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Lunedi, 7 novembre 2016

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:

La Lampadina - n. 53
Novembre 2016

Un densissimo ottobre è appena passato, sembrava interminabile, ricco di 5 sabati, 5 domeniche e 5 lunedì: non succedeva da centinaia di anni! La solita corsa verso il Natale e la fine dell'anno sembra moltiplicare gli impegni. A novembre parte il corso sul collezionismo, alla fine del mese ci sarà la presentazione di un libro su Enrico Caruso, e quella di ottobre su "Il Presidente degli USA", quanto mai attuale, ci ha fatto capire qualcosa di più sui meccanismi delle prossime elezioni oltreoceano. In questo numero andiamo in Cina, a Genova, passando per Cremona, senza lasciare mai Roma, città eterna, nonostante tutto...  


VIAGGI: Pechino-Parigi 2016 (prima parte): dalla Cina alla Siberia
Articolo di Giancarlo Puddu

il-percorso-bNel 1997 Philip Young, noto rallista inglese, intuisce l’interesse di far rivivere il mitico rally Pechino-Parigi del 1907 vinto dal Principe Scipione Borghese. Da allora sono state organizzate quattro edizioni, la quinta sarà nel 2019. 109 equipaggi di cui sette italiani, cinque su Alfa Romeo Giulia degli anni ’70. Dalla Grande Muraglia la sfida inizia, attraverso 12 paesi fino a Parigi. Le strade non sono più quelle del 1907 ma resta comunque il rally più impegnativo del mondo per vetture d’epoca.

Da sinistra Scipione Borghese, Ettore Guizzardi e Luigi BarziniLa Pechino-Parigi 2016 (12 giugno-17 luglio) è stata la quarta edizione del rally più famoso del mondo per auto d'epoca. La sfida ebbe inizio nel 1907 quando il giornale francese “Le Matin” crea la gara automobilistica Pechino-Parigi: "Quello che dobbiamo dimostrare oggi è che dal momento che l'uomo ha l'automobile, egli può fare qualunque cosa ed andare dovunque. C'è qualcuno che accetti di andare, nell'estate prossima, da Pechino a Parigi in automobile”?

Alla proposta aderirono una quarantina di equipaggi, ma a Pechino si presentarono solo in cinque, un triciclo Contal dalla Francia, due De Dion-Bouton, anch'esse dalla Francia, una Spyker olandese ed un'Itala dall’Italia.

Scipione e Guizzardi su Itala

Su Itala si iscrive Scipione Borghese. Il «Corriere della Sera» ottiene che il giornalista Luigi Barzini si unisca all'equipaggio. Gli articoli di Barzini sono pubblicati sul «Corriere della Sera» e sull'inglese «Daily Telegraph». L'Itala guidata da Borghese e dal suo autista Ettore Guizzardi attraversa regioni e popolazioni in Cina, Mongolia, Siberia e Russia che non hanno mai visto un'automobile prima di allora. Barzini scrive sotto le condizioni atmosferiche più disparate ed invia i pezzi quando trova una stazione telegrafica. L'arrivo a Parigi è un trionfo.

cover-barziniDa quest'avventura Barzini trarrà un racconto fotografico che diventerà famoso in tutto il mondo: ”La metà del mondo vista da un automobile. Da Pechino a Parigi in sessanta giorni”.

119 anni dopo, con il mio copilota Lorenzo Castellini, alfista milanese e Presidente della Scuderia Ambrosiana, siamo partiti da Pechino il 12 giugno e siamo arrivati a Place Vendôme a Parigi il 17 luglio. Le nostra storica Alfa Romeo Giulia, lasciata la Cina, ha attraversato Mongolia, Siberia, Russia, Bielorussia, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Italia, Svizzera e Francia per un totale di 14.000 km. La nostra vettura é stata preparata senza mezze misure anche perché le piste in Mongolia hanno usualmente mietuto molte "vittime" ed è arrivata a Parigi senza problemi!
La gara si divide in una parte di regolarità con controlli orari, al minuto, rilevati più volte al giorno, ed in prove speciali in cui va rispettata una velocità minima. Tali prove con l’andare dei giorni sono divenute delle prove di velocità nello stile di una Parigi- Dakar!

partenza-sIl 12 giugno lasciamo Pechino verso la Grande Muraglia dove tra suoni di tamburo, draghi, emozioni e altri festeggiamenti partiamo per la grande avventura. La prima vettura a partire è una American La France del 1915, ogni 30 secondi una partenza con un applauso ed una rullata di tamburi. Il giorno seguente ci inoltriamo nella Mongolia Cinese verso Erenhot, città situata nel Deserto del Gobi. Nella regione desertica circostante e soprattutto nei giacimenti di un vicino lago salato sono stati trovati diversi reperti di dinosauri. Prima di arrivare in città passiamo con le automobili sotto un gigantesco arco che attraversa la strada, costituito dalla ricostruzione ideale, in scala naturale, di due Sauropodi che si baciano.

La nostra GiuliaEntriamo in Mongolia ed i primi due giorni sono davvero memorabili: il rally entra nel vivo e le prove speciali su pista sterrata si  rivelano più impegnative di quanto avevamo pensato. Noi italiani siamo molto soddisfatti; infatti una delle nostre Giulia è prima e le altre hanno degli ottimi piazzamenti. La sera arriviamo al campo dove ciascuno monta la sua tenda e poi si passa al controllo delle auto: stringere i bulloni, riparare marmitte, sospensioni ed altro a volte molto più impegnativo. La Mongolia comincia a mietere le prime "vittime"!

Ulan Batar, capitale della Mongolia, è una splendida città con traffico forsennato. Si dorme in albergo e si passa la giornata, di riposo (saranno quattro in 36 giorni di rally!!!), lavorando sulle macchine. Il grande parcheggio è invaso da meccanici, piloti e navigatori tutti uniti nei controlli e nelle riparazioni.

La Mongolia

Quattrocento chilometri senza mai vedere un centimetro di asfalto non sono una sciocchezza e già dopo 4 giorni molti concorrenti escono di classifica per le soste dovute alle riparazioni. Il percorso mostra dei paesaggi di grande bellezza ma ricchi di pietre, sabbia e colline che vanno e vengono. La gara si fa sempre più dura, le piste compaiono e scompaiono e solo il GPS ci permette di non perderci. La guida si fa più difficile, dobbiamo limitare i colpi più duri alla nostra vettura evitando le buche, le sabbie, cercando di passare i guadi senza affondare ne’ fermarci nei torrenti.

Le nuvole mongole, le più belle del mondo sembrano a portata di mano, tanto sono basse, ma la corsa ci impedisce di toccarle e di fermarci per ammirare il paesaggio! Dopo 9 giorni dei quali sette passati in tenda lasciamo la Mongolia per entrare in Russia attraversando la Repubblica dell’Altaj, ricca di foreste e caratterizzata da alte montagne, separate da strette e profonde valli fluviali e da grandi bacini lacustri. Il monte più alto, Kadyny-Bažy (4506 m), è il punto più alto della Siberia. Dopo altre difficili prove speciali arriviamo in un albergo di bungalow di legno e abbiamo l'impressione di trovarci in un paesaggio alpino. Il mattino seguente iniziamo il lungo viaggio attraverso la Siberia.

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CULTURA: il Messia? Un violino!
Articolo di  Carlo Verga

E’ un violino particolare, realizzato da Stradivari nel 1716, unico conservato perfettamente, suonato poco o niente, una leggenda nel mondo degli strumenti musicali.

banner-messiaOra è a Cremona. È la prima volta che lascia l’Ashmolean Museum di Oxford dove è conservato in una teca a temperatura e umidità costante, ha viaggiato con il proprio “custode” mr. Colin Harrison.

A Cremona rimarrà fino al 18 dicembre 2016, dove verrà celebrato, studiato e discusso, è uno strumento assicurato per 20 milioni di sterline.

Jean Delphin AlardaIl nome Messia gli è stato attribuito casualmente dopo un commento del celebre violinista  Jean-Delphin Alarda che  in visita al laboratorio di Luigi Tarisio, proprietario del momento, così commentò la perfezione del suono e l’integrità dello strumento:

“Veramente, signor Tarisio, il vostro violino è come il Messia degli ebrei: lo si attende ancora, ma egli non appare mai.”

Il messia è stato forgiato nella bottega di Stradivari nel 1716, è stato nella sua bottega fino alla sua morte, poi un breve passaggio al fratello e successivamente acquistato dal conte  Cozio che ne riporta una breve descrizione, “Un bellissimo suono, rotondo ma forte, lavorato con estrema perizia in ogni dettaglio”.

Nel 1827 Cozio vende il violino a Luigi Tarisio, ebanista e commerciante di Fontaneto di Agogna. Alla morte di quest’ultimo del violino sembra si perdano le tracce, fin quando non è stato rinvenuto, sotto paglia, in una stalla delle sorelle del Tarisio. Lo acquista Jean-Baptiste Vuillaume, ebanista francese che ne modifica alcune parti, alla sua morte gli eredi lo venderanno, nel 1890, ai fratelli Hill  & Sons, liutai collezionisti Inglesi per 2000 sterline.

Nel frattempo, nel 1872, lo strumento è esposto alla Exhibition of Ancient Musical Instruments di Londra.

Luigi TarisioNel 1939 viene donato all'Ashmolean Museum, affinché fosse conservato come "modello dal quale i futuri liutai possano imparare” ma anche con la clausola della inamovibilità e che non fosse mai suonato.
Lo strumento è conservato in eccellenti condizioni, anche grazie al fatto di essere stato mai suonato o raramente. Pochi infatti i musicisti che nel corso della sua lunga storia hanno avuto occasione di provarlo. Esiste qualche dubbio sulla sua originalità, prontamente respinta dai molti esperti, i quali affermano che il legno è lo stesso di altri Stradivari del periodo d'oro. 
A proposito di questo violino unico al mondo, è interessante rileggere l’articolo di Giancarlo Ruggeri pubblicato dalla Lampadina del 26 Giugno del 2012. Giancarlo, a proposito del suono dei violini di quell’epoca, ci spiega bene come tra le tante teorie, la più avvalorata sia quella dei forti mutamenti climatici, e conclude l’articolo come segue:
“La combinazione unica fra le proprietà del legno, le caratteristiche ambientali e l’oscillazione climatica multi – decadale, influendo sulla crescita arborea, hanno contribuito a produrre le eccezionali qualità acustiche degli strumenti musicali costruiti da Stradivari. Lunghi e freddi inverni ed estati fresche, producono legno che ha lenta crescita e proprietà acustiche ottimali: i fabbricanti cremonesi utilizzarono l’unico legno per loro disponibile: quello, appunto, proveniente dal periodo del Maunder Minimum. La singolare combinazione fra elevazione, topografia, scarse proprietà nutrienti del suolo e il deterioramento relativamente temporaneo e unico del clima, verificatasi durante il Maunder Minimum, ha fatto sì che i fabbricanti del tempo potessero produrre strumenti dei quali possiamo ancora oggi godere il suono straordinario”.

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ABBIAMO OSPITI - PSICOLOGIA: Quando dire addio è difficile: affrontare il lutto
Articolo di Maria Cristina Zezza - Autore Ospite de La Lampadina

elaborazione-luttoPerdere una persona cara è un evento fortemente doloroso. La morte, anche quando sopraggiunge in tarda età, è un evento difficile da accettare. E’ difficile accettare di non poter più vedere una persona, di non poterci più parlare, di non poter più sentire la sua voce.
La morte può avvenire in modo inaspettato o in seguito ad una malattia. In ciascun caso l’elaborazione della perdita avrà aspetti differenti. Nel primo caso avremo a che fare con un forte shock e disorientamento per la morte improvvisa e nel secondo, un senso di sconfitta nei confronti della malattia del nostro caro con una forte stanchezza fisica e mentale.
Quali sono le reazioni di fronte ad un lutto?

Le tappe del lutto secondo Elisabeth Kubler RossIl processo di elaborazione del lutto può prevedere reazioni diverse, stadi di un percorso di elaborazione in cui emergono  emozioni differenti:
La prima fase è quella dello shock e/o della negazione. Non ci sembra vero che il nostro caro non ci sia più. Si vive in una sorta di limbo tra l’attesa di un ritorno e la realtà che sottolinea l’irreversibilità della perdita. In questa fase ci si sente confusi, disorientati. In alcuni casi ci sono dei momenti di euforia incontrollata.
La seconda fase è caratterizzata dalla rabbia. Quando si realizza la perdita, subentra un enorme carico di dolore che provoca una grande rabbia  rivolta verso se stessi o persone vicine o, in molti casi, verso la stessa persona defunta. È possibile passare un periodo di ritiro e di rifiuto. Siamo arrabbiati con tutti quelli che non hanno passato lo stesso dolore e quindi “non possono capirci”. Siamo arrabbiati con la vita, con la malattia, con il destino, con Dio e con il nostro caro che ci ha abbandonati.
Nella terza fase, dopo esserci ribellati all'idea della perdita e di esserci arrabbiati subentra la sensazione di disperazione e di depressione. Il dolore per la perdita e la tristezza prendono il sopravvento. Si arriva alla consapevolezza che la persona amata non tornerà più e si devono fare i conti con il vuoto che ha lasciato.

AngeloL’ultima fase è la fase della rassegnazione e accettazione in cui gradualmente si recupera una progettualità per il futuro. I ricordi sono presenti senza essere distruttivi. Si inizia a guardare avanti pur tenendo nel cuore chi non è più con noi.

Le fasi non sempre si presentano in questo ordine e spesso possono alternarsi e ripetersi. Il dolore è soggettivo ed intimo non c’è quindi una tempistica prestabilita ed una modalità uguale per tutti.

Oltre alle emozioni espresse nel modello a fasi della Kubler Ross esiste un ventaglio di emozioni molto più variegato e complesso a seconda delle circostanze della perdita e delle caratteristiche personali di ciascuno di noi. Pensiamo al senso di colpa che possiamo sperimentare per non aver detto o fatto qualcosa quando il nostro caro era in vita, o per aver provato anche del sollievo nel momento della morte del nostro congiunto soprattutto nei casi di una lunga e logorante malattia. O quando la morte sopraggiunge in concomitanza con la vita. Pensiamo a colui al quale  viene a mancare la moglie nel mettere alla luce il proprio bambino, o chi ha una gravidanza in concomitanza con un lutto. In questi casi spesso si verifica un conflitto tra l’evento gioioso e l’evento funesto, come se l’emozioni si escludessero. E’ importante sapere che si possono e ci si deve concedere di vivere entrambe le emozioni e una non esclude l’altra.
Affrontare un lutto è uno degli eventi più dolorosi che ci troviamo ad affrontare nella vita. La morte si oppone all'istinto naturale di vita, ci mette di fronte alla separazione, alla paura del “nulla”. E’ importante che vengano espresse tutte le emozioni e che il lutto venga vissuto fino in fondo. Non si deve “essere forti” “farsi coraggio”.

do not give up!Le emozioni che proviamo sono inevitabili e vanno vissute. Spesso per “non sentire” le nostre emozioni e il nostro dolore tendiamo a controllarlo portandoci in realtà a conseguenze ancora più difficili da gestire. Non facendo i conti con il nostro dolore rischiamo di prolungarlo, di sviluppare disturbi d’ansia, ipocondria (spesso dopo lunghe malattie), depressione e altre problematiche. 
Potrebbe essere buono in un periodo così delicato ricercare il sostegno di uno specialista che ci possa supportare nell’espressione di tutti i nostri vissuti emotivi e ci sostenga in un momento cosi difficile. Arrivare ad accettare il lutto e il dolore che esso comporta è possibile. Lavorando tanto su noi stessi e accogliendo ed esprimendo le nostre emozioni.
"Coloro che amiamo e che abbiamo perduto, non sono più dove erano ma sono ovunque noi siamo” (S. Agostino)

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I VIAGGI DE LA LAMPADINA: Genova tra mille carruggi e contraddizioni
Articolo di Marguerite de Merode Pratesi

Un gruppo di entusiasti soci della Lampadina in ottobre ha trascorso tre intense giornate in compagnia di Ferdinando Bonora che ci ha guidato tra i meandri della ricca città, nei Palazzi storici di Strada Nuova (via Garibaldi), tra i caruggi e creuze della Genova antica, cercando di darci un’idea più completa possibile, sullo sviluppo che conoscerà la città fino ai nostri giorni.

Un panorama all'arrivo

Ferdinando, uno storico esperto in didattica del patrimonio culturale che si definisce un “archeologo di superficie di Genova”, ci ha fatto scoprire gli aspetti vari e spesso confusi del grande territorio Ligure. La città che si è sviluppata, a volte senza pietà per il suo patrimonio storico, ha subito una continua trasformazione guidata da eventi drammatici, da grandi interessi economici, per non parlare dell'assalto di una spietata edilizia che rispondeva alle esigenze dell'esiguità del territorio nello sviluppo, nel corso dei secoli, della ricca città marinara che sorge tra l'Appennino e il mare.
Cornigliano, l'area portualeDopo un atterraggio fortunoso (a Genova c'era allerta meteo rossa..), abbiamo scoperto nella zona di Cornigliano, a ridosso dei fabbricati dell'Ansaldo, Villa Durazzo Bombrini, innovativo esempio di architettura residenziale del XVIII, con il suo scalone completamente a sbalzo di prima realizzazione a Genova. 
La scala a sbalzo di palzzo Durazzo BombriniLa data scelta per il nostro viaggio appositamente coincideva con "I Rolli days", eccezionale evento sotto tutela dell'Unesco durante il quale la città mette a disposizione del pubblico una grande parte del suo patrimonio storico. 
I Rolli erano, al tempo dell'antica Repubblica, le liste dei palazzi e delle dimore eccellenti delle nobili famiglie, che, dal 1576, in funzione della loro grandiosità e dell'importanza, costituivano, in assenza di un palazzo reale, una sorta di reggia repubblicana per poter ospitare, a turno, sulla base di un sorteggio pubblico, le alte personalità in visita in città.
Nel 1528 sono 28 le famiglie che si distribuiscono la città e nel nostro percorrere le vie, entreremo in contatto con i loro nomi, sia nei nomi dei loro palazzi che nelle zone delle città dove la loro influenza era più marcata. Palazzo Durazzo Bombrini
I Doria, gli Spinola, i Durazzo, i Pallavicino, i Cattaneo, i Fieschi, i Grimaldi, gli Adorno, sono alcune delle tante famiglie di armatori, mercanti e banchieri di cui tutt'ora ci pervengono testimonianze di grandezza. Grazie alla grande disponibilità degli amici genovesi di Riccardo e Sveva Paternò, la nostra prima giornata si è arricchita dell'apertura, in forma privata, dei saloni di Palazzo Cattaneo Adorno con affreschi di primo Seicento di Lazzaro Tavarone, dove, con un gradito rinfresco, ci ha ricevuto la proprietaria Consuelo Cattaneo. Palazzo Grimaldi della Meridiana
Poco dopo, visita privata a Palazzo Grimaldi della Meridiana, accolti da Davide Maria e Caterina Viziano, parenti dei nostri soci Beppe ed Eloisa Zezza, che hanno eseguito un accurato restauro della dimora acquistata dal Gruppo Viziano solo pochi anni fa. 
La giornata prosegue con una visita all'Acquario di Genova.
Nel tardo pomeriggio, la nostra prima giornata si è arricchita dell'apertura, in forma privata, dei saloni di Palazzo Pallavicini ora di Giacomo ed Emanuela Cattaneo Adorno. In questa dimora troviamo, nell'ingresso, una bella opera di Anish Kapoor, poi nei saloni un Kieffer, un Fontana e varie opere notevole tra cui uno splendido arazzo realizzato in Belgio su disegno di Rubens per finire con uno sguardo alla loro settecentesca spettacolare biblioteca. In serata ci aspetta un bel concerto al Carlo Felice. La nostra prima intensa giornata si conclude al Ristorante Cavo, con assaggi di piatti tipici genovesi gustati tra gli affreschi secenteschi di Bernardo Strozzi. 

Vista della città dal Belvedere del Castelletto

Sabato abbiamo esplorato a piedi il centro della città. Le cinte murarie di Genova sono sette e lasciano, nel tessuto urbano, dei segni indelebili: dal Belvedere di Castelletto se ne scorgono le tracce. Una densa giornata ci aspetta, poi, tra altri Rolli, camminate nel centro, salita alla Facoltà di Architettura sui resti di un antico convento, ridiscesa visitando la chiesa di San Donato, colazione e visita Il gruppo ai Giardini Luzzatidell'area archeologica dei Giardini Luzzati, poi un giro nei vicoletti alla ricerca di una Genova più segreta e inquietante: un'ex casa chiusa, qualche strada dove è meglio non passeggiare di notte e dove si incontrano dubbi personaggi di cui abbiamo turbato i traffici e piccole case e palazzi sui cui muri si trovano resti di antica storia decisamente affascinanti. Alcuni di noi non hanno resistito nell'Antica Bottega del Confettiere Pietro Romanengo all'acquisto di pacchettini golosi di cannella candita e di Goccie al Rosolio, all'anice e alla menta. 
La domenica, giorno del nostro ritorno, ci regala una splendida giornata di sole e tante sorprese. Con una prima visita al mattino del Museo Il museo DiocesanoDiocesano vedremo i quattordici teli blu dipinti a monocromo provenienti dall'Abbazia benedettina di San Nicolò del Boschetto in Val Polcevera, realizzati in fibra di lino tinta con indaco e decorati a biacca con la passione di Cristo come apparato effimero per la Settimana Santa o la Quaresima.
Ripartiamo verso i quartieri lungo la costa dove Genova estende il suo territorio nei primi del Novecento. Dopo una rapida vista dalle Mura Nuove settecentesche con uno sguardo verso i quartieri di Levante, ci avviamo verso il mare non senza un'occhiata sull'estensione della città dopo i primi del Novecento con belle case di Coppedè, piazze realizzate negli anni Trenta e Cinquanta con criteri senz'altro Boccadasseavveniristici, per passare oltre verso il monumento dedicato a Garibaldi, ai Mille, sullo scoglio di Quarto, davanti a un mare azzurro zaffiro e un sole splendente che fanno da contraltare alle cabine divelte dalla tromba d'aria di due giorni prima. Poi una sosta nel porticciolo di Boccadasse, un antico borgo marinaro perfettamente conservato nel quartiere di Albaro.
Prima di riprendere la strada verso Roma ci fermiamo a Villa Saluzzo, per dare uno sguardo all'incredibile collezione di Aldo Zerbone in cui la sua divorante passione per Giardino terrazzato di Palazzo Realel'arte del 600' Genovese riempie tutto lo spazio possibile con grandi tele, statue e ceramiche disposti sia sui muri che in mezzo alle stanze.
La conclusione del nostro intenso girovagare sarà per visitare i saloni di Palazzo Reale antica dimora dei Durazzo ripresa dai Savoia e trasformata in regale dimora.
Ferdinando Bonora a palazzo reale La città invasa da tanti curiosi intorno ai Rolli ci avrà sedotti, incuriositi, meravigliati ma senza il validissimo aiuto di Ferdinando Bonora, non saremmo stati certo in grado di apprezzarne la complessità.
Complimenti anche a tutti gli organizzatori della "Lampadina", precisi, efficienti, puntuali e senza i quali il viaggio non sarebbe stato possibile.

Guarda la gallery fotografica del viaggio sul nostro sito

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STORIA: Roma città eterna e i suoi sacchi
Articolo di Beppe Zezza

Roma in piantaRoma, la “città eterna”, ha subito nella sua quasi tri-millenaria storia, diverse occupazioni, ma tre sono gli episodi, noti come “sacchi” – saccheggi – più rilevanti, soprattutto perché hanno determinato un cambiamento nella sua storia.
Il primo “sacco” è avvenuto nel 390 a.C, ad opera dei Galli guidati da Brenno. Chi non ricorda le oche che, starnazzando, smascherano l’attacco a sorpresa e salvano il Campidoglio dall’assalto finale degli assedianti e il “Vae victis”: guai ai vinti, di Brenno che getta la spada sulla bilancia dove si sta pesando l’oro del riscatto? Fu una sonora sconfitta che si infisse nella memoria della città e condusse i Romani a rivedere i propri ordinamenti e costituì il motore più potente per la sua politica imperialista.

Estensione dell'Impero Romano al suo massimo splendoreIl secondo “sacco” avvenne ben ottocento anni dopo. Roma aveva conquistato il mondo – espressione un po’ enfatica: in realtà l’Impero Romano, pur essendo molto esteso, era pur sempre territorialmente limitato al bacino del mediterraneo e zone limitrofe – si era arricchita a dismisura con i beni delle popolazioni asservite, era diventata una città splendida, i cui monumenti grandiosi ne celebravano la gloria. Pur avendo cessato di essere il centro della vita politica, Roma rimaneva il simbolo della potenza dell’impero. I “barbari” premevano. Nel 410 d.C. - la storia fornisce informazioni discordanti sulle modalità in cui questo avvenne- Alarico alla testa dei Visigoti la conquistò e per tre giorni Roma fu devastata.

Il sacco di Roma ad opera di Genserico e i suoi Vandali nel 455, dipinto da Karl BriullovNon fu questo il peggiore sacco di quel periodo: altre due volte nel corso del V e una volta nel VI secolo,  Roma venne violata: nel 455 ad opera dei Vandali guidati da Genserico, nel 472 per mano di Ricimero, un romano di origine sveva, e nel 546, quando l’Impero Romano di Occidente aveva cessato di esistere, ad opera degli Ostrogoti di Totila. Ma fu il più importante per il suo significato simbolico poiché segna la fine dell’era “pagana”: la fortuna della città, assicurata dalla protezione degli dei, è terminata a causa del rinnegamento di questi da parte del popolo che preferisce il nuovo culto cristiano. (E’ per contrastare questa interpretazione che Agostino scrive il suo “De civitate Dei” che avrà grandissima influenza nei secoli successivi.) Il terzo “sacco” – quello dei Lanzichenecchi – avviene nel 1527.
In realtà in questi 1000 anni, Roma fu invasa e saccheggiata anche altre volte: nell’849 i saraceni mussulmani devastano le Basiliche di San Pietro e San Paolo; nel 1084 sono i Normanni, guidati da Roberto il Guiscardo a farlo. Ma Roma, a quei tempi, era diventata poco più di un borgo: dal milione e mezzo di abitanti dell’Età Imperiale era passata ad ospitare poco più di 30.000 persone.
La Roma papale del 1500 è il più importante luogo di produzione artistica dell’intero continente. I maggiori geni dell’epoca vi lavorano e vi lasciano segni imperituri. Da Martino V – un Colonna – a Leone X – un de’ Medici – fu tutto un susseguirsi di Papi  che si impegnarono a riportare la città agli splendori del passato.

Il sacco di Roma del 1527, dipinto da Pieter Brueghel, il VecchioNel 1527 la Chiesa vive un momento di sbandamento. In Germania è deflagrato lo scisma di Lutero. All’interno della Chiesa si fronteggiano due orientamenti: uno cerca un accordo con gli eretici, un altro lo contrasta fortemente. Il Papa – Clemente VII – sembra non rendersi conto pienamente della serietà della situazione. Alle istanze di riforma auspicate dal suo predecessore – Adriano VI – Clemente non dà seguito e la città continua a vivere una vita gaia, spensierata e… corrotta. Politicamente, per l’egemonia in Europa, si oppongono Carlo V e Francesco I. Clemente si allea con Francesco. Carlo allora scende in Italia con un esercito di italiani, spagnoli e tedeschi, tra i quali i Lanzichenecchi di fede luterana. Questi, animati da un furore anti papista, penetrano a Roma e hanno licenza di saccheggio. Carlo non fa nulla per fermarli. Le principali vittime sono i religiosi: i preti e i monaci sono uccisi o fatti schiavi, le monache stuprate e vendute nei mercati, i palazzi dei cardinali sono depredati, le chiese profanate. Il Papa assiste, impotente, da Castel S.Angelo. I Lanzichenecchi restano a Roma per nove lunghi mesi e se ne vanno dopo avere riscosso un forte riscatto in oro e preziosi. Il sacco fu uno shock e segnò la fine della Roma Rinascimentale. La vita cambiò radicalmente. La Chiesa convocò il Concilio di Trento e avviò l’auspicata Riforma Cattolica, la vita da gaudente e spensierata divenne austera e penitente. Ancora una volta un sacco ha prodotto una svolta.

HegelSecondo Hegel la storia non è frutto del caso ma ha una sua razionalità “Ciò che è accaduto o accade, era giusto che accadesse, è giusto che accada: ciò che è stato, doveva essere”. Anche nella visione cristiana tradizionale nella storia c’è un regista.

I “sacchi” sono terminati o dobbiamo temerne un quarto? Per la situazione di corruzione diffusa a tutti i livelli, di ineducazione dilagante, di frammentazione della società molti cominciano a desiderare che ci sia una “svolta”. Allo stesso tempo l’autoproclamatosi califfo Al-Baghdadi ha detto ai suoi “Marcerete su Roma e prenderete possesso della Terra, a Dio piacendo” e recentemente lo stato islamico ha lanciato una nuova rivista on line – intitolata “Rumiyah” (Roma) sottotitolata con questa esortazione: “ O muwahiddin, per Allah, non ci fermeremo nel nostro jihad se non sotto gli ulivi di Rumiyah”. Considerati i precedenti: che Dio ci scampi da “svolte” di questo tipo.

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COSTUME: Saggezza popolare? Proverbi e detti
Articolo di Lalli Theodoli

camma-a-fa-sNon li amo, non li capisco.
Ci risuonano nelle orecchie fin dalla più giovane età.

NON C’E’ DUE SENZA TRE
Una speranza se riguarda cose belle, una minaccia se parla di cose brutte.

SI CHIUDE UNA PORTA SI APRE UN PORTONE
Fine di un amore ed arriva un cavaliere fantastico? Fine di un lavoretto e si diventa dirigenti?

IL MONDO E’ FATTO A SCALE C’E’ CHI SCENDE E C’E’ CHI SALE
Che novità. Dagli altari alla polvere o viceversa. C’est la vie!

keep-calm-cause-chi-la-fa-l-aspetti-1CHI LA FA L’ASPETTI
Vendetta per uno sgarbo. O gentilezze in cambio di favori elargiti?

BRUTTO IN FASCE BELLO IN PIAZZA
Un filo di speranza per i genitori che guardano sbigottiti nella culla il bruttissimo nuovo nato?
Non  saggezza popolare ma consolazione  o speranza.
Fra tutti: 
SPOSA BAGNATA SPOSA FORTUNATA
Tutti sappiamo cosa non costa al giorno d’oggi un ricevimento di matrimonio. Per quanto ci si sforzi non si riesce a limitare il numero degli invitati, la chiesa, i fiori, il catering, la località del ricevimento, il fotografo, il parrucchiere… non si finisce mai.
Non ultimo, il vestito della sposa. Scelto con cura a prezzi vertiginosi. Le foto in quel vestito ci seguiranno per tutta la vita. Prove su prove: tira qui, troppo largo là. Ma, alla fine, perfetto! Proprio quello che la sposa voleva e con cui si sente bella.
wedding-insurance-bad-weather-outdoorEd ora in quel giorno, inaspettato, arriva un diluvio universale.
La sposa esce dalla chiesa al braccio del neo consorte. I capelli bagnati le si appiccicano alla faccia. Dove è finita l’acconciatura su cui si è tanto lavorato? Il vestito che doveva cadere staccato si attacca invece fradicio alle gambe, il bordo si macchia di terra, diventa marrone, le scarpe, due barchette sfondate piene di acqua.
Resiste, la sposa, ma le viene da piangere: il fotografo le fa cenni disperati per dire che così le foto proprio no, la madre la guarda, grondando acqua, orrificata. Tutti scappano alla villa affittata per l’occasione.
Nell'attraversare il prato i tacchi affondano nell'erba, i tavoli preparati con grande cura per il ricevimento all'esterno, vengono smontati di corsa per essere posizionati in un molto più modesto allestimento interno.
La sposa esplode: prende a calci l’ultimo tavolo rimasto sul prato in attesa di essere portato al coperto, graffia la mano del marito, si strappa dalla testa il velo ridotto uno straccetto, il trucco bianco da sposa si scioglie, lacrime di rabbia e di delusione le rigano la faccia.
Chi avrà ora il coraggio di avvicinarla per dirle
SPOSA BAGNATA SPOSA FORTUNATA?

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SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA VEDERE: Milano, Teatro alla Scala, George Gershwin
The Gershwins© PORGY AND BESS©. 
L'opera di Gershwin torna alla Scala in versione semiscenica diretta da Alan Gilbert, direttore musicale della New York Philharmonic. Verrà eseguita per la prima volta alla Scala la versione originale della partitura.
Dal 13 al 23 novembre
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DA VISITARE: Mercato di solidarietà ALIZETA, Roma, 5-6-7 novembre, Hotel Polo Roma. Il mercato annuale organizzato da "Alizeta Progetti Solidali Onlus" questa volta a supporto della costruzione di un laboratorio per la fabbricazione di creme e saponi gestito da un gruppo di donne a Ouagadougou, in Burkina Faso.
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Tutti i nostri suggerimenti sono qui

FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là...

Wasp delta 3d printer mud houseWASP un progetto italiano. Fino a ieri con questo termine si indicavano i discendenti dei primi colonizzatori americani che costituiscono la elite degli USA (White Anglo Saxon Protestant), ma da domani le cose sono destinate a cambiare. WASP (World Advanced Saving Project) è un progetto italiano decisamente innovativo, già in fase di realizzazione, che si ripromette di costruire abitazioni in argilla, mediante stampanti 3D gigantesche. Se la cosa va in porto sarà una vera rivoluzione (l'ennesima di questi tempi moderni!)
BZ

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batterie-litioEvviva: tra poco avremo delle mini batterie per le auto elettriche e per i telefonini. Il MIT e la SolidEnergy Systems, una spinout del MIT, hanno messo a punto una nuova tecnologia che permetterà di dimezzare il volume delle batterie aumentandone la capacità. La nuova tecnologia prevede lo scambio della grafite, l’anodo delle attuali batterie, con una sottilissima lamina di litio metallico che può contenere più ioni. Fino ad oggi il litio metallico era adatto solo a batterie non ricaricabile perché poteva provocare esplosioni. La nuova lamina ricoperta opportunamente con uno speciale elettrolita non è infiammabile e molto più capiente dei comuni ioni di litio. Le batterie saranno sul mercato tra il 2017 e 2018.
CV

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face-doorArriva Facedoor! Shazam la popolare applicazione che ci individua il titolo di qualsiasi brano di musica, è stata estesa ai quadri per conoscerne gli autori ed ora anche alle persone. Si chiama Facedoor: identifica le persone dai tratti somatici. E’ un sistema sviluppato da Davide Tosi con l’università dell’Insubria. Sarà presto disponibile su Apple Store. Basterà scattare una foto, entrare in Facedoor, caricare l’immagine e la app fornirà il risultato.
CV

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Lotto delle zitelleIl gioco del lotto è quasi una malattia per molti italiani. Matilde Serao raccontava ne “Il ventre di Napoli” che una popolana chiamata in giudizio da una rivale, cercò di discolparsi, dicendo “mi chiamò sittantotto!!!” Il giudice costernato non capiva cosa volesse dire. Poi su suggerimento di uno dei suoi tirapiedi andò a consultare la “smorfia”. Il settantotto è la “puttana”. Scarica e leggi il racconto di Matilde Serao "Il ventre di Napoli" in pdf.
CV

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Il Boat-sharingBoat-sharing? Sì grazie! Oggi avere una barca tutta Tua è un costo insopportabile, come fare? Rinunciare? No! E’ arrivato il boat sharing. Sono già una decina i siti che offrono servizi di questo genere in tutta l’Europa del Sud, il più importante è Boaterfly, sito leader, ha radunato 2mila proprietari di barche a motore e a vela. La barche vengono proposte con una partecipazione alle spese di manutenzione o all’acquisto. Certo la cosa non è semplice come per le auto, ma il business nel Sud dell’Europa è partito alla grande con la piena soddisfazione dei partecipanti.
CV

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tom-tom-go-mobileUna guida per chi passeggia o visita una nuova città. E' uscito il Tom Tom Go Mobile Italia. Non è solo una guida per le strade ma una vera guida mobile per le città che vuoi percorrere a piedi. E’ facile da usare, ti indica i percorsi turistici più interessanti, i musei, le mostre, le trattorie, ristoranti, farmacie, ospedali etc e soprattutto ti riporta facilmente al tuo punto di partenza. (tom tom go- Android IOs costa circa 40 euro).
CV

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semafori-a-terra-per-chi-ha-la-testa-nello-smartphoneI semafori per pedoni. Oramai non c’è pedone che con un sguardo alla strada e due allo smartphone procede ad occhi bassi ovunque si trovi. Bene, cosa si sono inventati in Germania? I semafori per pedoni… sì, le luci sull’asfalto così il povero “messaggista o giocatore” non deve neanche alzare lo sguardo.
CV

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EVENTI APPUNTAMENTI 

Come si diventa collezionisti?
Ce lo spiega Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Parte l'8 novembre un 
ciclo di quattro lezioni relative a 
"L'arte di collezionare arte contemporanea".
Il Corso si svolgerà al Circolo degli Affari Esteri di Roma e si snoderà in quattro incontri serali
nei martedi 8 - 15 - 22 - 29 del mese di novembre 2016.

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Scriveteci per ulteriori informazioni e modalità di iscrizione tardiva:
info@lalampadina.net

 

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ALL'OLIMPICO CON
LA LAMPADINA

Logo Olimpico

Dal 7 al 13 novembre 2016
All'Olimpico per la "Carmen" di Bizet secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio

carmenAl Teatro Olimpico di Roma torna dal 3 al 13 novembre, il nuovo allestimento ispirato alla “Carmen secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio” prodotta da Les Nuit de Fourvière, Lione 2013.  Il co-fondatore dell'orchestra così descrive la nuova rappresentazione: “La Carmen è un opéra-comique, ispirata dalla musica popolare gitana. Con Leandro Piccioni cerchiamo di mettere a nudo la composizione, renderla il più semplice possibile per capire dove si trova il centro dell’emozione. 


Leggi la promozione dello spettacolo per La Lampadina nei giorni  
8, 9 e 10 novembre,
cliccando sull'immagine

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E ancora dal 22 novembre al 4 dicembre troveremo
"Jersey boys. La storia di Frankie Valli & The Four Season"

Una scena di Jersey BoysLo spettacolo musicale vincitore del Tony Award' e del Grammy Award'.
Dopo Parigi, Jersey Boys finalmente a Roma! Un magnifico viaggio fra i successi leggendari della musica dagli anni '50 agli anni '70; un avvincente racconto dell'incredibile storia dei Four Season.

In promozione speciale per i Lettori de La Lampadina nei giorni: 22, 23, 24, 29, 30 Novembre e 1 Dicembre.

Clicca l'immagine per
leggere la promozione

La promozione di Jersey Boys

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GLI APPUNTAMENTI
DE LA LAMPADINA
La Lampadina, in collaborazione con
il Circolo del Ministero
degli Affari Esteri,
Vi invita il
30 novembre 2016
alle 19.00 al
Circolo degli Affari Esteri
per la presentazione del libro di Francesco Canessa
"Ridi Pagliaccio!
Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso”


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“Un appuntamento immancabile per tutti gli appassionati della musica e dell’opera lirica”

Canessa racconterà aneddoti e scoperte sulla vita del grande tenore napoletano con l’ascolto di rare incisioni d’epoca.
Interverranno con l’autore:
Mariolina Sattanino: Giornalista, Direttore RAI Quirinale
Gaia Vazzoler: pianista e musicologa
Lalli Theodoli per "La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni"

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Si ricorda che, data la limitata capienza della Sala, per partecipare all’evento è necessario prenotarsi presso la Segreteria al numero 06/8086130.
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 MOSTRE

Queste sono le scelte di
Marguerite de Merode
per questo novembre:

ROMA

Gnam: Time is Out of Joint - Si può parlare certo di una rivoluzione nel descrivere il nuovo impianto espositivo della GNAM. Tanto per cominciare una cosa positiva: Alla Gnam "Time is out of joint"si è riportato alla luce l’impianto originale dell’edifico di Cesare Bazzani del 1911, la bellezza della luce, dell'aria, con una visione continua sui cortili restituiti al pubblico. Per il resto, certo, si tratta di "mostra", non di museo didattico, con un titolo che riprende la frase dell'Amleto di Shakespeare "Time is out of Joint" (Il tempo è fuori squadra).
Mancano all'appello 200 opere del Museo nel lavoro "curiatoriale" della nuova direttrice Cristiana Collu. Si è voluto rinunciare alla linea storica che ha caratterizzato l'impostazione del museo finora per scegliere di mostrare piuttosto la “sedimentazione” della sua lunga vita, accostando le opere per "affinità elettive" invece che storiche. Farà sicuramente discutere.
Fino al 15 aprile 2018

Pastificio Cerere:  studi aperti - In occasione della Quadriennale di Roma, è stata organizzata, per due mesi, Tirelli al Pastificio cererel’apertura diffusa e programmata degli studi degli artisti presenti nello storico edificio di Via degli Ausoni. Un'eccellente occasione per scoprire i luoghi della creatività e poter dialogare con gli artisti. Le visite si svolgono ogni giovedì dalle ore 15 alle 18.
Fino al 20 Dicembre 2016

Grandi Aule delle Terme di Diocleziano: Jean Arp - Jean Arp La mostra è curata da Alberto Fiz in collaborazione con la Fondation Arp di Clamart, Francia con l’allestimento di Francesco Venezia. Sono sempre affascinanti le mostre delle Terme di Diocleziano. Il pittore, scultore e poeta francese viene celebrato a cinquant'anni della sua morte con 80 opere negli ampi spazi romani. L’artista ha avuto un ruolo di primo piano nell'ambito delle avanguardie ed è stato tra i fondatori del movimento Dada. Ci sono le sue stampe e i papier collé, tra i media più riconoscibili dell’artista, ma è con la statuaria che le sue opere trovano più risalto nella grandiosa collocazione.
Fino al 15 gennaio 2017

Centrale Montemartini: Capolavori da scoprire - Con l’occasione  della presentazione Centrale Montemartini "Capolavori da scoprire"di nuovi reperti tirati fuori dai magazzini del Museo della Centrale Montemartini, vi ricordo l’esistenza di questo straordinario spazio espositivo troppo spesso dimenticato.
Fino all’8 gennaio 2017

Romaeuropa Festival 2016: Percorsi multidisciplinari di musica, teatro, danza, nuovo circo, arti visive e nuove tecnologie - Il Festival animerà 21 location all'interno della città diRomaEuropa festival 2016 Roma; il panorama sarà arricchito da 52 giorni di mostra (7 ottobre - 27 novembre) presso La Pelanda del MACRO Testaccio, per la settima edizione di Digitalife.
Fino al 3 dicembre 2016.

Galleria del Cembalo: In Posa Una fotografia di Marina CavazzaUn’immagine in posa è per definizione un’immagine costruita, ferma o  sorpresa nell’illusione del movimento. Posa, dunque, come “vera finzione”. Riflettendo su questo tema cardine dalla fotografia, dalle sue origini a oggi, la mostra presenta le opere di venti autori, diversi per generazione, fama, percorso professionale e artistico: dai corpi marmorei di Helmut Newton ai fondali dipinti di Malick Sidibé, passando per le figure inquietanti di Joel-Peter Witkin e i volti di Antonio Biasiucci.
Fino al 21 gennaio 2017

MILANO

Villa Necchi: Moda di Carta di Isabelle de Borchgrave - Visitare a Bruxelles l’atelier di Isabelle de Borchgrave è un'esperienza che non si dimentica.Isabelle de Borchgrave abito da camera di Albertine - foto di Guido Taroni-Fai Il suo lavoro arriva a Milano negli spazi di Villa Necchi con trenta abiti realizzati interamente in carta che illustrano la storia della moda e dello stile a cavallo tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento con una maestria senza pari.
Fino al 31 dicembre 2016

Villa Necchi: Manualmente carta - Una mostra-mercato a cura di Angelica Guicciardini. “Un’occasione unica per esplorare e scoprire la straordinaria duttilità di una così semplice e affascinante materia, grazie alla presenza di venti artisti-artigiani selezionati tra le eccellenze del nostro Paese, che esporranno le loro migliori creazioni in carta."
Sabato 5 e domenica 6 novembre 2016, dalle ore 10 alle 18.

Fondazione Prada: Betye Saar  - Con 80 Fondazione Prada Betye Saaropere (tra installazioni, assemblage, collage e lavori scultorei) di Betye Saar, nata a Los Angeles, la Fondazione Prada dà voce all’artista afroamericana che, “a partire dagli anni ’60 fino a oggi si è dedicata a rappresentare la memoria femminile e l’identità afroamericana”.
Fino al 8 gennaio 2017

 


 

LA LAMPADINA
COSI' E'... E CI PIACE!
a cura di Lucilla Laureti Crainz
Lucilla ci porta in giro
per i locali romani.
Due  posti che vi consigliamo che hanno appena aperto!

yugo-fusion-bar-my-business-virtual-tour-11-2432220139Yugo fusion bar: per gli amanti della cucina orientale di alto livello. Basti pensare che dietro al menu c'è uno chef della stazza di Anthony Genovese del Pagliaccio. Prima cosa da scegliere da Yugo è la cottura che può essere a vapore, alla griglia, saltata in padella o fritta. Poi - per provare più piatti possibili - si può scegliere anche tra mezza porzione e intera. Per il resto spazio alla fantasia ed è difficile non rimanere soddisfatti. Ottimi anche i cocktail!
Monti – L.go Angelicum 2
tel 06-6794549
www.yugofusionbar.com

mercato-centrale-roma-1300x867Il Mercato Centrale – In quello che era la grande mensa dei ferrovieri è ora nato un nuovo  centro per il cibo. Tanti diversi ristorantini a tema: la carne – il fritto – la pizza ecc. Noi siamo stati a quello della pizza, dei supplì e dei carciofi e ci sono piaciuti senza essere eccezionali!.. ma vi consigliamo una visita.
Stazione Termini – via Giolitti aperto dalle 7 a mezzanotte www.mercatocentrale.it/roma/

...e questi che pur avendo aperto da un po' se non li avete ancora provati non perdeteli:

coromandelCoromandel: un posto così potrebbe stare in Francia o in Inghilterra ma stupisce vederlo a Roma, per di più negli stretti vicoli dietro Piazza del Fico. Perfetto per una colazione o un brunch durante il week end, meglio ancora se con un'amica. La scelta è ampia e oltre al menù ci sono piatti del giorno di pasta e carne, pochi ma buoni. Ottimi i dolci e per chi opta per il brunch può spaziare dalle uova di tutti i tipi, comprese le uova benedict sia classiche sia con salmone, i pancakes o i waffles. Ottimi anche i the e le centrifughe. Menzione speciale per gli arredi e per le stoviglie, tutte diverse e di porcellana.
Via di Monte Giordano 60/61 
Tel. 06 688 02 461

b_so_recensione_marzapane_2Marzapane: sempre più spesso grandi cuochi scelgono di aprire i loro ristoranti qui a Roma. E noi non possiamo che salutare favorevolmente questa scelta. Alba Esteve Ruiz è arrivata a Roma dalla Spagna con il suo Marzapane che si trova dietro Piazza Fiume. Alta cucina, un giusto mix tra Italia e Spagna, a prezzi onesti. Ottima la tartare di scampi con burrata, il gazpacho e la carbonara. Molto ben curato, ma non ossessivo, il servizio e originale e caldo l'arredamento del locale.
Via Velletri 39
Tel. 39 06 6478 169
www.marzapaneroma.com  

da-domenicoDomenico: a Via Satrico ci piace andare quando abbiamo voglia di una cena in un'osteria di alto livello, dove il cibo sa di casa e il servizio è semplice ma attento.La conduzione è affidata a Domenico in sala, lasciatevi consigliare. Ottimi i piatti della tradizione romana, i primi di pesce e i fritti. Se avete ancora un po' di posto non tralasciate i dolci.
Via Satrico 23-25
Tel. 06 70494602

www.domenicodal1968.it

farineFarinè la pizza: nel cuore di San Lorenzo una pizza speciale e molto digeribile perché lievita tre giorni. La possibilità di scegliere ben tre misure: dalla small alla large. Poca scelta ma difficile non uscire soddisfatti. Abbiamo provato quella con mozzarella e alici e la pizza del giorno - che cambia a seconda degli ingredienti - con taleggio, ciauscolo e composta di fichi. Ottime anche le birre. Qui non troverete ne' tovaglie, ne' piatti ne' posate. La pizza arriva al tavolo già tagliata. Pronta da mangiare! Senza neanche faticare!
Via degli Aurunci, 6/8 - Tel. 06 4451162 www.farinelapizza.it

Continuate a leggere le cose che ci piacciono sul nostro sito...

 

IL PALCOSCENICO DE LA LAMPADINA

Manuela KustermannAnche per questa stagione 2016-2017 Manuela Kustermann seleziona per noi spettacoli teatrali di prosa, danza e musica da seguire sui palcoscemnici romani e della penisola.


Al Teatro Eliseo un classico di Pirandello con Umberto Orsini "Il gioco delle parti"
 dall'1 al 20 Novembre. Prosa.

 

Una scena da I ragazzi di vitaAl Teatro Argentina "Ragazzi di vita" di Pier Paolo Pasolini per la regia di Massimo Popolizio.
Dal 26 al 20 Novembre.

 

Al Teatro Vascello, segnalo un bel progetto su Ludovico Ariosto che si compone di un concerto dai canti dell'Orlando Furioso, con Paolo Vivaldi, compositore anche delle musiche e con l'Ensemble Bradamante, "Le donne, i cavallier, l'armi e gli amori" il 17 Novembre e di uno spettacolo di danza il 19 e 20 novembre su "Orlando" della compagnia Egribianco.

Ancora al Vascello un altro spettacolo di prosa interessante "Haberoswski, era un mondo pieno di scrittori, di sbronzi, e di scrittori sbronzi, Charles Bukowski" con Alessandro Haber che interpreta gli scritti e le poesie di Bukowski. Prosa e musica

 


 

Il pensiero laterale: una carota e?

È primavera, in un paese del nord Europa, le nevi si sciolgono e su un prato casualmente trovi una carota, una sciarpa e tanti pezzi di carbone.
Un marziano? Un addetto alle pulizie che non ha pulito bene oppure cosa?
Vedete qui...

La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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