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La Lampadina - n. 112 ::: Maggio 2022

Cari Lettori, 
numero eterogeneo questo di maggio, tangente passato e presente, per il futuro, solo proiezioni... I nostri nipoti vivranno fino a 150 anni? Non è dato sapere, ma siamo confidenti!
Facciamo un viaggio in Europa, dalla tollerante Odessa del Settecento, all'arte delle Fiandre del Cinquecento, con un passaggio in Italia per scoprire i misteri del Sanzio. In Italia settentrionale, ripercorriamo i sentieri longobardi, e approfondiamo la figura di Margherita, la regina d'Italia. Ancora un passaggio nella Russia di qualche anno fa con Maria Luisa, mentre Giuseppe ci fa tornare alla realtà del diritto..
Molte le news che ci raccontano di un mondo globalizzato e in perenne movimento che ci porterà, chissà...
Buona lettura
ICH 

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Sabato, 7 maggio 2022

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


GENETICA – La lunghezza della vita, vivremo fino a 150/200 anni?
Articolo di Carlo Verga

Monica Vitti, quando ho sentito della sua scomparsa il mio primo pensiero è stato sulla sua piacevolezza e sulla sua età: ne avrà almeno 70-75 di anni, mi sono detto, quando nel proseguo della notizia parlavano di 90 anni sono rimasto perplesso? Ma è possibile? mi sembra ieri che con la Sua bella figura entrava in tanti film divertenti, ma così è!
A proposito dell’età e della lunghezza della vita mi è capitato un articolo su una newsletter finanziaria di origine Usa. Raccontavano delle tante ricerche e studi sul DNA e come eventuali sviluppi e interventi se impostati correttamente, potrebbero probabilmente allungare la vita. Ci sarebbe da scrivere molto sull’argomento e non sono certo io che possa farlo, ma vi porto una sintesi dell’articolo.
La lunghezza della vita, vivremo fino a 150/200 anni? La vita negli anni si è allungata molto, oggi parliamo di una probabilità media di 75/85 anni, che se confrontato ai 30-40 anni di qualche centinaio di anni fa, denota una differenza veramente notevole (vedi il grafico che segue).
Tanti i fattori esterni che hanno influito su questa tendenza. La vita ha iniziato ad aumentare da quando noi umani abbiamo imparato a lavarci le mani e a smettere di scaricare escrementi nelle strade della città, poi in età più recenti la penicillina, gli antibiotici e le nuove tecniche per sconfiggere le tante malattie o guarire da ferite di ogni genere. Prima si moriva per un nonnulla, oggi le probabilità di rimanere in vita dopo un grave incidente, o l'aver contratto infezioni, sono molte.
Comunque il limite massimo di probabilità di vivere è ipoteticamente di 100 anni o qualcuno di più ma molto raro.
Ma si arriverà a vivere più a lungo? Il fenomeno dell’invecchiamento è definito con la funzione matematica che i ricercatori chiamano la legge di Gompertz-Makeham, i nostri corpi si decompongono secondo un programma in qualche modo prevedibile.
Finora, nessuna soluzione è stata trovata per ritardare la durata massima della nostra vita. Le cure mediche le più evolute possono solo aumentare le probabilità di arrivare al n. 100. L'invecchiamento ha resistito a tutti i tentativi della medicina moderna di modificarlo in qualche modo e solo recentemente, le tante ricerche, hanno portato se non altro ad identificare il possibile colpevole di questo degrado. Bene, il problema sembra sia nel nostro DNA o quanto attorno.
Così come un virus nascosto nel software, il nostro DNA con il tempo tende a danneggiarsi impartendo informazioni al nostro corpo che manderebbero in tilt le cellule vicine. I codici genetici del DNA forniscono istruzioni su come e quando costruire/sostituire le cellule, senza le istruzioni per replicare e riparare il danno, i tessuti e gli organi importanti iniziano a rompersi.. Man mano che la vita progredisce, istruzioni diverse creano risultati diversi. I neonati si trasformano in bambini che poi si evolvono lentamente in adulti. Durante quel periodo, vengono create e sostituite innumerevoli generazioni di cellule. Per i primi decenni, queste cellule "giovani" sono perfettamente sane. Poi da qualche parte lungo la strada, si attiva un interruttore molecolare e il codice genetico stesso inizia a degradarsi e a funzionare male. Questo crea cellule "zombie" caotiche che devastano qualsiasi altra cellula vicina e che quindi sarebbe necessario bloccare. In alcuni casi i ricercatori sono stati in grado di rallentare i segni dell'invecchiamento, parliamo di lifting o un'iniezione di Botox ma nulla cambia per quel famoso n. 100.
Si sta studiando e lavorando su come intervenire sul DNA per renderlo più stabile, costante senza alcun cambiamento nelle sue istruzioni. Facile a dirsi, certo ci vorranno anni e poi soddisfatti? Potremo vivere fino a 150 anni o più.

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“La vita è preziosa solo perché ha una fine. Voi mortali non sapete quanto siete fortunati.”

Rick Riordan

STORIA CONTEMPORANEA - Margherita, la regina della pizza
Articolo di Beppe Zezza

In qualunque pizzeria entriate, sia in Italia che all’estero, nel menu non mancherà mai la pizza Margherita. È la regina delle pizze! Si chiama così in onore della regina Margherita di Savoia.
Di costei, una parte degli italiani conosce solo la storia, o la leggenda, della creazione della pizza - per chi  volesse colmare l’eventuale lacuna può  trovarla su internet - gli altri neanche quella! (Per inciso ho osservato che in molte delle “pizze Margherita” che vengono offerte manca la foglia di basilico che, invece, dovrebbe caratterizzarla per completare i colori della bandiera italiana). 
Potrà essere allora gradita una breve ricostruzione storica.
Margherita nasce nel 1851 da Ferdinando di Savoia-Genova, fratello di Vittorio Emanuele II e da Elisabetta di Sassonia, principessa di grande lignaggio - aveva tra i suoi antenati i Wittelsbach di Baviera, i Borbone-Parma, gli Asburgo-Lorena. Rimane presto orfana del padre. La madre si risposa dopo neanche un anno di vedovanza con il suo amante provocando grande scandalo.

Vive lontano da lei educata da istitutrici, che le trasmettono una fervente fede cattolica.
Quando Vittorio Emanuele II di Savoia, primo re d’Italia, dovette cercare una moglie per il suo figlio primogenito Umberto (la prima scelta Matilde d’Asburgo - Lorschen era perita in un tragico incidente) - si trovò in difficoltà perché le case regnanti europee lo guardavano con un certo disdegno per il modo nel quale si era impossessato del Paese scalzando principi e reali, tutti, più o meno, tra loro imparentati.  Si dice che avesse chiesto la mano di una infanta di Spagna per il suo secondo figlio ottenendo non un rifiuto ma addirittura un "non ricevuto". In questa situazione dovette guardare in famiglia e scelse Margherita.
Margherita, dopo il matrimonio, avvenuto nel 1868, assunse subito ruoli pubblici come prima Dama del Regno, essendo il suocero rimasto vedovo. (Vittorio Emanuele in seguito si risposò ma solo “morganaticamente” - cioè senza attribuire alla moglie il titolo di Regina Consorte - con la sua amante di antica data Rosa Vercelliana).
Dotata di molto “charme” e di intuito politico fu subito molto popolare. Stabilendosi, con il consorte, il principe Umberto, a Napoli, ex capitale del Regno delle Due Sicilie “orfana” di un sovrano residente, e viaggiando con lui per tutta la penisola, dette un notevole contributo al radicamento della dinastia dei Savoia nel neonato Regno di Italia.
Nel 1869 partorì un figlio maschio, chiamato Vittorio Emanuele, come il nonno, che sarà il futuro terzo re della dinastia. Fu l’unico figlio anche perché i suoi rapporti coniugali con Umberto, il quale aveva già precedenti relazioni amorose che proseguivano e ne arricchì di nuove, si interruppero e ciascuno fece la propria vita, pur rispettando le forme esteriori. Nel 1878 alla morte di Vittorio Emanuele, divenne Regina consorte. Fu la prima.
Il suo incedere maestoso, il suo prodigarsi per lo sviluppo della cultura, il suo interesse per gli orfanotrofi, gli ospizi e gli ospedali le valsero apprezzamenti molto diffusi; perfino il “repubblicano” Giosuè Carducci le dedicò una ode.
Sempre si prodigò per il prestigio della Corona. Politicamente di “destra” e di spirito fortemente conservatore, giunse ad approvare il cruento intervento repressivo del generale Bava Beccaris a Milano e a sostenere le iniziative “africane” dell’Italia anche dopo l’infausta giornata di Adua.
Era molto devota e il suo fervente cattolicesimo fu di grande aiuto per stabilire una pacifica convivenza nella Roma appena conquistata, tra la monarchia e il Papa, sdegnosamente rinchiuso in Vaticano.

Dopo l’assassinio del marito, avvenuto nel 1900, fece un passo indietro nei confronti della nuora Elena, che non amava e considerava poco “regale”, pur rimanendo sulla scena pubblica come regina madre. Si dedicò soprattutto alle opere di carità. Sempre forte era in lei il desiderio di conservare le tradizioni e i fasti di casa Savoia. Non condivideva gli orientamenti politici del figlio Vittorio Emanuele e non vide di buon occhio l’abbandono della Triplice Alleanza e l’entrata in guerra a fianco dell’Intesa.
Rimase comunque fedele al patriottismo prodigandosi durante la guerra nella cura dei malati, degli orfani e delle vedove. Nel trambusto del dopoguerra non nascose le sue preferenze per il conservatorismo sociale, per il nazionalismo e per un governo forte e la sua avversione al socialismo e al parlamentarismo. Vide di buon occhio l’avvento del fascismo e nutrì per Mussolini una profonda stima personale.
In vita fu anche una appassionata alpinista: fu la prima donna a raggiungere la vetta del Monte Rosa. Per questa ascensione fece costruire un rifugio che porta il suo nome e che è ancora il più alto in Europa.
Morì nel 1926 a Bordighera, nella villa in cui aveva passato gli anni della guerra e in precedenza alcuni mesi del 1868 per riprendersi dallo choc del primo attentato subito dal marito Umberto, attentato che lei stessa aveva contribuito a sventare, gettando in faccia all’attentatore il mazzo di fiori che portava in grembo.
Il suo corpo fu poi traslato a Roma e riposa nel Pantheon, insieme ai reali di casa Savoia, unica regina a esserlo. (La regina Elena è sepolta nel santuario di Vicoforte, la regina Maria Jose è sepolta nell’Abbazia di Altacomba nell’Alta Savoia).

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“Cortese al popolo;
in palazzo....regina.”

Giosuè Carducci - Eterno Femminino Regale

STORIA – Odessa, la “perla del Mar Nero”: una città cosmopolita che attirò mercanti, ispirò la storia ed i suoi artisti
Articolo di Carlotta Staderini Chiatante

“Allora io vivevo nella polverosa Odessa. Laggiù il cielo a lungo rimane luminoso, laggiù la fiera ricca delle merci innalza affaccendata i suoi stendardi, in tutto si sente il respiro, il soffio dell’Europa; laggiù tutto risplende alla luce del mezzogiorno e tutto è variopinto della varietà più vivace. Risuona per le vie allegre l’idioma dell’Italia dorata, là passano lo Slavo altero, il Francese, lo Spagnolo, l’Armeno, e il Greco e il tozzo Moldavo e il figlio della terra egiziana e il moro Ali, corsaro in congedo”.

Così ci racconta Alexander Puskin nel “Eugenio Onegin”. Sì, il soffio dell’Europa e l’idioma dell’Italia dorata, perché Odessa fu fondata nel 1794 da un militare di alto rango di Napoli, Josè de Ribas di padre catalano e madre irlandese, e lui, arrivando da Napoli quella luce del mezzogiorno, descritta da Puskin, la conosceva bene.
De Ribas fu sottotenente nel Reggimento Fanteria Sannita della Guardia Napoletana sino a vent’anni. Poi l’incontro fortunato con il conte Orlov di cui fu interprete e assistente e con il quale partì per la Russia. Una volta là, fu nuovamente fortunato e entrò al servizio del principe Potemkin, che poteva vantare ottimi rapporti con Caterina la Grande.
De Ribas si dimostrò un militare intelligente e molto attivo. Propose a Caterina la Grande di creare un porto commerciale in quella baia naturale sul mar Nero, porto che non correva il rischio di ghiacciarsi in inverno. Caterina accettò e De Ribas ne divenne amministratore capo, chiamando il porto “Odessos” ispirandosi all’antica colonia greca ed al viaggio di Ulisse. Iniziò la costruzione di case in pietra e questo fu l’inizio della futura Odessa.
Nell’Ottocento, per volere del conte di Richelieu (Armand Emmanuel de Vignerot du Plessis, duca di Richelieu) che fu governatore della Regione, la città si trasformò da villaggio a grande città ed era diventata l’approdo di mercanti stranieri, greci, armeni, polacchi, ebrei. Gli italiani erano molto numerosi. Arrivarono armatori, commercianti, pasticceri del Regno delle due Sicilie, le insegne dei negozi ed i nomi delle strade erano in italiano e la lingua italiana era nell’uso delle comunicazioni tra uomini d’affari.
Odessa era una città cosmopolita e tollerante. La presenza degli Ebrei nel quartiere ebraico di Odessa la “Moldavanka”, quartiere dove sono ambientati i racconti di Isaac Babel “Racconti di Odessa”, è stata una presenza fondamentale per lo sviluppo della città. Successivamente, malgrado Odessa sia stata una città tollerante rispetto ad altre zone dell’impero zarista, gli Ebrei furono vittime dei pogrom e poi dell’occupazione nazista. Degli 80.000 Ebrei presenti ad Odessa prima della seconda guerra mondiale, le truppe sovietiche di liberazione il 10 aprile 1944, ne trovarono solo 700.
Molti di voi probabilmente ricorderanno quel racconto elegante e perfetto scritto da Edmund de Waal “Un’eredità di avorio e ambra”. Storia della famiglia ebrea Ephrussi di Odessa, che vivevano davvero come degli dei nella Zionstrasse della città e della loro collezione di netsuke, incredibilmente sopravvissuta all’attenzione dei nazisti che razziarono il palazzo viennese di loro proprietà.
L’architettura e la bellezza dei suoi edifici, Odessa la deve ad un italiano, l’architetto Francesco Boffo, nato ad Orosei nel 1790 e laureato a Torino. Viene impiegato da una nobile famiglia polacca, i Potocki e progetta il loro palazzo ad Odessa. Oggi questo palazzo è un Museo.
Boffo fu architetto comunale e membro del comitato edilizio ed ebbe un ruolo di primo piano nella attività edilizia di Odessa trasformando la città in un gioiello dell’architettura neoclassica ed un museo a cielo aperto. Boffo passerà alla storia. Nella prima metà del secolo XIX una delle sue prime opere fu il teatro comunale, un teatro lirico in stile impero giudicato uno dei migliori teatri della allora Russia, da un punto di vista estetico e funzionale. Il teatro fu distrutto da un incendio nel 1873.
Boffo realizzò il progetto del lungomare di Odessa di cui purtroppo molti edifici furono distrutti durante la seconda guerra mondiale. Attualmente sul maestoso Primorsky Boulevard si affacciano edifici neoclassici e si nota l’Hotel Londonskaya, uno stupendo palazzo Belle Epoque; proseguendo si costeggia la base della Scalinata Potemkin, progettata da Boffo in modo che dal basso si vedano solo i gradini e dall’alto solo le dieci terrazze. La famosa scalinata in pietra, realizzata tra il 1837 e il 1841 che scende fino al porto e resa famosa dal film di Ejzenstein “La Corazzata Potemkin”, è formata da 200 gradini ed è la facciata marina di Odessa. Fu un’opera molto apprezzata e Boffo per questo progetto ricevette un’importante onorificenza che gli attribuiva gli stessi diritti della nobiltà ereditaria russa.
Odessa è tutta un mondo classico sospesa sopra un porto. Nel suo Museo di arte antica, furono messi i reperti greci dissotterrati man mano che il villaggio diventava città e raddoppiava il suo numero di abitanti ogni dieci anni. Ad Odessa vivevano eruditi, collezionisti, scaricatori, marinai, pescatori, avventurieri e truffatori, artisti e scrittori.
E qui in riva al mar Nero, questa città, ironica, entusiasta e poliglotta ha accolto greci, ebrei, francesi, austriaci, tedeschi, italiani armeni, polacchi, culture ed usanze di tanti popoli del Mediterraneo destinati a creare lo spirito odessita cantato da Puskin e Isaac Babel.

“Ancora oggi i negozi ed i viali della città odorano di molti mari e di vite a noi sconosciute” (Isaac Babel)

P.S. Il centro storico di Odessa è candidato dal 2009 presso l’UNESCO alla possibilità di diventare Patrimonio dell’Umanità. Auguriamoci possa questa decisione essere presa in tempi rapidi.

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“Amo la giustizia, ma trovo che essa perda il proprio carattere quando viene praticata in modo rigoroso; di fronte alle debolezze umane basta essere equi.”

Carterina La Grande

ABBIAMO OSPITI/DIRITTO – La Costituzione e il ritorno della guerra
Articolo di Giuseppe de Vergottini, Autore Ospite de La Lampadina

L’”operazione militare speciale” della Federazione russa di fine febbraio contro la Ucraina si è manifestata nei fatti come l’inizio di una vera guerra di aggressione finalizzata a sottomettere uno stato sovrano. Le reazioni all’aggressione non si sono fatte attendere.
Per quanto riguarda gli interventi di organismi politici, nella impossibilità di far ricorso utile al ruolo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, paralizzato dal diritto di veto russo, l’Assemblea Generale nella risoluzione del 2 marzo ha indicato con chiarezza chi ha violato la pace e la sicurezza internazionale. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha sospeso la Russia dai propri diritti e, prevenendo una espulsione, il 10 marzo la Russia ha annunciato il recesso dal Consiglio d’Europa.
Per quanto riguarda il profilo giurisdizionale si sono attivati distinti percorsi.
La Corte internazionale di Giustizia nel quadro delle misure previste dalla convenzione per la prevenzione e repressione del genocidio il 16 marzo ha ordinato in via interinale alla Russia di desistere dalle sue operazioni militari in Ucraina.
È stata poi accolta il 10 marzo dalla Corte europea dei diritti dell’uomo l’istanza in via cautelare che il governo ucraino aveva presentato venendo riconosciuto che le operazioni militari in corso rappresentassero un rischio per la popolazione civile. Inoltre il 2 marzo è stata attivata la Corte penale internazionale per l’accertamento del crimine di genocidio, dei crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Occorre anche riconoscere che questo attivismo non è stato e non sarà in grado di sospendere le atrocità di un conflitto che è destinato a proseguire. 
Con l’aggressione all’Ucraina siamo di fronte a un caso evidente di guerra internazionale che coinvolge due stati sovrani. Quindi il termine “guerra” risulta pertinente in quanto è apparso chiaro fin dalle battute iniziali il proposito russo di conseguire la debellatio del paese invaso. L’Italia si è improvvisamente resa conto del rischio che il conflitto potesse toccare l’area geografica inclusa nel perimetro Nato e quindi potesse coinvolgerla direttamente. È anche vero che molti hanno inizialmente pensato che il conflitto riguardasse soltanto aggressore e aggredito e non toccasse il nostro Paese ma la cosa non è così semplice se si considera che abbiamo deciso le sanzioni economiche, l’invio di armamenti e l’isolazionismo della Federazione Russa.

Ci si è quindi posti l’interrogativo di come si atteggi l’ordinamento italiano di fronte a una ipotesi di partecipazione a una guerra.
Facciamo quindi qualche richiamo ai vincoli che il diritto internazionale e la nostra Costituzione pongono alle decisioni da assumersi da parte della politica. Iniziamo dal richiamo delle clausole costituzionali che interessano la guerra. Il noto articolo 11 della costituzione ripudia la guerra recependo il diritto internazionale e in particolare l’art. 2, para.4, della Carta delle NU che considera illeciti la minaccia e l’uso della forza armata “contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite”. Parallelamente rileva l’art. 51 della Carta che garantisce la difesa individuale e collettiva come diritto naturale di ogni stato a resistere a una aggressione.
Si manifesta quindi la coincidenza fra fonte internazionale e fonte costituzionale quanto alla recezione dei principi garantisti propri della concezione liberale della democrazia.
L’articolo 11 rifiuta con fermezza la partecipazione dell’Italia a guerre di aggressione e quella finalizzata alla soluzione di controversie internazionali, ma non ha impedito diverse forme di intervento armato all’estero nel quadro di interventi promossi da organizzazioni internazionali di sicurezza. L’articolo 11 viene solitamente richiamato per sottolineare soltanto alcuni dei più evidenti profili della conflittualità armata che la Costituzione rifiuta. Questa non è tuttavia in principio vietata qualora si inserisca nel dovere di difesa inteso ad assicurare la sicurezza della comunità e delle istituzioni statali. Sicurezza significa protezione dalla invasività proveniente da azioni esterne, di terzi stati, di realtà internazionali aggressive, di organizzazioni terroristiche. Sotto questo aspetto la sicurezza assicura la protezione da aggressioni anche (o a volte prevalentemente) armate e richiede apparati di protezione tramite attività di intelligence e militari. La Corte Costituzionale ha ben posto in risalto non la sola liceità ma la doverosità della difesa.

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“Dunque l'uomo ama costruire, e tracciare strade, è pacifico. Ma da che viene che ami appassionatamente anche la distruzione e il caos?.”

Fëdor Michajlovič Dostoeveskij

ARTE - I protagonisti del mercato dell'arte in Fiandra nel '500. Tanto diverso da oggi?
Articolo Marguerite de Merode Pratesi

Mi ha sempre molto incuriosito il dialogo che si è creato, attraverso i secoli, tra chi vende e chi compra opere d’arte, fra produttore e consumatore, un dialogo continuo che quasi sempre illustra la realtà del mondo in cui si esprime; la realtà sociale, politica e quant’altro. Si sa che i protagonisti del mercato dell’arte, oggigiorno, si dividono tra varie categorie: gli artisti, i galleristi, i mercanti d'arte, i curatori, i critici, i collezionisti e infine gli esperti delle case d'asta, senza dimenticare le aste online.
Ma come avveniva, nel passato, questo scambio? Chi erano i protagonisti?
Non posso che accennare, in questo contesto che esige informazioni riassuntive, a un fenomeno solo.
Lo trovo molto interessante visto che non dista così tanto dalla situazione attuale: quello dell’innovativo mercato delle Fiandre del ‘500. Ricordiamoci che Anversa rappresenta a quel tempo la culla del Rinascimento Nordico, ovvero un centro carismatico dove trionfa la magnificenza borgognona in mano alla casa d’Austria.
I grandi artisti locali, Van Eyck, Memling, Quentin Mestys e Hieronymus Bosch sono conosciuti in tutta Europa. Le attività commerciali e industriali dei Paesi Bassi del Sud sostengono non solo la brillante corte borgognona, ma anche la finanza internazionale. Anversa, con i suoi grandi mercanti-banchieri che controllano il commercio d’Europa e del Nuovo Mondo, è la capitale economica europea e ricopre un ruolo cardine e all’avanguardia per quello che concerne il mercato internazionale dell’arte nel Nord Europa. Introduce, nel suo sistema di mercato, innovativi metodi di distribuzione.
È da sempre una tra le città più tolleranti d’Europa e lo dimostra praticando una politica mercantile accomodante e nuova, adottando come tendenza il libero mercato del “laissez- faire” con una struttura corporativa molto flessibile. Una delle più famose organizzazioni di questo tipo è la Gilda di San Luca fondata ad Anversa nel 1483.
Questa importante corporazione, che include tutti gli artigiani ed artisti, assumerà però un aspetto molto più rigido ed esclusivo nelle province del nord.
Per ampliare la vendita dei dipinti si allestiscono lotterie ed aste studiate specificatamente e si organizzano dei luoghi appositamente istituiti per creare esposizioni permanenti: i “schilderspand”. Sono spazi dove al loro interno operano mercanti d’arte specializzati che affermano una professionalità che li rende qualificati come intermediari tra gli acquirenti e i venditori. 
Ci sono due fiere annuali che attraggono per pochi giorni un numero elevato di ricchi compratori. Gli artisti producono per il mercato libero. Per rispondere alla notevole richiesta, i pittori sono costretti ad utilizzare una grande quantità di aiutanti per soddisfare ogni variazione della domanda con il risultato di abbassare a volte la qualità artistica del dipinto. 
Comunque, in questo contesto, l’opera d’arte rappresenta ancora un segno distintivo e di autorappresentazione di una specifica classe sociale, uno status symbol visivo.
Questo periodo di grande prosperità, viene interrotto verso la fine del XVI secolo con la diffusione in questa regione delle prime teorie calviniste. Filippo II di Spagna divenuto, per questioni ereditarie, sovrano delle Fiandre, le reprime con grande violenza. L’Inquisizione spagnola si fa sentire in tutta la sua crudeltà. Se la prosperità economica della città era stata sempre favorita da una tolleranza largamente praticata, le conseguenze della politica del nuovo sovrano spagnolo sono disastrose. Questi sconvolgimenti dell’assetto politico/religioso spingono i grandi uomini d’affari, gli artisti, gli artigiani e gli intellettuali a lasciare Anversa e ad emigrare assieme alle loro capacità e i loro lavoratori in nuovi centri. Portano con sé le loro conoscenze, le loro attitudini, il loro talento e le loro competenze, non solo per quello che riguarda l’arte e la cultura, ma anche per tutto ciò che concerne la finanza, le tecniche segrete del capitalismo e il commercio. Ad Amsterdam soprattutto, i Fiamminghi formano l’élite degli uomini d’affari della città diventando gli artefici della rapida prosperità olandese. Ma che ne sarà dell’innovativo mercato dell’arte?
I migranti fiamminghi che arrivano in città, si trovarono a fare i conti con un mercato che non era pronto e non presentava le condizioni adatte per poter accogliere la loro domanda di beni artistici. La vita degli artisti olandesi, così come la loro produzione, è diversa da quella degli artisti di Anversa ed è disciplinata da una serie di regolamenti, relativamente uniformi, che nascono sotto l’auspicio della Gilda di San Luca, di cui parlavo prima, presente in ogni città della provincia olandese. Secondo i regolamenti corporativi, le botteghe erano, o meglio, dovevano rappresentare, l’unico luogo in cui era possibile effettuare l’acquisto di quadri. Il mercato cambia completamente. L’opera d’arte, sotto assoluto controllo della Gilda, e in questo caso specifico i dipinti, viene considerata come un “bene di scambio. Un “bene di lusso”, se prodotta da artisti molto rinomati, ma comunque “bene di consumo” se la sua funzione è identificata in puro oggetto decorativo.
Nelle botteghe vengono vendute, oltre che le opere prodotte direttamente dal pittore e dai suoi allievi, anche opere eseguite da altri maestri o da altre botteghe, ma anche opere che provengono da un mercato di seconda mano. La vera novità consiste nel fatto che la domanda di opere d’arte si diffonda all’interno dei vari strati sociali. Ci si rivolge ad un pubblico composto non più soltanto da una élite, ma anche dalle altre classi sociali più modeste. C’è abbondanza di pitture che costano poco. Anche piccoli proprietari agricoli possono investire in questi beni con un po’ di soldi. Le loro case sono piene di dipinti che spesso vengono venduti alle fiere con cospicui guadagni. Si tratta di un mercato molto particolare dato che le pratiche di scambio di opere d’arte si confrontano con le pratiche commerciali di un qualsiasi mercato. Il mercato artistico crescendo notevolmente, a questo punto sfugge al controllo della Gilda e la figura dell’artista imprenditore viene ad affermarsi con il suo operato all’interno dell’inedito scenario artistico olandese. La storia evolverà ovviamente fino ad arrivare ai nostri giorni, ma questa è un’altra storia.

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“Il mio motto di vita? Comprare un'opera d'arte al giorno.”

Peggy Guggenheim

LIBRI - Enigma Raffaello. Fortuna, rivalità, contrasti: il mistero della morte del Sanzio
Articolo di Lorenzo Bartolini Salimbeni

Nella prestigiosa collana ‘Biblioteca d’arte’ di Skira è uscito da poco un volume di straordinario interesse, frutto di un progetto in collaborazione fra varie Istituzioni di altissimo livello che non possiamo non ricordare in dettaglio (lo faremo doverosamente alla fine).
Raffaello Sanzio, genio del Rinascimento, forse il pittore più amato della nostra storia, morì giovane, come tutti sanno, a trentasette anni appena. E la sua fine improvvisa, che sconvolse i contemporanei, è rimasta sempre avvolta nel mistero, a partire dalla causa. Vittima dei suoi eccessi amorosi o di un complotto ordito per invidia dai rivali: queste le due ipotesi avanzate con più frequenza nel corso di cinque secoli. L’ammirazione per la sua arte si colorava quindi di una inquietante componente ‘romantica’ che ha aggiunto, se possibile, altro fascino alla figura del maestro di Urbino. Oggi, a distanza di 500 anni, si vuole vedere più chiaro in questa misteriosa questione.
Da qui l’apporto di studiosi ed esperti di varie discipline, che si sono uniti in una indagine a tutto campo, spaziando dall’ambito storico-artistico al settore medico-scientifico.
Si prendono dapprima in esame le fonti storiche che descrivono le ultime vicende dell’artista. Amato in apparenza da tutti, bello e ricco, titolare dei più prestigiosi incarichi artistici della corte pontificia, Raffaello poté ben suscitare invidia nell’ambiente.
Se ne ricordano i rivali e gli avversari, fra tutti Michelangelo o meglio la sua cerchia, sempre in gara per contendersi i favori dei committenti. Critiche, calunnie, diffamazioni: un clima non certo disteso, quello della Roma del primo Cinquecento. Alcuni recenti studi sembrano peraltro delineare un ritratto dell’Urbinate assai meno idillico di quello universalmente accettato.
E da qui nascono le speculazioni sulle cause della morte: una sifilide mal curata o un avvelenamento da arsenico sono fra le ipotesi possibili, ma non provate con certezza.  La tesi della malattia venerea, prevalente nei primi tempi, appare ormai meno fondata, mentre prende corpo quella di una patologia indotta per altre vie, incluso il contatto accidentale con sostanze tossiche.
Ma Raffaello è sepolto veramente nel Pantheon? La sua celebre tomba è una struttura complessa che riunisce elementi antichi e integrazioni successive in un progetto di restauro voluto dallo stesso artista, che aveva ben presente la fortissima valenza simbolica di quella sistemazione. Nel corso degli anni, tuttavia, si è ritenuto necessario chiarire alcuni dubbi e accertare se effettivamente all’interno ci fossero le spoglie del Sanzio. Una ricognizione fu quindi svolta nel 1833 con tutte le precauzioni scientifiche dell’epoca, e la sua documentazione, riportata con dovizia di particolari, è fra le parti più interessanti del volume. L’emozione della scoperta che ebbe quasi il sapore di un’avventura rivive nelle cronache, nei verbali della commissione e nei disegni eseguiti dal vero.
E il progresso delle tecnologie medico-archeologiche oggi aggiunge conoscenze finora impensabili.
Sulla base dei dati certi a disposizione, ossia un calco del cranio eseguito all’epoca, si è arrivati all’analisi e alla  ricostruzione del supposto volto di Raffaello, determinando anche i suoi cambiamenti nel passare degli anni, che comunque sono confermati dalla sequenza degli autoritratti.  Il procedimento scientifico ci restituisce la fisionomia di un uomo di bell’aspetto, ormai alle soglie della maturità. Un risultato realistico, attendibile, e per questo ancora più emozionante, anche se lontano dall’immagine che tutti portiamo nel ricordo, quella del giovinetto dai lunghi capelli e dallo sguardo sognante.
Il volume si conclude con una proposta di indagine, da eseguire ancora una volta sui resti conservati nel Pantheon. Uno studio antropologico e paleopatologico potrebbe portare innanzitutto alla conferma definitiva dell’identità di Raffaello, quindi alla ricostruzione dello stile di vita e, finalmente, all’identificazione della vera causa del decesso dell’artista. 
Fine del mistero, dunque, ma prospettiva di un riposo futuro indisturbato, protetto da ogni garanzia scientifica, per i preziosi reperti.
Ricordiamo infine che il progetto ‘Enigma Raffaello’ è stato promosso da: Sapienza Università di Roma, Musei Vaticani, Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon, Accademia di Belle Arti di Roma, in collaborazione con le Scuderie del Quirinale e con il supporto del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello del Ministero della Cultura.
Una sinergia di livello eccezionale, come si vede, che rende onore alla memoria e celebra degnamente, con una iniziativa di assoluta originalità, l’anniversario di una delle nostre massime glorie artistiche.

Biblioteca d'arte Skira
Milano 2021 - pp. 1-224

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“La pittura proviene da un luogo dove le parole non si possono esprimere.”

Gao Xingjian

COSTUME - Si parte!
Articolo di Lalli Theodoli

Si parte! La gioia di aver forse parzialmente superato il Covid è sbilanciata dalle terribili notizie di guerra. Abbiano veramente bisogno di staccare per qualche giorno, di allontanarci mentalmente da quanto ci sta addosso implacabile, tre giorni colmi di cose bellissime da vedere e ignote ai più.
Non siamo un gruppo tecnologico. La cosa è chiara da subito. Già alla stazione una di noi lotta furiosamente davanti al tornello (sì, si chiama così!) cercando di spiaccicare sul visore il suo biglietto con il codice QR. La sbarra (io la chiamo così) resta ferma. Noi di qua dal vetro, noi, che ce la abbiamo fatta, ci sbracciamo cercando di darle indicazioni. Finalmente via libera al treno.
Si scende a Rogoredo ed io mi perdo. Prontamente ripescata dall’organizzazione di Carlo.
Visita a Bergamo, splendida città e magnifici palazzi. Arriviamo a Varese in un albergo a due passi dal centro, scelto con la solita estrema cura, raggiungibile a piedi come pure Villa Pansa dove andremo il giorno seguente a visitare una raccolta di arte contemporanea nota in tutto il mondo.
Anche l’albergo ne è pieno. Tutto tecnologico. Le porte si aprono in automatico, da uno schermo touch otteniamo di fare il check-in e la chiave QR della porta delle camere. Wow siamo brave!
Brandiamo la chiave di carta e procediamo. Il corridoio, meno tecnologico, resta, però, inesorabilmente buio. Avanziamo a tentoni e.… viviamo nel pieno di un’istallazione: camminiamo sull’acqua?
Il corridoio è una lastra di vetro. Trenta centimetri sotto i nostri piedi non nuotano pesci ma compaiono delle specie di rovine. Paura di caderci. Il cristallo dà un’impressione di assoluta precarietà. Strisciamo contro le pareti. Alcuni di noi camminano senza sollevare i piedi, come pattinatori. Pochi, spavaldi al centro del lastrone con il trolley e lo sguardo da “Io non ho paura!”.
Arriviamo finalmente alla lucina della porta e ripetiamo la danza della nostra amica a Termini. Ci chiniamo sul sensore, lo carezziamo, gli sbattiamo il QR addosso, lo passiamo dolcemente. Né con le buone né con le cattive.
Solo dopo disperati tentativi varchiamo la porta della camera. No, dello stagno. Nella stanza prosegue il cristallo del corridoio. Stessa impressione di sprofondare nel nulla o nell’acqua. Camminiamo con cautela. Per i due giorni di soggiorno sarà un sussulto nel mettervi sopra un piede, scendendo dalla stanza da bagno o dal letto. Pensiamo persino di coprire il pavimento con gli asciugamani ma ci rinunciamo. Dobbiamo abituarci a vivere l’arte contemporanea. Scopriremo in seguito che solo noi del primo piano abbiamo vissuto questa esperienza.
Ci sistemiamo... Una grande TV. Cerchiamo notizie dell’Ucraina. Vediamo solo le figure. Non parla. Alla fine ottiene il dono della parola per colmarci di orride notizie. Meglio se rimaneva zitta. Ma zitta la TV ci sta quando vuole. Per due mattine di seguito alle 7 e 30 subdolamente, a schermo spento, facendo finta di essere la radio attacca a parlare. Lotta feroce col telecomando per guadagnare un po' di sonno extra.
Quando la sera si torna, tutto automatico. Ho nostalgia del vecchio portiere di una volta che ci accoglieva con un bel “buonasera!”.
Ci si dice che così sarà il nostro futuro. Che così si abbattono i costi…e i portieri, ahimè. Prima di essere abbattuta, una receptionist ci consegna una VERA chiave: quelle che girano nella vecchia toppa. Magnifico regalo!
Non si va mai a dormire senza che Isa dia a tutti noi un saluto insieme all’appuntamento per la mattina seguente. Così sul suo telefonino BIP BIP si scatenano 21 buona notte di risposta.
Il giro è bellissimo. Il sedersi a tavola ha lo scopo non solo di nutrirci ma anche di farci un pochino riposare e condividere fra di noi le impressioni di quanto stiamo vedendo. Spaziamo da affreschi longobardi ad arte contemporanea. E qui si mangia benissimo. La prima sera "guancia”, per me assoluta ottima novità, per cui accogliamo il terzo (per alcuni il quarto, se si considerano gli arancini di Bergamo) piatto di riso del tour con il SORR-RISO (so che è una battuta demenziale ma non resisto!). All’ultima colazione è stato accolto con un FINALMENTE RISO!! E da uno scroscio di divertiti applausi. Comunque TUTTI i risi erano buonissimi.
Una telefonata gentile per accogliermi.
"Vuoi che venga a prenderti?”
Declino.
“No grazie non ti preoccupare torno da sola.”
Mi piacerebbe ma so che sarebbe in motorino piazzata dietro con la valigia tenuta precariamente sotto braccio. “Allora almeno ti farebbe piacere una minestra di riso?”
Come dire di no al QUINTO riso del fine settimana?
Lo accetto con un SORR-RISO (perdonatemi! Di nuovo non resisto!)

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 FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là... 

Troppo buono da buttare! - Una bella iniziativa il recupero degli alimenti destinati al macero: Too Good To Go, il software più conosciuto al mondo per recuperare alimenti ancora ben commestibili, ma comunque destinati al macero.
Con lo smartphone si può infatti acquistare una magic box nella quale ristoranti, forni, bar, pasticcerie, supermercati e alberghi inseriscono cibi del giorno ottimi ma invenduti.
I costi sono vari partono da 2-3 euro in su ma soprattutto, si salva dallo spreco una parte delle tonnellate di alimenti che finiscono nelle discariche.
L’utilizzo è semplice: grazie a un motore di ricerca interno all’applicazione, si cerca il cibo che si desidera, lo si ordina e poi lo si va a ritirare.
CV

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Bambini in provetta - Sarà così per ogni paese?
Oggi i bambini concepiti «in provetta» costituiscono una parte notevole della popolazione (oltre 140 mila solo in Italia), come saranno da adulti questi figli della provetta?
Una ricerca fatta in Australia ci dice che rispetto al concepimento naturale, la fecondazione artificiale si associa a una migliore qualità di vita da adulti: un migliore rapporto con i genitori, più stabilità psicologica e situazione finanziaria più sicura.
CV

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Lo zoccolo del mondo -
Nel Central Park di New York è stato posto, qualche tempo fa un cubo di 186 chilogrammi di oro puro 24 carati, un'opera d’arte dell'artista tedesco Niclas Castello che lo ha pubblicizzato come una scultura concettuale "socle du monde" (base del mondo).
L'opera non è in vendita, solo il suo valore materiale è di circa $ 11,7 milioni.
Saranno però disponibili certificati NFT per l'acquisto online ad un prezzo iniziale di € 0,39 a certificato, che dite?
A me ricorda tanto il socle du monde di Piero Manzoni.
CV

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Valuta virtuale - La società madre di Facebook, Meta, pianifica di introdurre una propria valuta virtuale per ogni tipo di servizio bancario all'interno delle sue piattaforme: Facebook, WhatsApp, Instagram e Messenger potrebbero presto integrare queste nuove funzioni.
La valuta virtuale dell'azienda, che internamente i dipendenti chiamano "Zuck Bucks" in onore del CEO Mark Zuckerberg, avrà anche un uso nel mondo metaverso.
CV

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APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina.

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Sabato 14 MAGGIO 2022
dalle  10.30
FIUMICINO: ISOLA SACRA, MUSEO DELLE NAVI,
NECROPOLI DI PORTUS

Un sabato dedicato alla visita dell'Isola Sacra, sorta in epoca romana alla foce del Tevere, a Fiumicino, con la visita della necropoli di Portus, scoperta nel 1925.
Portus era un agglomerato urbano e scalo marittimo di Roma collegato ad essa tramite la via portuense.
Poi ancora i porti di Traiano e Claudio e il Museo delle navi appena aperto, e che è stato realizzato  nel luogo stesso in cui le navi sono state ritrovate, all’interno dell’antico bacino portuale di Claudio e Traiano, il Portus Ostiensis Augusti, il più grande porto dell’impero romano.
Ci guiderà nella visita Alessandra Mezzasalma

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GIOVEDÌ 19 MAGGIO 2022
Ore 18.45
PALAZZO CIPOLLA
LONDON CALLING
British Contemporary Art Now. From David Hockney to Idris Khan

Ludovico Pratesi ci guiderà nella mostra che si snoda attraverso oltre 30 opere di 13 grandi artisti britannici di diverse generazioni, per la cui carriera artistica la città di Londra ha svolto un ruolo molto importante tra il 1937 e il 1978.
Tra loro, David Hockney, Michael Craig-Martin, Sean Scully, Tony Cragg, Anish Kapoor, Julian Opie, Grayson Perry, Yinka Shonibare, Jake e Dinos Chapman, Damien Hirst, Mat Collishaw, Annie Morris e Idris Khan.

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22-24 MAGGIO 2022
NAPOLI/SECONDA PARTE:
BAIA SOMMERSA, IL MANN, OPLONTIS, GIULIETTA E ROMEO E...



Dopo tre anni ritorniamo a Napoli, città che ci aveva lasciato il desiderio di esplorare ancora...
Questa volta ci dedichiamo alla visita del parco archeologico sommerso di Baia, sita nella zona dei Campi Flegrei e nell'arco dei secoli, per i fenomeni del bradisismo, in gran parte sommersa dall'acqua.

Un salto al San Carlo per il balletto Romeo e Giulietta e ancora la villa di Poppea a Oplontis, seppellita insieme a Pompei, Ercolano e Stabiae dall'eruzione del Vesuvio del 79.
Poi ville vesuviane e come non andare al  MANN...

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MERCOLEDÌ 01 GIUGNO 2022
Ore 18.45
CHIOSTRO DEL BRAMANTE CRAZY. LA FOLLIA NELL'ARTE CONTEMPORANEA

La pazzia, come l’arte, rifiuta gli schemi stabiliti, fugge da ogni rigido inquadramento, si ribella alle costrizioni, così anche Crazy, il progetto di Dart – Chiostro del Bramante a cura di Danilo Eccher.
La percezione del mondo è il primo segnale di instabilità, il primo contatto fra realtà esterna e cervello, fra verità fisica e creatività poetica, fra leggi ottiche e disturbi neurologici.
I 21 artisti chiamati a partecipare sono parte di questa follia nelal quale ci guiderà Ludovico Pratesi.

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Stiamo definendo le date a giugno per altre visite con Ludovico Pratesi a Spazio "PaeseFortuna#0: Di uomini e pecore" a Pietralata, e con Alessandta Mezzasalma alla mostra "Giacomo Boni: L'alba della modernità" tra Palatino e Foro Romano. 

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06-09 OTTOBRE 2022
VENEZIA: BIENNALE, KIEFER, KAPOOR ED OLTRE

Finalmente torniamo a Venezia che tanto ci è mancata.
L'occasione è varia: la 59esima Biennale d'arte: il latte dei sogni, la mostra del maestro Anish Kapoor che troviamo sia alle Gallerie dell'Accademia che a palazzo Manfrin,

e poi a Palazzo Ducale Anselm Kiefer e ancora andremo a visitare la sede restaurata di palazzo Fortuny e....

Seguiteci!
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Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a
appuntamenti@lalampadina.net
  

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E ANCORA
FLASH NEWS!
 

Una musa da milioni di dollari-  Femme nue couchée, è il ritratto che Picasso fece della sua musa, Marie-Thérèse Walter, nell'aprile del 1932.
In quell'anno, la carica artistica che gli derivò dalla passione per la sua musa/amante gli fece creare numerosissime opere, tanto che alla Tate Modern, nel  2018 gli fu dedicata "Paris 1932”, un'intera mostra unicamente e interamente allestita con i dipinti realizzati in quell'anno.
Il quadro in questione sarà posto in vendita all’asta il 17 maggio da Sotheby's e potrebbe essere venduto per oltre 60 milioni di dollari.
CV

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L'Italia alla Biennale d'arte 2022 - Il Padiglione italiano alla Biennale di Venezia. 
È la prima volta che l’Italia chiede a un solo artista di occupare lo spazio dell’intero padiglione nazionale con una propria opera.
Il cambio di rotta arriva dal curatore Eugenio Viola. “Storia della notte e destino delle comete” sarà il titolo del padiglione Italia alla 59esima Biennale d’arte di Venezia affidato all’artista Gian Maria Tosati. 
Un progetto “di natura immersiva”. Tosatti ha individuato nell’arte uno “specchio crudele”, e nel suo Padiglione una sintesi di “cosa non siamo stati capaci di diventare fino a oggi e del coraggio di diventare ciò che dovremmo”.
Sarà una bella sfida.

MdM

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SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA VISITARE:
Orticola a Roma 
6-7-8 maggio 2022
Villa Borghese Viale delle Magnolie - 09.00-19.00

La Mostra Mercato dedicata all’eco-sostenibilità, alla promozione del patrimonio paesaggistico e alla floricoltura. Inoltre durante la tre giorni della Mostra Mercato, e per tutta la settimana seguente, alla Galleria Borghese, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e al Museo di Villa Medici si potranno apprezzare i percorsi floreali ideati in collaborazione con Gardenia ammirando le opere presenti dal punto di vista botanico.
Leggi di più...

DA SEGUIRE:
"Giovani, laureati ed emigranti".
Giovedì 19 maggio 2022 ore 21.00: Libreria Eli, viale Somalia 50A

Seconda tappa de "Le conversazioni di Eli", un ciclo di incontri imperniati sul vasto tema di "Identità e confini". 
Spunti di riflessione e scambio aperto di idee..
Leggi di più...

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E ANCORA
FLASH NEWS!
 

Eccessi- La follia del momento?
La proposta della e capovolta.
In altre parole si dovrebbe adottare lo schwa, cioè la modifica della lettera finale delle parole che contraddistingue il maschile e femminile ad esempio .. tutti tutte, andrebbe cambiato in tutt3.
Questo per una società più inclusiva del diritto di tutti?
CV
 

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Oscar e Cinecittà- Grande accordo tra Cinecittà e l’Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles disegnato da Renzo Piano..
L’accordo, oltre la retrospettiva dedicata a Pier Paolo Pasolini prevede per i prossimi 5 anni la programmazione stabile di rassegne e mostre dedicate al cinema italiano.
CV

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Una pizza? Te la consegna il drone- La società di consegne con droni commerciali Wing ha annunciato che lancerà ufficialmente, nei prossimi giorni il suo servizio di consegna via drone nell'area di Dallas-Fort Worth Metroplex (Texas), servendo decine di migliaia di abitazioni in 30 minuti. 
CV

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Koons e l'Oceanus Procellarum-
 L’Oceanus Procellarum (nella foto in rosso) è uno dei mari lunari, esteso su un'area di circa 2500 chilometri lungo l’asse nord-sud della Luna.
È stato sede di atterraggio delle sonde lunari  Surveyor 1, Surveyor 3, Luna 9 e Luna 13 e dell'Apollo 12.
E qui, partite dalla base spaziale Nasa di Cape Canaveral in Florida, ammareranno anche le sculture reali di Jeff Koons prima che le loro alias NFT siano vendute all'asta sulla Terra tramite la piattaforma NFT di
Pace Verso.
Una parte delle vendite sarà interamente donato a Medici Senza Frontiere.
Sì, proprio così, l'artista statunitense ha deciso di estendere la diffusione della sua arte a livello cosmico con il progetto Moon Phases elaborato con la Pace Gallery, sua nuova promoter. Si tratta di crypto art, ora a livello interplanetario.
Le opere saranno spedite con un modulo prodotto da Intuitive Machines entro la fine del 2022, in commemorazione dei 50 anni trascorsi dalla missione Apollo 17.
Queste le parole di Koons:
“Volevo creare un progetto NFT storicamente significativo, radicato nel pensiero umanistico e filosofico. Le nostre conquiste nello spazio rappresentano il potenziale illimitato dell’umanità. Le esplorazioni spaziali ci hanno dato una prospettiva della nostra capacità di trascendere i vincoli del mondo.
Queste idee sono centrali per il mio progetto NFT, che può essere inteso come una continuazione e una celebrazione delle realizzazioni aspirazionali dell’umanità dentro e fuori il nostro pianeta.”
ICH

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NOI CI SIAMO STATI
EXPO 2022 DUBAI

di Lucilla Laureti Crainz

Dopo aver parlato a suo tempo di Expo Shanghai e dopo Milano Expo era inevitabile andare a Dubai per Expo 2020!
Grandi sorprese, una per esempio se hai 65 anni non paghi l'ingresso e non fai la fila (e che file!) ai padiglioni, ti danno un nastro arancione e ti trattano come un handicappato in carrozzella.
Il tema dell'Expo "Collegare le menti - creare il futuro". Lo spazio diviso in tre aree che vogliono imitare i petali di un fiore con i temi della sostenibilità, mobilità e opportunità.
I padiglioni sono 192 ed è bene vedere quelli più interessanti! I più belli quello dell'Arabia Saudita dove hanno chiamato l'archistar Calatrava a costruirlo, all'interno un intero deserto di dune di sabbia. Anche quello degli Emirati con scale mobili che salgono e scendono e ti proiettano video delle loro bellezze. Tra quelli europei sicuramente la Germania era ai primi posti, cascate di acqua e piscine di palline dove nuotare liberamente.
Il padiglione italiano non ci ha colpito in particolare.
La forma: 3 scafi rovesciati e colorati rosso, verde e bianco dove pendevano chilometri di cordami. Il messaggio un po' restrittivo come fossimo una nazione di navigatori. Loro insistono a dire che i cordami erano di materiale riciclato e i 3 scafi saranno poi utilizzati in mare! All'interno molti e diversi argomenti che creano un po' di confusione.
A detta degli esperti forse troppi sponsors e tutti hanno voluto dire la loro. Il ristorante Bulgari dello chef Mirko Romito non male.
Nell'Expo tutto era perfettamente organizzato con centinaia di assistenti pronti ad aiutarti e a trovarti lemacchinine elettriche per gli spostamenti, piccoli robottini si aggiravano per i viali rispondendo alle tue domande, così come la metro per arrivare, dove alcuni vagoni sono riservati alle donne e ai bambini, grossa multa se sei di sesso maschile e ti beccano.
A differenza di Shanghai dove il pubblico era esclusivamente cinese, a Dubai i visitatori sono molto vari, per la maggioranza famiglie arabe, questo è il primo grande evento da quelle parti.
Grandi invenzioni sono avvenute dalla nascita nel 1851 a Londra della prima Esposizione Universale, e molti i simboli che ancora oggi possiamo vedere: la tour Eiffel, a Bruxelles l'Atomium, il quartiere Eur costruito per l'Expo del 1942 ma a causa della guerra mai fatto ....e il modesto "Albero della vita" per l'Expo di Milano.
Prossimo appuntamento Expo 2025 vicino ad Osaka dove stanno creando un'isola artificiale...
Meglio non parlare della candidatura di Roma come successiva sede, alla "super" ex-sindaco Virginia Raggi la carica di presidente della commissione! ....e siamo a posto. ...Aiuto!

Guarda le foto di Lucilla sul sito

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MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode per maggio 2022

War: Piccola mostra d'architettura anarchica. Via Nomentana 331,Roma

WAR e G*RA presentano una mostra dedicata al binomio periferia/centro e ai suoi correlati: pianficazione/spontaneità, regola/ disordine. Con lavori di Franco Purini, Laura Thermes, Fulvio Giannotti, Michele Palumbo, Aldo Aymonino.
Fino al 19 maggio 2022

Galleria del Cembalo: "Mare Omnis" + "Epifanie/03 – LAB/per un laboratorio irregolare"
Mare Omnis: Sono ventidue le immagini di Francesco Zizola che immortalano delle reti da pesca nel Mediterraneo, somiglianti a tante costellazioni.
Il progetto nasce dalla sua ricerca lungo le coste della Sardegna, in quel territorio che ha visto nascere molte tradizioni culturali.

"Epifanie/03 – LAB/per un laboratorio irregolare".
Questa è la terza edizione del progetto seguito dal fotografo Antonio Biasiucci, per rispondere all’esigenza di creare un percorso rivolto a giovani artisti a cui trasmettere un metodo costante di approfondimento e critica del proprio lavoro.
Fino al 30 giugno 2022

Museo di Roma in Trastevere
Begoña Zubero.
Non è esotico, è vitale

In esposizione 18 fotografie di Begoña Zubero, fotografa e artista di Bilbao, che ritraggono la città di Mosul nel dicembre 2018, pochi mesi dopo l’attacco e la resa dello Stato Islamico, nei giorni della ricostruzione.
Fino al22 Maggio 2022

Erica Ravenna: Archiviare l’impossibile – Mostra collettiva
Nella sua nuova sede di Via della Reginella 3, Erica Ravenna ci presenta un progetto espositivo focalizzato sulla possibilità da parte dei linguaggi dell’arte di sintetizzare, attraverso le immagini, i dati della conoscenza della storia e della memoria. Con lavori di Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell, Mark Dion.
Fino al 12 luglio 2022

Palazzo Merulana: Riscatti di Città – Transizioni urbane a Roma. 2a edizione
Attraverso due grandi mappature, nella quale sono stati inseriti oltre 400 punti tra luoghi dismessi e rigenerati e circa 300 centri di nuova produzione culturale a Roma, Riscatti di Città ha come obiettivo quello di proporre alternative alle attuali situazioni di abbandono o di necessità, presentando visioni, idee, progetti e iniziative che restituiscono valore al territorio. Infografiche e Dataviz rappresentano, in questa ricerca, degli strumenti fondamentali per restituire al pubblico i risultati della ricerca in maniera leggibile e interattiva.
Sono presenti 15 progetti di Architettura e Spazio Pubblico nature-based che instaurano una relazione positiva e aperta con l’ambiente.

Fino al 29 Maggio 2022

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La Lampadina Racconti

Il senso del tempo, lungo il Volga e la Neva
di Maria Luisa Amendola

Non andate a Mosca se fa troppo caldo, in Russia non hanno pensato ad installare i condizionatori e io che sono arrivata in luglio armata di giacche e impermeabili ho finito per regalarli a Irina. La bionda cameriera della navetta mi bacia e ribacia la mano, ride e sorride in russo, mi sembra di intuire la parola “matre”, forse mi ringrazia da parte di sua madre, da quella sera trovo sempre sul cuscino un piccolo fiore quando rientro nel mio rifugio. La navetta dove ho depositato la mia valigia sarà il mio albergo galleggiante da Mosca fino a San Pietroburgo, fino al Mar Baltico. È mattina presto quando scendo sulla bella scalinata tra i fiori diretta al centro di Mosca, il Cremlino e la cattedrale di San Basilio, alle mète imperdibili per un turista ma vengo catturata da un altro fiume, un fiume di lamiere, lento, grigio, asfittico, tanto quanto il Volga è verde e luminoso. I viali a dieci corsie insufficienti a far fluire il traffico. Più di due ore ci vogliono per raggiungere il centro. Accanto a me il ragazzo russo, un biondino dalla pelle di luna, in un commovente inglese da manuale cerca di placare la mia indignazione: Tutti vogliono andare al lavoro in macchina, è la “sindrome dell’automobilista di prima generazione” che mai abbandonerebbe la sua auto nuova, simbolo di successo e occidentalizzazione, per andare a lavorare con la comodissima metropolitana."

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina e' una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Laura Lionetti, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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