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Martedi, 30 Settembre 2014

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:

La Lampadina - n. 31
Settembre 2014

Quello che sappiamo e quello che crediamo di sapere. La nostra visione è veramente nostra? Quante sfaccettature ha la realtà? E ciò che vediamo è la realtà? E quante realtà esistono?
Siamo sempre più accerchiati, senza saperlo.
A volte abbiamo un barlume. A volte gli altri, più illuminati, tentano di avvertirci. E noi pensiamo che ci stiano raccontando poco meno di favole metropolitane.
Settembre inizia per noi con un viaggio nella realtà: quella della comunicazione manipolata che ci guida dove vuole; quella che pensiamo di conoscere nell’infinito duello israeliano-palestinese: dove però si individua un’orizzonte di speranza. La realtà autoreferenziale di scientology, e quella dei VIP che molte persone vorrebbero tanto vivere ma non è la loro; quella che credevamo di conoscere nella vita di Maria Callas, ma non era ciò che credevamo, quella dei due marò che ne stanno vivendo una ai confini della ragionevolezza.
E quella di tutti i giorni, quella che ci rassicura, come Mosè con il suo “Buongiorno principesse”, perché è la nostra. E’ la nostra?


COMUNICAZIONE: manipolazione del consenso: "l'agenda setting"
C'è qualcuno che ci suggerisce cosa credere, quando indignarci, cosa ritenere importante... che gentile!
Articolo di Beppe Zezza

In precedenti articoli de "La Lampadina" ho già toccato, con lo stile che ci è proprio, del tema della "manipolazione del consenso": un tema appassionante.
Proseguo su quella strada.

la manipolazioneNon so se abbiate mai sentito parlare di "agenda setting". E' un’espressione ben nota agli esperti di comunicazione.
L’espressione è intraducibile: letteralmente potrebbe essere resa con "ordinamento delle cose da fare", ma non rende esattamente il concetto.
La teoria dell’agenda setting, avanzata nel 1972 da Maxwell McCombs e Donald Shaw, sostiene che siano i mezzi di comunicazione di massa (mass media: principalmente televisioni e giornali) che predispongono per il pubblico “l‘ordine del giorno” degli argomenti cui prestare attenzione.
Già nel 1922 Walter Lippmann, nell’ormai famoso Public Opinion, sottolineava come il pubblico dei media di fatto non si trovi dinanzi ad eventi reali, ma in pratica solo "alle immagini che ci facciamo nella nostra mente".
Due sono i postulati alla teoria principale:

1-Il postulato della selezione sostiene che "la gente (cioè noi) tende ad includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o escludono dal proprio contenuto". Un fatto se non è raccontato sui giornali o in televisione, praticamente non è accaduto.

2-Il postulato della gerarchizzazione afferma che il pubblico (cioè noi) tende ad assegnare alla realtà un’importanza che riflette l’enfasi attribuita dai mass media agli eventi, ai problemi, alle persone (Shaw 1979). Un fatto è importante se se ne parla molto, se lo si accenna appena vuol dire che non ha rilevanza.

Curiosamente si deve osservare come le ricerche effettuate tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Novanta non abbiano portato alcuna conferma "scientifica" alla teoria!
Eppure lo spunto di riflessione che offre questa teoria è di estremo interesse, soprattutto per la nostra Italia dove i media sono in mano a grandi gruppi tutti con fortissime connotazioni politiche.lo schema dell'agenda setting

È ovvio che una madre che trucida il proprio figlio, due adolescenti che uccidono i familiari, i vicini di casa che danno fuoco all'abitazione degli altri vicini siano fatti che scuotono l'opinione pubblica: agiscono su quegli istinti ancestrali dell'essere umano -esperienze chiamate in comunicazione "insight" - che accomunano un'intera popolazione al di là di ceto sociale, istruzione e status economico.
Ma è anche vero che la "morbosità" e l’insistenza con le quali vengono trattati questi argomenti dalle trasmissioni tv, da quelle di approfondimento della seconda serata a quelle del pomeriggio per le signore, focalizzano l'attenzione degli spettatori/ cittadini su fatti specifici, facendo perdere così la visione dell'insieme e magari dei veri problemi che interessano alla società.

Cosa succedeva in Italia mentre tutti parlavano del plastico di Cogne, presentato a "Porta a Porta", cosa accadeva mentre si parlava dei vicini di Erba? Tutti ricordiamo questi fatti, nessuno - o pochi - i fatti importanti della politica di quel momento.
Quando tutti trattavano di uno di questi argomenti di cronaca nera, Enrico Mentana al TgLa7 annunciò ai propri telespettatori che il suo telegiornale non ne avrebbe più trattato se non a fronte di notizie nuove e degne di questo nome, per lasciare spazio ad argomenti più seri ed importanti. Una denuncia, senza mezzi termini, al tentativo mediatico di insabbiare alcuni fatti tramite una banalissima applicazione della teoria di "agenda setting"!

E che dire della tv del pomeriggio? Nessuno di coloro che partecipano alla vita attiva del Paese probabilmente guarda Barbara D'Urso o la “Vita in diretta” eppure la maggior parte delle donne italiane in quelle ore si sintonizza proprio su questi programmi che hanno il potere di formare la loro opinione.
Come? Ore ed ore di "talk politici" conditi di urla, populismo e "protesta facile" che offusca i veri problemi e le vere soluzioni. Talk seguiti poi dall'ennesima dichiarazione esclusiva ad es. di Raffaella Fico in merito alla storia relativa alla paternità della figlia.
Cosa ne rimane alla telespettatrice media? Un senso di disperazione per la situazione politica e sociale attuale - chepluralità per ottenere la notizia "casualmente" poi verrà cavalcata da una parte politica, magari quella del suo editore - e la testa piena di notizie di inutile cronaca rosa.
Questo è il modo in cui avviene l'agenda setting: un'evoluzione moderna del panem et circenses con annessa della malizia in più.
Qualcuno potrebbe dire: "Ma per fortuna c'è il web, dove l'informazione corre libera e dove è possibile crearsi un'opinione senza condizionamenti".
Eh no, spiace deludere, ma il fenomeno dai mass media classici si sposta anche sul web. Ne parleremo in un prossimo articolo.

Vi sentite un po' depressi per esservi resi conto di come siamo inconsapevolmente influenzabili/influenzati dai "volponi" della comunicazione?
Coraggio, rianimatevi: la presa di coscienza è il primo passo, indispensabile, per procedere nella via dell’acquisizione di una vera indipendenza di giudizio.

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ATTUALITA' /MUSICA: guardare "oltre"...
... perchè un'altra realtà può e deve esistere.
Articolo di Carlotta Staderini Chiatante

Durante l’estate, abbiamo tutti letto con sgomento le notizie relative alla spirale di violenza del conflitto israelo palestinese. Lo scrittore israeliano Amos Oz, in un piccolo libro intitolato "Contro il fanatismo", dice:

"Nel mio vocabolario, nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c’è Vita ci sono compromessi.
Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione.
Il contrario di compromesso è fanatismo, morte.
Non intendo compromesso come capitolazione. Non intendo porgere l’altra guancia ad un avversario, ad un nemico. Intendo incontrare l’altro più o meno a metà strada; non esistono compromessi felici… "

Quest’estate ho assistito ad un piccolo prodigio. Nel teatro degli Avvalorati a CittPolyphony Youth Ensembleà della Pieve, si è svolto il 23 luglio u.s. il concerto del "Polyphony Youth Ensemble", un’orchestra di giovanissimi palestinesi e israeliani, che suonano insieme… sì, suonano insieme.
Alcuni di loro sono proprio piccoli e vanno ancora a scuola.
Siamo a teatro, i Ragazzi arrivano: due violini, una viola e un violoncello; al pianoforte il maestro Saleem Ashkar, affermato pianista.
Atmosfera incredibile; il silenzio è calato, totale, rendendo la realtà come sospesa e questi giovani e prodigiosi artisti, hanno suonato il quintetto per pianoforte ed archi in la maggiore op.81 di Antonin Dvorak, così poetico e struggente, come mai avevo sentito.
Questo pezzo forse non era stato scelto a caso, infatti Dvorak era un fedele interprete del folklore slavo e le tradizioni popolari venivano esaltate, come per dare un’anima comune al "territorio".
Sul palco, il pianoforte era volutamente posizionato sul fondo e gli archi in prima fila davanti agli ascoltatori; in questo modo il maestro Ashkar si metteva in secondo piano e tutta l’attenzione del pubblico era rivolta ai "suoi" giovani, impegnati a suonare insieme, guardando oltre tutte le barriere, i dolori e le preoccupazioni di questi giorni di inaudita violenza.
A volte i loro sguardi si incrociavano, poi sorridevano e davano vita ad un piccolo miracolo di armonia, incantandoci tutti.
Steve Robert al lavoro La musica che trascende dalle barriere culturali, riesce perfino ad aiutare le comunità in conflitto! Un seme di speranza per una possibile soluzione dei problemi.
Tutto questo è stato reso possibile grazie a due sponsors, Pilar e Steve Robert, che con la loro fondazione Source of Hope, sostengono vari progetti, per migliorare le condizioni di vita dei Palestinesi.

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FENOMENOLOGIA DEL SECOLO: scientologia, una religione, un modo di vivere o un sistema per fare soldi?
Un fondatore discusso, fughe tra i più devoti, un fenomeno sospeso tra una pseudo-religione e la fantascienza ma con risvolti più che pratici.
Articolo di Carlo Verga

Se ne parlava diffusamente in un filmato su Sky qualche giorno fa e incuriosito, considerati i tanti attori e personaggi famosi che ne fanno parte, ho fatto qualche ricerca sull'argomento.
Dianetics su Astounding Science Fiction Il tutto è cominciato con un articolo apparso negli anni Cinquanta su "Astounding Science Fiction", una rivista, che all’epoca si occupava prevalentemente di fantascienza. L’articolo, riportava alcune teorie dal libro "Dianetics" (dal greco dia-attraverso e nous-mente) di Ron Hubbard.
Nel testo, veniva rappresentato un mondo della psiche nuovo, rivoluzionario, che si contrapponeva alla psicoterapia tradizionale e in grado di eliminare i disturbi psichici e migliorare o addirittura guarire alcune malattie psicosomatiche.
Fu un grande successo in quegli anni e il libro fu in cima alle classifiche di vendita per diversi mesi. Molti furono gli estimatori ma i più definirono il contenuto "una sfrontata e immodesta miscela di sciocchezze totali e ragionevolissimo buon senso, presi da scoperte note da molto tempo mascherate e distorte da una terminologia folle inventata sul momento".

Ma quali sono i punti fondamentali di scientologia?
Sicuramente il credo nella potenzialità della mente e come questa se è educata correttamente, abbia un controllo cosciente di ogni parte del corpo.
Secondo Scientology, infatti, la più parte degli esseri umani subisce sia nella vita attuale che in quelle precedenti dei traumi fisici e mentali che vanno ad occupare una parte della mente denominata "mente reattiva". Queste sensazioni di dolore, di forte stress negativo, vengono memorizzate insieme ad una rappresentazione dettagliata del luogo e delle situazione in cui sono avvenute, creando un tipo di ricordo inconscio definito "engram" il cui difetto è quello di influenzare negativamente la "mente cosciente" che è parte positiva della mente.la Chiesa di Scientology
L'engram resterebbe intatto e latente nella "mente reattiva" attraverso tutte le reincarnazioni dell'essere umano, finché non si presenta una situazione o luogo i cui contenuti siano simili a quelli fissati nella sua fase iniziale, solo a quel punto l'engram verrebbe ristimolato e darebbe luogo a una serie di patologie o di complessi psicologici da esso derivati.
Il cammino che Scientology si prefigge è rendere l'essere umano libero dai suoi traumi (cioè privo di engram) e cosciente della sua "mente reattiva" e di tutte le sue reali connessioni così da arrivare allo stato di "clear" cioè libero da tutti i legami del passato.
Il cammino verso lo stato di "Clear", passa tra l'altro attraverso diversi corsi e livelli di auditing, una tecnica tra un praticante che pone domande e un "paziente" (detto preclear) che cerca nella sua mente e fornisce risposte. Questi livelli di auditing, detti "Gradi", come tutti i corsi e i servizi di Scientology sono a pagamento a costi veramente notevoli.
Ma chi era Run Hubbard l'uomo che ha iniziato tutto questo? Run Hubbard era uno scrittore americano conosciuto per la sua prolificità e vastissima fantasia.
Scrisse e principalmente di fantascienza, ma anche western e altro, sempre a contenuto forte, i suoi titoli più famosi: Tenente, Le quattro ore di Satana, La Pattuglia Fantasma, Tamburo del Destino, Killer dell'Aria, Ostaggio della Morte e Legionario dell'Inferno.
Tra i suoi romanzi di fantascienza, Ritorno al domani. Furono quasi 200 i racconti, libri, articoli, pubblicati in un breve arco di tempo.
Il quartier generale di ScientologyDopo la pubblicazione dell’articolo su Astounding Science Fiction, fu subissato di lettere di ammiratori che chiedevano maggiori informazioni sulla nuova teoria. Il successo fu tale che, lasciato ogni incarico, aprì la “Fondazione Hubbard di Ricerca Dianetica”. In poco tempo, però, passato, il momento di grande successo, finiti soldi e finaziamenti, la Fondazione, andò incontro ad una crisi economica e fallì miseramente.
Nel 1952 Hubbard con la terza moglie Mary Sue Whipp si trasferirono a Phoenix, Arizona, dove aprirono la Hubbard Association of Scientologists. E fu l’inizio della Scientologia. Ai centri successivamente aperti di “guida Spirituale” fu data anche una prospettiva religiosa così da ottenere dei notevoli benefici finanziari..
Fondò, assieme ad alcuni collaboratori ed estimatori, tre centri di "culto", Church of American Science, Church of Scientology e Church of Spiritual Engineering, gestiti con un tipo di "franchise" per la loro attività di chiese indipendenti. Fece in modo che i dirigenti delle "chiese" si presentassero come "ministri", indossassero colletti clericali e si facessero chiamare con l'appellativo di "Reverendo".

Hubbert ebbe una vita varia e avventurosa, viaggiò molto, si sposo tre volte ed ebbe 7 figli con vicende spesso tragiche, morì nel 1986. Suo erede è David Miscavige, uno dei suoi assistenti personali, ha assunto la direzione della Chiesa di Scientology con la posizione di presidente del consiglio di amministrazione del Religious Technology Center.
Con il tempo e con una certa intraprendenza, sono stati aperti diversi centri in varie parti del mondo, ma anche grandi insuccessi e processi per varie cause. Molti paesi hanno negato i permessi di “professare” o anche solo di avere una sede a carattere religioso.
Cruise e Miscavige Il principale e grandissimo successo, Scientology lo ha avuto ad Hollywood e dintorni.
Ecco cosa dice, a  questo proposito, Hugh B. Urban, professore di studi religiosi presso il Dipartimento di Studi Comparati presso la Ohio State University:
“Credo che il motivo per cui tante celebrità si siano interessate a Scientology sia perché è una religione che si adatta abbastanza bene con il tipo di personalità delle persone famose. E’ una dottrina molto individualista. Si celebra l'identità dell'individuo come fine divino. Essa sostiene di dare potere assoluto alla propria mente, che si eleva a controllore del proprio destino e si adatta bene con le personalità dell’attore. Per quanto riguarda la ricchezza e il proprio stato sociale, sono persone che hanno bisogno di ricchezza sempre maggiore, ma hanno anche bisogno o vogliono una sorta di convalida spirituale per il loro stato e stile di vita. Scientology è una religione che approva l'essere ricchi, essere famosi e questo è considerato da molti dei seguaci come segni dello sviluppo spirituale e una conferma al proprio stile di vita."

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ITALIA OGGI: VIP o vip?
Una giusta puntualizzazione per evitare di fare confusione.
Articolo di Renata Bartolini Salimbeni

Negli anni '60 i VIP (si scriveva in maiuscolo non a caso) erano persone che contavano per censo, o per eccellenza artistica o scientifica. Gente che per capacità o per "motivi di famiglia" stava in vetta. Quindi i sovrani o principi di casa reale, i capi di stato (e manco tutti), gli esponenti dell'altissima aristocrazia, i Von Karajan, i Picasso, le Callas, gli Strehler, i grandi ambasciatori, gli Agnelli, i Montanelli ecc. fino ad arrivare fooorse (ma forse no) con molta fatica ed estrema degnazione magari ad un Onassis (sempre malvisto dai veri VIP) o a un Neil Armstrong che almeno era simpatico.

VIP?MAI E POI MAI un Briatore, una Belen, un calciatore (neanche i Rivera e i Mazzola), un personaggio televisivo (neanche Bongiorno o la Carrà), un pilota di F1, non parliamo poi di veline, grandifratelli o gentucola da comparsate in discoteca, mai e poi mai ripeto si sarebbero potuti chiamare VIP. E nemmeno vip.

Quelli intelligenti, bravi, noti e che facevano bene il loro lavoro non se la prendevano affatto e continuavano a vivere benissimo. Quelli che rosicavano facevano due fatiche, come si dice a Roma. Nessuno si azzannava però per poter essere annoverato nella categoria, come avviene ora.
Bene, sappiatelo: ad oggi 29 settembre 2014 la categoria dei vip non ha credito nemmeno al monte dei pegni. Ci sono cani, porci (qualche maiale in verità c'era pure prima ma mascherato), insetti di vario tipo, imbecilli operanti in vari rami ed attività, gente senza un filo di cultura, attori che non recitano, cantanti che non cantano, imprenditori che non intraprendono un baffo. Non vi scannate, è una lotta fra microbi. Praticamente una guerra batteriologica.
(inutile dire che non sono mai stata una VIP - lo sapete già - e meno che mai una vip!) VIP per l'unico lettore che non lo sapesse è l'acronimo di Very Important Person. NIP è la Non Important Person. Invece il vip... non è nulla.

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ABBIAMO OSPITI - MUSICA: gli enigmi di Colei che visse d'arte e d'amore
 Il mito della Callas e la realtà semplice di una vita sofferta.

Articolo di Giulia Pasquazi Berliri – Autore Ospite de La Lampadina

Nata da un farmacista greco immigrato a New York, Maria Callas da piccola, avevaLa famiglia a New York appena 5 anni, venne investita da un’automobile e rimase in coma per circa un mese. Superata questa prima difficoltà dimostrò fin da bambina il suo talento tanto che la madre le impose una vita di sacrifici sfruttandola come un enfant prodige.
Studiava anche 12 ore al giorno fra il Conservatorio e le lezioni di canto e così non visse l’infanzia, come non visse la giovinezza.
Amò profondamente Meneghini, perse la testa per Onassis, si innamorò di Pasolini, che la diresse in Medea. Ma non fu mai felice.
Per tutta la vita inseguì l’amore e la famiglia che non ebbe mai.
Eppure divenne famosa, la sua parabola artistica raggiunse livelli incredibili al punto di fare di lei un mito, ma Maria era una donna fragile: la sua unica forza era la voce, precisa, potente, drammatica. Unica e irripetibile.
Con Pasolini Ma oltre che per la tecnica superlativa, la Callas è ricordata per la maestria, mai vista fino ad allora su un palcoscenico, nel fondere canto e recitazione.
Ma fuori dalla scena era spesso preda di laceranti sofferenze, di dubbi, di intrighi: la sua passione per Onassis non le lesinò alcun che!
A Londra negli anni Sessanta era nato il figlio che ebbe dall’armatore greco. Lo avevano chiamato Omero ma morì subito, dopo appena un giorno. Testimonianza di come il più acclamato soprano del secolo, adorata dalle platee del mondo, si fosse consegnata anima e corpo, senza pensare alla voce e alla carriera, al suo sogno di giovane: essere la donna di quell’uomo discusso, brutto, potente, misterioso, egoista, affascinante.
Un uomo freddo e capace, dopo tante avventure insieme, di rinnegarla e abbandonarla! Questo figlio morto, per 17 anni Maria Callas lo visitò in segreto ogni primo lunedì del mese quando, con la complicità del custode, entrava nel cimitero di Bruzzano che era chiuso al pubblico.
Puntuale come un orologio svizzero, la berlina blu con le tendine grigie che la nascondevano al mondo, alle 11 giungeva al cancello e lei entrava e si lasciava andare alle lacrime perché dietro quel nome, Omero, inciso nel marmo a lettere d’oro, si nascondeva un pezzo della sua vita. Un segreto. Suo figlio. Sì, quel figlio che era stata costretta a nascondere agli occhi del mondo; quel figlio che aveva fatto seppellire di nascosto in un angolo remoto di Milano, come se se ne dovesse vergognare. Con Onassis
Quel figlio che non aveva potuto abbracciare neppure una volta per la crudeltà di suo padre, Aristotele Onassis che non accettò mai la sua gravidanza.
La storia della “Divina” è tutta un romanzo, come una delle tante eroine tragiche da lei interpretate.
Notevolmente in sovrappeso, nel 1954 nel giro di pochi mesi riuscì a dimagrire di oltre 30 chili, assumendo la figura longilinea e quell’aria sofferente che la contraddistinsero fino alla fine. Di questo dimagrimento così rapido e improvviso si è data una versione molto romanzata, che lei tuttavia non si preoccupò mai di rettificare, sostenendo che avesse ingerito volontariamente una tenia, parassita intestinale comunemente noto come “verme solitario” assumendolo dentro una coppa di champagne. Effettivamente è difficile credere ad un’ingestione volontaria del parassita assumendolo in un liquido alcolico, ma considerando l’anima tragica della cantante non è da escludere una versione edulcorata ed eroica di una tale eventuale ingestione fortuita. Maria Callas neanche per una dieta poté staccarsi dalla sua aura tragica!
Il libro "La giovane Callas"Nel libro “La giovane Callas” di Bruno Tosi, sua cognata Pia Meneghini racconta: ”Il segreto lo conosco solo io. Maria mi fece giurare di non dirlo a nessuno, avallando così la tesi romanzesca che avesse ingoiato uova di tenia con un sorso di champagne. In realtà per dimagrire Maria fece di peggio. Contro il parere di Titta (Meneghini) e di mio marito, suo medico personale, si sottopose ad una pericolosissima cura di alcuni medici svizzeri. Praticamente assunse dosi massicce di estratto secco tiroideo e di ormoni con lo scopo di accelerare le funzioni metaboliche, eliminando così il grasso superfluo in tempi brevissimi. E ancora: impaziente di raggiungere un peso invidiabile, Maria si fece praticare direttamente nella tiroide istillazioni di iodio…”.
Anche la sua morte fu circondata dal mistero, infatti non sarebbe stata causata da un suicidio dovuto all’ingestione di barbiturici e, quindi, legato all’esaurimento nervoso. Infatti uno studio approfondito firmato da due noti foniatri e consegnato all’università di Bologna, sancì che la cantante era affetta da dermatomiosite, una malattia che provoca un cedimento dei muscoli e dei tessuti in generale, compresa la laringe: di qui la discontinuità e il declino della voce che iniziarono a manifestarsi già all’inizio degli anni Sessanta.
La Callas, scomparsa il 16 settembre 1977, sarebbe dunque morta, come certificò il referto ufficiale, per arresto cardiaco dovuto allo stadio finale di questa strisciante malattia degenerativa e non per le cosiddette pene d’amore. Anche l’analisi della postura e della respirazione confermerebbero quest’ipotesi, d’altronde già formulata dal medico prof. Mario Giacovazzo che visitò la cantante nel 1975 ma rivelò il segreto solo nel 2002. La cassa toracica non si espandeva in corrispondenza delle prese di fiato ma si alzavano impropriamente le spalle e si contraevano i muscoli deltoidi. Insomma: il cedimento muscolare era evidente.Adieu Maria
Oggi la Callas avrebbe 91 anni e, se la sua vita non fosse stata tanto minata da sofferenze, avremmo potuto godere ancora della sua voce per altri anni perché come dice Zeffirelli “la congiunzione di stelle che si sono incontrate per creare un astro così completo e perfetto come Maria Callas non potrà ripetersi mai più”.
Giulia Pasquazi Berliri

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ABBIAMO OSPITI - ATTUALITA': India/lasciate ogni speranza o voi che entrate... nell'argomento marò
Il rientro di Latorre non sia pretesto per nuove illusoni
Articolo di Giuseppe Fabbri - Autore Ospite de La Lampadina

Conosco l’India abbastanza bene avendoci vissuto alcuni anni della mia vita e, il caso vuole che, degli amici che mi sono fatto in loco e che mi sono rimasti la maggior parte sono legali e conoscono, quindi, l’argomento magistratura indiana.
Come il lettore di giornali avrà capito l’India è un Paese che ci somiglia moltissimo e, forse, in peggio.
La penisola indianaA questo proposito ricordo la battuta esilarante di un mio vecchio conoscente indiano che diceva sempre: “India and Italy same Country!” se gli si chiedeva il significato della battuta lui rispondeva: “ We are both a peninsula”!
Tra gli elementi della somiglianza ci sono due pessimi capitoli che sono la corruzione diffusa nell’apparato statale e di Governo e i tempi biblici della magistratura.
Però con ridicola fierezza di stampo britannico, ridicola anche perché di britannico non c’è più niente, essi sostengono che tra il potere esecutivo e quello giudiziario non c’è alcuna possibilità di interferenza e, per di più, in India la magistratura è veramente indipendente da tutto e da tutti. Sottintendendo che se anche dei ministri o alti funzionari di Stato fanno la cresta quando comprano gli elicotteri militari, la Suprema Corte al contrario, è un’inattaccabile roccaforte di cristallina onestà. Hai capito che stravaganza.
La penisola italiana Ora accade che i nostri fucilieri sono agli arresti domiciliari presso l’Ambasciata Italiana di New Delhi e quindi sotto la competenza della magistratura che dovrà pronunciarsi sul loro conto. Non c’è Governo o Ministero degli Esteri che tenga, è la Suprema Corte che dovrà pronunciarsi quando finalmente lo riterrà opportuno. E, guarda caso, quali sono le parole che sono sgorgate dalla bocca di quel prodigio di incorruttibilità e di efficienza che è il nuovo primo ministro indiano Narendra Modi nella sua conversazione telefonica con il nostro Matteo Renzi: “Bisogna che impariate ad accettare i tempi della nostra magistratura”! E meno male che non ha aggiunto: “Del resto in Italia dovreste essere esperti sui tempi della suddetta”! A parte che la suddetta si è permessa il lusso di sputtanarci davanti al mondo con la storia delle tangenti sulla vendita degli elicotteri al nostro Ministero della Difesa.
E una piccola ritorsione non ce la volete concedere?
Narendra Modi è l’espressione del Janta Party il partito che ha vinto le elezioni e che è un partito nazionalista molto meno aperto alle relazioni internazionali di quanto non lo sia il Partito del Congresso che è stato al potere quasi ininterrottamente dai tempi dell’indipendenza e che fino alle ultime elezioni aveva come leader in pectore l’italiana Sonia Gandhi madre di Raul Gandhi rivale di Narendra Modi.
Per più di due anni quindi, dal febbraio 2012 al maggio 2014, il caso dei nostri fucilieri poteva essere in qualche modo facilitato da questa figura Sonia che pur non avendo ruoli esecutivi era pur sempre punto di riferimento del partito al potere, ma Sonia, per non rischiare di essere accusata di partigianeria, non ha mosso un dito. Né lo ha fatto Raul che non ha altri meriti se non quello di avere il cognome Gandhi ed essere nipote indegno della nonna Indira.
Alla luce di tutto ciò mi sembra puramente illusorio pensare che la vicenda possa essere gestita e velocizzata tramite le relazioni diplomatiche dei due Paesi in questione. E velleitario andare in giro dicendo “riportiamoci i due marò a casa”.
Aveva ragione Terzi di Sant’Agata, l’unica soluzione era non rimandare i marò in India dopo la licenza natalizia in Italia. Brutto quanto volete perché significava venir meno alla parola data ma l’unica soluzione efficace tutto il resto è poesia.
Sui giornali si è scritto di tutto sull’onda emotiva di questa disgraziata vicenda ma sono tutte cose che scuotono i sentimenti del lettore facendo più danno che profitto. Si è arrivati persino a rievocare il blitz di Entebbe Dilma e Giorgiotrascurando che l’India non è l’Uganda e l’Italia non è Israele.
Al giorno d’oggi c’è un tale intreccio di interessi commerciali tra Paesi che assumere atteggiamenti intransigenti è praticamente impossibile.
Si guardi anche al caso recente dell’estradizione di Cesare Battisti dal Brasile. L’unica cosa che si poteva giocare senza smuovere lo spaventoso intreccio di interessi economici tra i due Paesi era il supplichevole sorriso del vecchio comunista Napolitano alla giovane comunista Dilma Roussef. Risultato zero.
Quindi oggi, i marò se ne facciano una ragione, se l’Italia vuole anche solo offrire i suoi elicotteri all’India, non dico vendere, deve chiedere scusa per essersi la nostra magistratura lasciato scappar detto che sulla fornitura precedente c’era stata puzza di tangenti pagate al Ministero della Difesa indiano.
E i fucilieri per ingannare il tempo possono sempre cominciare a imparare l’hindi.

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COSTUME: il mio Mosè
Per cominciare bene una giornata, basta poco, in genere.

Un caffè fatto con il cuoreBasta il sorriso di un marito, di un figlio, di un nipote, un ciao al telefono, una mail di buongiorno, un cornetto caldo, un caffè portato a letto, un sole sfacciato.
Per proseguire la giornata occorre poi una ricreazione a metà mattina, al bar.
Con la mia socia e sorella è una tradizione irrinunciabile, soprattutto a inizio settimana: ci si racconta il nostro fine settimana, ci si aggiorna sui nostri amici.
E così, puntuali, alle dieci e mezzo varchiamo la soglia del nostro solito bar.

“BUONGIORNO GIOIE”
“BUONGIORNO BELLEZZE”
“BUONGIORNO PRINCIPESSE”
E’ il saluto di Mosè per noi.

Non è UN cameriere del bar: è IL cameriere del bar. Una memoria mostruosa nel ricordare il caffè al vetro, il cappuccino senza schiuma, il caffè macchiato freddo ma con un po’ di panna, il thè, ma tiepido. Corre come un pazzo, magrissimo che il grasso non ha il tempo di attecchire su di lui, energico, sorridente e festoso.
Non ricordiamo da quanto tempo è cominciato questo saluto urlato e plateale che fa girare puntualmente tutti gli avventori che stupefatti lasciano a mezza aria la loro tazzina del caffè. Si girano incuriositi: si aspettano l’ingresso di due sventole ed invece... arriviamo noi.
Un po’ ci vergogniamo, ma l’accoglienza ci spinge a un radioso sorriso divertito, a raddrizzare le spalle, a tener la pancia in dentro. Questo saluto ci illumina.
Ci sorridono ridendo anche tutti gli altri camerieri insieme agli avventori ripresi dallo stupore.
Un rito oramai che non viene interrotto nemmeno dalla partenza di Mosè che prima delle sue vacanze istruisce a dovere gli altri camerieri e così, anche in sua assenza, parte il coretto.
Un “BUONGIORNO GIOIE” non si può negare mai.
Se per caso entriamo nel bar accompagnate da un cavaliere il coretto non parte.

“BEH CHE SUCCEDE?”
Mosè risponde che non vorrebbe creare imbarazzi.

Ma poco tempo fa, al nostro avvicinarsi per la nostra quotidiana ricreazione, troviamo il bar sbarrato, chiuso.
In pochi giorni dietro la serranda si accumulano mucchi di cartacce. La desolazione più totale. E che ne sarà di Mosè?
Ci spingiamo tristissime per il nostro caffè in altri bar dei dintorni. Camerieri musoni, proprietari maleducati, non un buongiorno quando paghiamo, non un sorriso quando entriamo, teste basse e nemmeno un arrivederci. Ma tanto non ci torneremo.
Viene quasi voglia di rinunciare alla nostra sosta di metà mattina.
Ma proviamo ancora.
Entriamo nell’ultimo bar inesplorato della zona e Buon giorno Principesse!
“BUONGIORNO PRINCIPESSE”
Eccolo, in fondo alla sala, c’è lui: Mosè
Come nel passato gli avventori ci guardano stupefatti, e come prima poi ci sorridono.
Ci raddrizziamo, parte il nostro sorriso interno.
Ora di nuovo, finalmente, possiamo cominciare felici la nostra giornata.

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità...

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Giancarlo Puddu, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Angelica Verga. La sede è in via Guido d'Arezzo, 16, 00197 Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa milleseicento persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
Per informazioni scrivere a info@lalampadina.net

SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA ASCOLTARE: "El Dante",  ll prof Franco Nembrini noto in tutta Italia per i suoi incontri su Dante, terrà una serie di conversazioni su l'Inferno: una lettura non accademica ma esistenziale e popolare della Divina Commedia.
Gli incontri si svolgeranno nella Chiesa Parrocchiale della Gran Madre di Dio, in Piazzale Ponte Milvio, con ingresso libero, alle ore 21 con il seguente calendario:  7 Novembre; 16 Gennaio 2015; 13 Marzo; 10 Aprile - vedi la locandina
Beppe

DA GUSTARENonsoloArena!  Anzi, prima dello spettacolo e soprattutto dopo, a un passo dall'Arena (di Verona, ovviamente), in Vicolo Dietro Listone, un ristorante assai piacevole, il Liston (da non confondersi con il Liston 12 in Piazza Bra) con una cucina appetitosa e curata e tavoli all'aperto (ma molto cozy anche all'interno). Ha una buona carta dei vini e prezzi accessibili. Anche pizzeria, ma ottimi tutti i primi, il pesce e i crostacei, il vitello tonnato, le verdurine e la focaccia caldissima per cominciare!
Via Dietro Listone 19, Verona, 045 8034003.
Per Renata voto 8

DA LEGGERE: “La terrazza proibita. Vita nell'harem" di  Fatima Mernissi.
Un libro autobiografico della scrittrice marocchina Fatima Mernissi che ci descrive con la voce di lei, bambina, la sua infanzia all'epoca della colonizzazione francese, in un harem di Fez. Leggi di più
Per Marguerite Voto 8

DA VEDERE: Musei Vaticani, tutti i venerdì sera, ancora fino al 31 ottobre, "Il bello di sentire", concerti in collaborazione con Santa Cecilia e visita ai musei e alla Cappella Sistina. Prenotazione online e costo del solo biglietto d'ingresso. Interessanti proposte anche per i giardini vaticani.
Lucilla

DA VEDERE bis: "Body Worlds". Ritorna a Roma la incredibile mostra sull'"interno del corpo umano". Dal 16 ottobre in Via Tirso si potranno rivedere i corpi "plastinati" di Gunther von Hagens.
Per Filippo (già vista nel precedente allestimento romano) voto 8


Tutti i nostri suggerimenti li trovate qui

 FAI E LA LAMPADINA INSIEME!

Logo Fai Delegazione Roma


Dal 30 ottobre 2014 a marzo 2015 Il FAI – Fondo Ambiente Italiano, Delegazione di Roma, torna al Teatro Eliseo per uno dei suoi appuntamenti culturali più attesi e più seguiti: il corso di storia dell'arte, che quest'anno avrà come tema e titolo "IL RITRATTO, SPECCHIO INDISCRETO DELL'ANIMA. 11 lezioni per raccontare la storia del ritratto dall'antichità alla Pop Art".
Il teatro Eliseo

Il ritratto è una delle più antiche espressioni d'arte, a testimonianza che l'uomo da sempre porta dentro di sé il desiderio di tramandare la propria immagine per preservare la memoria e realizzare il grande sogno della immortalità.
Che sia una scultura, un dipinto o una fotografia, per essere "vera" arte il ritratto "deve dimostrare quello che la figura ha nell'animo, altrimenti non è laudabile", come ammoniva Leonardo da Vinci. Da ottobre 2014 a marzo 2015 si alterneranno sul palco noti storici dell'arte, fotografi e psicologi per raccontare in 11 lezioni, da Nefertiti a Andy Warhol, una delle massime espressioni dell'arte di tutti i tempi. Anche in omaggio all'Eliseo, una delle lezioni sarà dedicata ai ritratti in scena e avrà come protagonista Lella Costa. Il corso (leggi il programma dettagliato degli incontri) si avvale di relatori di grande prestigio come la medievista Chiara Frugoni, gli storici dell'arte Tomaso Montanari Valerio Terraroli, Alessandro Viscogliosi, e Laura Iamurri, il fotografo Ferdinando Scianna, lo psicologo Alberto Panza. 
Per tutti i dettagli clicca qui

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E il FAI  sta organizzando anche il primo viaggio di autunno! Dove? in ROMAGNA: dai mosaici bizantini alle terre dei Malatesta (16-20 ottobre), un raffinato e insolito itinerario "romagnolo" ideato in esclusiva dal FAI e guidato dall'architetto/storico dell'arte Prof. Alessandro Viscogliosi.

La Biblioteca Malatestiana
Un viaggio che toccherà Imola, porta della Romagna, Faenza, con la sua architettura neoclassica, Cesena con la Biblioteca Malatestiana, e poi Forli, Rimini, Ravenna con lo splendore dei suoi mosaici.
Per informazioni: Delegazione FAI di Roma, Piazza dell'Enciclopedia Italiana 50, tel. 06.6879376, email: delegazionefai.roma@fondoambiente.it

 



FLASH NEWS!
Un po' qua, un po' là...


Si sta programmando un nuovo "Guggenheim" a Helsinky.
Dopo i musei di New York, Bilbao, Venezia e Abu Dhaby è partito il bando di concorso per il nuovo Guggenheim di Helsinky a cui hanno risposto in mille e 715 studi, architet
ti, designer, da 77 Paesi del mondo.
Una giuria internazionale sceglierà sei proposte entro il 2 dicembre per il nuovo m
L'area su cui sorgerà il Museouseo che sarà la sede più grande di tutti i centri, e il vincitore sarà annunciato nel giugno 2015.
Una ragione di più per andare a visitare questa bella e civile città! Speriamo sarà una futura meta per i viaggi della Lampadina!
MdM

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Tac tac drin drin. Quanti di Voi si ricordano quel fastidiosissimo rumoreDita e tasti della macchina da scrivere di una volta, il tac tac, il drin drin di fine pagina. In una stanza dove anche in pochi uscivi la sera veramente "frastornato" e con la voglia di silenzio assoluto. I tempi cambiano ma cosa ti ha inventato quel mattacchione di Tom Hanks, grande collezionista di macchine da scrivere di un tempo? Un'app, la "Hanx writer", con la qualeHanks e la sua app puoi ricreare, mente digiti, tutti i tac tac, i drin drin, e magari anche i rumori di quando la macchina si inceppava.
Si potrebbe pensare "cosa simpatica per lui che ha questa passione". Ma l'applicazione è stata scaricata da migliaia di persone alle quali quel tac tac, evidentemente, dà un senso di ritorno al passato.
CV

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Il pomodoro era il cibo degli Aztechi, arrivò in Italia su una delle navi di Hernan Cortez. Quando fu scaricato sembrava fosse una pianta ornamentale e tutti si affrettarono a decorare vasi e Il libro del Latinigiardini. Solo un secolo più tardi si iniziò ad usarli in cucina ma come salsa e mai crudi. Nel 1693 il marchigiano Antonio Latini scrisse un libro dove per la prima volta si parlava di salsa di pomodoro alla "Spagnola". A Napoli però si continuò a mangiare pasta in bianco per tutto il 1700 e parte del 1800.
CV




A OTTOBRE
DUE APPUNTAMENTI ORGANIZZATI DA
LA LAMPADINA

Martedì 21 Ottobre alle ore 18,45, Lalli Theodoli parlerà nella Biblioteca del Nuovo Circolo degli Scacchi  sul tema:
“La paternità oggi: San Giuseppe”. Ingresso libero.
Palazzo Rondinini,
via del Corso 518,  Roma

Si inizia così, con un tema particolare e di grande attualità,  un ciclo di “conversazioni in biblioteca” che La Lampadina, in collaborazione con Il Nuovo Circolo degli Scacchi di Roma, proporrà nei mesi a venire, con il proposito di interessare e   informare il pubblico presente, nonchè di stimolare il dialogo e lo scambio con esso.
Biblioteca del Nuovo Circolo degli Scacchi
Saranno appunto "conversazioni" che spazieranno nei più diversi settori culturali, quale è del resto la  caratteristica saliente per gli articoli de La Lampadina.

Sperando di averVi incuriosito, Vi aspettiamo numerosi! 



La Lampadina,
in collaborazione con ACDMAE e Circolo del Ministero degli Affari Esteri

VI INVITA AD UN INCONTRO CON L'ARTE CINETICA

Conversazione di Luciano Berni Canani, collezionista di avanguardie artistiche del XX secolo,  al Circolo MAE di Roma
Giovedì 23 ottobre 2014 ore 19.00

L’”Arte del Movimento” è stata l’unica avanguardia artistica ad avere, nel secolo scorso, un immediato riconoscimento internazionale.
DOP 1 Programmata di Ennio Chiggio

Nato a Parigi a metà degli Anni Cinquanta, esposto subito nei principali Musei Europei, nel 1965 il movimento conquista gli Stati Uniti: durante l’esposizione al MOMA di New York, per lui viene coniata la sigla di OP ART (Optical Art), in contrapposizione alla nascente POP ART. Dimenticata per alcuni decenni, da pochi anni l’Arte Cinetica riscuote un successo crescente nel mondo.

L'incontro, con entrata libera su prenotazione allo 06/8086130,
si terrà nei saloni del Circolo MAE, Lungotevere dell'Acqua Acetosa 42 - 00197 Roma.

Leggi e scarica l'invito

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E-commerce su misura. Sembra che le vendite negli Usa siano ancora molto alte nel modo tradizionale ma l'e-commerce con il suo nuovo modo di contattare i clienti avanza in modo inesorabile.
Nuovi sistemi? È della massima importanza delineare il profilo del cliente, ogni modo è lecito per ottenerlo. Birch box è un negozio per donna, puoi farti truccare gratuitamente, devi lasciare tutti i tuoi dati, una volta controllati, la società potrà far recapitare a casa tua un certo numero di prodotti, li potrai scegliere e rimandare indietro quanto non ti piace.
Ecommerce...Lo stesso fa la Stitch fix, con i vestiti, e per profili adeguati. Ti mandano a casa un certo numero di vestiti, li proverai e manderai indietro quanti non ti piacciono.
Quante le opportunità per l'E commerce al momento, una nuova a cui potremmo pensare anche noi de La Lampadina, considerato che la più parte degli utenti sono amici. Ricevere le foto di quanto, di casa, ritenuto inutile, pubblicare l'elenco su un numero speciale e vedere cosa succede. Quanto ottenuto, destinarlo a qualche giusta causa. Chissà?
CV

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Ascoli Satriano. Chi sa dove si trova? Credo pochi sappiano localizzare questa cittadina nella nostra penisola.
Eppure vi si trova esposta un'opera che dire straordinaria è dire poco (ma l'Italia è così: anche in località sconosciute sonI due grifio esposti dei veri e propri "tesori" dell'arte).
Si tratta, in questo caso, di un
trapezophoros (sostegno di mensa) in marmi policromi raffigurante due grifi che azzannano un cervo disteso. Proviene da una tomba dauna del IV secolo A.C.
La storia di questo reperto è un vero e proprio giallo nel quale agiscono scavatori clandestini, commercianti d'arte e responsabili di musei di pochi scrupoli, rivelazioni in articulo mortis, operazioni di polizia e interventi del Ministero dei Beni Culturali. L'opera è esposta insieme ad altri reperti nel "polo museale".
Merita un viaggio in Puglia, anche fosse solo per lui.
BZ

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A teatro con La Lampadina

Logo Teatro Olimpico
Roma: Al Teatro Olimpico, la stagione I ragazzi di Coloradoè inziata all'insegna del sorriso con I Ragazzi di Colorado, direttamente dal successo della trasmissione televisiva, con un vero e proprio festival della comicità di fine estate.
Dal 30 settembre al 5 ottobre.
Si continua poi con  Alessandro Di Carlo nello spettacolo “25” (Anni di varie follie). Alessandro Di CarloIl comico e intrattenitore, quest’anno “compie” 25 anni di carriera e racconta questi anni passati tra locali e localini, garage e sottoscala, carceri e balere… Anche la musica fa capolino con omaggi alla grande tradizione romana ed italiana. Dal  17 al 12 ottobre.
Ottobre si chiude con Dario Cassini, per la prima volta al Teatro Olimpico, con il suo Professor Rimorchio, un grande luminare dei sentimenti di coppia, un vero e proprio guru del rapporto uomo-donna, che
Dario Cassinisviluppa insieme agli alunni spettatori le sue tesi esilaranti sul variegato universo femminile. Un vademecum, una sorta di decalogo per convivere con l’altra metà del cielo… dove di solito piove! Dal 14 al 26 ottobre.
Leggi il programma di tutta la stagione.
Se prenotate tramite noi, conviene:
chiedi info qui.

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I SUGGERIMENTI DELLA LAMPADINA

Vi ricordate di vini, olii, olive, biscotti e Chianina...?
Se siete interessati trovate tutte le informazioni qui.

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MOSTRE

Roma
A Roma si organizza da ottobre in poi un vasto programma in occasione del secondo millenario dalla morte dell'Imperatore Augusto.
"Un rinnovato Museo Palatino, la riorganizzazione del percors
o archeologico della Casa di AAugustougusto e della Casa di Livia, al Foro romano la riapertura del percorso del Vico Iugario attraverso la Basilica Iulia, lo svelamento del complesso delle Terme di Diocleziano dopo il restauro, e l'aula VIII allestita con i frammenti architettonici delle terme stesse, che saranno così esposti al pubblico". Vi invito a seguire le varie iniziative previste sul sito del Ministero dei Beni Culturali per non perdervi le interressanti proposte.

Macro: Festival internazionale della fotografia: Portrait. Il tredicesimo festival della fotografia, con il suo direttore artistico, il fotografo Marco Delogu, si dedica, quest’anno, al ritratto come strumento di analisi della società contemporanea. Sono esposte tantissime fotografie nella sala Enel del Macro di via Nizza e in numerose altre sedi espositive dislocate per la città.
Festival della fotografiaE' un percorso iniziato tanti anni fa tra “soggetto fotografato, fotografo e spettatore” che ci racconta non solo dei volti ma anche del rapporto che si instaura tra gli individui e la collettivita'. Sono 36 in tutte le mostre organizzate quest'anno all'interno del festival ed è dato molto spazio anche alla fotografia contemporanea.
Fino all’11 gennaio 2015

Matera
Museo Nazionale d'arte medioevale e moderna, Palazzo Lanfranchi.
Pasolini a Matera, Il Vangelo secondo Matteo cinquant'anni dopo. Tra "Gruppo 63" e "Gruppo uno": nuove tecniche d'immagine - Sculture di Gastone Novelli, Achille Perilli, Toti Un'opera di NovelliScialoja, Nicola Carrino, Nato Frascà, Pasquale Santoro, Giuseppe Uncini. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia. A cura di Marta Ragozzino, Giuseppe Appella, Ermanno Taviani, Paride Leporace. Leggi di più.
Fino al 9 novembre 2014.

Le mostre sono a cura di Marguerite de Merode


PENSIERO LATERALE: IL CAMION

Un grande camion si avvicina ad un ponte e l'autista nota che per pochissimo non riesce a passare sotto il ponte. Che fare ? Manovra per tornare indietro. Un ragazzino che lo osserva dà un suggerimento per passare indenne.. ma quale?

Lo sappiamo, è facilissimo...Controllate la vostra idea... Cliccate qui

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