Non vedi correttamente questa mail? Clicca qui per vederla nel tuo browser
Se vuoi leggere comodamente La Lampadina sulla tua poltrona, puoi stampare questa Newsletter, scaricando la versione pdf da qui
Se vuoi rileggere i precedenti numeri de La Lampadina, visita il nostro sito www.lalampadina.net

La Lampadina - n. 133 ::: DICEMBRE 2024

Cari Lettori,
auguri di buone feste! In procinto di lasciare questo 2024, abbiamo preparato un numero in cui con leggerezza approcciamo il 2025. Parliamo di persone generose che lasciano tesori a sconoscuti, capitani che mantengono le promesse, donne che lottano per non essere sopraffatte da personalità, peraltro geniali.
Poi certo, alcuni dubbi relativi al nostro futuro e a come impareremo ad interagire con l'IA...ma ecco che scopriamo anche che la lingua italiana è molto studiata in tutto il mondo, l'Italia c'è, aggiorniamoci e smettiamo di essere così incredibilemnte esterofili. Ci sono tante buone notizie in questo nostro strano mondo, dobbiamo solo avere la predisposizione a scovarle e promuoverle: il bene chiama il bene, sempre.
Buona lettura a tutti Voi, ci ritroviamo a gennaio 2025.
ICH

Commenta da qui


Giovedì , 26 dicembre 2024

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


CURIOSITÀ – Una caccia al tesoro memorabile!
Articolo di Carlo Verga

Forrest Fenn è un pilota di caccia insignito con una delle più alte onorificenze americane la Silver star, per aver portato a termine 328 missioni di combattimento sul Vietnam in poco più di un anno. Finito il suo rapporto con l’aeronautica apre una galleria d’arte la cui attività principale è il recupero e vendita di anticaglie frutto delle sue ricerche in ogni campo, gli va proprio bene, il suo fatturato annuo si aggira su circa 6 milioni di dollari.
Nel 1988 gli viene diagnosticata una grave malattia e poco tempo da vivere, volendo essere ricordato anche dopo scomparso, pensa che la cosa migliore sia una gigantesca caccia al tesoro che renda viva la partecipazione di tante persone. Nasconde una cassetta piena di monete d’oro pepite e gioielli in qualche luogo sulle Montagne Rocciose, scrive un libro The Thrill of the Chase con una storia della sua vita, riporta anche quanto contenuto nella cassetta con una stima di circa 2 milioni di dollari.
Pubblica, tra le pagine del libro, una poesia che contiene 9 indizi per rintracciare il luogo dove si trova il tesoro.
La pubblicazione ha un enorme successo, almeno 350,000 persone, si buttano in una ricerca affannosa del tesoro, tanti improvvisti senza alcuna esperienza di montagna, il risultato almeno 5 persone perdono la vita nelle ricerche. Molte anche le richieste di soccorso da parte di tanti sventurati in condizioni di pericolo e denunce per abusi di ingressi illeciti nelle proprietà della zona. Il capo della polizia di Stato del New Mexico veramente sovrastato dalle richieste di aiuto o denunce, si vede costretto a chiedere pubblicamente a Fenn di porre fine alla caccia al tesoro.
Il 6 giugno 2020, Fenn scrive sul blog di ricerca Thrill of the Chase che il tesoro era stato trovato.
«Era sotto un baldacchino di stelle nella lussureggiante vegetazione boschiva delle Montagne Rocciose e non si era spostato dal punto in cui l'ho nascosto più di 10 anni prima.
Non conosco la persona che l'ha trovata, ma la poesia nel libro l'ha condotto nel punto preciso. Mi congratulo con le migliaia di persone che hanno partecipato alla ricerca e spero che continueranno ad essere attratte dalla promessa di altre scoperte.
Quindi la ricerca è finita. Aspettate maggiori informazioni e foto nei prossimi giorni.»
Qualche giorno dopo Fenn dichiara che è stato Jack Stuef, uno studente di medicina del Michigan, ad aver trovato lo scrigno del tesoro decidendo, dopo molte titubanze, a rivelare l’identità in un'intervista.
Fern muore a fine 2020 all’età di 90 anni. La caccia al tesoro di Fenn si è conclusa ed è stata poi descritta in spettacoli televisivi, articoli di riviste, libri.
Possiamo certo dire che Fenn, nel bene e nel male, sia riuscito a farsi ricordare… almeno per qualche tempo.

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Fai leggere questo articolo ad un tuo amico...

Torna all'indice


«La decisione se essere una vittima del mondo oppure un avventuriero alla ricerca di tesori, spetta solo a noi stessi,
dipende tutto dal modo nel quale vediamo la nostra vita

Paulo Coelho

ABBIAMO OSPITI/TECNOLOGIA- Il futuro dell'intelligenza artificiale
Articolo di Massimo Cestelli Guidi, Autore Ospite de La Lampadina

Mio genero che lavora a Milano a Mediobanca si reca spesso per impegni di lavoro negli Stati Uniti. Nell’ultimo soggiorno dei primi di ottobre a San Francisco, chiedendo al telefono un taxi gli hanno precisato che sarebbe arrivata una vettura senza conducente, a guida automatica. Al riguardo gli hanno chiesto gli indirizzi di dove si trovava e della destinazione, e chiarimenti per il pagamento della corsa, da effettuare con la carta di credito, prima di aprire lo sportello per entrare nella vettura. Un nuovo traguardo dell’Intelligenza Artificiale (IA)!
A Parigi già da alcuni anni ho trovato linee di metropolitana a guida automatica, e ritengo che ne esistano anche in altre metropoli.
A Roma la nuova linea C, peraltro ferma a S. Giovanni, non ancora terminata, è stata progettata a guida automatica. Però per i treni che corrono sui binari, il problema della guida senza conducente risulta meno impegnativo di quello per le autovetture inserite nel traffico stradale.
L’evoluzione dell’IA prosegue ad un ritmo serrato, come d’altra parte nel mondo tutta la tecnologia. Quale potrebbe essere un traguardo futuro dell’Intelligenza Artificiale?
Un paragone dell’IA con gli Umani viene spontaneo, ossia il Computer (hardware) negli Umani è il Cervello, e l’IA (software) negli Umani è la Mente. La differenza fondamentale fra l’attività della Mente umana e quella dell’Intelligenza Artificiale è che l’IA è un algoritmo che non ha sentimenti come un Essere Umano. L’IA non prova dolore né ansia, ad esempio, per problemi che dovessero presentarsi in un processo in atto, né prova gioia o piacere per traguardi idoneamente raggiunti nei processi dove è stato impegnato. Ci si chiede se in un prossimo futuro l’evoluzione dell’IA potrebbe raggiungere questa meta, ossia dotare l’IA con sentimenti propri attualmente solo degli umani?
Nel passato abbiamo visto il film di Stanley Kubrick 2001 Odissea nello Spazio dove si immaginava che il computer di bordo HAL 9000, una IA super intelligente, si ribellava ai suoi creatori umani.
La ribellione di HAL, che comportava il non rispetto delle direttive imposte, era dovuta a risentimenti che HAL nutriva riguardo alcuni comportamenti degli astronauti, ossia HAL possedeva dei sentimenti che erano propri degli stessi astronauti. È possibile immaginare che in futuro l’IA possa acquisire un algoritmo particolare che doti l’IA di sentimenti che attualmente posseggono solo gli Umani? Questa eventualità potrebbe in futuro restare soltanto al livello fantascientifico.
Tornando però alla realtà, si deve tenere presente che l’invenzione della IA è la prima tecnologia in grado di prendere decisioni e generare idee da sola. Così, ad esempio non è avvenuto con l’invenzione della stampa, l’altra grande invenzione per la conoscenza avvenuta qualche secolo prima di Internet. Le macchine da stampa potevano con il loro prodotto mettere in contatto le persone ma non elaborare dati come può fare l’IA. Però è proprio questa elaborazione dei dati che in futuro potrebbe sfuggire ad ogni controllo e prendere decisioni aliene, in modo diverso dagli esseri umani.
Ci sono stati recenti esempi di come i social hanno influenzato, a volte in modo dannoso, i mercati le religioni e perfino la politica. Il pericolo per il futuro è proprio la possibilità che l’acquisizione di nuovi membri dell’IA, possano prendere decisioni aliene che potrebbero far crollare sistemi politici, economici e sociali.
Questioni relative all’IA ed al suo sviluppo futuro, sono dibattute nel recente volume Nexus (uscito a settembre) di Yuval Noah Harari, storico e filosofo, uno degli intellettuali più influenti dei nostri giorni. In fondo alla Breve storia delle reti d’informazione dall’età della pietra all’IA, l’Autore ritiene che a causa dell’eventualità di possibili pericoli per l’IA di generare, fuori controllo, decisioni aliene, sia necessario attualmente ritenere l’IA una questione urgente, ossia porre maggiore attenzione per prevedere gli sviluppi futuri di questa rivoluzione.

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Fai leggere questo articolo ad un tuo amico...

Torna all'indice


«
Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale completa potrebbe significare la fine della razza umana… decollerebbe da sola e si riprogetterà a un ritmo sempre crescente.
Gli umani, che sono limitati dalla lenta evoluzione biologica, non potrebbero competere e verrebbero superati.»

Stephen Hawking

STORIA MODERNA – Tromelin, l'isola degli schiavi dimenticati
Articolo di Beppe Zezza

Sfogliando un quotidiano francese, di prima mattina di una giornata di agosto, mi sono imbattuto in una storia di mare, di sopravvivenza, di fedeltà alla parola data talmente toccante da indurmi a raccontarla per la nostra Lampadina.
Nel lontano 1761 era in corso la Guerra dei Sette Anni. Una guerra che alcuni storici definiscono la prima guerra mondiale perché si svolse non solo in Europa ma anche in America e in Asia. I principali contendenti erano la Francia e l’Inghilterra, al centro delle dispute l’egemonia in Europa e questioni coloniali.
L’Utile
, un vascello delle Indie Orientali, capitanato da un certo Jean de Lafargue, fa scalo in Madagascar per approvvigionarsi di viveri ma nonostante la proibizione vigente al momento imbarca anche 160 schiavi e fa rotta verso l’isola di Rodrigues. Senonché ha delle carte nautiche imprecise e si arena su una secca, dalla quale non riesce a ripartire nonostante i tentativi di alleggerire la nave buttando in mare gli alberi, i cannoni e tutto il possibile.
Le onde colpiscono la nave sul fianco e piano piano la distruggono.
La nave si spezza in due, metà degli schiavi, che erano stati rinchiusi nelle stive per paura di rivolte, muoiono, gli altri insieme ai marinai cercano salvezza aggrappandosi a dei relitti.
Centoventi tra marinai e una ottantina di schiavi riescono a raggiungere la vicina isola di Tromelin (anche se allora si chiamava ‘ile de la sable’): si tratta di un isolotto di 1 Km2 sabbioso, spazzato dal vento ed esposto ai cicloni, circondato da una barriera corallina che ne rende difficoltoso l’approdo, decisamente inospitale.
Sotto la guida del Primo Ufficiale i naufraghi si organizzano. Con i resti del relitto costruiscono due “case” (una per i marinai e una per gli schiavi).
Per il cibo non c’è problema immediato perché qualcosa si è salvato dal naufragio ma per l’acqua? I naufraghi non si perdono d’animo e scavano con le mani alla ricerca di una qualche sorgente. Dopo alcuni giorni e alcuni tentativi falliti finalmente trovano una fonte: l’acqua è un po’ salmastra ma, meglio che niente.
Per circa due mesi nutrendosi del cibo razionato, di uova di uccelli, di tartarughe e di tutto quello di commestibile riescano a trovare, i naufraghi sopravvivono, si industriano e riescono, lavorando insieme marinai e schiavi, a costruire un’imbarcazione con i resti dell’Utile. L’imbarcazione che battezzano La Providence può accogliere solo i marinai; gli schiavi vengono abbandonati sull’isola con un po’ di viveri e con la promessa fatta dal Primo Ufficiale che, giunto in salvo avrebbe organizzato una spedizione di soccorso.
Il primo Ufficiale, Castellan de Vernet riesce a raggiungere il Madascar con La Providence e viene trasferito insieme ai compagni all’isola Bourbon (oggi la Reunion) e si attiva per rispettare la promessa fatta. Senonché… senonché il governatore rifiuta di organizzare una spedizione di salvataggio – la Guerra dei Sette Anni è ancora in corso, c’è il rischio di un blocco navale - e non vuole rischiare di trovarsi con un maggior numero di bocche da sfamare – rimpatria i naufraghi e si dimentica degli schiavi.
Passano gli anni. Due navi di passaggio scorgono i sopravvissuti, cercano di attraccare, non ci riescono, abbandonano l’impresa, forse segnalandola a qualche autorità ma senza che questo abbia un seguito. Ma Castellan de Vernet non si dimentica dell’impegno preso, scrive addirittura al ministro della Marina di Luigi XV e ottiene che venga organizzata una spedizione. Sono passati ben 15 anni dal naufragio!
Viene inviata una corvetta. Dopo due tentativi infruttuosi di sbarcare finalmente una scialuppa e una piroga possono attraccare. Sette donne (solo donne!) e un bimbo di otto mesi vengono portati in salvo.
Arrivate in porto le sette donne sono dichiarate libere (ci sarebbe mancato altro!), battezzate e avviate a una vita normale. Qualche anno dopo una delle sopravvissute metterà per iscritto la sua storia.
In anni recenti sono state organizzate spedizioni “archeologiche” per scoprire come quel pugno di uomini fosse riuscito a sopravvivere per tanti anni.
Sono state scoperte, sulla parte più alta dell’isola (7 metri sul livello del mare!) delle costruzioni (abitazioni?) con muri fatti di sabbia secca, di conchiglie e di pezzi di corallo, delle conchiglie trasformate in mestoli, altri oggetti recuperati dal relitto, e contenitori fatti di materiale riciclato e più volte riparato.
Si è potuto ricostruire che la dieta era costituita di tartarughe e di sterne (Gygis alba), le cui piume venivano probabilmente usate per fare dei perizomi, e di pesci.
Molte domande restano senza risposta. Come si è strutturato in micro-società questo gruppo di uomini?
Come mai i sopravvissuti sono stati solo 7 e solo donne?
Quale è stata la sorte degli altri?
In onore del comandante della spedizione di soccorso, Jacques-Marie Boudin de Tromelin, l’isola è stata battezzata Tromelin.
È una storia toccante di naufragi, di sopravvivenza in condizioni limite, di uomini che all’epoca erano considerati “merce”, di mantenimento della parola data. Robinson Crusoe è un racconto, Tromelin è storia.
Questa storia non è dimenticata: è stata oggetto di diversi libri, di edizioni a fumetti per bambini, di un documentario e di una mostra itinerante presentata in diverse località della Francia.
Oggi Tromelin è abitata solo da una stazione meteorologica, è amministrata dall’isola della Réunion e fa parte dei territori francesi di Oltremare, le ultime vestigia dell’impero coloniale francese rimasto sotto la giurisdizione dello Stato centrale anche dopo la decolonizzazione. 
Da qualche tempo la sovranità francese è contesa dalle isole Mauritius, soprattutto per la pescosità e per la zona economica esclusiva che la circonda.

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Fai leggere questo articolo ad un tuo amico...

Torna all'indice


«
Quando la vita rovescia la nostra barca, alcuni affogano, altri lottano strenuamente per risalirvi sopra.
Gli antichi connotavano il gesto di tentare di risalire sulle imbarcazioni rovesciate con il verbo 'resalio'.
Forse il nome della qualità di chi non perde mai la speranza e continua a lottare contro le avversità, la resilienza, deriva da qui.»

Pietro Trabucchi

ABBIAMO OSPITI/ATTUALITÀ – Aggiorniamoci! L’italiano piace!
Articolo di M. Serena Ambroso*, Autore Ospite de La Lampadina

Dal 2001, nella terza settimana di ottobre, si celebra la Settimana della lingua italiana nel mondo, organizzata dalla Rete diplomatico-culturale della Farnesina (gli Istituti italiani di Cultura operanti all’estero), e da varie istituzioni culturali italiane fra le quali la Rai, l’Istituto dell’Enciclopedia italiana e l’Accademia della Crusca.
All’estero, la manifestazione si avvale anche della collaborazione dei Dipartimenti o delle Cattedre di Italianistica di numerose università straniere. Tale iniziativa, incentrata ogni anno su un tema diverso, è ormai divenuta l’evento culturale più rilevante per la diffusione della lingua e cultura italiana all’estero; al suo successo contribuiscono numerosi studiosi, artisti, scrittori e intellettuali.
Quest’anno dal 14 al 20 ottobre ha avuto luogo la XXIV edizione, incentrata sul tema L’italiano e il libro: il mondo fra le righe, il filo rosso che attraverso iniziative diversificate ha esplorato il rapporto nel mondo contemporaneo fra la nostra lingua e la nostra letteratura, enfatizzando il ruolo del libro, sia in formato cartaceo che elettronico, quale veicolo del nostro patrimonio culturale.
Negli stessi giorni l’editoria italiana ha partecipato alla Fiera del Libro di Francoforte come ospite invitata. Il suo accattivante motto è stato “Radici nel futuro”.
L’italiano è lingua ufficiale di sei Paesi: Italia, Repubblica di San Marino, Città del Vaticano, Svizzera (nel  Canton Ticino è l’unica lingua ufficiale), Croazia (nella regione dell’Istria, unitamente al Croato) e Slovenia (in alcuni comuni istriani insieme allo Sloveno) dove è parlata come lingua madre da 64 milioni di persone.
A questo punto sorge spontanea una domanda: di quale considerazione gode al giorno d’oggi la nostra lingua?
Per rispondere, una precisazione è necessaria: non è questa la sede per occuparci della differenza fra lingua e dialetto nella comunicazione quotidiana né delle differenze fra italiano scritto o parlato e neanche delle caratteristiche delle numerose varietà dell’italiano; qui daremo solo dati quantitativi, distinguendo solo fra il numero dei parlanti l’italiano come lingua materna (L1) e il numero di chi la usa come lingua straniera (L2), vale a dire che l’ha studiata.
Interessanti sono i dati forniti da Ethnologue 2024: languages of the World e dalla CIA (Central Intelligence Agency): la prima istituzione elenca le lingue parlate come L1 da un minimo di 50 milioni di parlanti, mentre la seconda fornisce le percentuali dei parlanti le lingue L1 rispetto alla totalità degli esseri umani viventi sul nostro pianeta.
Secondo questi parametri, con i suoi 64 milioni di parlanti nativi la nostra lingua occupa il 23esimo posto, con una percentuale irrilevante di utenti.
Al primo posto troviamo il Cinese Mandarino (941 milioni, corrispondenti al 12,3% della popolazione mondiale), seguito dallo spagnolo (486 milioni, 6.0%), a pari merito l’Inglese (380 milioni, 5.1%), l’Arabo standard (380 milioni 5.1%), l’Hindi (345 milioni, 3.5%), il Bengali (237 milioni, 3.3%), il Portoghese (236 milioni, 3.0%), il russo (148 milioni, 2.1%) e il giapponese (137 milioni, 1.7%).
Grazie al numero crescente delle ricerche sulla nostra lingua condotte nel campo della linguistica italiana e della sociolinguistica che, in base all’osservazione sul campo, descrivono gli usi e le varietà della nostra lingua, nonché gli studi nelle scienze cognitive in relazione al funzionamento della mente quando un parlante incontra un altro sistema linguistico, ben altra posizione gode oggi l’italiano L2.
Dal 2018 Ethnologue pone l’italiano al 4° posto nella classifica delle lingue più studiate al mondo (2.145.093 studenti), dopo l’inglese (1 miliardo e 135 milioni di studenti), il cinese mandarino (199 milioni di studenti) e lo spagnolo (74 milioni di studenti). Seguono il francese e il tedesco.
Che cosa ha determinato questo successo?
Possiamo affermare che un fattore determinante sono stati i risultati nei campi di ricerca citati unitamente alla tecnologia e all’informatica, i quali hanno avuto una ricaduta ottimale sulla qualità dell’offerta formativa (insegnanti e materiali didattici) e sulla varietà degli obiettivi del percorso di apprendimento a disposizione di chi studia l’italiano e lo usa come L2.
Tale onorevole posizione è il risultato anche dell’impegno costante delle nostre istituzioni, prima fra tutte il Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale per la promozione della nostra lingua nelle università straniere attraverso i lettorati e la concessione di contributi alle cattedre di italianistica.
A tutt’oggi, i lettorati finanziati dal MAECI sono 130, distribuiti in 63 Paesi nel mondo. A questi vanno aggiunti gli assistenti linguistici (studenti universitari o neo-laureati inviati nelle scuole di Paesi che offrono l’italiano fra le materie scolastiche) sostenuti finanziariamente dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, nonché il Programma Erasmus che dall’estero attrae in Italia un gran numero di universitari.
Ovviamente, anche i successi degli italiani nei vari settori (cinema, musica, sport, architettura, gastronomia, tecnologia, ecc.) hanno dato un grande contributo all’incremento della diffusione della nostra lingua all’estero. Ad esempio, nel recente passato è stato rilevato un aumento significativo delle iscrizioni ai corsi di italiano L2 in coincidenza con le vittorie di Valentino Rossi. Per il futuro possiamo sperare in Jannick Sinner!

*Già Ordinario di Glottodidattica e Responsabile Ufficio della Certificazione dell’Italiano L2. Università Roma Tre

 

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Fai leggere questo articolo ad un tuo amico...

Torna all'indice


«
La prima regola, e la sola ragionevole, è di scrivere come si pronuncia: gli italiani ci danno l’esempio, e noi dovremmo seguirlo.»

Jean le Rond d’ Alembert, lettera a Voltaire – 26 octobre 1770

ARTE – Dora Maar, sacrificata al Minotauro
Articolo di Marguerite de Merode Pratesi

Quando Osvaldo Guerrieri, scrittore e critico teatrale nel suo libro Schiava di Picasso evoca la relazione tormentata che il grande pittore spagnolo ebbe con la fotografa Dora Maar, Illustra una delle numerose avventure amorose dell’artista che si compiaceva nel sentirsi paragonato al Minotauro, figlio della regina di Creta Pasifae. Un personaggio mitico mezzo uomo e mezzo animale imprigionato in un luogo da incubo: il labirinto.
«Una bestia triste» – scrive la scrittrice e giornalista croata Slavenka Drakulić –«che si nutre di carne umana per sopravvivere».
L’importante profilo artistico di Dora Maar è stato cancellato infatti per sparire dietro alla fama di Pablo Picasso. Di lui, la propria nipotina diceva, parlando delle numerose donne con cui aveva avuto una relazione:
«Le ha sottoposte alla sua sessualità animale, le ha domate, le ha stregate, le ha ingerite e le ha frantumate sulla sua tela.
Dopo aver trascorso molte notti a estrarre la loro essenza, una volta dissanguate, se ne sarebbe sbarazzato.»

Pochi sanno che dietro a quella donna rappresentata in tanti quadri sotto forma della donna che piange si nasconde una grande figura della storia della fotografia del Novecento.
Dora Maar nasce a Parigi il 22 novembre del 1907, con il nome di Henriette Theodora Markovich, unica figlia di Josip Marcovich, architetto croato che lavora per l’Impero Austro-ungarico e di Julie Voisin, sua madre, che proveniva della borghesia francese.
La famiglia Markovich nel 1910 si trasferisce in Argentina, a Buenos Aires, ed è in questa città che Dora trascorre l’infanzia e l’adolescenza. La famiglia rientra in Francia solo nel 1926, quando Dora ha diciannove anni ed una grande voglia di indipendenza.
Parigi in quegli anni è la capitale mondiale della cultura e delle avanguardie. Paul Éluard, Jacques Prévert, Brassaï, Man Ray, Jean Cocteau e tanti altri sono i personaggi chiave dell’avanguardia artistica e letteraria dell’epoca.
Si respira un’aria di libertà, anche sessuale.
Henrietta, diventata nel frattempo Dora Maar, studia all’École et Ateliers d’Arts Décoratifs, vuole diventare pittrice. Frequenta l’Académie Lhote dove incontra Henri Cartier-Bresson, e nasce in lei la passione per la fotografia. Si iscrive all’École de Photographie.
È un momento irripetibile. Entra in contatto con i più interessanti e innovativi maestri della sua epoca. Inizialmente collabora con Brassaï, per poi proporsi come assistente di Man Ray con cui divide lo studio e che la considera una delle migliori artiste della sua generazione. Quest’ultimo le offre consigli, le rivela alcuni trucchi del mestiere e la introduce nella singolare cerchia dei Surrealisti, aprendole le porte a un modo completamente nuovo di concepire l’arte.
In questo ambiente, scrittori, pittori e drammaturghi non seguono ruoli rigidi come nella tradizione artistica: le funzioni si intrecciano e ogni nuovo elemento, in particolare se affascinante come Dora, con il suo sguardo magnetico e le sue mani aggraziate, è accolto con entusiasmo.
La Maar si afferma presto come fotografa. Attivista politica di sinistra, percorre le strade di la zone, il quartiere più povero di Parigi, così come quelle di Barcellona e delle periferie di Londra, fotografando senzatetto e persone in difficoltà per documentare la loro sofferenza.
Realizza immagini nitide, memorabili e piene di empatia, che si distaccano enormemente dalla perfezione delle foto di moda che le conferiscono fama e successo.
Spinge il medium fotografico in esperimenti sofisticati di montaggi e composizioni creando immagini che oggi appaiono ancora inquietanti, come la mano che emerge da una conchiglia o il Ritratto di Ubu, un’entità strana e difficile da definire, che si dice fosse il feto di un armadillo.
Insieme a Jacqueline Lamba, Lee Miller, Valentine Penrose, Alice Rahon, la triestina Leonor Fini entra a far parte del circolo dei surrealisti. Espone a Tenerife nel 1935, a Londra nel 1936, e dopo, nel 1937 e 1938, a New York, Tokyo, Amsterdam.
Quando conosce Picasso, Dora è una donna libera, il suo lavoro è stimato anche al livello internazionale. Si è appena conclusa una sua relazione turbolenta con George Bataille, il filosofo dell’erotismo, meritandosi la fama di una che trasgredisce.
Picasso la conosce ai Deux Magots, famoso caffè parigino, tramite il poeta Paul Éluard e rimane folgorato da un gioco che la donna esegue seduta sola a un tavolo. Ha la mano guantata di bianco appoggiata al tavolino con le dita divaricate e pugnala con un coltello lo spazio vuoto tra un dito e l’altro, ferendosi di tanto in tanto.. Il pittore si fa dare i suoi guanti insanguinati, li espone su una mensola del suo appartamento e da quel giorno la trascina nel suo vortice. Ne sarà annientata.
La loro relazione durerà quasi 9 anni e come è già accaduto nelle precedenti storie dell’uomo, è lui a lasciare la Maar, visto che nel frattempo, nel 1943 aveva incontrato la giovanissima Françoise Gilot.
I nove anni passati con Picasso la distruggono. Viene continuamente umiliata nel confronto con le altre sue amanti: Françoise Gilot, madre di due figli di Picasso e Marie Thérèse Walter, madre di Maja. Precipita in una profonda disperazione. Verrà chiamato Jaques Lacan, il famoso psicanalista, a prendersi cura di lei. Sarà lui a curarla in una clinica poco fuori Parigi.
Sarà lui a fare il miracolo e a donarle di nuovo una vita.
E quando Picasso, tempo dopo, andandola a trovare a Ménerbes nella casa che anni prima aveva comprato per lei le dice «ero sicuro che ti saresti uccisa» lei gli risponde «non ti avrei mai dato questa soddisfazione».
Comunque non recupera mai il suo brio creativo sacrificato al Minotauro.
Di lei Picasso dirà «Dora per me è sempre stata una donna che piange, è importante perché le donne sono macchine per soffrire».
Lei gli risponde con una frase altrettanto pungente: «Pablo è uno strumento di morte. Non è un uomo, è una malattia». 

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Fai leggere questo articolo ad un tuo amico...

Torna all'indice


«
Tutti i miei ritratti (fatti da Picasso) sono bugie.
Sono tutti Picasso.
Nessuno è Dora Maar»

Dora Maar

COSTUME – Chi siamo?
Articolo di Lalli Theodoli

Tempo fa, in campagna, approfitto delle molteplici amicizie di mio figlio per mandarlo dal suo amico meccanico a far un check della mia oramai molto anziana auto. Ha compiuto ben 16 anni. Ma ..perfetta.
«Ciao Pierloré, che mi porti?»
«La macchina di mia madre. Guarda per favore se tutto è a posto così sono più tranquillo quando viaggia.»
«Tua madre? ANCOORA GUIDAAA??????»
Mio figlio mi riferisce. Non mi ero mai vista così precaria. Ho sempre guidato tranquilla. Non mi sentivo un fenomeno da baraccone.
Altra situazione.
Sto in giardino.Taglio il prato. La falciatrice va da se ma alle curve il rigirarla è pesante.
Toso la siepe arrampicata precariamente su una scala a pioli e quando scendo afferro i pennelli per dare una mano ad un vecchio scaffale.
Un nostro vecchio collaboratore che, passando ha notato le mie varie attività si rivolge a mio figlio:
«E questa quando la ammazzi?»
Il tono è stupefatto/ammirativo.
Ne sono ringalluzzita.
Ma quale delle due visioni è quella giusta?
Ho una crisi di identità.
In realtà chi siamo? Tante le versioni.
Ci sarà capitato tante volte di non volere mettere il naso fuori. Ci sentiamo un po' bruttine ed ineleganti,  ma, a forza costrette ad uscire, è invece la sera in cui piovono complimenti. «Ma come fai? Ti mantieni sottovuoto? Stai benissimo!»
Al contrario, le rare volte in cui ci sentiamo A POSTO, amiche premurose ci affiancano preoccupate. «Stai bene? Ti vedo stanca. Hai bisogno di una pausa. Pensa un po' anche a te.»
Per cui ognuna di noi è almeno 3 persone.
Quella che, ahimè, vediamo ogni mattina al risveglio.
Quella che vedono gli altri positiva. WOW
Quella che osservano gli altri negativa. SOB
E allora? Va bene così.
Appoggiamoci a quella positiva quando siamo giù di tono.
Se dovessimo invece divenire troppo tronfi ricorriamo al negativo.
Procediamo bilanciandoci un po di quà e un po di là.
In medio stat virtus... o meglio… veritas. 

Vota e/o commenta questo articolo da qui

Fai leggere questo articolo ad un tuo amico...

Torna all'indice

La Lampadina su Facebook

 

FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là...

I 10 comandamenti - La più antica tavoletta di pietra raffigurante i Dieci Comandamenti delle fedi ebraica e cristiana è stata messa all'asta, più di cento anni dopo la sua prima scoperta. La tavoletta di marmo, che pesa 115 libbre e misura circa due piedi di altezza, esposta presso Sotheby's New York a partire dal 5 dicembre è stata venduta il 18 dicembre in un singolo lotto al prezzo incredibile di 5 milioni di dollari, partendo da una stima iniziale di 1-2 milioni di dollari.
CV

*

Un penny molto prezioso - Una moneta da tre penny del 1652 è una delle sole tre esistenti al mondo, coniata illegalmente durante la Rivoluzione americana. La moneta da un nichelino composta da soli 1,03 dollari di argento è appena stata venduta per 2.520.000 dollari, diventando la moneta americana più costosa prima della Rivoluzione e la moneta statunitense non in oro più preziosa coniata prima della fondazione della Zecca degli Stati Uniti nel 1792.
CV

*

Previsioni del tempo - Vista la situazione di questi tempi, non stupisce che al terzo posto delle app più scaricate vi sia un servizio a pagamento: Windy.app è giudicata tra i servizi più affidabili. Formula le previsioni in base alle rilevazioni in tempo reale delle stazioni meteo di tutto il mondo, ed è in grado di confrontare le fonti e determinare la probabilità degli eventi. Il pagamento è mensile.
CV

***

APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina.

*****************

Martedì 14 gennaio 2025
ore 19.00
CONFERENZA DI ALESSANDRO VISCOGLIOSI
ROMA AL TEMPO DEL GIUBILEO DEL 1585 DI PAPA SISTO V
Nuovo Circolo degli Scacchi

Il professor Viscogliosi, ordinario di Storia dell'Architettura antica presso la Sapienza di Roma, terrà una conferenza su roma alla vigilia del Giubileo del 1585. papa Sisto V fu un papa deciso, che per preparare Roma a divenire il teatro religioso del mondo, intervenne in ogni settore pubblico dello stato Pontificio. in occasione del Giubileo frenò il brigantaggio, gli eccessi carnascaileschi, introdusse innovazioni a tutti i livelli trasformando radicalmente la città.
Partecipazione su invito

*****************

Mercoledì 15 gennaio 2025
ore 11.00
ROMA PITTRICE. ARTISTE AL LAVORO TRA IL XVI E IL XIX SECOLO
Palazzo Braschi

Al centro della mostra le tante artiste donne che dal XVI al XIX secolo hanno fatto di Roma il loro luogo di studio e di lavoro con una produzione ricca, variegata e di assoluto rilievo artistico, spesso relegate una sorta di silenzio storiografico... continua a leggere sul sito.
Ci accompagna Alessandra Mezzasalma

*****************

Mercoledì 5 febbraio 2025
ore 11.00

IL TEMPO DEL FUTURISMO
Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea

L'esposizione  celebra l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944 e si concentra sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia e illustra quel “completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche” posto alla base della nascita del Futurismo... continua a leggere sul sito.
Ci accompagna Ludovico Pratesi

*****************

Martedì 18 febbraio 2025
ore 11.00
UNA MATTINATA TRA PALAZZO MASSIMO E LE TERME DI DIOCLEZIANO

Originariamente costruito da Padre Massimiliano Massimo, tra il 1883 e il 1887, per ospitare il collegio dei Gesuiti, fu acquistato dallo Stato nel 1981 per diventare una delle sedi del Museo Nazionale Romano. Tra i suoi quattro piani si incontrano alcuni tra i maggiori capolavori dell’intera produzione artistica del mondo romano... continua a leggere sul sito.
Ci accompagna Alessandra Mezzasalma

*****************

21-24 febbraio 2025
BILBAO E DINTORNI

Week-end all'insegna dell'arte e dell'architettura moderna e contemporanea: abbiamo scelto Bilbao, una città rinata dopo aver atttraversato il buio periodo dell'acciaio, una crisi industriale di enormi proporzioni che la città basca ha combattuto e vinto trasformandosi in una meta immancabile per chi ama l'arte... continua a leggere sul sito.
Ci accompagna Ludovico Pratesi

*****************

2-7 aprile 2025
LA MACEDONIA GRECA

Gli studi classici ci rimandano alla Beozia, la Tracia, la Macedonia. Da Salonicco abbiamo deciso di seguire le tracce della storia di quella parte così a Nord della Grecia, e a raggiera ci sposteremo ... continua a leggere sul sito.

*

Ancora molto stiamo organizzando, come a maggio Comacchio, Ravenna e Spina etrusca, un itinerario marchigiano a ottobre, e ancora appuntamenti di arte e cinema...

*****************

Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a
appuntamenti@lalampadina.net

***

WE LOVE ROMA
I mercati rionali del cuore

di Lucilla Laureti Crainz

Non so se avete notato ma Roma si sta riempiendo di supermercati.
Vicino casa mia ma proprio a due passi ce ne sono quattro, l'ultimo ha aperto da poco, e hanno tutti e stesse cose. In contrapposizione, i mercati rionali ne soffrono e sempre più banchi chiudono (sic).
Che cosa si sono inventati quindi? Aprono piccole grandi osterie.


L'ultima nel Mercato Nomentano di piazza Alessandria, anche una struttura degli Anni Venti in stile umbertino, creato dalla prima architetta donna d'Italia, Elena Luzzato. Si laureò presso la Regia Scuola Superiore di Architettura di Roma nel 1925.
Siamo andati ad assaggiare con soddisfazione ottime polpettine al sugo, cotolette panate, broccoletti ripassati, cavolo in insalata con aromi, ratatuille etc e con birra ghiacciata abbiamo speso meno di 20€ e molto meglio di una pizza. Anche l'arredo è molto accogliente: bravi. Unico neo è che ti forniscono con piatti e posate di carta. Aperto la sera dal giovedì al sabato (www.mordiroma.it- tel 334 7301833)

Altro mercato che vi consiglio è quello della stazione. Il mitico Mercato Centrale. Se non siete mai andati è veramente da consigliare: l'enorme sala "la cappa mazzoniana" dell'architetto Angiolo Mazzoni negli Anni Trenta tutta in marmo, era il dopolavoro ferroviario e mensa. Oggi festeggia i 10 anni! Potete trovare tanti banchi con proposte multietniche, veramente l'imbarazzo della scelta. Noi ci siamo fermati nel primo banco, anche il più tranquillo Scaturchio con tutte le specialità di Napoli, salate e dolci!

Mercato di Testaccio - Mercato coperto, molto frequentato specialmente il sabato, lì puoi trovare in fondo molti banchi di abbigliamento, oggettistica varia e cose molto carine. Ottimo anche il cibo pronto di tutti i tipi, ottimi fritti, e piatti della tradizione romana da mangiare sul posto o da portare via! Mercato Trionfale - Uno dei mercati più grandi in Europa! Ha riaperto dopo una completa ristrutturazione nel 2009 con 270 banchi, ha anche una biblioteca e centro internet. Sulle scale mobili 2 murales con la figura di Anna Magnani.

Nuovo mercato Esquilino - Oggi, dopo il trasloco da piazza Vittorio, si trova nella ex caserma Sani. A volte sembra di non stare a Roma, verdure e altro con nomi impronunciabili che arrivano da ogni angolo del mondo...
Mercato Campagna Amica - vicino al Circo Massimo - Aperto il sabato e la domenica. Sono presenti oltre 60 aziende agricole che vendono i loro prodotti a km0. Si può anche mangiare all'esterno in un ampio cortile, è veramente ottimo e sempre affollato. Questa una rapida carrellata dei nostri preferiti, se avete altre proposte: MAGARI! 

Commenta da qui...

Scriveteci e segnalateci che cosa si muove a Roma!
redazione@lalampadina.net

 ***

LIBRI/GLI AMICI CONSIGLIANO
Somigliamo al nostro destino?
di Isabella Confortini Hall

Accade di rado che un autore italiano ambienti all’estero una propria opera. Ma è quello che ha deciso di fare Emanuele Ludovisi (amico della Lampadina cui collabora) con il suo ultimo romanzo Il grande dilettante di Lisbona (Palombi editori) scegliendo di raccontare la storia di un intrigo internazionale dai profondi risvolti psicologici.
Evocando atmosfere che sarebbero state care a Graham Greene, l’autore ci conduce sulle tracce del protagonista della vicenda, Sebastian Zanè, un alto funzionario del governo statunitense e autorevole componente di un comitato internazionale di analisi strategica con sede a Lisbona.
Zanè è in missione nella capitale lusitana per prendere una difficile decisione sulla possibile rimozione del segretario del comitato coinvolto in un’oscura vicenda.
Il compito questa volta si rivelerà tuttavia più complicato del previsto in quanto Sebastian Zanè, un uomo in crisi, non dovrà solo cercare di risolvere il nodo diplomatico in atto nel comitato ma si troverà ad affrontare anche i fantasmi di un lontano passato materializzatosi nella persona alla guida della delegazione francese e suo antico amore, Anais Rouel.
L’Autore utilizza la vicenda del protagonista impegnato nella sua delicata missione diplomatica, per indagare i nodi esistenziali che riguardano tutti coloro che provano a interrogarsi sul senso e sul significato del proprio destino. Non a caso il romanzo si chiude con la citazione di una frase di un grande scrittore austriaco, Alexander Lernet Holenia, «…crediamo che il nostro destino ... continua a leggere sul sito

***

MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode

Villa Torlonia, Casino dei Principi: Titina Maselli Una mostra antologica dedicata a una delle artiste italiane del Novecento più conosciute, in occasione del centenario della nascita. In questa mostra si illustra come l'impegno come pittrice si coniugò, nella febbrile quotidianità del dopoguerra, anche con un'intensa vita di relazioni e vivaci interessi per la scrittura, la letteratura, il cinema, il teatro, la musica.
Fino al 21 aprile 2025

Roma offre in questi giorni, importanti mostre dedicate ai alcuni dei più grandi fotografi italiani:

MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo: Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024 Guido Guidi è una figura di spicco della fotografia italiana contemporanea. Considera la fotografia come un'estensione dello sguardo, un modo di vivere. Dira di sé «Quando fotografo qualcosa, divento quella cosa… come se stessi pregando».
Fino al 20 aprile 2025

Museo dell’Ara Pacis: Franco Fontana. Retrospective Franco Fontana è uno dei fotografi italiani contemporanei più celebri a livello internazionale. Fin dall’inizio della sua vita artistica si dedica ad una ricerca estetica focalizzata sull’espressione astratta del colore.
Fino al 31 agosto 2025

Palazzo Altemps Gabriele Basilico. Roma Gabriele Basilico è probabilmente il fotografo di paesaggi urbani più conosciuto al mondo. La mostra restituisce, in occasione dell’ottantesimo anniversario dalla nascita del grande maestro della fotografia italiana, un inedito spaccato della sua ricerca visiva. In questo caso il filo conduttore dell’esposizione è il legame tra Gabriele Basilico e la Città Eterna. Laureato a Milano in architettura abbandona subito la carriera per cui aveva studiato per dedicarsi alla fotografia. All’inizio della sua carriera si dedica all’indagine sociale. Riprendono poi l’influenza dei suoi studi in architettura che si fa progressivamente spazio nella sua fotografia.
Fino al 23 febbraio 2025

La Lampadina Racconti

Un excursus storico: una “scappata” tutta italiana!
di Marco Patriarca, Autore Ospite de La lampadina

Nei primi giorni di Aprile del 1860 Giuseppe Garibaldi, appena arrivato a Torino, ricevette l’invito di Camillo Cavour a una colazione prevista in una saletta riservata del Circolo del Whist in Via Po; riservata perché Vittorio Emanuele II temeva sempre che Cavour, un conte “un poco molto d'idee liberali” come diceva, di quelle idee, con chiunque fosse, non faceva mai mistero. D’altronde, tutti sapevano dalla stampa internazionale chi era Giuseppe Garibaldi: l’Eroe dei due Mondi e l’italiano più famoso e ammirato del mondo. Cavour al Whist ascoltò con attenzione i dettagli dell’ambizioso ma stravagante progetto patriottico garibaldino di invadere mezza Italia con esercito di volontari di almeno mille uomini. Dopo avergli elencato i rischi di quell’idea folle e le conseguenze internazionali di quell’avventura, stava per congedarlo; ma mentre l’ascoltava non riusciva a non simpatizzare sempre di più con la foga di quel nizzardo la cui visione politica dell’Italia lo stava conquistando. Continuarono a parlare finché Cavour alla fine approvò il progetto: «Va bene, mi raccomando Generale!» – gli disse- «stia attento a tutti i dettagli ma, guardi che la spedizione che lei guiderà a nostro nome, lei lo capisce, non potrà essere altro che una “scappata.»
Continua a leggere sul sito...

La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novit .

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli. La sede in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
Per informazioni scrivere a info@lalampadina.net

Ricevi questa mail in quanto in passato hai prestato il tuo consenso a riceverla. In ottemperanza all art. 13 del Regolamento 2016/679 (GDPR) e ai sensi dell art. 13 del d.lgs. n. 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali) puoi da qui verificare quali sono i dati conservati all'interno
del nostro database
ed eventualmente aggiornarli, oppure decidere di disiscriverti.

Se desideri segnalare "La Lampadina" ad un amico scrivi a iscrizioni@lalampadina.net.

Grazie
Il Team de La lampadina