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Venerdi 24 febbario 2012

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:

La Lampadina - n. 3
Febbraio 2012

Superato questo febbraio comandato dal Generale Inverno, si affaccia una timida primavera che prontamente accogliamo segnalandovi cose da vedere, da approfondire e da leggere...

Voi continuate a mandarci i vostri articoli,  noi seguiteremo a pubblicarli, e dal prossimo numero ...vi chiederemo qualcosa in più!


ARTE: accenni di arte contemporanea in Belgio
Tra gruppi linguistici e politica culturale statale, ecco "lo stato dell'arte contemporanea belga"....

Dovendo organizzare una visita dei luoghi (collezioni e gallerie) dell’arte contemporanea in Belgio, mi sono recentemente avvicinata, con grande curiosità, al mondo dell’arte di oggi, del mio paese.

Gallerie-Xavier-Hufkens

Il regno del Belgio, fondato nel 1830, é tenuto insieme da un sistema bizantino costruito sui compromessi raggiunti dai due grandi e maggiori gruppi linguistici del Paese: il gruppo francofono e quello fiammingo. I francofoni hanno dominato il Paese per gran parte del secolo scorso e il risentimento dei fiamminghi, che si ricordano di essere stati trattati come cittadini di seconda classe, è profondamente radicato. Il declino delle industrie francofone come quelle del carbone e dell’acciaio, ha insinuato, nel mondo fiammingo, la fastidiosa convinzione di dove sostenere economicamente la parte del Paese meno produttiva.
La recente formale separazione culturale tra Fiandra e Vallonia ha avuto come conseguenza la sparizione di una politica culturale statale. Privata del sostegno pubblico, l’arte contemporanea si è quasi del tutto sviluppata nel campo del privato sia a livello delle grandi collezioni di singoli illuminati individui, sia mediante grandi società che si sono rivolte a eccellenti curatori.

Gallerie-Wiels

L’arte contemporanea sta esplodendo in Belgio da qualche anno, ma è solo nei centri d’arte privati (Wiels e Dhont-Dhaenens) e nelle gallerie commerciali che si può entrare in contatto con il lavoro degli artisti viventi. C’è chi pensa che la crisi politica abbia addirittura incoraggiato una base di collezionisti indipendenti d’avanguardia a raddoppiare il sostegno all’arte locale e incoraggiato le gallerie a spingere i loro artisti sulla scena internazionale. In un paese di undici milioni di abitanti, il successo locale, comunque, non può essere sufficiente.
La fiera “Art Brussels”, che ha raggiunto la sua ventesima edizione, ormai può essere considerata una meta importante nella scena internazionale, e qui s’incontrano sia artisti già famosi, che giovani talenti. È veramente viva la scena locale e mi sarà molto difficile compiere una scelta tra le straordinarie collezioni e le numerosissime gallerie da vedere.
Vi terrò informati!
Marguerite de Merode

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TECNOLOGIA: il "cloud computing"
Se ne sente parlare molto, di che si tratta?

I più grandicelli tra di noi, quando hanno cominciato a lavorare in un’azienda, avevano a disposizione un terminale – sostanzialmente una tastiera e un video. Il cervello (i programmi) e gli archivi stavano nel server centralizzato. Per lavorare ci si collegava con il server. Poi si sono sviluppati i personal computer: ognuno aveva a propria esclusiva disposizione cervello e archivi. In seguito si sono create le reti con le quali si sono collegati più computer tra loro e si è data la possibilità di condividere gli archivi. Internet ha permesso di collegarsi con tutto il mondo.
Qual è l’idea del “cloud computing”?
Niente più archivi locali e cervello locale ridotto alla sola capacità di collegarsi a Internet all’indirizzo che fornisce il Servizio: il Vostro Computer è nuovamente solo un terminale che ha a disposizione tutte le applicazioni di chi fornisce il Servizio.
Quali i vantaggi maggiori?

Architettura-del-cloud-computing

L’accessibilità ai propri archivi: poiché tutti gli archivi sono su internet – cioè sono memorizzati nei mega-computer della società che fornisce il servizio, il “ provider” – vi si potrà accedere da ovunque. Non accadrà più che non possa risalire a un’informazione perché archiviata sul computer che è a casa (o in ufficio) mentre io sono fuori.
Le dimensioni del computer: il PC si può ridurre a poco più che uno schermo. Anche la tastiera classica è in via di estinzione, sostituita da quella “virtuale” che sfrutta la tecnologia touch screen ma non è lontano il momento in cui i comandi potranno essere solo vocali. La tecnologia è già disponibile ma deve essere sviluppata per essere più user friendly cioè più facile da usare anche da parte di chi non ha grande dimestichezza con le diavolerie tecnologiche.
La sicurezza dei dati: gli archivi sono nei mega-computer del provider. Non ci si dovrà più disperare perché per un salto di corrente o qualche altro inconveniente tecnico il nostro computer si è rotto (l’hard disk è andato in crash) e abbiamo perso tutti i dati che c’erano dentro. Avevamo giusto pensato qualche giorno fa di fare il salvataggio (il back up) ma poi lo abbiamo rinviato e ora….ci possiamo solo mordere le mani.
La riduzione dei costi di manutenzione: non dovremo più chiamare il tecnico perché il nostro computer “non funziona” (magari è solo una banalità ma, per chi non è giovane o giovanissimo, il computer presenta sempre una certa aurea misteriosadibile.)
La possibilità di usare anche programmi sofisticati, oggi inaccessibili a privati per il costo proibitivo. (Anche se, da noi, tra i privati, sono più i programmi “piratati”  o crackati di quelli acquistati legalmente).
Quali gli svantaggi?
Essenzialmente la Riservatezza (la Privacy): è certamente inferiore. Tutti i tuoi dati sono archiviati in una zona della quale non hai alcun controllo. Per quante garanzie ti possano dare, un conto è se i dati “sensibili” ce li hai in un computer nella cassaforte di casa tua, che accendi solo alla bisogna, e un conto è se sono “in rete”. Protetti sì ma…. Accessibili a persone capaci di farlo.
Beppe Zezza

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VIAGGI: Himalaya Rally, 12 marzo - 12 aprile 2007
In India, tra Maharaja, macchine d'epoca e ...

Udaipur, Rajastan Marzo 2007
E' una bellissima giornata, e una bellissima visione: sedici auto d'epoca sono parcheggiate davanti al garage del Maharana di Udaipur Shriji Arvind Singh Mewar.

Una Rolls Royce del Rally

Dentro i garage vedo delle Rolls Royce degli anni Venti e tante altre belle vetture del passato, sono tutte inglesi ed erano le auto del nonno dell'attuale Maharana.
Tra le altre un vecchissimo e malconcio carrettino, probabilmente era tirato da un pony. Alla mia domanda è risposto che era del vecchio Maharana quando era bambino (all'inizio del secolo) e che al carrettino era aggiogata un’antilope. Le auto d'epoca sono le nostre, la mia una Volvo PV del 1965. Stiamo per partire per una grande avventura di circa 6000 kilometri: da Udaipur a Calcutta passando da Katmandu, capitale del Nepal e Timpu, capitale del Bhutan. Proprio mentre siamo nel garage, ci viene detto che Sua Maestà ci attende alle sette per un pranzo nella reggia.

Il nonno dell'attuale Maharana

Chi è il Maharana di Udaipur e perché non è un Maharaja ma un Maharana?
Il titolo di Maharaja, che tradotto significa “grande re”, non era comune prima della colonializzazione dell'india da parte degli inglesi. Solo pochi Raja erano realmente tanto potenti e ricchi da potersi fregiare di questo titolo! Al contrario, solamente il Sovrano di Udaipur può fregiarsi del prestigioso titolo di Maharana che è attribuito a chi abbia le seguenti caratteristiche:
- sia nato da una famiglia reale e abbia un minimo di settanta primavere;
- deve essersi dedicato al bene dei poveri e dei contadini;
- deve essere stato eletto dal suo popolo in maniera democratica.
La casa di Mewar è una delle più vecchie dinastie del mondo (1400 anni) e il suo attuale rappresentante Shriji Arvind Singh ha circa settantaquattro anni, laureato al Mayo College in USA, è sposato alla Principessa Vijaraj di Kutch. Dirige una fondazione no profit e si occupa del benessere del suo popolo attraverso il turismo e le bellezze della sua città, chiamata la “Venezia dell'India".
Siamo alloggiati al Lake Palace in una piccolissima isoletta nel lago di Udaipur e vediamo di fronte a noi, a qualche centinaio di metri, la Reggia dove questa sera saremo ospiti.

La reggia di Udaipur

La reggia è un palazzo affascinante, bianco, misterioso e grandissimo che aggetta sul lago Pichola. Ci accoglie il Maharani circondato dalla famiglia, è ovvio che anche lui faccia parte degli amanti di auto d'epoca e proprio per questo motivo siamo suoi ospiti. E' un omone di settanta anni ben portati con una folta barba brizzolata. Il terrazzo è illuminato e all'interno di una tenda sono apparecchiate varie tavole decorate da candele colorate e profumate. Vedere il tramonto sul lago, dalla reggia, è un’emozione forse irripetibile. Le pareti bianche del palazzo diventano dorate e la musica indiana aggiunge il fascino del mistero alla nostra avventura che sta per iniziare...
Giancarlo Puddu

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MOSTRE: i Borghese e l'antico
Tornano a casa,  per poco tempo, gli acquisti di Napoleone...

Si è aperta il 7 dicembre alla Galleria Borghese (e chiuderà il prossimo 9 aprile) una mostra preziosa e insolita per l’origine delle opere esposte. Curata dalla Soprintendenza al polo museale di Roma e dal Musée du Louvre, la mostra dal nome “I Borghese e l’antico” ha “riportato a casa” sessantacinque capolavori dell’arte greca e romana, che hanno ritrovato collocazione nelle sale dove prima il cardinale Scipione e poi Marcantonio Borghese, l’uno nel XVII, l’altro nel XVIII secolo, esibivano le loro ricchissime collezioni in quello che fu uno dei primi musei aperti al pubblico.
È la prima volta dal loro arrivo a Parigi che questi capolavori lasciano il Louvre.

Ermafrodito dormiente

Ricollocati, dopo una seria ricerca filologica, negli ambienti originari, dai quali altre opere sono state spostate così da ricreare il percorso ideale attraverso la classicità greca e romana, troviamo il sinuoso “Ermafrodito dormiente” e l’altro più malizioso Ermafrodito detto “stante” (che era tenuto nascosto per pudore), il grandissimo e celebre Vaso Borghese del I secolo a.C. con scene di convivi dionisiaci, la Venere Marina, le Quattro Sfingi, il Centauro cavalcato da Eros, lo splendido Sileno con Bacco fanciullo, le Tre Grazie, e ancora interessanti sculture policrome, busti imponenti... Opere che ai primi dell’Ottocento Camillo Borghese cedette per 13 milioni di franchi a suo cognato Napoleone Bonaparte - che aveva creato il nucleo iniziale del Musée Napoléon, il futuro Musée du Louvre - il quale necessitava di opere dell’arte classica, anche nell’intento di dare maggior lustro al suo Impero.  La stima delle opere e la gestione dell’acquisizione furono affidate da Bonaparte a Ennio Quirino Visconti, all’epoca antiquario di chiara fama. La cessione di quei quasi 700 capolavori fu definita da Antonio Canova (in presenza di Napoleone!) “un’incancellabile vergogna”, tanto che il Cardinal Casoni tentò di impedirla servendosi di leggi pontificie e in seguito ad essa, nel 1820, il Cardinal Pacca emanò il primo editto a tutela del nostro patrimonio artistico. Indubbiamente insolito il particolare che, a differenza di migliaia di altre opere semplicemente “prelevate” da Napoleone, queste furono da lui regolarmente acquistate...
Per distinguerle dalle altre sculture esposte permanentemente alla Galleria Borghese, le opere del Louvre sono state sistemate su basamenti di colore verde.  Ma con quanta gioia degli occhi il nostro sguardo indugia anche sul drammaticissimo Apollo e Dafne del Bernini, sulla sensuale Paolina del Canova, sui dipinti di Caravaggio, Cranach, Tiziano, Raffaello, patrimonio da sempre della Galleria!
Visite guidate a cura di Vannella Della Chiesa. Per ricevere il programmi delle prossime visite scrivere a carlo.vannella@alice.it citando La Lampadina
Renata Bartolini Salimbeni

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ECONOMIA: i miti americani
USA e resto del mondo a colpi di ...PIL 

Molto interessante un breve articolo apparso su un sito USA a cura di uno dei così detti “guru” della finanza. I rumors intorno allo stato della forza militare e poi economica degli Stati Uniti, sono stati oggetto di discussione fin dagli anni Settanta. Ricorderete che in quel periodo l’URSS sembrava dovesse diventare la prima potenza mondiale, e successivamente il Giappone la prima potenza economica. Ma non è successo. Ora naturalmente si parla di BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) ma cosa accadrà in realtà?
Bisogna tener presente che l’economia degli USA è di gran lunga la maggiore economia mondiale. Il Prodotto interno lordo nel 2010 era pari a 14,6 triliardi di dollari!  Il che significa che l’economia USA è grande quanto le economie di Cina, Giappone e Germania messe insieme!
La piantina che segue, pubblicata qualche tempo fa sull’Economist, è sicuramente esplicativa e colpisce per le differenti situazioni. Alcuni dei maggiori Paesi sono sostituiti agli Stati Americani in relazione al Pil di ciascuno e voilà come risultano...

Carta del PIL USA

La sola California sarebbe l’ottava potenza economica, simile all’Italia. Lo stato di New York equivalente all’Australia, la Svezia al North Carolina e cosi via...
Certo, una piantina del genere sarebbe stata ben differente cinque anni fa e lo sarebbe ancora di più per i prossimi cinque anni. I BRIC sono cresciuti in modo impressionante. Cinque anni fa l’economia cinese era pari a quella degli stati del Texas e California messi insieme; oggi è due volte tanto!
È sicuro che le economie emergenti continueranno a crescere in modo incontrollato ma, dietro ciascuna di esse, sono molte le incognite, dai diritti Umani a situazioni sociali che certo potrebbero avere un forte impatto sulla loro crescita...
Carlo Verga

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CULTURA: così è, se vi pare...
Lo conosciamo tutti, o pensiamo di conoscerlo...

Willm Skaksp, WilliamShakespe, Wm Shakspe, William Shakespere, Willm Shakespere e William Shakspeare.  Mai fu da lui usato il nome con cui lo citiamo.
Di lui ci restano tre ritratti fra cui quello di Chances, messo all’asta dal secondo duca di Buckingham insieme a tutta la sua proprietà di Stowe conseguenza di uno spaventoso tracollo economico.
Qui un signore con pochissimi capelli, un unico orecchino al lobo sinistro, vestito di nero. L’unicità dell’orecchino, in un’epoca in cui gli uomini si adornavano di molti gioielli per lo più cuciti sui vestiti, ci parla di una certa eccentricità.

Ritratto con orecchino

L’agiatezza si deduce poi dal colore dell’abito: il tingere di nero le stoffe richiedeva, infatti, una grande quantità di costosa tintura per coprire il beige originale. Solo la conquista di una patente reale concessa da re Giacomo, sotto il cui regno ha composto la maggior parte delle sue opere, gli permetterà di indossare i quattro metri e mezzo di tessuto scarlatto fornito direttamente dalla corona. I tessuti usati per il vestiario erano allora sottoposti a regole ferree: un farsetto di raso (ma non un abito) era permesso solo a chi aveva un reddito di 20 sterline annue.
La vastità della sua conoscenza di leggi, di agricoltura, di paesi stranieri, di mare, di commedie straniere all’epoca non tradotte, il suo parlare di grandi amori eterosessuali e omosessuali (dedica i suoi sonetti “al bel H.W”), ha fatto pensare che l’enorme mole della sua opera fosse frutto di diversi talenti letterari dell’epoca, fra cui Bacone ma anche una donna: la contessa di Pembroke.
Di colui che ha ampliato la lingua inglese con neologismi e nuovi modi di dire oggi in uso, non rimane nemmeno un manoscritto. Solo sei firme autografe nel testamento in cui, alla moglie dalla quale ha avuto tre figli e cui sempre ha inviato da Londra tutti i suoi guadagni, lascia “il secondo miglior letto”. Il primo era quello riservato agli ospiti.
Così è se vi pare. 
Lalli Theodoli

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ABBIAMO OSPITI - LIBRI: la sua vita è un romanzo. Anzi due.
Di padre in figlio, la saga continua...

Tivadar Soros (1894-1968), padre di Paul e del più noto George, fu protagonista di due straordinarie vicende che ha poi raccontato in altrettanti libri, ora tradotti anche in italiano. Se grande è stata la gioia dei fratelli Soros per queste nuove pubblicazioni, in Italia quasi non se n’è avuta eco: l'editore Gaspari è un piccolo editore di nicchia, specializzato in diaristica di guerra; e Tivadar Soros, come autore, non è così noto da meritare squilli di tromba sui principali giornali.

Tivadar Soros

La sua avventura siberiana Soros l’aveva raccontata in un breve libro dal titolo Modernaj Robinzonoj, la cui versione italiana è la prima traduzione mai pubblicata. Dato peculiare, il memoriale non fu scritto in ungherese (lingua originale di Soros) ma in esperanto. In inglese il libro sarebbe venuto alla luce negli anni Sessanta, quando Flora Fraser, nuora di suo figlio Paul, scrittrice e figlia di un'ancor più nota scrittrice (Antonia Fraser, moglie di Harold Pinter) lo scoprì  in un cassetto insieme a un altro dal titolo Maskerado. Per entrambi i testi vi era anche un tentativo di traduzione in inglese, ma piuttosto infelice e parziale; così l’intraprendente Flora si rivolse a un esperantista che li traducesse correttamente. Dei due solo Maskerado venne pubblicato, prima in inglese e poi in altre lingue.
Robinson in Siberia è la storia, semplice e concisa, di un ragazzo avventuroso, idealista e testardo. Siamo nel 1920, in un campo di prigionia situato all’estremo margine orientale della Siberia; da qui, poche ma avvincenti pagine ci conducono con l’autore attraverso la Russia lacerata dalla guerra e incerta sul suo destino. La meta è l’Europa, e il primo passo la fuga dal campo; poi un viaggio con la Transiberiana porta gli evasi - l’autore e i suoi compagni - da Khabarovsk fino alla regione solitaria e remota dei monti a nord dell’Amur. Da qui, a piedi per passi e valli, i fuggiaschi raggiungono il fiume Vitim che scorre in direzione dell’Artico; e a bordo di zattere, sfidando correnti e cascate, arrivano al mondo cosiddetto civile.
Ballo in maschera a Budapest è invece il resoconto dei 10 mesi vissuti da Soros nel suo paese durante l’occupazione tedesca. “La vita è bella”, sostiene convinto Tivadar, “ma perché lo sia, bisogna aver fortuna”. Lui la sua fortuna comincia a forgiarsela nel marzo del 1944, sfruttando l’esperienza maturata in Siberia. I nazisti, già con l’intento di giungere alla programmata ‘soluzione finale’, hanno invaso l’Ungheria; e Tivadar, con una partecipazione al rischio che rasenta la leggerezza, strappa alla morte, oltre alla famiglia amatissima, un gran numero d’individui, ebrei come lui. Lo fa con coraggio e con semplicità; perché è proprio la semplicità a permettergli di mantenere integri i lati migliori del suo carattere, come la sollecitudine per i propri cari, la partecipazione alle sofferenze degli altri e, alla base di tutto, una naturale propensione al sorriso.
Margherita Bracci Testasecca

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ABBIAMO OSPITI - ARTE: l'ultima cena, la svolta pittorica del Tintoretto
A Roma esposti i teleri dell’artista veneziano

Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura” così Giorgio Vasari descrive Tintoretto colui che per primo riuscì –nella Venezia del ‘500 nel clima manierista- ad allontanarsi dal mito di Tiziano proponendo una pittura in grado di superare i canoni veneziani della bellezza, imponendo una linea forte e realistica quale esempio per diverse generazioni d’artisti come Caravaggio.

TINTORETTO

Una poetica sorprendente per il tempo la ricerca espressiva dell’artista Jacopo Robusti detto il Tintoretto (Venezia, 1518-1594 il cui soprannome deriva dall’essere il padre “tintor de panni “) autore d’immensi teleri religiosi e di opere profane.
Cercare la verità attraverso la pittura: questo il messaggio creativo, lo stesso in grado di rivelare attraverso le fisionomie dei personaggi ritratti, tutta la loro psicologia.
IL gusto di “lumeggiare”senza descrivere distruggendo la sostanza fisica della forma e del colore, delle cose o delle figure riducendo soltanto ciò che è, per un’affinità profonda può identificarsi con la luce? E ancora tutto questo può coesistere con la teatralità, il mito, l’arditezza rappresentate nella composizione?
Ecco gli interessanti spunti e interrogativi sui quali la mostra dedicata a Tintoretto (dal 25 febbraio al 10 giugno, catalogo Skira) può far riflettere.
Nei suggestivi spazi espositivi delle Scuderie del Quirinale presenti cinquanta significativi teleri provenienti sia da chiese e musei veneziani oltre che dalle collezioni estere.
S’inizia con “Il miracolo dello schiavo”e”Il ritrovamento del corpo di S. Marco”sino al“San Giorgio che uccide il drago”della National Gallery di Londra. Nell’ambito di questo ricco itinerario l’attenzione si pone nei riguardi di un’opera molto particolare.
Si tratta de “L’ultima Cena”dipinta da Tintoretto tra il 1565 e 1670 per la chiesa di San Polo a Venezia. Il dipinto (d’imponenti dimensioni) rappresenta l’innovativa e rivoluzionaria ricerca espressiva di Tintoretto: il suo punto di svolta. La tela commissionata all’artista dalla Scuola del Sacramento segue le dinamiche del Concilio di Trento. Tintoretto creando quest’ultima, ne rivoluziona gli assetti compositivi, quelli dell’iconografia classica della pittura, cercando nuove soluzioni formali. Non più attenzione sui personaggi, figure o contesti architettonici, soltanto l’attenzione focalizzata su un elemento fondamentale: quello del “Sacramento dell’Eucarestia”.
Nella rappresentazione del quadro al centro la figura di Cristo che distribuisce il pane agli apostoli aprendo le braccia –come sorta d’abbraccio - un grande pensiero metaforico che ne anticipa la crocifissione.
Non manca sullo sfondo il paesaggio con un incredibile cielo azzurro restituito ora da un sapiente restauro (con il supporto di Cariparma) che ne risalta gli accenti coloristici e le inconfondibili pennellate tintorettiane.
Laura Novello

 

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...E venne la neve a Roma

Preannunciata da tutti i meteo nazionali  ahimé sfuggiti al vigile occhio del nostro sindaco,  arriva puntuale per due venerdì di seguito.
Nel primo pomeriggio trasforma Piazza Barberini in una succursale delle comiche del Circo Barnum, con Smart che, ruotando felici su due ruote, sfiorano festose poderosi SUV impantanati, mentre gli autobus che, rombando a mille giri, scavano con le ruote la neve,  restano inchiodati tuttavia nello stesso posto fino ad alzare come bandiera della resa la scritta “ DEPOSITO” . I passeggeri, rifiutando di scendere, “Ma andò vado?”, propongono invece una partitina a burraco.
Anziani pedoni aggrappati disperatamente a forzute badanti fanno fare volteggi da pattinaggio artistico alle gambe instabili. Le signore felici hanno però potuto tuffarsi nei cassetti della montagna da cui hanno estratto enormi moon boots pelosi, pellice spelacchiate che strusciano terra, enormi colbacchi larghi come ombrelloni e infine tute di “quattro taglie fa” con  bottoni che, se cedessero,  potrebbero partire come micidiali proiettili.
Così addobbate si pavoneggiano felici accompagnate da bambini pluristratificati al punto da camminare rigidi, a braccia tese e scostate, come tanti piccoli pinguini, e corrono al supermercato a fare razzia di frutta e verdura: mamma mia lo scorbuto avanza a grandi passi! 
Nei negozi sono sparite salsicce e vov.
Ce ne faremo una ragione?
Lalli Theodoli

 


 

Ultimo prodotto della Apple progettato a tempo di record per aiutare i romani alle prese con la neve

Ultimo prodotto della Mac


 


 

NOTA BENE

Il libro "La grafologia e il metodo Saint Morand. I tipi mitologici", di cui si era parlato nel numero di gennaio, sarà presentato lunedì 23 marzo, alla libreria Aseq, via dei sediari 10,  alle 20.30... La precedente presentazione fu annullata causa neve...

 


 

FLASH NEWS! 

Un po' qua, un po' là...


Francia e libri - Dal 16 al 19 marzo 2012 alla Porte de Versailles si svolgerà la 32esima edizione del Salone del libro, di cui il Giappone sarà ospite d’onore.
Il salone del libro di Parigi, aspira a diventare una vera piattaforma culturale e quest’anno il Giappone sostituirà la letteratura dei paesi nordici, ospite d’onore dell’anno precedente. Sarà creato il Manga Square dove i visitatori potranno esplorare l’universo di questo simbolo della cultura nipponica.

Francia e libri 2 - In Francia, la Regione “Ile de France” ha votato ed approvato nel bilancio  2012 un finanziamento di un fondo di sostegno di 250.000 euro alle piccole librerie indipendenti. Inoltre nel 2011 ha destinato 4,34 milioni di euro a favore dei libri e della lettura e contribuisce al finanziamento di sette nuove mediateche previste quest’anno nella Regione.
Che invidia!

Crisi economica e capolavori dell'arte- La crisi economica ha toccato solo marginalmente i grandi capolavori. da Skate's top 5000, apprendiamo che: - 674 sono gli artisti con passaggi d'asta superiori a 2,1 milioni per ogni opera in trenta case d'asta;
- 250 gli artisti di nuova entrata, di cui 81 non avevano mai segnato un record dell'indice.
- 59 sono gli artisti viventi presenti nella classifica.
- il cinese Zhang Daqian si pone sul podio al terzo posto per volumi scambiati (247,9 milioni di dollari), viene immediatamente dopo di Andy Warhol (282,6) e Picasso (278,3).

Il quadro di Qi Baishi

- record assoluto per il cinese Qi Bashi
con la sua "Egle standing on the pine tree" scambiata
per 65,5 milioni di dollari, valore che la pone alla quindicesima posizione tra le opere scambiate in asta.

Facebook - sarà quotata in borsa il prossimo giugno. Il valore dell’operazione si avvicinerà ai 100 miliardi di dollari.  Il fondatore Zuckerberg potrà contare su un patrimonio personale di 28 miliardi di dollari.  Neanche Bono, il leder degli U2 se la passera male, sembra avesse comprato, nel 2010, con il suo fondo Elevation Partners, l’1,5 per cento di Face Book al prezzo di 120 milioni di dollari. Il valore aggiornato, dopo la quotazione in borsa, potrà arrivare fino a 1, 5 miliardi (di dollari ovviamente)!!!!

I virus si possono sentire? - Il primo nano orecchio capace di ascoltare i suoni emessi da virus e batteri è stato realizzato dai tecnici della Ludwig-Maximilians University di Monaco di Baviera e illustrato dal Physical Review Letters. Si è ottenuto il risultato mediante una particella d’oro intrappolata in un fascio laser e che rileva i suoni fino a 6 ordini di grandezza sotto la soglia dell’orecchio umano.

 

Natura in scioglimento - “Nature” ci informa che dal 2003 al 2010 la perdita totale di ghiaccio da Groenlandia, Antartide e ghiacciai terrestri èUn ghiacciaio in Groenlandia stata di circa 4,3 miliardi di tonnellate, incrementando così il livello dei mari di 12 mm. Le rilevazioni sono state effettuate con il satellite Grace ed Elaborate dall’Università del Colorado. 


È il segreto della gioventù di grandi musicisti e appassionati di musica? - Sembra proprio di sì: uno studio della Northwest University pubblicato sul "Journal Neurobiology of aging " ha esaminato le risposte "veloci" del cervello di musicisti giovani e anziani e non musicisti.
Il risultato delle misurazione ci dice che gli artisti più in là con l'età vantano prestazioni migliori rispetto ai coetanei non musicisti.
Il risultato rafforza la teoria secondo la quale un'esperienza continuativa con la musica ha un effetto profondamente benefico sul nostro sistema nervoso. Quando si dice “canta che ti passa”…


Ma valgono o no? - Siamo ormai abituati a sentirci dire, dopo averne trovate varie banconote in una giacca non messa da 15 anni, che non valgono più. Non è vero! Ecco le quotazioni delle care, vecchie lire italiane.
- Le 5 lire del 1956, le 50 lire del 1958, le 100 lire del 1955, fior di conio, hanno quotazioni dai 1000 ai 2000 euro.
- Le 500 lire d'argento del 1957, con la famosa bandiera controvento e la scritta "prova" valgono 9900 euro fior di conio e circa 7000 con una conservazione non perfetta.
- Le 500 lire Dante Alighieri del 1965 raggiungono circa 2200 euro.
- Sono ottime le quotazioni d'asta anche per alcune monetine del 1947, il contadino con l'aratro delle due lire, Le cinque lire con l'uvail grappolo d'uva delle 5 lire, il ramo d'ulivo delle 10 lire, tutte intorno ai 5000 euro.
Meno bene i biglietti, con quotazioni interessanti solo per alcune emissioni di prova.
Grande risultato invece per le monete greche, l'oro di Pantikapaion raffigurante la testa di Stiro, è stata aggiudicata a 3.250.000 dollari

Accade a ....Roma - Si è aperta da pochi giorni  nella suggestiva sede della Curia Julia, una mostra sull’ampio scenario della produzione di vetro nell 'antica Roma. L'esposizione di circa 300 pezzi ci racconta dell'importanza che il vetro aveva in quell’epoca, dei colori, delle forme e come fosse considerato un simbolo di ricchezza e di potere.

Un piatto in mostra alla Curia Julia

Ci racconta poi degli artigiani affluiti  nell 'urbe, strappati dalle varie terre di conquista in occasione della campagne romane nel nord Europa in medio Oriente e nord Africa.
La mostra è a cura di Maddalena Cima, Maria Antonietta Romei e allestita da Maurizio di Poule.


Accade a...Parigi - "Danser sa vie" Centre Pompidou fino al 2 aprile 2012.  Questa esposizione è dedicata ai legami imprescindibili tra danza moderna e arti visive dal 1900 ai giorni nostri. Una ricerca dell’armonia e dell’estasi; la danza è stata la chiave di volta della rivoluzione estetica moderna.

un momento della mostra

Vi è una rottura senza precedenti nell’arte del corpo in movimento sostenuta da pionieri come Isadora Duncan, Loie Fuller, Vaslav Nijinski. Questa rivoluzione è stata decisiva nell’evoluzione delle arti visive che da allora avranno un legame stretto e fruttuoso con la danza. La danza si rivela essere stata alla base dei movimenti fondanti delle arti del XX secolo all’inizio del quale nasce la danza libera di Isadora Duncan, una nuova espressione di sé dove ogni gesto riflette un’emozione.

Emil Nolde, Danzatrice con velo viola

La danza si libera dal balletto classico e si esprime come slancio vitale della modernità. La gioia di vivere è nei corpi. “Non ho fatto altro che far danzare la mia vita” così dice Isadora Duncan, annunciando una costante dell’arte del XX secolo, degli artisti dada, e così fino ai giorni nostri: fare della danza una manifestazione visibile della vita. 


Le flash news sono a cura di Carlotta Staderini Chiatante e Carlo Verga.


 


 

Piccolo déjà vu

"La finanza pubblica deve essere sana, il bilancio  deve essere in pareggio, il debito pubblico deve essere ridotto, l'arroganza dell'amministrazione deve essere combattuta e controllata e l'aiuto ai paesi stranieri deve essere diminuito per evitare il fallimento di Roma.
La popolazione deve ancora imparare a lavorare invece di vivere di sussidi pubblici.”
Cicerone,  55 A.C. 




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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità...

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall,  Marguerite Pratesi de Merode, Ranieri Ricci, Lalli Theodoli e redatta con la partecipazione di: Lorenzo e Renata Bartolini Salimbeni, Lucilla Laureti, Carlotta Staderini Chiatante, Giancarlo Puddu, Beppe Zezza. La sede è in via G. D. Romagnosi 20, 00196 Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa mille persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter. Per informazioni scrivere a lampadina2011@gmail.com.