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Lunedi, 5 settembre 2016

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:

La Lampadina - n. 51
Settembre 2016

Buon settembre a tutti i nostri Lettori! Stiamo preparando un autunno "caldo", denso di eventi ed appuntamenti: un piccolo tour a Genova in occasione dei Rolli days; la presentazioni di libri: a ottobre un focus sul presidente degli USA e un altro su Enrico Caruso,  uno dei tenori più grandi di tutti i tempi.
E poi leggete oltre per saperne di più sul nuovo ciclo di lezioni di Ludovico Pratesi relative al collezionismo.
E non ci fermeremo certo qui, ma non vogliamo rivelare tutto e subito, sennò, che gusto c'è?


ATTUALITA’: ansia, insicurezza e crisi finanziarie: come il mondo li affronta
Articolo di Carlo Verga

In Corea dilaga la moda del Mukbank (mangiare in onda, articolo su La Lampadina n. 45): le serate vengono spesso trascorse davanti al proprio computer con la compagnia per cena di alcuni food joker, che mostrano cosa e come mangiano… un modo per stare in compagnia. In Thailandia al momento è di grande successo la moda delle luk thep o bambole magiche.

Luk thep in aereo, sulla Thay Smile AirlinesAdottate da molti ci si aspetta da queste un aiuto, un potere magico, una protezione. Hanno l'aspetto di piccoli bambini molto reali, i proprietari li portano sempre con sé, anche al ristorante dove possono avere un posto prenotato e pagano il conto così come in molti locali e perfino su alcune linee aeree.

Luk Thep – i poteri soprannaturali dei quali sembra siano dotate questa bambole, sono dati, secondo la tradizione, dallo spirito dei bambini morti nel grembo materno. L’origine della credenza è da ricercarsi in un antico culto, il Kuman Thong per l’adorazione dei feti. Una volta i credenti tenevano in casa i feti dei bambini non venuti al mondo per onorarne il loro spirito. Oggi, una fortuna, si sia passati alle bambole, che comunque devono essere rispettate e trattate con la massima attenzione, infatti solo se questo avviene, saranno in grado di dare in cambio fortuna, prosperità e pace spirituale a chi le accudisce.

Le Luk Thep o bambole angeloLe bambole-angelo sono in parte importate e una piccola parte di produzione locale e arrivano a costare anche migliaia di dollari a seconda dai materiali con cui sono realizzate. Per loro, le/i proprietarie/i acquistano vestitini ad hoc, culle e passeggini, in una serie infinita di accessori degni di un bambino vero e proprio.

Prima di essere messe sul mercato per la vendita, devono essere sottoposte a un processo di spiritualizzazione che consiste nell’invito di un “sacerdote” agli spiriti a possedere la bambola, che solo dopo questa “benedizione” acquisisce i poteri e diventa una Luk Thep.

Sembra che in alcuni casi le bambole vengano cosparse con le ceneri della cremazione di qualche amico/parente, mentre altri applicano sulle loro fronti delle sottili lamine d’oro come avviene per le statue dei Buddha, altri ancora le fanno “tatuare” con iscrizioni spirituali.

Certo i thailandesi hanno sempre avuto una passione per gli amuleti, i tatuaggi, le pozioni, i lingam (falli di legno o terracotta), simboli semplici, artigianali e fatti in casa.
Il passare alle bambole prodotte su scala industriale è un passaggio forte, qualcosa di nuovo e adeguato al mondo in cui viviamo.

bambola di porcellanaVi ricordate qualche tempo fa quando anche da noi, in alcune delle case, in principal modo nelle campagne, troneggiava sul letto una bambola? Erano bambole di 20/30 cm di altezza di vari materiali, venivano acquistate nei mercati e poi vestite in casa con quanto disponibile tra vari avanzi. Con il passare del tempo i loro vestiti diventavano sempre più sontuosi, secondo naturalmente le possibilità delle famiglie. In genere venivano donate come auspicio di fertilità e prosperità agli sposi, i quali le ponevano con l’ampio abito ben aperto al centro del letto …

Leggete in proposito questa novelletta divertente: 
La bambola sul letto

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STORIA: I Templari
Articolo di Beppe Zezza

Lo scudo dei cavalieri TemplariI Templari suscitano sempre grande curiosità per i misteri che ne avvolgono la storia e soprattutto la fine.
Alcuni scrittori ci hanno fatto la propria fortuna, Dan Brown con il suo "Il codice da Vinci" ci ha fatto soldi a palate.
Franco Cardini, uno dei più autorevoli storici del Medioevo, dice che attorno ai Templari sono fiorite tre leggende: una "rosa", una "aurea" e una "nera”. Secondo la prima i Templari furono vittime innocenti dell’avidità del re di Francia, Filippo IV il Bello, e di un Papa di poco coraggio, Clemente V; per la seconda erano invece saggi, sapienti, coraggiosi, detentori di segreti arcani e sono misteriosamente sopravvissuti fino ai giorni nostri; per la terza infine erano dei violenti, superbi, dediti alla sodomia, avidi ed eretici. In realtà, secondo Cardini, queste tre "leggende", accanto a delle esagerazioni fantastiche, contengono anche degli elementi di verità: è vero che la loro fine fu provocata dalle mire di Filippo il Bello e dalle difficoltà del papa Clemente V - secondo successore di Bonifacio VIII, siamo nel tempo immediatamente successivo al famigerato "schiaffo di Anagni" - a mantenere la libertà della Chiesa dalle ingerenze del potere politico; è vero che all'interno dell'Ordine erano comuni pratiche "iniziatorie" assai discutibili; è vero che i Cavalieri Templari svolsero un servizio inestimabile nella difesa dei pellegrini che si recavano ai Luoghi Santi.
Ma chi erano questi Templari?

L'armatura del cavaliere templareL'Ordine del Tempio era  un Ordine monastico combattente - i suoi aderenti erano cioè dei "monaci", soggetti a una "Regola": alcuni avevano il sacerdozio - e non combattevano - altri erano "milites", cavalieri il cui compito principale era la difesa dei Luoghi santi - altri erano "inservientes" destinati ai lavori umili; dovevano recitare i salmi dell'Ufficio Divino - come tutti i monaci - o, in caso di impossibilità dire un certo numero di orazioni; dipendevano direttamente dal Papa e non dai vescovi territoriali; dovevano restare celibi.
L'Ordine nacque su ispirazione di Bernardo di Chiaravalle nel 1129 e combattè valorosamente in Terra Santa fino alla fine (presa di Acri nel 1291) e di là si spostò a Cipro. Fu soppresso da Papa Clemente V nel 1312.
La causa della rovina fu che all'Ordine vennero progressivamente affidate grosse somme di denaro e accanto alla sezione "combattente" dovette crescere anche una sezione "finanziaria"... con tutti i problemi che la gestione del denaro comporta.

Sigillo raffigurante due cavalieri su un unico cavalloLa fine dell'Ordine è ricca di intrighi e si deve leggere nel quadro della lotta tra potere politico e potere religioso.
Filippo il Bello era in guerra con il re d’Inghilterra e aveva bisogno di fondi - li pretese dall'Ordine; il Tesoriere glieli accordò senza peraltro informare il Gran Maestro; questi, venutolo a sapere cacciò il Tesoriere dall'Ordine. Il re fece pressioni sul Papa perché imponesse al Gran Maestro di ritornare sulla sua decisione e mise sotto inchiesta attraverso l’Inquisizione (che all'epoca dipendeva più dal potere civile che da quello religioso) Gran Maestro e tutto l'Ordine, con accuse di eresia e di comportamenti infamanti.

Stemma del comune di CastelmezzanoTra Papa e Re si sviluppò una controversia aspra. Il Papa cercava un compromesso che permettesse di salvare l'Ordine, il Re ne voleva lo soppressione, non intese ragioni e condannò al rogo il Gran Maestro. Il papa, da parte sua, decretò lo scioglimento dell'Ordine e il trasferimento dei suoi beni all'Ordine degli Ospitalieri (il futuro Ordine di Malta), trasferimento che avvenne solo parzialmente dato che il grosso delle sostanze fu, in un modo o nell'altro, incamerato dal Re di Francia. Le dicerie di una continuità segreta dell'Ordine sono pura fantasia e la pretesa di alcuni di esserne gli attuali discendenti è priva di qualsiasi attendibilità.
Se qualcuno è interessato a saperne di più può leggere il libro di Barbara Frale: i Templari (ed. il Mulino) molto ben documentato, con un’accurata ricostruzione delle vicende conclusive, dalle quali si evince - tra l'altro - che il Papa aveva decretato false le accuse di eresia.Particolarmente intrigante è l’ipotesi che i Templari siano stati i custodi della Sacra Sindone per il periodo del quale non si ha testimonianza storica certa di dove si trovasse.

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ARCHITETTURA: Inigo Jones, il genio dello stile palladiano nell’Inghilterra del Seicento
Articolo di Marguerite de Merode

In varie occasione, girando per l'Inghilterra, mi sono imbattuta in un personaggio dal nome insolito e che, con l'Italia, stabilì forti legami: Inigo Jones. Di origine semplice, nasce a Londra nella seconda metà del ‘500 da una modesta famiglia gallese ma il suo straordinario talento lo porta molto presto ai vertici dell'arte. Sarà lui, come architetto, ad introdurre nel Regno Unito il Classicismo romano e il Rinascimento italiano inaugurando, nel suo paese, un'epoca di grande armonia ed eleganza.
Personaggio dai mille talenti, autodidatta, grande scenografo e costumista, eccellente disegnatore e pittore, viene preso a ben volere dalle più grandi famiglie della nobiltà inglese e mandato in giro per l'Europa a perfezionare la sua formazione. 
Durante il suo secondo viaggio in Italia, nell'accompagnare il secondo conte di Arundel, Thomas Howard, uno dei più grandi collezionisti del suo tempo in giro per il suo "Grand Tour" alla ricerca di nuove opere da acquistare, Jones entra in contatto con l'architettura di Roma, Padova, Firenze, Vicenza, Genova e Venezia. Ma è scoprendo la grandiosità delle rovine romane e la straordinaria armonia dell'architettura palladiana che Inigo Jones elabora il suo stile che cambierà definitivamente il volto dell'architettura inglese del ‘600 e farà di lui il più grande architetto del suo tempo. 
Nelle copie dei "Quattro Libri di Architettura" di Palladio che porta con sé dal suo viaggio si ritrovano le sue numerose annotazioni e si capisce la fondamentale influenza che avrà su di lui l'architetto vicentino.
La sua grande creatività si arricchisce anche dalle idee del Sangallo, del Bramante, di Serlio, di Scamozzi (che incontra a Venezia nel 1614), di Vitruvio e dell'architetto scultore francese, Jean Barbet.

Il king post trussNel suo viaggio, oltre che trarre ispirazioni per le sue innovazioni in architettura, porta con sé una nuova tecnica chiamata "the King post truss" (la capriata del Re): un palo centrale retto da grandi travi che gli permetterà di fare costruire tetti molto più larghi di quelli realizzati fin'ora.
Il suo talento viene presto riconosciuto dal re Giacomo I e, nel 1615, al suo ritorno in Inghilterra, gli viene affidata la carica di ispettore generale del Regno. Viene messo a dirigere tutto quello che riguarda la progettazione e la realizzazione dei progetti architettonici della Corona. Da quel momento Jones inizia a mettere a frutto la sua nuova ispirazione e lo stile palladiano diventa da allora lo stile della casa reale.

Queen's House fronte sudIl primo grande progetto che intraprende per il re è la "Queen's House" a Greenwich. Il primo edificio completamente classico in Inghilterra dove introduce i concetti e il gusto dell'architettura Palladiana: una grande sala a forma di cubo perfetto, un pavimento bianco e nero e l'elegante "Tulip Scale", la prima scala con struttura autoportante a chiocciola del Paese.

La Tulip Scale nella Queen's HouseRispetto agli edifici in mattoni rossi Tudor dell'epoca precedente appare decisamente rivoluzionario agli occhi del pubblico inglese.

Ottiene ancora più successo con l'incarico successivo, Banqueting House, a Whitehall, destinato ad essere un ambiente per banchetti formali e per i giochi in maschera della corte. Basato sulla pianta di una basilica romana, la sala superiore è costruito a "doppio cubo", cioè 110 x 55 x 55 piedi, e gli ordini classici sono utilizzati sia in esterno che in interno.

Banqueting HouseL'edificio riporta ancora tutt'ora, sul soffitto, enormi dipinti di Rubens. Commissionati nel 1635, sono gli unici dipinti superstiti su soffitto, in situ, dell'artista.
Inigo Jones ha anche sicuramente contribuito alla trasformazione del paesaggio di Londra in continua evoluzione all'epoca. Se ne possono ancora vedere l e tracce nell'impianto attuale della Piazza a Covent Garden. Il progetto che gli fu commissionato nel 1632 dal quarto Conte di Bedford prevedeva un sistema di arcate d'ispirazione palladiana richiamandosi in gran parte alla Piazza Grande di Livorno dove sembra l'architetto abbia partecipato alla costruzione del Duomo.

Il mercato di Covent gardenMolti edifici realizzati dal Jones sono andati distrutti duranti i vari incendi che devastarono la città di Londra nel corso del Seicento.

Dei 49 edifici da lui progettati ne rimangono soltanto sette.
Rendono bene comunque la grandezza del suo genio.
Dal di fuori i suoi edifici sono misurati, equilibrati ed eleganti e all'interno, colorati ed inventivi.

Per capire com'era coraggioso e innovativo bisogna confrontarlo con quelli che l'avevano preceduto, e pensare a come ha introdotto uno stile di architettura che rimane ancora influente nell'Inghilterra di oggi.

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ABBIAMO OSPITI – PSICOLOGIA: la trappola del ricatto emotivo
Articolo di Maria Cristina Zezza– Autore Ospite de La Lampadina

attenzione manipolatoreQuante volte ci è capitato di essere vittime (o autori) di ricatti emotivi per cui se non facevamo come voleva l’altra persona ci assaliva il senso di colpa o ci si prospettava qualche conseguenza terribile (essere abbandonati, non essere considerati bravi figli/partner/amici)?
Il ricatto emotivo è una forma subdola di manipolazione, per la quale il “manipolato” sente di non avere altra scelta che fare come viene richiesto dall’altro anche se questo non è nella sua volontà, sentendosi in qualche modo in trappola.
In qualsiasi modo venga espresso il ricatto, il messaggio sottostante è sempre lo stesso ovvero: se non mi darai quello che voglio te la farò pagare.
Il terreno su cui si muovono tutti i ricattatori è la paura che ha l’altro: paura di perdere la persona a cui si tiene, paura di essere respinti, paura di ferire, paura di non essere “buoni” partner/figli/amici. Il punto di leva è spesso e volentieri il senso di colpa.

600x476 foto di Penny PuiattiCi sono diversi tipi di ricatto emotivo che possono essere messi in atto:

  • La punizione: in questo caso la persona fa capire che se non si farà come vuole la relazione ne uscirà danneggiata. Ad esempio: “Se stasera non vieni a trovarmi, non ti rivolgerò più la parola!”, “Se fai così ti lascio”, “Se fai cosi non ti faccio più vedere i bambini”, “Se non fai gli straordinari, non ti do la promozione”.
  • L’autopunizione o senso di colpa: in quest’altro caso, la persona non minaccia la relazione, ma fa capire che se non si esaudirà il suo desiderio ne soffrirà molto e sarà solo per colpa nostra. Ad esempio: “Se stasera non vieni a trovarmi, sarò sola davanti alla tv, e mi deprimerò”, “Se farai/non farai questa cosa, sappi che mi farai soffrire”.
  • Il vittimismo: la persona in questo caso fa la parte della “vittima”, cioè di colei che ha sempre dato o fatto cose per gli altri e che non si vede tornare nulla indietro, cercando di suscitare sentimenti di colpa o compassione nell’altro. Ad esempio: “Dopo tutto quello che ho fatto per te, dovrei meritarmi almeno una visita stasera”, o “Ieri sera non hai risposto al telefono, non ho dormito tutta la notte, e oggi è stata una giornata bruttissima…”.
    (Rientrano in questa sfera, per il fatto di suscitare senso di colpa, anche coloro che ti ricordano che gli devi un favore, perché loro te ne hanno fatto uno tempo fa).
  • I seduttori: Si tratta del tipo più subdolo di ricattatori: sono quelli che incoraggiano, promettono amore o denaro o carriera e poi chiariscono che, se non ci comportiamo come vogliono loro, non riceveremo nulla.

manipulation1Le vittime dei ricatti emotivi sono spesso persone che hanno dei “punti deboli” che il manipolatore conosce e sui quali fa leva:

  • Bisogno di approvazione, che spinge a fare quello che vogliono gli altri (anche se diverso da quello che si vorrebbe fare) per poter essere apprezzati, stimati e amati.
  • Autosacrificio e sottomissione, per cui si è portati anche a ledere il benessere personale pur di non veder soffrire un’altra persona, o di andare incontro a conflitti e scontri.
  • Paura dell’Abbandono, per cui si rinuncia al proprio benessere pur di non essere lasciati soli, pur di non perdere la relazione.

I ricatti fanno leva sui nostri timori più profondi, che spesso risultano da esperienze precoci e passate, che hanno instaurato in noi una certa modalità di relazionarci, e di vedere noi stessi. Chi finisce per cadere più spesso nella trappola dei ricatti emotivi sono persone con poca stima di sé, con scarsa autonomia, e persone che sono sensibili al giudizio e approvazione degli altri.
COSA FARE?

immagine 1Innanzitutto bisogna far capire al manipolatore che non cadremo nella sua trappola. È necessario chiarirgli che non pensiamo di essere una persona cattiva solo perché non ci pieghiamo al suo volere. Affermare con decisione che anche noi abbiamo dei bisogni e dei desideri e che ne abbiamo tutto il diritto. E’ importante mostrare alla persona che non abbiamo paura della sua minaccia e che siamo pronti ad affrontare le presunte conseguenze. Spesso, quando il ricattatore vede che non cediamo alle pressioni si rende conto che la sua strategia è inutile e l’abbandona. Ricordatevi che alla lunga fare qualcosa sotto ricatto genere tantissima frustrazione e porterà a sviluppare rancore verso chi ci sta manipolando e comunque non riusciremo a sentirci contenti e soddisfatti di noi anche quando stiamo esercitando un nostro diritto.
Infine, può essere utile rivolgersi ad un professionista con l’aiuto del quale sarà possibile apprendere modalità più equilibrate e benefiche di gestire le relazioni, mettere dei confini, rafforzare l’autostima, riconoscere ed esprimere adeguatamente i propri bisogni, incrementare l’assertività.

Molti si lasciano compatire atteggiandosi spesso a vittime per essere con più buona coscienza carnefici. (E.Rega)

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ABBIAMO OSPITI – STORIA: El Camino Real, il percorso che unisce tutte le missioni francescane della California settentrionale
Articolo di Enrico Ricci – Autore ospite de La Lampadina

Le colonie europee in America nel 1763Quando gli inglesi completarono il loro controllo sul Canada sino al Pacifico intorno al 1760  e i Russi, dopo aver attraversato lo stretto di Bering e conquistata una vasta area nel continente americano, l’attuale Alaska, seguitarono a spingersi verso sud, sempre per intraprendere spedizioni di caccia verso gli orsi e i bisonti per poi commerciarne le pelli, Carlo III Re di Spagna decise di difendere i suoi territori americani, dal pericolo di questa pacifica invasione ma, soprattutto, di contenere e respingere quegli uomini non cattolici.
Per arrestare questa avanzata del protestantesimo verso la Nuova Spagna, così si chiamava allora il Messico, Carlo III dette il permesso all’Ordine dei Francescani di sviluppare nuove missioni in California, che rappresentava ancora un territorio conquistato ma non conosciuto del tutto. La decisione fu soppesata attentamente dal Re spagnolo che stava vivendo il crepuscolo dell’avventura coloniale della Nuova Spagna.

Segno distintivo dello storico camino real sulla Pacific Coast Highway all'altezza di Pismo BeachDel resto il costo dell’operazione era relativamente basso e modesto e la presenza  dei Missionari Francescani nascondeva la vera finalità della spedizione. Per il re spagnolo essa rappresentava la conquista definitiva di quelle lontane terre, un diritto di fatto della stessa occupazione, inviando laggiù solo un piccolo contingente militare di supporto ai pochi padri francescani prescelti.
Con l’andar del tempo le missioni costruite sarebbero diventate autosufficienti, con l’aiuto degli stessi indiani civilizzati, cristianizzati ed indirizzati allo sviluppo dell’agricoltura. Non era la prima volta neanche per l’Ordine di San Francesco, infatti con la venuta degli Spagnoli nel nuovo mondo, sopraggiunsero anche i Carmelitani e i Francescani, animati fortemente dal desiderio di conquistare le anime della popolazione autoctona e creare dei centri di fede e di preghiera.

Mappa delle missioni con date di fondazioneL’Europa era appena passata dalla riforma protestante iniziata con Lutero, alla Controriforma intrapresa soprattutto in Spagna e ancora vivo nel XVI e XVII secolo risultava il desiderio della conversione alla dottrina cristiana. Numerose Missioni erano state create nel nord dell’attuale Messico negli stati di Sonora e della Baja California, ma nessuna era stata ancora fondata nell’Alta California, territorio come già detto popolato da differenti tribù di indiani e ancora poco conosciuto.
La costa californiana era stata risalita da Juan Rodriguez Cabrillo, con alcuni Carmelitani, per conto della Spagna già nel 1542, ma fino al 1769 nessuno europeo aveva intrapreso delle spedizioni esplorative in quei remoti luoghi. Carlo III quindi incaricò l’Ispettore Generale della Nuova Spagna Josè de Galvez a questa nuova conquista, insieme ai frati Francescani, una cooperazione quindi tra Stato e Chiesa. L’avanzata fu attentamente programmata e Galvez chiamò a partecipare all’impresa gli stessi Padri Francescani che operavano nella California del Sud ed ad assumere la responsabilità culturale e spirituale della conquista.

Padre Junipero Serra, recentemente santificato da papa Giovanni Paolo II, presidente di quelle missioni già esistenti, rispose immediatamente alla richiesta avanzata da Josè Galvez. L’operazione così studiata fu presentata dal Vicerè Carlos de Croix e al Collegio Francescano di San Fernando di Città del Messico. L’impresa fu approvata e la spedizione partì nel 1769 percorrendo contemporaneamente quattro itinerari: due per via terra e due per mare, con ugual destinazione San Diego ove Padre Junipero Serra portò la Croce e fondò la prima Missione il 16 luglio 1769 dandogli il nome di San Diego de Alcala.

Tutte le missioni fondate lungo il Camino RealI Padri Francescani impiegarono 54 anni per costruire e fondare altre 20 missioni percorrendo un itinerario di quasi 1.000 chilometri da San Diego sino a Sonoma a nord dell’attuale San Francisco. Contemporaneamente alle Missioni venivano fondati dei Presidi per la guarnigione spagnola e la strada che legava tutti questi nuovi centri di fede venne chiamata “El Camino Real”.

Le Missioni non sono rimaste sempre fisse nel punto o nei luoghi originari, ma furono localizzate in seguito in posizioni più strategiche e semplicemente allontanate da qualche intraprendente “rancheros”.
Del resto la struttura architettonica delle prime missioni era molto semplice e le costruzioni a volte erano state realizzate con semplici materiali come il legno e ricoperte di paglia e arbusti. Con il tempo la stessa architettura fu migliorata, la missione come del resto gli edifici che la componevano vennero realizzati in muratura, con forme geometriche robuste, con l’uso di pietre e mattoni, seguendo uno stile architettonico originale che lega all’esperienza europea, quella dei primitivi popoli indiani.

sanfrancisco-front-04-landmark-for-el-camino-realLa missione rappresentava, oltre che centro di fede, anche quello di centro sociale e di cultura e gli indiani dapprima cristianizzati e civilizzati, incominciarono anche a trasformare i terreni in aree agricole, soprattutto in quei luoghi ove presente era l’acqua nel sottosuolo. La missione ha rappresentato quindi il punto di raccolta sia degli Indiani che degli Spagnoli prima e Messicani successivamente contribuendo in maniera determinante alla nascita di nuove città.

La scelta dei luoghi era stata ogni volta attentamente esaminata, la vicinanza del mare e di un facile approdo, la presenza dell’acqua, aumentarono notevolmente lo sviluppo della comunità urbana.
San Diego, Ventura, Santa Barbara, Los Angeles, Obisbo San Josè e San Francisco testimoniano facilmente la riuscita di tale scelta e furono punti di attrazione non più dal Sud della California ma da Est quando tutta la California visse quel momento epico con la scoperta dell’oro.

san Diego de Alcalà, la prima missione fondata sul Camino Real“El Camino Real”, trasformato oggi in una moderna autostrada americana, lega ancora le vecchie Missioni Spagnole in un unico itinerario turistico e religioso e riunisce ancora attorno alle Missioni la popolazione di religione cattolica. Alcune sono state trasformate o restaurate, presentando solamente oggi la Chiesa dell’antico Centro Missionario, altre invece hanno maggiormente conservato per intero la forma architettonica originale e la tipologia insediativa studiata dai Frati francescani, presentando ancora il grande cortile porticato dove un tempo pulsava la vita religiosa e sociale del centro di fede.

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ABBIAMO OSPITI – CULTURA: Eclissi fra miti e leggende
Articolo di Giulia Pasquazi Berliri - Autore ospite de La Lampadina

Eclissi di sole Il cielo è stato considerato immutabile per molto tempo e, col passare dei secoli e col progredire degli studi di fisica e astronomia, è anche scomparso l'ancestrale terrore per quel fenomeno "soprannaturale" dell'eclissi, soprattutto quando è diventato spiegabile dalla teoria copernicana e, successivamente, con formule e tesi matematiche molto dettagliate. Ma, come tutti gli avvenimenti inspiegabili, strani o semplicemente rari, le eclissi lunari e solari hanno sempre attratto la fantasia popolare, che ha dato loro connotazioni e manifestazioni diverse, spesso magiche. I nostri antenati hanno comunque trovato nel cielo le conoscenze più utili alla sopravvivenza: hanno imparato a orientarsi in mare o nei deserti, a costruire orologi e calendari.
Incantati dai movimenti degli astri e dei pianeti, intimoriti da inspiegabili fenomeni come le eclissi o le comete, hanno anche popolato il firmamento di dèi ed eroi che ne spiegassero il mistero.

Eclissi lunare osservata a Lecco nel 2011 In ambito religioso l'importanza della Luna è legata soprattutto ai mutamenti periodici del suo aspetto e dalle connessioni stabilite tra essa e il mondo animale e vegetale. Il periodico scomparire e ricomparire dell'astro viene di solito assimilato ad una vicenda di morte e rinascita: dal contrasto che si crea osservando che l'uomo una volta morto non rinasce, si attribuisce alla Luna l'origine della morte e, come nel caso della Polinesia e della Grecia Antica non solo la Luna viene associata alla morte, ma si credeva che essa fosse la sede dei morti. Effettivamente vedere il disco luminoso e candido della Luna (o del Sole) venire lentamente coperto da un altro disco, nero e buio come gli Inferi, era interpretato come se le tenebre volessero letteralmente “mangiare” la luce, quasi che la morte prendesse il sopravvento sulla vita. Per questo gli antichi guerrieri pagani, se  vedevano un'eclissi la notte prima della battaglia, di comune accordo con l’avversario rinviavano il combattimento ad un altro momento; non solo, ma si mettevano tutti insieme a ululare in direzione della Luna, per spaventare il nero Essere mostruoso che la stava “divorando”.
Se il popolo Maya non aveva affatto paura dell’eclissi lunari e solari, anzi sapeva predirle con estrema esattezza, i Persiani credevano che l’eclissi fosse una punizione divina nei confronti degli uomini. Pensavano che tutte le volte che qualcuno stava per compiere o aveva compiuto gesta malvagie (tradimenti, infanticidi ecc), gli dei chiudessero in una specie di tubo l’astro celeste (luna o sole che fosse), lasciando gli umani nel buio più completo, con la sola compagnia di incubi e rimorsi. Stele della Mesopotamia risalente al 1100 a.C. dove in alto si distinguono Venere, la Luna e il Sole
Quasi come un macabro carnevale, le eclissi hanno anche avuto il potere di trasformare re in contadini e prigionieri in re. Questo accadeva nel regno assiro, dove era in uso quello stratagemma chiamato Sar puhi (il re sostituto), che viene ben raccontato nel libro "Notte di stelle", di Margherita Hack e Viviano Domenici.  Cosa accadeva dunque nel 600 a.C. all'approssimarsi di un'eclissi di luna o di sole? Sul trono veniva posto un "parafulmine" umano: al posto del re e della regina vi salivano un criminale, un prigioniero di guerra oppure una persona qualsiasi assieme ad una provvisoria consorte. E questo perchè, come in molte altre culture, anche in quella assira un’eclissi era considerata un evento nefasto e foriero di oscuri presagi, soprattutto per i regnanti. Gli assiri ritenevano che giocando d'astuzia potevano ingannare gli dèi e, così, ogni qualvolta l’élite scientifica dell'epoca prediceva un'eclisse, immediatamente il re in carica veniva temporaneamente fatto allontanare da corte e "nascosto" fuori città e al suo posto veniva intronizzato un sostituto re, con tanto di sostituta regina. Il fortunato (!) prescelto non riceveva alcun potere dalla sua proclamazione, perché il vero re manteneva il proprio status anche lontano da palazzo. Questo espediente serviva ad ingannare le divinità maligne, che avrebbero scaricato sul re sostituto le proprie ire, mentre il vero re, indisturbato, si godeva una sorta di vacanza.

L'astrologia dei babilonesi Dopo l’eclissi, trascorso un periodo di tempo non superiore ai 100 giorni, e comunque sempre in accordo con i vari scienziati/ astronomi/ astrologi/ di corte, il vero re tornava sul trono.
Ma che fine faceva il re sostituto? Semplice: veniva destituito nel peggiore dei modi, con un assassinio sommario. A lui andavano però gli onori, di un finto funerale da re, in pompa magna e con tanto di imbalsamazione, per essere sicuri che l'inganno giocato alle divinità fosse credibile.
Nel Medioevo, invece, i contadini erano convinti che le eclissi fossero causate da certe parole magiche pronunciate da streghe cattive; queste parole avevano il potere di "ipnotizzare" la Luna, obbligandola ad avvicinarsi alla terra per deporre una sorta di rugiada schiumosa sulle erbe che poi sarebbero servite alle fattucchiere per compiere ogni sorta di nefandi sortilegi. Il sole invece, sempre avvicinandosi alla terra, avrebbe bruciato non solo piante e coltivazioni, ma anche il cervello degli uomini facendoli diventare matti.

RegiomontanoQuindi, per impedire che la Luna o il Sole udissero le stregonesche parole, all’inizio delle eclissi tutti gli abitanti dei villaggi si mettevano a correre sui campi facendo un fracasso infernale, agitando campanacci da mucca, martellando lastre di rame e di bronzo, percuotendo incudini e urlando come forsennati. Durante il suo quarto viaggio alla volta dell'America, Cristoforo Colombo si arenò sulle coste della Giamaica, perchè le sue navi erano danneggiate. Anche le sue provviste erano ormai agli sgoccioli, ma le popolazioni locali si rifiutarono di fornirgli del cibo, seppure  in cambio di gioielli. Allora Colombo escogitò un piano per ingannarli.
Aveva a bordo una copia di uno dei libri di Regiomontano (pseudonimo di Johannes Müller da Königsberg, che è stato un matematico, astronomo e astrologo tedesco) che conteneva le predizioni di eclissi lunari, una delle quali prevista per il 29 febbraio 1504. La sera in cui si sarebbe verificata l'eclisse organizzò un incontro con i capi delle tribù indigene e disse loro che Dio era molto offeso e che avrebbe fatto sparire la Luna. Come previsto, un'ombra scura cominciò a passare sul disco lunare. Gli indigeni, spaventati, dissero a Colombo che gli avrebbero fornito il cibo se avesse interceduto per loro presso Dio. Dopo essersi ritirato a "conferire" con l’Altissimo, poco prima della fine dell'eclisse totale, Colombo tornò dicendo che Dio li aveva perdonati. La Luna tornò a splendere e Colombo ottenne le scorte di cibo.

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COSTUME: Che cosa ci succede?
Articolo di Lalli Theodoli

Perché siamo diventato così accaniti? Così poco remissivi a quanto di inevitabile fa parte della vita? Due settori. L’uno certamente più serio e l’altro più fatuo, ma che negli ultimi tempi sono diventati sede di accanimento forsennato: la salute e la bellezza.
La salute.
Fino a ieri non correvamo come pazzi a subire mille e mille analisi per un piccolo dolore, per un mal di schiena, per un dolore alla testa più tenace del solito.

Le-speranze-del-paziente-viste-da-AltanScomparso purtroppo il nostro vecchio medico di famiglia che conosceva le nostre ansie, vere o false, e le nostre reali debolezze, eccoci a correre da uno specialista all’altro che invece di rassicurarci ci demandano ad altri ed altri in una catena infinita di analisi e ricerche che ci riempiono di ansie e di paure e….grazie al cielo, molto spesso non era nulla. Ma noi intanto abbiamo vissuto in terribili agitazioni che hanno coinvolto tutta la famiglia. E forse bastava una aspirina. Le attese per le nascite tempo fa erano puntualizzate da creazioni di orrende calzette e golfini e copertine sbilenche. Ora sono invece sconvolte da mille e mille nuove analisi che naturalmente nessuno ha il coraggio di rifiutare. Ogni neo è un incubo, ogni bozzetto un annuncio per l’Al di Là. E meno male che non sempre è così.
La medicina secondo Altan

Si, lo dicono tutti, ed è vero, che prevenire è meglio che curare; ma se prevenire vuol dire per ogni piccolo allarme pensare a tutto un mondo di orribili ipotesi che poi si rivelano una bolla di sapone, forse non sempre è meglio.

A questo ci ha portato e ci continua a portare la lotta contro il tempo che facciamo senza sosta. Non possiamo permetterci di stare male: chi si occuperebbe di noi? I figli hanno le loro famiglie, i parenti le loro beghe e così noi siamo condannati a dover stare bene con ogni mezzo. Ogni piccola minaccia di handicap ci mette nel panico. Se mi rompo una mano chi mi viene ad allacciare la gonna? Se mi rompo una gamba come faccio? Non posso guidare? Chi mi fa la spesa? E così avanti, avanti a correre dai medici che ci devono far stare bene.
La bellezza.

istitutodibellezza001-viCome è cominciato? Una cara amica ci ha trovato rugosette. Con grande sensibilità ci ha indicato un medico che fa miracoli. Oggi una rughetta, domani via la pancia, dopodomani tiriamo su gli occhi appesantiti da palpebre cadenti. In pochi anni dimostriamo l’età dei nostri nipoti che assistono sbigottiti a questi cambiamenti. D’inverno, coperti, ci si salva: esce solo la faccia. Ma l’estate come nascondere le braccia pendule ed i gomiti? Ma la lotta continua.

Susie-Orbach-libro-corpi-insicurezze-foto-01Sì abbiamo raggiunto un’età certamente più lunga dei nostri genitori, sì ci curiamo di tanti acciacchi, siamo giovanili, più aitanti. Invece che coccolare i nipotini corriamo in palestra, invece di sferruzzare e ricamare facciamo corsette nel parco.
A che pro? Che domanda!
Vogliamo arrivare LASSU’ (speriamo sia LASSU’) giovani e sani!

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SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA VEDERE: la Royal Opera House in diretta via satellite al cinema. Dal 26 settembre 12 appuntamenti d'eccellenza con opera e balletto per uno dei più attesi cartelloni di sempre in diretta via satellite da Londra nelle sale cinematografiche italiane....
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DA VISITARE: Ocricolum ad 168 - 9, 10 e 11 settembre. Tre giorni per tornare al tempo dell'Imperatore Marco Aurelio; tre giorni di un evento di rievocazione all'interno della splendida cornice del Parco Archeologico di Ocriculum...
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DA VEDERE: Rassegna teatrale "Il Mito e il Sogno, al Teatro Romano di Ostia antica, dal 10 al 17 settembre. La Sovrintendenza e il nuovo Parco archeologico di Ostia antica appena istituito organizzano una nuova rassegna teatrale nello splendido teatro romano di Ostia antica ....
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Tutti i nostri suggerimenti sono qui

FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là...

Met BreuerEcco a voi il Met Breuer! A New York nell’Upper East Side nasce, accanto alla Quinta Strada, al posto del Whitney (che si  è trasferito a Meatpacking) la terza sede del Metropolitan Museum of Art, il Met Breuer, dal nome dell'architetto (Marcel Breuer) che costruì l’edificio.
Il Nuovo Met sarà il nuovo punto di riferimento in città per l’arte moderna e contemporanea con collezioni permanenti, mostre, performance e incontri con gli artisti.
MdM

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Stupefacente! Nel corpo della mamma restano cellule dei figli per tutta la vita. Talvolta si apprendono cose che lasciano a bocca aperta: mi è capitato leggendo il libro “La mia prima casa”, di Salvatore Mancuso –professore, ginecologo e ostetrico, presidente del comitato etico dell’Ospedale Universitario Gemelli – e di Mariella Zezza, giornalista della Rai (con il mio stesso cognome, ma non mia parente).
La mia prima casa Durante la gravidanza, c’è un flusso di cellule staminali del bimbo nel grembo che attraversano il cordone ombelicale, entrano nel compartimento materno e vi si impiantano stabilmente. Queste cellule staminali – che hanno il DNA del figlio e quindi anche parte del patrimonio genetico del padre – influenzano il sistema immunitario della madre e – cosa ancora più sorprendente – in presenza di una lesione materna si dirigono alla periferia dell’organo leso e si dispongono a ripararlo! (Una forma di “restituzione” dei benefici che il figlio riceve dalla madre).
Queste cellule staminali – sia che la gravidanza sia giunta a termine sia che si sia interrotta, volontariamente o casualmente - permangono nel corpo della madre per sempre e mantengono la traccia del figlio (e quindi anche del padre)! Le mamme conservano nel proprio corpo qualcosa dei loro figli e di coloro con i quali li hanno concepiti!
Non è stupefacente?
BZ

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logo-site-namorofakeCosa vuoi far credere agli amici? Nelle stranezze del mondo c’è anche una nuova APP, è realizzata in Brasile, si chiama “Namoro Fake”. Serve a crearsi una storia d’amore o un’avventura ma falsa.
Puoi comprare un pacchetto di qualche post a pochi euro per simulare un’avventura o qualcosa di più importante per simulare una relazione più stabile.
Namoro Fake interviene sul social del cliente inventandosi messaggi di passione e amore il più credibile possibile.
38mila persone si sono iscritte da 42 paesi.
Chi lo fa vuole impressionare gli amici, ingelosire o addirittura coprire una relazione omosex.
CV

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william-henry-harrison-10Strane statistiche sui presidenti americani. Sembra chi eletto in un anno bisestile che termina con il numero 0, muoia quando ancora in carica:
è successo a William Harrison (1840), Lincoln (1860), Garfield (1880), McKinley (1900), Harding ((1920), Roosvelt (1940), Kennedy (1960).
CV

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EVENTI APPUNTAMENTI 

Come si diventa collezionisti?
Ce lo spiega Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Dopo il successo delle lezioni  su "L'avventura dell’Arte Moderna da Pablo Picasso a Jeff Koons" tenute da Ludovico Pratesi nella scorsa primavera, si è pensato di proseguire il viaggio nell'arte con la proposta di un ciclo di quattro lezioni nel mese di novembre relative a 
"L'arte di collezionare l'arte contemporanea".

Il Corso si svolgerà al Circolo degli Affari Esteri di Roma e si snoderà in quattro incontri serali
nei martedi 8 - 15 - 22 - 29 del mese di novembre 2016.

Leggi di più

I posti sono limitati.
Per favore scriveteci al più presto per segnalate la Vostra partecipazione al corso scrivendo a:
info@lalampadina.net

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Tessuti autopulenti! Ricercatori 
dell’Ian Potter NanoBioSensing Facility e del NanoBiotechnology Research Lab presso Il tessuto che si pulisce da solo visto al microscopio. Foto ANSA/RMIT Universityla RMIT University, (Università Royal Melburne Australia), hanno sviluppato un sistema per realizzare delle nano strutture tridimensionali in composti di rame e argento nei tessuti.
Questi composti quando vengono esposti alla luce solare o anche artificiale ricevono energia che genera un flusso di 'elettroni caldi' che a sua volta genera una scarica di energia che è in grado di degradare la materia organica in circa 6 minuti, liberando così il tessuto da macchie e residui di sporcizia.
Sono, comunque, in corso ulteriori test per eliminare anche le macchie più difficili, come quelle di pomodoro e di vino rosso.
Leggi l'abstract della sperimentazione pubblicata su "Advanced Materials Interfaces".
CV

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Siamo interconnessi con noi stessi.
“Il numero di interconnessioni sinaptiche associazioni-sinapsidi un singolo cervello umano supera abbondante-mente quello delle stelle della nostra Via Lattea: 1015 sinapsi contro 1011 stelle” (Gingerich).
BZ

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Uncinetto urbano.
Si chiama Grace Brett la sorpren-dente signora di 104 anni che vive e lavora come artista in Scozia ed è considerata una delle "yarn stomers" più abili d'Europa.
Usa la strada come luogo per realizzare le sue opere coprendo con l'uncinetto qualsiasi oggetto trovi in giro. Cabine telefoniche, panchine, mattonelle, muri, alberi, finestre vengono ricoperti dalle sue trame coloratissime.
Un eccellente sistema per contrastare il grigiore della città.
MdM

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L'assegno del tesoro Americano per comprare l'AlaskaL’Alaska. 160 mila km2 di territorio passati agli Stati Uniti nel 1867, il costo fu di 7,2 milioni di dollari, vi abitavano circa 10mila persone.
L’opinione pubblica americana fu molto critica al tempo tanto che la battuta ricorrente fu, “gli Usa hanno comprato uno zoo di orsi per divertire il presidente”. Successivamente furono trovati giacimenti di varie materie prime e nel 1968 il più grande pozzo di petrolio e gas naturale nel nord America… che affare per gli Usa.
CV

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Cecilia AlemaniBiennale 2017.
Sarà Cecilia Alemani la curatrice del padiglione Italia per la 57° Mostra Internazionale d’Arte di Venezia prevista dal 13 maggio al 26 novembre 2017.
Il suo progetto «ambizioso e innovativo» è stato scelto dal ministro Dario Franceschini tra i dieci in gara per il prestigioso ruolo.
Moglie di Massimiliano Gioni, curatore della Biennale del 2013, non le manca un curriculum prestigioso.
Dal 2014 è stata la direttrice e capo curatrice di High Line Art di New York, la manifestazione di Public art più creativa e affollata che ci sia (7 milioni di visitatori all’anno) e dal 2012 si occupa della sezione no profit di Frieze NY oltre che ad avere collaborato in passato con la Tate Modern, il MoMA, il PS1 e Palazzo Grassi.
Le aspettative sono tante!
MdM

 


 

LA LAMPADINA LIBRI

Carlotta Staderini Chiatante
ci parla di

"Acciaio contro acciaio"
di Israel J. Singer

Edizioni Adelphi,
2016, 
Pagine 240

La copertina di "Acciaio contro acciaio"Lo sfondo del romanzo è la Polonia negli anni della Grande Guerra alla vigilia della spartizione tra Germania e Russia. Singer coniuga il destino individuale del protagonista, Lerner, alla grande storia.
La città di Varsavia sopraffatta dal caldo, brulica di un’umanità disperata ed affamata, prostitute malate, bambini nudi, sodati ubriachi.
Lerner è di ritorno dal fronte; un bagno nella Vistola ed una dormita sotto il ponte, che i Russi vogliono far saltare per non favorire l’avanzata dei tedeschi, e Lerner diventa un disertore per non essersi presentato in tempo al comando dei Servitori dello zar Nicola.
Lerner vuole sopravvivere ed è alla ricerca del proprio posto nel mondo squarciato dalla guerra.
L’occupa-zione tedesca ridurrà in schiavitù una moltitudi-ne di miserabili, flagellati dalla fame e dalle epidemie; la popolazione sarà impiegata in cantieri e verrà fatta lavorare come bestie, sottopagati, malnutriti ed in condizioni igieniche spaventose.
Le pagine in cui Singer descrive il lavoro di questa moltitudine di schiavi nel cantiere sul Ponte, evocano scenari infernali e fanno pensare ad alcune foto di Salgado.
Lerner si farà assumere al cantiere del Ponte e sarà vittima di scherzi feroci da parte dei suoi compagni di lavoro e angherie dei sorveglianti.
Riuscirà a guadagnare il loro rispetto vincendo, in un combattimento su un altro lavoratore e, con il suo carattere d’acciaio e pugno di ferro riuscirà a far collaborare tra di loro i diversi gruppi etnici del cantiere, ebrei, polacchi e russi, divisi tra loro da rivalità, diffidenza e razzismo.
I suoi compagni di lavoro ebrei, sono fiaccati dal degrado fisico e morale nel quale sono costretti a vivere, ma l’autore ci mostra che non sono esenti da debolezze e miserie morali. La mancanza di solidarietà è una regola di tutti, fino ad arrivare alla crudeltà nei confronti di altri compagni.

Continua a leggere la
recensione sul sito...

 


 

MOSTRE
Questo mese le scelte di
Marguerite de Merode
cadono su:

PARIGI

rene-magritte-2016Centre Pompidou: René Magritte: "La trahison des images".
A quasi 40 anni dall’utima prospettiva del Centre Pompidou a lui intitolata, René Magritte torna in scena con un’esposizione sull’ambiguità della rappresentazione nell’arte.
L’esposizione analizza la filosofia e il lavoro dell’artista attraverso 5 sezioni: il fuoco, l’ombra, le tende, le parole e il corpo sezionato.
Dal 21 settembre 2016 al 23 gennaio 2017

Grand Palais: Paris PhotosParis Photos.
Come ogni anno nel mese di novembre torna a Parigi uno degli eventi più importanti del mondo dedicati alla fotografia. Artisti, collezionisti, appassionati, esperti del settore, professionisti e curiosi provenienti da ogni parte si ritrovano negli spazi del Grand Palais per la grande fiera.
Dal 10 a 13 novembre 2016

INGHILTERRA

CHATWORTH

ChatsworthCon un economico volo Ryanair arrivando all'aeroporto di East Midlands e con pochi chilometri ancora, si raggiunge l'immensa dimora dei Duchi di Devonshire, illuminati collezionisti da sedici generazioni, nella quale sono esposte opere dei più grandi artisti esistiti fino ai nostri giorni.
Peregrine Cavendish, il12simo Duca di Devonshire con suo figlio, il Conte di Burlington, sono appassionati collezionisti di arte contemporanea e ogni anno, in questo periodo organizzano eventi inerenti la loro passione.

Gardens+Chatsworth+House+Show+Case+Sotheby+cpfcMngF0RWl The Chatsworth Festival - Art Out Loud è un festival di conferenze tenute da noti artisti, curatori e scrittori ma anche l'occasione per trenta artisti della zona (Peak District) di esporre e vendere le loro opere: pastelli, acquarelli, e quant'altro.
Dal 23 al 25 Settembre 2016

I giardini di Chatsworth House e Sotheby Beyond Limits è la mostra che Sotheby's organizza ogni anno nel grande parco di Chatworth: un'esposizione di sculture monumentali moderne e contemporanee destinate ad essere vendute all'asta nel prossimo futuro.
Dal 10 settembre al 30 ottobre 2016

Sarà, per chi pensa di organizzare il viaggio quest'anno o l'anno prossimo, l'occasione per visitare una tra le più belle dimore del mondo.

LONDRA

Frieze art fair LondonFrieze London
Sono 160 le gallerie che quest'anno si danno appuntamento a Londra per presentare le opere degli artisti più importanti del mondo contemporaneo: artisti affermati, artisti emergenti, gallerie che vengono da New York, Berlino, Shanghai e São Paulo, un interessante condimento per riuscire ad essere una delle fiere più gettonate d'Europa.
Dal 6 al 9 ottobre 2016

ITALIA

FIRENZE

Palazzo Strozzi:
Ai Weiwei
, Libero, curato da Arturo Galansino.
Ai Weiwei Ai Weiwei, dissidente artista dalla personalità provocatoria, è sicuramente l'artista contemporaneo cinese vivente più conosciuto nel mondo che ha esposto le sue opere nei più grandi musei.
Palazzo Strozzi presta la totalità dei suoi spazi per una mostra in cui il curatore Arturo Galansino propone un grande percorso tra installazioni monumentali, sculture e oggetti simbolo della carriera dell'artista, con video e serie fotografiche. Sarà l'occasione per mettere in risalto una delle maggiori caratteristiche dell'arte di Ai Weiwei che esprime nel suo lavoro il forte rapporto del proprio paese tra tradizione e modernità.
Il primo impatto ci arriva con i "ventidue grandi gommoni di salvataggio arancioni ancorati alle finestre di Palazzo Strozzi, per simboleggiare il destino dei profughi che ogni giorno rischiano la vita per arrivare in Europa".
Dal 23 settembre 2016 al 22 gennaio 2017

ROMA

QuadriennaleRoma2016Palazzo delle Esposizioni: 16a Quadriennale d'Arte: Altri tempi, altri miti. Sono undici i curatori che sono stati chiamati ad organizzare la 16a Quadriennale d'Arte di Roma coinvolgendo ventisei spazi espositivi sotto la sigla Q’ 16a con eventi ed iniziative dislocate in tutta la città il cui punto di partenza sarà il Palazzo delle Esposizioni. La Quadrienale “Altri tempi, altri miti” "è concepita come una mappatura mutevole delle produzioni artistiche e culturali dell’Italia contemporanea ed è articolata in dieci sezioni espositive, ognuna affidata a un diverso curatore e a un tema, un metodo, un’attitudine, una genealogia che connota quelle produzioni."
Dal 13 ottobre 2016 all'8 gennaio 2017

Villa-MediciAccademia di Francia, Villa Medici:
350 anni di creatività.

Con una mostra collettiva in cui saranno esposte opere di Fragonard, David, Ingres, Berlioz, Garnier, Carpeaux, Debussy e Balthus, l’Accademia di Villa Medici vuole celebrare i suoi 350 anni di creatività con gli artisti dell’Accademia di Francia a Roma da Luigi XIV ai giorni nostri a cura di Jérôme Delaplanche, responsabile del dipartimento di storia dell’arte presso l’Accademia di Francia a Roma.
Il progetto è accompagnato da altre due esposizioni organizzate dall’Accademia Nazionale di San Luca e dall’Accademia di Belle Arti di Roma sul tema dei rapporti tra l’istituzione francese e le due accademie romane.
Dal 14 ottobre 2016 al 15 gennaio 2017

 



Il pensiero laterale semplice che ha salvato molte vite

Nel 1942 si sviluppò un grande incendio all'interno del Coconut Grave, un grande nigth club americano.
Morirono 400 persone che forse almeno in parte potevano essere salvate per un particolare architettonico sconcertante che da quel momento fu cambiato in tutto il mondo, quale?


Vedete qui...

La Lampadina - Racconti

In questi anni di pubblicazione della nostra newsletter, spesso abbiamo ricevuto dai Lettori in Redazione pezzi che non avevano "la forma" dell'articolo: a volte per lunghezza, altre per argomento, o per struttura o per eccessiva personalizzazione dello scritto. Non potendoli pubblicare come "articoli", abbiamo deciso di dedicare una sezione apposita. Sentitevi liberi di inviarci quanto scrivete, che abbia una lunghezza di quattro, cinque cartelle e noi, dopo una semplice valutazione di opportunità, pubblicheremo ciò che ci proponete.

Oggi vi proponiamo una scritto di Vittorio Grimaldi: Mariella è 'na bambola!

Qui le prime righe e poi continuate la lettura sul sito, in tutta tranquillità... oppure, sempre dal sito, cliccate sulla piccola icona verde alla fine del racconto, stampate la pagina e..
buona lettura!


Tutti sanno che in Italia, nell’ultimo decennio del secolo scorso, la famosa stagione di “Mani Pulite” ebbe inizio per una storia di alimenti andata a male, pretesi dalla moglie incazzata di un certo Chiesa, l’untuoso direttore del “Pio Albergo Trivulzio”. Al momento del suo arresto il Chiesa cercò di gettare il malloppo appena ricevuto da un imprenditore che si occupava di spazzatura (tout se tient!) nella tazza del cesso ricavato nell’ospizio, en suite accanto al suo lussuoso ufficio ornato dalle bandiere di rito: italiana a destra e comunitaria (con le stelle) a sinistra.
L’episodio diffuso dalla stampa in tutta la sua trivialità, non piacque al gran capo socialista che bollò il Chiesa qualificandolo come un piccolo, irrilevante mariuolo.
La conseguenza fu che quello, ferito nel suo amor proprio delinquenziale, vuotò il sacco con i magistrati, incastrando molti altri componenti della banda.
Non avendo ancora un’età da ricovero, conosco il Pio Albergo Trivulzio solo per il dipinto struggente di Angelo Morbelli in cui sono ritratte due file di vecchietti raccolti, in uno squallido stanzone, intorno ai tavoli apparecchiati per il pranzo di Natale. Dai grandi finestroni entra una luce “wallwash” impietosa. Eppure i volti dei vecchi, quasi tutti a capo coperto come gli operai di una volta, non si distinguono, quasi il pittore avesse avuto riguardo alla loro privacy. Invece, sul lungo tavolo, si notano i bicchieri colmi a metà di un vino rosso e pallido. In primo piano un signore con i baffi, assai dignitoso, anche lui con il cappello, siede compunto, usando correttamente forchetta e coltello. Indossa una specie di cravatta a farfalla sulla camicia bianca di tela grezza che si intravede sotto una palandrana di tessuto rozzo e pesante.

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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