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La Lampadina - n. 92 ::: Maggio 2020

Cari Lettori,
siamo a un punto di svolta, dipende tutto da noi, dipende sempre tutto da azioni umane. Si chiama libero arbitrio. Ciò che facciamo, le parole che pronunciamo, il significato che vogliamo attribuire loro: possono essere muri o ponti, come capita nell’esperienza di Mei Indri. A volte vogliamo attribuire forzatamente alle parole significati “altri” e mandare così concetti “in rovina”. Spesso alle parole seguono i fatti, e talvolta, come per Mary Richardson, al pensare segue il fare. Possono creare conflitti e offrire però lo spunto alla dialettica, come con Greta. Ce ne sono alcune che non riescono bene a definire nella loro accezione più lata, ciò di cui si parla, come per le “barche” descritte da Carlo, e poi a Beppe ne basta una per rievocare ricordi di gioventù, e altre riescono ad essere motivo delle più varie interpretazioni, come ci insegna argutamente Lalli!
Le parole, il nostro specchio, la porta del giardino segreto.
Buona lettura.
ICH


Domenica, 3 maggio 2020

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


ABBIAMO OSPITI/PSICOLOGIA – FIUMI DI PAROLE… fiumi di paroleeeee
Articolo di Mei Indri, Autore Ospite de La Lampadina

Ho sempre tenuto/caro l’insegnamento del mio maestro Mario CARO/TENUTO che in tutta la sua vasta produzione scientifica ha valorizzato in tutti i modi il grande portato della parola, della sua com.posizione e della sua etimo.logia.
Venire a conoscenza che la parola DIAVOLO viene dal greco dià/ballein, cioè separare, mi ha fatto capire che il male, che il diavolo simbolicamente rappresenta, altro non è che la di/visione, la non relazione, ma che in qualche modo è necessario per completare la visione.
Unito alla mia grande passione per l’enigmistica, questo stimolo al gioco di parole sembrava solo un mero esercizio intellettualistico, un divertente modo di essere una funambola della lessicalità.
Finché un giorno, in consulenza, mi risuonò in modo davvero assordante, la parola BLOCCO detta dal cliente di turno: bloc..bloc…bloc era quasi onomatopeico!
Sembrava il rumore di una serratura che si chiudeva dopo aver buttato via la chiave, aveva la pesantezza del tonfo del blocco di cemento legato al quale i mafiosi buttano giù i cadaveri per non farli riaffiorare.
Ma, improvvisamente, senza che lo decidessi ma grazie ad un mio pensiero laterale, mi venne in mente che il blocco era anche il blocco di partenza che serviva al centometrista per dare slancio alla partenza.
Come ho proposto questa immagine al cliente, ho osservato la sua espressione cambiare, diventare sorridente, assumere una postura proattiva e dinamica…. come se davvero da morto affossato fosse diventato un atleta pronto a scattare.
Gli ho proposto, tutte le volte che si fosse sentito bloccato, di pensare al centometrista, e caso mai,  di scrivere le sue im.pressioni su un BLOCCO per appunti!
In breve la situazione è cambiata e la consulenza è terminata con successo.
Ho applicato così, sistematicamente, questa modalità che opera sul qui ed ora, alla consulenza: così il treno che riportava il cliente al suicidio di suo padre è diventato i tre/no che finalmente poteva dire alle sue di.pendenze…
E un‘altra cliente, con improvvisi quanto inspiegabili attacchi di emicrania, dopo aver collegato questi ai suoi problemi di attaccamento a persone che le facevano del male, ha capito che, come gli attacchi di sicurezza degli sci, all'epoca quella fosse la sua unica via di protezione. Ma adesso poteva darsi il permesso di praticare lo sport degli attacchi (quello delle evoluzioni delle carrozze di un tempo tirate dai cavalli) e, come un bravo cocchiere utilizzare gli attacchi per andarsene in una località si.cura e in una direzione da lei scelta.
È inutile sottolineare che gli attacchi, così come inspiegabil.mente(!) erano venuti, altrettanto inspiegabil.mente(!) sono scomparsi.
E un’altra cosa curiosa accadde quando un‘altra cliente mi raccontò che per lei era molto penoso che qualcuno sempre e comunque le rubasse il palcoscenico, e che lei era stufa di stare dietro le quinte.
E quando io le ho indicato che dietro la quinta c’è sempre la sesta, e che la sesta è contrassegnata dal numero 6, che guarda caso si legge sei, voce del verbo essere, presente indicativo… tu sei.
Potrei dilungarmi in questa esposizione molto a lungo, visto che sono anni che applico questa modalità e l’ho insegnata a tanti allievi che la praticano con successo (modalità proprio consulenziale perché si occupa del qui e ora) ma mi sono limitata ai casi più pittoreschi.
Quello che invece fino ad ora non sono mai riuscita a capire come, seguendo quale percorso mentale, questa procedura potesse essere tanto efficace e duratura.
Vagamente intuivo che ci fosse qualche cosa legato al rapporto gestaltico figura sfondo, quindi parola contesto, ma non riuscivo a trovare il bandolo della matassa.
Poi, in un periodo al buio per un problema ad un occhio, mi è venuta all'improvviso una luminosa spiegazione. Si sa ”non si vede bene che col cuore, le cose essenziali sono invisibili agli occhi”! E così mi è apparsa chiara l’immagine iconica della gestalt, quella per intenderci del vaso bianco sullo sfondo nero, ovvero dei due profili neri sullo sfondo bianco.
Meno nota l’immagine della bellissima donna con il cappellino e della vecchia arcigna… Ebbene: è impossibile vedere e/e.. si può vedere solo o/o !
Si può vedere solo o/o perché il nostro cervello non è in grado di vedere le due cose contemporaneamente: e così funziona con le parole. Se io parlo del blocco del mafioso, non riesco a pensare al blocco di partenza, perché il meccanismo della percezione è lo stesso dell’icona del vaso e dei visi. E se il consulente rafforza l’immagine del significato-risorsa aiutando il cliente anche a sostituirlo da solo al significato-problema, si noterà in breve tempo come la consulenza possa andare a buon fine.

Provare per credere!

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La Redazione concorda:

"Le parole sono finestre (oppure muri)."

Marshall B. Rosenberg

ARCHIVI DI FAMIGLIA – Il falco pellegrino: nostalgia di gioventù
Articolo di Beppe Zezza

Ho letto stamane, in uno dei blog la cui lettura riempie le ore del mio confinamento, una notizia di per sé divertente e che ha risvegliato ricordi di un tempo che fu.
La notizia: sulla sommità del grattacielo Pirelli, sede della regione Lombardia, in un nido predisposto dagli ambientalisti, sin dal 2017 ha messo su casa una coppia di falchi pellegrini. Quest’anno hanno messo al mondo tre stupendi falchetti. Il bello è che collegandosi al sito della Regione è possibile seguire, momento per momento, la vita della famiglia! Si, perché oltre al nido, gli ambientalisti hanno installato anche una webcam. Clicca qui per vedere il nido live.

Il falco pellegrino!  Averne uno era il sogno della mia gioventù.
Erano gli anni ’Sessanta del secolo scorso – i primi, se non ricordo male. Con il mio “amico del cuore” di quegli anni, con il quale ci “dividevamo il sonno”, Fulco Pignatti guardavamo con rispettosa ammirazione il clan Pratesi, di pochi anni più “grandi” di noi (ma quando se ne hanno solo venti, anche solo pochi anni fanno la differenza) che allevava e addestrava falchi, per diletto e per caccia. (Prima della “conversione” ecologista il “clan Pratesi” era costituito da appassionati cacciatori). Ricordo ancora l’emozione nell'assistere a un'esercitazione del cosiddetto “volo a monte”: il pellegrino che, rilasciato, si innalza nel cielo per buttarsi in picchiata quando l’addestratore lancia in aria il “logoro”, un attrezzo sagomato ad ali di uccello, che costituisce il richiamo per il volatile.
Noi “piccoli” cercavamo di imitarli.
Ma procurarsi un falco pellegrino era difficile e soprattutto costoso, fuori portata per noi studenti che vivevamo con la paghetta genitoriale. Allora ripiegammo sui “gheppi”, molto più economici: si potevano acquistare in Italia da un commerciante veneto. Te li mandavano a casa in una scatola forata!
Dedicammo molta cura all'impresa, ma ahimè, avemmo poco successo.
Sull'ampio terrazzo della casa parentale costruimmo un casotto dove tenerli. Tutti i giorni andavamo a comprare cuore di agnello e testa di pollo, per l’alimentazione del nostro volatile che nutrivamo una volta al giorno; la mattina verificavamo la presenza della “cura”, una pallottola costituita del pelo della testa del pollo che dopo avere ripulito dall'acidità lo stomaco, veniva vomitata. L’assenza della “cura” sarebbe stato un segnale di grave pericolo per la vita del volatile. Ci eravamo attrezzati con guantoni, lacci da attaccare alle zampe, cappuccio per  mantenere il falco cieco ecc come dei veri “falconieri” come descritti nei manuali e quali speravamo di diventare.
Ma…. più di un  esemplare ci è scappato perché i falchi erano molto più bravi a scioglierle i nodi di quanto fossimo noi a farli e non avevamo il cuore abbastanza “duro” per “affamarli adeguatamente”, condizione assolutamente indispensabile in fase di addestramento per evitare che, non appena possibile, questi scelgano la libertà!
Morale: con i nostri gheppi non siamo mai riusciti a realizzare un vero “volo a monte”. Il solo risultato ottenuto, ma anche questo fu una grande emozione,  fu di farne venire uno in pugno a un'estremità del terrazzo a partire da un trespolo posto all'altro capo.
La “passione” per i falchi è durata circa un anno (un tempo lunghissimo quando si hanno solo vent'anni) poi, delusi dalla scarsità dei risultati e dall'entità delle spese sostenute, abbiamo abbandonato il campo e ci siamo dedicati ad altro. Mi è rimasta a ricordo solo qualche fotografia.
Beh, questa notizia dei falchi pellegrini di Milano mi ha fatto fare un po’ di “amarcord” e mi ha fatto provare un po’ di nostalgia per i bei tempi della gioventù.
Oggi quel che facevamo negli anni ’Sessanta è rigorosamente proibito: la protezione degli animali ha fatto passi da gigante.
Guardate questo volo, incredibile!

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Isabella propone questa domanda:

"Lo sa lei come si vede il mondo dal basso?
No, lei non lo sa.
Agli sparvieri, ai falchi di rado gli si vede il dorso:
volano troppo alti."

Da "La signorina Julie" di August Strindberg

ABBIAMO OSPITI/ATTUALITÀ – Il virus delle "rovine eterne"
Articolo di Emanuele Ludovisi, Autore Ospite de La Lampadina

"Il trionfo della demagogia è momentaneo, ma le rovine sono eterne” scriveva oltre un secolo fa lo scrittore francese Charles Peguy.
Esiste difatti un virus invincibile, incurabile, per il quale non sarà possibile trovare un vaccino per sconfiggerlo in modo definitivo ma solo una terapia per arginarne gli effetti devastanti che nei secoli puntualmente si ripresentano: la competenza.
La storia, quasi sbeffeggiando il difficile percorso del genere umano, talvolta sembra divertirsi creando delle singolari coincidenze: un benessere troppo spesso non equamente distribuito, l’affacciarsi nel sistema economico internazionale di nuove potenze globali, il fenomeno di migrazioni bibliche dalle aree più povere a quelle più ricche del mondo, lo strapotere della finanza, i crescenti rischi ambientali.
Queste coincidenze hanno finito nel mondo occidentale per produrre da un lato l’illusione di un’esistenza al riparo definitivo degli affanni, dall’altro un sentimento di malessere e scontento che ha finito per creare una generale sfiducia di quelle stesse masse nei confronti delle classi dirigenti e delle loro competenze. Il cortocircuito malefico si è consumato su questo fatale equivoco che il fallimento della classe dirigente equivalesse al fallimento delle competenze indispensabili per guidare sistemi complessi.
Così nell’arco di meno di un decennio, l’intero mondo, ha visto il successo di nuovi leader, di falsi profeti di improbabili eden, imbonitori dalle semplici ricette, menestrelli di fiabe a lieto fine. L’inganno ha trovato terreno fertile e così è cresciuta a dismisura la pianta velenosa del populismo.
Prendiamo alcuni degli slogan più utilizzati che hanno accompagnato l’ascesa irresistibile dell’onda populista nel nostro Paese: uno vale uno, fedeltà in parlamento al mandato di partito, primato della democrazia diretta.
Sono espressioni accattivanti, apparentemente logiche e condivisibili.
La storia tuttavia ci ha insegnato tutt’altro.
Ciascuno di noi, se intellettualmente onesto, ha potuto constatare nel corso della propria vita come di fronte a sfide difficili, a compiti complessi, a ruoli che impongono un impegno che implica responsabilità di governo di sistemi articolati dove è in gioco il destino di una comunità (sia essa economica, scientifica, civile…), servano personalità di grande spessore, forgiate da approfonditi studi, solide esperienze, qualità morali e di leadership.
Una serie insomma di elementi che sono l’esatto contrario della formula populista ‘uno vale uno’, principio corretto sul piano dei diritti ma privo di qualunque senso quando riguarda l’affidamento di incarichi apicali da cui derivano i destini di una collettività.
Veniamo ora alle motivazioni che hanno indotto i nostri padri costituenti a fare della ‘libertà di mandato parlamentare’ uno dei cardini fondamentali della democrazia di una società libera e civile.
Prima dell’avvento dello Stato moderno, possiamo dire prima dello storico spartiacque della rivoluzione francese, i parlamenti erano per lo più luoghi di rappresentanza delle diverse categorie professionali, corporazioni o classi sociali, dove venivano rivolte al regnante di turno le istanze o le suppliche a difesa dei loro rispettivi interessi (di fatto vi era un chiaro rispetto e quindi vincolo del mandato a difendere i solo interessi del mondo che si rappresentava). È solo con la nascita dello Stato moderno che questo principio viene sostanzialmente ribaltato: vi è difatti un ‘interesse superiore’, della collettività, della Nazione, che viene prima di quello dei nostri mandanti che hanno a cuore (…o potrebbero comunque avere a cuore…) le sole istanze della propria parte. Con lo Stato moderno entra in sostanza in gioco una visione più alta dell’etica individuale della rappresentanza che può non collimare con gli interessi particolari di una comunità o di un partito.
Del resto un fatto analogo avviene anche per il diritto societario quando un consigliere di amministrazione di una società è chiamato per il codice a fare una scelta chiara ed eticamente ineccepibile anteponendo gli interessi generali della società amministrata a quelli dell’azionista che lo ha nominato.
Veniamo infine alla ‘democrazia diretta’. Il mito della democrazia diretta è antico quanto il mondo perché nasce con le prime comunità. La storia dell’umanità per secoli è stata regolata da formule primordiali più o meno articolate di democrazia diretta che si riconoscevano poi in sistemi oligarchici, monarchici o tirannici. Lo Stato moderno ha però anche in questo caso realizzato cambiamenti sostanziali per garantire i diritti fondamentali, introducendo dei processi costituzionali di democrazia rappresentativa volti a impedire la manipolazione di collettività attraverso proprio l’utilizzo strumentale di formule di democrazia diretta.
Per intenderci, a titolo di esempio, alla democrazia diretta ricorrevano gli imperatori romani nel circo per decidere il verdetto finale di vita o di morte di un povero schiavo che esercitava pro tempore il mestiere del gladiatore.
Dobbiamo allora chiederci come sia stato possibile che in una società moderna, non medioevale, in cui vasti strati della popolazione possiede un livello alto di istruzione, in cui i sistemi di intermediazione culturale (media, scuole, università, poli di ricerca, istituzioni accademiche) si siano di fatto ignorati i segnali che provenivano dall’emergere dei proclami populisti. E questo senza che s’innestasse una contro reazione in grado di contestare il procedere di un tale degrado culturale.
È stato necessario il funesto avvento nel mondo di un virus vero, il Covid 19, con il suo strascico di morti, di caos, di inefficienze, di superficialità, per smascherare l’altro virus, quello dell’incompetenza populista, dei ‘no vax’.
Tutti dovremmo avere il coraggio di riconoscere la sventurata superficialità con cui in questi anni, in tanti dibattiti pubblici, abbiamo assistito al mancato contrasto di questo attacco alla ‘competenza’ e al ‘valore dell’esperienza’.
Ci può forse essere qualcosa di più ignobile e arrogante di un uomo privo di competenze ed esperienze che vuole farsi re?

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La Redazione propone questo pensiero:

"Soltanto sotto una dittatura riesco a credere nella democrazia".

Leo Longanesi

ARTE – La Venere di Rokeby: una storia spericolata
Articolo di Marguerite de Merode

Hanno scritto che Venere, la dea dell’amore, è la più bella delle divinità, ed è, da sempre, considerata come la personificazione per eccellenza del fascino femminile.
Siamo nel 1650 e Velasquez dipinge un nudo femminile di sensuale bellezza; una Venere di cui ritrae il seducente corpo completamente nudo, di schiena. È sdraiata su un letto disfatto e contempla la sua immagine riflessa in un specchio sorretto da suo figlio Cupido. Si intravede appena il suo volto. Velasquez in quegli anni è l'artista più importante alla corte del re Filippo IV di Spagna ed è uno dei maggiori pittori dell'età dell'oro spagnola e del barocco europeo. La tela di cui parliamo le viene commissionata da un aristocratico libertino, don Gaspar de Guzmán, Conte-Duca di Olivares, figlio del primo ministro di Filippo IV, appassionato collezionista d’arte. La vuole appendere sopra il suo letto come un’immagine erotica. Dipingere, all’epoca, il corpo di una donna completamente nudo, è molto rischioso perché la Chiesa spagnola, attraverso il Tribunale dell’Inquisizione, vieta in modo assoluto le immagini o i dipinti di donne svestite (anche se ispirati alla tradizione mitologica). Infatti questo quadro, insieme al dipinto la “Maja desnuda” di Francisco Goya,  sono le uniche due opere dell’arte spagnola giunte fino ai nostri giorni, che illustrano il corpo femminile senza veli.
Il dipinto, autografo, è uno delle sue ultime opere ed è l’unico esempio superstite di nudo femminile realizzato dal pittore. L’opera verrà, però, portata in Spagna in un secondo tempo. Già prima di allora, nel mondo spagnolo, dipingere dal vero il corpo di una donna era considerato assolutamente sconsigliato e si raccomandava agli artisti di copiarne solo il volto e le mani. Per le altre parti del corpo ci si poteva avvalere di statue, disegni e stampe antichi e moderni, per raggiungere la bellezza ideale. Sembra che Velasquez, però, fautore del dipingere dal vero, realizza il quadro a Roma alla fine del suo secondo soggiorno italiano, ritraendo una certa Flaminia Triva, giovane pittrice, sua amante. Si fa anche il nome della nobile Flaminia Triunfi, o di una modella chiamata Marta da cui avrebbe avuto anche un figlio.
Si è cercato di attribuire a quest’immagine un significato profondo: la superiorità del vero amore sul desiderio, la fugacità di questo sentimento davanti alla bellezza che appassisce con il trascorrere del tempo. La verità è che non c'è nulla di spirituale nell'immagine. L'ambientazione classica è una scusa per trasmettere una sensualità estetica molto chiara, un apprezzamento della bellezza che accompagna l'attrazione per la nudità. Quello che effettivamente le era richiesto dal committente.
Il quadro molto ambito, passa di collezione in collezione privata fino al 1813 quando, dalla Spagna, viene portato in Inghilterra acquistato da un certo John Morritt e inserito nella sua collezione a Rokeby Park, da dove prende la definizione di “Venere Rokeby”. Nel 1906 entra a fare parte delle collezioni della National Gallery di Londra. Anche il re Edoardo VII contribuisce con 8.000 sterline all’acquisto.
L’opera è celebrata dal “The Times” come “perhaps the finest painting of the nude in the world”. L’operazione mediatica è necessaria per giustificare l’acquisto di un dipinto considerato all'epoca molto audace: “a marvelous graceful female figure…quite nude…neither idealistic nor passionate, but absolutely natural, and absolutely pure; she is not Aphrodite but rather the “Goddess of Youth and Health”, the embodiment of elastic strength and vitality- of the perfection of Womanhood at the moment when it passes from the bud in to the flowers”. Con questi commenti si cerca di eliminare qualsiasi messaggio di ambiguità e l’opera acquista da subito grandissima notorietà per diventare presto il simbolo dello sguardo maschile sulla bellezza femminile. Ma la storia non finisce lì. Il 10 marzo del 1914, verso le dieci del mattino, la suffragetta Mary Richardson, approfittando della distrazione di un custode del museo, colpisce ripetutamente la tela, che viene squarciata in varie parti con un coltello da macellaio.
Era stata appena arrestata la leader del movimento d’emancipazione femminile, Emmeline Pankhurst, di cui la Richardson era una attiva sostenitrice.
La giovane Mary cercava con il suo gesto violento di tenere viva l’attenzione della stampa riguardo al movimento femminista di cui la Venere Rokeby diventa la vittima innocente.
Al misfatto si farà seguire un restauro molto accurato per cancellare, agli occhi del pubblico, le tracce dell’infelice gesto. Il quadro è tutt’ora visibile nel museo di Londra e Mary Richardson rimane per la storia “Mary la squartatrice”.

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Carlotta ci propone questa opinione:

“Se l’arte è una esperienza che spiazza l’individuo facendolo riflettere sulla sua condizione, allora i tempi che viviamo sono artistici".

Eugenio Barba

ATTUALITÀ – Faceva paura Greta! Ora il Coronavirus! Riflettiamo
Articolo di Elvira Coppola Amabile, Autore Ospite de La Lampadina

NdR: nell'ambito del comitato di Redazione, questo pezzo ha suscitato reazioni varie, le più di condivisione, altre minoritarie dissenzienti. Visto che siamo, o cerchiamo di essere, una redazione democratica, si è convenuto di fare seguire in calce una breve nota che esprimesse il parere di chi, nel comitato, aveva opinioni diverse. A voi i commenti.

Faceva paura Greta! Ora il Coronavirus! Riflettiamo! Non sono riuscita a comprendere l’aggressività attivata contro la piccola svedese poco tempo fa. Greta invitava a rispettare il pianeta dagli scempi dell’inquinamento. Ma suscitava reazioni contrastanti! L’immagine proposta mostra una graziosa svedese che all'epoca dei figli dei fiori rappresentava un oggetto di attrazione sessuale. Era simbolo di una disinvoltura di costumi ancora non diffusa ovunque. Secondo un senso comune purtroppo non sempre mediato dal limite dell’educazione o del buonsenso, una donna doveva servire a questo, no? Se si distingueva o impegnava in altro che non fosse il ruolo di madre, di essere subalterno o di strumento di piacere, le battute sprezzanti, i motti volgari e a volte violenti non mancavano mai.
Senza la grandiosità mediatica regalataci dall'uso dei social e senza volgarità, battute di sufficienza e critiche subivano Rosalba e Carmen e tutte noi attiviste di Marevivo quando 36 anni fa iniziammo a pulire le spiagge a invocare la limitazione dell’uso di plastica. Ci impegnammo a studiare il mare, i fiumi, l’ambiente, i sistemi ecologici. Coinvolgemmo biologi, geologi, zoologi e tutti gli scienziati esperti degli argomenti che ci preoccupavano. Per poi arrivare ai legislatori e ai politici. Rosalba scoprì che il mare era malato. Fondò Marevivo. La seguimmo in tanti comprendendo l’importanza della difesa del mare dell’aria della terra.
Faticosamente da oltre 35 anni Marevivo predica quello che dice la piccola Greta. Molti hanno aiutato, creduto, lavorato, sostenuto, sponsorizzato. Ma tanti erano contro sminuendo o accettando a volte con sufficienza il grido di allarme di Marevivo.
La storia si ripete contro Greta. Con la ferocia propria di questo mondo arricchito dalla platea del web. Colorito da una sorta di maschilismo congenito in molti, che affiora perché il vessillo di questo allarme lo impugna una giovane ragazza, Greta. Forse che la difesa della natura è più sentita dalle donne? Forse perché generano la vita? I maschi invece conquistano, sfruttano, difendono il territorio ma distruggendo. Guai a frenarli!!! Tuttavia i maschi hanno anche utilizzato le scoperte determinando progresso e benessere.
Ebbene non ce lo possiamo più permettere. Il progresso non è benessere se non è sostenibile. Ora il benessere così pervicacemente preteso uccide. Greta scuote il mondo con argomenti ansiogeni. Tocca gli interessi di lobby potenti. Molti cercano di negare i danni e rimuoverli manipolando addirittura alcune dichiarazioni di Rubbia fatte 15 anni fa. Del resto esistono i terrapiattisti, i negazionisti. La maggior parte degli scienziati sostiene che l’innalzamento del clima è una realtà inquietante e spaventosa che ci sta travolgendo. Ed è causata dall'uomo che brucia ogni ora milioni di tonnellate di greggio estratti dal suolo. Restano nell'atmosfera. La stravolgono!!! Io penso che Greta sia solo uno strumento giunto in un momento molto critico per indurre il mondo intero a riparare i danni procurati da uno sfruttamento insostenibile.
Dicono che sia manovrata. Da chi? Dicono che dietro di lei ci siano molti oscuri interessi. Di chi? In ogni caso se anche ci fossero per una volta vanno nella direzione giusta per frenare l’accelerazione che sta infuocando il pianeta. Roghi, alluvioni, scioglimento dei ghiacciai...E questa epidemia? L’armonia naturale del nostro pianeta è turbata, sconvolta e sembra spasimare alla ricerca di un nuovo equilibrio. Speriamo di essere ancora in tempo. Oggi una livella misteriosa sta spennellando la terra tutta. Inesorabilmente! Coronavirus! Un male che sta paralizzando tutto. Mai era successo a livello planetario come ora!
Chi non ha pensato quasi temendo di formularlo come ragionamento o anche solo come inquietante percezione, chi non ha pensato dicevo che questa malattia tremenda si sia manifestata come evoluzione della natura per stabilire un nuovo equilibrio?
Qualcuno azzarda l’ipotesi che la virulenza del Coronavirus possa essere determinata dai cambiamenti climatici. Nessuno sa se c’é una relazione. Ma nemmeno lo può negare. I più deboli soccomberanno i più forti sopravviveranno. Mio dio sembra di evocare scenari da apocalisse! Brrr! Ma noi riflettiamo con molta serenità. Le nostre coscienze si appropriano lentamente di certe consapevolezze. Le temiamo ci opponiamo aggrappandoci alle certezze che fino ad ora abbiamo ritenute valide. E poi una piccola luce appare dentro per illuminare piano nuovi limiti, nuovi orizzonti, nuove speranze. Conquisteremo nuovamente la possibilità di vivere tranquilli e protetti! Grazie alla scienza siamo vicini a riconquistare la salute. Ma dobbiamo conquistare anche una nuova etica. Che lezione questo Coronavirus! Mette a nudo tutte le nostre fragilità! Marevivo sempre instancabile e vigile ha scritto una bella lettera a firma del presidente e vicepresidente Rosalba Giugni e Ferdinando Boero. Vi invito a consultarla sul sito di Marevivo.It

Un commento di Beppe Zezza
Ritengo assolutamente legittimo nutrire delle passioni e prodigarsi perché le proprie idee vengano riconosciute e accettate.  Pertanto, pur non condividendole, non ho nulla da eccepire, circa la passione ambientalista e la ammirazione per personaggi che hanno riempito gli schermi delle televisioni e le pagine dei giornali nel recente passato, espresse dal nostro autore ospite nel suo articolo. Sono idee che trovano ampio sostegno nei media e (quindi?) molto diffuse.
Quello che invece ritengo sia necessario contestare sono alcune concezioni adombrate anche se non esplicitamente sostenute. La pandemia del corona virus Covid -19  sta infliggendo a tutta la umanità una grande quantità di sofferenze, attualmente sanitarie, prossimamente economiche, delle quali non si intravede la fine. Le cause del suo insorgere, così come i fattori che ne possono avere favorito la diffusione e reso più severe le conseguenze non sono ancora ben conosciute – diverse sono le ipotesi sul tappeto più o meno credibili e molte le persone che si applicano per analizzarle.
In questo contesto quello che mi pare però non corretto è evocare la pandemia da corona virus come argomento a sostegno della propria lotta ambientalista per una de industrializzazione del mondo. La storia universale ci insegna che le pandemie hanno sempre afflitto l’umanità anche in contesti assai meno industrializzati e che se nei tempi odierni le conseguenze non saranno così disastrose come in passato questo sarà da ascrivere al progresso tecnologico che la nostra civiltà ha prodotto. (Questo naturalmente non vuol dire: “tout va très bien madame la marquise” e che non ci siano molte cose da rivedere soprattutto in merito alla  globalizzazione spinta perseguita negli ultimi decenni).
Altro elemento da "maneggiare con cura" è ogni riferimento, di tipo “religioso”: si sente dire – e l’articolo in questione ne fa cenno, – che la pandemia sia una reazione della Madre Terra (o Natura) agli scempi compiuti dagli esseri umani. Questa appare una riedizione – riveduta e corretta in chiave panteistica - della visione fondamentalista che attribuisce la pandemia alla punizione di un Dio giustiziere ai peccati degli uomini. Diversi i peccati – distruzione di foreste, emissione incontrollata di CO2 ecc da una parte, aborti, eutanasia, sfruttamento dei poveri  ecc dall’altra, diversi gli autori – Dio e la Madre Terra (o la Natura) - ma identico il concetto.
Un grande sforzo è stato fatto negli ultimi secoli perché il pensiero sia purificato da ogni eccessivo richiamo al “metafisico” - basti pensare alla serietà degli accertamenti richiesti perché una guarigione che avvenga, ad esempio a Lourdes, sia dichiarata miracolosa – per ricaderci in una chiave diversa.

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La Redazione condivide questa idea:

"C’è un solo tipo di shock peggiore rispetto all’imprevisto:
il previsto per il quale ci si è rifiutati di prepararsi".

Mary Renault

ATTUALITÀ – Che barche!
Articolo di Carlo Verga

Ancora poco e finalmente arriverà l’estate (anche se probabilmente non siamo preparati) e, corona virus permettendo, si affilano le armi per una prossima (?) stagione di novità nel mondo delle barche grandi e piccole.
Di ogni tipo di imbarcazioni ne vediamo in quantità nei porti, in mare, e navigare lungo le nostre coste ma barche del tipo l’Octopus di Paul Allen è raro vederle. Qualche anno fa l’Octopus era a Ponza, girando una delle punte dell’isola ci siamo trovati davanti un bestione che svettava al di fuori di una caletta, era grigio, un grande elicottero su una piattaforma gigantesca e una decina di moto d’acqua che giravano intorno a quel colosso, in verità aveva più l’aspetto di una nave da guerra che da diporto.
Le moto uscivano e rientravano da un portellone immerso nell'acqua dalla poppa della nave. Sembrava di affacciarsi su un panorama da film di fantascienza.
Forse i tanti ospiti del caro Paul erano i guidatori delle moto e non le guardie del corpo e mi auguro, se non altro, abbiano apprezzato le tante cose belle dell’isola. L’Octopus comunque è miserello rispetto al più grande yacht dello sceicco Khalifa bin Zayed Al-Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti, l’Azzam di quasi 200 metri e detiene attualmente il titolo di nave privata più lunga del mondo. 
Il costo di questi giocattolini è notevole ed i loro consumi altrettanto costosi. Bruciano tra i 1500 e i 2000 litri di gasolio al giorno a velocità di crociera, il maggiore di queste navicelle ne consuma per quasi 1 milione di dollari ogni tre settimane, pensare con quelle cifre, potrebbero essere comprati un paio di appartamenti ogni mese... e ben altro.

Dunque con l’arrivo dell’estate si affilano le armi e dovrebbe essere il turno di Bill Gates, il quale, sembra (ma proprio Bill nega) abbia in ordine una “nave” da diverse centinaia di milioni di dollari. Sembra sia molto più piccola di Azzam ma forse l’imbarcazione più strana di tutte. Il suo nome dovrebbe essere “Aqua” la sua particolarità risiede nell’essere una nave assolutamente tecnologica non alimentata dal vento e neanche da combustibili solidi ma mossa da sistemi di celle a combustibile a idrogeno - una fonte di energia a emissioni zero che per molti dei ricercatori sostituirà, in un futuro vicino, il combustibile fossile per qualsiasi tipo di nave o veicolo. L’energia elettrica così generata viene trasmessa alla centralina di AQUA che la distribuisce per alimentare la propulsione e i sistemi di bordo.

Wilkipedia recita: Una pila a combustibile (detta anche cella a combustibile dal nome inglese “fuel cell”) è un dispositivo elettrochimico che permette di ottenere energia elettrica direttamente da certe sostanze, tipicamente da idrogeno ed ossigeno, senza che avvenga alcun processo di combustione termica. L'efficienza o rendimento delle pile a combustibile può essere molto alta; alcuni fenomeni però, come la catalisi e la resistenza interna, e lo stoccaggio dell’idrogeno pongono limiti pratici alla loro efficienza.
Naturalmente all'interno dello scafo in vetroresina, i suoi occupanti potranno godere di una piscina a cascata, una palestra, spa, cinema, un eliporto per viaggiare comodamente da e verso la costa e praticamente tutto ciò che ci si aspetterebbe da un resort a cinque stelle.
L’aspetto, più interessante dell’intero progetto è, che non riguarda una semplice e classica  nave da crociera ma dovrà essere un modello sperimentale  che con il nuovo sistema di propulsore futuristico dovrà dar inizio ad nuovo modo di viaggiare sia per mare che per terra con inquinamento pari a zero. Insomma una innovazione assoluta in questo campo e che soltanto Bill Gates con le sue fortune poteva intraprendere. Tuttavia esiste ancora qualche dubbio sulla fattibilità del progetto che probabilmente verrà chiarito prossimamente.

Tanti i progetti innovativi di Bill Gates che da quando si è ritirato dalla Microsoft, ha speso la maggior parte del suo tempo e denaro lavorando su cose come sistemi di risanamento autonomi e convenienti per una società meno inquinante, si è concentrato sui sistemi portatili di filtrazione dell'acqua e ricerca medica (perfino su un tipo alternativo ai WC tradizionali e che migliorerebbe lo stato di inquinamento infezioni e mortalità di molte delle popolazioni mondiali), e attualmente, data la gravità della pandemia mondiale, la sua attenzione si è spostata sulla ricerca dei vaccini per il Covid-19.
Tutto questo è fatto con grande attenzione e naturalmente disponibilità di denaro, quindi non ci dobbiamo preoccupare, considerando che la Bill and Melinda Gates Foundation, fondata dalla coppia nel 2000, ha una dotazione di oltre 46 miliardi di dollari, che la rende la più grande fondazione privata del mondo.

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Leonardo consiglia questa visione:

"I viaggi sono quelli per mare con le navi, non coi treni. L’orizzonte dev’essere vuoto e deve staccare il cielo dall’acqua. Ci dev’essere niente intorno e sopra deve pesare l’immenso, allora è viaggio."

Erri de Luca

COSTUME - Il 4 maggio!
Articolo di Lalli Theodoli

Evviva! Dopo tanto tempo, e sono passati più di due mesi, trascorso per lo più a casa fra quattro mura che per alcuni estremamente strette e per altri più agevoli… un po’ di via libera.
Potremo finalmente rivedere figli, genitori, cugini. I parenti insomma che non abbiamo potuto vedere per tanto tempo. Ovviamente con le solite dovute cautele: distanziamento sociale (che da qualche tempo non è la differenza fra ricchi e poveri), mascherina (che non evoca allegre feste di carnevale).
Non occorre più che ce lo ripetano. Per abbassare il plateau (non Plateau Rosà) occorre tutta la nostra collaborazione. Finora siamo stati bravi.
Ma al solito ci danno una mano e desideriamo il braccio. Solo i congiunti? E gli amici? Arriva la parola magica. Potremo vedere gli AFFETTI STABILI. Questa è una terminologia che finora non era stata tirata fuori dal coronavirus. Ci pensiamo un attimo, riflettiamo ed ecco che finalmente capiamo.
Accade così che, dopo giorni di vestiti da casa lei, e tuta lui si spalanchi l’armadio per qualcosa di carino lei, e di decoroso, lui. Accade che lei giri per casa con una strana pappa in testa. Oh mamma mia la crescita! Lui si appropria del kit da rasoio per accorciare i capelli. Vecchio regalo di Natale mai usato. Evviva il fai da te e chi ne sa fare uso. Altri non hanno rimedio per la crescita e per i capelli scarruffati. Si tira fuori l’asse da stiro: ”Che stai facendo?” Lei, stirando i pantaloni con la piega: “Oh, così, per passare un po’ di tempo.” Lui “Come faccio a lavarmi la camicia celeste?” È quella che gli sta tanto bene, le ha detto il suo AFFETTO STABILE. Nessuno dei due dà retta ai figli impegnati con la scuola on line. Nessuno dei due oggi inventa giochi nuovi per distrarli. Si stanno preparando con cura per l’uscita del 4!
Sono preoccupati. Hanno passato giorni e giorni in famiglia come mai in vita loro. La famiglia è preziosa ma a volte si sono sentiti soffocare. Troppa presenza. Sono stati bravi, hanno cercato di non deprimersi, di tenere nascoste le preoccupazioni, tantissime, per il futuro, sono stati affettuosi con il coniuge senza tradire l’affetto stabile. Coronavirus esige precauzione. Non occorre il solito mal di testa. Ma che emozione il quattro. Sono ingrassato/a? Molte rughe? Si guardano allo specchio critici. Ma si consolano: anche la controparte avrà avuto i suoi problemi.
Il quattro, orde di affetti stabili si precipiteranno non dalla vecchia madre, o zia o cugini o amici, ma altrove.
I maghi del fai da te pettinati, stirati in ordine. I più pecioni un po’ ciancicati rischiando che l’affetto stabile diventi totalmente instabile. All’incontro si strapperanno la mascherina dal volto per prima cosa…poi altro.
Per fortuna l’autocertificazione non richiede nome e cognome della destinazione. Ma occorre stare attenti. Se lo trovasse lui o lei? “Che diamine sei andato a fare a Viale Pertini? Non dovevi andare in farmacia?”
Sicuramente nessuno degli affetti stabili userà l’app del telefonino per il rintracciamento dei casi positivi. Se malauguratamente ci si dovesse ammalare come giustificarsi?
Nelle molteplici nuove terminologie che ci ha insegnato il coronavirus questa ci permetterà, in futuro, di non usare più le orrende parole il compagno/a, l’amica/o l’amante (unico vero). “Ti aspettiamo a pranzo” diremo, ”Vieni con il tuo affetto stabile!”

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La Lampadina e' su Twitter...

FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là... 

Cubi intelligenti in orbita - I cubesat, sono dei microsatelliti di peso di pochi kg che riescono a espletare il più delle funzioni dei loro fratelli maggiori.
Dall’esplosione di questa nuova tecnologia sembra ne siano stati messi in orbita quasi 2000 dai vari paesi.
Il grande vantaggio è che se ne possono mettere in orbita dei grappoli, così da frazionare i costi valutabili oggi in circa 50mila dollari per ciascuno.
Le aziende Italiane  sono in primissima linea nell’applicazione di queste tecnologie.
L’anno prossimo la Space Lunch System della Nasa lancerà nello spazio 13 cubesat di cui uno sarà interamente italiano: l’Argomoon scelto dalla Nasa tra i numerosi candidati europei.
L'Argomoon non è più grande di una scatola da scarpe, è dotata di  macchina fotografica ad alta risoluzione, più due pannelli solari e un piccolo sistema di propulsione e un sistema di comunicazione che dovrà funzionare dalla Luna.
CV

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Theremin: uno strumento musicale fascinoso - Fino a ieri francamente non sapevo cosa fosse poi sono capitato casualmente  su un canale Youtube e sentite  cosa'è…
Ecco la breve spiegazione trovata su wilkipedia: il theremin è uno s
trumento musicale elettronico, il più antico conosciuto che non preveda il contatto fisico dell'esecutore con lo strumento.
Fu inventato nel 1919 dal fisico sovietico  Lev Sergeevic Termen (noto in Occidente come Léon Theremin o Theremine).
Lo strumento si basa su oscillatori che, lavorando in isofrequenza al di fuori dello spettro udibile, producono, per alterazioni delle loro caratteristiche a seguito della presenza delle mani del musicista nel campo d'onda, dei suoni sul principio fisico del battimento, questa volta nel campo delle frequenze udibili.

CV

*

Fake news: come riconoscerle? - Le fake news ora sono vietate e perseguibili per via legale, ma la difficoltà è scoprirle!
Pens
ate che poco tempo fa è apparso un video di 19 secondi che aveva come protagonista il candidato alle presidenziali Usa Joe Biden.
Nel video Joe Biden pubblica una specie di incoraggiamento per Donald Tump (e già è strano..).
Il video viene condiviso dal direttore responsabile delle comunicazioni social della Casa Bianca e lo stesso Trump lo ha rilanciato sul proprio profilo Twitter.
In brevissimo tempo il video ha avuto 6 milioni di visualizzazioni… ma era un falso combinato con i vari discorsi della stesso Joe Biden.
CV

***

APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Dato il periodo, le iniziative "fisiche" (mostre, visite, viaggi, incontri) dell'Associazione sono per il momento sospese.
Continuiamo però settimanalmente con una newslettere specifica dedicata ai soci, a proporre dibattiti, contenuti speciali e confronti, con l'augurio di poter riavviare presto tutte le altre iniziative.

A presto.

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Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a
appuntamenti@lalampadina.net

 

Paese che vai: Faleria… ma chi ti conosce?
di Lucilla Laureti Crainz

Il caso vuole che io mi volessi disfare di varie enciclopedie tipo quella del Novecento, l'Universale dell'arte e tante altre, sono anni che non le sfogliavo e occupavano in miei scaffali inutilmente.
Così mi sono rivolta a varie biblioteche finché finalmente ho saputo da un'amica che c'era una persona che si sarebbe presa tutti questi volumi.
In questo modo ho conosciuto il professor Giancarlo Rostirolla, ormai in pensione, che stava creando con l'aiuto del Comune una biblioteca a Faleria.
Con passione e dedizione lavora da due anni a questo suo progetto e l'ultimo sabato quando ancora potevamo muoverci, sono andata a vedere la sua opera conclusa.
Faleria è un paese a 39 km da Roma sulla via Flaminia, vicino a Rignano, Calcata e Civita Castellana, ha origini molto antiche ed è costruita su uno sperone di tufo.
Siamo stati ricevuti da Giancarlo e dall'assessore alla cultura di Faleria,  Nicola Rinaldi, due persone entusiaste del luogo e del lavoro che fanno ogni giorno per far conoscere questa piccola città.
La biblioteca sorge nell'ex Ospedaletto di San Giuliano che oltre a essere utilizzato per i malati serviva come sosta ai pellegrini che si dirigevano a Roma.
Tutti i libri sono stati catalogati e divisi per argomento, una grande sala è stata dedicata alle Enciclopedie.
Ci hanno invitato a colazione, gran bel pranzetto con le specialità del luogo, grandi le penne al sugo di coda alla vaccinara innaffiata da un bianco appena arrivato dalla cantina di un amico!
Gran bell'incontro anche perché parlando del passato di Giancarlo, veniamo a sapere che insegnava all'università "Storia della musica", sua grande passione anche ora.
Gli abbiamo quindi chiesto di organizzare per noi della Lampadina un incontro di introduzione con ascolto di brani....una carrellata partendo dal canto gregoriano alla musica dei nostri giorni.
Prima di giugno era programmato un breve seminario di catalogazione informatica secondo le norme stabilite dal Sistema Bibliotecario Nazionale, che vedrà coinvolti alcuni giovani di Faleria sotto la guida della bibliotecaria esperta Valentina Piccinin. Doveva essere questa anche l'occasione per un nuovo incontro a Faleria sul tema 'libri, musica, natura' con la partecipazione della Banda dell'Associazione G. Verdi di Faleria diretta dal maestro Sergio Belardi». Diciamo che l'incontro subirà qualche ritardo ma.... per quando sarà, che ne dite? Vi può interessare?...
Il gruppetto della gita ha già accettato!
Sarà un piacere anche per voi conoscere una persona così speciale!

 

Lettere dalla quarantena
Nel frattempo, la gazza ladra...
di Simonetta Pacini Verga

La gazza ladra è un uccello bianco e nero della lunghezza di un piccione, ma molto più sfinato ed elegante.
Ha una caratteristica che lo distingue, è attratto dai riflessi.
All’alba si poggia sui davanzali delle finestre e si avventa sui vetri che riflettono la sua immagine.
Picchietta violentemente e nulla la ferma. Abbiamo provato incastrando delle girandole... attaccando dei nastri che si muovono al vento.
Nulla la fa desistere dal suo intento.
Quando si poggia sui prati ha un incedere sicuro e deciso.
Il movimento delle sue zampe è ritmano dal movimento del suo collo che immagino abbia una muscolatura potente quanto la forza che applica al suo becco nel provocare quel suono secco contro i vetri.
Sto scoprendo insieme a Nicolò e Viola i suoni della campagna. Nella distesa di campi davanti a noi stanno passando l’erpice per livellare le zolle arate e per preparare i campi alla seminatura.
È un rumore stridente ... si allontana e si avvicina lungo il crinale. Alza un po’ di polvere perché non piove da tempo e la terra è arida. Loro ne sono affascinati.
Nulla di poetico ... solo vita agreste a cui non siamo abituati.
Non un clacson, non uno stridio di freni nulla che richiami la città.
Ci svegliamo con il canto dei pettirossi e ci addormentiamo con il verso del gufo.
Che meravigliosa anomalia.

E ANCORA
FLASH NEWS!
 

I Beatles - Qualche settimana fa sono andati all’asta, online, 250 oggetti e ricordi dei Beatles.
Uno in particolare ha raggiuto la stratosferica cifra di 910 mila dollari, 9 volte la stima iniziale e questo dopo 50 anni dalla separazione del famosissimo gruppo musicale.
Il pezzo era l’originale scritto a mano da Paul McCartney di "Hey Jude".
CV

*

 

Damien Hirst in quarantena - Damien Hirst in questo periodo di forzato lockdown ha risposto su Istagram a 100 domande inviate dai suoi 675.000 followers. L'intervista, chiamata da lui stesso On the Psychiatrist’s Couch, è divisa in 4 parti di 14 minuti ciascuna e in essa risponde alle domande più varie: cos'è l'arte?
Cosa pensi della pop art di strada?
Quale sarà la tua eredità artistica?
Come fai a dominare il mercato dell'arte? Cosa succede se si disintegra la formalina dove è inserito lo squalo?
Hai mai dipinto con i tuoi genitali? Ammiro le tue opere ma non posso permettermele, mi potresti dare una tua magllietta?  Quali sono le tue patatine preferite?  E altro ancora...
Uno degli utenti che aveva visto per la prima volta una delle sue opere molti anni fa, le aveva considerate ”cacca”, poi dopo 10 anni ne ha comprata una a 200 mila sterline... Guarda il video della seconda parte dell'intervista e ascolta qualche sua risposta qui.
CV

*

 

Ostia antica ora ha il marchio UE-
La Commissione  Ue, ha insignito del 'Marchio del patrimonio europeo' dieci siti dell'Unione, dalla Polonia al Portogallo che ora salgono a 48.
Questi luoghi "offrono a tutti i cittadini europei una grande possibilità di avvicinarsi al loro patrimonio culturale e rafforzare il proprio sentimento di appartenenza all'Ue", ha dichiarato in una nota la commissaria europea responsabile per la cultura, Mariya Gabriel.
Tra i siti troviamo anche il Forte di Cadine (Trento) e il Museo casa Alcide de Gasperi (Pieve Tesino).
Ciò che li differenzia dai beni inseriti nel patrimonio mondiale dell'Unesco è che questi siti, selezionatidal 2013, sono considerati importanti per la storia e la cultura europea, non solo dal punto di vista estetico.
Ciascuno di essi è stato scelto per il suo valore simbolico, giacché rappresenta un aspetto diverso degli ideali, dei valori, della storia e dell'integrazione dell'Europa.
Ci aiuteranno a comprendere il nostro passato e a costruire il nostro futuro, in quanto tasselli del nostro patrimonio.
ICH

***

SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

In attesa di potervi suggerire appuntamenti "fisici", dove possiate spazialmente portarvi, accontentiamoci, ancora per poco, speriamo, di guardare non spostandoci da casa

DA VEDERE: vi portiamo all'Opera di Parigi, i ballerini si esercitano in quarantena... 
Guarda il video...

DA VEDERE: un video dove  Roma è ripresa da un drone che viaggia attraverso la Barcaccia, sull'Altare della Patria, sotto le zampe dei cavalli di marmo...
Guarda il video...

DA VEDERE: guardate come l'arte descrive la quarantena!
Guarda il video...
DA VEDERE: qui invece abbiamo opere di street art veramente splendide e geniali!
Guarda il video...
DA VEDERE E ASCOLTARE: ha del genio anche questo solista... vi ricordate Jerry Lewis?
Guarda il video...

 

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ALL'OLIMPICO CON
LA LAMPADINA

 

Gli spettacoli del Teatro Olimpico di Roma

sono momemtaneamente sospesi.
Per info cliccare qui

 

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La Lampadina
Libri
Sant'Agostino e  "Le Confessioni"

Maria Luisa Amendola ci racconta di una sera in cui Primavera Moretti (che insegna Storia delle religioni monoteiste alla Libera Accademia di Roma), parlava delle Confessoni di S.Agostino.. 

Va da se che parlare di Sant’Agostino non è una passeggiata, ma Primavera, quando ama un argomento, è un fiume, un torrente, e lei ama le Confessioni, le sue parole c’investono, è una cascata, e con piacere ci immergiamo …
Siamo a Roma nel 373 e Agostino, 19 anni, s’innamora di Cicerone, della retorica, della sapienza, dell’amore carnale e anche dei Manichei.
Ma chi sono questi Manichei? Andiamo con ordine, adesso ve li racconto.
I Manichei secondo quel che racconta Primavera, sono dei buonisti, dicono che ogni opera di Dio è buona, l’unica fonte del male è la libertà delle creature. (Anche i nostri governanti lo stanno pensando in questi giorni).
La religione dei manichei è molto pagana, in fondo siamo solo 200 anni dopo Cristo, gli dei pagani convivono con un Dio che è ancora tutto da scoprire.
È una religione che ha origini in Oriente, viene dalla Siria, ha due divinità: una che è fatta di luce e si chiama Mazda (-Udite! Udite! Sì, proprio come la marca delle batterie) e l’altra divinità è fatta di tenebre, questa, della quale non ricordo il nome, dice che il peccato ha rotto l’incanto della Creazione, Mazda, invece, la dea della luce, gode della creazione, poi il suo sguardo si posa sull’uomo che se ne va via dal paradiso scacciato dall’angelo, Mazda è compassionevole, gli pare di vederla quella spada di fuoco e l’uomo che s’allontana con le spalle curve trascinandosi dietro la sua donna, la vediamo anche noi, il dio ha pietà di quel poverello e gli regala un po’ della sua luce. Che bella storia! È un’immagine fortissima.
Per Agostino, Dio è luce: la luce è fatta di fiamma, di fuoco, di calore e di raggi, ed è indivisibile, (a questo punto Primavera ha acceso una candela con l’accendino e s’è scottata, e noi, con lei abbiamo avuto un‘esperienza non solo metafisica ma anche fisica). Quindi noi siamo fatti della stessa luce di Dio. Ahi! Bisogna stare attenti, la fiamma brucia, siamo fiammelle? La fiamma illumina, forse siamo raggi della luce di Dio? Agostino si pone il problema “Egli accese un fuoco dentro noi… e noi rifulgeremo”. Sembrerebbe tutto a posto.
Ma a questo punto Agostino, che è un aggressivo, attacca il pensiero manicheo perché è superbo, e sentite com’è poetico nel farlo: “I superbi Signore, non ti trovano, neanche se la loro curiosità è riuscita a contare le stelle, a misurare le plaghe del cielo, a seguire le vie degli astri…
Con la forza dell’intelligenza e l’intuizione che Tu donasti loro, essi fecero scoperte e annunziarono molti anni prima, le eclissi del sole e della luna…. Uno di loro, il vescovo Fausto, predicava
queste cose con una grazia infinita ma che servivano alla mia sete le tazze preziose di questo elegante coppiere?”
Oso pensare che se Agostino avesse conosciuto Primavera si sarebbe convertito molto prima, magari per farla star zitta un minuto. Invece sta lì con il pentimento per i peccati che ha commesso, pare che insistesse a dire: ”pecca fortemente!”
E qui entra il concetto che i peccati sono utili perché ti obbligano a pentirti e a confessarti, e a ottenere il perdono, (lui è convinto del libero arbitrio dell’uomo, quindi l’uomo è perfettamente responsabile dei suoi errori, contrariamente a quel che sostengono i manichei).
Agostino è un uomo maturo ormai, decide di scrivere un’autobiografia nascosta sotto la veste di una confessione al suo innamorato, che, questa volta è Dio, e lo fa intervallando pagine di invocazioni ripetute fino allo sfinimento, a pagine di pura lirica, specie quando analizza i sensi.
S’incanta poi quando parla della memoria delle cose, la memoria che mi fa “distinguere, senza bisogno di fiutare, il profumo del giglio da quello delle viole, e senza bisogno di gustare e di toccare, solo con il ricordo preferisco il miele al vino cotto, il liscio al ruvido”. Vedete come è bello perdersi, ci si perde quando si fa buio dentro di sé e si lasciano entrare le  parole e i pensieri degli altri.
Perdersi è una cosa che accade e basta.

Continua a leggere sul sito...

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Pinault e il suo nuovo museo
François Pinault avrà un nuovo museo a Parigi, nella ex sede della Bource de Commerce nel pieno centro storico della capitale francese.
L’edificio sarà concesso dal comune di Parigi in gestione a Pinanult per 50 anni, trascorsi i quali Comune e casa Pinault decideranno il da farsi.
La struttura restaurata su progetto di Tadao Ando (già protagonista del restauro di Palazzo Grassi a Venezia), in team con Pierre-Antoine Gatier, architetto specializzato nella conservazione dei beni architettonici, si inaugurerà a settembre, la data iniziale di giugno 2020 è slittata causa coronavirus.

Stiamo parlando di uno spazio espositivo di circa 3000 metri quadrati che sarà diretto da Martin Bethenod – che già dirige Palazzo Grassi – Punta della Dogana a Venezia, sede della Pinault Collection.
Ecco come Pinault spiega il suo progetto:
Ho a lungo accarezzato il sogno di costituire una rete internazionale ove far liberamente circolare le opere, le proposte, le idee, gli sguardi.
Con l’apertura di questa nuova sede, il sogno è sul punto di divenire realtà”
.
Il mio desiderio è che questo impegno arrivi a coinvolgere più generazioni tra i membri della mia famiglia”.

ICH

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Con la quarantena la Terra fa meno rumore-  Da rilevazioni fatte a livello mondiale dai ricercatori che studiano i moti della Terra, sembra che il rumore sismico, cioè il ronzio delle vibrazioni nella crosta del pianeta, abbia subito un calo decisamente importante.
Ciò risulta essere il risultato dal calo e in determinati casi dell’interruzione delle reti di trasporto e di altre attività umane (come il movimento dei macchinari industriali) imposte dalla quarantena decisa per combattere la pandemia di Covid-19.
In molte parti del nostro pianeta il rumore di fondo delle vibrazioni sismiche causate dalle attività umane si è ridotta in misura importante e per i geologi ciò è stato molto utile per ottenere una rilevazione più sensibile dei movimenti naturali della crosta terrestre cioè ha permesso ai rilevatori di individuare terremoti più piccoli e aumentare gli sforzi per monitorare l'attività vulcanica e altri eventi sismici.
Questo perché anche se il rumore causato dalla singole sorgenti può non essere significativo preso individualmente, quando invece si somma a livello molto esteso, provoca un rumore di fondo che rende difficile ai sismografi la registrazione di altri segnali che con esso si confondono dato che si propagano con la stessa gamma di alta frequenza.
“Di solito ciò può verificarsi in rarissimi momenti e solo per pochissimo tempo come nei periodi intorno a Natale” spiega Thomas Lecocq, sismologo dell'Osservatorio Reale del Belgio a Bruxelles, dove è stato rilevato un calo veramente notevole: pari a un terzo del rumore sismico indotto dalle attività umane. "Sembrava che in Belgio si fosse veramente fermato tutto."
ICH
 


 

 Pensiero Laterale
IL COMPLEANNO DI GIULIA

L’altro ieri Giulia aveva 17 anni.
L’anno venturo ne compirà 20.
È possibile.
Come si spiega il fatto?

Guarda qui la soluzione...

La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina e' una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Laura Lionetti, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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