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La Lampadina - n. 70 ::: Maggio 2018

Maggio 2018, procediamo in una primavera capricciosa, ma non dobbiamo aspettarci nulla di diverso. Intanto ci distraiamo con un altro inganno della comunicazione, capendo che nel tempo nulla cambia, mutano solo gli strumenti, o i mezzi come si evince dal diario dall’esposizione Universale del 1900… E a ritroso fino ai giorni nostri, vediamo l’opera di Tirelli e della sua sartoria, che ha segnato eventi culturali e film cult con i quali siamo cresciuti. E ancora, rivisitiamo i luoghi che crediamo di conoscere con chi li ha ripensati, progettati e ricreati; guardiamo dentro di noi attraverso un quadro di Bruegel, e oltre noi, chi è stato soppresso perché cercava la verità e poi, molto altro ancora ci sarà da leggere.
Buona primavera!


Lunedi, 7 maggio 2018

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


ARCHITETTURA - Il Circeo e i Busiri-Vici
Articolo di Carlo Verga

Una famiglia di grandi architetti i Busiri Vici. Da anni incontro intorno ai campi da tennis del Circolo degli Esteri, Giancarlo figlio di Michele. Giancarlo, all’epoca degli anni d’oro del Circeo, era grande amico dei miei fratelli, lo vedevo con il solito rispetto dovuto ai più grandi. Solo recentemente, forse anche per le mie insistenze per un articolo da pubblicare sulla nostra “Lampadina”, mi ha raccontato qualcosa della famiglia e della pubblicazione del libro con tutte le opere di Suo padre e della famiglia.
I Busiri, hanno progettato e costruito molto nel comprensorio Circeo, Sabaudia, Ponza e parte del litorale di Terracina, dover erano tutte presenti le condizioni ambientali e paesaggistiche per inventare forme, linee, materiali, sistemi di apertura e di ombreggiamenti in un dialogo costante con la natura. Il monte sovrasta l’intera pianura Pontina e dalla sua cima, nelle belle giornate si riescono a vedere i monti Lepini, Terracina e tutta la costa sud, dall’altra parte Sabaudia e la costa nord, a sud le isole Pontine.
Il Circeo, ai bordi della pianura, era zona poco frequentata fino alla Bonifica, come descritto da quel bel libro di Antonio Pennacchi “Canale Mussolini”, i luoghi, la gente e l’arrivo di tanti contadini e operai dal Veneto. All’epoca, parlo del periodo della guerra, si arrivava al Circeo con le corriere dopo un percorso che attraversava Velletri, Cisterna e poi tagliava per Latina e Sabaudia. I nostri genitori quando riuscivano ad andare, era un modo per recuperare qualcosa da mangiare dai tanti contadini veneti della zona e qualche pesce dal mare con lenze di fortuna. Molta incoscienza in quel periodo, mi raccontava mio fratello Pier Luigi (detto Pucci all'epoca) che con amici,  Gioetto Vicentini ed altri andavano sulla spiaggia, minata dai tedeschi per l’attesa di un eventuale sbarco degli americani,  alla ricerca delle mine  per svitarne le spolette e renderle, così, innocue. Finita la guerra il Circeo ha cominciato ad essere una meta ricercata per i villeggianti romani e sono cominciate le prime costruzioni. I primi villeggianti potevano contarsi sulle dita di una mano, gli Spani, Morandi, Magnani in quella zona definita quarto caldo per la mitezza del clima e pochi altri, noi Verga, I Callari, Gemini, Tittoni eravamo nel quarto temperato cioè nella parte bassa sotto il paese di San Felice. Gli incontri, di quei pochi primi, avvenivano spesso al club Spani o a casa di ciascuno.

Si usciva da un periodo oscuro, fino ad allora si viveva il più del tempo in ambienti all'interno della casa, camere e gli spazi erano centrali, le mura perimetrali sembrava valessero come sistema di difesa e protezione da quanto al di fuori… poi con i Busiri è esplosa la nuova moda. L’architettura dei Busiri Vici è stata dirompente cambiando completamente gli spazi a cui si era abituati fino ad allora.
Tutto è cambiato e trasformato, la nuova architettura definita “moderna cultura mediterranea” ha avuto il sopravvento: la casa è proiettata all’esterno, gli spazi, le camere e tutti gli ambienti si rivolgono verso la luce, il panorama.
Ampie terrazze ben protette e dal vento e dal sole con i tipici muri leggeri a calce, e i pavimenti con i colori tipici tra il verde e il blu. I pasti vengono consumati all’esterno intorno al tavolo con la vista mare, si cucina nei forni e sulle griglie esterne, un riposo sotto le pagliarelle, con la vista del mare era il massimo, la vita si svolgeva per lo più all’aria aperta, insomma un capovolgimento assoluto degli schemi classici che ha coinvolto tutti noi.
La casa, il risiedere della famiglia, sembra il punto convergente degli interessi e della energia vitale dei Busiri - il Villaggio Marinaro al Circeo e la Casa-studio a Porto Cervo, costruite per propri cari sono ben rappresentativi del momento.
Naturalmente parlare solo del Circeo è restrittivo considerata la quantità e la varietà delle opera progettate dai Busiri Vici, pensiamo alle grandi opere a New York a Londra e in tutto il mondo, i molti clienti arrivavano a Roma subivano il fascino dalla nuova impronta data da Michele e dalla Sua famiglia.
La discendenza della grande famiglia di architetti continua con Giancarlo e tre giovani architetti Busiri Vici, Clemente e  Leonardo, nipoti di Clemente senior  e Michele figlio di Giancarlo.
Ed infine una nota bibliografica: Andrea Vici, fu "primo architetto della Fabbrica di San Pietro" e "principe" dell'Accademia di San Luca, autore  di molte opere di architettura e allievo di Luigi vanvitelli, alla sua morte fu sepolto nella tomba dello stesso Vanvitelli, nella chiesa di Santa Maria in Vallicella  a Roma.
La figlia Barbara Vici si unì in matrimonio (1815) con Giulio Cesare Busiri (1792-1818), originando cosi il nome Busiri Vici, per le notizie più complete sulla famiglia e le opere dei Busiri Vici leggi "Lo studio di mio padre, una tradizione di architetti", un chiaro e suggestivo excursus di Giancarlo Busiri Vici sulla famiglia

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Marguerite de Merode sottoscrive questo pensiero di J.D. Salinger:

“La gente crede che le cose finiscano ad un certo punto. Ed invece no… Se le cose sembra che finiscano a un certo punto, è solo perché la gente di solito, non le sa guardare che a quel modo".

Jerome David Salinger

ARTE - Misantropo. A Capodimonte, con Bruegel il Vecchio, l’inquietudine del presente
Articolo di Marguerite de Merode

É sorprendente scoprire l’immensa ricchezza di opere d’arte nell'imponente Palazzo di Capodimonte a Napoli. Camminando nelle sue numerosi grandi sale, raggiungendo la galleria Farnese che occupa quasi tutta la metà del primo piano si può vedere la ricca collezione che pervenne a Napoli nel 1734 insieme a tutto il patrimonio della famiglia. La famiglia Farnese inizia a collezionare nella meta del Cinquecento grazie a Papa Paolo III che comincerà raccogliendo opere di statuaria recuperate nei vari siti della Roma antica e acquistando lavori dei grandi pittori che operavano a Roma in quegli anni. Con Ottavio Farnese e suo figlio Alessandro nel Seicento la collezione si arricchisce ancora. Ed è con Ranuccio I Farnese, figlio di Alessandro, illuminato promotore di tante iniziative nello scopo di riorganizzare il Ducato di Parma, che la famiglia allarga i suoi averi in modo notevole. Se Alessandro era un eccellente amministratore e promotore delle arti, da un punto di vista umano aveva un atteggiamento cinico e crudele. Sembra che la congiura dei nobili parmensi del 1611 fosse solo un abile sotterfugio per mettere le mani sui feudi degli incriminati e sui loro beni così da permettergli di appropriarsene.
Nella sala diciassette della Galleria Farnese si trovano dipinti di origini sia fiamminga sia tedesca tra i quali troviamo due opere firmate da Pieter Bruegel il Vecchio. Le opere facevano parte della collezione di Cosimo Masi, segretario di Alessandro Farnese e poi del figlio Giovanni Battista di cui tutti i beni furono espropriati in seguito alla presunta congiura del 1611.
Una delle due opere datata 1568, è intrigante, addirittura inquietante. Un dipinto tondo, di dimensione media, rappresenta un uomo, vestito di nero, anziano, che cammina con le mani incrociate. Dietro di lui, nella parte destra, vi è un ometto grottesco dentro un globo di cristallo con una croce in cima, rappresentazione metaforica del Mondo. Il piccolo personaggio si china per derubarlo, tagliandogli la borsa che ricorda la forma di un cuore umano. Nella parte bassa del quadro, vi è una scritta in fiammingo che dice: “Poiché il mondo è così infido, mi vesto a lutto''.
All’opera fu attribuito il nome, “Il misantropo”. La parola prende origine dal greco antico: mísos, "odio" e ànthropos, "uomo, essere umano". Citando le enciclopedie, l’uomo misantropo si può definire come “una persona che odia o non si fida dell'umanità, che tende a tenersi propriamente alla larga dagli altri. Ha un carattere poco socievole, chiuso ai contatti umani”. Questo è chiaramente illustrato nel dipinto nella figura dell’anziano ammantato di nero: “La delusione e l'insensibilità dell'animo che la vita nella società comporta”.
La tradizione teatrale ne ha fatto, nei secoli, grande rappresentazione con lo scopo di illustrare le debolezze dell’essere umano: una patologia dell’anima, la mancanza di dare e ricevere amore, amicizia. Nell’antica Grecia, c’è il Misantropo di Menandro, che mette in scena un vecchio arcigno, Cnemone, che vive insieme alla figlia e alla serva che lo sopportano pazientemente, isolato da tutti. In seguito Molière, mette in scena il Misantropo con Alceste come protagonista.
Per parlarne userò le belle parole di Antonio Mignarelli che ne ha anche curato la regia: “Alceste, punto di congiunzione e di rottura di tutti gli spettatori, che con Lui s’identificano e da Lui si distanziano, sublime riassunto di tutte le debolezze e le grandezze dell’essere umano, comico perché patetico ma anche eroico e tragico perché patetico. Alceste al pari di Amleto, Don Chisciotte e pochi altri archetipi letterari, continua a distanza di secoli, a parlare di Noi, del fuoco divorante che ci attanaglia quando con un solo gesto vogliamo abbracciare la parte inaccettabile, oscura che ci abita con quella pura, sincera, innocente.”
Il sentimento di disturbo che ci viene guardando l’inquietante quadro di Bruegel ci trasporta nel mondo di oggi. Lo sguardo si fa severo verso le difficoltà che s’incontrano nel terzo millennio: la coscienza e il tormento nel vivere insieme; la difficoltà di comprensione reciproca e tante altre inquietudini.
In Giappone si è creato un nuovo fenomeno sociale in giovani e meno giovani che comincia a diffondersi anche in Italia. L’Hikikomori (letteralmente "stare in disparte, isolarsi” dalle parole hiku "tirare" e komoru "ritirarsi") dove i soggetti che soffrono di questa patologia rifiutano completamente di uscire nel mondo vero, interagendo in un mondo non reale elaborato su internet. Questo fenomeno in costante crescita viene spiegato come l’espressione di “un meccanismo di difesa messo in atto come reazione alle eccessive pressioni di realizzazione sociale tipiche delle società capitalistiche economicamente più sviluppate”.
Certo le intenzioni di Bruegel erano altre quando dipinse la tela nel lontano 1568 ma illustra perfettamente la debolezza dell’uomo e i suoi eterni conflitti e lo rende drammaticamente attuale. Fa di questo dipinto un’opera perfettamente concettuale, molto contemporanea.

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Carlotta Staderini propone:

"Il compito dell'artista non è di soccombere alla disperazione, ma di trovare un antidoto alla futilità dell’esistenza".

Battuta di Gertrude Stein nel film “Midnight in Paris” di Woody Allen

COMUNICAZIONE – Nuove bufale e falsi storici
Articolo di Beppe Zezza

Oggi le “fake news” – tradotto letteralmente “notizia falsa”, tradotto liberamente “bufala” – vanno di moda.
Non c’è giorno che non ne parlino i giornali. Tutti i governi sono allarmati dal fatto che “fake news” possano circolare liberamente manipolando l’opinione pubblica e si stanno studiando regole che impediscano che icosiddetti “social media” le diffondano (ironicamente si potrebbe dire che i governi riconoscono che la manipolazione dell’opinione pubblica deve essere una esclusiva dei potenti e non può essere lasciata nelle mani del primo venuto).
“Fake news” ci sono sempre state nella Storia e molte di esse, a forza di ripeterle, sono state acquisite, e accettate anche per lungo tempo, come “verità”, ad alcune la gran parte della gente continua ancora a dar credito pur essendo state smentite.

Ne ricordo un paio di famose.
La “donazione costantiniana”.
Gli eventi della storia avevano fatto sì che una parte del territorio italiano fosse amministrata dal Papa, il quale formalmente si riconosceva ancora come suddito dell’Imperatore Romano di Oriente. Storicamente questo era accaduto perché il vuoto di potere venutosi a creare per il dissolversi del potere bizantino in Italia era stato occupato dalla sola organizzazione che avesse una qualche autorità riconosciuta (Vedi La lampadina Luglio 2012). La Chiesa era subentrata al potere imperiale in tutte le questioni civili: approvvigionamenti di acqua e alimenti, amministrazione della giustizia, difesa, restauro delle sue mura, riscossione delle tasse ecc. Nel IX sec I Franchi, vittoriosi nella guerra con i Longobardi e quindi “padroni” dell’Italia, affidarono al Papa la giurisdizione del Lazio. Più o meno contemporaneamente venne redatto il documento intitolato Constitutum Costantini con il quale l’imperatore Costantino concedeva al Papa Silvestro I tutta una serie di poteri, tra i quali la giurisdizione civile sulla città di Roma.
Questo documento, presentato come autentico e accettato come tale dalla gente del tempo, venne utilizzato dai Papi nelle controversie con gli imperatori del Sacro Romano Impero, per garantirsi l’autonomia.
Nel XV secolo, prima Il cardinale Niccolò da Cusa – detto il Cusano -e poi l’umanista Lorenzo Valla dimostrarono che il documento era un falso. Questo non impedì al papa Alessandro VI di servirsene per dirimere la controversia tra Spagna e Portogallo circa i possedimenti nel Nuovo Mondo.
L’anticlericalismo ottocentesco fece di Valla un suo campione, considerandolo un antesignano della lotta contro il potere temporale dei papi. In realtà il Valla non fu considerato un “nemico” della Chiesa, al punto che terminò i suoi anni a Roma come canonico a San Giovanni in Laterano e a esservi sepolto. La “Donazione Costantiniana” è dunque una “fake news” ufficiale, che ha girato ed è stata accettata per circa settecento anni! Oggi nessuno più lo prende in considerazione. Clicca qui per leggere la traduzione della Donatio

Cito anche un’altra “fake news”, accettata ai più alti livelli, che, tuttavia circola ancora ed è presentata come verità incontestabile:
I “Protocolli dei Savi anziani di Sion”.
L’antisemitismo è stata una piaga che ha attraversato la Storia ma si è manifestata in forma particolarmente virulenta nel XIX e XX secolo. Per screditare gli ebrei, un agente della polizia segreta russa, agli inizi del ‘900 redasse un libello propagandistico intitolato “Protocollo dei Savi (Anziani) di Sion”.
Si trattava, apparentemente, del resoconto di alcune presunte riunioni segrete tenutesi a Basilea al tempo del primo congresso sionista, da parte di importanti personalità ebraiche Il documento elenca, passo dopo passo, le mosse di un progetto da intraprendere in tutti i settori sociali e governativi per ottenere il controllo del mondo. (Curiosamente le azioni indicate come necessarie fanno rabbrividire per la loro attualità: diffusione di idee liberali per ingannare le popolazioni, totale controllo delle masse per mezzo dei mass media, controllo del sistema bancario di tutte le nazioni, promozione di conflitti armati  internazionali per il proprio profitto, sovvertimento della morale con il crollo definitivo del cristianesimo). Questo documento ebbe una larga eco, fu tradotto in 60 lingua, Henry Ford ne finanziò la stampa e la distribuzione negli USA, i nazisti  lo utilizzarono per giustificare il loro antisemitimismo.
Il documento pur riconosciuto come un falso già nel 1921 ha continuato a circolare e ogni tanto riappare...  Ancora oggi  è citato come veritiero in alcuni paesi arabi! Clicca qui per leggerlo e scaricarlo.

Ma ci sono anche “fake news” (più “leggere”), che sono passate alla storia,e ancora vengono credute:
la democrazia è nata ad Atene. In realtà ad Atene, assai poco democraticamente, votava solo circa l’1% della popolazione!
San Benedetto ha coniato il detto “ora et labora”: in realtà questo detto –rappresentativo della spiritualità benedettina – è del XIX secolo. Il Medioevo è il tempo della caccia alle streghe. In realtà il culmine della caccia alle streghe si è avuto nell’era moderna tra il 1600 e il 1700.
Nel Medioevo vigeva lo “ius primae noctis” (diritto del feudatario sulla prima notte delle spose): in realtà non è mai esistito nulla neanche di similare.
I cavalieri in partenza per le crociate imponevano alle loro spose la “cintura di castità” per assicurarsene la fedeltà: In realtà le cinture di castità (femminili e…maschili!) sono state inventate nell’800.

“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché´ tu possa dirlo., detto di Voltaire In realtà pare che questa frase sia stata coniata nel 1906 dalla scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall per il libro “Gli amici di Voltaire”. Napoleone era di bassa statura: In realtà era alto 1.67 m altezza del tutto normale a quell’epoca.
Ai tempi di Mussolini i treni erano sempre in orario. In realtà anche allora c’erano disservizi solo che la informazioni non circolavano.
L’elenco potrebbe continuare, ma lo spazio è tiranno.
Abbiamo una difesa dalle fake news? Si! Il buonsenso e un po’ di sana diffidenza dalle notizie troppo enfatizzate.

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Isabella Confortini Hall condivide questa idea:

"Il bisogno di aver ragione è segno di uno spirito volgare".

Albert Camus

ARTE - Una grande passione - seconda parte
Articolo di Lucilla Laureti Crainz

Come Michel Wittock anche Umberto Tirelli ha una grande passione: quella dei costumi! Un grande capannone anonimo insieme a tanti altri, siamo a Formello (Trevignano) sulla Cassia a pochi chilometri da Roma. Dentro, un tesoro! In 5000 mq migliaia di stands con 200.000 vestiti!
Sono tutti divisi per epoche e classi sociali, ricchi e poveri, adulti e bambini. Sono stata con un amico che creava vestiti e in un attimo sono arrivati i vestiti che Rossella Falck indossava in una commedia di Pirandello con la compagnia dei giovani.
Ci accoglie Dino Trappetti e i suoi nipoti Daniela ad Alessandro che hanno preso le redini della “Tirelli Costumi” alla prematura morte del suo fondatore Umberto Tirelli nel 1990. E inizia il loro racconto con la nascita della piccola sartoria nel 1964 in via Pompeo Magno, ci lavorano 5 sarte, 2 macchine da cucire, un modista e un magazziniere/autista.
Il primo capo che confezionano è per la Tosca con costumi di Anna Anni e diretta da Mauro Bolognini al Teatro dell’Opera di Roma.
La sua genialità, il suo entusiasmo per il lavoro sono stati scoperti dai più importanti registi dell’epoca in primis Visconti, il più esigente. Vedeva nel laboratorio proprio quello che faceva per lui. Tutti i vestiti del Gattopardo, con Claudia Cardinale che aveva un bustino talmente stretto che non riusciva a respirare con il rischio di svenire durante le scene!
In quegli anni c’era a Roma un gran fermento e Cinecittà in grande attività. Tanti i costumisti di fama che frequentano il laboratorio, Tosi, Pier Luigi Pizzi, Gabriella Pascucci, Oscar per l’Età dell’Innocenza, Ann Roth Oscar per “Il Paziente Inglese”, Milena Canonero, e molti altri. In 50 anni di attività il laboratorio Tirelli ha collezionato 15 Oscar e 24 nomination. Una sezione della collezione è dedicata all’Opera, mi hanno colpito gli abiti creati da Capucci, una lavorazione incredibile, tutta intarsi e balze di colori.
Il magazzino ancora oggi è molto frequentato e punto di riferimento per costumisti di cinema, teatro e TV con numerosi serial come “Genius” con Antonio Banderas solo per fare un esempio.
Attualmente una mostra al Castello di Racconigi “Sovrane Eleganze”, le figure femminili di casa Savoia dal XI secolo al Novecento. La mostra resterà aperta fino al 10 giugno.
Il  28 maggio invece si inaugurerà a Reggio Emilia un’altra importante mostra dedicata a Tirelli, Romolo Valli e Danilo Donati, uniti per tanti anni da uno stesso amore per il teatro e grandi amici.
Se siete interessati a visitare questo magico luogo che sono i magazzini Tirelli, aperto solo agli addetti ai lavori, la “Super Lampadina” organizzerà in autunno una visita: basta chiedere

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Aloisio Caetani condivide questo pensiero:

"Il perdono è un dono che fai a te stesso".

Suzanne Somers

ATTUALITÀ - Progetto Daphne
Articolo di Carlotta Staderini Chiatante

Daphne Caruana Galizia, fu nominata da Politico Europe  “Una delle persone che avrebbero scosso l’Europa nel 2017”. Caruana Galizia, giornalista d’inchiesta maltese, era una combattente contro la non trasparenza. E’ stata uccisa il 16 ottobre 2017 all’età di 53 anni nell’esplosione di un’autobomba (esplosivo al plastico) della sua auto. Il giorno del suo funerale le bandiere degli uffici pubblici maltesi furono messe a mezz’asta in segno di lutto, così come quelle della Commissione Europea. In suo nome è nato il “PROGETTO DAPHNE”. Si tratta di una piattaforma mondiale dei più autorevoli media, che si sono coordinati per la prima volta per seguire un'inchiesta. Partecipano: Le Monde, France 2, Il Guardian, La Repubblica, Reuters, Suddeusche Zeitung, Die Zeit, New York Times, Times of Malta. Diciotto media internazionali, 45 giornalisti di 15 paesi hanno segretamente lavorato per 5 mesi per l’associazione no profit francese “Forbidden Stories”.
Gli investigatori sostengono che la giornalista aveva dal 2003 denunciato i piani del Primo Ministro maltese Joseph Muscat di vendere la nazionalità maltese a persone facoltose e di aver preso accordi in questo senso con un avvocato svizzero, Christian Kalin a capo dello studio Henley & Partners.
Inoltre denunciava la corruzione dilagante e la mancanza di trasparenza. In effetti le critiche di Caruana Galizia, sembrano fondate. La giornalista denunciava nel 2013 un programma di vendita dei passaporti, come da modello dei paradisi fiscali caraibici o Antigua e Barbuda. Un programma lucrativo per l’isola di Malta, infestata dalla corruzione.

Video del progetto

Attualmente il progetto Daphne precisa che:

  • Per poco più di 1 milione di Euro, Malta vende la nazionalità maltese, porta dell’Europa. Lo studio Henley & Partners diretto dall’avvocato svizzero Christian Kalin (molto vicino al Presidente Muscat,) si occupa di “cittadinanza attraverso investimenti”. “I ricchi si dotano di carte di credito diverse e così si dotano anche di passaporti diversi”, sostiene Kalin. Questa attività pare abbia fruttato allo studio Henley&Partners più di 20 milioni di Euro in 4 anni. Gli acquirenti del passaporto maltese beneficiano di un sistema fiscale molto favorevole e possono evitare eventuali sanzioni internazionali.
  • I Russi sono i più numerosi ad aver acquistato questi passaporti d’oro e possiedono a Malta, poco più di una cassetta per la posta. La Commissione Europea aveva richiesto nel 2014 che i beneficiari di questi passaporti avessero la residenza sull’isola almeno per 1 anno, prima della loro naturalizzazione (norma disattesa). Malta fa parte della UE dal 2004 ed il passaporto maltese dà accesso senza visto ai 28 Stati membri della UE e alla possibilità di investire in 160 paesi.
  • La Pilatus Bank, con sede a Malta, è in realtà la banca segreta del regime dell’Azerbaidgian per gli investimenti in Europa.Come aveva denunciato Caruana Galizia vi sono dei forti legami di interessi tra la banca Pilatus ed il governo maltese. Questa banca gestisce i patrimoni di molti dignitari dell’Azerbaidgian, come aveva rivelato Caruana Galizia e accoglie i proventi delle attività immobiliari della famiglia del Presidente dell’Azerbaidgian Aliev. La famiglia Aliev detiene decine di proprietà di lusso a Dubai per un valore di circa 107 milioni di Euro. Inoltre il progetto Daphne ha ritrovato sempre attraverso Pilatus Bank diversi milioni di Euro di investimenti nel settore del lusso francese, sempre provenienti dall’Azerbaidgian.

Al momento le autorità hanno congelato i conti della Pilatus Bank. Daphne Caruana Galizia, possiamo dire, aveva proprio individuato uno scandalo di dimensioni mondiali!

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Dalla Redazione:

" E’ più vergognoso non fidarsi dei propri amici, che venire traditi da essi".

Confucio

COSTUME - Prove d’amore
Articolo di Lalli Theodoli

Nessuna paura. Non  parlerò  di  mielose promesse eterne per sostegno a  grandi  amori che esigono pesanti impegni  e, dure prove: l'andare oltre oceano a cercare fortuna, rompere con la famiglia che non accoglie l’amato, nascondere i propri sentimenti  affinché  lei/lui abbia con l’altro/altra una vita migliore, affrontare ostacoli  invincibili e poi e poi. No. Perché le prove d’amore non sono o, piuttosto, non sono più, queste: eroiche. Le prove d’amore sono quelle che invece ci sfidano giorno dopo giorno, senza pietà, con ripetizioni estenuanti.
Per Lui: essere gentile con i suoi parenti, non parlare a bocca piena gesticolando, buttare il vecchio maglione (più buchi che lana) insieme alle vecchie scarpe, mettere nel cestone la roba da lavare invece di buttarla nel solito angolo in bagno, sciacquare il lavandino dopo essersi lavato i denti, non usare la sua spazzola per capelli, non trasformarsi in un ebete incantato ogni volta che compare il suo antico flirt.
Per Lei: rinunciare, ahimè, a civettare con un vecchio amore, vestirsi con più modestia, non interromperlo a metà del suo racconto purtroppo  troppe, troppe volte ascoltato, non commentare la bellezza (bruttezza) della sua vecchia fiamma, non sogghignare al racconto di sue epiche imprese che il tempo continua ad arricchire, non strappare furiosa le foto del suo passato insieme ai preziosi consigli culinari della suocera. Ma dato che la orribile mielosa parola AMORE abbraccia tutto l’universo degli affetti, non ci dobbiamo limitare alle prove per  coppie: prove d’amore vengono quotidianamente richieste da  genitori a figli (studia, non fare tardi, me la fai conoscere, tagliati i capelli) da figli a genitori (fìdati!).
Le prove d’amore sono senza fine nello spazio e nel tempo.
Poco tempo fa la mia nipote più piccola ha protestato violentemente: i fratelli grandi erano stati portati da me sia a Gardaland che a Mirabilandia  (ed il  ricordo del terrore provato su altissime montagne russe è documentato da terribili fotografie  in cui dimostro non meno di 300 anni ), e lei… niente. Non voglio che ne venga fuori un “Volevi più bene a loro” per cui provvedo. Chiamo per supporto una mia nipote con i suoi figli e vedo di riparare a questo orrore. Si parte per la meta agognata. La giornata scorre estenuante, divertente e terrorizzante: trenini impazziti, tazze che girano vorticosamente, la casa del terrore da cui esco assolutamente sconvolta, seggiolini sparati come razzi su una torre altissima. Stessa impressione degli astronauti al decollo, ci dicono. Ma, a questa età, dovevo proprio essere sparata sulla luna? Mi sono appena ripresa pensando di esserne ormai fuori, quando "dobbiamo andare lassù" mi sussurra  mia nipote. Il LASSU’ che mi indica con la mano è una rotaia altissima talmente alta che bisogna ruotare il collo come per vedere un aereo. Con due giri della morte trascina file di seggiolini che ruotando su loro stessi salgono come pazzi scendono come folli con le gambe dei malcapitati sospese nel vuoto. 

I dintorni sono pieni delle urla di divertimento, ma anche di panico, di tutti quelli che stanno affrontando questa prova. Chino il capo e ci mettiamo in fila. Mia nipote, che non ha mai paura di nulla, e che forse è la più piccola della fila, mi stringe la mano per conforto. Un  maniglione ci attanaglia il busto legandoci alla sedia per sicurezza, i piedi penzolano nel vuoto. Partiamo. Non sono in genere una fifona ma non ho le parole per descrivere la paura folle che ho avuto. Mia nipote, accanto a me, a testa in giù, a gambe in su, ruotando a pazza velocità, è felice. Io credo di aver tenuto molto gli occhi chiusi e forse ho addirittura  pregato tutti i santi del cielo. All’arrivo mi sento come  uscita da un incubo. Quando il maniglione si solleva liberandomi, avrei voglia di piangere dal sollievo. Ma, mamma mia, sono contenta di averlo fatto questo terribile KATUN.

Lavinia mi prende per mano e con gli occhi che scintillano di orgoglioso affetto: “NONNA SEI LA PIU’ VECCHIA DI MIRABILANDIA”. Per lei un complimento enorme; per me varrà come prova d’amore?

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FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là...

 

Li-fi al posto di wi-fi - Li-fi è la nuova tecnologia che sostituirà il “tradizionale” wi-fi. La luce per robotica e smart cities sarà il rivoluzionario sistema che sfrutterà le onde luminose per i servizi digitali. Il sistema è in fase di sperimentazione in Francia.
CV

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Il cannibalismo e l'arte - La piece dell'artista lettone Arthur Berzinsh andata in scena  al centro culturale Grata JJ a Riga, è stata poi trasmessa in diretta sul web. Il pezzo teatrale "Cannibale", mostra una donna vestita in un completo bianco, che usando una pinzetta chirurgica e un bisturi, taglia piccole sezioni di carne dal dorso di un uomo e una donna poi li frigge e li dà in pasto ai due soggetti.
Il pezzo ha ricevuto una valanga di proteste. Arthur Berzinsh  commenta “L'arte non può essere sempre bella e comoda. Questa performance ha una metafora molto chiara - anche troppo chiara per l'arte neo-concettuale, e se vuoi comprendere l'idea, dipende da te. E se eviti la comprensione, vivrai tutto alla lettera.”
CV

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Ladro inesperto - Nel 1988 il Signor X, lavorava come operaio della manutenzione in un palazzo dell'Upper East Side dove risiedevano i coniugi Ernest e Rosa Heller, ricchi gioiellieri di New York che un giorno vedono sparire nel nulla il loro quadro "Desdemona e Otello" di Marc Chagall, datato 1911.
A distanza di trent’anni, il signor X si reca al più vicino ufficio dell’FBI e riconsegna la tela che aveva tenuto per tre decenni in una soffitta del Maryland. Passato così tanto tempo dal furto, il reato si è prescritto, il ladro non è più punibile e può perciò uscire dall’ufficio dell’FBI indenne, senza manette, completamente libero. L’opera adesso andrà venduta all’asta. Il ricavato andrà in parte alla compagnia assicurativa (gli Heller sono morti entrambi e non ci sono eredi), e in parte in beneficienza al Mac Dowell Colony, un centro no profit per artisti nel New Hampshire, un po’ alla Columbia University e in ultimo al NYU Medical Center. Perchè il Signor X ha restituito il quadro? Perchè non è riuscito a piazzarlo, era troppo noto! Ed è anche riuscito a danneggiarlo, sarà venduto a soli 450.000 dollari.
MdM

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L’anonimato on line è possibile? - Assolutamente escluso. I governi concedono sempre di più a partire dai dati sanitari: l’italia nel 2016 con il decreto legislativo 97 permette l’accesso per scopi scientifici. Me se questo fosse gestito in modo proprio, aiuterebbe almeno a risolvere i tanti casi di malattie incurabili ancora irrisolti?
CV

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APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

6 giugno 2018

Con Ludovico Pratesi visiteremo la mostra “Nascita di una nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano” ospitata a Palazzo Strozzi a Firenze.

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Dal 21 al 23 ottobre
Palermo, capitale europea della cultura ospita Manifesta12.

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Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a
appuntamenti@lalampadina.net

 


ASSOCIAZIONE

LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Note di viaggio
La Lampadina nella
Milano Anni Trenta

di Isabella Confortini Hall

A metà dell’aprile appena trascorso, una compagine di soci interessata e vivace ha seguito Ludovico Pratesi alla scoperta di una Milano Anni Trenta tutta da conoscere. La due giorni nella città meneghina, inizialmente progettata per la visita della Fondazione Prada in occasione della mostra POST ZANG TUMB TUUUM. Art Life Politics: Italia 1918-1943, un’imperdibile, amplissima e accurata panoramica dell’arte nell’arco di un decisivo trentennio per la società italiana ed europea, si è poi rivelata un susseguirsi di momenti temporalmente e spazialmente immersivi nella dimensione artistica e sociale della prima metà del 1900.
Il Clubino, fondato 150 anni fa ci ha ospitato per cena, giusto per iniziare ad assaporare il décor inizio secolo, mentre l’altera compostezza dell’architettura del Museo del Novecento, ospitato a dieci passi dal Duomo nel Palazzo dell’Arengario, progettato “solo” da Griffini, Magistretti, Muzio e Portaluppi,  ci ha accolti con la grande rampa a spirale proiettandoci direttamente nel Quarto Stato di Pellizza da Volpedo e da lì è iniziato il nostro viaggio a ritroso in un tempo affatto lontano e per lungo periodo, assai negletto.
La cavalcata è continuata con la visita alla Collezione Jannaccone, che ha sede nello studio legale di Giuseppe Jannaccone, collezionista dalla due anime, una moderna e l’altra contemporanea; lo studio ospitava molte delle numerosissime opere collezionate, ed era meritatamente affollato in occasione della sua apertura al pubblico per Miart2018.

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... E ANCORA FLASH NEWS!

Rifornimento on the road! - La Svezia apre la prima strada che ricarica le auto elettriche mentre si muovono. Un braccio mobile si collega con una rotaia al centro della carreggiata che trasferisce corrente alle batterie calcolando il consumo energico del veicolo per poter addebitarne il costo al proprietario.
MdM

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Restrizioni peculiari! - Il Turkmenistan proibisce l'importazione di nuovi bikini e pantaloncini corti! Saranno tutti "démodé" quest'anno sulle rive del mar Caspio. I negozi locali stanno proponendo tutti i loro fine stagione. È solo l'ultima di una serie di bizzarre restrizioni imposte dal governo turkmeno insieme allo smalto per le unghie, il colore nero per le autovetture, la tintura per i capelli e i gioielli in oro per gli impiegati dello stato.
MdM

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Wow torna la lira Italiana! - Sì ma è una criptomoneta e al momento è solo un progetto. C'è già un sito web ben impostato:  www.italianlira.ws
Gli sviluppatori che appartengono a 5 continenti scrivono: "Creare un sistema di pagamento indipendente dai governi, con la digitalizzazione del denaro senza commissioni ne barriere."
CV

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La Lampadina
LIBRI

E' stato presentato martedì 6 marzo scorso presso le Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia il libro di Alberto Mattioli "Meno grigi più Verdi".
Secondo l'autore - giornalista del quotidiano «La Stampa» ed esperto d’opera  - abbiamo bisogno di Verdi, oggi più che mai.

Giuseppe Verdi è il più celebre e popolare tra gli autori di opere ed i suoi melodrammi continuano a essere rappresentati nei teatri di tutto il mondo.
Ma Verdi è stato anche qualcosa di più: insieme a pochi altri grandi compatrioti (Machiavelli, Leopardi, Fellini) ha saputo descrivere gli italiani non per come credono di essere, ma per come sono veramente. Le opere del cigno di Busseto sono i modelli dei nostri (numerosi) vizi e delle nostre (scarse) virtù e così secondo l'autore la prima scena del Rigoletto sembra svolgersi durante una delle cene eleganti di Arcore; il protagonista di "Un ballo in maschera" rappresenta l’archetipo del bamboccione di provincia, già pronto per comparire nei Vitelloni; Radamès è il ragazzo di buona famiglia che si innamora della colf immigrata Aida! E nei suoi capolavori tutti, fra una cavatina ed un duetto, ritroviamo atmosfere, situazioni e istituzioni che sono, nel bene e nel male, tipicamente italiane: la famiglia, il rapporto con le donne e con la Chiesa, la noia della provincia, il ruolo degli intellettuali, il peso del denaro.
Il tutto però, sebbene sia scritto in maniera divertente e divertita, non esclude la profonda ammirazione verso colui che ha fatto gli italiani perché a Verdi va attribuito il ruolo di colonna sonora del risorgimento. Senza dimenticare che, in fondo, anche gli italiani hanno fatto Verdi.


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CHI SARA'
DI SCENA?

Cari Lettori, poche ma di qualità le proposte teatrali per questo mese di maggio!
Patrizia Circosta

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Dal 8 al 15 maggio per sole cinque repliche andrà in scena per la prima volta al Teatro Costanzi l’opera di Benjamin Britten “Billy Bud, melodramma marinaresco in due atti su libretto di Edward Morgan Forster ed Eric Crozier dal racconto di Herman Melville, la cui prima rappresentazione ebbe luogo a Londra nel 1951. L’allestimento, firmato dalla regista inglese Deborah Warner, è stato recentissimamente premiato con l’International Opera Award, praticamente l’Oscar della lirica! Sul podio il maestro James Conlon.

Segnalo inoltre al Teatro Nazionale dal 5 al 12 maggio e per 4 repliche la riduzione Opera Camion del Teatro dell’Opera del “Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, con tanti giovani artisti.

Al Parco della Musica il 10, 11 e 12 maggio Sir Antony Pappano dirige la “Sinfonia n. 9” di Gustav Mahler, eseguita dall’Orchestra di Santa Cecilia.

Sempre al Parco della Musica, in occasione del centenario dell’Indipendenza della Lituania, la Fondazione Musica per Roma insieme all’Istituto di Cultura Lituano e all’Ambasciata della Repubblica Lituana in Italia hanno programmato dal 4 al 14 maggio il festival “Flux. Festival Lituano delle Arti. Il festival presenterà 11 diversi spettacoli di vari generi, dalla musica classica al jazz, dal teatro alla danza, dalle mostre alla videoarte. Segnalo, in particolare, che il 10 maggio alle ore 21 andrà in scena lo spettacolo “Franz Kafka – A hunger artist”, con la compagnia teatrale Meno Fortas e la regia di Eimuntas Nekrošius. Lo spettacolo, già andato in scena al Festiva dei Due Mondi di Spoleto nel 2017, è in lituano con sottotitoli in italiano.

Per il teatro di prosa, al Teatro Eliseo dal 2 al 20 maggio va in scena “La cucina, commedia tragica dell’inglese Arnold Wesker del 1957 che mette in scena l’ambiente multietnico di una sala ristorante. Il regista, Valerio Binasco, in questa sorta di Babele gastronomica, dirige ben 24 interpreti, quasi tutti sotto i trent’anni.

Al Teatro Argentina, dal 15 al 20 maggio potremo goderci un grande classico, vale a dire “Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni, con la regia storica di Giorgio Strehler e dal 22 al 27 maggioLa classe operaia va in paradiso”, dall’omonimo film di Elio Petri, drammaturgia di Paolo di Paolo e regia di Claudio Longhi.

MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode

Incontriamoci ai Musei capitolini

Una serie di incontri e conferenze a tema "Oggi parliamo di…" a cura della Sovrintendenza Capitolina. Ogni giovedì sono organizzate conferenze a ingresso gratuito ai Musei Capitolini e (il 24 maggio e 7 giugno) alla Centrale Montemartini che si occupano di approfondire tematiche e argomenti ispirati dalle collezioni permanenti dei Musei Capitolini e della Centrale Montemartini.
Fino al 14 giugno 2018

Non ci sono mostre che mi interessano a Roma o altrove, questo mese e vi suggerisco la visita a qualche parco d’artista in giro per l’Italia che potrete programmare da maggio in poi.

Sacro bosco o Parco dei mostri In un bosco di circa 3 ettari, con opere scultoree ritraenti animali mitologici, divinità e mostri, il progetto del Parco dei Mostri fu realizzato alla metà del Cinquecento dall’Architetto Pirro Ligorio per volontà di Vicino Orsini, dedicato all’amata moglie Giulia Farnese. Situato in Provincia di Viterbo, ci si arriva facilmente da Roma.

Il giardino delle sculture fluide di Penone Quattordici opere dell’artista Giuseppe Penone realizzate dal 2003 al 2007 propongono un’interpretazione del giardino barocco per cinque ettari nel Parco basso dei Giardini della Venaria Reale (Torino).

Il Giardino dei Tarocchi - Niki de Saint Phalle
In località Garavicchio, vicino  Capalbio, il particolarissimo giardino, voluto dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, ospita le sue grandi e suggestive sculture, raffiguranti i 22 Arcani Maggiori delle carte dei Tarocchi.

Artesella /The contemporary mountain
In Borgo Valsugana gli artisti hanno creato una galleria all’aperto dove s’incontrano arte e natura. Utilizzando materiali naturali come le foglie, i rami d’albero, le pietre, la terra, le opere si fondono con l’ambiente circostante.

Arte Pollino- Parco Nazionale del Pollino
Nello straordinario contesto naturale unico, in Basilicata, artisti di fama mondiale realizzeranno opere permanenti site-specific, in una delle più belle aree naturalistiche dell'Italia del Sud.

Fattoria di Celle
Il collezionista e imprenditore Giuliano Gori ha creato a Santomato di Pistoia un’immensa galleria di arte contemporanea ambientata nella sua vasta tenuta di campagna. Ottanta opere site-specific, trasformano la grande tenuta in una sorta di museo privato di incontestabile interesse.

Parco Fiumara d’Arte
Nei pressi di Tusa in provincia di Messina, sorge uno dei parchi artistici più vasti d’Europa. Un vero e proprio museo a cielo aperto, chiamato Fiumara d’arte. Una serie di sculture, molte di grandi dimensioni, sono dislocate in un territorio appoggiato al letto del fiume Tusa (oggi torrente) – da cui il nome Fiumara – che un tempo arrivava sino all’antica città di Halaesa.

Il giardino di Daniel Spoeri
Toscana meridionale
Il Giardino di Daniel Spoerri è aperto al pubblico dal 1997. Sono circa 16 ettari in provincia di Grosseto che costeggiano le pendici del Monte Amiata. L’artista svizzero si è avvalso della collaborazione di altri artisti contemporanei, come Eva Aeppli, Arman, Erik Dietman e Jean Tiguely.

Parco scultura nel Chianti
In un bosco di querce, tra Pieveasciata , a circa 10 km a nord di Siena si possono scoprire le installazioni e sculture contemporanee di una trentina di artisti noti, meno noti & ignoti, create appositamente per il parco. Merito del lavoro di Piero e Rosalba Giadrossi coniugi triestini innamorati dell'arte e della Toscana.

 


 

Pensiero Laterale: il veleno

Incredibile,  una donna cammina sull'acqua! L'acqua, in quel punto, è profonda 6 metri; la donna cammina effettivamente sull'acqua e non su un ponte; la donna indossa scarpe normali e non speciali galleggianti. Come ci riesce?

Vedete qui...

La Lampadina Racconti

In occasione di un articolo pubblicato nel 2014 da Carlotta Staderini Chiatante, "SEI GRADI DI SEPARAZIONE/DOCUMENTI STORICI: Come partecipare in qualità di espositore all’Esposizione Universale di Parigi del 1900", nel quale raccontava l'esperienza del suo trisavolo Aristide Staderini, che partecipò all’Esposizione in qualità di espositore data la sua “officina da legatori di libri” - per appunto un'evenienza dettatadalla regola dei sei gradi di separazione - Carlotta è entrata in contatto con Mirella Becucci, nipote di Emma Guarnieri Bernabei del cui diario ci ha mandato un estratto relativo proprio al "Viaggio a Parigi per l'esposizione Universale 1900".
E' un interessante spaccato della vita di inizio secolo, un periodo nel quale si respirava un'aria di cambiamento, di modernità, di progresso. A voi una buona lettura!

16 Settembre - ore 7,40 partenza dalla Castellina coi Ferri, io mi sento melanconica per aver lasciata tutta la mia famiglia, forse quando comincerò a vedere cose nuove e belle mi interesserà e mi passerà. Alle 11,00 arriviamo a Pisa si fa colazione al Nettuno e alle 14,00 si parte per Torino. Splendida tutta la riviera Ligure, con i suoi monti, le sue vallate e il mare, ma una via noiosa per il numero interminabile dei tunnel. Arriviamo a Torino la sera alle 23, troviamo alla stazione i Lombroso che ci accompagnano all’Hotel Suisse. Andiamo a letto alle 24,00.

17 Settembre - ci alziamo alle 7,00 ci si fa toilette e alle nove insieme ai Lombroso andiamo a Moncalieri dai Carrara, lì si trovano i Gatti, alle dodici si pranza e alle due si torna a Torino, si fanno le provviste per il viaggio e alle 4,00 si parte per Modane. Bella e interessante tutta la linea in mezzo alle Alpi, quei monti e quelle valli, splendida Valle Susa. Prima di entrare sotto il Moncenisio si comincia a mangiare. A Modane si scende per la dogana, si fanno visitare i bagagli, si prende il caffè e si riparte per Parigi. La notte si sta poco comodi perché c’è molta gente.

18 Settembre - Avanti di arrivare a Parigi si passa la foresta di Fontainebleau alle 7,30 si arriva a Parigi alla Gare de Lyon, non si trovano legni, dopo tanto se ne può avere uno e si monta tutti e cinque con i bagagli, siamo spettacolosi. Che vita, che movimento! Si arriva alla pensione, abbiamo la brutta sorpresa di non trovare le camere promesse, ce ne danno una piccolissima dove ci si rigira noi tre sorelle e gli uomini vanno ad un albergo. Alle undici sortiamo per pranzare e andiamo a un Etablissement Duval e ci rallegriamo per il buon servizio e prezzi discreti. Dopo prendiamo un vaporino sulla Senna e mentre si ammira Parigi ci si fa accompagnare al Jardin des Plantes. Vi è una bella raccolta di tutti gli animali. Poi si riprende il vaporino e si percorre tutta la Senna. Splendido il Palazzo del Louvre, la chiesa di Notre Dame con le guglie svelte e scure, sembrano ricamate. Bello il Palazzo di Giustizia, l’Accademia di Francia. La Senna con i suoi quattordici ponti è imponente, più in fondo si vede l’ingresso principale dell’esposizione, grandioso ma non artistico, si vedono tutti i padiglioni delle nazioni e ce ne sono di molto belli, il nostro italiano è uno dei più belli. Al ponte Mirabeau siamo scesi e si va a Auteuil, sobborgo di Parigi, si prende uno degli enormi tram e ci facciamo condurre alla Madeleine passando per tante Avenue, una più bella dell’altra, i palazzi sono immensi e quasi tutti bigi, il movimento non si descrive, sono omnibus a due piani, tram a vapore, a cavalli elettrici, automobili, carri immensi di trasporto, carrozze e signorili e di vettura, un movimento indescrivibile. All’ultimo Boulevard Haussmann si cominciò a vedere le signore che andavano al Bois de Boulogne e arrivati alla Chiesa della Madeleine, bellissima con tutti i suoi colonnati grandissimi, dentro è grande ma non vi è niente di artistico. Dopo siamo andati a cercare i Lombroso per pranzare. Nel frattempo è cominciato a piovere ed abbiamo dovuto prendere un legno e venire a casa.

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Laura Lionetti, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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