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Lunedi, 4 gennaio 2016

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:

La Lampadina - n. 44
Gennaio 2016

Cari Lettori, ben ritrovati!
Il nostro 2016 parte veloce, come le auto del secolo scorso che andavano a vapore, come gli aerei sui quali molti hanno paura di salire, come la forza della corrente che trascina la donna che dialoga con le sirene, veloce come l'esistenza che va vissuta come una forma d'arte, come fece Rubens, come qualcosa che non si può prevenire, ma solo vivere.


ARTE/FINANZA: Il mondo dell’arte e le cifre, in molti casi, pazzesche
Articolo di Carlo Verga

Le cifre pazzesche che circolano per l’acquisto di opere d’arte, sono spesso utilizzate per ottenere una legittimazione del proprio stato di “persone che possono”, dove il simbolo è il denaro e la sua ostentazione.
Il possedere costose opere d’arte è oggi un must in principal modo tra i nuovi ricchi tra cui spiccano i cinesi, ma anche una via per riciclare del denaro non proprio pulito.
Quando leggiamo delle stravaganze dei nuovi miliardari cinesi, sorridiamo pensando ai nostri “Brambilla” degli anni '60 che ostentavano una bella Alfa Romeo, una barchetta o una villa sulla costa.
I cinesi oggi vogliono dimostrare al mondo che la Cina è in grado di competere con chiunque e per qualsiasi cosa, grande e piccola, acquistano navi di sabbia dorata per ornare le loro piscine o cronografi Rolex per le zampe dei loro cani per sapere quanto tempo trascorrono in giardino prima di rientrare alla loro cuccia.
Ci sono poi personaggi come Liu Yiqian che con una semplice telefonata compra un Modigliani da 170 milioni di dollari e lo fa, sembra, con una carta di credito, così può usufruire di viaggi gratis in prima classe per tutta la famiglia per un numero imprecisato di anni.
Lo stesso signore si fa fotografare mentre beve dalla tazzina Ming acquistata per 36 milioni di dollari. Un personaggio nato dal nulla, cresciuto speculando in borsa in un mondo finanziario dalle mille facce.

Poi ci sono i Jack Ma proprietario di Alibaba, grande concorrente di Amazon e tanti altri con disponibilità illimitate.

Quest’anno la Cina ha sorpassato Stati Uniti e Gran Bretagna, diventando il primo cliente mondiale di un mercato dell’arte da 50 miliardi di euro: Pechino, via Hong Kong, ha raddoppiato gli acquisti dalle maggiori case d’aste diventando il loro maggiore cliente. Tuttavia, nonostante la febbre del mercato dell’arte, le case d’aste non se la passano molto bene.
Il caso di Sotheby’s è emblematico: la sua quotazione è decisamente crollata in questa parte dell’anno, il valore per azione che a New York era di oltre 47 dollari qualche mese fa, è arrivata ai recenti 29 dollari. E in un periodo, quello di Natale, durante il quale le case d’asta dovrebbero andare alla grande. Probabilmente la liquidità delle famiglie di classe medio/alta è molto diminuita con il conseguente effetto sugli acquisti di opere arte di basso o medio valore.
Quello che lascia perplessi, è che questo genere di situazioni, il cui specchietto sono i valori delle case d’asta, ogni qualvolta si siano verificate e in queste proporzione, si è arrivati, subito dopo, a momenti di grande depressione e addirittura alla recessione su molti mercati finanziari mondiali. E’ accaduto negli Stati Uniti 1990-91, 2001 e 2007-2009. In Messico nel 1994, in Est Asia 1998, in Grecia 2010-11, con ramificazioni sul mondo intero.
Il mondo dorato dei grandi valori continua invece inalterato e ci fa riflettere sui casi di casa nostra dove ottenere le somme di cui sopra è impensabile.
L'Italia per molte case d'asta straniere, rappresenta un mercato di approvvigionamento di arte e oggetti da vendere su piazze internazionali a prezzi poi moltiplicati per 10. Sembra di essere tornati ai tempi dei “Gran Tour”: i beni venivano rubati o compensati con pochi soldi.
Da noi ora, il timore della notifica dell'opera ne riduce la valutazione in modo consistente e non le fa apparire sul mercato a meno di non riuscire ad ottenere un permesso di esportazione che pochi riescono ad avere, uno dei casi proprio il “nudo di Modigliani”, ma come? Inoltre il segmento dell'antiquariato, dell'arte antica e dell'800 dove la concorrenza è alta, poco o nulla si è fatto per farlo conoscere e valorizzarlo su quei mercati, oggi, certo, i più ricchi.
Cambierà qualcosa? Lo speriamo, però qualcosa ci fa pensare, perché certo non bisogna essere pessimisti, potrebbe essere una fase transitoria dovuta ai momenti di grande paura.. o almeno, ce lo auguriamo!

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ABBIAMO OSPITI – PSICOLOGIA: Paura di volare, cosa fare?
Articolo di Maria Cristina Zezza– Autore Ospite de La Lampadina

Chi non conosce qualcuno, o  non ha sperimentato in prima persona la paura di volare e di prendere l’aereo?
La paura dell’aereo è molto più frequente di quanto si possa pensare.
Si stima che circa il 50% delle persone abbia paura di volare.
Il grado di disagio può andare dall'evitare di prendere un aereo, al prenderlo solo se obbligati con un'elevata dose di stress.
La paura di volare può insorgere sia in chi non ha mai preso una aereo, ma anche in chi ha tranquillamente viaggiato fino al giorno prima. Questo può dipendere da esperienze negative vissute, da paure trasmesseci da qualcuno vicino a noi, o in periodi di forte stress e cambiamenti personali di vita.
Nella paura di volare c’entra poco la paura dell’aereo in sé per sé. Molti dicono che la paura sia legata al fatto che l’aereo possa cadere, ma se provate a fargli una lezione su funzionamento dell’aereo, statistiche e livelli di sicurezza, vedrete che comunque non ne saranno rassicurati. Semplicemente perché la paura di volare non ha a che fare con il rischio obiettivo e con la razionalità quanto piuttosto con noi stessi e con  le nostre emozioni. Quali emozioni? Principalmente due: paura e ansia.
La paura è un emozione fondamentale che ci aiuta ad agire in caso di un segnale di pericolo.
L’ansia è l’interpretazione soggettiva che facciamo dello stimolo che ci arriva.
Entrambe sono risposte del nostro organismo che ci avvertono di un pericolo. Quando paura e ansia sono troppo intense o, la percezione di pericolo è maggiore rispetto al pericolo stesso ci troveremo di fronte ad un forte disagio.
Queste emozioni giocano un ruolo cruciale nel comportamento e nel modo di pensare, portando a stravolgere il modo in cui si affronta la realtà. Nelle persone ansiose si attiva una modalità di attenzione selettiva, ossia tra tutti gli stimoli che arrivano dall'ambiente esterno, l’ansioso percepirà solo (o maggiormente) quelli che indicano un allarme o un pericolo, filtrando la realtà.

Quali sono le caratteristiche di chi soffre di aerofobia?

  • Tendenza al controllo: “più controllo le cose, più sono in grado di prepararmi in caso di problemi”. Il problema è che la ricerca incessante del controllo non riduce l’ansia, bensì l’aumenta in quanto avere proprio tutto sotto controllo è impossibile. Non solo si spreca molta energia nel tentativo disperato di poterlo fare, ma quando poi accade qualcosa di imprevisto l’ansia è ben maggiore.
  • Pensiero catastrofico: di fronte a uno scenario neutro, le persone tendenzialmente ansiose effettuano previsioni funeste, spesso estremizzate verso conseguenze catastrofiche.
  • Intolleranza dell’incertezza: per una persone ansiosa la parola "incertezza" coincide con “pericolo”
  • Difficoltà nel discriminare le emozioni: poca familiarità con il “vocabolario” delle emozioni. È come se le emozioni fossero tutte negative e quindi da evitare perché incidono sul controllo. Il problema è che in realtà meno si  è consapevoli delle proprie emozioni e più se ne è vittime.
  • “Evitamento”: meno ci penso meglio sto. In realtà continuando ad evitare e allontanandosi sempre di più dall'esplorazione di ciò che fa paura, lo scenario diventerà, nella mente sempre più angosciante e continuando a scappare ci si sente sempre più fragili.

Cosa si può fare?

Innanzitutto rendersi conto di tutti questi meccanismi, affrontare le paure e le insicurezze che sono la vera base della paura di volare, sperimentare un po’ alla volta proprio ciò che ci fa paura, cercare di rompere il nostro schema mentale, utilizzare l’umorismo per ingigantire le nostre paure fino a renderle ridicole a noi stessi.

Un uccello posato su un ramo non ha mai paura che il ramo si rompa, perché la sua fiducia non è nel ramo, ma nelle sue ali.

BIBLIOGRAFIA
Luca Evangelisti, Mai più paura di volare, Universale Economica Feltrinelli Editore (2008)
Allen Carr, Volare senza paura. E' facile se sai come farlo, Easyway Edizioni (2012)

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ARTE: Il genio di Rubens: il più grande pittore del Seicento fiammingo
Articolo di Marguerite de Merode Pratesi

Con l'arrivo a Milano nella Sala Alessi di palazzo Marino della grande tela che Pieter Paul Rubens (Siegen, Vestfalia, 1577 - Anversa 1640) dipinse a Fermo per la chiesa di San Filippo Neri, "L'adorazione dei pastori", si ritorna a parlare in Italia del grande genio del barocco fiammingo.
Nel comune parlare di Rubens, grande maestro del Seicento nordico, si evoca abitualmente la bellezza sensuale e florida delle sue figure femminili. Incarnano la sovrabbondanza propria al suo tempo che, con l'opulenza, voleva celebrare la grandezza della chiesa cattolica e i fasti delle grandi monarchie del diciassettesimo secolo europeo con il lusso nei decori delle grandi cerimonie e l'allegorie della bellezza.
Ma il genio di Rubens va ben al di là di questa immagine. Era un personaggio sicuramente baciato dalla fortuna. Bell’uomo, dimostra prestissimo il suo grandissimo talento. Talento comunque, per l'epoca, estremamente audace, che prende in contropiede le influenze contemporanee. Ha non solo una prodigiosa capacità lavorativa, una sorprendente facilità nell'esecuzione, una grande intelligenza, ma sa attirare a sé gloria, ricchezza e molte simpatie dei grandi della terra. E’ generoso, poliglotta, ha maniere eleganti e divide il suo tempo tra numerosissime committenze importanti e delicati incarichi di ambasciate per la Spagna e l'Inghilterra.
Finisce la sua vita in una grande casa in stile italiano nella sua amata Anversa dove, vedovo, si risposa con una giovane ragazza di sedici anni e continua malgrado le lusinghe della ricchezza e della fama a dipingere serenamente.
Rubens è già nel 1598, a 21 anni, maestro della corporazione degli artisti di Anversa, la Gilde di San Luca. Nel 1600 decide di recarsi in Italia e viene richiesto alla corte di Mantova dal Duca Vincenzo Gonzaga che oltre a farlo lavorare liberamente, lo manda in ambasciata alla corte spagnola di Filippo IV dove incontra Velasquez che riesce a liberare dalla reclusione a corte e a farlo mandare a Roma. Rubens non conosce le insidie della meschinità e dell'invidia che è spesso la caratteristica degli artisti dell'epoca. Quando a Roma, la sua città favorita, entra in contatto con l'opera di Caravaggio ne rimane totalmente sedotto e convince il Duca di Mantova a comprare la grande tela "La morte della vergine" rifiutata da Santa Maria della Scala perché l'immagine della Madonna ritratta era quella di una nota prostituta. Dal suo grande viaggiare in Italia da Genova dove ritrae le ricche mogli dei mercanti genovesi, per passare un bel periodo a Roma dove conosce la pittura di Raffaello e Michelangelo, a Firenze che gli procura un ricchissimo contratto, senz'altro la sua pittura si amplia di nuovi aspetti e fonde nel suo originalissimo stile fiammingo le sue indimenticabili esperienze italiane: Raffaello, Michelangelo, Leonardo da Vinci, Veronese, Tintoretto, Tiziano, Barocci, Correggio, ma soprattutto Caravaggio considerato il pittore più geniale del suo tempo con i suoi forti contrasti di luce. Il suo stile sicuramente caratteristico del barocco nordico si arricchisce dell'eredità delle scuole veneziane con una fattura estremamente libera e un colore ricco e luminoso insieme alle forme monumentali ispirate dalle opere di Michelangelo, facendoli esprimere un arte dove è esaltato l'essere umano, la vita e il movimento. L'artista tocca tutti i soggetti e tutti generi: dalla pittura religiosa a quella mitologica, dai ritratti, alle scene di genere ma anche i paesaggi e le scene di caccia. Sarà autore di grandi cicli pittorici, di cartoni per serie di arazzi e realizza anche scenari architettonici per il decoro delle città.
Il pittore è sopraffatto di lavoro, molto richiesto anche nel suo paese dove ritorna nel 1609 alla corte dell'Arciduca Alberto governatore delle Fiandre e marito dell'Infanta Isabella, figlia di Filippo II.
Dispone di un grande studio per rispondere alle numerose richieste dove gli allievi iniziano le tele per lui e dove il Maestro interviene sempre con il colpo di pennello finale.
I suoi contemporanei fiamminghi lo considerano il solo pittore del paese e piuttosto che rivaleggiare con il suo genio preferiscono lavorare sotto la sua guida: Van Dyck e Jordaens dipingono le figure, Snyders, Paul de Vos, gli animali, Breughel de Velours, Jean Wildens, Martin Ryckaert, i paesaggi. Quando poi gli allievi hanno finito di eseguire il loro incarico nella grande composizione, il maestro dà i tocchi di luce e di colore più arditi, le trasparenze e le ombre più intense e più profonde. Nella sua totale onestà, nel momento del pagamento, il prezzo varia secondo l'importanza del suo lavoro personale.
Nella sua casa, nella collezione personale, appaiono opere di Tiziano, Tintoretto, Veronese, Leonardo, Raffaello, Ribera, Holbein, Antonio Moro, Van Eyck, Breugel il vecchio ecc...
Riceve visitatori nel suo studio, e mentre dipinge, parla con loro, detta una lettera e si interessa di tutto: viaggi, storia naturale, arte antica e archeologia... Un personaggio unico e fuori dalle righe ma anche estremamente attraente che l'Italia celebrerà a ottobre dell'anno prossimo con una grande mostra a Milano a Palazzo Reale.

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CULTURA: L'automobilismo è neo-nato
Articolo di Giancarlo Puddu

11 luglio 1895, parte la Parigi-Bordeaux-Parigi, incredibile corsa di 1200 chilometri e storica sfida tra le vetture a vapore e quelle a benzina.
Questa sfida tra i pionieri dell’automobilismo cambierà il mondo dei motori!
All’inizio del 1895 le vetture a benzina erano neonate mentre quelle a vapore beneficiavano dell’esperienza della ferrovia ed offrivano delle migliori prestazioni.
All’epoca la produzione automobilistica a benzina era molto modesta, infatti nel 1894 furono costruite 67 Benz, 40 Peugeot, 38 Panhard & Levassor e 10 Daimler.
Ecco alcuni scritti dei giornali dell’epoca sulle vetture senza cavalli!
Le Figaro, 6 marzo 1895: "L’avvento delle automobili non promette di trainare ne’ l’industria, ne’ l’economia, ne’ di portare una rivoluzione tanto importante e profonda come le ferrovie".
Le Velo, 7 giugno 1895: "Non dobbiamo dimenticare che la bicicletta e la vettura senza cavalli sono ambedue dei meravigliosi strumenti di turismo".
Paul Meyan, Le Figaro, 12 giugno 1895: "Le vetture a vapore mostrano una superiorità incontestabile rispetto alle vetture a benzina".
L’idea stessa di una corsa di automobili in una Francia fin de siècle sembra fuori posto. Il Presidente Félix Faure non è ancora morto tra le braccia di una bella donna, la torre Eiffel è ancora bambina, nella capitale i francesi vanno in velocipede, in carrozza e negli omnibus trainati dai cavalli. Pioniere delle vetture a vapore, il Conte Jules-Albert de Dion si associa con l’ingegnere George Bouton, esperto meccanico, creando la fabbrica De Dion-Bouton nel 1883.

Gli ingegneri Emile Levassor e René Panhard nel 1886 fondano la Panhard & Levassor e nel 1890 creano un motore bicilindrico a benzina che diventa il vero rivale delle vetture a vapore. Per dimostrare la maggiore potenza e velocità delle vetture a vapore il Conte Jules-Albert de Dion ed il Barone Etienne de Zuylen propongono una corsa che da Parigi andrà a Bordeaux per ritornare a Parigi per un totale di 1.200 chilometri.
Nel novembre 1894 i due aristocratici costituiscono un comitato organizzatore e riuniscono dei costruttori come Emile Levassor, Armand Peugeot, Emile Roger (il primo rappresentante in Francia delle automobili Benz) e alcuni giornalisti del Matin, del Figaro e del Petit Journal. Al termine della riunione annunciano: "Questa corsa sarà decisiva per il futuro dell’automobile!".
Il comitato organizzatore invita i concorrenti a non dimenticare che la prova alla quale prenderanno parte è di 1.200 chilometri e potrà essere decisiva per l’uso presente e futuro della locomozione in automobile. Inoltre per regolamento le eventuali riparazioni durante la corsa non potranno essere eseguite che da un meccanico presente nella vettura e con pezzi di ricambio portati nella vettura stessa.
Alla corsa si iscrivono 46 vetture: 29 a benzina, 15 a vapore e 2 elettriche. Alla partenza si presentano solo 21 vetture, 14 a benzina, 6 a vapore ed 1 elettrica che partono dal Chateau de Versailles separate due minuti l’una dall’altra.
Emile Levassor sulla sua vettura a due posti dopo 48 ore e 48 minuti arriverà primo a Parigi alla velocità media di circa 24 km ora, con 10 ore di anticipo rispetto alle Peugeot, ma in base al regolamento solo una vettura a 4 posti può ottenere il primo premio (30.000 franchi) e sarà la Peugeot n° 15 guidata dai fratelli Peugeot.
Delle auto a vapore ne rimarrà in gara una sola che arriverà nona. Il vero trionfo sarà quello del motore Panhard & Levassor presente anche nelle Peugeot anche se di produzione Benz su licenza francese.

La riuscita della prima grande corsa di automobili, provata dalla vittoria e dalla resistenza delle vetture a benzina, darà inizio al “nuovo mondo dell’automobilismo” caratterizzato dal successo commerciale della Panhard, della Peugeot in Francia e della Benz in Germania, presto seguito dalle altre vetture europee ed americane! Il vapore si ritira sconfitto ed esce dalla lizza.
Il 12 novembre 1895 viene fondato l’Automobile Club de France (ACF), primo Presidente sarà il Barone Etienne de Zuylen. Quest’anno l’ACF ha celebrato i 120 anni dalla sua fondazione con un rally di auto d’epoca da Parigi a Bordeaux.

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CURIOSITA’: Compleanno: si spengono le candeline
Articolo di Beppe Zezza

Qualche giorno fa abbiamo festeggiato il compleanno di mia moglie. C’era (naturalmente) la torta con molte candeline. Una per ogni anno di vita vissuta. Lei è stata brava e le ha spente tutte con un solo soffio.
Un gesto “tradizionale”, come tanti che facciamo. Senza pensarci su molto. Ma ogni tanto qualche curioso domanda: ma perché si spengono le candeline? Internet e il web oggigiorno permettono di dare una risposta a ogni domanda: basta formularla su Google e la curiosità viene saziata.
Digitando: “perché si spengono le candeline al compleanno” ho ottenuto ben 2.940 “links” (a motivo del funzionamento di Google non è detto che avreste gli stessi risultati).
Non è necessario leggerli tutti per farsi una idea! La prima scoperta infatti è che sul web c’è una estesa “scopiazzatura”: si ritrova sempre la stessa identica informazione ripetuta, riscritta in forma diversa, con la sola eventuale aggiunta di qualche particolare.
Ecco che cosa ho appreso: la tradizione di festeggiare il compleanno pare risalga agli antichi Egizi, l’uso della torta è dovuto ai Persiani, noti pasticceri; le candele invece si devono ai greci e al culto della dea Artemide. Ai diversi elementi che compaiono sono stati attribuiti significati simbolici – e superstizioni - diverse a seconda delle varie culture.
Si usa festeggiare con una torta perché questa rappresenta una piacevole comunione: è il frutto della intima mescolanza di numerosi ingredienti e viene consumata condividendola con persone care in un momento gioioso.
Le candele accese sprigionano delle fiammelle; queste tengono lontani gli “spiriti maligni” che hanno la missione di rovinare i momenti di festa. Per questo lo spegnimento delle candeline è l’ultimo atto della festa: la festa è finita, e gli spiriti maligni se ne sono già andati. Nelle campagne tedesche, in occasione della “festa del bambino” le candele si accendono di primo mattino, e solo alla sera il bambino può spegnerle e mangiare la torta.
Spegnendosi le candele fanno fumo e il fumo sale verso l’alto. Per questo il festeggiato, spegnendole, esprime un desiderio: questo salirà al cielo insieme con il fumo delle candele. E come si fa ad avere la certezza che il desiderio si realizzerà? Alcuni dicono che questo è garantito se si riesce a spegnere tutte le candeline con un solo soffio (magari è perché riuscire in questa impresa è un indice del fatto di essere fortunati: a volte certe candeline pare proprio non vogliano spegnersi); altri invece dicono che è necessario spezzare le candeline “usate” per evitare che altri si “approprino” del nostro desiderio.
Ogni candelina rappresenta un anno di vita. In alcuni luoghi, al numero di anni “compiuti” se ne aggiunge una. Alcuni dicono che questo sta a rammentare che in realtà la vita non inizia con la nascita ma con il concepimento nel grembo della madre, per altri invece la candela in più rappresenta l’augurio che la vita del festeggiato possa continuare almeno per un altro anno.
Ma c’è anche un altro aspetto, che non ho trovato su Google ma proviene dai miei ricordi infantili e dalle discussioni interminabili che sorgevano tra di noi bambini: alla domanda “quanti anni hai?” devi rispondere con il numero degli anni “finiti” (compiuti) o con il numero di quelli “iniziati”?
La differenza è appunto di “una” unità. Quando gli anni diventano molti e si festeggia solo “in famiglia” – nelle famiglie “smilze” dei giorni nostri – le torte sono piccole e le candeline sarebbero troppe. Ecco allora comparire i numeri in cera. Ma insieme ai numeri appare anche - non invitato – un velo di tristezza!

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CULTURA: Donna, mare, sirene
Articolo di Elvira Coppola Amabile, Associazione Marevivo – Autore Ospite de La Lampadina

C’è un mare tiepido e una terra lontana, mentre spinge avanti il corpo contro la corrente, la donna.
C’è un sole dolce che le accarezza la nuca, mentre spinge avanti il corpo, contro la corrente.
C’è la fatica nei muscoli: tesi, dolenti, mentre proietta avanti il corpo, contro la corrente. E la terra è lontana.
Lenti, continui i movimenti, mentre la solitudine si fa immensa. La solitudine è salata. La solitudine è sincera. La solitudine è sgomenta. La solitudine… le onde… il blu… le onde… la terra… le onde… le voci… lontanissime… la corrente… le onde… E la terra è lontana.
C’è una pace “irriverente” nell’acqua e nell’aria. Ma ne raccoglie la forza per lottare contro la corrente, la donna.
E mentre la forza si appropria tranquilla della sua anima e delle sue membra, un popolo di mitiche creature la sostiene contro la corrente. E il corpo si fa coda e squame, contro la corrente.
Eccole! Arrivano! Eccole! Le Sirene! E anche la donna è pesce. Nuda contro la corrente.
Sale nella bocca, e canti intorno per tutta quanta la distesa marina.
Ed eccole giungere da tutte le acque le Sirene. Da tutti i tempi. Da tutte le culture.
“Sono Argila. Per fondersi con me Trasimeno, il mio giovane amante, si è trasformato in lago”
“Vieni con noi”
“Racconta la tua storia donna”
“Io sono Leucotea dai capelli d’alga. Ero donna e innamorata. L’amore mi uccise. L’amore impietosì gli dei e fui sirena, la sirena che salva. Ho salvato persino Ulisse”
“Noi invece volevamo catturare Ulisse! Noi abbiamo ali, artigli e una voce ammaliante! Il nostro è un canto bellissimo ma talvolta omicida. Le Muse, figlie di Giove furono gelose di noi. Capri è la nostra isola. Capri l’isola delle Sirene”.

L’armoniosa Eumolpe, Imerope desiderabile, la squillante Aglaope, Telsiope dal canto dolce, Pasinoe suadente, Ciana l’azzurra, Ligea dalla voce chiara, Partenope la vergine. Siamo otto sirene. Platone sa di noi e di noi racconta. Sette come le note e l’ottava per ricominciare all’infinito. Siamo la musica. La musica del mare. La musica della notte. Otto come le beatitudini. Otto come il numero atomico. Otto come i fusi sferici dell’astronomia. Come la direzione dei venti.
Tiberio ci ha adorate. Furono eretti templi. Fondate città in nostro onore. Cuma Capri Sorrento Neapolis Posidonia Pestum Maratea la Sicilia.
Fummo trasformate in scogli e rocce e alghe e isolette…” Racconta donna la tua storia. Vieni vieni con noi!

“Yemanja, io sono Yemanja, seni e ventre sempre gon?. Da me scaturiscono tutti i ?umi del mondo. Vengo dall’Africa yoruba, sono ?glia di Obatalà e Oduduà, cielo e terra. Fui schiava con gli schiavi sulle navi. Ora sono a Cuba. I babalawos che guidano la santeria cubana m’identficano con la Virgen De Regla, patrona del porto dell’Avana.

In Brasile a Bahia le donne a me devote, in trance danzano con me, come le onde del mare. Portano i miei colori, il bianco e l’azzurro. Indossano pietre turchesi. Venerano i miei simboli, gli ere: sassi levigati, conchiglie, ventagli. M’immolano animali e talvolta …bambini. Mi onorano mi temono mi rispettano. Ho tanti nomi e tante feste e mi trasformo.

Di fronte al Rio de la Plata c’è una statua che mi raffigura. Nanàburucù mi chiamano e mi festeggiano come S.Anna, il 26 luglio.

Le donne mi fanno doni civettuoli: specchietti belletti pettini fiori profumi statuette…

Gli uomini me li portano giù giù in fondo al mare.”

“Come sei grande Yemanjà. Come sei potente. Ma anche io ho una statua. E’ piccola e gentile ma molto molto nota. Io sono la Sirenetta di Copenaghen”.

E io? E io? E io? La più piccina di tutte. Io sono amata anzi amatissima dai bimbi. Io sono la sirenetta di Walt Disney

Tante. Troppe! Non può ascoltare le storie di tutte, la donna.

“Ma sì che puoi. La terra è lontana. Ti sosteniamo. Abbiamo tempo. Sei con noi.”

“Lorelei mi chiamano. Lorelei della rupe fatale nel regno dei Nibelunghi, sul Reno. Triste bella struggente bella, attiro i naviganti a naufragare. Ma nulla colma il mio amore deluso.

S?lano davanti alla donna esausta tutte le sirene da tutti i tempi, mostruose come Scilla e come quelle descritte nei bestiari medioevali. Mutanti come quelle dell’America Latina, nate da complessi sincretismi religiosi fondendo riti tribali pagani cristiani indi.. Si affacciano ammiccanti le immagini della pubblicità e cullano la donna le sirene delle favole delle ninnananne.

Lo sforzo e i pensieri per andare avanti sempre avanti sono concentrati nel movimento ritmico delle pinnate. Regolari ma non troppo veloci per scongiurare il pericolo dei crampi. E’ giorno ancora ma la notte arriva all’improvviso e nella pass i grandi pesci.

Ma le sirene incalzano e vogliono sempre la sua attenzione.

“Vengo dal Messico sono la sposa e la sorella di Tialòc dio della pioggia e dei fulmini.

Sono Chalchiutilque dalla gonna di giada verde. Come le sirene mediterranee il mio numero calendario è otto. Il simbolo è il filo d’erba flessuoso che si piega e forma l’otto. Dea dell’acqua purificante che scaturisce dalla montagna Malinche.

Proteggo i naviganti come sirena musicante e sono venerata come Vergine del Rosario.

Le sirene vogliono comunicare alla donna un unico messaggio attraverso le loro storie.

Tante creature sono rimaste cristallizzate nella mitologia, uguali a se stesse: Chimere, Sfigi, Erinni, Arpie, Meduse. Anche le Idri e le Gorgoni. “Sono monumenti fermi come statue di pietra!” “ Sì, come statue di pietra!!”

“Noi siamo qui con te donna. Noi siamo sirene. Noi siamo te donna. Donne uccello Donne pesce. Mutanti Selki, celtiche Marmaid, Rusalke dei laghi russi. Varsavie della Vstola, Figlie del Reno, Undine. Seducenti fanciulle dai cartelli pubblicitari.

Siamo vive donna mutevoli e adattabili come l’elemento liquido che ci circonda. Siamo la tua realtà, donna, duttile essenza femminile dove l’intuizione di chi ci ha inventate continua ad attingere spunti e conferme nella psiche…..”

La terra non è più tanto lontana.

La donna sfinita s’accosta alla barca dei suoi amori e la sera si fa magica di canti e di storie misteriose schiuse come fiori d’acqua.

Frammenti di eternità. Sirene.

P.S. Un giorno in Indonesia durante un’immersione fui afferrata dalla corrente e trascinata al largo lontanissimo. Emersi in una pass tra due isolotti distanti almeno due miglia da me e la corrente era violenta come un fiume in piena. Dopo circa due ore la barca mi ha ritrovata. Ma io la terra, grazie alle sirene, l’avevo raggiunta.

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COSTUME: Siamo sicuri che prevenire è meglio?
Articolo di Lalli Theodoli

Sono reduce dalla visita a un'anziana adorata zia che negli anni giovanili e scattanti si è trasferita a vivere a Positano. Paese, come sappiamo, bellissimo, pittoresco, luci fantastiche, costiera magica, con i Galli all'orizzonte e il mare che luccica ma certo non comodo.

Scalini in su, scalini in giù. Ovunque si vada si sale o si scende e non lievemente: a scapicollo.

Oppure un piccolo veloce pullman e poi, comunque,  scale e scalini per raggiungere la casa.

La casa… bellissima, su ben quattro piani, ognuno con un grande terrazzo pieno di piante fiorite amorevolmente curate  per decenni e decenni. Guai a usare l'acqua con il tubo per innaffiare: l’acqua deve riposare negli annaffiatoi prima di essere usata.

Anni di fatiche mostruose alla schiena che si è curvata dolorosamente per  fiori e piante bellissimi.

Ora gli anni si avvicinano ai cento. Rifiuta di venire a vivere a Roma: morirebbe senza i suoi fiori. Ma le gambe non reggono ai quattro piani, li riduciamo a due, salotto, camera da letto e camera da pranzo. Comunque una lenta fatica. Si riposa ad ogni gradino. Noi la pariamo perché non precipiti di sotto. Le scale, per estetica, sono sprovviste di ringhiera. Solo l’anno passato è stato messo un prezioso corrimano cui si aggrappa.

Tempo infinito  per scendere i piani.

“Ti sei creata una casa da ragazza”, le dico, arrancando dietro di lei. Mi sorride.

E’ scesa faticosamente dalla camera da letto al salotto. Tutto azzurro, fiori azzurri, ritratti di innumerevoli nipoti e bis nipoti ci sorridono. Dalla enorme vetrata una vista mozzafiato di Positano.

Si accomoda con uno scaldamani  e un cuscino sulle ginocchia. Sospira e dice “ CHE BELLA STANZA !”

La sua faccia si illumina, diventa contenta, si posa con affetto su quanto la circonda. Anni e anni di acquisti, di disposizioni, di amore.

Ed allora io mi domando.

Sì, questi ultimi anni, inutile illuderci, dico proprio ultimi anni, sono certamente faticosi  per lei e per quanti si occupano di lei: tutto sta sempre al piano sotto o al piano sopra. Dimenticavo, anche nelle giornate più fredde e ventose per andare in sala da pranzo bisogna uscire all’aperto e attraversare un patio freddissimo anche per le miti temperature invernali di Positano.

Ma, nella matematica della vita…

Quante volte felice è corsa per le scale su e giù per ricevere amici, per mettere un po’ di musica, per seguire cosa avveniva in cucina? Felice, giovane, scattante.

Quanti giorni e anni e decenni felici nello scendere e salire per le SUE scale in una casa amatissima?

Ora fra noi ci diciamo come sarebbe stata meglio per lei una casa su un piano unico, e soprattutto NON a Positano, ma vicina a tutti noi che l'avremmo potuta seguire con più facilità. Ma tanti tantissimi anni felici vincono certamente su pochi scomodi anni.

A volte prevenire NON E’ Meglio che curare.

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi,  Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa milleottocento persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
Per informazioni scrivere a info@lalampadina.net

NOVITA' DALLA REDAZIONE

Cari amici, in questi ultimi anni è stato un crescendo di grandi e piccoli eventi ai quali molti di Voi hanno partecipato.
Aurora boreale 2013Il viaggio in Finlandia per l’aurora boreale, New York per il Futurismo, poi Padova, Vicenza e le ville del Palladio, Venezia per la Biennale e poi le conferenze di Luciano Berni Canani, Ludovico Pratesi, Marcella Leone, le passeggiate per Roma e le mostre con Vannella, Salone degli Ambasciatorila collezione della Farnesina al Ministero degli Esteri e tante altre.

Molti sono gli eventi previsti per il 2016:
Bologna per ArteFiera, le conferenze di Ludovico Pratesi sull'arte contemporanea, la visita a Ninfa, la serra delle orchidee e Pian delle orme. E ancora una conferenza sui giardini segreti di Roma, un lungo week end a Palermo e tanti altri. 

Dal 2016 per migliorare l'organizzazione di tutti i nostri eventi, riteniamo necessario adottare efficaci ed idonei strumenti operativi  e proporre a chi desidera partecipare ai nostri appuntamenti culturali, una piccola quota associativa annuale.

La tessera di socio sostenitore

Tale quota dà diritto alla nostra tessera sociale, con scadenza annuale; all'informazione prioritaria di tutte le nostre iniziative non appena programmate dall'Associazione e naturalmente all’iscrizione a tali eventi, delle prime 20 persone che effettueranno le prenotazioni, oltre a tutte le facilitazioni organizzative ed economiche che si renderanno evidenti e necessarie nelle attività future in preparazione.

Continuate a seguire i nostri eventi, il programma dei nostri appuntamenti pubblicati mese per mese sulla newsletter e segnalateci le Vostre preferenze e partecipazioni.

Per ulteriori informazioni
cliccate qui oppure scriveteci a:
info@lalampadina.net

GLI APPUNTAMENTI DE
LA LAMPADINA

La Lampadina, in collaborazione con il Circolo del Ministero degli Affari Esteri,
Vi invita
il 9 febbraio  2016 alle ore 19.00
al Circolo degli Affari Esteri
alla presentazione del libro:
"ADAGIO PER GIARDINI"
un  libro raffinato scritto da Marta Salimei e Ida Tonini, editore ORME.

Nove gli itinerari suggeriti per visitare giardini romani conosciuti e non.
Una vera meraviglia, scoprire luoghi sconosciuti; come fare un viaggio suggestivo.
Cartesio sosteneva che  viaggiare, è un po’ come conversare con persone di altri secoli.
Le autrici  ci conducono magicamente attraverso i  secoli nella storia del giardino romano, con la sua immutabile luce dorata.
Leggi e scarica l'invito.

Invito Adagio per giardini

L'incontro, con entrata libera su prenotazione allo 06/8086130, si terrà nei saloni del Circolo MAE, Lungotevere dell'Acqua Acetosa 42, 00197 Roma.

 

A TEATRO CON
LA LAMPADINA
Logo Olimpico

Comincia un nuovo anno con una programmazione vivace ed eterogenea al Teatro Olimpico!

Si inizia con il Balletto di Mosca "La Classique" -
La bella addormentata e
Lo Schiaccianoci,
in scena dal 6 al 10 gennaio 2016. 

Una scena del balletto

Il Balletto di Mosca “La classique”, diretto da Elik Melikov, danzerà sulle suggestive note di P.I. Ciaikovskji, con le coerografie di Alexander Vorotnikov e Irina Nesterova-Vorotnikova. Interpreti d’eccezione Nadejda Ivanova nel ruolo della Principessa Aurora, e Dmitri Smirnov nei panni del Principe Florimondo.

Si continua con Quello che le donne (non) dicono 2016, di e con Francesca Reggiani, dal 12 al 17 gennaio 2016.

Francesca ReggianiRitorna lo sguardo ironico e irreverente di Francesca Reggiani su tutto quello che le donne non dicono, ma pensano. Uno show unico che non lascia scampo, tra riflessioni acute e battute fulminanti.

Torna Max Giusti con "Pezzi da 90" in scena dal 19 al 24 gennaio 2016.

Max Giusti
I mille volti di Max Giusti: da Biagio Antonacci al tipico vigile romano, da Ligabue a Vasco Rossi. E ancora: Lotito e la sua Lazio, Al Bano tornato a Sanremo, Malgioglio sosia del Presidente Mattarella.

Gennaio si chiude in bellezza con "Supermagic 2016 - Festival Internazionale della Magia - Sogno". 

Weyne“Supermagic Sogno” è il nuovo ed esclusivo spettacolo che coinvolgerà gli spettatori di ogni età emozionandoli con continue sorprese, atmosfere fantastiche e momenti comici e poetici.

 FLASH NEWS! 

Un po' qua, un po' là...

Collezione iraniana varca i confini di Stato per arrivare in Italia nel 2017. Nel gennaio del 2017 il MAXXI di Roma esporrà la collezione del Mo Ca (Museo d’Arte Contemporanea di Teheran). La collezione di queste importanti opere di Pollock, Warhol, Balla, Picasso, Bacon, Giacometti fu voluta dall’imperatrice Farah Diba; la collezione non varca i confini iraniani dal 1979, anno della rivoluzione islamica. Saranno esposte opere dell’arte occidentale insieme a capolavori dell’arte iraniana contemporanea. E’ dunque la prima volta che un certo numero di opere lascia l’Iran per essere esposte in occidente. Un buon segnale in tutti i sensi.
CSC

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Il veleno di serpente. La Rice University (USA) ha sviluppato un gel che ferma in pochi secondi ogni tipo di emorragia. La batroxobina è un veleno prodotto da due specie di crotali del sud America. Gli studiosi americani ne hanno fatto un composto fibre-veleno denominato SB50 che si è dimostrato particolarmente efficace in caso di operazioni chirurgiche quando il paziente assume anticoagulanti per fluidificare il sangue. Iniettato in forma liquida, si trasforma rapidamente in un gel a contatto con una ferita e promuove in pochi secondi la coagulazione e suturazione.
CV

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Per la salvezza dei guidatori. Al Tokyo Motor Show la giapponese Mitzubishi Electric ha presentato una tecnologia che rileva lo stato del guidatore. Utilizzando un algoritmo rileva in modo automatico la coerenza di guida, direzione e velocità e poi ritmo cardiaco, movimenti della testa etc. Mette a confronto i dati così ottenuti con la media del suo stato generico. Nel caso di forti differenze avverte il guidatore con impulsi luminosi e sonori.
CV

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Ma quanto si dorme? Il dormire è un fattore fondamentale per la salute psicofisica del nostro corpo; il Dipartimento di medicina della comunità della West Virginia di Morgantown asserisce che nonostante il bisogno di riposo sia un parametro fisiologico soggettivo, l’deale dovrebbe essere dormire tra le 5 e le 9 ore. Divertente leggere come si svegliano i più dormiglioni, Colin Furze ha inventato “l’ejector bed” un letto che ti sveglia catapultandoti fuori dalle lenzuola. Altro con l’emissione di odore di pane tostato e caffè, altro ancora con un’elica che ti volteggia sulla testa e che devi fermare centrandola con una pistola laser.
CV

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La Kodak ci riprova. Considerato che tra foto e selfie sembra siano stati scattati, l’anno passato nel mondo oltre 900 miliardi di foto, la Kodak ha messo a punto l’APP “Kodak Moments” che puoi scaricare gratuitamente e con la quale potrai correggere facilmente le foto. Le puoi poi inviare via tablet o telefonino al centro Kodak più vicino e ritirarle in giornata o fartele mandare al tuo domicilio. Potrai stampare personalmente le tue foto presso i 1000 chioschi Kodak sparsi, a livello nazionale, in negozi e centri commerciali. Puoi personalizzare le foto, preparare album,  raccolte, riproduzione su tessuti e magliette.
CV

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APPUNTAMENTI

L'ARTE CONTEMPORANEA?
CE LA SPIEGA LUDOVICO PRATESI!

Nella nostra newsletter si trovano spesso articoli o news che trattano di arte contemporanea.
Ludovico PratesiCon Ludovico Pratesi, storico e critico d'arte, direttore artistico di istituzioni museali pubbliche e fondazioni private, curatore di mostre ed esposizioni nazionali ed internazionali, che già ci ha accompagnato alla Biennale di Venezia e ci guiderà a Arte Fiera a Bologna, si è pensato di organizzare un "corso sull'arte contemporanea" a tutti gli effetti, che si terrà al Circolo degli Affari Esteri di Roma e si snoderà in quattro incontri serali nei martedi del mese di aprile, nei giorni  5-12-19-26.
Il programma del corso sarà pubblicato a breve e chi sia interessato fin d'ora è pregato di scrivere a: info@lalampadina.net

 LA LAMPADINA
LIBRI

Il 2016 inizia con due proposte molto diverse fra loro, hanno in comune solo il nome proprio di chi le ha scritte: Philip

L’arte di ascoltare i
battiti del cuore

di Jan Philipp Sendker
ne scrive, Elvira Coppola Amabile

La struggente storia d’amore che descrive è ambientata in Birmania e si consacra attraverso delicate suggestioni che si colorano del sentimento ispirato dall’anima di questa terra gentile. Chi conosce l’oriente riconosce lo spirito speciale che percorre la Birmania. Una sottile magia traspare nello svolgersi degli accadimenti, ma il protagonista è l’amore...
continua a leggere la recensione...

Pastorale americana
di Philip Roth
ne scrive, Carlotta Staderini Chiatante

Cover Pastorale americana

Ho riletto da poco questo libro che lessi moltissimi anni fa e di cui all’epoca, non colsi quasi nulla. E’ proprio vero che i libri belli sono pochi e bisognerebbe rileggere sempre quelli, nelle diverse epoche della nostra vita.
La Pastorale Americana, compare 100 anni dopo i Buddenbrook di Mann; è la storia di tre generazioni di ebrei innamorati dell’America, che fabbricano guanti.
continua a leggere la recensione...


Vi chiediamo di segnalarci le Vostre scelte:
le condivideremo in questo spazio, che rimanda al sito per una lettura più ampia dei commenti Vostri e nostri a quei volumi che ci hanno per una qualche ragione interessato e spinto a scriverne.

 
MOSTRE

BRUXELLES
La patinoire Royale: Let's move. Una interessante mostra d'arte cinetica che rappresenta bene la ricchezza e la diversità di quel particolare momento della storia dell'arte degli anni Sessanta con una selezione di artisti e di opere la cui presenza è fondamentale per la comprensione di quel movimento polimorfo. Yaacov Agam, Jesús Rafael Soto e Carlos Cruz-Diez ,Victor Vasarely, Karl Gerstner, Frank Malina e tanti altri sono presenti nel grande ambiente della Patinoire Royale dove è stato dato spazio anche ai lavori di grande dimensioni di quei artisti interessati a l'integrazione delle loro opere nell'architettura (Soto, Julio Le Parc ecc.)
Fino al 26 marzo 2016

LONDRA
Barbican Art Gallery: The World of Charles and Ray Eames La mostra del Barbican rende omaggio a due designer Charles e Ray Eames, universalmente considerati tra i pionieri più influenti, talentuosi e originali del XX secolo, che hanno avuto l'intuizione, già negli anni Cinquanta, dell'enorme potenziale che la tecnologia e la scienza avrebbero avuto negli anni a venire in moltissimi campi: architettura, arredamento, grafica, design, pittura, disegno, film, scultura, fotografia, installazioni e mostre multimediali. Con le 380 opere esposte si capisce bene come l'"Eames Office" sia stato in grado di cambiare l'architettura, l'arte grafica e l'Interior Design a partire dagli anni Cinquanta.
Fino al 14 febbraio 2016

FIRENZE
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi: Federico Barocci, disegnatore, la fucina delle immagini, curato da Roberta Aliventi. I 38 disegni esposti nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi  documentano la cosiddetta "reiterazione variata", il particolare processo creativo di Barocci. Ogni singola figura è studiata più e più volte anche all’interno dello stesso foglio, cambiandone la posa o alcuni dettagli, rimodellando continuamente le forme, con un segno veloce, nervoso. Si capisce come Federico Barocci detto” il Fiori”,  fosse molto interessato all’opera di altri artisti, "in un constante confronto emulativo, ricco di spunti e invenzioni originali."
Fino al 3 aprile 2016.

MILANO
Fondazione Prada: Recto Verso. Con un allestimento ben studiato che permette di girare intorno alle opere con facilità, negli spazi della FondazionePrada, si svelano i lavori di quelli artisti che hanno dato importanza determinante al retro del loro lavoro. "Il cuore della rassegna è l’arte degli ultimi cinquant’anni – pittura, fotografia, installazione. Il ruolo del protagonista spetta a Giulio Paolini, che su questo tema lavora da una vita" ma non solo. Il tema è presente in alcune opere della Collezione Prada e viene esteso ai prestiti da gallerie e istituzioni internazionali.
Fino al 1 febbraio 2016

ROMA
Fondazione Roma Museo – Palazzo Cipolla: Cobra. Una grande avanguardia Europea (1948-1951) curato da Damiano Femfert, Francesco Poli. Presenti a Roma di nuovo dopo la grande mostra alla Gnam  del novembre del 2010, il gruppo CoBrA (1948-1951) è un movimento internazionale fondato a Parigi nel 1948 da Jorn, Pedersen, Dotremont, Appel, Lucebert, Corneille, Alechinsky, Götz e Constant. Il nome del movimento è un acronimo delle città da cui provenivano alcuni degli artisti in mostra (Copenhagen, Bruxelles, Amsterdam). Decisamente d'avanguardia nel secondo dopo guerra, gli artisti ambivano alla spontaneità e a l'energia nell'atto creativo senza dover sentire la costrizione delle barriere nazionalistiche. Sono 150 le opere esposte tra dipinti, sculture, lavori su carta, pubblicazioni, documenti e foto.
Fino al 3 aprile 2016

Macro:
Carlo e Fabio Ingrassia
. Curata da Cornelia Lauf Una delicata mostra in cui la straordinaria precisione e maestria dei due artisti catanesi giocata in duo e a punta di matita viene illustrata nei primi dieci anni del loro lavoro con "opere che nascono dal dialogo continuo tra disegno e scultura".
Fino al 31 gennaio 


PENSIERO LATERALE: gli interruttori

Sono in una casa nuova, scendo in garage, è domenica e il portiere non c’è, ieri mi aveva detto “dotto', se scende in garage ci sono tre interruttori per accendere la luce ma due non funzionano e occhio che vanno in corto...”. Non mi ha detto quale accendere, ma non posso rischiare di accenderli tutti e tre. Potrei fare avanti indietro e capire qual'è ma rischio di doverlo fare tre volte è c’è un piano di scale: ci penso e la soluzione è...

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