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La Lampadina - n. 89 ::: Febbraio 2020

Cari Lettori,
il fil rouge di questo numero è sicuramente la passione, nel suo senso estensivo, dato che deriva da passus, participio passato di pati, soffrire. Un sentimento profondo e violento che agita l'animo dell'uomo e agisce sulla sua volontà in modo da condizionarla. Non intendo usare questa definizione, no, non quel tipo di passione, o di sofferenza, ma la sua accezione più utilizzata, che indica invece forte interesse, un’inclinazione accesa, per qualcosa o qualcuno altro da noi: John ha la passione del nuoto, l’arte esposta alla Tefaf vive di passione, quella dell’artista che crea spinto dalla passione, e quella del collezionista che acquista spinto dal desiderio.
L’approfondimento sulla passione erotica che ritroviamo negli affreschi di Pompei non va spiegata, e quella amorosa di Eloìsa e Abelardo è solo una parte della loro storia. E poi il desiderio che porta il progettista a sconfinare i limiti della statica per creare qualcosa che risolva un problema; il trasporto di Susana Walton verso William e la creazione di quel magnifico luogo incantato che è il giardino della Mortella?
Passion! What else?
Buona “appassionata” lettura a tutti voi.
ICH


Venerdi,  7 febbraio 2020

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


CURIOSITÀ - Gli hobbies
Articolo di Carlo Verga

Gli hobbies: quante sono le cose che ognuno di noi ha la passione di raccogliere o fare? Dai fiammiferi, alle scatole di sigarette, a cose anche più importanti, dipinti, automobili o altre ancora: la raccolta di insetti, scarafaggi, scorpioni, avete mai visto di quest’ultimo settore le fiere specializzate, soprattutto negli Stati Uniti? Poi ci sono manie degli sport come bicicletta, corsa, vela, cavallo e tanti altri ma questa che vi racconto non l’avevo mai sentita.
Il nuoto, sììì il nuoto, a tutti piace nuotare ma…
Eravamo in casa di amici, tanta gente ed alcuni volti mai visti che ci hanno colpito in un modo incredibile. Una coppia di ragazzi cresciuti con una passione incredibile per il nuoto, uno è il nuotatore, John, l’altro il suo personale trainer, Luca. Fin qui, direte voi nulla di speciale, ma sentite, sentite quale fascino per un hobby del genere.
Il nuotatore John è un ragazzone americano che vive a Roma e parla solo Inglese, tipico esempio nell’altezza e nella fisicità di quei soldati dei film di guerra degli anni ‘50.

Di poche parole, forse timido, ma appena introdotto l’argomento nuoto si è aperto in un grande sorriso. Ha cominciato fin da piccolo a sguazzare nell’acqua e crescendo si è appassionato sempre più a questo incredibile sport e come lui lo pratica.
John con il suo personal trainer, sono un associazione oramai ben collaudata, si scelgono i posti più belli al mondo e alcuni anche difficoltosi per una nuotata di piacere. John nuota e Luca lo segue in barchetta per i tratti più semplici o con l’ausilio di barche grandi o anche da motovedette dove richiesto.

Hanno scelto paesi tra i più interessanti, Stati Uniti, Australia, Europa in ogni dove. La loro base è Roma: scelto l’itinerario, contattate, se necessario, le autorità locali per i permessi e via. A giorni sarebbero partiti per una nuotata di cinque ore in Spagna, hanno in programma la Manica, lo stretto di Messina e tante altre zone più o meno difficili.
Recentemente John ha fatto il giro di alcune delle isole Pontine, Procida sopra tutto, si allena per fisse due ore al giorno in una piscina vicino Roma, così sono sempre pronti con il solo costume a partire per ogni dove. Certo non un hobby a buon mercato ma evidentemente non ci dobbiamo preoccupare.
Naturalmente incuriositi gli abbiamo rivolto mille domande soprattutto cosa lo spinge a tutto questo. Lo fanno esclusivamente per il piacere del nuoto, senza alcuna pubblicità, ne parlano poco o niente, non hanno sponsor e solo un grande amore per la natura e forse la voglia di vincere certi elementi.
Ci racconta John, che si è tuffato in acque anche a 0 gradi, senza problemi. Nuota senza muta cospargendosi abbondantemente di grasso (oltre al suo naturale!) per non diminuire la velocità. Secondo Lui il freddo è un processo mentale. Chissà.
Secondo le zone, devono chiedere permessi speciali, la Manica è uno di questi e una motovedetta li segue per tutto il tragitto. Ci sono anche delle regole che devono essere rispettate ed evidentemente tempi e modi devono essere in qualche modo annotati dalle Autorità, probabilmente una questione di record.
Poi tante domande sui pericoli di questa attività bella me certo eccentrica e quando in mare aperto. Chiedevamo a proposito degli squali, ci dicono mai avuto paura, perfino in Australia dove hanno attraversato a nuoto le zone più pericolose, dicono di non averne visto neanche uno. A volte, ci raccontano, possono attaccare i surfisti che nella trasparenza nell’acqua possono essere scambiati per leoni marini.
Il più grande pericolo sembra venga dalla meduse, in alcune zone e in certi periodi dell’anno è perfino proibito nuotare, in altre zone rischi molti ma la passione è troppa. In un’occasione il Nostro, ha dovuto rinunciare, dopo qualche miglio dalla partenza, alla sua proverbiale nuotata, dopo un tratto di mare infestato dalle meduse perche “assalito” e punto da un numero incredibile di questi invertebrati fastidiosi, alla sua risalita in barca hanno contato fino a 100 lesioni… con dolori lancinanti. Certo una bella attività, visiti luoghi i più incantevoli e senza troppe preoccupazioni.
E che dire dell’altra mania del momento? Via le scarpe.

Camminare scalzi è di grande moda. Nato in Nuova Zelanda, lo “scalzismo” si è diffuso negli Stati Uniti e nell’Europa del Nord. Alla base della filosofia è il contatto dell’uomo con la natura, la sensazione di toccare il suolo senza il filtro delle suole delle scarpe. La tendenza prende sempre più piede e anche in Italia non mancano gli estimatori.
Nella nostra Penisola esiste la comunità web Nati Scalzi. Oltre duecento iscritti dalla Val d’Aosta fino alla Sicilia che comunicano il loro andare in giro senza calzature durante ricorrenze, manifestazioni e in ogni altra occasione. A livello europeo c’è il sito Barefooting che offre una panoramica ampia sugli appassionati di tutto il mondo.
Se non altro un grande lavoro per i pedicure.

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La Redazione concorda:

"Senza impegno, non si può approfondire nulla, che si tratti di una relazione, di un lavoro o di un hobby."

Neil Strauss

ARTE – TEFAF– The European Fine Art Fair a Maastricht
Articolo di Lucilla Laureti

Ogni anno in marzo si tiene a Maastricht TEFAF, la più importante mostra d'arte antica e moderna al mondo.
Quest'anno sarà dal 7 al 15 marzo e festeggerà il 33esimo compleanno con circa 280 espositori super selezionati, che prima di essere ammessi devono passare "le forche caudine".
Una volta ammesso, versi circa 20.000€ a fondo perduto più l'affitto dello spazio e non è ancora tutto! Arrivi con i tuoi quadri, mobili e oggetti e devi superare il "vetting" una commissione di esperti per tutti i settori analizza puntigliosamente le tue cose e dà l'ok per la loro autenticità altrimenti te le riporti a casa!
Questa è una delle caratteristiche che rendono TEFAF (The European Fine Art Fair) unica. Il visitatore e l'ipotetico acquirente o appassionato sa che quello che vede è del tutto autentico.
Per non restare indietro a nessuno, organizza a New York 2 manifestazioni in primavera con arte Moderna - contemporanea e design e in autunno con arte antica.
Sono stata l'anno scorso a gennaio a BIAFRA la più piccola consorella di Bruxelles e vi assicuro che è stata un'esperienza magnifica! Un allestimento super, fiori ovunque e bellissimi stands per non parlare del pubblico che arrivava da tutto il mondo! La cosa interessante come loro dicono "7000 anni di storia" in un unico posto per "raccogliere i gusti di tutti".
Da Roma quest'anno partecipano 4 gallerie:

e siamo stati ad intervistarli per sapere dalla viva voce cosa avevano in programma di portare a Maastricht, è stato un vero piacere visitare queste belle e storiche gallerie.

Antonacci per esempio porterà, tra le altre, un'opera di Aristide Sartorio "Mattinata al mare" che rappresenta la moglie e i figli al mare di Fregene, inoltre una collezione unica di 30 opere di G. B. Camuccini.
Alberto Di Castro, alla quinta generazione, è presente da 23 anni alla TEFAF e presenterà oggetti d'arte italiani rari e inediti, tra le curiosità un orologio svegliarono monastico del 300.
Alessandra Di Castro si presenterà alla mostra con opere mai esposte come una grande scena con animali di Giovanni Vencesclao Peter, pittore attivo a Roma e presente a Villa Borghese e Palazzo Altieri, nonché pittura dal vero e classicità romana, marmi e argenti e una coppia di candelabri del Valadier.
La Galleria Virgilio proporrà opere e ritratti del XVIII secolo fino ai primi decenni del novecento, oli su carta e sculture tra cui 2 busti di Thorvaldsen e un grande ed importante ritratto del fondatore delle Assicurazioni Generali opera di G. Tominz, geniale ritrattista dell'aristocrazia italo-asburgica. Volendo passare a tempi più antichi opere di Salvator Rosa e Carlo Amalfi.

La Lampadina quest'anno organizza un viaggio a Bruxelles con intera giornata a Maastricht e io non me lo voglio perdere, voi?

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La Redazione propone questa ipotesi:

"Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima".

George Bernard Shaw

ABBIAMO OSPITI/CULTURA - Erotismo antico: affreschi parlanti
Articolo di Elvira Coppola Amabile, Autore Ospite de La Lampadina

Per il desiderio di raccontare qualcosa di frizzante e un po' trasgressivo e per lo spiritello che serpeggia birichino in ognuno di noi sull'argomento sesso, questa volta voglio parlare di erotismo. Ecco allora una serie di curiosità e rivelazioni sui costumi erotici all’epoca dei romani e qualche accenno a quelli degli etruschi azzardando un cauto confronto. 

Una visita recente a Pompei dove nuovi scavi sono stati aperti, mi ha ricordato di quando in passato da certi luoghi facevano restare fuori le signore e accomodare solo i signori. Nella Villa dei Misteri nella Casa del Fauno e in altre... c’erano stanze segrete, proibite! Gli affreschi raffigurati erano considerati scandalosi. Alle donne e figuriamoci ai bambini non erano permesso vedere i dipinti o le sculture custodite in quelle stanze. Restavamo fortemente incuriositi noi ragazzini naturalmente.
Non sapevamo cosa immaginare anche perché erano tempi in cui tutta l’informazione riferita alla sessualità era piuttosto ingenua e non c’era la disinvolta conoscenza di oggi sull'argomento né lo spudorato esibizionismo.
Oggigiorno in quelle stanze entrano tutti. Sono stati svelati i misteriosi segreti di quei luoghi. Le raffigurazioni sono interessanti poiché da esse si può intuire il rapporto e l’importanza che la società romana attribuiva al sesso.
Nessuno si scandalizza più di niente e le immagini vengono diffuse e pubblicate su riviste libri senza problemi con semplicità.
Incredibile quanto si possa intuire dello spirito di un popolo dall'osservazione di cosa hanno scelto di raffigurare. Ovviamente tutto va rapportato al contesto all’epoca ai luoghi.
Anche allora i costumi e le relazioni venivano regolate e influenzate dal periodo storico. Ci sono state imperatori molto severi, Augusto ad esempio, che imponevano comportamenti moralistici. Altri più tolleranti addirittura licenziosi. Vedi Nerone o Claudio. È noto che Messalina sposata a 14 anni a un ultracinquantenne Claudio, si prostituiva col nome di Licisca. Lui lo tollerava.
Quello che si evince dalle stanze di Pompei si riferisce a quell’epoca ovviamente.
Ci sono vari livelli di espressioni. Quelli che riguardano la sfera apotropaica dove l’orgoglio di un organo maschile di dimensioni ragguardevoli veniva apprezzato con entusiasmo. Le immagini sono talmente grottesche che l’ilarità ne mitiga la volgarità. Per il potere che gli si attribuiva di stornare il fascinium cioè il malocchio, il fallo era il principale amuleto. Non c’era intendimento osceno tanto che veniva esibito anche nelle case alla vista dei fanciulli, degli ospiti e della timorate madri di famiglia. Il significato bene augurante è molto sentito e non finisce mai riproponendosi regolarmente dalla notte dei tempi. Si riscontra ancora oggi nella nostra iconografia popolare. Battute allegramente pecorecce di tanto in tanto affiorano nelle conversazioni con esplicite allusioni. Si toccano i genitali per scongiurare la malasorte! Le terme erano costellate di numerose raffigurazioni variamente interpretate. A volte dall’offerta di servigi per l’accoglienza, altre volte erano parodie ironiche che non abbandonavano mai le interpretazioni degli antichi. Gustose e ilari semplificazioni di Pan che scopre Ermafrodito o di Polifemo grosso brutto e impacciato alle prese con Galatea. Eterno tema dell’immaginario erotico da noi definito “la bella e la bestia”.
L’intento parodistico è stato rinvenuto in scene di sconcertante crudezza sessuale come quelle rinvenute  di recente nel complesso delle terme suburbane posto all’esterno della Porta Marina. In una prima interpretazione attribuite a servizi particolari disponibili ai piani superiori del complesso. Poi visto che ogni scena corrispondeva ad una scatola e ce n’erano diverse numerate, si è compreso che ogni scena raffigurante una particolare attività sessuale era abbinata ad un contenitore di abiti. Uno spiritoso tipo di armadietto illustrato per riporre indumenti.
Un’altra curiosità riguarda il ritrovamento di dischetti simili a monete con un numero da I a XVI su una faccia e una scena erotica sull’altra. Questi gettoni chiamati “spintriae” il nome dato alle prostitute, erano prodotti della zecca. E forse utilizzati nei postriboli secondo Svetonio (Vita di Tiberio). Scandaloso pagare con una moneta effigiante l’imperatore? Forse. Marziale parla di lascivia numismata elargita a pioggia al popolo da Domiziano in un suo trionfo. 
All’epoca il sesso non era considerato nè peccaminoso nè vergognoso per cui se ne parlava  tranquillamente. Inoltre i gettoni erano anche utilizzati da analfabeti e le figure esplicitavano l’utilizzo. 
Molte le scene che raccontano amplessi orgiastici nei lupanari o nei banchetti o semplicemente nella vita privata. Le immagini descrivono con dovizia di particolari rapporti sessuali durante banchetti e quindi pubblici. Lasciano intendere che i costumi avevano raggiunto un livello discinto piuttosto notevole. Comprendevano anche relazioni omosessuali. Erotismo negli spettacoli.

Erotismo nel privato con piccoli quadri di scene erotiche coperte da uno sportello. Probabili strumenti di eccitazione. Oltre al voyeurismo e all’esibizionismo.
La sfera religiosa prevedeva cerimonie rituali di fertilità. É noto che nella religione romana il culto era rivolto ad una divinità per ogni debolezza umana per ogni inclinazione o vizio. I baccanali li celebravano periodicamente, ad esempio. Una sofisticata concezione della complessità umana avvicinata oggi in parte dalla psicoanalisi. A Pompei era venerata la Venus Fisica protettrice della città. La dea simboleggiava la forza germinativa della natura stessa nel suo tendere alla propagazione della vita in tutte le sue forme. Una visione concettuale quindi strettamente religiosa.
Nel mondo Etrusco i reperti archeologici non sono così numerosi come in quello romano. Più che altro legati ai ritrovamenti nelle tombe. Quindi più difficile decifrare usi e costumi. Tanto più che la lingua etrusca è ancora un mistero. Gli studiosi si applicano costantemente ma tuttora solo in minima parte sono state decifrate le scritte su anfore, affreschi, mosaici, sculture. Spesso le scritte sono in greco poiché gli etruschi erano aperti alle culture degli altri popoli. Dobbiamo quindi affidarci a frammenti e ai commenti  degli altri scrittori.
Amavano la natura i piaceri della vita più che della guerra. Giochi, banchetti, musica, danza, attività sportive, affetti familiari. A ció possiamo aggiungere anche il sesso, vissuto in modo naturale, non solo istintuale. Molto interessante il loro rapporto con la natura, direi ambientalista. L’impatto ambientale del loro passaggio nella storia è stato quasi impercettibile. A differenza degli altri popoli non elevarono costruzione grandiose per sfidare i secoli. Costruirono le loro case e le loro città con argille legno e paglia. Tutti materiali biodegradabili di cui non è restata traccia. Eppure la loro civiltà si è prolungata per circa un millennio.
Un diverso significato traspare quindi dalle figure di sculture, dipinti e mosaici trovati nei reperti etruschi. Scene erotiche raccontate in piena natura con alberi, fiori, atmosfere gioiose.
Gli sposi abbracciati sui sarcofagi raccontano di rispetto, complicità, amore. Sappiamo che la donna viveva in una società che le conferiva dignità pari agli uomini.
Gli sposi venivano immortalati in teneri atteggiamenti spesso voluttuosamente nudi o coperti da veli.
Teopompo scrittore greco del IV secolo a.C. vissuto alla corte di Filippo il Macedone, fu autore di almeno 70 libri di cui sono restati solo pochi frammenti sui costumi sessuali degli Etruschi. Ma si suppone che le sue descrizioni siano condizionate da usanze diverse e decisamente maschiliste proprie del popolo greco e di quello romano.
Le donne etrusche avevano grande cura del loro corpo e si agghindavano riccamente in modo elegante e ricercato Si truccavano, ingioiellavano e partecipavano ai banchetti assieme ai loro mariti e agli amici. Questo veniva considerato sconveniente da chi relegava le proprie donne ai ruoli domestici e accettava solo le etere alle feste e ai banchetti.
Presso i greci e i romani era una specie di sinonimo: donna etrusca equivaleva a prostituta. Ma erano solo costumi diversi di una civiltà più orientata verso una parità di diritti sia giuridica che comportamentale.
Del resto tutt’oggi gli islamici che coprono le loro donne con veli ritengono sconvenienti gli abbigliamenti adottati dalle donne occidentali e ne disapprovano gli atteggiamenti. Loro le guardano con malcelato disprezzo. Per contro vengono tollerati con supponenza compassionevole. Sicuramente le donne etrusche subivano questo tipo di pregiudizio.
Le uniche fonti iconografiche etrusche che possediamo sono le tombe: la Tomba della fustigazione, la Tomba dei tori e la Tomba delle bighe.
In esse ci sono raffigurazioni esplicitamente erotiche e narrazioni suggestive di rapporti sessuali.
In conclusione la nostra attenzione ci fa sgranare occhi stupiti su un mondo a volte incomprensibile. A volte ci fa sorridere mentre non riusciremo mai a comprendere la vera essenza e le emozioni di uomini e donne di formazione completamente diversa dalla nostra. Tuttavia posto che l’erotismo è emanazione diretta dell’amore, se ci si spoglia dei retaggi culturali si raggiunge l’essenza dell’attrazione tra i sessi, che resta pur sempre il gioco più intrigante che la natura umana conosca.

Vasia quae rapui, quaeris, formosa puella,
accipe quae rapui non ego solus: ama.
Quisquis ama valeat!

I baci che ti rubai mi chiedi procace fanciulla
ammetti non fui io il solo a rubarli: ma tu ama!
Chi ama è felice!

(Fabio Rufo in RaNapXLI1966)

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La Redazione propone questa idea:

"La più parte degli uomini è eroticamente cieca, poichè commette l'imperdonabile malinteso di scambiare  Eros con sessualità".

Karl Gustav Jung

CULTURA - Il giardino della Mortella a Ischia: un paradiso e una bella storia d'amore
Articolo di Marguerite de Merode Pratesi

Nel marzo del 2010, il Corriere del Mezzogiorno titola: “Lady Walton: è morta la signora dei fiori. A Forio (Isola di Ischia) creò il paradiso della Mortella”.
Non tutti conoscono questo luogo incantato dove, nutrito da una bellissima storia d’amore, è nato un meraviglioso giardino mediterraneo e subtropicale. Fra due mesi ricorrono 10 anni da quando è mancata Susana Valeria Rosa Maria Gil Passo, moglie del compositore Sir William Walton. Lei, che, per più di 50 anni, ha dedicato al proprio giardino la sua energia, il suo infaticabile entusiasmo, la sua passione e la sua competenza botanica.
Ritorniamo agli inizi di quella che sarà la storia di uno dei più bei giardini italiani, ovvero ai protagonisti di questa meravigliosa avventura d’amore e di creatività, che unisce due grandi personalità.
William Walton, di umili origini, autodidatta, crea musica, è conosciuto nel mondo per le sue musiche per film e balletti ed era considerato, all’epoca, uno dei più grandi compositori inglesi.
Susana Valeria Rosa Maria Gil Passo è la figlia di un importante avvocato argentino, il dottor Enrique Gil, dell’alta borghesia sudamericana. Nel settembre del 1948 Susanna ha 22 anni, è già laureata e lavora al British Council di Buenos Aires. Walton, arriva in Argentina per una conferenza internazionale della Performing Right Society, il cui compito era di convincere le Autorità locali a firmare la Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche nel mondo.
La Convenzione stabiliva il riconoscimento reciproco del diritto d’autore tra le nazioni aderenti. William ha 46 anni ed è un musicista affermato. Durante la prima conferenza stampa, Walton s’innamora follemente della giovane Gil, dai grandi occhi verdi, intelligente, attraente e vivace e la sera stessa la chiede in moglie. Si sposano due mesi dopo, il 18 dicembre del 1948, e partono per l’Europa tra la preoccupazione degli amici e della famiglia di lei che nutriva ben altri progetti per la giovane donna.
Susana dimostra di essere la compagna ideale per Walton che può mettere finalmente in pratica il progetto di cui aveva sempre sognato. L’idea era di lasciare definitivamente l’Inghilterra e venire a vivere e lavorare in Italia.
Scelgono come meta Ischia. È l’inizio di un lungo e bel sodalizio durato 35 anni, pieno di musica, creatività e amici. Giunti a Forio d’Ischia, prendono una casa in affitto.
Dopo 10 anni vi comprano un terreno sul promontorio di Zaro che domina il mare campano, “un terreno assolato e brullo costellato di pietre vulcaniche, una valle con terra scura rivolta al tramonto”. È lì che Susana, donna di grande raffinatezza e appassionata di giardini, mentre William compone, mette in opera le fondamenta di un autentico paradiso chiamato La Mortella dal nome dei cespugli che “crescevano fra le rocce”.
Il grande giardino è disegnato inizialmente dall'architetto paesaggista inglese Russell Page, ammiratore di sir William Walton. È Lady Susanna in persona, che mette in opera il progetto con una passione senza pari, dirige i lavori, sceglie le piante con grande entusiasmo e competenza botanica. In quel luogo nasceva la musica di William e crescevano le piante di Susana. Costruiscono una grande casa che ospita la sala concerti, l’archivio e dove, in futuro, sarà creato un Museo dedicato al musicista. Creano vari giardini; quello a valle dove regna un ambiente sub-tropicale con un micro-clima umido e ombroso e uno, in collina, più esposto al sole.
Fino alla morte, avvenuta nel 1983 a 81 anni, William ha portato le piante da ogni angolo del mondo e le ha viste crescere. Non contenta della sua grande opera, Lady Walton realizza infine un Teatro greco con la cavea aperta sul mare, pronto ad accogliere un’intera orchestra sinfonica. “È circondato da un bosco di lecci e rose cinesi e da grandi muri con rocce naturali che garantiscono un’acustica ideale. I sedili in pietra sono tappezzati di timi aromatici che diffondono nell’aria il loro profumo”. “William è morto l’8 marzo, giorno dedicato alla donna in tutto il mondo, Susana il 21 marzo 2010, giorno dell’equinozio di primavera in cui la luce ha la stessa durata dell’ombra.”
Nel 1991, Lady Walton, rimasta vedova da qualche anno, decide di aprire il giardino al pubblico. La Mortella è oggi proprietà della “Fondazione William Walton e La Mortella” che se ne occupa con competenza. Organizza numerose attività culturali per incentivare l'amore e la conoscenza della musica, e preservare l’eccezionale giardino.

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Leonardo Hall è d'accordo:

"Gli appassionati sollevano il mondo, e gli scettici lo lasciano ricadere".

Albert Guinon

ABBIAMO OSPITI/INGEGNERIA – Il ponte sullo stretto di Messina: un'avventura tecnica e tecnologica
Articolo di Massimo Cestelli Guidi, Autore Ospite de La Lampadina

Perché il ponte previsto sullo stretto di Messina costituisce un’avventura tecnica e tecnologica? Per comprendere il motivo di una mia tale definizione, riguardo il progetto del ponte, è necessario esaminare alcune caratteristiche del progetto, paragonandole alle opere della stessa tipologia strutturale già realizzate.
Intanto è bene precisare che il progetto attualmente redatto per il ponte si trova soltanto nella fase di progetto preliminare, perché il progetto definitivo non è stato mai terminato. Le fasi di progettazione delle opere previste dalla legge Merloni sono tre: progetto preliminare, progetto definitivo e progetto esecutivo. Il progetto definitivo, pur definendo compiutamente le opere da realizzare, non è un progetto cantierabile, ma è il progetto per le gare d’appalto. Cantierabile è il progetto esecutivo che generalmente viene redatto dalle stesse Imprese che hanno vinto l’appalto.
Nel caso del ponte sullo Stretto, la concessione per la realizzazione del ponte è stata affidata in base al progetto preliminare.
Nel 1969 l’ANAS aveva indetto un concorso di idee per l’attraversamento viario e ferroviario dello stretto di Messina. Fra le varie soluzioni presentate (alcune infattibili e fantasiose: ponte di barche, ponte sostenuto da aerostati, ecc.) c’era una soluzione particolare ideata da mio zio, Carlo Cestelli Guidi, denominata il “Ponte di Archimede“, costituita da una galleria sommersa di quel tanto per far passare le navi che transitavano nello Stretto.
Una galleria completamente interrata sul fondo del mare non era possibile realizzarla perché, dato che il fondo marino si trova 80 metri al disotto del livello del mare, la galleria sarebbe emersa in superficie 20 Km circa oltre Reggio Calabria ed altrettanti oltre Messina. Chi avesse voluto usarla per andare da Reggio a Messina avrebbe dovuto percorrere circa 100 Km.
La galleria del Ponte di Archimede sfruttava per la stabilità verticale la spinta di Archimede (“un corpo immerso in acqua riceve una spinta dal basso verso l’alto proporzionale al volume del liquido spostato”) e per la stabilità laterale, per contrastare le notevoli correnti dello stretto, la realizzazione di tiranti ancorati nel fondo marino. I tiranti avevano anche la funzione di impedirne la tendenza al galleggiamento quando la galleria risultava scarica sia del traffico viario che di quello ferroviario.
Il concorso è stato vinto da una soluzione presentata dall’ing. Musmeci, soluzione costituita da una Tensostruttura molto simile alla tipologia classica dei ponti sospesi, tipo il “Golden Gate” in California a San Francisco.
Il progetto del Ponte sullo Stretto prevede proprio un ponte sospeso, tipologia strutturale molto diffusa nel mondo perché realizzando grandi luci (la luce di un ponte è la misura della distanza fra i piloni) consente di superare grandi fiumi, profonde valli, ecc.
Con questa tipologia strutturale, il ponte di luce maggiore attualmente realizzato nel mondo è il Ponte Akashi Kaikyo in Giappone, situato non lontano dalla città di Kobe. La luce di questo ponte sospeso è di 1990 metri, quasi 2 Km. Quello previsto sullo Stretto di Messina dovrebbe avere una luce di 3300 metri e molto probabilmente non si prevede di realizzarlo, dato che la seconda fase di progettazione (progetto definitivo ) non è stata terminata ed attualmente è ferma.
Il ponte Akashi, struttura antisismica, viene costantemente monitorato, soprattutto dopo che si sono verificati i terremoti di notevole intensità, come l’ultimo che si è verificato a Kobe. Il Ponte previsto sullo Stretto nel complesso rappresenta un notevole salto di qualità sia dal punto di vista tecnico che tecnologico. Se si pensa che per passare dalle luci di circa 1500 metri (Golden Gate, ponte sul Bosforo, ecc.) alla luce di circa 2000 metri del ponte Akashi sono passati circa 50 anni, il passaggio da 1990 m a 3300 m in meno di due decenni, rappresenta un salto tecnico e tecnologico che può definirsi “avventuroso”.
Paragonando questi due ponti relativamente alla portanza, alle deformazioni ed alle azioni impulsive dovute al vento, i problemi si aggravano per il ponte sullo stretto nei seguenti rapporti: per la portanza con il quadrato delle luci (2.75, più del doppio); per le deformazioni con il cubo delle luci (4,6) per gli effetti del vento con la quarta potenza delle luci, ossia 7,6 volte.
Infatti dal progetto preliminare del Ponte sullo Stretto si deducono queste considerazioni: Riguardo la portanza per il 90% il ponte porta solo se stesso e solo il 10% è lasciato al transito veicolare e ferroviario;

  • Riguardo le deformazioni due treni che marciano in direzioni opposte non possono trovarsi contemporaneamente al centro della luce perché con la deformazione eccessiva dell’opera si supererebbe da ambo i lati la pendenza limite ferroviaria per far uscire i treni dal ponte.
  • Riguardo i problemi legati all’azione impulsiva esercitata dal vento, questi vanno valutati molto attentamente per evitare fenomeni di risonanza che genererebbero il collasso del ponte. Uno dei primi ponti sospesi costruiti negli Stati uniti, il Tacoma bridge, è crollato per fenomeni di risonanza dovuti al vento, ed il crollo atteso è stato filmato (qui il video).
  • Devono essere risolti numerosi problemi dei dettagli costruttivi: per citarne uno il giunto delle rotaie ferroviarie alle estremità del ponte, giunto necessario per compensare le deformazioni termiche dell’opera, attualmente il massimo realizzato ha un’escursione di circa 20-25 cm, mentre per il ponte sullo Stretto i due giunti alle estremità dovrebbero avere un’escursione di 70 cm ciascuno.

In ogni caso questi ultimi due governi non sembra che vogliano finanziare grandi opere, tipo il ponte sullo Stretto, dato che sembrano contrari anche al completamento delle grandi opere in esecuzione (No TAV, No Mose, ecc).
Inoltre con i problemi economici attuali per il nostro paese, non sarebbe nemmeno corretto iniziare l’avventura tecnica e tecnolocica per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

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Chi:

"Gli scienziati sognano di fare grandi cose.
Gli ingegneri le realizzano".

AJames Michener

CULTURA - Eloìsa (con l'accento sulla i)
Articolo di Beppe Zezza

EloisaQuando sentiamo questo nome subito ci viene alla mente la storia di amore con Abelardo.
Tutti conoscono la vicenda che ha coinvolto Abelardo ed Eloìsa conclusasi con la perdita da parte di Abelardo di quelli che, goliardicamente, vengono definiti i suoi “gioielli” (in verità mi rendo conto che l’aggettivo “tutti” è decisamente eccessivo; certo la vicenda la conoscono la gran parte di quelli della mia generazione ma, ritengo, che sia del tutto ignota a coloro che hanno meno di quarantanni).
Trovandomi io in Francia – sia Abelardo che Eloìsa erano francesi – ed essendo per di più sposato con una Eloisa (con l’accento sulla o) (e potete ben immaginare come al tempo del mio fidanzamento gli amici – che conoscevano i suoi fratelli - mi dicessero: attento a non fare la fine di Abelardo) mi è venuto il ghiribizzo di saperne qualcosa di più oltre ai fatti noti che i due erano stati amanti e che i fratelli, gelosi, si erano vendicati privando Abelardo dei suoi “gioielli”.
Dunque, Abelardo era un “professore” alla scuola di Parigi – quella che poi diventerà l'Università della quale è considerato uno degli iniziatori e fondatori - era molto stimato e apprezzato (e anche molto “consapevole” delle sue doti) e controverso per le tesi che propugnava, eterodosse per l’epoca nelle quali viveva. Era un “chierico” – aveva gli “ordini minori” e sperava in una brillante carriera ecclesiastica.
A circa trentotto anni si invaghì di Eloìsa, una giovinetta nipote del canonico di Notre-Dame dove anche lui aveva preso dimora.
Chi era Eloìsa? Era una “bella donna”, secondi i criteri dell’epoca, alta e slanciata (e con i denti sani cosa, pare, allora rara e apprezzata) ben nota in tutta Parigi per la sua “cultura letteraria”, per la sua conoscenza del greco, del latino e dell’ebraico. Generalmente si trova scritto che avesse “sedici anni”. In realtà non se ne conosce la data di nascita – si sa solo che era figlia illegittima di un appartenente alla nobiltà più alta del paese, secondo qualcuno, dello “zio” canonico dicono altri. Alcuni ora sostengono che le due cose – sedici anni e notorietà per la profondità della cultura – siano incompatibili e quindi di anni ne dovesse avere più di venti.
Quello che è certo è che Eloìsa ha un profilo molto diverso da quello che generalmente ci si fa per una donna del Medioevo (siamo agli inizi del dodicesimo secolo) e che la differenza di età tra i due era comunque considerevole (ma si sa che tra professore e allievo - e anche a parti invertite come si legge talvolta sui giornali ed è ben noto in Francia -non siano infrequenti storie di questo genere).
Abelardo riesce a farsi nominare suo insegnante dallo zio, la conquista e inizia con lei una storia d’amore – molto carnale e appassionato. Dei suoi intrattenimenti amorosi è lui stesso a fornire dei particolari nella sua Storia delle mie disgrazie: “Aperti i libri le parole si affannavano di più ad argomenti d’amore che di studio, erano più numerosi i baci che le frasi; la mano correva più spesso al seno che ai libri” “Per non suscitare sospetti la percuotevo spinto però dall'amore, non dal furore…e queste percosse erano più soavi di qualsiasi balsamo”[un po’ di sado-masochismo?] “Il nostro desiderio non trascurò nessun aspetto dell’amore, ogni volta che la nostra passione poté inventare qualcosa di strano, subito lo provammo” [“lo famo strano?” refrain di un film di Verdone].
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. Lo zio canonico li sorprende e si infuria. Un momento di tregua poi la relazione riprende senza pudore e… Eloìsa resta incinta. Abelardo la rapisce e la conduce lontano dove partorisce.
Abelardo, per ammansire lo zio, si offre di sposare Eloìsa – la quale non vorrebbe perché è contraria al matrimonio – ma in segreto (per non dover rinunciare alla carriera ecclesiastica che imponeva il celibato). Lo zio apparentemente accetta ma non mantiene il segreto e lo rivela. Eloìsa nega. Lo zio la copre di insulti.
Abelardo allora porta Eloìsa in un convento dove lui tuttavia continua a farle visita e a “intrattenersi” con lei (in refettorio, racconta lui). Lo zio e la famiglia (i famosi fratelli) si vendicano e mandano tre scherani che sorprendono Abelardo di notte e lo privano dell'“arma del delitto”. Due  degli autori del misfatto vengono presi, accecati e puniti con la “legge del taglione” (chi ha orecchi per intendere, intenda), nessuna conseguenza per i mandanti.
La notizia si diffonde. Abelardo scappa e si rifugia in un monastero e convince Eloìsa a prendere il velo. Dopo alterne vicende Abelardo indossa l’abito dei monaci di Cluny e diviene insegnante nella scuola del monastero. Eloìsa invece diventa badessa.
Una storia degna di un feuilleton: prima o poi Netflix ne farà una serie televisiva, ce ne sono tutti gli elementi.
Un particolare curioso per finire. Il termine Goliardia con il quale si indica lo spirito che anima le comunità di studenti che accompagnano alle necessità dello studio il gusto della trasgressione, deriva dal soprannome “Golia” con il quale Abelardo era designato ai tempi della sua ascesa.

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ICH concorda:

"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime
prima ancora che i corpi si vedano
” .

Paulo Coelho

COSTUME - Chi l'avrebbe mai detto!
Articolo di Lalli Theodoli

Non sempre apprezziamo quanto, in ogni campo, la nostra vita quotidiana ci offre.
Si dà per scontato l’aiuto del collaboratore, il daffare di una moglie e madre con figli che corre trafelata dalla casa alla scuola al supermercato e non riesce a trovare un piccolo spazio personale. L’impegno del marito totalmente  preso dal lavoro per assicurare alla sua famiglia il benessere che le vorrebbe assicurare. I nonni che corrono solleciti ad ogni allarme.
Se di botto la moglie scioperasse, il marito non fosse più così sollecito nel suo lavoro e i nonni partissero in crociera… allora sì che ci si accorgerebbe di quanto spazio hanno nella nostra vita e quanto il loro aiuto ed il loro impegno ci manchino.
Anche le facilitazioni di quanto abbiamo intorno diamo per scontato: la vicinanza dai negozi, dai mezzi pubblici, dalle scuole dagli uffici. Una volta costretti a vivere in luoghi più difficilmente connessi… quanta nostalgia degli autobus, in ritardo ma presenti, dei negozi vicini anche se con commessi ineducati. Bisogna scomparire per un po’ per essere veramente finalmente apprezzati: vale sia per le persone che per le cose.
Per cui: il cielo sa quanto abbiamo protestato  da tanto  tempo e violentemente per gli immondi cassonetti sparsi per tutta Roma. Stracolmi di spazzatura di ogni genere. Una vergognosa isola di sporcizia che troneggia nelle nostre strade più belle. Totalmente insufficienti, per cui, picco emergente al centro di una miriade di sacchetti sani o rotti o sparpagliati da ingordi enormi gabbiani.
Ci siamo domandati se, nel caso fossero stati finalmente sufficienti, saremmo stati abbastanza educati da limitarci a riempirli invece di allargarci nello spazio circostante con orridi mucchi sparpagliati per la strada e sui marciapiedi.
Abbiamo chiesto scusa agli ospiti stranieri per questo orribile spettacolo. Una volta uno sciopero, una volta i camion rotti, una volta le macchine parcheggiate ad impedire la raccolta.
Sempre mille giustificazioni per uno spettacolo invece ingiustificabile.
"“Se io fossi… "
Ognuno di noi ha proposto nei salotti soluzioni alternative ed esempi di efficienza. Perché non copiare dal comune di Porto Azzurro all'Elba? La spazzatura scompare sotto terra. Nulla di visibile a livello strada. Cestini ogni 50 metri per le cicche delle sigarette. All'estero tante capitali europee hanno risolto. Parigi anche lei stracolma di turisti è pulitissima. E noi? Ma non si può copiare da quanti sono più bravi di noi? Come a scuola. Copiamo dai primi della classe! Abbiamo continuato a brontolare.
Ma ecco che una mattina all'improvviso i cassonetti sono scomparsi nel quartiere Monti. In fondo a via dei Serpenti sotto la Madonnina non ci sono più. Nessun cartello ci invita a recarci altrove. 

Silenzio.
"Che carini! Li hanno allontanati dalla immagine sacra. Che rispetto!"
Ci rallegriamo per il gentile pensiero e con il sacchetto per la carta, quello per la plastica e quello tintinnante dei vetri, ci avviamo per via Panisperna  sede di un altro nido di cassonetti. Qui non ci sono immagini sacre da rispettare ma… sono ugualmente scomparsi.
Pensiamo li abbiano concentrati vicino all‘Angelicum. Ce ne erano tre in fila. Ma anche qui..nulla!
Dovremmo rallegrarci: le strade sembrano e sono più pulite. L’immondo spettacolo scomparso. Domani certamente avremmo delle informazioni dettagliate su cosa fare dei nostri residui. Ma il giorno seguente, nel quartiere, girano abitanti di ogni genere con lo sguardo disperato. Nessuna notizia è giunta. Uno si trascina un sacco tintinnante di vetri. Una un enorme sacco. Ha l’aria leggera. Sarà cartone. Un altro un sacchetto che tiene a debita distanza: umido, certamente.
Ci incontriamo continuamente. Ci chiediamo informazioni. Le braccia cariche e lo sguardo che scruta l’orizzonte disperato. In due giorni l’umido è pestilenziale, i vetri ed i cartoni hanno raggiunto proporzioni assolutamente ragguardevoli. Inutile il solito brontolio sulla quantità di imballaggi da scartare. L'elegante signora impellicciata con al guinzaglio un cane, con altrettanto elegante cappottino, continua a girare imbarazzatissima  con un piccolo sacchetto che… sappiamo cosa contiene!
L’avremmo mai detto di avere rimpianti? 
Si alza un grido disperato: “Ridateci gli immondi cassonetti!”

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FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là... 

Innovazioni utili per il cittadino - Che dire della nuova applicazione PagoPa entrando nella quale si potrà pagare qualsiasi cosa, ed anche richiedere i documenti all’anagrafe e tanto altro. Al momento è applicata in via sperimentale a Milano, Torino e Palermo, entro marzo 2020 sarà estesa a 60 comuni fino poi a coprire l’intera italia.
Il cittadino riceverà anche avvisi sulle scadenze, naturalmente se aggiornate dai vari enti.
Sempre interessati a queste novità, fiduciosi che funzionino.
CV

 

*

 

Giocare con lo smartphone - I giochi sul telefonino: tanti di ogni tipo, qualità etc, il mio preferito è Aworded: uno scarabeo on line, puoi giocare con chi vuoi, basta scaricarlo ed individuare i giocatori attivi. Un altro gioco di grande successo, dove sembra siano attivi 35 milioni di utenti in tutto il mondo si chiama Quizup. Si gioca scegliendo uno dei tantissimi argomenti e ci si confronta, in tempo reale, con chiunque anche via chat. È scaricabile gratuitamente.
CV

 

*

 

Vi ricordate il brainstorming? - Era un mito nelle aziende degli anni 80/90, era un momento di discussione su ogni un problema di difficile soluzione. Un momento casual, potevi inventarti un qualsiasi commento purchè creativo.
Oggi questo sistema di “mescolanza delle idee” ha avuto una battuta di arresto ed è passato ad una posizione secondaria. Secondo un sondaggio di we transfer, sembra che il creativo oggi abbia bisogno di silenzio, un posto dove pensare  e una preparazione individuale.
Il brain storming oggi può andare bene solo come rifinitore delle idee.
CV

 

***

 

APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina.

 

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Gli appuntamenti sono divisi in visite guidate a mostre e a luoghi particolari in Italia e a volte all'estero dedicati ai Soci de La Lampadina tra febbraio e maggio 2020
MOSTRE

20 febbraio 2020 - ore 18.30
Palazzo delle Esposizioni
JIM DINE



Uno dei maggiori protagonisti dell’arte americana, il cui lavoro, radicale e innovativo, ha avuto un grande impatto sulla cultura visiva contemporanea, in particolare su quella italiana degli anni Sessanta.
In mostra  oltre 60 opere, datate dal 1959 al 2016, provenienti da collezioni pubbliche e private, europee e americane.
La visita sarà guidata da Ludovico Pratesi

 

 

20 marzo 2020 - ore 12.20
Scuderie del Quirinale
RAFFAELLO



Una mostra monografica, con oltre duecento capolavori tra dipinti, disegni ed opere di confronto, dedicata a Raffaello nel cinquecentenario della sua morte,
avvenuta a Roma il 6 Aprile 1520 quando era appena 37enne.
La visita sarà guidata da Claudia Cieri Via

 

 

31 marzo 2020 - ore 18.00
Museo nazionale Romano
di Palazzo Altemps
DE PISIS

Continua la collaborazione tra Palazzo Altemps e la Galleria d'Arte Moderna e il Museo del Novecento di Milano, iniziata nel 2017 con il progetto Citazioni Pratiche. Fornasetti a Palazzo Altemps.
Dal 20 marzo infatti il museo romano ospiterà un’ampia retrospettiva dedicata all’artista ferrarese Filippo de Pisis, un protagonista dellì'esperienza pittorica del Novecento italiano .
Ci guiderà alla miglior conoscenza dell'artista Ludovico Pratesi

 

 

12-15 Marzo 2020
Maastricht e Bruxelles
A Maastricht si tiene dal 7 al 15 marzo
TEFAF, The European Fine Art Fair
la più grande fiera antiquaria del mondo.

Da più di trent'anni, attira mercanti, collezionisti, critici e appassionati di arte, antichità e gioielli.
Pernottando a Bruxelles, avremo la possibilità di visitare anche questa bella città in occasione del BANAD (Bruxelles Art Nouveau & Art Déco Festival) che si svolge proprio in quel  periodo.

 

 

3 - 5 aprile 2020
Bergamo, Villa Panza, Castelseprio, Castiglione Olona

Un fine settimana tutto italiano dedicato alla scoperta di alcuni tra i numerosissimi gioielli
nascosti nel nostro ricchissimo e sorprendente territorio.
Sarà con noi Ludovico Pratesi a guidarci in questa nuova esplorazione artistica

 

 

13 - 17 maggio 2020
San Pietroburgo



Il Palazzo d'Inverno, i ponti mobili, le sfingi sulla Neva, la cattedrale di S.Isacco, una sera al Mariinsky e altro ancora per immergerci di nuovo nell'atmosfera russa che a Mosca ci ha stregato!



 
*****************

 

Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a
appuntamenti@lalampadina.net

 

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E ANCORA
FLASH NEWS!
 

Vereenigde Oostindische Compagnie? - La Compagnia Olandese delle Indie Orientali (1602) è la società più “capitalizzata” degli ultimi 500 anni.
Pubblicamente quotata, la sua capitalizzazione raggiungeva gli 8.280 miliardi di dollari:  facendo un paragone nei termini dovuti, la Apple oggi capitalizza appena 1300 miliardi di dollari.
CV 

 

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 Microplastiche  addio? - Fionn Ferreira, diciottenne irlandese di Dublino nel 2017 pubblicò un video su YouTube dove illustrava il suo progetto: liberare l'acqua dalle microplastiche che danneggiano i motori delle barche, soffocano i pesci, causano seri danni alle lavatrici e altro ancora.
Si è basato sullo studio del fisico Arden Warden e sostanzialmente il suo progetto si basa sull'utilizzo di un olio che si attacca alle microplastiche e che è a sua volta emulsionato con magnetite.
La magnetite si attacca a sua volta alle microplastiche mediante l'olio e con un magnete particolare, le microplastiche infinitesimali possono essere tolte dall'acqua.
Guardate il video e capirete meglio
Speriamo che il suo progetto venga seriamente valutato, potrebbe avere applicazioni numerosissime e risultati inimmaginabili.
ICH

***

 

SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA VEDERE: "I sette della Drina", Cinema Tiziano, via Guido Reni 2, un film serbo proiettato nell'ambito del CineFestival Internazionale dell'ACDMAE a cura di Pucci Biffi Rastrelli.
Sarà presente il regista Nicola Lorencin.
Leggi di più...

 

***

 

ALL'OLIMPICO CON
LA LAMPADINA

 

Appuntamenti per Febbraio al Teatro Olimpico di Roma

Fino al 9 febbraio 2020
SUPERMAGIC - ILLUSIONI


lo spettacolo di varietà magico più grande d’Europa, giunto alla 17ª edizione.
Uno spettacolo di pura magia dove le illusioni si trasformano in realtà: incredibili apparizioni, trasformazioni ed effetti magici inediti.
 I migliori prestigiatori, manipolatori ed illusionisti da tutto il mondo, campioni internazionali insieme sullo stesso palco per la prima volta in Italia, incorniciati da una scenografia mozzafiato e da una coinvolgente atmosfera d’incanto e di mistero.

Clicca qui per conoscere la promozione dedicata alla Lampadina

Dal 12 febbraio al 1 marzo 2020
ALICE - MOMIX

Un suggestivo e memorabile lavoro in collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana, ispirato alla fiaba di Lewis Carroll: Alice nel Paese delle Meraviglie.

Moses Pendleton, carismatico creatore e direttore artistico della compagnia, propone uno show che arricchisce il caleidoscopico repertorio di pura poesia con cui i Momix catturano il pubblico alla messa in scena di ogni produzione.

Clicca qui per scoprire la promozione dedicata ai Lettori de La Lampadina

 Info: www.teatroolimpico.it

 

***

 

Commento Macroeconomico
del momento
di Giuseppe Fusilli

Il mese di gennaio è terminato con una netta inversione dell’andamento rispetto alla prima metà del mese.

All’inizio dell’anno tutto sembrava andare per il meglio: la trade war e la Brexit sembravano finalmente non essere più al centro delle discussioni, i dati macroeconomici mostravano i primi segni di stabilizzazione e miglioramento e le banche centrali erano impegnate a rimanere accomodanti. Anche le valutazioni, che sono ai massimi livelli degli ultimi due decenni, non sono state percepite come una minaccia immediata. Tutto sommato un mix perfetto per sostenere un momento di risk-on con nessuna minaccia nell’immediato.

Lo scenario è improvvisamente cambiato con l’arrivo del Coronavirus in Cina. La malattia, nonostante lo sforzo massivo da parte delle autorità cinesi per contenerla, ha iniziato a diffondersi da Wuhan (da dove è nata) verso la Cina continentale e poi in diversi Paesi. Anche se il tasso di mortalità è abbastanza basso, il numero totale di decessi ha raggiunto già un terzo del bilancio delle vittime della SARS in tre mesi.

Per prevenire un’espansione ulteriore del virus, che ha un’incubazione di 14 giorni nei quali non si presentano sintomi, la Cina ha implementato diverse misure di blocco sui viaggi sia nazionali che internazionali e ha imposto la chiusura per giorni/settimane di diversi uffici pubblici, scuole e aziende.
Molti paesi hanno iniziato a chiudere i confini ai passeggeri provenienti dalla Cina e società come Apple, Starbucks, McDonalds, ecc. hanno annunciato la chiusura momentanea di diversi punti vendita nella Cina continentale.
Queste misure sono molto più drastiche di quelle adottate durante la SARS e potrebbero portare ad un abbassamento della crescita PIL cinese e globale. Se la storia insegna, durante la SARS il PIL cinese ha subito un rallentamento temporaneo in termini di tasso di crescita annua dal 12% al 9%. Poiché la Cina attualmente costituisce la maggior parte della crescita globale del PIL, le conseguenze di questa pandemia potrebbero avere vasta portata sui mercati finanziari.
Improvvisamente le valutazioni e gli indicatori di over-bought (iper-comprato) hanno ricominciato a «contare» nelle analisi. Abbastanza spesso i mercati non subiscono una correzione a causa dei fattori interni, ma attendono che un catalizzatore esterno inneschi la correzione.
Potrebbe questo portare ad un cambiamento drastico nell’asset allocation? La risposta dipende da quanto il contagio sarà diffuso, ma ci sono un paio di punti che potrebbero supportarci in questo momento.
Il primo è che a causa di questi sviluppi, le banche centrali manterranno le loro politiche monetarie accomodanti più a lungo del previsto. Alcune banche centrali potrebbero abbassare ulteriormente i loro tassi benchmark. Ci si aspetta per esempio che la FED tagli almeno un’altra volta i tassi nel 2020. Tassi risk-ree più bassi e/o più QE potrebbero sostenere i prezzi dell’equity...

Continua a leggere sul sito...

*** 

 

MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode.

Non perdete tempo. Due delle mostre proposte si concludono all’inizio del mese prossimo. Ma vale la visita.

 

ROMA

Palazzo delle Esposizioni
Metropoli Gabriele Basilisco.
Curato da Filippo Maggia, Giovanna Calvenzi e Alberto Saibene.

Gabriele Basilico è probabilmente il fotografo di paesaggi urbani più conosciuto al mondo la cui formazione, come architetto, ha condizionato senz’altro il suo modo di osservare il mondo.
Basilico aveva da sempre un grandissimo legame con l’ambiente urbano tant’è che ne ha fatto il suo linguaggio nel corso degli anni attraverso i suoi numerosi viaggi.
È proprio intorno a questo tema che il Palazzo delle Esposizione ha voluto riunire oltre 250 opere realizzate da Basilico nelle metropoli del pianeta.

Fino al 13 aprile 2020


Galleria del Cembalo:
doppia inaugurazione il 12 febbraio 2020 alle 18.30:

"Print room" dedicata a una selezione di opere di Gabriele Basilico.
In concomitanza con la mostra Metropoli, la Galleria presenta quattordici rare vintage prints dedicate al tema del mare e dei porti, realizzate in Italia, Francia e Germania.



"Seconde visioni"
mostra collettiva dedicata alle fotografie di Christopher Broadbent, Alain Fleisher, Charles Fréger, Cig Harvey, Pentti Sammallahti, Gilbert Garcin, Danila Tkachenko e Paolo Ventura.

il titolo della mostra prende lo spunto dalle modalità in cui venivano presentati i film nelle sale cinematografiche: una rilettura, un approfondimento e questo si fa per alcune opere estesamente esposte in passato nella Galleria e ora riproposte in relazione, per affinità tematiche, con quelle di altri. La mostra è suddivisa in 3 sale "la neve", "la natura morta" "l'autoritratto e la staged photography".
ICH

Accademia Belgica Poems to Rome Stijn Ank.
Avete mai visitato l’Accademia Belgica di via Omero?
Questa può essere l’occasione.
Si fa appena in tempo a scoprire questo piccolo gioiello dell’architettura “modern style” nel contesto della mostra, forse non storica, dell’artista belga Stijn Ank che nel suo soggiorno all’Academia Belgica ha creato delle opere che sono essenzialmente un’inchiesta sul rapporto tra materia, colore, tempo e spazio.
Fino all’8 febbraio 2020 


Casa di Goethe Prospetti pittorici dalla collezione della Casa di Goethe
Siete appena in tempo per vedere la raffinata mostra della Casa di Goethe che ci conduce in numerosi luoghi del Grand Tour dello scrittore, poeta e drammaturgo tedesco.
Lo si accompagna nel suo viaggio italiano con le opere di artisti della sua cerchia, ma anche di generazioni successive.
In questa occasione si conferma l'originalità e la peculiarità tematica della collezione d'arte della Casa di Goethe.

Fino al 9 febbraio 2020


Galleria Continua all’Hotel The St. Regis
La nota galleria di San Giminiano, con sede già a Bejin, La Habana e Les Moulins, apre, per celebrare trent'anni di avventure da un lato all’altro del mondo dell’arte, una nuova sede a Roma negli spazi del The St. Regis di Roma dove presentare non solo mostre ma anche talk, incontri, percorsi educativi e didattici sia con workshop e laboratori rivolti ai bambini ospiti dell’hotel, e visite guidate per le scuole.
Sarà attivo anche un programma di residenze d’artista che sarà selezionato da un comitato di esperti e avrà cadenza semestrale.
Aprono con il duo cinese Sun Yuan & Peng Yu e il cubano Jose Yaque

 

 

BOLOGNA

Doppia inaugurazione, in contemporanea nell’ambito di ART CITY Bologna 2020, al MAMbo di Bologna.

 Al MAMbo due collettive: 


AGAINandAGAINandAGAINand

Figurabilita
Pittura a Roma negli anni ‘60 con Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Renato Guttuso, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Titina Maselli, Mimmo Rotella, Mario Schifano e Giuseppe Uncini.
 

 


 

 

 Pensiero Laterale
Il bagno turco

 

Quattro uomini si incontrano tutti i giorni in un bagno turco all’ora di pranzo. Antonio è un musicista e porta con sé un lettore di mp3 con l’auricolare;
Bruno è un impiegato di banca geloso del suo thermos con le bibite ghiacciate. Mario e Daniele sono due assicuratori che approfittano della pausa per leggere il giornale.

Daniele nel pomeriggio viene trovato morto con una profonda ferita all’altezza del cuore.
La polizia interviene e blocca i tre, unici presenti, e sequestra gli oggetti che sono in loro possesso.
Non vi sono altri oggetti rinvenuti nel locale.
Chi è l’assassino e come è stato ucciso Daniele?

Guarda qui la soluzione...

La Lampadina Racconti

L’uomo che andò in cerca dei dispersi dell'"Italia"
di Anna Sanfelice Visconti

Una recente mostra filatelica a Torino ha ricordato, con l’annullo del francobollo commemorativo, il novantesimo anniversario della spedizione Albertini alla ricerca dei dispersi del dirigibile Italia.
Ma chi era Gianni Albertini? Milanese, ingegnere venticinquenne, appassionato di sport alpinistici, era stato incluso insieme all’amico Sergio Matteoda nella spedizione Nobile su proposta del presidente del SUCAI, la sezione universitaria del Club Alpino Italiano. Esperto di montagna, sarebbe stato in grado di muoversi anche in condizioni climatiche estreme come quelle polari.
I due giovani si troveranno ad assistere e collaborare agli aspetti logistici, compiti che prenderanno, come prevedibile, le forme più varie. Alla baia del Re nell’arcipelago delle Spitzbergen, dove erano giunti con la nave appoggio Città di Milano, dovranno facilitare i voli di prova del dirigibile spazzando la neve dalla pista e facendo, all’occorrenza, saltare il ghiaccio con la dinamite. Dovranno aiutare nelle manovre di ormeggio fra le pareti dell’hangar a cielo aperto, trainare le pesanti slitte con le bombole di idrogeno necessarie a gonfiare l’involucro. E, per non far pesare l’accumulo di neve, arrampicarvisi senza scarpe, coi piedi ricoperti di paglia fasciati di stoffa, e toglierla con estrema cura, servendosi di arnesi avvolti nella stoffa.

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina e' una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Laura Lionetti, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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