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La Lampadina - n. 86 ::: Novembre 2019

Cari Lettori, in questo inizio di autunno, ci piace saltellare avanti e indietro nel tempo, scoprendo con nuove tecnologie tracce di un passato più che remoto a Lascaux e nel contempo preparando un futuro migliore per le generazioni dopo di noi, salvaguardando il nostro Pianeta.
In una società così passiva, a tutti i livelli, chi si farà portavoce della memoria storica e della fenomenologia che sempre meno costituiscono materia di interesse per una moltitudine in corsa? Come andare a scalfire la superficie apparentemente aurea dell'ultima presa di posizione di comodo se non ricorrendo al ricordo di chi c'era, di chi ha fatto? Per le generazioni a venire, veloci nel farsi modellare, speriamo ci sia sempre qualcuno che guidi le visite al Soratte, o spieghi che cosa significa essere europei, e forse, anche l'autostima e la conoscenza di sè, potranno giovarne.
Buona lettura!
ICH


Lunedi, 4 novembre 2019

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


ARCHEOLOGIA – Lascaux
Articolo di Beppe Zezza

Gli anni tra i 20 e i 30 sono anni “appassionati”. Ci si appassiona di un argomento e ci si dedica gran parte o tutto il proprio tempo libero, poi si entra nella vita “vera” con le sue esigenze concrete: il lavoro, la moglie, i figli e il tempo per coltivare le passioni si riduce e si annulla ma qualcosa rimane nel fondo.

Nei miei anni venti, insieme con Carlo Verga ed altri amici, ci siamo “appassionati” alla preistoria.
Ci alzavamo la mattina all’alba, percorrevamo centinaia di chilometri in macchina per recarci su dei “siti” nei quali la letteratura riportava che si erano trovati reperti preistorici e ci mettevamo anche a noi alla ricerca.
Emozionatissimi quando ritrovavamo qualche selce lavorata che ci sforzavamo di classificare: secondo l’impiego: bulini, raschiatoi, grattatoi, punte di freccia, bifacciali, punte a cran ecc o secondo il periodo musteriano, gravettiano, paleolitico superiore, neolitico etc. Ciascuno di noi ne ha ancora, da qualche parte, una piccola collezione che mostriamo con soddisfazione: il prendere in mano degli strumenti con la consapevolezza che sono stati impugnati da nostri predecessori 30.000 anni fa, suscita una certa emozione (naturalmente, ci sono sempre gli scettici che vedono in quegli oggetti solo delle pietre scheggiate dalla natura).

Tutta questa premessa per dire che trovandomi in Francia mi sono tornati alla memoria nomi di luoghi “preistorici” che avevano suscitato allora il mio interesse: Cro-Magnon, dove è stato rinvenuto un cranio di “homo sapiens” e soprattutto “Lascaux” – sito famoso per le pitture rupestri.

Quando ho scoperto che Lascaux distava non più di un’ora e mezza di auto dalla mia residenza mi sono ripromesso di andare a visitarla.
E ne è valsa la pena.

Le grotte di Lascaux sono state scoperte per caso nel 1940 da un gruppo di ragazzi che cercavano un cane che si era disperso. Entrati nella grotta avevano intravisto che sulle pareti c’erano dei dipinti. Si ripromisero di tenere la cosa segreta. Ma come spesso accade per i “segreti” condivisi, basta poco e di “segreto” non rimane nulla. Già il giorno dopo il locale professore di Storia ne era informato e in pochissimo tempo, anche se quelli erano anni difficili a motivo della guerra in corso, le autorità si sono fatte presenti.

La storia successiva è in un certo senso “paradigmatica” perché quello che è successo a Lascaux succede un po’ dovunque: la bellezza attrae ma è per sua natura “aristocratica” (cioè per pochi eletti)  e non “democratica”, nel senso che non può essere “per tutti”: quando troppi ne vogliono godere si finisce per sfigurarla!
Si rese subito manifesta una contrapposizione di interessi tra il proprietario del fondo nel quale si trovava la grotta, il conte de la Rochefoucauld-Montbel che la voleva sfruttare economicamente aprendola al turismo e gli scienziati che invece volevano riservarla allo studio.
Il compromesso trovato ha condotto a manipolazioni successive: l’ingresso è stato ampliato, alcuni passaggi stretti sono stati allargati per permettere ai visitatori di inoltrarsi all’interno.
Le visite “turistiche” cresciute costantemente hanno portato a un aumento della concentrazione di anidride carbonica a limiti non sopportabili; vi si è posto rimedio con un sistema di ventilazione il quale se da un lato risolveva il problema dall’altro causava una modificazione profonda dell’integrità dell’ambiente.
Il numero crescente di visitatori ha cominciato poi a produrre danni alle pitture per la formazione di colonie di alghe e deposizione di nuovi composti chimici sulle pareti, cose che modificavano l’aspetto dei dipinti. Nel 1963 lo stato francese decise di imperio di chiudere le grotte al pubblico per poterle preservare.

Ma se le grotte sono state chiuse al pubblico nel 1963, io nel 2019 che cosa ho visitato?
Ho visitato  Lascaux IV:  una replica fedele al centimetro di quella  parte della grotta che era aperta al pubblico, riprodotta con le tecniche dell’arte a partire dai rilievi a 3D eseguiti negli anni precedenti.
Anche se psicologicamente l’idea che si stia vedendo una copia e non l’originale lascia una traccia, osservare queste pitture che ricoprono ogni centimetro della grotta con immagini di grande vivacità e modernità – soprattutto cavalli, i quali all’epoca non erano stati ancora addomesticati,  e di tori di una specie oggi estinta, mentre la figura umana è praticamente assente -  fa una grande impressione.
Gli artisti erano uomini come noi di una epoca compresa tra 15.000 e 20.000 anni fa circa, che hanno dipinto in posizioni fisiche quasi impossibili, nella profondità della grotta alla luce di qualche lucerna alimentata a grasso animale!

Perché lo hanno fatto? Che significato hanno queste pitture? Sono le domande che subito ci si pone.
Molte ipotesi sono state fatte e via via scartate: dall’arte per l’arte, da una interpretazione magica legata alla caccia, da riti di fecondità.
Gli studi più recenti evidenziando che i dipinti seguono, nella loro rappresentazione, un protocollo immutabile: prima il cavallo rappresentato con la livrea dell’inizio della primavera, poi il toro in livrea estiva, infine il cervo in livrea autunnale ritengono che i dipinti siano una evocazione metaforica che lega il tempo biologico al tempo cosmico e siano la testimonianza di un pensiero spirituale la cui portata simbolica si fonda su un approccio cosmogonico e che il tema centrale sia la creazione del mondo.
Se non si può vedere l’originale perché chiuso al pubblico, se non si può ammirare la riproduzione perché in altro paese troppo distante, i dipinti si possono però vedere nelle numerose rappresentazioni che Internet ci consente.
Da non perdere!

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Per la Redazione:

"Se il lavoro del poeta è scuotere il cielo aspettando che qualche frammento cada, il lavoro dell’archeologo è scuotere la terra, senza imbarazzo del cosmo, aspettando che qualche frammento di cielo appaia."

Flaminia Cruciani, Lezioni di immortalità

ABBIAMO OSPITI/PIANETA TERRA – Laudato si'
Articolo di Elvira Coppola Amabile, Autore Ospite de La Lampadina
 

Lo Stato Vaticano primo al mondo ad eliminare la plastica usa e getta.

Enciclica Laudato si'....l’annuncio che inizia con la parola della più bella poesia preghiera di San Francesco. Il primo ambientalista che esprime l’amore e il rispetto per la natura in modo tanto innocente e consapevole.
Ancora una volta il Vaticano si fa culla del mondo.
Una Enciclica per ricevere e dare un messaggio. Un esempio già consolidato da esperienze purtroppo non sempre accolte e diffuse a tutti livelli.
Il Papa incarna un anelito un bisogno una necessitá. Il Papa invita gli umani a difendere le meraviglie che gli sono state donate. L’aria che respiriamo. Il mare fonte di vita e di ossigeno. La Terra con le sue creature e foreste e monti e valli, la terra che ci riaccoglie nel suo grembo.
Il Papa invita gli umani a difendere questo miracolo che usiamo per vivere, dall’inquinamento delle plastiche che formano continenti galleggianti, dai rifiuti che non si possono smaltire e avvelenano aria acqua terra esseri viventi...
Tutto brucia. Svaniscono le specie del creato. Si ammalano, soffrono, muoiono.
In una giornata speciale, alla quale seguiranno altre, Marevivo si é fatto portavoce di una sollecitazione incisiva.
Rosalba Giugni sempre all’avanguardia, con una illuminata visione delle enormi potenzialitá che lo Stato Pontificio può offrire alla causa della complessa problematica: la difesa del pianeta!
Mettendo nelle mani del Santo Padre una borraccia di stagnola da benedire per essere riusata più e più volte lo ha invitato ad attuare subito l’iniziativa di proibire l’uso delle plastiche.
“Che il Vaticano diventi il primo stato al mondo plastic free!”

Il suggerimento é stato immediatamente raccolto dal Papa e messo in essere. E il vaticano si avvia ad essere il primo stato al mondo ad eliminare la plastica monouso.
Il Vaticano è meta di pellegrinaggio come sempre. Ma questa volta i pellegrini vengono anche a pregare anzi a supplicare perché l’influenza della religione della preghiera e di un personaggio tanto influente e carismatico come il Papa possa toccare le coscienze di tutti e soprattutto di coloro che non resistono alla tentazione di sfruttare oltre ogni limite le risorse.
Le risorse sfruttate sono fonte di guadagni enormi oramai illeciti. Questi sfruttamenti infiniti sono criminali.
Nessuno si sottragga a quest’accusa. Siamo responsabili tutti. Per acquiescenza ignoranza interesse paura.
Grazie a Marevivo per la tenacia e l’instancabile coraggio di spingere sempre nella direzione della difesa del nostro creato.
Grazie a Rosalba che con uno slancio coraggioso e quasi sfrontato ha sollecitato il santo Padre ad attuare e quindi dare inizio subito all’adesione auspicata.
Lo Stato Pontificio primo stato al mondo plastic free sará un esempio e uno stimolo fondamentale e importante per molti altri.

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Allegra Hall condivide questo pensiero:

"Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi 'non sapevano': accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata."

Mikhail Sergeevich Gorbachev

ABBIAMO OSPITI/CULTURA – L'Europa e i morti di Vieux-Brequin
Articolo* di Guido Talarico,  Autore Ospite de La Lampadina

È arduo fare una classifica delle cose più abiette che la nostra epoca ci costringe a vivere. Quotidianamente dobbiamo fronteggiare comportamenti che vanno dal fastidioso al ripugnante e che sono quasi sempre figli dell’ignoranza. Tra questi ve n’é uno che personalmente trovo particolarmente difficile da accettare. È l’antieuropeismo.
Lo dico senza inglesismi: trovo idiota essere “contro” l’Europa.
Provo a spiegare perché raccontandovi quello che ho vissuto qualche tempo fa.

In poco più di 48 ore, per ragioni di famiglia e di lavoro, mi sono trovato a visitare quattro Paesi europei e quasi una decina di regioni.
Sabato mattina sono andato a pranzo da amici ad Amelia, in Umbria, il pomeriggio sono andato a Parigi, dove ho dormito.
La domenica mattina con una macchina affittata sono andato in campagna vicino a Lille per un pranzo della famiglia di mia moglie Sophie.
Dalla Francia sono poi andato in Olanda a Maastricht dove la sera ho festeggiato il compleanno di mio figlio Giulio che studia lì.
Lunedì mattina ho lasciato i Paesi Bassi e sono andato a Bruxelles dove avevo due appuntamenti di lavoro.
Da lì infine a Parigi per poi la sera rientrare a Roma.

Italia – Francia – Belgio – Olanda in poco più di due giorni senza incontrare barriere, senza capire dove finiva un Paese e cominciava un altro. Per chi è come me un figlio degli anni ‘60, cioè della generazione che ha vissuto i conflitti mondiali attraverso i racconti dei propri genitori e la guerra fredda in diretta, un tour del genere rimane una sensazione piacevole. Anzi una conquista. Io sono andato a Berlino, a Praga o in Jugoslavia quando ancora c’era quella cosa terribile che era la cortina di ferro e mi ricordo bene quale orrenda sensazione fosse vivere da separati nello stesso continente, divisi in casa nostra per scontri tra due blocchi contrapposti da interessi materiali ed ideologici confliggenti.

Sì, me li ricordo i confini, i controlli, i muri, i fili spinati, le guardie, i morti e i drammi vissuti da milioni di persone. E ancora di più mi ricordo gli sguardi dei miei coetanei che stavano dalla parte sbagliata dei muri. Ragazzi oppressi, vessati nei loro bisogni più semplici e per questo capaci dei sacrifici più umilianti per un paio di blue jeans o una calza di nylon.
Mi ricordo bene loro e i sentimenti di noi che stavamo dal lato fortunato della barriera. La gioia di chi si sente miracolato per avere scampato un pericolo terribile ma che allo stesso tempo è pervaso dalla rabbia dell’impotenza.

Tuttavia la cosa che più ha acceso la mia indignazione contro l’atteggiamento antieuropeista che alligna in molti nostri conterranei di oggi non è stato questo pur bellissimo viaggio senza frontiere fatto in giro per l’Europa nello spazio di un week end.
Ciò che mi ha colpito profondamente è stato il racconto di mio suocero Bernard sul suo paese di origine, Vieux-Berquin, che si trova poco lontano da Lille in quel territorio che una volta erano le Fiandre francesi.
Eravamo per puro caso lì, lui mi ha preso per mano e mi ha portato nel mezzo della via principale del paese. “La vedi questa strada”? – mi ha chiesto – “per anni durante la prima guerra mondiale è stata la linea del fronte. Si è combattuto casa per casa, con tutte le famiglie del posto impegnate a difendersi. Un giorno si avanzava di quattrocento metri un altro si indietreggiava di trecento. Così per anni con tutte le famiglie del paese in prima linea”.
Poi ci siamo spostati di pochi metri nella piazza principale del paese a guardare il monumento ai caduti. Sulla lapide centinaia di nomi. Intere famiglie decimate. E di paesi così ne esistono tanti.
“Sentire quelli che parlano male dell’Europa è uno scandalo”, mi ha detto Bernard. Ha ragione. È proprio uno scandalo, un turbamento della sensibilità morale di quanti hanno dato la vita per unire un continente fatto di popoli che si sono combattuti per millenni. Tutti i guasti di Bruxelles, le cose da migliorare o correggere non potranno mai giustificare il desiderio di divisione dell’Europa.
Criticare per migliorare ha un senso, criticare per distruggere è un’aberrazione, uno scandalo appunto. Ma la memoria dei nuovi populisti è corta o forse troppo sensibile al “fascino” dei sostegni di quanti, russi, cinesi o americani che siano, hanno interesse ad avere un’Europa debole e divisa. O forse la memoria dei nuovi populisti e dei loro adepti è soltanto labile, come le pile dei nostri cellulari che dopo tre o quattro anni diventano esauste e ci impongono di comprarne l’ennesimo.
Sì forse è proprio così, in Europa si aggirano sempre più ampie fasce di popolazioni allevate alla superficialità che dimenticano l’orrore dei muri e i sacrifici dei caduti di Vieux-Berquin.
A tutto questo tocca porre rapido rimedio, prima che si esaurisca la memoria collettiva, prima che sia troppo tardi.

*Articolo già pubblicato sul Corriere del Molise

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Albert Einstein lo diceva a suo tempo:

"È più facile dividere l'atomo che vincere un pregiudizio".

ATTUALITÀ - Qui non si butta niente!
Articolo di Lucilla Laureti Crainz

Fateci caso: siamo invasi da trasmissioni sul cibo, inserti di cucina, ristoranti che aprono e spesso anche chiudono, street food  ecc ecc.
Certo, fare programmi sul cibo costa poco, rientra con molta pubblicità e noi poveri allocchi a dover vedere una miriade di piatti succulenti mentre magari siamo a dieta e tutto quel "ben di dio" ci viene vietato! ... Il tutto con chef spietati che maltrattano i malcapitati allievi. Per non parlare del tanto famoso Alessandro Borghese e della sua trasmissione di successo "4 ristoranti", io con quei capelli unti non lo farei mai entrare nella mia cucina!
Se andate in libreria  (capita ormai di rado... non a me!) nel settore "cucina" grande scelta di libri di ricette, le foto sono stupende ma gli ingredienti tutti nomi strani di semini, salse, ingredienti mai sentiti e non sai proprio dove andarli a reperire, non certo nel mio amato mercato rionale.

Detto questo càpito a Londra ad una mostra al V&A sul cibo del futuro "FOOD. Bigger than the plate!
Dall'inizio della filiera di verdure, carni (mai! Sono tutti ormai vegetariani) fino alla fine del ciclo con wc fatto di cacca! Il problema dei posteri .... non stupitevi questo è solo l'inizio!
Quello che mi ha appassionato sono ricette con cose che normalmente si buttano.

Alcuni esempi: Scorzette di arancia candite-Marmellata di bucce d'anguria-Bucce di parmigiano- Panzanella-Ribollita-Parmigiana con bucce di fave-Pale di fichi d'India.
Se volete, trovate le ricette sul sito o di seguito: sono squisite!
E per ultimo ma non meno interessante e sempre inerente il cibo, il premio di un milione di Euro appena assegnato dalla regione Lombardia al prof Guido Kroemer per la sua lunga e importante ricerca sulle cellule "spazzine".
Queste  simpatiche cellule si nutrono all'interno del nostro corpo, identificano i rifiuti e li eliminano, quindi dice il professore meno si mangia e meglio è! Le cellule mangeranno anche quello che c'e di "cattivo" nel nostro corpo.

RICETTE

Scorzette d'arancia candite - Mettete le bucce d arancia  in una catinella con acqua corrente per 2/3 giorni in modo che perdano l'amaro. Mettetele poi in una casseruola con zucchero e fate girare il tutto fino a quando  l'hanno assorbito tutto e prendono un bel colore dorato. Mettetele in un barattolo e usatele sia da sole che immergendole nella cioccolata.

Marmellata di bucce di anguria (per 1 kg di bucce)- Lasciate solo la parte bianca della buccia. Fatela a dadini. Mettetele in una pentola con 1 mela 300 gr di zucchero e il succo di un limone grattando anche la buccia. Fate cuocere per 40 minuti circa.

Panzanelle e ribollita - Molto simili utilizzando il pane raffermo.

Parmigiana di bucce di fave (per 1 kg di bucce) - Bollire per 10 minuti le bucce. Mettere in una teglia con pangrattato e a strati con formaggio sugo di pomodoro basilico olio sale e pepe.

Pale di fichi d'India - Pulire le pale giovani togliendo spine ecc e farle a striscioline (sembrano fagiolini), bollire per 30 minuti. Scolare e mettere in padella con sugo di pomodoro.

   

 

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Alla Redazione pare consona questa citazione:

"Pistole, fucili, obici, mitragliatrici, gas, cannoni, carri armati, bombe, missili, razzi… Ne trascuro certamente anche di più potenti e micidiali. Quanto ai selvaggi dell’Amazzonia, essi utilizzano degli archi, delle frecce o delle cerbottane, Oh, ma sono selvaggi!"

Laurent Gouze

STORIA - Il bunker del Soratte!
Articolo di Carlo Verga

Il bunker del Soratte è un luogo di estremo interesse, se non lo conoscete è certamente da visitare, si trova a soli 40 minuti da Roma.
Qualche dato per inquadrarlo dal “Bunker del Soratte una montagna di storia”. Parleremo anche del famoso tesoro scomparso o ancora nascosto nelle viscere del monte… ma nel prossimo numero.

Fu il Ministero della Guerra che scelse nel 1932 il Soratte come sito per il collaudo dei propri automezzi, ma fu Benito Mussolini a volere il bunker, considerata la sua vicinanza alla Capitale e come rifugio antiaereo per le alte cariche dell’Esercito Italiano.
Il nome ufficiale, necessario per la segretezza, fu “Fabbrica di armi delle officine Breda”. I lavori furono svolti sotto la direzione del Genio Militare di Roma e ancora oggi, quel dedalo di grotte e tunnel costituiscono una delle più grandi ed imponenti opere di ingegneria militare presenti in Europa (circa 4 km di lunghezza).
Il suo sistema di salvaguardia per la vita fu una delle opere più ingenti e avanzate del periodo, doveva consentire la sopravvivenza al suo interno per un periodo di tempo certo, garantendo la fornitura di aria e acqua pulita anche contro il più antico sistema di strage che era l’avvelenamento delle fonti.
I lavori furono interrotti dopo la caduta di Mussolini il 25 luglio del 1943.

Il 13 settembre 1943 fu visitato da un gruppo di tecnici-geologi tedeschi dell’organizzazione TODT. La loro intenzione era verificare l’idoneità del bunker ad accogliere l’Oberkommando di Kesselring che nel frattempo aveva lasciato Villa Falconieri a Frascati dopo l’ultimo intenso bombardamento.
Il bunker fu considerato idoneo e scelto per le sue caratteristiche, e solo 4 giorni dopo, un gruppo di ufficiali tornò per consegnare al sindaco la lettera con la quale confermavano l’occupazione dell’area.
Da quella data il bunker e il villaggio di Sant’Oreste diventarono la sede del comando supremo delle truppe tedesche della Wehrmacht per tutto il Sud Europa.
Un posto segreto, al comando di un sol uomo il generale feld maresciallo Albert Kesserling.
Il rapporto con i locali fu, all’inizio, molto difficile ma poi con l’andare del tempo diventarono migliori per la buona pace di tutti e una ripresa dei lavori migliorativi dell’intera struttura.
Il sito, grazie al lavoro di spie americane ed inglesi, fu individuato e nel pomeriggio del 12 maggio del 1944 una flottiglia di aerei Usa scaricò un enorme quantità di bombe sul bunker.
Nei primi giorni del giugno 1944 i tedeschi lasciarono le gallerie portando via tutto, soprattutto i macchinari industriali della Breda. Quanto rimasto fu dato al fuoco.
Il 6 giugno arrivarono gli alleati americani.
Varie le vicissitudini successive del bunker che fu sbarrato, poi riaperto, mal frequentato etc.

Arriviamo al 1961 in piena guerra fredda e in un periodo nel quale gli Americani e i Russi si confrontavano a suon di disponibilità di ordigni atomici.
Il momento difficile portò i paesi più evoluti a studiare una strategia militare mondiale denominata M.A.D. (Mutual Assured Destruction) che nasceva dalle conseguenze catastrofiche che avrebbe provocato una guerra nucleare.
L’Italia, come paese aderente alla Nato, dovette adeguarsi ad un modello di difesa antiatomico studiato e messo a punto dagli strateghi delle varie potenze.
La scelta del nostro governo fu ancora una volta per il monte Soratte, era il 1965. Nel 1967 iniziarono i lavori di ristrutturazione in completa segretezza su 7 bracci di gallerie preesistenti.
La progettazione e la direzione dei lavori fu del Genio Militare Italiano e concepita per accogliere le più importanti cariche politiche italiane.
Le gallerie erano tutte rivestite con due strati di cemento armato di spessore di alcuni metri tra i quali uno strato schermante di boro e polietilene, un efficace assorbente di raggi neutronici.
Il bunker fu isolato anche dagli effetti del sisma nucleare grazie all’istallazione di 2500 isolatori sismici elastomerici molto avanzati per quell’epoca. Gli impianti di acqua e aria erano studiati alla perfezione, garantendo la sopravvivenza di 100 persone (la guida ci ha precisato: solo personalità con le mogli ma senza figli…) per almeno i due mesi canonici standard ritenuti il minimo di permanenza a seguito di un attacco nucleare.
La destinazione d’uso dei vari ambienti comprendeva sale refettorio, dormitori, spazi per registrazione radio e televisivi ed anche ambienti destinati alla simulazione di scenari post atomici di tipo militare sociale, psicologico.
Il bunker il cui costo fu vertiginoso, non fu mai completato e dismesso definitivamente nel 2007.
Oggi un gruppo di ragazzi del luogo ha costituito l'Associazione culturale Bunker Soratte, e ha preso in gestione il bunker e le sue vie ipogee e organizza visite guidate nella più parte dell’anno.
Tante storie e leggende dell’oro forse ancora nascosto nelle sue viscere. Ne parliamo sul prossimo numero.

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La Redazione:

"Per una volta, hai creduto in te stessa.
Hai creduto di essere bella e così ha fatto il resto del mondo.

Sarah Dessen, dal libro "Keeping the moon"

COSTUME - Sicurezze e insicurezze
Articolo di Lalli Theodoli

Sere fa una splendida inaugurazione della stagione dell’auditorium.
Un poderoso Requiem di Berlioz con un coro di 150 elementi ed un'orchestra con 25 timpani. Trombe dislocate nelle gallerie laterali per dare al suono una speciale  amplificazione.
Prima di andare mi sono un po’ documentata su Berlioz del quale poco o nulla ricordavo.
Figlio di un medico che lo aveva obbligato a seguire le sue orme professionali. Ben presto aveva abbandonato la medicina per seguire la sua passione: la musica.
Il genitore, non approvando la sua scelta, taglia i viveri, per cui si mantiene faticosamente da solo. Cinque tentativi falliti per essere ammesso al conservatorio in cui non godeva dell’appoggio di Cherubini da cui era, al contrario, molto ostacolato, per poi finalmente ottenere quanto caparbiamente desiderato.
Ed ora eccoci davanti a questa meraviglia di composizione.
Mentre ascolto la musica mi domando.
Cosa è che fa sì che alcuni di noi rinuncino alla prima difficoltà ed altri affrontino di tutto convinti di arrivare ad un porto?
Cosa ci dà la sicurezza per provare e riprovare, convinti che prima o poi ce la faremo e cosa invece ci fa tirare i remi in barca con rassegnazione al primo ostacolo? Nella triste consapevolezza che “Non ce la faremo mai”?
Il nostro DNA?
L’educazione?
I legami famigliari?
L’ambiente?

Passando ad esempi più fatui del nostro vivere quotidiano.
È passata da poco l’estate: ho ancora negli occhi il ricordo di una splendida donna, bellissimo viso e fisico perfetto. Ciò nonostante perennemente coperta di parei, di maglie lunghe, di vestitoni larghi. Nascosta in ogni modo possibile.
Il costume usato nello spazio di tempo strettamente necessario per fare un bagno e subito abbandonato per poi arrotolarsi in enormi asciugamani.
Ne sono sorpresa. Se fossi come lei andrei in giro spavalda, quasi arrogante.
Nello stesso luogo una bruttona sta sdraiata al sole perennemente in costume, va e viene saltellando succinta di ombrellone in ombrellone, ostentando il suo fisico senza timidezze, sicura di sè.
Non nasconde la pancia, non le braccia non più toniche. Ha l’aria assolutamente tranquilla sul suo apparire.
Come nasce tutto ciò?
Genitori non incoraggianti?
Paragoni sempre a sfavore?
Mancanza di affetto?
Da cosa deriva questa insicurezza?
Ci si nasce?
O altrettanto dall’altra parte, da dove nasce questa sicurezza non confortata da realtà oggettive?

Per la mente.
Allo stesso colloquio di lavoro può presentarsi una persona preparatissima, ma altrettanto totalmente priva di autostima, tale da ottenere un risultato non soddisfacente: non assunta.
Ottiene invece il posto una persona non preparata, forse non intelligente ma coraggiosa e sicura di sè, tale da offrire un'impressione totalmente positiva. Vincente a dispetto di un handicap di partenza.
Mancanza di affetto per uno.
Formidabili incoraggiamenti per l’altro?
Tutto dipende dal DNA, dai nostri antenati?
Nasciamo così: sicuri o insicuri?
Non so, ma se anche per un milionesimo questo atteggiamento potesse dipendere dagli incoraggiamenti in famiglia …diamoci da fare da subito.
Diciamo più che possiamo ai nostri cari quanto sono bravi e belli. Se lo sono già, e se sono anche intelligenti, non se ne glorieranno. Se non lo fossero, forse un piccolo incentivo li aiuterà ad affrontare la vita con un minimo di sicurezza in più e forse un pochino anche noi li avremo aiutati.

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FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là...  

A tulipano donato non si guarda in bocca!
Molte perplessità ha suscitato il ”regalo” che Jeff Koons ha fatto ai francesi a ricordo delle vittime del terrorismo del 2015 e come fratellanza dei popoli. Molti i finanziatori dell'opera "Bouquet of Tulips", scultura di 12 metri di altezza, 8 di larghezza e 10 di profondità, dal peso di quasi 67 tonnellate, tutta di acciao, bronzo e alluminio che tuttavia costerà al governo francese circa 3,56 milioni di dollari.
Resosi conto che il progetto avrebbe superato il budget di un milione di dollari, Koons è intervenuto per sostenere i costi aggiuntivi da solo. L'artista ha anche promesso di assegnare l'80 percento delle royalties ricevute da prodotti commerciali raffiguranti la scultura alle famiglie delle vittime. Il restante 20 percento finanzierà la manutenzione del lavoro.
CV

*

Legno al top!
Continua il successo del legno nella costruzioni di edifici di dimensioni notevoli.
Ora è la Norvegia che si cimenta con la Mjøsa Tower di Brumunddal. Alta circa 85 metri, 7 metri più bassa della Statua della Libertà.
La sua costruzione permette una riduzione del co2 dell’85% rispetto ad analoghe costruzioni tradizionali.
Secondo un sondaggio del giornale” Le quotidien de l’art", il 98 % dei francesi non apprezza l’opera.
CV

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La pelle artificiale
Dal Politecnico Federale di Losanna un film morbido siliconico che si adatta ai movimenti di chi l’indossa. È coperta di mini sensori che contengono elettrodi al gallio, questi trasmettono la deformazione e ne trasmettono i dati ad un mini processore che ne mette a punto la sensazione tattile, trasmessa naturalmente a chi la indossa.

CV
 

*

Il sarto elettronico! È passato qualche anno da quando si andava dal sarto personale, due, tre prove poi un vestito quasi perfetto, una frase tipica per noi maschietti… ma l’incomodo dove lo porta? Che ti hanno inventato ora? Una capsula tipo avatar, entri, si chiude e vengono scattate da 120 macchine fotografiche piazzate al suo interno in ogni dove, mille istantanee che riportate su un programma, disegnano perfettamente le tue misure e proporzioni e voilà il gioco è fatto, magari, chi sa quando, trasferite ad una macchina e il vestito è bello e pronto. L’avatar è un idea di Berlusconi Junior.
CV

***

 

APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Ecco i prossimi appuntamenti dedicati
ai Soci de La Lampadina.

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Mercoledì 20 novembre 2019 | 17.30 Palazzo Bonaparte

Impressionisti Segreti

In Piazza Venezia, nello splendido palazzo Bonaparte, Nuovo Spazio Generali Valore Cultura, che fu dimora di Maria Letizia Ramolino - madre di Napoleone Bonaparte,- sono in mostra oltre 50 opere di artisti tra cui Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Sisley, Caillebotte, Morisot, Gonzalès, Gauguin, Signac, Van Rysselberghe e Cross.
La cura della mostra è affidata a Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, colui che ridefinì il ruolo del mercante d’arte e primo sostenitore degli impressionisti, e Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi, sede delle più ricche collezioni al mondo di Claude Monet e Berthe Morisot.
La mostra è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia. Le opere provengono da collezioni private raramente accessibili e rappresentano un'occasione unica per compiere un affascinante viaggio alla scoperta dell’Impressionismo.

Martedì 26 novembre 2019 | 18.00  MAXXI
Della materia spirituale dell'arte



Ludovico Pratesi ci guiderà in una mostra particolare, che indaga il tema dello spirituale attraverso lo sguardo dell’arte contemporanea e, al contempo, della storia arcaica di Roma.
L'allestimento curato da Bartolomeo Pietromarchi, offre molteplici possibilità di percorso. In una visione rigorosamente non confessionale, la mostra riunisce opere d’arte contemporanea di Matilde Cassani, Francesco Clemente, Joko Ono, Sean Scully e molti altri, con una selezione di reperti archeologici provenienti dai principali musei della capitale: i Musei Vaticani, il Museo Nazionale Romano, i Musei Capitolini e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

 Dal 28 novembre al primo dicembre 2019 saremo a Parigi
in occasione dell'apertura della nuova mostra di Marguerite de Merode alla Bibliothèque Mazarine:
Livres au miroir

27 personaggi della cultura francofona, 27 libri, 27 passi scelti e le fotografie di Marguerite de Merode scattate per indagarne l'anima!
Nei giorni seguenti, andremo con Ludovico Pratesi a conoscere più da vicino Bacon, Mondrian e....
Seguiteci per saperne di più!

Un anticipazione per dicembre:
martedì 3 dicembre 2019 | ore 18.00  Palazzo Altemps
Medardo Rosso



La mostra monografica, curata da Francesco Stocchi e Paola Zatti, affiancherà le opere di Rosso con la classicità dei capolavori di Palazzo Altemps.
A guidarci, Ludovico Pratesi!

Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a
appuntamenti@lalampadina.net

 


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ALL'OLIMPICO CON
LA LAMPADINA

 

Appuntamenti per novembre al
Teatro Olimpico di Roma

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DAL 12 al 17 NOVEMBRE
L'ESORCISTA
La prova di fede più agghiacciante ed estrema prende vita sul palco.
L'Esorcista trasforma le inquietanti battaglie del bene contro il male, della fede contro il dubbio e dell’ego contro l’ethos in un’esperienza unicamente teatrale, tanto sofisticata quanto emotivamente coinvolgente.

L’Esorcista è l’adattamento teatrale di John Pielmeier e Agnese di Dio del romanzo omonimo di William Peter Blatty, da cui è stato tratto il film celeberrimo di William Friedkin.
Clicca qui per conoscere le promozioni riservate ai Lettori de La Lampadina!

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DAL 5 al 10 NOVEMBRE

SWEENEY TODD -- IL DIABOLICO BARBIERE DI FLEET STREET
IL MUSICAL THRILLER

Il barbiere Benjamin Barker viene ingiustamente arrestato e obbligato all’esilio in Australia dal giudice Turpin che è innamorato della moglie di Barker, Lucy. Il protagonista, dopo quindici anni, fugge dalla detenzione e adotta il nome di Sweeney Todd, tornando a vivere nel suo vecchio appartamento in Fleet Street e da là un susseguirsi di scoperte e avvincenti e drammatiche vicende.
La favola macabra di Sweeney Todd è un'opera teatrale del 1842, di George Dibdin Pitt, trasformata in film del 1936: “The Demon Barber of Fleet Street”, poi arrivò alla sua forma d’arte più conosciuta: il musical. Dagli anni '70 in poi le liriche di Sweeney Todd si sono cantate nei teatri più famosi di Broadway, sino alle più moderne trasposizioni cinematografiche, fra cui spicca la pluripremiata versione del 2007 di Tim Burton, interpretata da un convincente Johnny Depp.
Di Stephen Sondheim & Hugh Wheeler
Regia: Claudio Insegno
Clicca qui per conoscere le promozioni riservate ai Lettori de La Lampadina!

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DAL 19 NOVEMBRE ALL'1 DICEMBRE
GREASE - IL MUSICAL

In Italia, il musical di Jim Jacobs e Warren Casey, prodotto da Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi, in più di 20 anni sui palcoscenici di ogni Regione, è un fenomeno che si conferma ogni sera, con più di 1.800 repliche per oltre 1.870.000 spettatori a teatro. Una festa travolgente che dal 1997 accende le platee italiane, e ha dato il via alla musical-mania trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”, un cult intergenerazionale che non è mai stato così attuale ed è amatissimo anche dalle nuove generazioni.

Di Jim Jacobs e Warren Casey
Liriche italiane: Franco Travaglio e Michele Renzullo
Canzoni aggiunte: B. Gibb, J.Farrar, L. St. Luis, Simon, T.Kitt&B. Yorkey
Regia: Saverio Marconi

 

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SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA SEGUIRE: Venerdì 8 novembre 2019, ore 15 - 18
Convegno Link Campus University
A 30 anni dalla caduta del muro di Berlino

DA VEDERE: Martedì 12 novembre 2019, ore 19:00 Progetto e Utopia. restauro di due opere del MAXXI architettura. Presentazione dell'ultimo restauro sostenuto dalla Fondazione Paola Droghetti

 Leggi di piu'...

 

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MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode

 

ROMA

MAXXI
Della materia spirituale dell'arte
Curata da Bartolomeo Pietromarchi.
19 artisti della scena internazionale  interpretano il tema dello spirituale, in dialogo con reperti archeologici della storia arcaica di Roma. Una mostra difficile ma interessante che la Lampadina vi porterà a visitare a breve con il prezioso aiuto di Ludovico Pratesi. Teneteci d'occhio!
Fino all'8 marzo 2019


ACCADEMIA DI FRANCIA - VILLA MEDICI:
Un'antichità moderna.
Questa mostra riprende l'idea dell'appropriazione dell'antichità romana classica in Francia.
È concepita in collaborazione con il Museo del Louvre: quattro secoli di acquisizioni, dalla creazione dell'Accademia nel XVII secolo sino ai nostri giorni.
Fino al 26 gennaio 2020


PALAEXPO: La dinamica dei mostri: da Carlo Rambaldi a Makinarium. 
Una mostra dove portare i ragazzi che senz'altro si divertiranno nello scoprire le creature create dal genio di Carlo Rambaldi (1925-2012), l'uomo degli effetti speciali, colui che le ha trasformate in protagoniste dei numerosi film in cui ha collaborato: E.T., King Kong, Alien, ecc.
Troveremo materiale proveniente dal suo archivio privato, che enfatizza la brillante tradizione artigianale italiana come "marchio di qualità" che da sempre distingue le maestranze cinematografiche del nostro Paese. La mostra documenta anche il lavoro delle generazioni successive a Rambaldi.
Fino al  6 gennaio 2020

 

LONDRA

NATIONAL PORTRAIT GALLERY
"Elisabeth Peyton. Aire and angels"

La retrospettiva, che riunisce i ritratti più interessanti ed originali di una delle artiste americane contemporanee più celebri ed amate, ci permette di scoprire lo straordinario processo creativo della Peyton, che vive e lavora a New York, ed esplorare lo sviluppo e l'evoluzione della sua arte unica ed inconfondibile, dagli anni Novanta fino ad oggi.
Fino al 5 gennaio 2020 
 

Pre-Raphaelites Sisters  
Una raffinata mostra costruita intorno al movimento dei 'Preraffaelliti', visto ed analizzato, in questa occasione, dal punto di vista femminile. In questo movimento, ispirato al mondo medievale, gli artisti cercavano la purezza e la semplicità.
Una pittura raffinata, eterea ed elegante che oscilla tra presente e passato ed esprime l'inquietudine e la malinconia della società vittoriana.
Fino al 26 gennaio 2020


PARIGI 

BIBLIOTÈQUE MAZARINE: Livres au miroir: Marguerite de Merode
L'Artista chiede a 27 personaggi della cultura francofona di scegliere per lei un libro che considerano abbia cambiato, influenzato la loro scelta di vita. Chiede loro di scrivere un breve testo giustificando la loro scelta, di scegliere un passaggio del libro che ritengano importante. Con questi elementi, l'artista comporrà per ognuno di loro un pannello, in cui due fotografie, realizzate da lei (dell'interno segnalato e dell'esterno del libro, compagno del loro viaggio) dialogano con il testo ricevuto. La mostra presenterà nella grande galleria della storica Bibliothèque Mazarine, le sue 27 opere che, insieme, creano il profilo del mondo intellettuale francofono; tanti ritratti di questi importanti autori, che hanno partecipato al suo lavoro: ritratti dell'anima attraverso la scelta del loro libro.
Fino al 1 febbraio 2020 

 


 

  Pensiero Laterale
Incendio nella prateria

Ti trovi in una sterminata prateria di erba alta e secca. In lontananza vedi il fronte di un immenso incendio che avanza verso di te, spinto da un forte vento. Non puoi fuggire di corsa perché la velocità del vento è molto più elevata della tua.
Non puoi rifugiarti da nessuna parte perché tutto intorno a te, per chilometri e chilometri c'è solo erba secca.
Ti frughi nelle tasche alla ricerca del telefono cellulare ma scopri di avere soltanto un accendino.
Cosa fai?


Questa volta non è facilissimo
Guarda qui la soluzione...

LA LAMPADINA - RACCONTI DI VIAGGIO
Venezia è sempre Venezia!

Mi sono preparata al fine settimana veneziano con gli Amici de La Lampadina già pregustando ciò che non mi delude mai: lo stare veneziano, i ritmi, la calma sospesa delle vie d'acqua non battute dai vaporetti, i campi che si aprono deserti, via dalla pazza folla, solo un passo a destra dalle vie a scorrimento veloce, piene di traffico umano, che segue insegne gialle e nere con le direzioni più famose: San Marco, Ferrovia, Accademia. Ho sempre l'impressione che arrivino in luoghi diversi da quelli dove vado io. Ma ormai ho imparato, i luoghi sono gli stessi, gli occhi sono diversi.
L'appuntamento autunnale de La Lampadina per seguire con Ludovico Pratesi (appunto, altri occhi) la Biennale di arte veneziana e non solo, è divenuto imprescindibile nel nostro calendario associativo. Venezia è una città nella quale bisogna tornare spesso, c'è sempre tanto da vedere e così poco tempo a disposizione, perchè la città....
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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina e' una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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