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La Lampadina - n. 85 ::: Ottobre 2019

Cari Lettori,
questo mese di ottobre appena iniziato ci vede interessati a diversi argomenti: il pianeta Terra che ci riserva sempre grandi sorprese sia che si parli della sua fauna e cioè di formiche, che degli eventi atmosferici che vi si possono osservare, vedi alla voce "fulmini"...
Poi ci sono gli uomini e le loro passioni, come la sologamia... o la brama di potere economico, vedi alla voce terre rare...e poi gli studi e la cultura, e Roma diventa capitale del mondo con i suoi istituti sparsi ovunque, e infine, i viaggi: ancora negli occhi abbiamo quella città difficile da incasellare: Mosca!
Buona lettura!
ICH


Lunedi, 7 ottobre 2019

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


ATTUALITÀ – Come la Cina può influenzare fortemente le decisioni di Mr Trump
Articolo di Carlo Verga

Le terre rare. Ne avete mai sentito parlare? Nell’immaginario di molti di noi non conoscendo l’argomento, potremmo pensare a strani componenti terrosi che servono a chi sa cosa e di scarso interesse. Nulla di più errato. Gli elementi della terra rara, o REE, sono ciò che la scienza e l'industria conoscono come "metalli tecnologici.” Pensate che i grandi economisti, scienziati, ricercatori, governi etc etc considerano le terre rare oggi come il petrolio nel secolo precedente.

Oggi ogni tecnologia moderna, dal telefonino, al satellite GPS, al sistema di guida dei nuovi missili da crociera militari, dipende in modo critico da questa famiglia di metalli.
Senza le REE, i complessi circuiti a stato solido che fanno funzionare queste meraviglie moderne non sarebbero possibili: sono le fondamentali chiave del mondo high-tech e digitale di oggi.
Ecco come le descrive Wilkipedia:
"Secondo la definizione della IUPAC, le terre rare (in inglese "rare-earth elements" o "rare-earth metals") sono un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica.
Precisamente scandioittrio e i lantanoidi. Scandio e ittrio sono considerati "terre rare" poiché generalmente si trovano negli stessi depositi minerari dei lantanoidi e possiedono proprietà chimiche simili.."
Le grandi potenze, da tempo, si rendevano conto dell’importanza di questi metalli ma il consumo si è sviluppato silenziosamente negli ultimi tre decenni e senza grande risalto, i prezzi stabili e nessuna ragione di preoccuparsi ma..  con tutti i cambiamenti nel mondo, i governi, hanno realizzato solo e con tanta calma che i Cinesi avevano accumulato 30 anni di una grandissima esperienza sia tecnologica che commerciale nel trattare questa famiglia di elementi e molto prima che la tecnologia wireless e Internet diventassero il punto di partenza delle nostre tecnologie più avanzate. Oggi, la domanda di questi metalli è cresciuta enormemente e la Cina è di gran lunga il maggior produttore, i Cinesi ne sono fornitori affidabili e ciò ha permesso loro di aumentare tranquillamente le esportazioni di oltre il 90% in soli quattro anni tra il 2014 e il 2018, portando la loro quota di mercato globale a un incredibile 95%.
La bolla che sonnecchiava nell’ambito dei governi è scoppiata solo quando Mr. Trump ha cominciato a parlare di dazi sulle merci cinesi al loro ingresso negli Stati uniti.
Il governo Cinese silenziosamente ha fatto capire che per ragioni di forza maggiore si sarebbero visti nella condizione di ridurre le disponibilità di terre rare verso vari paese. Miracolo! La questione dazi è stata congelata, almeno per qualche tempo.
Nel mondo, in Brasile, Australia e anche in Canada ci sono delle limitate estrazioni di terre rare ma a costi paurosi e nel passato appena i Cinesi vedevano minacciato il loro mercato abbassavano drasticamente i prezzi, mettendo fuori mercato i loro concorrenti. È successo anche ad un produttore americano andato in breve tempo in fallimento.
Gli investimenti per la ricerca di nuovi giacimenti o per sostituti, sono ingentissimi, ma fino ad oggi i successi scarsi….come finirà questa guerra commerciale?

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Dice il proverbio:

"Cosa rara, cosa cara"

ABBIAMO OSPITI/NATURA – Formiche in cattedra: l'algoritmo lo hanno inventato loro
Articolo di Elvira Coppola Amabile, Autore Ospite de La Lampadina

Non è uno scherzo! È una straordinaria scoperta scientifica illustrata da Donato Grasso professore di Zoologia Etoecologia e Sociobiologia all’Università di Parma.
Al Festival Foodscienze di Mantova il professore nel presentare il libro “il formicaio intelligente” (Zanichelli 2018), spiega cosa possiamo apprendere dagli insetti. Le scoperte sono sorprendenti, appassionandoci ad incredibili rivelazioni su migliaia di modi di essere formiche. Frammenti di natura che nascondono tesori di incredibile bellezza!
Le interazioni sociali tra animali, piante e microrganismi, stanno catturando vivacemente l’attenzione degli scienziati e la nostra, osservatori curiosi avidi di sapere.
Le nuove frontiere della scienza si stanno orientando verso questo mondo affascinante. Nello studio delle relazioni tra insetti e piante si è evidenziata l’importanza agronomica e l’utilizzo di questa conoscenza. La ricerca in campo medico si sta concentrando sulla  potenzialità antibiotico-naturale che secernono i loro organismi. Inoltre viene già applicata praticamente la loro straordinaria capacità organizzativa, vero e proprio algoritmo.
Le colonie che costruiscono le formiche sono dei superorganismi con proprietà emergenti che li inducono a fare cose che i singoli individui mai potrebbero fare. Un microcosmo organizzato, autonomo, efficiente, collaborativo. Costruiscono nidi giganteschi, raccolgono cibo in modo ottimale trasportandolo secondo i percorsi più rapidi, difendono i nidi costruiti con foglie, formano ponti con i corpi o zattere in caso di alluvioni del loro nido. Su di essi si muovono, regolando il traffico lungo le piste di foraggiamento o di percorrimento per trarsi in salvo.
Mille volte da ragazzini ci siamo incantati a guardare le file delle formiche su e giu incessantemente sulle cortecce degli alberi sui muri sul terreno. Le spiavamo, le studiavamo, cercavamo di capire...
Ecco, ora gli scienziati hanno scoperto molto di più. E lo studio della loro organizzazione ci può essere di grande aiuto.
Le loro attività collettive sono decentralizzate. Non c’è un capo ma i singoli individui si attengono a semplici regole che producono qualcosa di superiore alla somma delle parti.
Applicando in modo appropriato queste regole sono stati studiati alcuni software e sono stati  modellati ispirandosi a questi algoritmi utilizzati dalle formiche.
Insomma imitando le formiche vere sono state costruite delle formiche virtuali.
I software basati su questi algoritmi permettono operazioni di smistamento merci, calcolo dei percorsi migliori per raggiungere i punti interessati, regolamento del traffico stradale. Si studiano robot autoassemblanti. Addirittura sono stati impiegati per ottimizzare alcune linee internet.
Interessante. Stupefacente. E forse lo avevamo intuito. Ma non finisce qui.
La ricerca sta approfondendo lo studio delle sostanze che le formiche secernono. I veleni che producono dalle ghiandole con cui sono costituiti i loro organismi aprono altre frontiere di applicazione.
Le formiche sono ancora una volta di aiuto all’uomo. In che modo?
Molte di queste sostanze vengono studiate opportunamente perché costituiscono dei veri e propri antibiotici naturali. L’importanza di queste scoperte e dell’applicazione in medicina è straordinaria per cercare di contrastare i ceppi resistenti che l’abuso degli antibiotici tradizionali sta determinando nelle terapie vanificandole.
Oramai lo stafilococco come altri batteri patogeni quando non rispondono più alle cure fanno paura. Gli studi degli scienziati per trovare soluzioni a questo problema si intensificano e includono anche le reazioni delle sostanze secrete dalle formiche. Esse mimano naturalmente gli antibiotici e si evidenziano possibilità di neutralizzare i batteri laddove questi antibiotici non abbiano più efficacia. Una speranza incoraggiante.
Studi di laboratorio segnalano risultati interessanti persino contro alcune cellule tumorali, campo questo nel quale si procede con grande prudenza ovviamente.
All’Università di Parma il professore Grasso, osservando la funzione delle formiche nel controllo biologico delle piante, individua un’altra possibile applicazione studiando l’interazione degli insetti con le piante. Alcune formiche in quanto predatori entrano in stretto contatto con alcune piante. Se ne cibano. Piante erbacee o da frutto ad esempio, emettono nettare di cui le formiche si nutrono e in cambio esse controllano il ciclo vitale delle piante difendendole dall’attacco di insetti dannosi. In pratica diventano i loro guardiani o bodyguard per usare un termine più attuale. Allora perché non sfruttare questa straordinaria sapienza evolutiva, che esiste da oltre 100 milioni di anni? Quindi le formiche vengono studiate per poterle utilizzare nel controllo biologico degli insetti dannosi alle piante.
Uno dei vantaggi potrebbe essere di non dover ricorrere a sostanze chimiche altamente inquinanti.
Lo studio di questi sistemi complessi soggetto di ricerca non è soltanto fine a se stesso ma sta rivelando infinite possibilità di applicazione in molti svariati ambiti.
Un patrimonio di inestimabile valore per gli uomini.

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La Redazione segnala una visione "ulteriore" relativa alle formiche:

"Si può sostenere che siano le formiche gli animali più aggressivi e bellicosi: esse superano di gran lunga gli esseri umani quanto a cattiveria organizzata. Al confronto la nostra specie è gentile e mite. Il programma di politica estera delle formiche può essere riassunto così: aggressione ininterrotta, conquista territoriale e genocidio fino all’annientamento delle colonie limitrofe."

Edward O. Wilson

ATTUALITÀ – Matrimonio e.... Sologamia
Articolo di Beppe Zezza

Matrimonio. C’era una volta…

Potrebbe essere il racconto di un nonno al nipotino che si affaccia alla vita.
Una volta, tanti anni fa, quando tuo nonno era un baldo giovane, la grande maggioranza dei suoi coetanei aveva in mente un progetto per il futuro, progetto che poteva variare nei dettagli tra una persona e l’altra ma seguiva per tutti lo stesso schema.

  • Prepararsi ad affrontare la vita attraverso lo studio o la pratica di qualche attività.
  • Trovare un lavoro nel quale poter esprimere le proprie capacità e dal quale poter trarre il necessario per vivere.
  • Trovare una persona con la quale sposarsi e “mettere su famiglia”.
  • Portare i propri figli a vivere la vita in condizioni pari o migliori delle proprie.

In questo schema il matrimonio rivestiva un’importanza davvero centrale.
Con la persona prescelta si doveva condividere tutta la vita, con lei si dovevano mettere al mondo i figli che si auspicava nascessero. (Se per caso questi “non venivano” questo era un dramma. I figli erano “il futuro”: nel pensiero comune era per il loro avvenire che ci si impegnava, si lavorava duramente, si facevano sacrifici rinunciando a viaggi, vacanze, partecipazione a spettacoli, cene al ristorante  etc.).
Se poi le cose non fossero andate per il verso desiderato e si fosse dovuto riscontrare che la scelta della persona con la quale condividere l’esistenza era stata sbagliata, la cosa assumeva addirittura gli aspetti della tragedia.
Tale era l’importanza che gli si attribuiva che il matrimonio era considerato “unico” . come uniche sono le poche cose veramente determinanti della vita: la nascita – si nasce una volta sola e  la morte – si muore una volta sola.
Puoi ben immaginare, allora, quanto si desiderasse celebrarlo in un modo “indimenticabile”. Se facendo un’inchiesta avessi chiesto, soprattutto alle donne: “Quale è stato il giorno più importante della tua vita ?”, la risposta sarebbe stata assai spesso: “il giorno del mio matrimonio!”
Poi il mondo è cambiato. Oggi “la gente” non condivide più un “progetto” di vita ma solo la “aspirazione” che stava alla sua radice. Quale? Quella di “essere felice”. Ognuno ha il proprio personale progetto per realizzare questa aspirazione – che può anche essere quello di non averne alcuno che vada oltre al giorno o all’ora che si sta vivendo. Ma di certo il matrimonio ha cessato di essere un evento centrale.
Tuttavia…
Tuttavia il fascino della celebrazione con il vestito da cerimonia e/o con l’abito bianco, con la presenza festante di tutti i parenti ed amici, con un rinfresco preparato nei dettagli non è venuto meno.
E allora ecco il proliferare di “wedding planner” che fanno della preparazione dell’evento “matrimonio” il loro business.
Ma che succede se qualcuno non trova il “partner” con il quale celebrare il matrimonio?
Può qualcuno essere privato del “diritto” di vivere questo momento di felicità?
Certo che no! E allora …
E allora ecco nascere il “matrimonio con se stesso”!
Accanto alla “monogamia” (non più di un partner allo stesso tempo) e alla “poligamia” (più partner contemporanei ) c’è ora la “sologamia” (il nome non me lo sono inventato io).
La giustificazione teorica non è poi così peregrina: se il matrimonio è la “festa dell’amore”, non c’è dubbio che la persona che amo di più al mondo sono “io stesso” e quindi perché non fare una festa per evidenziarlo? E quale maggiore impegno è necessario nella vita se non quello di “amare sé stessi?
In Italia il primo “matrimonio con Se stesso” è stato “celebrato” nel 2017 con rito, anello, rinfresco e viaggio di nozze. Lo sposo è stato un parrucchiere napoletano ma la nostra è, (come sempre), una moda importata. All’estero lo si faceva già da tempo. Pare che l’iniziatrice sia stata una certa Linda Baker nel lontano 1993. Il trend si è diffuso rapidamente soprattutto tra persone di sesso femminile in: Canada, Regno Unito, Australia, Olanda, Taiwan ecc.
Non c’è ancora un riconoscimento da parte dello Stato, ma i giuristi sono all’opera per delineare diritti e doveri dei “sologami”!

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Carlotta Staderini condivide questa ricetta per vivere e lavorare al meglio:

"Vedere cose belle, avere forza fisica, contare su buoni amici."

Tadao Ando

ABBIAMO OSPITI/PIANETA TERRA - Fulmini a ciel sereno!
Articolo di Gian Carlo Ruggieri, Autore Ospite de La Lampadina

Un fulmine può essere definito come un’intensa e transitoria corrente elettrica di scarica il cui percorso in lunghezza è misurato in chilometri. Esso si verifica allorché una porzione di atmosfera raggiunge una certa carica sufficientemente ampia in modo che i campi elettrici ad essa associati causino una rottura dell’aria.
La più comune produzione di fulmini avviene nelle nubi del tipo Cumulus (nelle specie Cumulonimbus, Cumulus congestus, Cumulus turritus). Purtuttavia, essi possono verificarsi durante le tempeste di neve, di sabbia e nelle nubi che si producono al di sopra dei vulcani in eruzione. Può anche accadere che un fulmine si verifichi in atmosfera serena, apparentemente dando luogo all’espressione “bolt from the blue” (fulmine a ciel sereno). I più comuni, però, sono quelli generati dalle nubi succitate.
Essi possono aver luogo completamente all’interno di una nube (infranube o scarica da nube), fra due nubi (scariche nube – nube), fra una nube e la terra (nube – superficie o scariche terrestri) o fra una nube e l’aria circostante (scariche nube – aria).
Fra questi ultimi, una classe molto interessante è costituita dai fulmini che si dipartono dalla sommità delle nubi temporalesche verso l’alto. La peculiarità di questi casi consiste, fra l’altro, nel fatto che il top di queste nubi, in genere, si trova circa ai limiti dell’atmosfera meteorologica (8 ÷ 10 Km).
Fenomeni analoghi ai fulmini, silenziosi e quasi invisibili, si verificano anche nell’alta atmosfera, al di sopra delle nubi temporalesche. Sono denominati “sprites” (ovvero, “gli spiriti dell’aria”, da W. Shakespeare): si tratta di scariche silenziose e velocissime che interessano la porzione di atmosfera fra 15 e 100 Km di altitudine. Queste enormi e non ancora conosciute scariche luminose si manifestano non contemporaneamente ai temporali, ma anche in assenza di essi, fra le nubi e la ionosfera.
La funzione dei fulmini è di mantenere costante la differenza di potenziale fra l’alta atmosfera e la superficie terrestre (il campo elettrico). In assenza dei temporali, la carica che alimenta il campo elettrico tenderebbe a decadere in pochi minuti: la funzione dei temporali, quindi, è quella di un generatore che ricarica la batteria. Le nubi temporalesche si formano in un’atmosfera contenente aria densa e fredda in quota ed aria caldo – umida a bassi livelli. Quest’ultima sale in forti correnti ascensionali, tali da formare la nube, mentre l’aria fredda scende verso il basso. Ad esempio, queste condizioni atmosferiche si verificano allorché masse d’aria polare (fredde) scorrono su regioni ove esista aria caldo – umida, oppure quando la superficie terrestre sia fortemente riscaldata dal Sole e, conseguentemente, trasferisca il suo calore all’aria presente nella bassa atmosfera. L’ampiezza delle nubi temporalesche varia da piccole – medie nubi esistenti nelle regioni semi – tropicali, nelle quali la nube stessa si trova completamente a temperature sopra lo zero termico, fino alle gigantesche nubi che possono avere un’estensione verticale maggiore di 20 Km. L’altezza di una nube tipica temporalesca si aggira fra gli 8 ÷ 12 km, sebbene, a rigor di termini, i valori tipici possano variare in funzione della località. All’interno di queste nubi vi è un tumulto di vento, acqua e ghiaccio in presenza di un campo gravitazionale e del gradiente di temperatura. Da questo subbuglio emergono, in modo non ancora completamente compreso, le regioni della nube aventi cariche elettriche. 
Tipicamente, la parte superiore della nube contiene una preponderanza di cariche positive, mentre la parte inferiore possiede cariche negative: in questo modo, la struttura sostanziale di una nube temporalesca è tale da costituire un dipolo elettrico. Le regioni cariche di questo dipolo hanno un diametro dell’ordine di chilometri. In più, in questa disposizione delle cariche elettriche, esiste una piccola porzione di cariche positive alla base della nube. Quello che comunemente viene chiamato lampo (flash) è, in termine tecnico, la discarica totale (la cui durata è dell’ordine di 0,2 s), ma ogni componente della discarica (la cui fase luminosa è misurata in decimi di millisecondi), viene chiamata stroke. Generalmente, esistono tre o quattro strokes per ogni flash ed ognuno di essi è separato da circa 40 ms. L’intensità media della corrente elettrica circolante nel fenomeno è 30.000 ampere, la temperatura di 20.000 gradi.
Sulla superficie italiana (mare / terra), in media, cadono circa un milione e mezzo di fulmini all’anno, con una tendenza ad aumento della frequenza. Fino ad oggi (settembre 2019), sul territorio nazionale, se ne sono verificati circa un milione, con un massimo nel nord-est. Questa tendenza è correlata ad un aumento dell’energia nell’atmosfera, anche per cause antropiche. Recenti ricerche hanno evidenziato che, segnatamente durante i temporali estivi, i fulmini incrementano sia l’Ozono ed altri gas (in particolare gli ossidi di Azoto) che influenzano la chimica dell’atmosfera fra 3 e 8 Km al di sopra della superficie terrestre.
Cosa fare per proteggersi? All’aperto, non sostare sotto tettoie, balconi, antenne, campanili e ponti; evitare di usare il cellulare o il tablet, togliersi di dosso chiavi, anelli, collane ed orecchini, oggetti metallici (chiavi, anelli, collane, ed orecchini), non fare attività sportive che comportino l’uso di oggetti con parti metalliche.
In montagna, scendere di quota, evitando i percorsi troppo esposti, muoversi lungo conche o aree depresse del terreno, abbandonare piccozze e sci. Se si fosse costretti a rimanere all’aperto, mettersi accovacciati con le ginocchia ed i piedi uniti e la testa fra le ginocchia, rendendo minima sia l’estensione verticale che il contatto con il terreno; se si fosse in gruppo, sparpagliarsi, tenendo una distanza di circa dieci metri fra le persone.

(NdR: Guarda questo incredibile fenomeno che si verifica costantemente in Venezuela: il relampago del Catatumbo!)

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A Isabella Confortini Hall piace questa descrizione:

"Il Fulmine è una gialla Forchetta/ Da Tavole nel Cielo /A sbadate dita sfuggita."

Emily Dickinson

ROMA - Finalmente in questa capitale del Mondo!
Articolo di Lucilla Laureti Crainz

Il titolo dell'articolo è il commento di Goethe appena arrivato a Roma!

Istituti stranieri  di cultura a Roma
Roma è sempre stata la meta di molti studiosi che arrivavano per studiare la sua storia e ne rimanevano incantati. E quindi naturale che siano sorti molti istituti di cultura.
Quello che dispiace è che sono poco frequentati dai romani, invece spesso offrono programmi molto interessanti.
Non voglio fare paragoni con gli istituti italiani di cultura all'estero. Ne parlerò in futuro... se siete pronti a sentire parecchie lamentele!....Sonnecchiano!
Oggi se ne contano circa 40.
Sono spesso in edifici storici e offrono un ricco programma.

Forse metterei senz'altro al primo posto l'Accademia di Francia a Villa Medici. Ha ospitato negli anni con il "prix de Rome" importanti borsisti. Durante la guerra viene requisita da Mussolini.
Dal 1961 Balthus vi diventa direttore dando nuova linfa con importanti mostre, concerti e convegni. Avvia il restauro della Villa dandole con il suo gran buon gusto l'assetto odierno.
Da alcuni anni ogni giovedì sera si organizzano eventi sempre originali che spesso finiscono con assaggio di vini! ...Ottimi!

La casa di Goethe a via del Corso è nel mio cuore, lì il poeta ha vissuto dal 1786 al 1788. Oggi in questo appartamento fervono le idee e offrono attività spesso in italiano.
Per l'autunno tanto per fare un esempio si presenta un libro "Osteria - Guida spirituale alle osterie italiane da Verona a Capri" di H. Barth pubblicato nel 1908 e ristampato nel 2019. Si può dire la prima guida enogastronomica del Bel Paese.
Altro appuntamento la Presentazione di un quadro appena acquisito di Tischbein e proveniente dalla collezione Trombadori e si inaugura una mostra "Sguardi sull'Italia 1780-1850".

Molte accademie sono riunite sulle pendici della collina di Valle Giulia:
Accademia Britannica - Fondata nel 1901 e dal 1911 in occasione dell'Esposizione Universale nell'attuale sede di via Gramsci. Edificio neoclassico dell'architetto Lutyens. Si dedica allo sviluppo e ricerca in molti campi e accoglie studiosi e artisti dal Regno Unito e  dal Commonwealth.
Sono stata anche lì in occasione di una conferenza sulla nascita dei musei capitolini. Una delle direttrici del museo ha illustrato con foto e stampe l'insediamento delle statue romane provenienti da Palazzo Albani in via quattro fontane. Peccato poco pubblico e gli stagisti inglesi avevano un foglio con la traduzione.
Istituto Giapponese  -  L'edificio e il giardino sono in stile e ogni giorno proiettano film in lingua.
Sono stata a una lezione di ikebana ...
i film non ce l'ho fatta!

Accademia d'Egitto - ha una strana storia, anni fa grande inaugurazione con arrivo del presidente, sontuosa sede con collezione di reperti archeologici....da allora non è mai aperta.
Ho provato ad andare ma il custode all'entrata mi ha detto che non c'era il personale!
Oggi invece manca il direttore del museo e quindi le visite sono sospese.

Accademia d'Ungheria a via Giulia, va citata per la bellezza di palazzo Falconieri, opera del Borromini. Purtroppo il restauro è scadente ma essendo extra territoriale la sovrintendenza non è potuta intervenire.
Lì più che altro affittano per cerimonie ecc.
Istituto Svizzero: si trova nella bella villa Maraini in via Ludovisi con giardino e vista a 360' su Roma. Oltre ad ospitare stagisti, come tutte le altre istituzioni, si occupa principalmente di organizzare mostre di arte contemporanea.
La lista potrebbe proseguire ma qui ho citato principalmente quelli che frequento..

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La Redazione:

"Chi non ha apprezzato il suo maestro, nè la sua lezione, un giorno sarà forse colto, ma non sarà mai saggio."

Proverbio cinese

COSTUME - Vita in città
Articolo di Lalli Theodoli

Alzata di ottimo umore. Esco decisa ad ignorare tutte le magagne della splendida città in cui vivo. Alla fermata dell’autobus un display elettrico informa sull’orario di arrivo dei vari mezzi: per uno mancano 5 fermate cioè 15 minuti, per un altro due fermate 7 minuti, quello che, per sfortuna, mi occorre, è in arrivo fra 50 minuti (SOB). Ma come siamo divenuti tecnologici e moderni! Uomo avvisato …etc., per cui decido di avviarmi a piedi: il sole è piacevole e non fa troppo caldo. L’orologio su via Nazionale segna le 11.00. Ho mezz’ora di tempo prima del mio appuntamento. Decido di curiosare un po’ per i negozi. Cosa che faccio molto di rado. Procedo lenta. Esco col mio pacco. Fuori dal negozio un orologio segna  le 12.00.

Mamma mia non farò mai in tempo. Ho bighellonato troppo a lungo. Comincio a correre. Mi secca ritardare. L’appuntamento è con un vecchio cliente che è sempre molto impegnato e non ha tempo da perdere. Arrivo trafelata, in disordine scarmigliata, ansante. Mi scuso per il ritardo. “Ma quale ritardo?”, mi dice ”Puntuale come sempre!” Pensavo fosse ormai quasi mezzogiorno. Sono invece le 11.30 esatte. Quando esco incredula dall’appuntamento guardo con attenzione gli orologi per la strada. Uno indica l’una, un altro le quattro (di quanti giorni fa?). Proseguendo vedo che quasi tutti sono in totale disaccordo di almeno venti minuti in avanti o indietro. Quanti, come me, hanno corso come pazzi per poi frenare alla vista di un secondo orologio? Se non sono affidabili sarebbe meglio levarli o scrivere il messaggio che tristemente e tanto spesso ci accompagna “Fuori servizio. Abbiate pazienza stiamo lavorando per voi.”
Quel PER VOI mi ha sempre infastidito. Si fa finta di farci un grande PERSONALE favore quando invece ci si limita a fare, e per lo più in tempi lunghissimi, semplicemente quanto dovuto.
Come funziona l’appalto degli orologi stradali? Chi se ne occupa? O chi se ne dovrebbe occupare? Quanti sono? In attesa di scoprire il colpevole occorre ignorarli del tutto. Impossibile capire quale dica la verità. Forse nessuno. La funzione dell’orologio dovrebbe essere quella di dare l’ora esatta e non di “dare i numeri” come fanno.
Dovrebbe, oltretutto, essere un servizio senza costi dato che ognuno ospita un bel cartello pubblicitario. Il primo ad utilizzare gli orologi pubblici in questo senso fu il sig. Sogno. Si occupava, nel dopo guerra, degli orologi del centro storico di Roma che allora erano un numero ridotto. Non so quanti siano a Roma adesso. Mi si dice che ora a Milano nel centro siano 1354. Il giornalista  Giannattasio  citava  tempo fa sul Corriere un vecchio detto romano. “A Roma difficile che due orologi segnino la stessa ora e comunque non è detto che una sia quella giusta”. Pare che questa totale mancanza di uniformità di informazione sul tempo nella capitale sia un antico difetto. Tutti i misuratori di orari dell'antica Roma, che fossero meridiane, clessidre o orologi ad acqua, facevano dire a Seneca che era “Più facile mettere all’unisono i filosofi che gli orologi“. Ciò nonostante abbiamo avuto un breve minuto di gloria qualche anno fa. In un articolo di Piovani sul Messaggero del 2015, titolato “Qualcosa a Roma è cambiato” si raccontava dello stupore di un giornalista del New York Times, che, tornato a Roma dopo molti anni, aveva trovato tutti gli orologi che funzionavano alla perfezione.
Siamo nel 2019 e aspettiamo fiduciosi che qualcosa a Roma di nuovo cambi.

NdR: consoliamoci...non succede solo a Roma...

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FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là...  

Come sta bene il divano! - Cosa sono le APP di realtà aumentata? È la realtà delle cose che non ci sono. Potrai vedere Roma come era nell’anno di Cesare, inserire oggetti mobili e oggetti in uno spazio, potrai inserire il mobile che stai acquistando in casa tua per capire se adatto o meno, potrai passeggiare in un panorama di Van Gogh o in una scena di battaglia, vivere virtualmente il tuo prossimo viaggio.
Un mercato potenziale di miliardi di dollari nel quale tutte le società tecnologiche si stanno tuffando.
CV

*

Come ti piego la batteria!Parliamo di telefonini, di tablet e simili piegabili. Il problema maggiore fino ad oggi era la batteria.
Il politecnico di Zurigo ha trovato il sistema perché queste possano essere piegate, attorcigliate o altro: una struttura contenente un polimero di carbonio conduttivo! Nella parte interna un sottile strato di particelle di argento micronizzate che non perdono il contatto tra loro quando la batteria viene piegata o altro. Il tutto è in un bagno di gel di acqua e sale di litio non tossico.
CV 

*

Marullus all'asta -Un ritratto di Sandro Botticelli, che si ritiene sia l'ultimo in mani private, potrà probabilmente andare presto all'asta, è il ritratto di Michael Tarchaniota Marullus, uno studioso umanista del 15° secolo, il prezzo base è di $ 30 milioni. Il ritratto è in Spagna: non è certo che le autorità spagnole lo lasceranno uscire dal paese.
CV

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APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Ecco i prossimi appuntamenti dedicati
ai Soci de La Lampadina.

****************

Del nostro giro moscovita potrete leggere alla voce "Racconti" di questo numero, mentre siamo in procinto di partire con Ludovico Pratesi alla volta di Venezia, per immergerci nella Biennale 2019!

E ancora, dal 28 novembre al 1 dicembre faremo un salto a Parigi per l'apertura della nuova mostra di Marguerite de Merode
"Livres au miroir"

la cui inaugurazione si terrà alla Bibliothèque Mazarine il 28 novembre.
Ancora con noi ci sarà Ludovico Pratesi che ci accompagnerà a vedere dei Must to see parigini..

Ancora avremo la mostra Impressionisti segreti a Palazzo Buonaparte i primi di novembre,

lezioni di arte contemporanea nei primi mesi del nuovo anno
e altro ancora..Insomma, seguiteci per saperne di più

*****
Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a

appuntamenti@lalampadina.net
 

***

E ANCORA
FLASH NEWS!
 

Prima scade, meno paghi! - Prezzi dimezzati per chi acquista merci vicini alla scadenza, un'idea fantastica per evitare gli sprechi.
La app è progettata dalla Anagramma e aiuta i consumatori ad acquistare in quei supermercati che hanno aderito all'iniziativa. Grazie alla geolocalizzazione l'APP individua il supermercato più vicino. Molti hanno già aderito all'iniziativa, anche la Coop .
L'APP si chiama
Myfoody e puoi scaricarla sul Tuo telefonino.
CV

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Quanti anni hai? - Divertente l’età in cui si diventa maggiorenne nei vari Paesi  del mondo:  nella maggior parte dei Paesi la maggiore età si raggiunge a 18 anni ma:
9 anni: Iran (per le donne)
14 anni: Samoa Americane (Territorio non incorporato USA)
15 anni: Iran (per gli uomini) e Yemen
16 anni: Cuba, Kirghizistan, Turkmenistan, Uzbekistan,
17 anni: Corea del Nord, Tagikistan
19 anni: Canada
20 anni: Giappone (Fino al 31 marzo 2022, dal 1º aprile 2022 la maggiore età sarà abbassata a 18), Nuova Zelanda, Taiwan, Thailandia (i minorenni possono contrarre matrimonio)
21 anni: Bahrein, Camerun, Ciad, Corea, Pakistan, Egitto, Honduras, Lesotho, Madagascar (i minorenni possono contrarre matrimonio), Namibia, Porto Rico (territorio non incorporato degli Stati Uniti), Singapore, Swaziland.
CV

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ALL'OLIMPICO CON
LA LAMPADINA

 

Appuntamenti per ottobre al
Teatro Olimpico di Roma

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dal 9 al 13 ottobre
RAFFAELLO
con Vittorio Sgarbi

“Caravaggio”, “Michelangelo”, “Leonardo”, le magistrali performance di Vittorio Sgarbi continuano anche in questa stagione.
Vittorio Sgarbi anticipa di qualche mese il cinquecenternario della morte di Raffaello Sanzio e ci racconta l'uomo, considerato uno dei più grandi artisti d'ogni tempo, la cui opera segnò un tracciato imprescindibile per tutti i pittori successivi.

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dal 15 al 27 ottobre 2019
MIGUEL ANGEL ZOTTO
Te siento... Tango!


Tutto comincia con uno sguardo.
Un ragazzo di nemmeno diciotto anni, in una milonga di Buenos Aires, vede una donna bellissima e misteriosa ballare un tango: la invita, e da quel momento è catturato, corpo e anima, dalla danza più sensuale e appassionata che abbia mai provato. Ne farà la sua arte, la sua professione, la sua stessa vita.
Quel ragazzo è Miguel Ángel Zotto, considerato una leggenda vivente del tango:
Te siento è il racconto della sua straordinaria storia ? da un barrio popolare ai palcoscenici di tutto il mondo.

ufficiopromozioni@teatroolimpico.it
www.teatroolimpico.it

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La Lampadina
Libri
Elvira Amabile Coppola ci racconta di  Mattia...

Incontro un bel ragazzetto dall’aria gentile, sorridente. Un libro in mano che mi faccio mostrare incuriosita. L’ha scritto lui. “Ma sei molto giovane!”, gli dico. “Ho l’età giusta. Scrivere mi ha aiutato tanto.” 
La sua è una storia come tante. Lo prendevano in giro perché non era alto. Lui ci so?riva.
Mattia è carino, armonioso, è minuto, non altissimo ma la crudeltà dei giovanetti oggi colpisce stupidamente senza ragione spesso facendo male. Così dalla penna di questo diciottenne fantasioso è uscito un piccolo capolavoro. Un riscatto, un volo, una consolazione agguerrita di surrealismo. Forse un po' di tutto ciò.
Un racconto che richiama in qualche modo le avventure di Alice nel paese delle meraviglie e anche la saga del maghetto Harry Potter. Ma più attuale. Riferito alla nostra realtà.
Ma le fantasie sono tutte autentiche elaborazioni di Mattia. E lo aiutano a volare in alto dove non arrivano le frecce avvelenate.
Vola Mattia, il tuo libro ha già tanto successo perché è scritto molto bene e forse è il primo di un percorso glorioso.

LE SETTE MONETE DEL POTERE

di MATTIA BARBARINI
Ed. Il Filo


Buona lettura

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MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode

ROMA

PALAZZO MERULANAThe Rythm of the brain.
A cura di Achille Bonito Oliva e Melania Rossi.
Nell’ex l’Ufficio di Igiene di Via Merulana dove Elena e Claudio Cerasi hanno raccolto le opere della loro collezione dedicata all’arte del Novecento, saranno esposte opere inedite dell’artista belga pensate appositamente per lo spazio di Palazzo Merulana.
Un percorso espositivo da seguire attorno alla visionaria produzione artistica di Fabre.
Fino al 9 febbraio 2020

PALAZZO BONAPARTE:
Impressionisti segreti.
A cura di Claire Durand-Ruel, Marianne Mathieu.
Il Palazzo di Piazza Venezia che fu la dimora romana di Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone Bonaparte è stato restaurato recentemente ed è tornato a nuova vita da luglio 2019.
Sarà dedicato all’arte e alle mostre. Inaugura con una mostre di oltre 50 opere, nel piano nobile del Palazzo, provenienti da collezioni private.
In mostra opere di Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Sisley, Caillebotte, Morisot, Gonzalès, Gauguin e Signac. Un'occasione, comunque per scoprire questo luogo appena restituito a Roma.
Fino all’8 marzo 2020


MUSEO DI ROMA PALAZZO BRASCHI: Canova eterna bellezza. 
Palazzo Braschi racconta il legame tra Antonio Canova e la città di Roma, in una mostra-evento con oltre 170 opere da musei, collezioni italiane e straniere per ripercorrere l'intenso e proficuo rapporto dell'artista attraverso un percorso scenografico che ricostruirà l'atmosfera della Roma del Settecento.
Fino al 15 marzo 2020

GIORNATA DEL CONTEMPORANEO: Sabato 20 ottobre, si svolgerà la 15a edizione della grande manifestazione nazionale dedicata all'arte contemporanea.
Musei e gallerie di Roma aprono le porte per una giornata di seminari, mostre e laboratori.

 

MILANO

MUDEC - MUSEO DELLE CULTURE
"Impressioni d'Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone";"Quando il Giappone scoprì l'Italia. Storie d'incontri (1585-1890)"

Con queste due mostre, il Mudec si propone di evocare i reciproci scambi tra Giappone ed Europa attraverso il tempo e l’incontro culturale tra i due mondi con i primi rapporti tra l’Italia e il mondo giapponese.
Fina al 2 febbraio 2020

ori come Eschilo, Nietzsche e Eliot una fonte d'ispirazione importante.
Fino al 20 gennaio 2020

 

GALLERIA D'ARTE MODERNA DI MILANO - VILLA REALE
Images of Italy. Contemporary photography from the Deutsche Bank Collection  
Un percorso tra le immagini dell’Italia fermate dall’obiettivo dei più noti artisti italiani e tedeschi. La mostra comprende, tra le altre, fotografie scattate a partire dagli anni Cinquanta e fino ai giorni nostri da Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Armin Linke, Candida Höfer e Heidi Specker e tanti altri.
Fino al 27 ottobre 2019

MUSEO DEL NOVECENTO
e da non perdere l'inaugurazione della mostra dedicata  al ferrarese Filippo de Pisis

Il Museo del Novecento, propone una ricchissima antologica dell’artista ferrarese che è stata definita, delicata e raffinata. Una mostra dedicata interamente a Filippo de Pisis, un artista che è sempre andato affinando il proprio stile personale, anche se si è accostato alle più suggestive correnti europee senza mai appartenere pienamente a nessuna. 
Fino al 1 marzo 2020

 

ANCORA  DA VEDERE
A
 PARIGI

Centre Pompidou: Bacon en toutes lettres.
Il Centro Pompidou di Parigi presenta una nuova retrospettiva dedicata al pittore britannico Francis Bacon e ai suoi interessi letterari. La letteratura è servita da stimolo per il lavoro dell’artista che ha trovato in grandi scrittori come Eschilo, Nietzsche e Eliot una fonte d’ispirazione importante.
Fino al 20 gennaio 2020

Museo d’Orsay: Degas à l’opera.
Degas fece dell'Opera il punto centrale del suo lavoro. I vari spazi (sala e palcoscenico, logge, foyer, sale da ballo), ne esplora i vari spazi (sala e palcoscenico, logge, foyer, sale da ballo), e studia chi li popola, ballerini, cantanti, musicisti dell'orchestra, spettatori, abbonati in abiti neri, trasformandoli in una metafora del mondo e della vita stessa.
Fino al 19 gennaio 2010
 

 A LONDRA

Tate Modern: Olafur Eliasson in real life.
In seguito al suo bellissimo lavoro del lontano 2003, nella Turbine Hall (The Weather Project), un lungo tramonto, Olafur Eliasson ritorna negli spazi della Tate Modern con trenta opere realizzate negli ultimi trent’anni e sette inediti. Una mostra dove lo spettatore è invitato a riflettere sulle modalità con cui si relaziona all’ambiente che lo circonda: “seeing yourself sensing” è la frase usata dall’artista per descrivere le sue intenzioni.
Fino al 5 gennaio 2020


  Pensiero Laterale
Due porte

Ti trovi in una stanza con due porte chiuse. Dietro una, sarai polverizzato da una gigantesca lente che concentra i raggi del sole, la seconda invece nasconde dietro un drago che t’investirà con le fiamme.
Quale porta scegli?

Scelta difficile...
Guarda qui la soluzione...

LA LAMPADINA - RACCONTI DI VIAGGIO
A Mosca! A Mosca!

Pochi del gruppo assai nutrito che ha intrapreso il viaggio a Mosca, conoscevano già la capitale russa e per di più, i loro ricordi si rifacevano al periodo in cui c'era Leonìd Il'ìc Brèžnev e la Grande Madre Russia era ben lontana dalla glásnost e dalla perestroika di Michail Sergeevic Gorbacëv, così amato dall'Occidente e così poco stimato dai suoi connazionali.
Carlo racconta: “Era il 1972 quando con un paio di amici atterrammo a Mosca per la prima volta, eravamo tutti curiosi di vedere cosa succedeva in quel mondo per noi, allora, tanto lontano. Ne ricavammo considerazioni oscure e piene di timori per lo stato poliziesco, per i continui controlli e il grandissimo degrado generale. Siamo tornati a metà Settembre con il gruppo “Lampadina”, uno sbarco su un altro pianeta. Non più le lunghe code per i passaporti con moduli e moduli da riempire con il timore di scrivere qualcosa di inappropriato in merito alla valuta in entrata e/o quanto in oro e preziosi posseduti, informazioni che a quel tempo, avremmo dovuto nuovamente dichiarare alla partenza. Un altro mondo, oggi, l’arrivo in un grande aeroporto internazionale.”
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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina e' una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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