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La Lampadina - n. 98 ::: Dicembre 2020

Cari Lettori,
siamo quasi al termine di questo anno... come definirlo? Interminabile? Evanescente? Horribilis? Inafferrabile? Anomalo, certamente indimenticabile. Gli aggettivi possono essere innumerevoli, tanti quanti i sentimenti che ci hanno accompagnato e ancora ci faranno compagnia fino a che non usciremo definitivamente da questo limbo.
Non è da noi indugiare in ciò che fu, perciò eccoci qui con argomenti fra loro tangenti: abbiamo il mistero di un materiale primigenio e mai più ricreato, come ci racconta Carlo, che collide con l'idea di uno strumento che si ripropone invece di riprodurre qualsiasi cosa.  Poi altri due scritti che riguardano l'universo femminile: Stacey e Pamela, due figure di donna agli antipodi. Per mettere tutti d'accordo ci pensa Münchhausen con la sua lineare e stringente logica fantastica.
E certamente Lalli, sarai perdonata dalla tua amatissima compagna di banco, fortunata tu ad averla avuta, a differenza dei ragazzi di oggi che si devono accontentare di questa isolante DAD.
Per Natale, rileggiamo  "A Christmas carol" che vi proponiamo come racconto di dicembre: è ruvido, ma confortante e porta in sè il seme della speranza. 

Buon Natale, da tutti noi, a tutti voi, vicini o lontani, comunque insieme.
ICH


Sabato, 5 dicembre 2020

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:



CULTURA – L’oro
Articolo di Carlo Verga

L’oro, il metallo che ha sempre condizionato ogni civiltà, simbolo di ricchezza era ed è considerato da alcuni popoli elemento con proprietà magiche e divine.
100 miliardi di esseri umani hanno camminato su questa Terra. La stragrande maggioranza di queste persone ha qualche familiarità con l'oro. Eppure, nonostante questa familiarità... pochi di quei 100 miliardi di persone si è mai chiesto quale ne fosse l’origine.
Inutile il tempo perso dagli alchimisti nel secolo scorso per cercare di ottenere l’oro da altri metalli a mezzo della pietra filosofale o con altri metodi. In epoca più recente sono stati fatti diversi tentativi, ma l’unico che, nel tempo, aveva avuto una vaga intuizione su l’origine dell’oro, fu  Tommaso d'Aquino, il quale sosteneva che il sole e l’oro avevano una qualche affinità.
L’oro non può formarsi in natura, pensate che per fondere e amalgamare i vari suoi componenti sarebbero necessari circa 30 miliardi di gradi Celsius e una simile temperatura non è ottenibile sulla terra.
Un mistero. Sembra oramai provato che l’origine della presenza dell’oro sul nostro pianeta sia dovuta alla collisione di due stelle di neutroni (quando una stella esaurisce il suo carburante e smette di brillare, al suo interno la pressione è così forte che protoni ed elettroni si fondono, formando neutroni).
Un impatto che produrrebbe una tremenda esplosione con l’emissione di raggi gamma (intensi e di breve durata) e durante la quale verrebbe espulsa una quantità notevole di detriti costituiti da un complesso di elementi compresa una grande quantità di oro.
Edo Berger, un astrofisico dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, ha portato avanti uno studio approfondito sulla questione insieme a 3.500 scienziati i quali hanno partecipato alle osservazioni sull’universo da ogni parte del globo e con ogni tipo di strumento sia dalla terra che dallo spazio.
Recentemente e con il satellite Swift della NASA, gli astronomi hanno rilevato un’esplosione a 3,9 miliardi di km dalla terra e che ha liberato un’immensa quantità di energia. Edo Berger, ha seguito per giorni quel bagliore infrarosso residuo che ne è risultato, afferma assieme alla sua squadra, che quel tipo di bagliore, può essere prodotto solo da pesanti elementi radioattivi presenti nelle stelle di neutroni, e possono risultare proprio della collisione di due stelle. Dall’esplosione è stata, inoltre, rilevata, un’espulsione di materiali vari tra cui l’oro in una quantità stimata pari a un centesimo della massa del Sole.
Le stelle di neutroni che si sono scontrate avevano una massa pari a 1,2 e 1,6 volte il Sole. Ma il loro diametro era di poche decine di chilometri.
C’è da considerare che la densità di una stella di neutroni è talmente alta che una zolletta di zucchero, alla sua superficie, peserebbe un miliardo di tonnellate. Inimmaginabile quindi per noi, uno scontro di due corpi di quella massa e a velocità folli.
Nell’universo c’è una vera e propria miniera di oro e platino, di uranio, di elementi pesanti che gli scienziati hanno potuto osservare nel momento della loro espulsione.
Pensate che se da una sola esplosione si è generata una così consistente quantità di oro, a quale numero arriveremmo se sommassimo le quantità prodotte da tutti i simili eventi verificati nei 14 miliardi di anni della vita dell’universo (dal BIG Bang)!
La miniera spaziale contiene quindi una quantità incredibile di oro, ma è irraggiungibile per noi, probabilmente inglobata nella formazione di altri corpi celesti (vedi la Terra) o inghiottiti da qualche buco nero che si forma dopo esplosioni cosi portentose.
Il mistero in parte chiarito… ma ancora non del tutto.

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James Bond: "Tu cosa ne sai in fatto di oro, MoneyPenny?"
Miss Moneypenny: "Oh il solo che mi interessa è quello che si porta... sai, all'anulare della mano sinistra!

Sir Sean Connery, James Bond e Lois Maxwell, Miss moneypenny
in Agente 007 - Missione Goldfinger

TECNOLOGIA – La stampa 3D o Additive manufacturing
Articolo di Beppe Zezza

Ne abbiamo sentito parlare molto negli ultimi anni. Ma non tutti sanno di che si tratta. Quando si è cominciato a usarne? Cosa è stato realizzato con questa tecnologia? Quali sono le prospettive future? Sono tutte domande interessanti alle quali, nella tradizione de La lampadina periodiche illuminazioni, mi riprometto di dare una risposta con questo articolo.
Che cos’è - La stampa 3D, nota anche come produzione “additiva” (additive manufacturing in inglese) che si distingue dalla produzione sottrattiva (subtractive manufacturing) tradizionale, è un processo con il quale partendo da un modello digitale, cioè da un modello progettato con un software particolare su computer, un dispositivo – la stampante – depositando in strati successivi del materiale realizza degli oggetti fisici.
(Le stampanti “tradizionali” che conosciamo, dette anche 2D a due dimensioni, riproducono su un foglio di carta o di altro materiale un testo o un immagine digitali – cioè immagazzinate nel computer sotto forma di digit. La stampante 3D – tridimensionale - riproduce con i materiali più vari, uno strato dopo l’altro, immagini digitali a tre dimensioni immagazzinate nel computer).
La storia - L’inizio ufficiale è del 1982 - il primo brevetto è del 1985- utilizzando un raggio laser si modellava strato su strato una resina liquida fino a giungere al materiale solido riproducente il modello originale (stereolitografia).
Un primo importante sviluppo si ebbe nel 1988 con l’utilizzazione, come materiale, di plastica fusa da spalmare strato su strato, il passo successivo – la stampa a colori –del 1993 ha permesso di riprodurre in modo molto fedele alla realtà gli oggetti più vari (è stato riprodotto perfino un fossile di balena!); nel 1995 si è superato il limite delle riproduzioni in plastica, utilizzando come materiale di stampa anche polveri di metallo.
Nel 2005 in Inghilterra è stata creata una stampante capace di auto-riprodursi: è il momento della diffusione delle stampanti 3D, il costo si è abbassato sensibilmente; nel 2008 vengono perfino immesse sul mercato delle stampanti 3D per uso domestico in scatola di montaggio! 
Nel 2010 si arriva a usare come materiale di stampa anche il cemento: a questo punto si possono “stampare” anche delle case! Con questa tecnologia in Cina si è “stampato” addirittura un ponte di 10 metri di lunghezza. Un cenno sull’applicazione di questa tecnologia per usi abitativi è stato fatto in un precedente numero della nostra newsletter.
L’attualità - Le possibilità offerte da questa tecnologia sono talmente tante che si fa fatica ad elencarle: architettura, costruzioni, design industriale, industria automobilistica, aerospaziale, militare, ingegneristica, dentistica e medica, biotecnologia (sostituzione del tessuto umano), moda, calzature, gioielli, occhiali, educazione, sistemi di informazione geografica, alimentazione, hobbing.
Il settore si è talmente sviluppato che oggi ci sono centinaia di produttori di stampanti 3D in ogni parte del mondo e centinaia di modelli pensati per le varie applicazioni.
Esempi di applicazioni - A Mosca in meno di 24 ore si è costruita una casa di 30 m2, in Cina una casa di due piani è stata realizzata dall’inizio alla fine in 45 giorni, la società statunitense Icon promette di costruire un’intera casa di quattro locali in 24 ore con appena 3.200 euro; un team di ricercatori dell’Istituto di chimica e bioingegneria del Politecnico Federale di Zurigo ha messo a punto il primo cuore artificiale stampato in 3D, arti protesici personalizzati possono essere e vengono prodotti: una mandibola in titanio è stata impiantata su di uomo di 82 anni, si può riprodurre la propria figura in dimensioni reali o ridotte ecc.
L’applicazione forse più straordinaria si è avuta quando si è inviato sulla Stazione Spaziale Internazionale, orbitante a 400 km dalla Terra, il modello digitale e si è realizzato sulla stampante 3D, che vi era installata, una chiave inglese che era necessaria e mancava!
I prezzi - Bisogna distinguere le stampanti 3D per “uso domestico” da quelle industriali. Può sembrare incredibile ma oggi si può acquistare una stampante 3D portatile – ovviamente di potenzialità limitate – al prezzo di 120 euro, Amazon ve la consegna a casa! Con poca spesa ognuno può dare spago al proprio ingegno creativo realizzando modelli e prototipi! Il costo di quelle industriali è ovviamente di tutt’altro livello e dipende dalla applicazione. Molto nella ulteriore diffusione di questa tecnologia dipenderà dalla riduzione dei costi del macchinario.
I vantaggi - Oltre alla possibilità di dare sfogo alla propria creatività personale, nel settore manifatturiero la stampa 3D permette di localizzare le attività producendo prodotti su misura, di migliorare la qualità dei prodotti e  di ridurre gli sprechi. Creando centri di produzione locali si possono ridurre drasticamente i costi di spedizione, di stoccaggio e trasporto dei materiali. Questo dovrebbe aiutare sensibilmente i paesi in via di sviluppo e potrebbe rivoluzionare nel futuro la industria manifatturiera.
Impatto sulle professioni - Il diffondersi della stampa 3D necessiterà sempre più di stampatori 3D, di designer che trasformino l’idea di prodotto in prototipo 3D, di esperti CAD (computer aided design) in grado di trasformare il design di un prodotto in un progetto digitale, di tecnici che conoscano i materiali utilizzabili per la stampa 3D.
Come concludere? Il Natale si avvicina e con esso la necessità di trovare dei regali utili da fare ai propri figli/nipoti, (spesso ci si rompe la testa per trovare qualche idea originale). Perché non pensare di regalare agli adolescenti una stampante 3D per uso domestico? Potranno sviluppare il loro ingegno e chissà mai mettere le basi per un futuro da imprenditori.
E se mai dovessero essere costretti a casa a motivo di un nuovo lockdown (non sia mai!) avrebbero di che divertirsi in modo costruttivo!

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Dal libro: "Makers: per una nuova rivoluzione industriale", edito nel 2012

“Spostiamo in avanti le lancette dell’orologio di un paio di decenni rispetto alle prime stampanti 3D di oggi. Saranno macchine veloci, silenziose, e in grado di operare su un’ampia varietà di materiali, dalla plastica alla pasta di legno e persino agli alimenti.”

Chris Anderson

ABBIAMO OSPITI/CULTURA - Münchhausen
Articolo di Marco Antonio Patriarca, Autore Ospite de La Lampadina

Le pandemie producono cose contrastanti: da una parte chiusura, disagio e solitudine; dall’altra stimola un irresistibile istinto di fuga; chi può fugge in piccole cittadine dove tutto è più facile, nei borghi o in campagna, possibilmente non troppo lontano da casa; niente migrazioni in altri paesi o regioni dove il virus se non è già arrivato potrebbe presto arrivare. Per questo si stanno riprendendo le ipotesi di cambiare pianeta; un‘idea non nuova. Per esempio la Luna.
Le ragioni di questa scelta non sono poche: gli abitanti della luna – per  esempio - quando sono vecchi non muoiono ma si dissolvono nell’aria o svaniscono in fumo.
Hanno altre caratteristiche del tutto affascinanti: per chi sulla Luna potrebbe soffrire di nostalgia delle terrestri tecnologie mediatiche, visive e acustiche.
I lunari, assai curiosi, possono levarsi e rimettersi gli occhi e, quando li tengono in mano, ci vedono ugualmente bene come se li avessero al posto giusto. Se per caso ne perdono uno possono ricomprarne un altro, anche di un colore diverso.
Quando i politici vogliono sapere che cosa faccia o pensi il popolo, per scoprirlo, mandano in giro per le strade solo la testa in incognito per sapere che cosa accade. Appena saputo, la richiamano e quella ritorna.
Il silenzio cosmico poi, pare sia una vera scoperta: non è affatto monotono come molti credono, ma modulare e contrappuntato dall’eco di brevi successioni di note musicali inclassificabili, per le quali, in un suo spartito, Ravel avrebbe scritto “lointain”.
Pare che per i viaggiatori all’estero che, tornati a casa, raccontano frottole, falsità, straparlano e si inventano qualsiasi cosa per attirare l’attenzione, sia prevista una punizione terribile: vengono appesi per le gambe ad altissimi alberi.
Qualcuno trova un simile trattamento troppo crudele; ma è impossibile non ricordare a tutti che il primo dovere di un viaggiatore è quello di non raccontare mai balle ed essere sempre fedele alla verità, proprio come faccio io nei miei racconti.
Parola di Münchhausen.

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"Oh, non riesco a crederci che io e il mio corpo fossimo attaccati! Siamo così incompatibili: insomma, lui è ancora preda del richiamo dei sensi e io sto fra le stelle!".

Robin Williams che interpreta il re della Luna  nel film "Le avventure del Barone di Munchhausen" di Terry Gilliam (1988)

ATTUALITÀ - Il miracolo di Joe Biden in Georgia si chiama Stacey Abrams
Articolo di Carlotta Staderini Chiatante

In Georgia, stato del profondo Sud, grande come metà Italia e con 10 milioni di abitanti, di cui più della metà vive nella capitale Atlanta, con una storia di piantagioni e schiavitù e la sistematica messa in minoranza e discriminazione degli Afroamericani, il Partito Repubblicano ha dominato per decenni; il 3 novembre 2020 tutto si è capovolto e la Georgia ha votato per Joe Biden. La Georgia non è né il più grande né il più popolato tra gli Stati vinti da Biden, ma è forse la vittoria più importante dei Democratici sui Repubblicani in queste ultime elezioni.
La sua vittoria la deve all’attivismo di una donna afroamericana, Stacey Abrams, iscritta al Partito Democratico che non è mai stata né deputata né senatrice, eppure era stata presa in considerazione da Biden come possibile candidata alla Vice Presidenza.
Laureata a Yale, è la prima donna afroamericana a prestare servizio nella Camera dei Rappresentanti della Georgia. È stata candidata a Governatore della Georgia nel 2018. A lei venne affidato il compito di replicare al discorso di Trump sullo Stato dell’Unione nel 2019.
Attivista per i diritti degli Afroamericani fin dal college si è battuta per riuscire a far votare gli elettori afroamericani che di solito non andavano a votare. Iscriversi alle liste elettorali in Georgia, non è mai stato facile per gli Afroamericani, (chiedi alla Storia dalla fine della guerra di secessione in poi…).
L’influenza dei Repubblicani nella regione, le leggi ad hoc per impedire agli Afroamericani di votare e l’incapacità dei Democratici di coinvolgere chi non aveva mai votato erano, secondo Stacey Abrams, “il problema”. Stacey Abrams ha fondato due organizzazioni di attivisti per i diritti degli Afroamericani, il Fair fight e il New Georgia Project e lavorando sodo queste organizzazioni sono riuscite a registrare nelle liste elettorali 800 mila persone. Stacey Abrams ha sostenuto con forza con il Partito Democratico la teoria che per vincere occorreva puntare sugli elettori afroamericani che di solito non andavano a votare e smettere di concentrarsi sugli indecisi, ma il Partito Democratico per molto tempo ha ignorato i consigli degli attivisti e si erano opposti all’aumento delle risorse per contrastare la soppressione del voto.
Finalmente il messaggio della Abrams è stato recepito e poche settimane prima delle elezioni sono stati fatti molti sforzi sulla Georgia sia da Barack Obama che da Kamala Harris. Per la vittoria dei Democratici in Georgia sono stati determinanti i voti delle donne afroamericane, e l’affluenza degli elettori latino americani e asiatici.
Stacey Abrams ha affrontato i retaggi del razzismo del Sud, gli squilibri del potere della politica americana con determinazione ed ha così permesso ai Democratici di raggiungere in Georgia un risultato storico.

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“Il diritto e il dovere sono come le palme: non danno frutti se non crescono fianco a fianco.”

Félicité de Lamennais

CULTURA – Pamela, la nuora di Churchill. Una donna vivace!
Articolo di Marguerite de Merode

Definita come una delle donne più eleganti del dopo guerra, Pamela Churchill conosce un destino molto movimentato. Ogni passo della sua vita intensa sarà seguito dalla stampa di tutto il mondo.
Questa straordinaria donna, campionessa del Gotha internazionale, elegante e determinata, nasce in una famiglia della piccola nobiltà inglese per concludere la sua esistenza come ambasciatrice degli Stati Uniti a Parigi sotto la presidenza di Bill Clinton. Pamela porterà tanti nomi. Per cominciare quello di suo padre Edward Kenelm Digby, undicesimo barone Digby di Geashill, Lord lieutenant del Dorset.
Le ambizioni della ragazza sono notevoli. Cerca orizzonti più vasti e portafogli ben guarniti.
Già conosciuta dalla buona società londinese per essere una ragazza molto libera, viene presentata ad un incorreggibile scapolo, alcoolizzato, Randolph, figlio di Sir Winston e pecora nera della famiglia Churchill. Lui vuole sposarsi prima di partire in guerra e dare un erede alla famiglia e lei vuole conquistare un nome e una posizione sociale. Appena incontrati, lui le chiede la mano, con mente fredda, lei accetta, acquistando così uno dei nomi più celebri dell’Inghilterra del XX secolo. Sarà solo una prima tappa nella sua scalata verso un’esistenza “glamour”.
Durante il periodo della guerra, Pamela passa molto tempo con il famoso suocero al numero 10 di Downing Street dove svolge il ruolo di hostess, dimostrando un talento eccezionale per mettere a proprio agio i grandi di questo mondo. Churchill la adora e non solo perché le dà un’erede di nome Winston, ma adora il suo spirito, la sua intelligenza. Suocero e nuora rimarranno sempre molto legati anche se il matrimonio sarà breve.
Divorzierà molto presto da Randolph e molto presto comincia la sua intensa vita amorosa che farà dire di lei: “Come una grande giocatrice di scacchi, Pamela prepara le sue mosse con largo anticipo. Sa, sia dove stare sia come manovrare per impedire a chiunque di violare i suoi piani." Diventa l’amante di W. Averell Harriman, erede della fortuna della Union Pacific Railroad, che era allora a capo della missione militare degli Stati Uniti a Londra. Trae da lui numerose informazioni di cui Churchill farà tesoro.
Crea un salone battezzato il “Churchill Club” nel quale riunisce Ufficiali inglesi, americani, intellettuali londinesi e politici influenti. 

Quando Harriman viene nominato a Mosca diventa l’amica di un noto giornalista americano Edward Murrow con cui si trasferisce a New York nel 1945.
Dopo aver rotto con Murrow, si sposta in Francia. Lei sa che può contare sul suo nome “Churchill”, adulato a Parigi ancora di più che a Londra. Un’aristocratica straniera, dalla reputazione dubbia (avendo lasciato dietro di sé molti amanti danarosi) può trovare il suo posto in città, se non altro per la curiosità che suscita.
Nominata “La più grande cortigiana del secolo", nella capitale francese incontra il principe Ali Khan con cui inizia una relazione che permette a Pam di fare un clamoroso ingresso nella buona società parigina. Lui la lascia presto per l’affascinante attrice Rita Hayworth.
Per consolarsi parte in Costa Azzurra e inizia una lunga relazione con un giovane Gianni Agnelli. A 27 anni, l'erede della Fiat è bello e cinico. Orfano da tre anni, Gianni Agnelli conduce una vita dissoluta senza preoccuparsi troppo della gestione dell'azienda di famiglia. Pamela Churchill rappresenta un mondo in cui lui non ha avuto l'audacia di entrare fino ad allora.
Lei sa che il nome di Churchill è una risorsa enorme per lo sviluppo dell'azienda automobilistica, la cui immagine era stata fino ad allora associata all'Italia fascista. Sa anche che la sua amicizia con il figlio di Franklin Roosevelt aiuterà la Fiat a entrare nel mercato americano. Missione compiuta: il marchio sperimenterà un grande successo finanziario in Nord America. L'entourage di Roosevelt ha anche fornito ad Agnelli collegamenti che gli hanno dato accesso a un gigantesco prestito di cui la Fiat aveva bisogno per riprendersi dalla guerra.
Pamela si stabilisce con l'erede italiano al castello della Garoupe, a Cap d'Antibes. All'improvviso si mostra riservata e si è persino convertita al cattolicesimo aspettando da lui un impegno serio.
Non sa che i piani del giovane Agnelli sono ben diversi e che intende sposare la principessa Marella Caracciolo di Castagneto. Agnelli per farsi perdonare della fine della loro relazione le regala un appartamento a Parigi e una Bentley.
Ma Pamela non si perde d’animo e diventa presto l’amante di Elie de Rothschild con il quale avrà una lunga relazione benché lui fosse sposato con Liliane, figlia di un ricco banchiere. Si racconta che nel 1954, a una cena, Liliane era seduta accanto al duca di Windsor quando lui le chiese quale dei Rothschild fosse l'amante di Pamela Churchill. Lei pose la forchetta, alzò la testa e rispose in tono impassibile davanti a tutti gli invitati: "Mio marito, signore".
Finita la relazione con Elie de Rothschild, Pam diventa una figura sociale itinerante: gennaio e febbraio a Saint-Moritz, giugno a Parigi per la stagione del polo, luglio a Londra per il derby e agosto in Costa Azzurra.
La sua lista di uomini si allunga: Stávros Niárchos il famoso armatore greco. Leland Hayward ricco produttore di Broadway che sposerà presto.
Diventata vedova, recupera W. Averell Harriman conosciuto durante la guerra, e sposa pure lui, che, nel frattempo, è diventato Governatore dello Stato di New York e consigliere di politica estera per vari Presidenti.
Sempre attiva, Pamela ricrea un salone politico. “Aveva imparato presto le regole del gioco politico e come le persone si relazionano al potere. Ha un buon istinto per individuare le persone che potrebbero raggiungere il successo”.
È durante una riunione politica che incontra Bill Clinton che la colpisce per la sua intelligenza e la sua innata capacità comunicativa.
Pamela costituisce un gruppo di raccolta di fondi per il partito democratico nominato PamPAC di cui Clinton sarà il candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Bill Clinton vince le elezioni e, grato dell’incredibile impegno della donna, la nomina nel 1993 prima ambasciatrice donna degli Stati Uniti in Francia.
Nel 1997 muore di un’emorragia cerebrale che la colpisce a Parigi mentre sta nuotando nella piscina dell’Hotel Ritz.
Alla sua morte il presidente francese Chirac la fa insignire della Gran Croce della Legion d’Onore. Dagli Stati Uniti, Clinton manda l’aereo presidenziale per riportare in patria la salma di Pamela, per la quale verranno organizzati i funerali di Stato.

Notevole destino per la Digby, Churchill, Hayward, Harriman, (quasi begum con Ali Kahn, Niárchos, Murrow, Rothschild e non ultimo Agnelli) entrata in scena nella società come una piccola debuttante proveniente della campagna inglese e che parte per il suo ultimo viaggio a bordo dell’"Air Force One”!

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"Sono nata in un mondo nel quale la donna era totalmente controllata dagli  uomini. I maschi  potevano andare a scuola mentre le femmine venivano tenute in casa, educate da governanti. Questo è il modo in cui girava il mondo.”

Pamela Harriman

COSTUME - Il compagno di banco
Articolo di Lalli Theodoli

Mi è arrivato in questi giorni un WhatsApp. Tema: “Parla del tuo compagno di banco”. Svolgimento. ”Il mio compagno di banco è nessuno”.
Scritto con quella faticata calligrafia della prima elementare da cui traspare una tristezza infinita, un vuoto tremendo.
Non ci avevamo pensato.
Abbiamo fatto la lista, noi adulti, di tutte le cose che ci mancano in questo periodo. Soprattutto la libertà di decisioni improvvise. Tutto va prenotato, anticipato, scaglionato.
Ci sentiamo preoccupati e legati. Non si possono vedere tante cose che abbiamo ignorato per anni, né andare in posti in cui mai come adesso vorremmo andare. Eravamo felici, però, di sapere i ragazzi di nuovo a scuola, anche se con molte preoccupazioni.
Quell’insegnamento on line molto faticoso, e mancava totalmente ogni rapporto sociale, tanto necessario per la crescita dei ragazzi.
Abbiamo seguito la storia surreale dei banchi monoposto ed abbiamo visto arrivare quelle specie di ufo stretti, senza spazio per i libri, solo una enorme tentazione di usarli come le macchinette a scontro del Luna Park.
Abbiamo visto cataste di banchi biposto buttati in attesa di smaltimento e.. troppi pochi ancora in arrivo per sostituirli.
Ma a QUESTO non avevamo pensato: il banco monoposto fa scomparire il compagno di banco. Ed ecco affiorano ricordi.

La mia prima compagna di banco…una streghetta. Vanitosissima. Beata lei con capelli lunghissimi (a noi vietati !) e grandi fiocchi coloratissimi in testa. Dove mettere un nastro nei nostri capelli cortissimi? E cattivissima: vietato oltrepassare con il gomito “la parte sua di metà banco”. Strisce e barricate invisibili ne tracciavano i confini, a volte con aggiunta di penne in fila e, durante il dettato, vietato copiare.
Si accartocciava su se stessa coprendo il suo quaderno affinché nulla delle sue preziose informazioni venisse passata: guera: due erre? Niente: gniente? Odiosissima.
Partita poi finalmente per terre lontane e sostituita da un angelo.
Prestava il nettapenne fatto dalla sua mamma a casa. Tanti tondini all’uncinetto collegati da un bottone centrale. Oggetto ignoto a casa mia ed essenziale quando dal calamaio, appena riempito dalla suora, si attaccavano al pennino mucchi di robaccia. Dal suo astuccio di legno a due ripiani mi prestava temperino, gomma per cancellare e pennini.
Potevo copiare a volontà il suo foglietto settimanale dei fioretti, che, anzi, aumentavo a dismisura: opere di carità 89!!! Rinunce 50!!! Un foglietto settimanale che invogliava la più sincera fra noi a divenire una formidabile bugiarda.
Si giocava col cerchio, e a campana a ricreazione. Ci si lasciava felici di sapere che il giorno dopo ci saremmo ritrovate e, di nuovo, nell’ora di ricamo, mi avrebbe aiutata a non arrotolarmi nel mio filo lunghissimo e pieno di nodi. La suora la chiamava “la gugliata del diavolo”. E del diavolo era definita la mano che usavo anche per scrivere: la sinistra. Il diavolo era molto presente nella mia infanzia! La mia pagina di calligrafia era un orrore: pianti infiniti. Lei mi consolava. Anche sua madre era mancina.

Per tutto il percorso scolastico ho sempre avuto “la compagna di banco”. Al liceo, traumatico il passaggio dai banchi lucenti delle suore a quella specie di vecchio pezzo di legno inciso in tutti i sensi, sverniciato e pieno di schegge. Ma accanto sempre LEI: ci si passavano i compiti, ci si suggeriva, si condivideva la merenda sbocconcellata prima della ricreazione, si condividevano ansie terribili per le interrogazioni.
Qui vorrei, se potessi, tornare indietro.
Quello che ho fatto non lo rifarei. O almeno lo spero.
Io ero alla T del registro lei era alla B. Quando, per le interrogazioni, la mano della professoressa scorreva, terrorizzante, in su e in giù lungo il registro, sperando in un aiuto telepatico, io chiudevo gli occhi e, concentratissima, pensavo di riuscire a indirizzarla: BUTTARELLI pensavo, BUTTARELLI.
L’ho fatto per tutto il liceo. Lei era così carina, generosa, gentile ed io….orrore!
Adesso forse avrei il coraggio di raccontarle del mio tradimento. Forse ce la farei.
Se non fossi stata così vile avremmo potuto, allora, combattere ad armi pari per la nostra salvezza perché, informata, lei, a sua volta, avrebbe potuto pensare fortemente “THEODOLI, THEODOLI” e io non mi sentirei tuttora un verme per un comportamento di tanti anni fa. Agata perdonami.

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 FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là... 

Lo smog uccide - L'inquinamento atmosferico ha ucciso 476.000 neonati nel 2019, soprattutto in India e nell'Africa sub-sahariana. É quanto emerge da un nuovo studio globale secondo il quale quasi i due terzi delle morti derivano da fumi nocivi dei combustibili da cucina. Più di 116.000 bambini indiani sono morti a causa dell'inquinamento atmosferico nel primo mese di vita e 236.000 nell'Africa sub-sahariana, secondo lo State of Global Air 2020. Le stime sono state prodotte dall'Health Effects Institute con sede negli Stati Uniti e il progetto Global Burden of Disease dell'Institute for Health Metrics and Evaluation.

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Arte Cina! - La Cina riparte anche con l’arte contemporanea- I musei le gallerie sono aperte, l’abbondanza di liquidità porta i collezionisti ad investire. Si apre la Biennale a Taipei, si sono svolti tre eventi importanti a Shanghai (Shanghai Art Fair – West Bund Art&Design – Arto 21) ed altri in Corea.
CV

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Truffe on line - I broker e i facili guadagni, tante le offerte sul web di guadagni stratosferici o utili in breve tempo, dubitatene sempre, il più sono truffe, cominciate con una piccola cifra e poi vi verranno richiesti altri versamenti per pareggiare le perdite…Sono stati segnalati raggiri per 19 milioni di euro. Se vi trovate in questa situazione segnalatelo a AGCM - Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
CV

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APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Domenica 20 dicembre 2020
ore 10.30

Passeggiata a Ostiense, distretto di urban e street art con Alessandra Mezzasalma

Tra archeologia industriale, la dismissione dei Mercato Generali, con il gazometro che si staglia sul cielo azzurro della capitale, ci aggireremo nel quartiere di Roma che più ha attirato gli artisti di strada che ne hanno fatto la loro officina artistica a cielo aperto.

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A gennaio 2021 riapriranno finalmente i musei e potremo così visitare

Banksy, a visual protest
al Chiostro del Bramante.

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 Gianbattista Piranesi.
Sognare il sogno impossibile
all'Istituto Centrale per la Grafica

Quest’anno ricorrono i trecento anni dalla nascita di Giambattista Piranesi, architetto, fondatore del moderno metodo scientifico di indagine archeologica, designer e imprenditore. Da tutti noi viene ricordato come uno dei più grandi incisori della storia.
L’Istituto Centrale per la Grafica conserva tutte le matrici calcografiche incise dall’artista veneziano e bottega in oltre trent’anni di attività nelle collezioni della Calcoteca, della quale costituiscono uno dei nuclei più rappresentativi

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Riaprirà le sue porte Villa Caffarelli per farci visitare la mostra
"I marmi Torlonia. Collezionare Capolavori" 

e poi aspettiamo di poter riattraversare le regioni e i confini, attendiamo con fiducia il 2021...

Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a
appuntamenti@lalampadina.net

 

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E ANCORA
FLASH NEWS!
 

Cos'è la Rcep? - Un grande mercato comune di un quarto di mondo, la sua sigla è Rcep: Regional Comprehensive Economic Partnership (Associazione economica onnicomprensiva regionale) È stato concluso da 15 Paesi dell’area del Pacifico: i dieci membri dell’Asean — le nazioni del Sud-Est asiatico — più Cina, Giappone, Australia, Corea del Sud e Nuova Zelanda. l’accordo consentirà a questa parte di mondo di far circolare le merci senza dazi doganali.CV

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Meglio la convivenza? - L’idea Giapponese che finora ha garantito un indice di contagio (RT) stabile intorno all’1 è quella di «convivere» con la pandemia piuttosto che cercare di debellarla. Prassi seguita da molti paesi asiatici evitando le chiusure totali e relative conseguenze sociali e finanziarie. L’idea di lavoro è prima di tutto culturale. A partire dalla disciplina che i giapponesi  hanno  nel sangue eseguendo maniacalmente tutte le indicazioni tagliate su misura per le attività, divertimenti ristoranti e tutto il resto.
CV

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Aspirina on line! - Grande apprensione nel mondo degli intermediari farmaceutici in Usa e farmacie. Jeff Bezos, grande capo di Amazon ha iniziato un nuovo business  «Le tue medicine, prescritte dal tuo medico, consegnate da noi in 48 ore per gli abbonati Prime, il nuovo sito pharmacy.amazon.com 80% di sconto su farmaci generici e 40% sugli altri. Per ora solo negli Usa, ma poi?
CV

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SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA VEDERE: 
Teatro di San Carlo
dal 4 al 7 dicembre 2020
CAVALLERIA RUSTICANA
con Elina Garana, Jonas Kaufmann e Maria Agresta e l'Orchestra e il Coro del Teatro di San Carlo.

Il teatro chiude e lo spettacolo si apre alla rete: la prima del san Carlo si farà on line. Una prima a teatro vuoto ma i protagonisti canteranno per una platea sterminata.
Acquistate il biglietto per la “Cavalleria rusticana” in scena da ieri in forma di concerto al Teatro di San Carlo di Napoli. 
Il biglietto costa  € 1,09, e vi consente di vedere l'opera in streaming, direttamente da Facebook, in qualsiasi momento dal 4 al 7 dicembre, con un cast strepitoso e successivamente lo spettacolo sarà on demand sul sito del Teatro San Carlo per 7 giorni.
“Cavalleria rusticana” è  un’opera che si presta ottimamente allo streaming: dura poco più di un’ora; ha  musiche appassionanti e molti brani noti.
In questo momento di chiusura, sosteniamo la cultura, sosteniamo il San Carlo!
Fate il biglietto su https://fb.me/e/E0NZjpcq 

DA VEDERE: TEATRO ALLA SCALA, 7 DICEMBRE
"A RIVEDER LE STELLE"
Sarà una prima diversa, a porte chiuse, senza pubblico, tutta in diretta tv su Rai 1 e in streaming a partire dalle 17, con orchestra e coro della Scala su una grande pedana che è stata costruita sopra la platea per rispettare il distanziamento. 

Sul podio Riccardo Chailly, anima musicale di un racconto di tre ore sull’opera e sulla danza la cui drammaturgia è stata pensata e trasformata in spettacolo da Davide Livermore e dai suoi collaboratori.
Dunque 25 cantanti tra i quali Palcido Domingo, Roberto Alagna, 
Jonas Kaufmann e  Vittorio Grigolo ma non solo lirica anche danza con Roberto Bolle, Timofej Andrijashenko, Martina Arduino, Claudio Coviello, Nicoletta Mann. Tre coreografie - di nureyev, di Massimiliano Volpini e del parigino Manuel Legris diventato direttore del Corpo di Ballo della cala a dicembre 2020 -  con musiche di Pëtr Il’ic Cajkovskij, Davide Dileo, Erik Satie e Giuseppe Verdi. E poi ancora le arie d'opera e la danza saranno uniti dalle parole, quelle dei  libretti famosi e di artisti contemporanei, da Verdi a Sting.

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LETTERE DALLA QUARANTENA
di Simonetta Pacini Verga

SOSPESI

Sospesi... ignari... in attesa perenne.

Numeri e pareri discordanti, riaggiornati e spiegati per l’ennesima volta.
Cosa siamo? Chi siamo? Non è facile considerarci ancora esseri umani e non tabelle sbattute su video e schermi televisivi. Dove stiamo andando? Cosa ha senso se non i legami familiari sopravvissuti a questo tifone epidemico. Si può fare? Non si può fare?
Sarà giusto non vederci, rimandare e farci bastare le poche parole scambiate al cellulare?
Non c’è scelta... toccarci usare le nostre mani come abbreviazioni a tante parole, un abbraccio che trasmetta onde affettive altrimenti inspiegabili... vietato, rimandato... a quando? (auspichiamoci a presto) non c’è scadenza, non c’è certezza.
Soltanto attesa e sospesa consolazione in ognuno di noi da elargire con forza e ottimismo perché non abbiamo nulla se non l’apparente calma e il controllato equilibrio da tenere come ultimo appiglio da  elargire giornalmente a noi e a chi amiamo per darci reciproca forza.
Veniamo a conoscenza di ignare resistenze di cui nessuno di noi nella nostra generazione aveva dovuto mettere alla prova.
Mi sento più vicina e capisco sulla mia pelle quanto nel tempo e sotto tante dittature cosa l’essere umano ha dovuto tener conto per poter sopravvivere.
Quando si riordineranno gli equilibri e ritroveremo la leggerezza, ricordiamoci della fragilità che sarà la nostra forza.

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LA LAMPADINA LIBRI

Daniela Matronola, scrittrice e traduttrice nonchè colonna portante del circolo di Lettura "Un Mercoledì da Lettori", commenta l'opera di Queneau.
Buona lettura

I Fiori Blu
Raymond Queneau (1965)
nella traduzione di Italo Calvino (Einaudi 1967)

I Fiori Blu è un libro singolare, ma quale libro di Raymond Queneau non lo è?
Ha l’andamento della favola, della filastrocca, del poema cavalleresco di sapore medievale, ed è, in piena temperie novecentesca, un caleidoscopio situazionale e linguistico.
È un forziere di prosa mirabolante in cui spiccano due personaggi fondamentali, il Duca d’Auge, nobile alla moda, e col suo devoto paggio, pure di nobili natali, Mouscaillot, e rispettivi destrieri: Sten detto anche Demò (nome completo: Demostene) e Stef (Stéphane), cavalli parlanti; e il suo contro-personaggio, Cidrolin, sognato dal Duca d’Auge fin dai propri giorni e stranamente raggiunto con salti temporali di 175 anni in 175 anni che permettono al Duca di raggiungere questa specie di eroe rabelaisiano, pachiderma contemporaneo, nel 1964.
Dunque ritroviamo un assetto alla Don Quixote da un lato e dall’altro il naufragio dell’uomo moderno non privo di tagliente ironia come già nella mini tradizione novecentesca attivata da Joyce e Eliot.
L’azione parte nel settembre 1264 quando Notre Dame è in costruzione - ciò spinge il Duca d’Auge e Mouscaillot a cavalcare fino a Parigi, e qui troviamo anche un elemento, “Qui il fango è fatto dei nostri fiori”, dice il duca d’Auge - “…dei nostri fiori blu…”, ribatte Sten (i fiori del titolo), che troviamo anche in De André: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.
C’è movimento, c’è l’erranza, il viaggio fisico e interiore, e poi l’immobilismo flaccido contemporaneo.

Ma il dato più curioso e attraente, oltre all’antitempo, è l’uso del cosiddetto europeo vernacolare o neo-babelico.
Italo Calvino nel tradurre il testo ammette d’aver tribolato e goduto nell’impresa di rendere questo testo mobile, spumeggiante, pieno d’ironia e humour, e linguisticamente composito, quasi provocatorio.
Proprio come per Calvino è stato arduo e attraente tradurlo, così leggerlo è seducente come una sfida impossibile ma irrinunciabile: questo libro è un guanto lanciato sotto il naso diffidente di noi lettori: e noi come Calvino non possiamo rinunciare a raccoglierlo.
La chiave per comprendere la natura profonda del testo è posta in epigrafe dallo stesso Queneau ed è tratta da Platone: ”?íáñ ?íô? ?íåßñáôïò” ("il sogno in cambio del sogno”): aveva ragione Pedro Calderón de la Barca, La vida es sueño.

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I FRUTTI DEL LOCKDOWN

Il linguaggio al tempo del Covid
di Federico Stacchini

“Lo Stato siamo noi: 60 milioni di cittadini che lottano insieme, con forza e coraggio, per sconfiggere questo nemico invisibile. (…) 
Mai come adesso l’Italia ha bisogno di essere unita. 
Sventoliamo orgogliosi il nostro Tricolore. Intoniamo fieri il nostro Inno nazionale. Uniti, responsabili, coraggiosi.”
Non è il Capo di Stato maggiore della Difesa ai Sacri Confini della Patria che spinge i soldati contro il nemico, ma è il Presidente del Consiglio Conte che arringa gli Italiani contro il … COVID (Facebook 17 marzo 2020).
Sì, contro il COVID! Questo strano “coso” che ha cambiato la vita ed il linguaggio delle Istituzioni e della politica che sempre più spesso usano termini militari come lotta, sbaragliare, sconfitta, coprifuoco
I medici e gli infermieri sono degli eroi che combattono in trincea una guerra. Il veneto Zaia è il guerriero che lotta con i suoi (cor)regionali contro il nemico. E De Luca è lo sceriffo della Campania, ma forse di tutta l’Italia.
Ma il linguaggio ha cambiato anche noi bipedi mortali.
Un tempo da ragazzi si andava da Papà con le orecchie basse per confessare: “Papà ho preso la tua macchina e mi hanno “tamponato”. Il Padre: “Disgraziato!”.
Oggi: “Papà ho preso la tua macchina e mi hanno “tamponato”!” Il Padre: ”Che fortuna figlio mio, come hai fatto?”.
Un tempo il Padre diceva al figlio: 
“Mi raccomando ragazzo sii sempre positivo, non ti mortificare che hai tutta la vita davanti a te!”.
Oggi il Padre: 
Mi raccomando figlio mio sii negativo, non ti mortificare …”.

 


 Pensiero Laterale
L'esploratore

Un esploratore viene catturato da una tribù di aborigeni e il capo tribù ha deciso di condannarlo a morte, ma volendo divertirsi un po’ gli fa una proposta: “Tu devi fare una sola affermazione; se sarà vera verrai gettato da quella rupe che si affaccia sul mare dove ti attendo degli affamatissimi squali; se sarà falsa di daremo in pasto ai nostri amati leoni”.
L’esploratore riesce a salvare la pelle. Come ha fatto?

Guarda qui la soluzione...

LA LAMPADINA/RACCONTI

Fra 20 giorni esatti sarà Natale. Cosa leggere di meglio in questa occasione se non un racconto di Charles Dickens "A Christmas carol", scritto nel 1843 e facente parte di una raccolta di 5 racconti "Il libro di Natale" che comprende storie che si svolgono tutte nel mese di dicembre. Il racconto di Natale è una raffinata e sofisticata critica alla società inglese di metà Ottocento ed ha rappresentato la sceneggiatura di moltissimi film e di un lungometraggio Disney indimenticabile dove ovviamente Ebenezer Scroodge ha le fattezze di Paperon de Paperoni tirchio e duro di cuore, che incontra i fantasmi dei Natale passato, Presente e Futuro  e.... Buona lettura.

Il cantico di Natale

di Charles Dickens

Strofa Prima

Lo spettro di Marley
Marley, prima di tutto, era morto. Niente dubbio su questo. Il registro mortuario portava le firme del prete, del chierico, dell'appaltatore delle pompe funebri e della persona che aveva guidato il mortoro. Scrooge vi aveva apposto la sua: e il nome di Scrooge, su qualunque fogliaccio fosse scritto, valeva tant'oro. Il vecchio Marley era proprio morto per quanto è morto, come diciamo noi, un chiodo di porta.
Badiamo! non voglio mica dare ad intendere che io sappia molto bene che cosa ci sia di morto in un chiodo di porta. Per conto mio, sarei stato disposto a pensare che il pezzo più morto di tutta la ferrareccia fosse un chiodo di cataletto. Ma poiché la saggezza dei nostri nonni sfolgora nelle similitudini, non io vi toccherò con sacrilega mano; se no, il paese è bell'e ito. Lasciatemi dunque ripetere, solennemente, che Marley era morto com'è morto un chiodo di porta.
Sapeva Scrooge di questa morte? Beninteso. Come avrebbe fatto a non saperlo? Scrooge e il morto erano stati soci per non so quanti anni. Scrooge era il suo unico esecutore testamentario, unico amministratore, unico procuratore, unico legatario universale, unico amico, unico guidatore del mortoro. Anzi il nostro Scrooge, che per verità il triste evento non aveva fatto terribilmente spasimare, si mostrò sottile uomo d'affari il giorno stesso dei funerali e lo solennizzò con un negozio co' fiocchi.

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina e' una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Laura Lionetti, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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