Se vuoi leggere comodamente La Lampadina sulla tua poltrona, puoi stampare questa Newsletter, scaricando la versione pdf da qui

Se vuoi rileggere i precedenti numeri de La Lampadina, visita il nostro sito www.lalampadina.net


Lunedi 24 settembre 2012

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:

La Lampadina - n. 9
Settembre 2012

Ritemprati dalle vacanze estive e pronti a tutto? Diciamo di sì! Ci attende un autunno ricco di appuntamenti, progetti e voglia di fare!




ARTE: Robert Hughes, arriverderci a un personaggio unico
Un uomo "esagerato",  una voce decisiva nella fine del Novecento

Robert Hughes

È morto quest’estate, all’età di settantaquattro anni, Robert Hughes. È stato per decenni il critico artistico del New York Times che lo considerava il “più grande critico d’arte al mondo”.
Prima che sia consegnato all’oblio o sbiadita la sua ruggente figura, vorrei ricordare con qualche parola la sua ingombrante personalità che l’ha reso comunque “più interessante e più eccitante di una persona comune”, “larger than life”.
Nato a Sidney nel 1938 emigra nel ’64 per stabilirsi prima a Roma poi a New York. Era un uomo con una scrittura veloce, definita anche succosa e muscolare con uno stile schietto e divertente. È stata usata su di lui nell’arco della sua vita una ricca quantità di aggettivi estremi: “Supponente, sarcastico, a volte maleducato, spesso sgradevole, scandaloso e inaudito”. Ironista fulminante e acre, sapeva detestare, adorare disprezzare ma ha sempre guardato all'opera d'arte come tale, scontrandosi spesso contro la commercializzazione eccessiva dell'arte contemporanea.
È sua la frase sulla famosa opera di Hirst: “..lo squalo più sopravvalutato al mondo… Non è un miracolo che si possa produrre tanto denaro con tanta scarsa abilità?” cui Hirst rispose prontamente “Rembrandt, Velázquez, Goya, penso che tutti siano stati interessati agli aspetti commerciali della loro arte, io credo di agire come ognuno di loro agirebbe, se fosse in vita”.
Amava definirsi “scrittore d’arte” e in quella veste ha sempre difeso la qualità letteraria della critica ingaggiando una battaglia continua contro mode e tendenze.
Lascia di sé una ricca letteratura e anche il ricordo del famosissimo programma televisivo “The Shock of the New” sullo sviluppo dell’arte moderna dopo l’impressionismo, reso eccezionale dalla sua conoscenza enciclopedica e il suo modo di comunicare intelligente, iconoclasta ed entusiasta, ideale per il mezzo. Ne seguirà un libro dallo stesso titolo e un altro “Nothing If Not Critical” in cui promuove la critica d’arte al grado di autentica letteratura. È suo il libro su Goya del 2005, vari volumi su Barcellona, suo anche il libro “Cultura del Piagnisteo” (The Culture of Complaint-The Fraying of America 1993) in cui contesta la saga del “politicamente corretto” e del vittimismo sociale con estrema lucidità, sempre attualissimo.
È suo infine l’unico avvincente trattato sull’epopea della fondazione dell’Australia “La riva fatale” (The fatal shore 1987) che divenne subito un best seller internazionale.
Nel 2002 il suo rifiuto a dirigere la biennale di Venezia fece molto scalpore in Italia. L’invito gli era stato fatto dall'allora sottosegretario ai beni culturali Vittorio Sgarbi, ma lui aveva rifiutato affermando che “La vita è troppo breve per sprecarla con gli indecisi”. L’offerta all'inizio lo aveva reso felice, ma le diatribe lo avevano in seguito amareggiato (New York Post).
Robert Hughes era sicuramente il più impietoso fustigatore degli usi e dei molti malcostumi dell’arte contemporanea ma anche se non condivido molte delle sue spietate considerazioni legate a una visione generalizzante, le sue violenti polemiche sono state utilissime per tenere acceso il senso della critica che rende l’arte di oggi sempre vivo e avvincente.
Non si poteva non rendere onore a questo formidabile personaggio!
Marguerite de Merode Pratesi

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Torna all'indice


ATTUALITA': noi e gli americani continuiamo a ragionare in modo diverso?
Differenze di vedute tra europei e loro dirimpettai oltre oceano

Qualche anno fa intorno a un tavolo per una colazione di lavoro, ci trovammo in sette: due italiani, un francese, un tedesco, un inglese e due americani.
Gli argomenti, l’andamento delle materie prime, le valute e la loro evoluzione, argomenti certo interessanti ma dopo una giornata di lavoro cercavamo qualcosa che ci proiettasse in un mondo differente.
Cominciammo a parlare della Piramide Cestia vista il giorno precedente con grande impressione degli americani, da lì poi passammo al viaggio di Giulio Cesare in Egitto e a come fosse sorpreso di apprendere che le piramidi esistevano già da quasi 2000 anni prima di Roma. Naturalmente arrivammo ai giorni nostri e a come l’umanità avesse trascorso gli ultimi due millenni.
Ma cosa pensava ognuno di noi dei prossimi duemila anni?
Ci guardammo incerti su cosa dire, poi cominciammo noi europei, tutti più o meno di un pessimismo “filosofico” adducendo situazioni sociali, guerre, economia, cataclismi etc.
Gli Americani ci guardavano con un’aria perplessa e finito di esprimere la nostra idea cominciarono loro.
Rimanemmo senza parole per il profondo ottimismo della loro posizione che riferendosi alle nuove frontiere della medicina, a sistemi curativi rivoluzionari, intelligenze artificiali, l’astronomia, nuovi pianeti, sistemi di comunicazione, diminuzione della fame nel mondo, gli OGM etc. chi più ne ha più ne metta, contavano che i prossimi due millenni sarebbero stati di grandissimo successo per ogni aspetto della nostra vita.

Tavola de The Economist

Terminata la loro disquisizione, rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Avevano ragione loro?
Leggendo in questi giorni un articolo sul “Corriere della Sera” a proposito delle mentalità differenti tra noi e gli americani mi veniva in mente quella nostra colazione di lavoro e cosa avrebbero fatto i vari Zuckerberg, Brin, Page o Gates se anziché in USA fossero nati qui, nella vecchia Europa.
Il Corriere poi proseguiva riportando un quadro interessante delle due differenti mentalità, riscontrate in principal modo tra i giovani, in verità si riferiva più alla differenza tra Usa e Italia che non all’Europa ma ecco cosa ci diceva:
per quanto riguarda il futuro
- USA: per il 35% dei giovani rappresenta un’incognita, per il 65% un’opportunità.
- Italia: per l’83% dei giovani italiani è un’incognita, per il 17% un’opportunità.
Il denaro:
- USA: per il 57% degli americani significa libertà, per il 43% sicurezza.
- Italia: per il 19% degli Italiani significa libertà, per l’81% sicurezza.
Il lavoro
- USA: per il 45% rappresenta il posto sicuro, per il 55% la possibilità di finanziare una propria idea.
- Italia: per il 93% è il posto sicuro e solo il 7% lo intende per finanziare una propria idea.
Carlo Verga

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Torna all'indice


CULTURA: NonSoloArena - Un museo straordinario a Verona
Alla scoperta di luoghi poco noti, fuori dall'ordinario

Fino a ieri la bella Verona evocava soprattutto l'Anfiteatro, l'Arena dalla bellezza mozzafiato che in estate ospita una stagione lirica che richiama spettatori da tutto il mondo. Piazza Bra, Piazza delle Erbe, il romantico balcone di Giulietta, le vie belle e ben tenute e l'eccellente qualità della vita dovuta a un’attenta e rigorosa amministrazione, ne fanno meta di turismo appassionato e mai becero.

Veicoli militari al Museo Nicolis

Ma una nicchia di tutto rispetto se la guadagna il Museo Nicolis dell'Auto, della Tecnica e della Meccanica, che si trova a pochi chilometri, nei pressi dell'aeroporto a Villafranca di Verona.
Uno spettacolare contenitore di idee e cultura, un viaggio nella storia dell'ingegno umano, tre piani di divertimento e stupore.
Voluto e fondato nel 2000 dall'imprenditore veronese Luciano Nicolis, recentemente scomparso, è una delle collezioni di automobili antiche più importanti d'Europa.
Tutte le auto, recuperate negli angoli più remoti del mondo, sono perfettamente funzionanti; molte hanno richiesto anche dieci anni di accuratissimi restauri: ne fa fede la Lancia Astura 1000 Miglia che ha partecipato all'edizione 2012 della mitica gara, arrivando quarta.

Locomobile

Dalla storica, splendida Isotta Fraschini, di dimensioni monumentali, con sofisticati salotti ricchi di cristalli, argenti e radica e lussuose tappezzerie damascate (ammirerete anche eleganti o folli acconciature che le signore sfoggiavano su queste meraviglie), alla Cottereau Populaire, alle prime Benz, alle Alfa Romeo, alle Bugatti (e sono solo poche fra le tante!), si passa poi ad una collezione di oltre cento motociclette unica al mondo, alle biciclette, rappresentate a partire dalla prima, storica “Draisina” (1817) in poi.
E ancora... motori a scoppio, a 1, 2, 4 e a 8 cilindri, l'immenso motore di una motosilurante della Seconda Guerra Mondiale... strumenti musicali, macchine per scrivere, macchine fotografiche e mille curiosità da far restare a bocca aperta non solo gli appassionati del genere ma chiunque, dal bimbo al novantenne. 
Renata Ferrara Pignatelli

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Torna all'indice


PIANETA TERRA: fracking e shale
Se ne parla molto, cerchiamo di capire meglio...

"Fracking", "shale". Nuovi termini, inglesi naturalmente, che probabilmente non avevamo mai inteso fino a ora ma che sono destinati a diventarci familiari negli anni a venire.
Per chi ci segue sulla Lampadina, sia nelle flash news che nel numero di giugno, in un articolo divulgativo sulla energia del pianeta avevamo accennato al "fracking" promettendo di parlarne ancora. Manteniamo fede alla nostra promessa.
Domanda: cosa e' il fracking?
Risposta : e' il metodo moderno per estrarre lo shale.
Ottimo! (Detto cosi' ne sappiamo quanto prima!). Vediamo di chiarire.

Grafico ETF crude oil

Cos’e' lo shale?
Lo shale gas o gas da scisti bituminosi è un gas naturale fossile formatosi circa 350 milioni di anni fa grazie all'azione di batteri anaerobi ed intrappolato all'interno di particolari rocce argillose chiamate scisti, stratificate orizzontalmente e molto poco permeabili.
Questa particolare configurazione delle rocce rende necessario, per liberare gas in quantità degne di essere prese in considerazione, che nello scisto ci siano delle fratture.
Fino a pochi anni fa, l'unico modo era approfittare delle poche fratture già esistenti, oppure scavare pozzi in senso orizzontale, in modo da aumentare il contatto tra lo scisto e la trivella: il tutto non era economico.
Fino a che non e' stata messa a punto la tecnica di estrazione detta del hydraulic fracturing o "fratturazione idraulica".
Questa tecnica consiste nel provocare la frantumazione sotterranea dello scisto mediante introduzione nel terreno, opportunamente trivellato, di una miscela di acqua, sabbia e altri componenti chimici ad altissima pressione. Questo mix rompe le rocce e crea "strade" con una permeabilità maggiore e favorisce la liberazione del gas che può essere convogliato in superficie
La ricerca dei giacimenti di shale ha dato risultati molto incoraggianti.
Di shale ce ne e' tantissimo (l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha recentemente ipotizzato che nel sottosuolo siano intrappolati piu` di 950.000 miliardi di metri cubi (Mmc) di gas non convenzionale di cui 450.000 Mmc di shale gas)  ed e' ubicato in larga misura in zone del pianeta diverse da quelle nelle quali si trova il "gas convenzionale" (Russia, Iran, Algeria, Bolivia).
Nei soli USA ce n’è di più delle loro necessità interne: perciò hanno iniziato a liquefarlo e a esportarlo, con un conseguente effetto di "abbassamento" dei prezzi internazionali.
Dato che siamo tutti ben consci dell'importanza che ha per tutti gli Stati del globo l’approvvigionamento energetico e di quanto il garantire la disponibilità delle fonti influenzi la politica estera, comprendiamo come questa "nuova" fonte energetica metta in gioco interessi colossali, economici e politici.
La battaglia attuale si svolge sulla "sicurezza ambientale". (Come sapete è il tema della sicurezza ambientale che ha messo "fuori gioco" - almeno temporaneamente – l’energia nucleare).
La domanda cruciale è: questa tecnica estrattiva del fracking è sicura o no?
Perché ci sono delle perplessità. Quali?
In primo luogo questa tecnica richiede un consumo larghissimo di acqua che per circa il cinquanta per cento rimane intrappolata sotto terra insieme ai componenti chimici immessi e a quelli prodotti dalla frantumazione delle rocce. Che possibilità c'è che quest’acqua, prima o poi, vada ad inquinare le falde acquifere dalle quali dipende la nostra stessa esistenza?

Mappa dell'EIA sui depositi di shale

In secondo luogo, una parte del gas che si estrae non lo si riesce a "catturare". Questo significa che viene disperso nell'atmosfera. Ebbene, questo gas, che è per lo più metano, produce un "effetto serra" di gran lunga superiore a quello dell’ormai famigerata CO2!
In terzo luogo alcuni sostengono che queste tecniche di frantumazione possano "indurre" dei terremoti, di non grande magnitudo, ma con i terremoti non si scherza!
Infine con un’utilizzazione in larga scala di questa tecnica si sottrarrebbe terreno all'agricoltura (la stessa obiezione, ed è la più consistente, che viene fatta alla produzione dei bio-combustibili), si aumenterebbe il rumore e il cattivo odore.
Insomma ce ne e' abbastanza per accapigliarsi.
USA ed Europa stanno imboccando direzioni opposte. Gli USA sono favorevoli, ma questo avviene quasi sempre quando sono in gioco la loro economia e la loro indipendenza, mentre la "vecchia" Europa è più scettica e vuole procedere con i piedi di piombo.
La UE ha ritenuto troppo esigue le risorse di gas non convenzionale rispetto alle esigenze dei paesi membri ed ha appurato attraverso un report del giugno 2011, che l'impatto ambientale delle attività di estrazione è troppo alto anche in rapporto al contributo alla sicurezza energetica che potrà dare. La Francia, seguita dalla Bulgaria, ha proibito l'utilizzo del francking nel proprio territorio. Gli altri paesi della UE non si sono ancora espressi. Le compagnie petrolifere europee, tuttavia, e l’ENI tra queste, non sono comunque rimaste con le mani in mano e hanno stipulato accordi per eseguire ricerche nei diversi territori "promettenti".
Certo, l'idea di non dover essere legati per i propri approvvigionamenti a paesi come la Russia e l'Algeria; e di poter ridurre la propria dipendenza dai paesi produttori di petrolio, i paesi arabi in primis, fa venire l'acquolina in bocca! Ma quale prezzo siamo disposti a pagare? E chi ci farà conoscere il REALE prezzo da pagare? Quando sono in gioco interessi di questa portata, ahimè è assai difficile conoscere la verità.
Beppe Zezza

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Torna all'indice


ARCHITETTURA: Scampia, Napoli
Un progetto architettonico, una realizzazione "altra", la volontà di resistere

Scampia, più che un quartiere di Napoli, è una piccola città, con i suoi oltre 50.000 abitanti ufficiali e gli altri 20.000 non censiti.

Le Vele di Scampia

Il quartiere nasce su una grande piana di antichi casali agricoli (il termine Scampia significa, infatti, “spianata”) che facevano da contorno all’area urbana e che furono annessi alla città tra il 1925 e il 1927 diventando la periferia della città di Napoli.
Nel 1985 il Comune di Napoli decide la costituzione del nuovo quartiere Scampia e affida a un importante architetto, Franz Di Salvo, la progettazione di un grande complesso residenziale che, ispirandosi ai principi delle unitès d’habitations di Le Corbusier, prevedeva oltre alle case anche centri sociali, spazi di gioco e altre aree comuni, dove centinaia di famiglie avrebbero dovuto integrarsi e creare una comunità.
Il progetto urbanistico era senz’altro innovativo ma, forse per la mancata costruzione del “nucleo di socializzazione” o forse per l’inabitabilità delle case, è diventato un quartiere dormitorio dove risiede la più svariata composizione sociale: assegnatari di alloggi pubblici, abitanti proprietari degli alloggi negli edifici delle cooperative, occupanti abusivi degli edifici di edilizia pubblica ancora non completati, rom ed extracomunitari.
A ciascuna di queste categorie corrispondono tipologie edilizie diverse. Ci sono le Vele, così conosciute per la loro forma triangolare, le Torri e i “palazzi serpentoni”. In prossimità delle Vele, hanno preso posto diverse strutture residenziali per la piccola e media borghesia, spesso vergognosa di vivere a Scampia. Qui li chiamano “parchi” ma sono tutti circondati da alte recinzioni in ferro.
Come se non bastasse, nei primi anni Novanta, è stato avviato il funzionamento di un nuovo carcere, la cui collocazione ai margini del quartiere era stata decisa anni prima. Pur essendo una buona soluzione per decongestionare l’altro principale carcere cittadino, la nuova casa di detenzione non svolge un ruolo positivo per la qualità della vita del quartiere. In poco tempo la criminalità organizzata e la camorra hanno trovato terreno fertile per i loro traffici.
In questo contesto cittadino, all’inizio del duemila, si inserisce un progetto dei Padri Gesuiti.
Nel 2001 è arrivato a Scampia padre Fabrizio Valletti con la delicata missione, affidatagli dai suoi superiori, di sperimentare un incontro tra azione religiosa, formazione culturale e promozione sociale, tenendo conto dei gravi problemi che il quartiere presentava.

Resistere a Scampia

In collaborazione con il Comune di Napoli è stato costruito il Centro Hurtado dove sono state avviate le più diverse attività. Laboratori di sartoria, legatoria, informatica, fotografia, musica e canto, la biblioteca “Le Nuvole” ed anche una palestra. Si è costituita la Cooperativa Sociale La Roccia che si occupa di organizzare e di gestire tutte le attività.
I problemi, com’è immaginabile, sono immensi ma i promotori dei progetti ce la stanno mettendo tutta e cominciano ad ottenere i primi risultati, come ci ha raccontato padre Valletti in occasione della nostra visita circa due mesi fa.

Chi volesse saperne di più e decidesse di collaborare con padre Valletti e la Comunità, può mandare una mail alla Lampadina e sarà messo direttamente in contatto con loro.
Lucilla Crainz Laureti

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Torna all'indice


ABBIAMO OSPITI - PITTURA: i cieli olandesi di Johannes Vermeer
Per la prima volta in Italia l'artista olandese, maestro della luce

Locandina della mostra

Vermeer: il secolo d’oro dell’arte olandese” è il titolo dell’importante esposizione visibile a Roma alle Scuderie del Quirinale dal 27 settembre al 20 gennaio 2013.
La mostra si profila unica nel suo genere, sinora mai in Italia era stato organizzato un omaggio al celebre artista, fra i più importanti esponenti della pittura olandese dal XVII secolo.
Johannes Vermeer (Delft/Olanda, 1632- 1675) pittore, mercante e conoscitore d’arte, nel corso della sua vita non ha dipinto che cinquanta opere, delle quali se ne conoscono solo trentasette.
La sua produzione in un anno era di due o tre quadri al massimo, quel tanto che bastava per mantenere la sua numerosa famiglia che contava ben undici figli.
Annoverato tra i più grandi pittori di tutti i tempi, Vermeer è diventato un incredibile personaggio cult, un’icona tale da ispirare registi di Hollywood e scrittrici come Tracy Chevalier autrice del best-seller, il libro “La ragazza con l’orecchino di perla”.
All’esposizione romana è stata riunita la serie degli “Interni” di Vermeer, vere e proprie icone della pittura olandese del secolo d’oro, che delineano la straordinaria abilità dell’artista nel creare – attraverso molteplici tecniche pittoriche- la rappresentazione “della luce” su materiali e superfici diversi: ciò che infatti prepotentemente emerge dalle opere di Vermeer è proprio la “sua “inconfondibile Luce”: l’unica che riesca a riprodurre il Cielo d’Olanda.
Ancor oggi c’è molto mistero sull’uso dei materiali (anche pittorici) esemplificati nell’ambito delle realizzazioni di Vermeer. Quelli evidenziati nella serie de “Gli Interni” sono molto curiosi.
Anche gli spazi, minuziosamente “riportati” nei quadri, rappresentano la dimora stessa del pittore, o altri, completamente inventati ma ricchi di arredi, mobili, oggetti raffinatissimi fanno da scenografia ai personaggi che vivono “dentro” le incredibili composizioni. La lettura è l’immagine “dentro altre”, in un susseguirsi di sequenze davvero straordinarie.

Ritratto di giovane donna in piedi

Artista raffinato, e dotato di una straordinaria memoria visiva, fu capace di tradurla nell’ambito delle sue opere tessendo il tutto pittoricamente, in una trama ricca di suggestive atmosfere, intrecciate con un’infinità di fatti, personaggi, dolcissime figure femminili, paesaggi e contesti più vari.
Artista enigmatico e misterioso, poco si conosce della sua vita – solo nell’Ottocento, infatti, il critico francese Théophile Thoré-Burger ne fece la fortuna dedicandogli un’appassionata biografia e in seguito anche Proust divenne suo accanito sostenitore.
Nel percorso espositivo delle Scuderie figurano accanto a Vermeer anche altri importanti vedutisti dell’arte olandese; si possono ammirare i paesaggi e le scene di Carel Fabritius, le opere di Nicolaes Maes, Pieter de Hooch e di  Gerard Dou, “il maestro del chiaroscuro”, effetto applicato alle scene notturne “a lume di candela”.
Laura Novello

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Torna all'indice


COSTUME: NPGI - Non Più Giovani Imbarcate
Barca che vai, donna che trovi

Donna a bordo

Seduti, a riposo, in un bar del porto con un drink in mano e lo sguardo che scorre sulle tante barche.
Ne sta entrando una: lui al timone, lei arrotolata in uno scomodo pareo svolazzante (Magliette in barca! No ai veli!), corre intorno piazzando malamente i parabordi: uno corto, uno troppo lungo, fissati in fiocchi gentili e poco marini.
Si appropria del mezzo marinaio, lo fa oscillare sulla testa del marito che la sgrida furioso. Lancia all’ormeggiatore la cima che piomba miseramente in acqua e, finalmente, nonostante tutto, la barca è attraccata.
Riposo?
No.
Scompare sottocoperta e ne riappare poco dopo aggravata da due enormi sacchi di spazzatura che, camminando con passo incerto sull’ancor più traballante passerella, va a scaricare nei lontanissimi bidoni.
Lui accende intanto un mezzo toscano e scambia con i vicini informazioni preziose su meteo, porti, cantieri, rotte e velai.
Eccola di nuovo a bordo che, con i capelli abituati a cure di parrucchieri solerti che ora schizzano invece da ogni parte, increspati, salati, di un colore fra l’arancione e il verde e nemmeno tentano più di nascondere la terribile ricrescita, brandisce la canna dell’acqua e armata di scopettone comincia furiosamente a lavare la barca, a strofinare via il sale.
Si sente un borbottio furioso da sottocoperta: si è scordata un oblò aperto.
La barca, pulita, lucida, grata.
Riposo finalmente?
No.
Riemerge con in braccio un bacile pieno di vestiti lavati e strizzati (a mano) che stende tutto intorno. E poi di nuovo sottocoperta: esce un profumo di cibo e poi apparecchia e poi laverà e metterà a posto e poi…… domani tutto di nuovo da capo.
A sera, prima di buttarsi esausta nella stretta cuccetta, dopo un nostalgico pensiero al king size bed di città, con un enorme tubo di pomata si cosparge gli innumerevoli lividi neri e bluastri. Per fortuna il grosso bernoccolo sulla testa si sta lentamente riassorbendo
Fa finta di essere felice, fa finta di ADORARE tutto questo.
In realtà non vede l’ora di tornare a casa, di fustigare la servitù, di correre dal parrucchiere, di non entrare mai più in cucina.
Una buona notizia?
Per motivi fiscali la barca passerà l’inverno fuori confine, lontana, troppo lontana per i fine settimana fuori stagione.
“Che peccato!” sussurra dolcemente al comandante. E corre a chiudersi in cabina dove, in una danza forsennata ma silenziosa di ringraziamento, anticipa le gioie di tornei di burraco e di vestitoni coprenti che finalmente permettano alla pancia di occupare il suo posto nel mondo.
Lalli Theodoli

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Torna all'indice



La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità...

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Carlotta Staderini Chiatante, Giancarlo Puddu, Angelica Verga. La sede è in via G. D. Romagnosi 20, 00196 Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa millequattrocento persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
Per informazioni scrivere a info@lalampadina.net

 
  FLASH NEWS!
Un po' qua, un po' là...

Forse abbiamo risolto il problema dell'acqua - Certo, in condizioni estreme! La giapponese Takram  ha messo a punto un sistema denominato hydrolemic system che con particolari innesti artificiali nel corpo umano consente di trasformare l'umidità dell'aria inspirata in acqua, di catturare, di riciclare e rimettere in circolazione i liquidi in uscita e infine un apparato che riduce la traspirazione trasformando il calore del corpo in elettricità. In questo modo i tecnici giapponesi pensano di aver risolto il problema della sopravvivenza: saremo ancora umani? CV

*

Il Made in Italy tira - La situazione internazionale è quella che sappiamo tutti, tuttavia il Made in Italy, procede alla grande, solo con una linea aerea molto specializzata la Fly Emirate sez. cargo ha raggiunto in pochi mesi le 25mila tonnellate. I settori, sono la moda, il farmaceutico, l'alimentare con prodotti freschi e surgelati.

Aereo cargo

Le destinazioni sono i paesi asiatici ma anche l'Australia e il Sud Africa. Gli aeroporti di partenza: il 45% Malpensa, il 35% dalla Toscana e il 19 % dal centro Italia.CV

*

I profumi, che meraviglia!  - Ma lo sapevate che ci sono aziende che li preparano per tutti i gusti, anche i più strani? In particolar modo una, la DaleAir, su ordinazione ha preparato: per il museo di Stoccolma un profumo di mummia, all'Imperial War Museum di Londra ha fornito un particolare odore per rendere più realistica la vita in trincea nella prima guerra mondiale; a un negozio sportivo l'odore di spogliatoio. Insomma ce ne sono per tutti i gusti.

Profumi inaspettati

A proposito di profumi, sembra che alcuni Santi sia da vivi ma anche da morti emanassero dei profumi soavi: Santa Rosa di rosa, San Gaetano di arancio, Santa Teresa di Gelsomino. Sarà vero? CV

*

Siamo nell'anno del dragone - La Cina si prepara nella sola Pechino a festeggiare i duecentomila nati, il doppio del 2004.

Il segno del dragone

Sembra che i bambini nati sotto il segno del dragone siano i migliori e pertanto grande attività dei cinesi quest'anno! Sembra che il municipio di Pechino abbia in costruzione tre nuovi ospedali e una rete di centri di assistenza per questa straordinaria attesa natalità. L'articolo in questione però non ci spiega come sia possibile in una città come Pechino una natalità cosi forte e dove esistono (o esistevano?) regole ferree tali da costringere le coppie ad avere un solo figlio o pagare multe salatissime nel caso di nascite ulteriori. CV

*

Apple vs. Samsung: riflessioni dal Sole24 Ore del 2/9/2012 - Ma il gesto è proprietà intellettuale? Così sembra dalle decisioni dell'Alta Corte californiana.

La causa in Tribunale

Jonathan Ive (vice presidente della l'Apple's Industrial Design) appartiene alla scuola di "funzionalità" i cui maestri sono stati per lui Dieter Rams e Steve Jobs. La loro ricerca era diretta al gesto naturale ed essenziale che caratterizzi la funzione.
Ma se Ive ha ragione e quindi quella funzione non può essere resa se non con quella forma o quel gesto, chiunque voglia produrre un oggetto con quella funzione deve necessariamente copiare Ive. Questo è quindi uno dei crimini contro la proprietà intellettuale commesso dalla Samsung secondo il tribunale USA.
Ma lo zoommare per l'I-phone e che discende dallo stesso concetto, è stato voluto proprio come gesto naturale e per questo la Apple lo ha brevettato. Allora i gesti naturali diventano anch'essi proprietà intellettuale? Certo Apple con le sue invenzioni e innovazioni apre la strada per la vendita dei suoi prodotti e nello stesso tempo pone le basi per una conoscenza comune necessaria per ogni sviluppo del settore. Apple ha imparato e anche copiato dalla Braun, Xerox, Parc etc., quindi andrebbe data una giusta dimensione alle sue richieste. La storia quindi della proprietà intellettuale andrebbe riscritta per un equilibrio più equo. Che ne pensate? CV

*

Marevivo e il progetto "Delfini Guardiani" - Il 21 settembre scorso sulla banchina Mamozio del porto dell'isola di Ponza è partita la seconda edizione del progetto "Delfini Guardiani dell'isola di Ponza",  l'innovativo percorso di educazione ambientale promosso da Marevivo,  dal Suo presidente Rosalba Giugni e con la partecipazione del sindaco Pietro Vigorelli.

La consegna degli attestati

Il progetto “Delfini Guardiani” – che ha l’obiettivo di trasformare i ragazzi delle isole minori e dei comuni costieri in vere e proprie sentinelle della salvaguardia del proprio territorio - nel 2012 ha mobilitato non solo l’isola di Ponza ma anche Capri e Sant’Antioco in Sardegna e per l’edizione 2013 sbarcherà anche sulle isole di Ischia, il Giglio e Lampedusa.
Il distintivo di “Guardiani dell’Isola” dà ai ragazzi il diritto di presentarsi, senza accompagnatori adulti, alla Capitaneria di Porto o al Comune per segnalare eventuali problemi di carattere ambientale
Il percorso, nella passata edizione, ha impegnato  gli alunni delle scuole di Ponza in escursioni sulle spiagge, incontri con pescatori e artigiani locali e nella conoscenza diretta dell’ambiente marino, attraverso l’attività di sea-watching. Durante la loro ultima uscita in barca anche tre grandi tursiopi si sono avvicinati e hanno scortato i ragazzi per oltre 40 minuti, suscitando grande allegria e entusiasmo: per loro incredibilmente rappresentava la prima esperienza d'incontro ravvicinato con I mammiferi marini. E dato che fra i tre ne è stato avvistato uno che aveva sulla coda dei frammenti di rete, ci piace pensare che quel delfino, venuto a guidarli verso l’isola di Zannone, fosse proprio Tiberio, tempo prima imprigionato in una rete a Capri e poi di nuovo in viaggio verso le isole pontine.
I giovanissimi hanno avuto anche la possibilità di avvicinarsi a sport come la subacquea, la vela e l’arrampicata e hanno avuto il sostegno del Corpo Forestale dello Stato, della Capitaneria di Porto, della Compagnia di Trinchetto, degli ornitologi dell’ISPRA e del parroco Don Ramon.



TEATRO - DANZA - MOSTRE FINO ALLA FINE DEL MONDO!
Le segnalazioni de La Lampadina

Nella lista delle cose necessarie da fare entro “la fine del mondo”, da ottobre a dicembre 2012, non possono mancare il teatro, la danza e la musica.
In questo numero de La Lampadina, parliamo della programmazione di ottobre, la selezione completa degli spettacoli di novembre e dicembre la potete trovare sul sito!.

Non è facile avventurarsi nel vastissimo panorama artistico romano, perciò con la consapevolezza di essere parziali e lungi dal pretendere di essere esaustivi, vogliamo solo offrire alcune suggestioni, così abbiamo scelto di parlare di dieci spettacoli da non perdere, concentrandoci soprattutto sulle produzioni di più ampio respiro.

Partiamo dal Roma Europa Festival che RomaEuropaFestivalabbraccia diversi luoghi e teatri della città, per ospitare spettacoli dei più riconosciuti artisti al mondo, nel campo della musica, dell’arte visuale, del teatro e della danza contemporanea. Consigliamo di seguirlo integralmente ma per ragioni di spazio, ci limitiamo a segnalare due spettacoli di danza. Il primo è Here/After di Constanza Macras, al Teatro Eliseo dal 5 al 7 ottobre, che parte da un tema profondo come l’agorafobia per analizzarlo con ironia e provocazione.
Poi ci spingiamo a Oriente con Birds with Skymirrors dal 26 al 28 ottobre al Teatro Argentina, di Lemi Ponifasio, riconosciuto autore samoano, cheBirds all'Argentina si ispira alla vitalità della natura tra rito, danza, mito ed evocazione.
Proseguiamo con il Teatro di Roma, rappresentato dal Teatro Argentina, che fa da capofila per proposte di altissimo livello nazionali e internazionali, mentre il Teatro India, il palcoscenico off, ancora non ha comunicato la Stagione che quest’anno si concluderà a dicembre, per consentire i lavori di ristrutturazione e sistemazione degli spazi.
Ci cattura un titolo stravagante, Soprattutto l’anguria, in scena il 13 e il 14 ottobre, un testo di Armando Pirozzi, diretto da Massimiliano Civica, regista dallo sguardo che sonda negli abissi, scarnificando gli orpelli e che qui va a sezionare il rapporto tra due fratelli, uno parlante e uno silenzioso. Cambiamo registro con la vivacità del Circus klezmer proveniente da Barcellona, il 16 e il 17 ottobre, che rappresenta il circo contemporaneo, con acrobati e clown, non più accompagnati da sofferenti animali in gabbia, ma dalla drammaturgia teatrale e musicale.  
Restiamo su scenari surreali, dal 18 al Giù all'Argentina21 ottobre, con Giù di Scimone e la regia di Sframeli. La compagnia racchiude i personaggi in un enorme water, dal quale esprimeranno la loro filosofia dell’esistenza senza compromessi. 
Entriamo nel mondo dell’immaginario e del sogno con il ritorno dello spettacolo Favole di Oscar Wilde, diretto da Giancarlo Sepe, Il 15 ottobre al Teatro la Comunità. Favole di Giancarlo Sepe
Uno spettacolo di culto della scena romana, vincitore nel 2004 del premio Olimpici del Teatro per il miglior spettacolo d'innovazione, rappresentato per 440 repliche, sempre in questo piccolo teatro e che proseguirà, sfidando la solita programmazione, per almeno tre mesi. 

Gli spettacoli selezionati fino a dicembre 2012 da Alice Calabresi  ti aspettano sul sito in una nuova Rubrica!


Mostre a Roma
Al Macro, Anders Petersen. Rome, a Diary 2012.  20 settembre- 28 ottobre
Per il quinto “incontro fotografico” curato da Marco Delogu, l’artista svedese Anders Petersen (nato a Stoccolma nel 1944) usa la formula del Diario per ritrarre una Roma lontana dalle riproduzioni Anders Petersenconvenzionali. Il fotografo si dedica a rapresentare la famiglia, le coppie di ogni età,  raccontandone la vita quotidiana con una fotografia in bianco e nero molto contrastata e spesso “estrema” in cui il suo intenso rapporto con il soggetto  si esprime più di mai con una vera “ossessione” per l’essere umano.


Al Macro Testaccio, FOTOGRAFIA: Festival Internazionale di Roma 21 Settembre- 28 Ottobre
Nell’undicesima edizione del festival, il tema, “Work”, è ritornato al centro del linguaggio fotografico. Un’edizione importante che presenta il lavoro di 180 fotografi nelle due sedi del Macro, nelle Accademie di cultura straniere, nelle gallerie e in molti altri spazi.

Ancora nell'ambito del Festival, Inaugurazione GaialightInaugurazione della mostra "Gaialight - Mass Surveillance" a cura di Benedetta Cestelli Guidi, 25 settembre, ore 20.00, Galleria edieuropa QUI arte contemporanea, Piazza Cenci 56.


"Refugee Scart, l'Arte dei Rifugiati" incontra Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Mirella Bentivoglio, Piero Dorazio, Toti Scialoja", Sala della Crociera, Biblioteca di Storia dell'Arte, via del Collegio Romano 27, fino all’8 ottobre.
I rifugiati, simbolo estremo d’immigrazione, ma anche metafora dello scarto delle s
Refugee Scartocietà, incontrano l’arte contemporanea italiana ed entrano con le proprie opere in uno spazio storico, cuore delle stratificazione della cultura d'occidente. La mostra è organizzata da Refugee Scart un progetto umanitario della SPIRAL Foundation ONLUS con il Patrocinio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per Rifugiati UNHCR in collaborazione con Centro Astalli, Laboratorio53 e Programma Integra a beneficio di Rifugiati arrivati in Italia alla ricerca di protezione.

A Venezia
CARLO SCARPA. VENINI 1932-1947 Venezia, Le Stanze del Vetro
I vetri di Murano firmati Carlo SCARPA: Fondazione Cini , Isola di San Giorgio Maggiore.
Fino al 29 novembre una bellissima raccolta dei lavori dell’architetto veneziano quand’era direttore artistico della Venini a Murano (1932-1947). Lavoro in cui lo Scarpa artista s’incontra con il designer e l’architetto in un risultato di grande originalità creativa.
La mostra costituisce la prima iniziativa pubblica de “LE STANZE DEL VETRO”, un progetto avviato dalla Fondazione Giorgio Cini e presenta più di 300
Un vetro di Veniniopere provenienti da collezioni private e musei di tutto il mondo.
Le opere sono suddivise in una trentina di tipologie che si differenziano per tecnica di esecuzione e per tessuto vitreo (dai vetri sommersi alle murrine romane, dai corrosi ai vetri a pennellate). Il materiale esposto comprende anche prototipi e pezzi unici, disegni e bozzetti originali, insieme a foto storiche e documenti d’archivio.

A Torino:
Fabergè, fino al 9 novembre, Venaria Reale, Reggia di Venaria.Uovo di Fabergè
Ancora in mostra le uova imperiali, regalate dallo Zar a Zarina e Regina Madre in occasione della Pascqua ortodossa. Una collezione acquistata dal magnate russo Viktor Vekselberg da Malcom S. Forbes, ora in esposizione con la collaborazione della Link of Times Cultural and Historical Fundation di Mosca e il Consorzio La Venaria Reale.

La selezione delle mostre è cura di Marguerite de Merode Pratesi e ti aspettano sul sito in una nuova Rubrica!

Se desideri segnalare "La lampadina" ad un amico scrivi a iscrizioni@lalampadina.net.


Attenzione!
Ai sensi dell'art.13 del nuovo codice sulla privacy (D.Lgs 196 del 30 giugno 2003), le e-mail informative e le
newsletter possono essere inviate solo con il consenso del destinatario.
Vogliamo informarla che il suo indirizzo si trova nel nostro indirizzario, in quanto un Suo amico l'ha iscritta alla newsletter "La lampadina" e che fino a oggi le abbiamo spedito informative e newsletter riguardanti le nostre iniziative mediante il seguente indirizzo e-mail: newsletter@lalampadina.net
Sperando che Lei voglia continuare a ricevere le nostre e-mail, Le assicuriamo che i Suoi dati saranno trattati con riservatezza, nel rispetto delle normative vigenti e che non verranno divulgati. In ogni momento sarà possibile chiedere di essere rimossi dall'indirizzario cliccando qui
Una non risposta, invece, verrà intesa come consenso alla spedizione delle nostre e-mail.

Grazie
Il Team de La lampadina