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La Lampadina - n. 96 ::: Ottobre 2020

Ben ritrovati in questo ottobre che non sappiamo esattamente cosa ci riservi...
Detto che, come suggerisce l'articolo sulla Scuola di Atene, l'imprevisto è sempre dietro l'angolo, concentriamo invece la nostra attenzione sul concetto di "passaggio", di via, di attraversamento. Ci spostiamo fisicamente da un luogo ad un altro, e il passaporto è il nostro "lasciapassare". Un ponte che attraversa un fiume, unisce due rive, le congiunge, ci permette di andare "oltre". Il dormire rappresenta un passaggio, una via tra la coscienza della realtà e l'incoscienza del sogno, unendo e pacificando i due emisferi che compongono il nostro cervello. Una torre invece è qualcosa che cerca di unire la radice al cielo, la terra all'aria, e anch'essa si rileva un tramite. La vanità, se usata con parsimonia, può traghettarci in posizioni altrimenti irraggiungibili. Il sedimentare della conoscenza ci permette di attraversare l'ignoranza e sconfiggerla. La memoria è l'essenziale trampolino che ci proietta nel futuro da un passato conosciuto.  Troverete tutto questo nei "pezzi" dei nostri autori di questo mese.
Buona lettura e ad maiora!
ICH


Martedì, 6 ottobre 2020

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


ARTE – L’enigma: La Scuola di Atene di Raffaello
Articolo di Carlo Verga

Tanti anni che mancavo dai Musei Vaticani, finalmente a fine agosto siamo riusciti ad entrare con figli e nipoti e così da ripercorrere le sale del museo con la necessaria calma e non spinti da una folla vociante. Avevamo un’ottima guida e tra le tante cose, evidentemente presa molto da Raffaello, ci siamo soffermati a lungo davanti alla "Scuola di Atene", il grande capolavoro del pittore.
La descrizione lunga e attenta, il racconto della filosofia di ciascuno dei personaggi come e perchè raffigurati nelle varie pose, i loro pensieri i loro crucci. Siamo rimasti impressionati dalla dialettica e dall’entusiasmo della guida nel descriverci l’opera che naturalmente abbiamo apprezzato anche per la composizione e il pensiero di’insieme.
Abbiano poi continuato il percorso da soli trascurando la parte d’arte moderna, trascinati, dalla stanchezza dei nipoti che dopo due ore davano segni di insofferenza. Varrebbe comunque la pena di parlare anche di quella sezione dove esposto anche un Van Gogh fascinoso per la sua storia… ma questa è un altro argomento e magari ne parliamo nel prossimo numero della Lampadina.
Torniamo sulla “Scuola di Atene”, leggo In questi giorni un commento di un critico americano Kelly Grovier che stravolge la nostra percezione dell’opera impartendo una centralità differente da quanto immaginato fino ad oggi. Il Grovier, in altre parole, ci dice che abbiamo capito poco o niente del dipinto, ma che la filosofia dell’opera si concentra su un minuscolo oggetto a cui nessuno aveva dato peso fino ad ora e che racchiude un mistero del suo inserimento effettuato ad opera quasi finita.
"Guardate bene,  - ci dice -, proprio al centro, «oltre il braccio sinistro del malinconico scrittore che siede nel mezzo del dipinto, un semplice calamaio vacilla all'angolo di un grande blocco di marmo, ad appena una gomitata dal cadere, rompersi e aprire un buco nero nel cuore del lavoro di Raffaello». Ebbene: «Quell'oggetto senza pretese, e solo quello, trasforma l'affresco da tributo bidimensionale al pensiero razionale in una meditazione molto più profonda e mercuriale sui misteri dell’esistenza».
Non tralascia naturalmente un’analisi approfondita di ciascuno dei personaggi, la loro filosofia, il loro modo di pensare anche il modo di discutere tra loro e sottolinea come tutto verrebbe a fermarsi se il calamaio cadesse carpendo l’attenzione di tutti, stravolgendo l’intero concetto del quadro, ponendo così proprio il calamaio, un oggetto di nessun interesse, sfuggito agli occhi di milioni di visitatori, come centro di un mondo, forse futile nella propria debolezza.
Infine conclude: "quel calamaio, e solo quel calamaio, rappresenta la fluidità dell'identità che Raffaello ingegnosamente costruisce (e decostruisce) attraverso la superficie del suo dipinto. Togliete il calamaio dall’epicentro dell’affresco, e l’opera si dissolve in un fiasco di forme confuse e confondenti. Il profondo, e trascurato, calamaio di Eraclito è la vera sorgente da cui l'energia elastica del capolavoro di Raffaello promana senza fine».

Che dire? I commenti di Kelly Grovier stravolgono la mia percezione del quadro e naturalmente le spiegazioni della nostra guida, certo aprono uno spiraglio interessante sull‘intera opera. Voi cosa ne pensate?

Per saperne di più, leggete l'articolo di Kelly Grovier su BBC Culture

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ICH è d'accordo con questo assunto:

"L'imprevisto non è l'impossibile: è una carta che è sempre presente nel gioco."

Comte de Belvèze

ABBIAMO OSPITI/ROMA - Roma verticale
Articolo di Nicoletta Fattorosi Barnaba, Autrice Ospite de La Lampadina

Oggi diamo un’occhiata alla Roma medievale, o meglio a quanto sia rimasto della Roma medievale. Cercheremo di ritrovarla anche attraverso dei simboli architettonici come le torri e i campanili di quel periodo. Se potessimo vedere la nostra città dall'alto in quei secoli, avremmo un’immagine molto diversa dall'attuale. Le case e la popolazione, chiuse nell'ansa del Tevere, Roma coperta di verde, ma quello che colpirebbe maggiormente sarebbe l’assetto verticale della città, con circa trecento torri, che si stagliano verso il cielo; torri di guardia su quanto resta della cinta muraria di Aureliano,  torri erette dalle varie famiglie baronali, sempre in lotta tra di loro, sia per difendersi, sia per affermare il proprio potere. Vorrei far tornare alla memoria quell'immagine di Roma attraverso le parole di Pascarella, che in Storia Nostra, parlando del medioevo dice, a proposito di Roma, così:

…/ quanno che adesso stai sopra un’artura, / monta su ‘na terrazza in cima a un tetto; / e lassù, quanno tu da un parapetto / de la terrazza guardi la pianura / contornata da tutte quele mura / de Roma che te stanno de prospetto, / e vedi intorno a te quela ghirlàndola / de torre, a che te credi che serviveno? / […] ma quelle ereno er frutto d’un lavoro / che li baroni se lo costruivano / pe’ massacrasse insieme fra de loro./ Quele torre che, quanno uno […] le rivede cor primo sole, che ce va a bonora / e che quanno viè’ l’ombra giù da piede / sopra a la cima ce rimane ancora,  / e ce vede volà’ le palombelle / fra le lapide cor bassorilievo;/ se sa je fa piacere de vedelle.

Di quelle torri alcune non sono più visibili, in quanto inglobate in altri edifici, altre sono state distrutte dal tempo o da esigenze urbanistiche nei numerosi interventi di rinnovamento che ha subito Roma nei secoli.
Insieme a questa immagine di potere laico, si innalzano verso il cielo i campanili voluti dalla Chiesa per sottolineare il potere conquistato, dopo le lunghe lotte per le investiture.
Il campanile o torre campanaria, dal suo nome nasce per ospitare le campane, che nei secoli hanno dato agli uomini la scansione del tempo della preghiera e del lavoro. Molti riconoscevano dal diverso suono a quale chiesa appartenessero le diverse campane che a Roma suonavano e accompagnavano le ore della giornata dei romani, allo scadere delle ore canoniche.

Nel XII secolo si aggiungono a quelli preesistenti, del IX e XI secolo, campanili eleganti, alleggeriti e abbelliti da bifore e trifore. La luminescenza delle padelle cosmatesche, incastonate nei mattoni, pronte a riflettere i raggi del sole al tramonto, parlano di una nuova eleganza architettonica, caratteristica dell’epoca. I campanili in laterizio con vari piani potrebbero arrivare forse al centinaio, ne sopravvivono una cinquantina, ma bastano già da soli a caratterizzare tuttora il panorama della città medievale e a testimoniare la vitalità delle sempre più numerose maestranze, comprese quelle genericamente chiamate cosmatesche, che nacquero anch'esse in quel momento di ripresa edilizia.
Gli antichi campanili di Roma si caratterizzano, rispetto a quelli delle regioni settentrionali dalla maggiore frequenza di vuoti, l'uso costante della policromia e dell'intarsio, la mancanza degli archetti nelle cornici di suddivisione dei piani, sostituiti da mensole marmoree. Tipi caratteristici sono quelli (sec. XII) di S. Maria in Trastevere, di S. Maria in Cosmedin, dei SS. Giovanni e Paolo, di S. Lorenzo fuori le mura, ecc.
Il suono della campana è una voce che viene data dal campanaro, figura importantissima in una Roma in cui il tempo è scandito da queste note. I romani riconoscevano le “loro” campane dal suono e dal modo in cui i diversi campanari muovevano i loro particolari strumenti. Si racconta che un allegro fraticello campanaro della chiesa di S. Maria in Aracoeli, avesse ovviato alla fatica di suonare la campana, inventando un modo quanto mai utile e divertente. Aveva unito le corde della campana per farne una sola, aveva messo un cuscino sul nodo e quindi ecco pronta una comoda e simpatica altalena sulla quale dondolare e suonare le ore canoniche per invitare i romani alla preghiera. Ricordo che al tramonto, prima che si chiudessero le porte delle mura di Roma, le campane suonavano non solo per ricordare la preghiera dell’Ave Maria, ma anche per aiutare chi fosse ancora nei paraggi della città ad orientarsi e rientrare più facilmente.
Zanazzo ci racconta un fatto, accaduto nel XVI secolo, legato alla campana di Santa Maria Maggiore:
Sentiteme. Dice, che ttanti anni fa, una pellegrina tanta mai ricca, che vveniva a Roma in pelligrinaggio, a ppiedi, pe’ vvisità le Bbasiliche, quanno fu a un certo punto[…],siccome era una notte scura scura e ppioveva, s’era persa la strada. […]E in der mentre tutt’impavurita, se stava a riccommannà’ a la Madonna che l’avessi ajutata, quanto sentì’ da lontano lontano venije a l’orecchie come un sôno de ’na campana. Appizzò l’orecchie, se fece coraggio, e cco’ l’annà’ a le tacche a le tacche appresso ar sôno che ssentiva[…]se trovò su la piazza de Santa Maria Maggiore. […] Quela signora pellegrina n’arimase accusì ccontenta e obbrigata a la Madonna che […]lassò una rènnita […] a li preti de Santa Maria Maggiore, cor patto che dda quer giorno in poi, tutte le sere, a ddù or de notte, la campana medema avessi sonato a ffesta in ricordanza de quela grazzia ricevuta." 
Per questo motivo quella campana a Roma si chiama la “Sperduta”. Ancora oggi, ogni giorno la Sperduta suona alle 9 di sera.
Oggi le campane suonano ancora nella nostra città, ma il traffico aberrante che caratterizza le nostre giornate cittadine, non ci permette di cogliere il dolce suono che era il motivo conduttore dei tempi passati, per Roma. Solo la domenica possiamo ascoltare ancora quel dolce din, don, dan che si spande nel cielo romano.

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La Redazione riporta questa notazione:

"L'alpinista tedesco Wolfgang Gorter era così furioso che la montagna più alta della Germania, lo Zugspitze, fosse alta solamente 2.964 metri che costruì una torre di calcestruzzo sulla sua cima per fare in modo che essa arrivasse a misurare esattamente 3.000 metri".

Parlando di Wolfgang Gorter

MEDICINA - OSAS: una patologia poco nota
Articolo di Beppe Zezza

Avete mai sentito parlare di OSAS? No? Da un'esperienza personale un'utile informazione per tutti.

Può capitare di sentirsi stanchi anche senza aver fatto qualcosa di particolarmente gravoso e impegnativo ma se la cosa perdura, al netto di altre comorbità pregresse, può essere utile fare una visita che accerti lo stato del nostro sonno notturno. Per una notte ci viene applicato un apparecchio, il polisonnografo, che registra diversi parametri quali respirazione, ossigenazione del sangue, presenza di apnee ecc. L’esame è poco invasivo e ben tollerato.
Il risultato, nel caso a me noto, è stata la rilevazione di 33 mini-apnee ogni ora! In altri termini ogni due minuti circa la respirazione si bloccava per un breve istante e provocava un risveglio (inconscio) che permetteva alla respirazione di riprendere. Svegliandosi ogni due minuti era ben logico che la persona in questione la mattina si alzasse stanca morta poichè il nostro corpo si riposa solo negli stadi di sonno profondo che in questo caso erano costantemente interrotti dagli episodi di apnea. Questo tipo di problema è assai frequente sia in età pediatrica che negli adulti, ed è dovuto ad un tono muscolare ridotto, all'ingrossamento, anche temporaneo (tonsilliti, mal di gola etc), delle pareti molli delle vie respiratorie, a particolari caratteristiche strutturali dell'anatomiche (lingua grossa, presenza di adenoidi ipertrofiche, etc..) e spesso interessa persone obese.
La patologia prende il nome di OSAS (sindrome delle apnee notturne ostruttive – in inglese naturalmente) ed è efficacemente contrastata mediante l’uso di un apparecchio che prende il nome di C.P.A.P. (Continous Positive Air Pressure) o dell'APAP, i quali, attraverso una mascherina, insufflano aria ambiente nella gola. Questa aria impedisce il collabimento dei tessuti molli, il rilasciamento della glottide e quindi l’apnea.
Provato l’apparecchio e controllato l’andamento delle apnee: queste sono passate da 33 all’ora a una con un notevole miglioramento della qualità della vita.
La sintomatologia dell'OSAS, visto i danni che produce al nostro sonno comprende anche il mal ditesta al risveglio, l'addormentarsi, -potendo-, durante il giorno per brevi momenti, una concentrazione che tarda a venire, la sensazione di avere un po' di mal di gola, perchè le mucose delle vie aeree sono molto secche, e una possibile ipertensione arteriosa dato che certamente le apnee bene al cuore non fanno.. Insomma una patolgia risolvibile da tenere sotto controllo perchè può creare danni di altro genere.
Non avevo mai sentito parlare di questa patologia e di questi rimedi ed in Francia – dove ci troviamo attualmente– l’esame e l’uso dell’apparecchio sono a carico del Servizio Sanitario. In Italia, viceversa, a livello SSN il disturbo non è considerato nemmeno dalle assicurazioni private.

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La Redazione la trova calzante:

"Stanco io? No, sono diversamente dinamico."

Dal web

CULTURA – La Contessa di Castiglione, la donna che contribuì all'Unità d'Italia
Articolo di Marguerite de Merode

Di lei si dice che è la contessa più spudorata dell‘800 ma che ha aiutato a cambiare il destino dell'Italia del rinascimento. Virginia Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria Oldoini, cugina di Camillo Benso, Conte di Cavour, nota come la Contessa di Castiglione, possiede un temperamento vivace e una notevole bellezza. Fa della stravaganza una sua espressione fondamentale. Vive premature e numerose vicende amorose. Il suo aspetto le vale all’epoca l’appellativo di “donna più bella del secolo” e ciò sicuramente fa crescere senza limiti la sua vanità. Indossa abiti originali e audaci. La sua eleganza, sempre ricercata fin nei dettagli, costosissima, e il suo charme conquistano tutti.
Non è un personaggio che ispira simpatia alle donne, anzi! Basta leggere qualche sua esternazione recuperata dalle pagine del suo diario: "Io sono io, e me ne vanto; non voglio niente dalle altre e per le altre. Io valgo molto più di loro; ogni donna ha il dovere di essere bella, non per sé, ma per gli altri. Per sé invece, deve essere ambiziosa, astuta e agguerrita".
Ha la mania di sedurre chiunque. Lo ostenta senza problemi. Corteggiare e stuzzicare gli uomini con cui entra in contatto è un vezzo che non l’abbandonerà mai.
All’età di diciassette anni la bella Virginia va in sposa al Conte Francesco Verasis di Castiglione di dodici anni più anziano di lei. Con questo matrimonio, conquista la possibilità di trasferirsi a Torino nel palazzo dei Castiglione che fiancheggia la residenza dei Cavour. Gli dà la possibilità di entrare a far parte della vita di corte di Vittorio Emanuele II di cui diventa intima amica. Non c’è ricevimento né evento mondano al quale non viene invitata grazie al suo fascino e al suo spirito.
Separatasi presto dal marito che continuerà ad amarla tutta la vita, comincia ad intrattenere un gran numero di relazioni con esponenti dell'alta finanza, dell'aristocrazia e della politica. Ma è nel 1855 che Virginia entra veramente nella storia. Il cugino Cavour che sogna di far diventare il Piemonte una grande potenza, vuole convincere il Re a partecipare alla Guerra di Crimea e fare partecipare l'Italia al Congresso di Parigi. Vuole avere, in quella occasione, la possibilità di ottenere da Napoleone III un suo intervento in favore del Piemonte contro l’Austria. Intervento questo, necessario per la liberazione del Lombardo Veneto vero e proprio primo passo verso l’Unità d’Italia.
Cavour vuole l’Italia e ha bisogno della Francia. Pensa a la sua bellissima cugina e alla sua grandissima capacità seduttiva e per questo la invia a Parigi, in “missione speciale”, con il preciso obiettivo di sedurre l’imperatore francese Napoleone III e convincerlo ad appoggiare l’esercito piemontese nella Seconda guerra d’indipendenza. "Riuscite, cara cugina – le raccomanda Cavour, usate i mezzi che vi pare, ma… riuscite!"
Parzialmente stipendiata dai Servizi Segreti dei Savoia, si trasferisce nella capitale francese dove la sua bellezza è già ben nota.
Per due anni Virginia di Castiglione diventa la regina di Parigi, delle feste, dei balli, delle cacce e del cuore dell'imperatore. Amore e politica diventano lo scopo della sua vita, e l'appartamento di avenue Montaigne dove vive, oltre che segreta alcova imperiale, è anche centro d'informazione e di intrighi.
Entra perfettamente nel suo ruolo di spia riuscendo a consegnare messaggi riservati, corrispondere, andare e venire liberamente tra la Francia e l’Italia, talvolta scavalcando il protocollo diplomatico. Usa persino un codice cifrato nella corrispondenza che tiene costantemente con il governo del Piemonte. Dopo pochi mesi, porta a termine la sua missione.
Presto, comunque, la sua brillante immagine appassisce e cade in disgrazia. Non si arrende. Fra il 1861 e il 1867 si offre all’obiettivo dei fotografi alla moda Mayer e Pierson. La ritraggono a letto, o in pose teatrali, con le gambe nude fino al ginocchio; uno scandalo.
Piano piano si ritira dalla mondanità. Non accetta il tempo che passa e finisce i suoi giorni in solitudine e malinconia. Fa coprire gli specchi del suo appartamento parigino con un velo nero perché non riflettano più la sua bellezza perduta, chiudendosi in un voluto eremitaggio. Sarà sepolta nel cimitero di Père Lachaise, dove ancora oggi riposa.

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La Redazione propone questa idea:

"La mia vanità non è fisica ma cerebrale. Credo che la consapevolezza di se stessi sia una forma di vanità."

Richard Griffiths

ATTUALITÀ - Passaporti forti
Articolo di Carlotta Staderini

I passaporti considerati potenti ti permettono di viaggiare senza bisogno di visti.
Henley & Partners, una società di consulenza londinese, prepara ogni anno una classifica dei passaporti più potenti al mondo, quelli che hanno il maggiore numero di destinazioni aperte e la classifica si basa su quattro indicatori: la libertà di viaggio, la libertà di spostamenti, la potenza economica e lo sviluppo umano. 

Non sempre i cittadini delle nazioni più ricche hanno il miglior passaporto. L’Asia è in testa alla classifica, tuttavia l’Europa domina la TOP TEN. Dei primi 21 paesi catalogati ben 17 sono situati nel vecchio continente.
Classifica dei paesi che si possono visitare senza visto (prima della pandemia COVID-19):
1 GIAPPONE 191 paesi
2 SINGAPORE 190 paesi
3 COREA DEL SUD, GERMANIA 189 paesi
4 ITALIA,FINLANDIA, LUSSEMBURGO, SPAGNA 188 paesi
5 DANIMARCA, AUSTRIA 187 paesi
6 SVEZIA,FRANCIA, PORTOGALLO, PAESI BASSI 186 paesi
7 SVIZZERA, STATI UNITI, REGNO UNITO, NORVEGIA BELGIO 185 paesi
8 GRECIA, NUOVA ZELANDA,MALTA, REP:CECA 184 paesi
9 CANADA, AUSTRALIA 183 paesi 10 UNGHERIA 181 paesi

Gli Stati Uniti con la politica estera instabile e burrascosa degli ultimi anni ha perso molte posizioni, così come il Regno Unito a causa della Brexit. Inoltre, tra le drammatiche conseguenze della pandemia COVID-19 vi sono le restrizioni imposte alla maggior parte delle frontiere con conseguenze pesantissime sulla più importante industria del secolo, il turismo.
Prima che il COVID-19 ci colpisse, il mondo godeva di una maggiore libertà di movimento rispetto a qualsiasi altro momento della storia. Il numero dei paesi che è possibile visitare attualmente è diminuito del 33%. Il passaporto più colpito è stato il passaporto statunitense che a causa della pandemia è al ventesimo posto, prima della Turchia.
I cittadini statunitensi non possono più andare liberamente né in Europa, né in diversi paesi latinoamericani né in Canada. Una limitazione che certamente gli americani non immaginavano di dover sperimentare. USA e Regno Unito cinque anni fa erano in vetta alla classifica. Il Brasile ha accesso a 142 paesi. I peggiori passaporti sono:
COREA DEL NORD 39 paesi
LIBIA, NEPAL, PALESTINA 38 paesi
SOMALIA, YEMEN 32 paesi
SIRIA 29 paesi
IRAQ 28 paesi
AFGANISTAN 26 paesi

I paesi i cui passaporti consentono poca mobilità e sono agli ultimi posti nella classifica sono i paesi africani, i paesi del Medio Oriente, Haiti, Micronesia, Costa d’Avorio.
I cittadini Russi, devono praticamente chiedere il visto ovunque vogliano andare.
Il passaporto cinese è il peggiore, tra quello delle grandi economie, secondo il rapporto Henley& Partners “Blocca i suoi cittadini”. La Cina con accesso a soli 60 paesi e l’India con accesso a 50 paesi si collocano ben al di sotto di alcune piccolissime economie del mondo come le Seychelles (142 paesi) Tonga e Micronesia (109 paesi). Essere cittadino di un paese che fa parte della TOP TEN è decisamente una gran fortuna.

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Dalla Redazione:

"Quando Einstein, alla domanda del passaporto, risponde "razza umana", non ignora le differenze, le omette in un orizzonte più ampio, che le include e le supera.
È questo il paesaggio che si deve aprire: sia a chi fa della differenza una discriminazione, sia a chi, per evitare una discriminazione, nega la differenza".

Giuseppe Pontiggia, libro Nati due volte

ABBIAMO OSPITI/INGEGNERIA - I ponti dell'era moderna
Articolo di Massimo Cestelli Guidi, Autore Ospite de La Lampadina

Prima dell’inizio dell’era moderna, nel passato, per scavalcare corsi d’acqua, valli, ecc. i ponti sono stati realizzati in muratura sia con materiale naturale, la pietra, sia con materiale artificiale, mattoni in laterizio. La tipologia strutturale era l’arco e si dovevano realizzare più archi affiancati quando l’elemento naturale da superare aveva dimensioni notevoli.
Nell’era moderna e contemporanea per realizzare ponti e viadotti, tipo quelli eseguiti in Italia per le autostrade, i materiali utilizzati sono stati il calcestruzzo armato (cemento armato normale o precompresso) e l’acciaio.
Il problema economico per realizzare archi in cemento armato di gran luce, era costituito dalla necessità di eseguire costose centine in legno per sostenere i getti di calcestruzzo armato degli archi. Per valli molto profonde, il costo di queste centine si avvicinava quasi al costo delle strutture finali in cemento armato, ossia in questi casi l’opera costava quasi il doppio.

A partire dagli anni settanta, in Italia, l’avvento del computer ha consentito non soltanto tempi brevi per la progettazione dei ponti e dei viadotti, ma anche la possibilità di realizzare nuove tipologie strutturali con modalità costruttive che evitavano l’uso di centine, e quindi opere finali più economiche.
Si tratta di una prima tipologia costituita dai ponti in cemento armato i cui impalcati (l’impalcato di un ponte o di un viadotto è costituito dalle strutture orizzontali, mentre i piloni sono le strutture verticali) vengono realizzati per tratti (denominati conci) e assemblati a sbalzo dai piloni.
L’altra tipologia è quella dei ponti in acciaio strallati i cui impalcati, sempre costruiti per conci, vengono poi realizzati assemblando i conci in opera, e sostenendoli con stralli. Quest’ultima tipologia negli ultimi decenni, per le grandi luci, ha soppiantato quella dei ponti in cemento armato, anche perché il materiale acciaio negli ultimi tempi è diventato più competitivo rispetto al cemento armato.
Ne è un esempio il nuovo ponte di Genova, ponte che sostituisce il ponte Morandi, ponte per il quale è stato previsto un impalcato in acciaio, realizzato per conci, conci prefabbricati negli stabilimenti FINCANTIERI. Molti si saranno chiesti perché un ponte viene costruito in uno stabilimento che costruisce navi. Il motivo è dovuto sia ai tempi brevi imposti per la realizzazione dell’opera, sia perché i conci di questo impalcato sono molto simili ai tratti dello scafo di una nave.
Prendendo in considerazione la prima tipologia, quella dei ponti in cemento armato i cui impalcati vengono costruiti per conci, ci si può rendere conto perché il computer è risultato essenziale per poter realizzare questa modalità costruttiva. Questa modalità consiste nell’effettuare i getti dei conci su delle casseforme scorrevoli, a partire a sbalzo dai piloni, nelle due direzioni.
Due sbalzi costruiti a partire da piloni contigui, devono necessariamente incontrarsi, con la precisione di un centimetro, al centro della campata per non creare dislivelli sull’impalcato del ponte. Questo incontro, che appare abbastanza semplice a raggiungere con la precisione richiesta, in realtà è il risultato di calcoli complessi, da effettuare in tempo reale durante la costruzione. Calcoli che solo il computer consente di eseguire.
La difficoltà è costituita dalle deformazioni che subiscono gli sbalzi, per ogni getto dei conci, durante la costruzione. Senza addentrarci troppo nella parte tecnica, si deve però comprendere che le deformazioni delle strutture sono di due tipi:

- Le deformazioni elastiche che avvengono istantaneamente quando si caricano le strutture, e scompaiono del tutto quando le si scaricano (proprio come quando si tira un elastico che poi torna normale quando si mollano i lembi);
- Le deformazioni viscose o deformazioni lente che avvengono lentamente nel tempo e permangono quando si scarica la struttura. Queste deformazioni, di tipo plastico, sono più complesse a valutare perché dipendono da vari fattori, due dei quali sono il valore del carico ed il tempo trascorso dalla messa in carico.
È comprensibile quindi che la valutazione di queste deformazioni, (molto complessa soprattutto per la seconda), man mano che si realizzano i conci, valutazione necessaria per annullare con l’orientazione delle casseforme questi cedimenti, risulterebbe quasi impossibile se non si effettuassero i calcoli con il computer.
Anche la seconda tipologia, ossia quella dei ponti in acciaio strallati, viene realizzata per conci e risulta necessario anche in questo caso per valutare le deformazioni l’uso del computer. Questa tipologia viene realizzata per grandi luci, ma luci inferiori a 900- 1000 metri poiché per luci superiori resta solo la tipologia dei ponti sospesi, tipo Golden Gate a S. Francisco, tipologia illustrata in un precedente articolo su Lla Lampadina.
Per i ponti strallati la realizzazione avviene prefabbricando fuori opera i conci metallici e quindi assemblandoli a sbalzo da ogni pilone, sempre contemporaneamente nelle due direzioni. Mentre nei ponti in cemento armato si effettua la precompressione dei nuovi conci per la stabilità e per il collegamento al già costruito, nel caso dei ponti strallati queste funzioni vengono realizzate con due stralli disposti ai lati di ogni concio.
Il più grande ponte ad arco in cemento armato realizzato nel mondo, il ponte realizzato alla fine degli anni '70 in Iugoslavia fra la terraferma e l’isola KRK (isola di Veglia) ha una luce di circa 400 metri. Il ponte è stato realizzato per conci, partendo a sbalzo dalle imposte dell’arco, con le stesse modalità descritte sopra per i ponti in cemento armato.
In questo caso non si è effettuata la precompressione dei conci per la stabilità (in un arco la struttura si comprime in maniera autonoma quando entra in carico), ma durante la costruzione i conci sono stati sostenuti da stralli provvisori.

- Ponte in cemento armato costruito a sbalzo: Kaita Bridge (Hiroscima, Giappone ), campata centrale di 250 m di luce, anno 1990
- Ponte strallato in acciaio: Stonecatters Bridge (Hong Kong), luce 1018 m, anno 2000.

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ICH condivide questo pensiero:

"Nessuno può gettare sopra il fiume della vita il ponte sul quale tu devi passare, nessun altro che tu.".

Friedrich Nietzsche

COSTUME - Questo non me lo devo scordare!
Articolo di Lalli Theodoli

Il 2 ottobre inaugurazione di una galleria di amici. La sera del 30 l’amica con cui avevo appuntamento mi chiama.”Mi aspetti dentro? Io sono qua fuori.” "Ma non è stasera è domani!”
Torna a casa sconsolata. Oggi, 2 ottobre. Amica diversa, stesso appuntamento: ”Ci troviamo lì domani?” ”Ma veramente è stasera.”
Memoria ..ahimè.Tempo fa, vedendo che i miei nipoti si davano gomitate e roteavano gli occhi ai miei racconti. Ho capito…Per cui ho chiesto che mi fermassero subito non appena il mio discorso riguardava qualcosa che già avevo loro detto e, forse, non solo una unica volta.
Non l’avessi mai fatto. Ho appena il tempo di cominciare con un “Vi ricordate quando sono cad….?” Non posso finire il mio ”uta”, che scoppiano a ridere. Non si limitano  più a roteare gli occhi: ”Nonna ce lo hai già detto UN SACCO di volte!” E questo ahimè succede spesso. Forse ho già detto loro tutto.
I mesi di costretta clausura in casa, villa, o palazzo, hanno fatto in modo che molti di noi anche i più riottosi si siano riavvicinati alla lettura. Mai divorati tanti libri in così poco tempo. Una grande porzione del nostro tempo prigioniero è stato inoltre occupato da visioni di vecchi o nuovi film, di incredibili serie televisive, musei, conferenze, visite a palazzi storici. Molti di noi ne hanno approfittato per farsi a casa una specie di Università della Terza Età online.
Abbiamo visitato il castello di Amboise in cui Leonardo da Vinci ha progettato e fatto eseguire una magnifica scalinata che permetteva di arrivare a cavallo ai piani alti, abbiamo visto l’apporto del gusto tutto italiano di Caterina de Medici all'architettura dei Palazzi Reali francesi, abbiamo visitato Pinacoteche, precedentemente conosciute, ma superficialmente, con l’accompagnamento invece di storici dell’arte che, tutto quanto potevano, ci hanno raccontato.
Per alcuni giorni siamo stati dei veri pozzi di scienza. Date di costruzioni, nomi di architetti e generali, committenti di pale di altari, date di battaglie, schieramenti di eserciti. In grado di passare da Donatello al Caravaggio con descrizioni accurate della loro produzione artistica e della loro vita privata. Abbiamo conosciuto i bisticci fanciulleschi di Maria Stuart, bambina regina in Francia prima di raggiungere la Scozia, abbiamo seguito le crociate, e conosciuto un Riccardo Cuor di Leone un po’ diverso da quanto raccontatoci dai romanzi storici (la strage di prigionieri ad Acri è stato un trauma!) e il suo fratello Giovanni Senza Terra, migliore invece di quanto ritenevamo.
Tutto sapevamo. Napoleone era divenuto come un fratello di cui si conoscono debolezze e genialità. Il suo genio militare, le sue donne, la sua capacità di spostarsi per l’Europa a velocità  incredibili, di organizzare l’Elba in tempi brevissimi.
Poi, una sera, piccola, forzatamente, riunione di amici in cui finalmente torniamo a parlare di tutto e con orrore ci accorgiamo che tutto quel sapere accumulato nei giorni di reclusione è perso. ”Stupefacente… questo me lo devo ricordare”, ci eravamo detti.” Facile….”
E invece… No. Le linee generali restano, ma solo quelle. Come mai? Come mai ci ricordiamo poesie imparate secoli fa, intere pagine di introduzioni di libri (quel ramo del lago di Como) e già ci scordiamo di quanto visto in tempi tanto recenti? Ci scordiamo appuntamenti, impegni. Siamo usciti per comprare cinque cose e ce ne ricordiamo solo tre. Ci è sempre stato detto che andando avanti negli anni scompare la memoria recente (che film ho visto ieri sera? Come si chiamava? Cosa ho mangiato? Come si intitola il libro che ho appena finito?) e invece è fortissima la memoria di tempi remoti. E questo già sarebbe una spiegazione.
Ma non basta.
Forse a questo accumulo velocissimo di nozioni le più diverse manca la conquista. Dico proprio conquista. Faticosa.
La stessa che occorre per ottenere l’attenzione di una persona a cui si tiene.
Lo studio approfondito che farà si che la persona conquistata a fatica rimarrà sempre nel nostro cuore. La persona per cui non ci siamo dovuti dare da fare avrà un altro peso nel nostro animo. Lascerà poca traccia.
Stessa cosa forse per la cultura. Il passivo stare davanti allo schermo che ci riempie di notizie non lascia che poche impressioni. Una volta, tanto tempo a sfogliare e consultare libri, a fare ricerche in biblioteca. Ora risposte trovate in pochi minuti e in altrettanti pochi minuti perse.
Rassegniamoci. Ma non demordiamo. Continuiamo a curiosare per le tante cose del mondo. È vero, forse, fra qualche giorno, ricorderemo  poco, ma nel momento in cui appaghiamo la curiosità e l’interesse …che  totale felicità! Pazienza se il ricordo svanirà in parte molto presto.

Fra qualche decennio i fatti odierni saranno antichi e tutto ci verrà di nuovo miracolosamente in mente!

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"Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini.
Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.".

Antonio Gramsci

La Lampadina e' su Twitter...

 FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là... 

Boing e oche! - Una ricerca che lascia perplessi: quella di far volare gli aeroplani in formazione come le oche selvatiche.
Da uno studio datato 100 anni fa del ricercatore Carl Weiselberger, gli uccelli migratori che volano in formazione a V risparmiano energia perché sbattono le ali meno di quanto facciano quando volano da soli. La corrente non li rallenta anzi, li favorisce creando una ulteriore spinta aerodinamica. Un ulteriore studio attuale di scienziati francesi del Centre National de la Recherche Scientifique, Villiers-en-Bois, ha rivelato che volare in formazione fa aumentare il viaggio dei migratori del 70% rispetto al volo solitario.
Il professor Ilan Kroo, della Stanford University ha calcolato che un volo ipotetico a tre aerei che partendo da Los Angeles, Las Vegas e San Francisco con destinazione la costa orientale, si incontrano sullo Utah e cominciano a volare in formazione a V dandosi il cambio a guidare la formazione. Il risparmio sarebbe del 15% sul carburante e conseguenti emissioni di anidride carbonica e gas serra. 
Due i vettori aerei che hanno iniziato la fase 2 di sperimentazione: la francese Frenchbee e la scandinava Sas, che con  due A350
proseguiranno le prove sull'Atlantico. Se tutto andrà come previsto, volare in formazione delle oche selvatiche diventerà a breve una pratica comune a tutti i vettori.
CV

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Nuove discipline universitarie -  Architecture for Human Space exploration: un nuovo corso al Politecnico di Milano tenuto da  una  ricercatrice Italiana del MIT di Boston, Valentina Sumini “Insegnerò come progettare un habitat umano sul nostro satellite e su Marte”. 
Ci sono progetti per nuclei abitativi di varie tipologie per Marte e per la Luna.
Leggi l'intervista su Vanity Fair

E anche i video giochi entrano di diritto nelle materie di insegnamento; sono stati attivati corsi per programmatori di videogiochi. A  Verona è attivo i il master in computer game development, con stage anche in aziende e che garantisce una specializzazione qualificata per giochi e per tantissime applicazioni.
CV

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Roma e i matrimoni -  Strana cosa a Roma: ci si sposa meno che nel resto d’Italia. Negli ultimi dieci anni i matrimoni celebrati nella capitale sono diminuiti di quasi 3000 unità all'anno. Il tasso di nuzialità è in Italia di 3,2 residenti per mille, a Roma è solo del 2,3! Poi l’età, l’incrocio medio è 30-34 anni sia per lo sposo che per la sposa; al secondo posto l’accoppiata 40-49 anni per  entrambi.  Fino a 10 anni fa la differenza tra l’uno e l’altro dai 5 ai 10 anni di differenza…ma cosa influenza un tale cambiamento e a Roma?
CV

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APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina.

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27 ottobre 2020 - ore 18.00
MAXXI
Il Museo Nazionale delle Arti del Ventunesimo secolo ospita numerose  mostre in questo periodo e Ludovico Pratesi ci guiderà alla visione di due mostre:

Senzamargine. Passaggi nell'arte italiana a cavallo del millennio.
Nel decennale del museo un nuovo grande allestimento valorizza il progetto della Collezione, esponendo nella galleria a essa dedicata un nucleo di opere di nove maestri che rappresentano la vitalità e la diversità delle ricerche artistiche in Italia. Le opere di  Carla Accardi, Luciano Fabro, Luigi Ghirri, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Paolo Icaro, Jannis Kounellis, Anna Maria Maiolino, Claudio Parmiggiani, Mario Schifano sono allestite in una sequenza di ambienti immersivi che ne potenziano la carica rivoluzionaria, la forza e la monumentalità.

Omaggio a Claudia Gian Ferrari
Una mostra dedicata a lei, studiosa, gallerista e collezionista appassionata, che con l’intenzione di promuovere e diffondere l’arte da lei più amata per renderla accessibile a un pubblico vasto, si è impegnata negli ultimi anni della sua vita, in importanti donazioni tese ad arricchire il patrimonio di diverse collezioni pubbliche, tra cui, quella destinata al MAXXI nel 2010 e costituita da 58 delle opere d’arte contemporanea della sua collezione nella casa romana.  

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Sabato mattina 31 ottobre
Primo di quattro itinerari dedicati all'architettura del Ventennio con Ludovico Pratesi
che ci accompagnerà  a visitare alcuni degli esempi più pregevoli del razionalismo italiano e del monumentalismo di regime.

Le passeggiate ci porteranno al Ministero dell'Aeronautica, a Casa Balla, alla Casa del Mutilato ed invalido di Guerra con gli affreschi di Sironi, al Foro Italico in particolare alla Casa della Scherma e la piscina, e all'Eur per il Palazzo dei Congressi e il Palazzo degli Uffici.

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Collezione dei Marmi Torlonia ai Musei Capitolini, Villa Caffarelli I 
La mostra aprirà il 14 ottobre


Oltre 90 le opere selezionate tra i 620 marmi catalogati e appartenenti alla collezione Torlonia, la più prestigiosa collezione privata di sculture antiche: significativa per la storia dell’arte, degli scavi, del restauro, del gusto, della museografia, degli studi archeologici.
A breve l'indicazione della data

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Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a

appuntamenti@lalampadina.net
 

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E ANCORA
FLASH NEWS!
 

Cosa succede nelle università inglesi?  La paura di un rallentamento  delle iscrizioni degli studenti europei ha costretto i diversi atenei ad impegnarsi  per portare il maggior numero di studenti dalla Cina. Quest’anno ne sono stati ammessi quasi 9000 a fronte di una domanda che si avvicina ai  25000  con un balzo del 24% rispetto al 2019. I responsabili hanno Perfino organizzato un ponte aereo al costo assolutamente competitivo di 670 euro, un volo in economy costa circa 2000 euro !
CV

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La Cina vince la battaglia di Shanghai... anche al cinema! - I cinema per lo più chiusi o a regime ridotto con distanziamenti nella maggior parte del mondo. Solo la Cina ha riaperto tutte le sale, oltre 70 mila. Il record degli incassi è stato conquistato da un film di guerra patriottica: The Eight Hundred.
È la storia della battaglia di Shanghai nel 1937, quando un battaglione cinese ridotto a 400 soli soldati riuscì a resistere per tre mesi agli invasori giapponesi.
Nel primo mese the
Eight Hundred  ha incassato quasi 442 milioni di dollari, piazzandosi in testa alle classifiche  mondiali.
Si prevede che il mercato cinese quest’anno superi quello degli Stati Uniti.
CV

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Che significa "benestante"? - Quanto devi guadagnare attualmente per essere considerato benestante?
India: 71.000€
Cina: 92.000€
Canada: 166.000€
Francia: 188.000€
Regno Unito: 253.000€
Stati Uniti: 418.000€
Singapore: 607.000€
Emirati Arabi Uniti: 779.000€
in Italia occorre percepire un reddito annuale di 109.572€ per appartenere all'1% più ricco degli italiani. Portogallo e Grecia sono i paesi con la soglia più bassa; rispettivamente di 98 e 86 mila euro.
CV

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Viaggi in mongolfiere spaziali! - Altro che viaggi spaziali su veloci razzi stratosferici, tra qualche anno si viaggerà su palloni spaziali. Li sta costruendo e perfezionando in Usa la Space Prospective, una navicella piena di gas idrogeno comandata dalla terra "galleggerà" a 30 km dal nostro pianeta sfruttando le correnti spaziali. Potrà portare 6/8 persone. Il costo a persona, ipotizzato intorno a 120miliardi di dollari.
CV

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Quanto giochiamo! - Le scommesse on line hanno avuto un aumento verticale nel febbraio-marzo 2020. Purtroppo i tanti rimasti a casa o senza lavoro hanno investito le loro risorse nei giochi on line. Già tra il 2015 e il 2019 si è avuto un aumento di oltre il 100% arrivando a circa 1900 milioni. Nei mesi di marzo e aprile le spese sul poker e altri giochi è praticamente raddoppiata. Il problema che molti dei giochi sono gestiti illegalmente con tutte le conseguenze di imbrogli e truffe.
CV

SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA ASCOLTARE: mercoledì 14 ottobre 2020, ore 18.00: nel Giardino del Complesso monumentale di San Salvatore in Lauro, Concerto del Coro del Lunedì per l'associazione LaSpes.
Clicca qui per leggere l'invito 

  ***

La Lampadina
Libri

Non una recensione o un commento questa volta, ma una storia, un brevissimo racconto sul perchè leggere.

“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”
“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata.
Questo è lo scopo della lettura”.
(Autore sconosciuto)


MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode


MILANO
Palazzo Reale: Prima, donna. Margaret Bourke-White.
Sono cento le immagini provenienti dall'archivio Life di New York esposte al Palazzo Reale che sono divise in 11 gruppi tematici rintracciando il filo del percorso esistenziale della fotografa americana. Dai primi lavori industriali alla Grande Depressione, fino ai viaggi e alla malattia.
Fino al 14 febbraio 2021

Museo Diocesano: Inge Morath. La vita. La fotografia

Con centocinquanta immagini e documenti originali esposti in questa intensa mostra si ricostruisce la vicenda umana e professionale della celebre fotografa austriaca prima donna a entrare nell'agenzia Magnum Photos.
Fino al 1° novembre 2020

ROMA

MAXXI: Senzamargine. Passaggi nell’arte italiana a cavallo del millennio.
Presentato da Luca Pietromarchi  l'ultimo capitolo della politica di acquisizione di opere d'arte per la collezione permanente, con le opere Carla Accardi, Luciano Fabro, Luigi Ghirri, Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, Paolo Icaro, Jannis Kounellis, Anna Maria Maiolino, Claudio Parmiggiani e Mario Schifano. Con un focus su Alberto Boatto il critico d'arte morto tre anni fa.
Fino al 10 ottobre 2020

Inoltre da considerare nello stesso spazio: 
- Omaggio a Claudia Gian Ferrari
In occasione del decennale dalla scomparsa della studiosa, gallerista e collezionista, il MAXXI le rende omaggio con un focus nella sala a lei dedicata.
Fino al 10 novembre 2020
- Giovanni Gastel. "The People I Like"
In mostra duecento ritratti che documentano una parte importante del lavoro dell’artista in oltre quarant’anni di attività. 
Fino al 22 novembre 2020

 

Villa Borghese: Back To Nature  a cura di Costantino D’Orazio.
Cominciando dallo spazio dietro l’albergo “Parco dei Daini” girando verso la Villa a seguire una mostra simpatica. Da non perdere l’opera di Grazia Toderi “Red Map” da scoprire di sera dopo il tramonto nella Loggia dei Vini e a seguire le varie istallazioni di Tresoldi, Vascellari, Merz, Andreco, Rivalta, Accademia di Aracne, Andrea Mauti. Si raggiunge infine il Museo Bilotti con l'esposizione di Benedetto Pietromarchi e il Museo Pietro Canonica con l'installazione di Mimmo Paladino. 
Si tratta di un dialogo tra arte e natura: le due entità entreranno in sinergia con gli spazi del parco.
Dice il curatore D'Orazio: ..non si tratta di semplici 'sculture' collocate all'aperto: sono installazioni che hanno come filo conduttore la trasparenza, con la quale si crea armonia tra arte e natura.
L'opera non domina sulla natura e la natura non domina sull'opera".
Fino al 13 dicembre 2020

Chiostro del Bramante: Banksy - A Visual Protest
Per quelli che apprezzano il misterioso artista di Bristol, un percorso espositivo di oltre opere per illustrare un universo artistico non convenzionale in cui le parole chiave, che descrivono la sua poetica visiva, sono denuncia politica, ironia e protesta.
Fino all'11 aprile 2021 

Palazzo delle Esposizione,
due mostre
Tra Munari e Rodari
Per celebrare i cento anni dalla nascita  del genio della fantasia che ha incantato ogni bambino.
Gianni Rodari, Il Palazzo delle Esposizione espone dieci pannelli che restituiscono, in un continuo gioco di rimandi tra immagini e parole, i nodi in comune tra due protagonisti del panorama artistico del '900 italiano.
Fino al 24 ottobre 2020

Fuori fuori fuori fuori fuori. Quadriennale d'arte  curato da Sarah Cosuliche e Stefano Collicelli. 
Un po' di arte contemporanea per creare uno "sguardo sull'arte emergente.
Con la partecipazione di decine e decine di artisti giovani, i quali hanno dato lustro alla loro creatività e alla loro energia".
Dal 29 ottobre 2020 al 17 gennaio 2021

Spazio Taverna
Giovedì primo ottobre, con slot da 20 persone ciascuno ogni 30 minuti, per un totale di 350 spettatori/visitatori, dalle 17.00 alle 24.00, si è inaugurato a Roma SpazioTaverna.
Il genius loci degli spazi che hanno ospitato gli Incontri Internazionali d'Arte negli anni 70, accoglie il progetto Spazio Taverna, nato in epoca Covid-19, sotto la direzione artistica di Ludovico Pratesi, la curatela di Marco Bressan, e il patrocinio di EIIS – European Institute for Innovation and Sustainability.

Il progetto nasce dall'esigenza di trovare nuove modalità di fruizione dell'arte e la scelta principe si è rivelata quella dell'esperienza. Agli artisti invitati si richiede di interpretare lo spazio come opera d'arte e di renderlo fruibile mediante un'esperienza temporanea.
Sono stati invitati a partecipare tre istituzioni e tre artisti e ciascuno dovrà condividere fattivamente la sua progettualità con un altra persona, poichè il concept delle serate esperienziali è volutamente e necessariamente connesso alla dualità dei/lle loro creatori/trici.
La contaminazione tra mondi apparentemente paralleli si realizza a favore dello spettatore che potrà immergersi in un momento esperienziale unico ogni due lunedì.
Progetto Taverna è molto ampio, poichè comprende anche corsi, Lab, premi....
Intanto si inizia il 19 ottobre con Namsal Siedlecki, one shot: stay tooned per non perdere la frequenza del futuro.
 


  Pensiero Laterale
Il problema del pesce rosso 

In una strada ci sono 5 case affiancate di 5 colori diversi. In ogni casa vive una persona di nazionalità diversa.
Ognuno di essi beve un diverso tipo di bibita, fuma una diversa marca di sigari e possiede un diverso animale domestico.
Dovete andare sul sito per leggere tutto l'indovinello! Non è semplice, prendete carta e penna e fate uno schema...

La Lampadina/Racconti

LE DUE VOLPI E LE GALLINE

Tratto da "Le favole"
di Giuliano Cappuzzo
Editizioni ETS

Durante la notte due volpi penetrarono furtivamente  in un pollaio e agguantarono due pollastre che sonnecchiavano. Mentre fuggivano per raggiungere le loro tane, incapparono nelle tagliole. Alle galline non parve vero che la fortune le avesse assistite proprio allo scoccare della loro ora e si credettero salve. Non si resero però conto che le volpi nonostante fossero state ferite dalle trappole, si guardavano bene dal lasciarsi sfuggire le loro prede.
"Così non trarrete nessun vantaggio" dissero le galline, "poichè fareste la nostra stessa fine. Vi converrebbe venire a patti. Se voi ci lasciate libere, noi in cambio vi promettiao di aiutarvi".
A fronte di una richiesta così ragionevole, le volpi accettarono le loro condizioni, e si raccomandarono perchè non chiamassero in soccorso i contadini, perchè temevano che le avrebbero uccise.

Continua a leggere sul sito...

La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina e' una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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