Pensandoci bene. Forse siamo all’inizio di una pacifica rivoluzione. Per anni ci siamo appoggiati allo stesso stabilimento. Dapprima in pochi e nella prima fila di ombrelloni. Piedi quasi in acqua. Omaggiati e coccolati dai gestori. Mano a mano che il flusso dei clienti è aumentato gli ombrelloni si sono moltiplicati in modo esponenziale e, senza realizzarlo, siamo finiti nell’ultima fila. Non più piedi nell’acqua. Giustificazione della retrocessione il fatto di non impegnarsi per periodi lunghi.
Ora… se mi devo trovare in ottava fila nella sabbia bollente. A pochi passi dal mio vicino che a volte è silenzioso e gentile ma a volte è circondato da ragazzini urlanti che invadono la mia scarsa ombra che ruota inesorabile. Per cui occorre spostare il lettino saltellando sulla sabbia rovente ma, standosi addosso così ravvicinati, la nostra ombra è occupata dai secchielli del vicino che occorre, gentilmente per carità, scansare. Con questo clima rovente e le raccomandazioni preoccupate dei dermatologi l’ombra è essenziale.
Vista la situazione… ci stupiamo delle fotografie di spiagge desolatamente vuote? Non penso sia solo perché troppo care  (ma se affitto una casa al mare poi non vado alla spiaggia?) ma perché troppo affollate, troppo calde, troppo rumorose, troppo tutto.
Forse la gente ha aperto gli occhi o li sta aprendo. Tanta gente quest‘anno ha riscoperto antichi borghi una volta abitati dai nonni, o un affitto in un casolare di campagna o una spiaggia meno nota in cui si viene accolti a braccia aperte: “Rari nautes”.
Forse abbiamo deciso di usare veramente i giorni di ferie per un meritato sereno riposo tranquilli al fresco, non pigiati come in un autobus con anche una buona lettura. Musica e passeggiate.
Forse c’è un ruscello vicino in cui i bambini possono rinfrescarsi e finalmente possono passare qualche ora di sana noia. Gli psicologi infantili dicono che è necessaria la noia per stimolare la creatività uccisa dai giochi elettronici.
Forse abbiamo finalmente realizzato che dopo un periodo di lavoro e di ansie quello di cui abbiamo veramente bisogno è di un po’ di pace. Quella pace che ora manca in troppi paesi del mondo.
Il nostro paese è pieno di posti bellissimi e ignoti.
Con un po’ di buona volontà non è difficile trovare un luogo di villeggiatura meno noto e più umano. Scopriamolo. Di conseguenza fra qualche tempo gli stabilimenti balneari abbasseranno un po’ le loro richieste per ottenere un ritorno che non sarà più massiccio dato che in tanti avranno nel frattempo scelto soluzioni diverse, ma che, comunque, ci sarà.
Sogno? O spero?

 

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Amedeo de Franchis
23 Settembre 2025 11:43

Articolo intelligente e ben scritto, del tutto condivisibile. Complimenti all’autrice!