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La Lampadina - n. 125 ::: Novembre 2023

Cari Lettori,
in questo novembre sguisciante, tra il prolungamento di un'estate infinita e l'inizio prepotente di un autunno che rapido ci proietta verso il Natale, cerchiamo di governare lo scorerre dei giorni dando una destinazione ai nostri percorsi.
Nel numero 125 della nostra Lampadina dirigiamo il fascio di luce verso una realtà contraddistinta da corsi e ricorsi di vichiana memoria con il ricordo degli eroi della Vandea che ci riportano alle considerazioni sui Sapiens, e alle dicotomie che ne caratterizzano l'evoluzione in materia di salvaguardia ambientale, ricerca scientifica e caccia del profitto che non fa prigionieri.
Nel nostro peregrinare dobbiamo imparare a convivere con un'insinuante Intelligenza Artificiale che senza remore impareremo a dominare, affinchè non avvenga il contrario e si possa continuare ad emozionarci fino alle lacrime con sentimenti che una IA mai proverà, davanti ad un quadro di van Gogh.
Spesso, è la narrazione che muta, come ci scrive Lalli, ed essa modifica la nostra percezione della realtà, a tutti i livelli.
Buona lettura.
ICH

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Martedi, 14 novembre 2023

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


STORIA – Gli eroi della Vandea
Articolo di Beppe Zezza

La storia la scrivono i vincitori. Lo sappiamo bene. Gli eroi che sono presentati nei libri di storia e che sono nell’immaginario collettivo sono quelli che stavano “dalla parte giusta”.
Di quelli della parte dei perdenti non si ha memoria neanche del nome. Se, in vita, si sono coperti di gloria per imprese di grande coraggio e valore umano, non ha importanza.
È giusto? È ingiusto?
Sono domande senza risposta. È così e basta.
A me piace conoscere la storia. “Quello che è avvenuto nel passato ci permette di interpretare meglio quello che avviene nel presente”. Almeno così si pensava ‘ai miei tempi’ (sono della prima metà dell’altro secolo!) Oggi non lo si ritiene più: non solo da noi in Italia ma anche in altri paesi europei lo studio della storia occupa una parte sempre minore dell’insegnamento.
Mi trovo a vivere in Francia e sono andato a rovistare in cerca di personaggi tra i ‘perdenti’ della loro storia. Pochi sanno che all’inizio della Repubblica la Francia è stata teatro di una guerra civile sanguinosissima.
Parlo delle guerre di Vandea e degli anni turbolenti immediatamente successivi all'instaurazione della Repubblica.
La Vandea è una regione occidentale della Francia nell’area dei paesi della Loira. All’epoca era abitata prevalentemente da contadini. Questi sono per natura tradizionalisti e conservatori (lo sono un po’ dappertutto nel mondo, dunque deve esserci qualcosa di intrinseco al rapporto con la terra). Quando la Convenzione – il nuovo Parlamento che la Repubblica si era dato – intervenne nell’organizzazione della Chiesa, proibendo i voti monastici, sopprimendo gli ordini religiosi contemplativi e imponendo al clero di sottomettersi allo Stato per poter esercitare il ministero (qualcosa di simile al ‘green pass’ di onorata memoria), un forte malcontento cominciò a circolare tra la popolazione molto attaccata alle proprie radici.
L’imposizione della leva militare obbligatoria, assai mal vista dai contadini (i giovani servono per lavorare i campi non per imbracciare fucili) provocò lo scoppio della guerra civile. Siamo nel marzo del 1793.
Chi guida la rivolta? Un popolano che fa il muratore d’estate e il tessitore di inverno, Jacques Cathelineau, denominato dai suoi contemporanei “il santo dell’Angiò’”.
L’esercito? Un gruppo di contadini armati di forconi, picche e bastoni e di qualche fucile strappato dalla mani dei repubblicani. La rivolta divampa e il gruppo diviene un esercito.
Dopo i primi successi Cathelineau si rende conto che per guidarlo ci vogliono dei militari e mostrando con questo l’umiltà dei grandi uomini, chiede ai nobili della zona – i soli ad avere esperienza al riguardo - di mettersene al comando.
I più famosi tra di loro: Charette, che verrà chiamato il “re della Vandea, che sarà l’ultimo ad arrendersi anche quando la partita sarà perduta e morrà giustiziato e il conte Henri de La Rochejaquelein, l’autore del famosissimo detto “Se avanzo, seguitemi, se indietreggio uccidetemi; se muoio vendicatemi” (il detto è dunque ben anteriore all’era fascista come pensavamo!).
L’esercito vandeano ‘legittimista’ - un esercito un po’ particolare perché dopo ogni battaglia la gran parte dei soldati lo abbandona per accudire ai campi salvo poi ripresentarsi quando un nuovo scontro si profila – dopo alcune vittorie clamorose subisce una prima sconfitta a Nantes (dove Cathelineau muore) ed è quasi annientato il 23 dicembre 1793, con la battaglia di Savenay.
Alla Vandea la rivolta costò molto cara.
La Repubblica della Égalité Liberté et Fraternité sull’onda della vittoria e con il ricordo del timore provato di essere sopraffatti, decise, con decreto ufficiale, l’annientamento totale della Vandea.
Per attuare il progetto vennero formate delle ‘colonne infernali’ che devastarono villaggi e fattorie, massacrandone gli abitanti, violentando e mutilando le donne, sottoponendo i bambini a torture indicibili e fucilando e decapitando gli uomini indipendentemente dal fatto che avessero o meno partecipato attivamente alla rivolta.
Si calcola che i morti furono tra 170.000.
Quello della Vandea è stato considerato il primo genocidio della storia moderna ed è stato perpetrato da coloro che proclamavano il trionfo della Ragione sulle tenebre del passato.
C’è da far pensare?
Chi si ricorda di Cathelinau, di Charette, di Henri de la Rochejacquelin?
Cosa rimane oggi di tutto questo?
A Les Lucs-sur-Boulogne il Memoriale della Vandea, un complesso museale, che racconta la storia della rivolta e della repressione, con una cripta che ospita le ossa di circa 560 vittime dei massacri.

  • A Chabournay, il Cimitero dei Martiri, dove sono sepolti i resti di circa 900 persone uccise dalle colonne infernali nel 1794.
  • A La Garnache, la Croce di Charette eretta - in onore del generale François de Charette - dopo la restaurazione monarchica.
  • Il simbolo della rivolta: un cuore sormontato da una croce rossa su campo bianco. Il contrassegno vandeano è il simbolo del Sacro Cuore di Gesù e Maria che san Luigi Maria Grignion Montfort predicava e che ancora oggi contraddistingue i religiosi monfortani e che viene di tanto in tanto riproposto da movimenti reazionari.

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“Un eroe è qualcuno che fa sempre la cosa giusta anche se nessuno è lì a testimoniarlo.”

Bob Kerrey

ARTE – IA anche nell'arte: Raffaello o non Raffaello?
Articolo di Marguerite de Merode Pratesi

Non c’è niente da fare, l’intelligenza artificiale oramai ce la troviamo in ogni momento della nostra esistenza. Infatti anche nel mondo dell’arte comincia ad infiltrarsi in ogni campo. Nel mondo contemporaneo, molti artisti ne fanno da tempo largo uso per realizzare le loro opere. Ma anche nell’arte del passato la ritroviamo nel modo più insolito.

Le grandi questioni intorno alle attribuzioni di opere ad artisti famosi hanno sempre suscitato l’interesse di tutti. Dai grandi studiosi ovviamente, dai proprietari delle opere stesse che vedrebbero un lavoro in loro possesso balzare alle prime linee nelle aste di Christie’s o Sotheby’s. O comunque anche un semplice interesse storico-artistico può in breve tempo accendere gli spiriti più appassionati quando si deve decidere se un’opera è attribuibile o no ad uno dei grandi maestri del passato piuttosto che alla sua scuola o ad un altro artista.
In questo caso mi soffermo su un’opera intorno alla quale sono già stati scritti fiumi d’inchiostro, il famoso Tondo di Brécy: una Madonna col Bambino considerata a lungo una copia vittoriana che sembrava essere stata attribuita recentemente al maestro del Rinascimento, Raffaello Sanzio.
La storia di questo dipinto si apre su una lunga scia di passione.
Un grande collezionista inglese, George Lester Winward mette gli occhi anni fa sul dipinto di Brécy. Winward ne è convinto, l’opera che non è stata mai attribuita con precisione, è sicuramente del grande maestro urbinate. La acquista nel 1981, convinto di riconoscere i tratti del genio, contemporaneo di Michelangelo e Leonardo da Vinci. Riconosce le somiglianze con la Madonna Sistina, una famosissima opera del pittore conservata nella Gemäldegalerie di Dresda, in Germania.
Ma nulla certifica che la sua attribuzione sia corretta. Le università britanniche di Nottingham e Bradford a cui era stato affidata la ricerca, utilizzando uno strumento di riconoscimento facciale e confrontando il dipinto con la Madonna Sistina di Raffaello ne danno l’attribuzione per certa. Ma le accese dispute non si placano.
Ovviamente gli illustri studiosi dicono la loro ma, questa volta a schierarsi su fronti opposti sono anche le Intelligenze artificiali. Secondo un nuovo studio portato avanti da Carina Popovici, una scienziata e cofondatrice della società svizzera Art Recognition, il Tondo De Brecy non è di Raffaello.
Le università inglesi, avevano messo in evidenza tra i volti delle due Madonne una corrispondenza del 97%, mentre il confronto del bambino in entrambi i dipinti aveva prodotto una somiglianza dell’86%, utilizzando, come dicevo, il riconoscimento facciale. 
Diametralmente opposti i risultati dello studio di Popovici, che si è avvalso di un metodo simile al riconoscimento somatico, ed è arrivato a tutt’altra percentuale: all’85% il dipinto non è di Raffaello. Ma come, l’algoritmo non dovrebbe essere unico, inequivocabile, indubitabile?
Che cos’è successo?
Dov’è la differenza? L’Art Recognition lavora su un sistema di apprendimento automatico, o deep learning. Cioè il processo insegna alle macchine a riconoscere ed associare elementi, forme e colori per astrazione. Si ispira alla nostra corteccia visiva, esattamente come facciamo noi.
Con un recente studio fatto da loro su un’altra opera del maestro, su la cui attribuzione erano stati espressi forti dubbi, ne avevano determinato con certezza l’autenticità: la Madonna Flaget, per la quale è stata usata la stessa tecnologia ed hanno addestrato il sistema su un set di dati di alta qualità. Immagini di tutti i dipinti attualmente noti per essere stati creati da Raffaello e un set di contrasto di falsi, comparabili e contemporanei.
Il sistema a questo punto ha identificato, nel caso della Madonna Flaget, chiaramente, le varie caratteristiche della mano di Raffaello, come la pennellata dell’artista, le variazioni di colore e gli elementi compositivi. Non è avvenuto nel caso del Tondo di Brécy.
A questo punto a chi dare ragione? Forse al vecchio metodo tradizionale, cioè alle dispute tra esperti che andranno avanti sicuramente per anni? Io sarei più propensa alla conclusione di Carina Popovici che mi sembra abbia introdotto elementi più credibili che il semplice riconoscimento facciale. Anche perché la tecnologia ci permette di inserire talmente tanti elementi a cui l’occhio umano e la sensibilità dell’esperto non potrà mai attingere.

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“Qui è quel Raffaello da cui,
fin che visse, MadreNatura temette
di essere superata da lui e quando morì temette di morire con lui."

Pietro Bembo

ABBIAMO OSPITI/PIANETA TERRA – I Sapiens e la natura del pianeta
Articolo di Massimo Cestelli Guidi, Autore Ospite de La Lampadina

Con il passare degli anni, la voglia di stare a contatto con la natura (montagna, mare, campagna) si è fatta sempre più pressante. In un recente week-end trascorso a Roma ho iniziato a fare il punto (forse inopinatamente, poiché in alcuni casi è preferibile non guardare al passato) sullo stato attuale dell’ambiente naturale del nostro Pianeta, esaminando gli stravolgimenti operati negli ultimi millenni dal genere umano.
Questi stravolgimenti sono stati effettuati dalla specie umana “Sapiens”, la nostra specie, da quando dodicimila anni fa ha intrapreso l’agricoltura, diventando i Sapiens stanziali. Precedentemente sono stati per 50.000-60.000 anni cacciatori-raccoglitori, come le altre specie umane.
La specie umana dei Neanderthal ha vissuto sul nostro Pianeta per 600-700 mila anni, ed essendo sempre stati cacciatori-raccoglitori non hanno stravolto la natura del Pianeta perché praticamente hanno vissuto come gli altri esseri viventi dell’epoca, ossia gli animali.
I Sapiens, diventati stanziali, hanno iniziato un processo di modifica, ma anche danneggiamento, dell’ambiente naturale riguardo il clima, la fauna selvatica, le foreste, soprattutto negli ultimi 2-3 millenni, processo che ha subito un incremento vertiginoso negli ultimi due secoli.
L’attenzione del mondo attuale, dei Media, è focalizzata principalmente al cambiamento climatico globale, con manifestazioni degli “Ambientalisti” che recentemente si sono indirizzate in modo del tutto maldestro e dannoso.
Le variazioni del clima sul Pianeta si sono sempre verificate, con cambiamenti epocali delle temperature del globo, caldo/freddo.
Nell’era dei Dinosauri (cento milioni di anni fa) le calotte polari erano prive di ghiacci e le temperature medie sul pianeta erano di valore più elevato del periodo attuale. Settecentomila anni fa, durante un’era glaciale, i ghiacci delle calotte polari erano arrivati quasi all’equatore. La terra praticamente era una palla di neve!

Una variazione di temperature più recente, una piccola era glaciale, con il raffreddamento del clima in Europa, è documentata anche da alcuni quadri di Bruegel, dove si vedono persone che, con pattini rudimentali, percorrono  i fiumi ghiacciati.
È probabile che nell’epoca attuale il clima del Pianeta stia evolvendo naturalmente e lentamente verso un riscaldamento globale. L’impatto antropico, soprattutto degli ultimi due secoli, probabilmente ha accelerato e intensificato il fenomeno a causa dell’emissione di CO2 nell’atmosfera.
Oltre all’impatto sul clima, i Sapiens hanno avuto un effetto deleterio sulla fauna, sulla flora, sul territorio in genere del Pianeta.
Dodicimila anni fa, quando i Sapiens sono diventati stanziali, gli animali selvatici del Pianeta erano il 100%. Attualmente sono solo il 10%, percentuale che potrebbe ridursi in futuro perché molte specie sono in pericolo di estinzione.
Questi animali selvatici rimasti sono attualmente relegati nei Parchi nazionali, nelle Riserve naturali e negli zoo.
È emblematico il fatto che quando gli umani sono rimasti chiusi nelle loro abitazioni, durante il lock-down del primo periodo del Covid, alcuni animali avevano iniziato a riprendersi parti del loro territorio perduto (guarda il video: Animals reclaiming the world VID-20200425-WA0033). Nella zona dell’Argentario, in Toscana, è stato ripreso un cerbiatto che saltava felice sul bagnasciuga della spiaggia della Feniglia, e nel porto del Marina Cala Galera è entrato un piccolo squalo.

Oggi il 90% degli animali sul Pianeta sono domestici, quelli a servizio dell’uomo e quelli di allevamento destinati alla nutrizione.
Prima che i Sapiens divenissero agricoltori, le foreste ricoprivano vaste aree delle terre emerse, con un effetto benefico sull’atmosfera. Da allora sono stati abbattuti centinaia di milioni di alberi e questo depauperamento delle foreste rimaste continua ancora ai giorni nostri. È stato calcolato che, attualmente, ogni giorno vengono abbattuti nel mondo 15 milioni di alberi. Meno che nel passato però, perché allora il legname veniva utilizzato per costruire abitazioni, scafi e alberi delle navi, carrozze, palificazioni anche per fondazioni (Venezia), ecc.
Un altro impatto deleterio per la natura del pianeta è risultato l’inquinamento dei mari, dell’aria, del cibo, delle acque in genere e del territorio.
L’inquinamento è dovuto probabilmente anche all’esplosione demografica che si è verificata in questi ultimi due secoli. All’inizio del 1800 la popolazione mondiale era un miliardo. È arrivata a 4 miliardi nel 1974, e si è raddoppiata, 8 miliardi, in meno di 50 anni, nel 2022.
Con l’aumento della popolazione mondiale, si è verificato un fenomeno di inurbamento della popolazione, ossia abbandono delle aree rurali per insediarsi nelle città.
Nel 1968 il 70% della popolazione mondiale viveva ancora nelle campagne. La proiezione al 2070 vede invertirsi la percentuale, ossia il 70% vivrà nelle città, divenute sempre più mega insediamenti.
I due effetti sopra riportati, determinano sul territorio una “cementificazione”, conseguenza della realizzazione di edifici, strade, ferrovie, porti, infrastrutture, ecc.
La cementificazione è concausa delle alluvioni. Le alluvioni si verificano a causa, sia per l’intensificarsi degli eventi meteorici, probabilmente in seguito ai cambiamenti climatici, sia per la cementificazione che, con il depauperamento delle foreste, riduce i “tempi di corrivazione” delle piogge (si definisce “tempo di corrivazione” il tempo che una goccia d’acqua piovana impiega per arrivare a valle, ai fiumi e al mare).
Questo quadro pessimistico riportato non prometterebbe nulla di buono per il futuro dei nostri figli e nipoti. Però c’è la speranza di variazioni benefiche future, per quanto si sta verificando nel mondo, e per i provvedimenti, in parte già adottati e molti altri previsti per il futuro.
In sintesi:

  • l’esplosione demografica sembra che recentemente stia rallentando;
  • alcuni provvedimenti benefici per il clima sono stati assunti dalle Nazioni;
  • le specie di animali in estinzione son diventate “specie protette” e quindi dovrebbero scampare al pericolo dei bracconieri. È stata limitata la pesca “selvaggia” delle enormi navi che pescano centinaia di tonnellate di pesce alla volta;
  • nel mondo occidentale ormai l’uso del legname è notevolmente diminuito, mentre purtroppo è rimasto nei Paesi più sottosviluppati, che sono a contatto o residenti nelle grosse foreste, quelle dell’Amazzonia, della Siberia, dell’Oriente in genere.
  • L’inquinamento viene combattuto indirizzando le fonti di energia verso fonti più naturali, riducendo l’uso dei combustibili fossili.

In definitiva è chiaro che non possiamo tornare a vivere nelle caverne. Il benessere mondiale raggiunto non può essere annullato. Indietro non si torna, ma si deve forse modificare lo stile di vita del genere umano.
Si deve sperare che questi provvedimenti, adottati soprattutto dai Paesi più evoluti, anche se lentamente, riducano nel futuro l’impatto negativo sulla natura del Pianeta prodotto dal genere umano nel passato, migliorando il rapporto con la natura. 

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“L'Homo sapiens non è soltanto l'unico animale capace di fabbricare utensili e l'unico animale politico, è anche l'unico animale etico.”

Theodosius Grygorovych Dobzhansky

ABBIAMO OSPITI/PITTURA - van Gogh e il vento odoroso d'azzurro
Articolo di Elvira Coppola Amabile, Autore Ospite de La Lampadina

Quel vento
sulla spuma
della mia mano
Salata di sole
bruciato nel mio mare.
Quel vento nei sogni
Sfumati nei tuoi.
Carezze salate
Carezze baciate
Carezze dazzurro.

Il mio van Gogh il genio che dipinge il vento.
L’esposizione alla Gare D’Orsay.
Gli ultimi 70 giorni della sua vita. 74 quadri. Più di un quadro al giorno. Senza contare gli schizzi i disegni gli appunti dei progetti.
Mai un’emozione tanto intensa! Tutti i quadri vicini ad un cuore tormentato. E l’ossessione di raccontarli. Dipingendo nuvole cieli vegetazione esplodente di colori.
van Gogh coglie la vita delle cose che dipinge in modo geniale, “unico”. Dipinge tutto ciò che vede. Racconta col pennello la forza di espressione che anima ogni cosa.
Nei campi di grano, nei fiori, nelle radici, negli alberi, nei tetti delle case, nei cieli percorsi da uccelli neri come pensieri che fuggono. O forse presagi di morte. I corvi neri. E poi nei personaggi.
Uno struggimento ti prende l’anima e mai ti abbandona. Soffri con lui. Il tratto ancora fresco palpitante. La pennellata non si ferma sulla tela. Ti raggiunge e ti dipinge l’anima.
L’erba vigne fiori grano nuvole traboccano dalle cornici in cerca di complicità. Ogni cosa vuole essere respirata toccata. Vuole che ti perdi mescolandoti al colore al vento alla luce. Sei dentro al quadro e quando ne esci il paesaggio ti segue e ti dipinge i sentimenti. Il vento ti soffia spingendoti in un universo di sensazioni che esplodono. Quell’universo non vuole e non può abbandonarti.
Com’è possibile che non sentivano questo quando Teo il fratello cercava di vendere i quadri di Vincent?
Forse i compratori ne erano spaventati?
Ma non lo comprendevano!
Teo sì che lo sapeva.
Il fratello adorato che muore poco dopo di lui, un anno appena. La tenerezza di van Gogh doveva toccare profondamente chi lo conosceva e lo frequentava.
Molti erano generosi con lui. Volevano prendersi cura di lui. Come il dottore che lo curava Paul Gachet. Gli assomigliava persino fisionomicamente. Vincent lo raffigura con un’espressione dolente. Come di chi è in pena per non saper dare l’aiuto sufficiente.
Il fratello Teo che sempre lo ha sostenuto aiutato e che muore non molto tempo dopo Vincent. Come se avesse anche lui esaurito uno scopo di vita. Sono struggenti le loro vite e il loro legame affettivo che traspare dall’arte e dalla copiosa corrispondenza.
Non sono quadri da contemplare, sono sentimenti da accogliere.
Ecco perché Van Gogh non smette mai di stupire coinvolgere e travolgere.
La chiesa poi.
La chiesa di Auvers sur Oise. Non resta sulla tela quando sei lì davanti e guardi. Dal quadro si muove verso di te. Ne senti l’incedere incombente il palpito sofferente. Cosa avrà significato per Vincent? Una preghiera impossibile da recitare?
Una supplica?
Ero lì davanti. Inerme!
Il cuore sospeso gonfio!
Le lacrime scorrevano e non sapevo come formulare una consolazione disperata che non potevo dedicare a nessuno.
Non puoi vedere le foto dei quadri di questo straordinario artista e capirlo.
Si appiattiscono le immagini seppure suggestive e bellissime e si spengono.
Devi vederli dal vivo questi dipinti!
Mille volte ho visto van Gogh. Mille volte sono stata attanagliata da quest’emozione!
La mostra di Parigi alla Gare D’Orsay ha regalato al mondo un momento prezioso, irripetibile per aver voluto raccogliere insieme tutte le opere degli ultimi suoi due mesi di vita. Non è un’antologia o una rassegna come in altre sia pur pregevoli esposizioni.
È molto di più. In queste 74 opere segui passo passo la sua vitalità disperata che prende corpo freneticamente fino all’esaurimento di ogni forza. Per poi scegliere di finire.
Mai il dolore di vivere è stato tanto poetico e generoso.
Grazie!

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“Se oggi non valgo nulla, non varrò nulla nemmeno domani; ma se domani scoprono in me dei valori, vuole dire che li possiedo anche oggi. Poiché il grano è grano, anche se la gente dapprima lo prende per erba.”

Vincent van Gogh

SPAZIO - L'economia dello spazio
Articolo di Carlo Verga

Il futuro è molto spesso una ricostruzione, talvolta fantasiosa, del passato e del presente...
Ascoltando la radio, qualche giorno fa, grande attenzione per una intervista a Simonetta Di Pippo. Simonetta di Pippo è un’astrofisica, già direttrice dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico e oggi alla guida dello Space Economy Evolution Lab di SDA Bocconi School of Management.

L’argomento era l’economia dello spazio. Lo spazio, i racconti, i film e quanto abbiamo letto è un argomento noto a tutti, anche se ben differente da quanto ci raccontavano i nostri “passati” libri di Urania. Gli avatar del giorno d’oggi, sono difficili da seguire, ma incredibile come l’economia potrà crescere da questo nuovo mondo.
Cosa è l’economia dello spazio?
Secondo una definizione corrente la space economy è l’insieme delle attività e dell’uso delle risorse spaziali che creano valore e benefici per l’umanità nel corso delle esplorazioni, gestione e utilizzo dello spazio. La space economy vale oggi circa 470 miliardi di dollari, con una previsione di crescita inimmaginabile per i prossimi decenni. La richiesta di posti di lavoro in questo settore è prevista entro il 2040-2050 di oltre 1,5 milioni di unità, senza contare i lavori che da esso derivano. Sarà quindi sempre più necessaria la preparazione di esperti finanziari e di marketing, di designer e architetti, di tecnologie informatiche, assieme ai lavori, connessi, più tradizionali.
Quale l’inizio di tutto questo? Sicuramente la conquista della Luna, quasi come una scommessa tra le due grandi potenze dell’epoca.
Gli investimenti successivi sono stati vari e in molteplici settori, ne descriviamo alcuni, per dare un'idea della ramificazione del concetto di "economia dello spazio":

  • Investimenti nei satelliti per telecomunicazione, poi per la trasmissione dati. Nel 2021, 5 miliardi di persone hanno avuto accesso a internet, pari al 63% della popolazione mondiale. Oggi sono in orbita circa 4450 satelliti, altri 3500 entro il 2024. Potenzialmente tutti gli abitanti del mondo potrebbero connettersi se ci fosse la preparazione e le strutture adatte. Un così grande numero di satelliti comporta anche uno studio approfondito di come eliminare quanti alla fine della loro vita e i rottami prodotti nelle varie orbite terrestri. L’ultima generazione di questi dispositivi sono grappoli di satelliti studiati per monitorare ogni aspetto di questo nostro mondo, cambiamenti climatici, il gestirli, l’andamento delle maree, i terremoti, i vulcani e qualsiasi cosa comprese le guerre e  catastrofi così da essere anche pronti ad intervenire con la massima sollecitudine.
  • La NASA ha sviluppato un modello basato sull’integrazione di sistemi, definendolo il sistema dei sistemi. Il modello è stato chiamato diagramma  di Bretherton e descrive la Terra come un sistema complesso e adattivo, risultato dell’interazione tra tutti i suoi elementi, vale a dire acqua liquida, ghiaccio, nubi, radiazione solare, biomasse, gas serra e attività umana. L’obiettivo di quel programma è di ottenere un’integrazione profonda tra processi biofisici e dinamica antropogenica, per costruire un modello di comprensione del sistema Terra unificato. Sulla base di questo approccio, si è sviluppata una nuova disciplina scientifica, che prende appunto il nome di scienza del sistema Terra (ESS).
  • Uno degli aspetti più interessanti per contenere il surriscaldamento e inquinamento del nostro pianeta, è lo sviluppo di sistemi fotovoltaici posizionati nello spazio. Circa il 30% della radiazione solari non raggiunge la superficie terrestre mentre nello spazio c’è irradiazione quasi totale: è quindi allo studio la realizzazione di un insieme di satelliti in grado di fungere da collettori di energia, il problema maggiore, sembra, ma non insormontabile, è legato al meccanismo di trasferimento dell’energia così ottenuta sulla Terra. Le due tecnologie al momento allo studio, sono basati sulle microonde e sistemi laser.

Altri passi successivi saranno l’insediamento di alcune strutture sulla Luna, per poi avere in breve tempo un numero consistente di essere umani che vivranno e potranno lavorare sul nostro satellite. Gli abitanti potranno viaggiare con regolarità tra la Terra e la Luna, a mezzo di infrastrutture di comunicazione e di navigazione...  

Infatti, ci si arriverà con la Starship, il più potente sistema di lancio mai costruito, in grado di trasportare cargo ed equipaggio sulla Luna, su Marte e qualsiasi altro pianeta del nostro sistema solare. Potrà condurre sino a cento persone.
Lo Starship potrà essere usato anche come mezzo di trasporto «terrestre» per velocizzare i viaggi futuri. Con lo Starship impiegheremmo 29 minuti per un volo Roma New York o 45 minuti per Tokio da Londra, qualunque trasferimento intorno al mondo avverrà entro un’ora.
Certo, occorre andare nello spazio e rientrare ma… il risparmio di tempo sarà impagabile.
E ancora, le stesse ricerche mediche e farmaceutiche ne trarranno grande giovamento grazie alle condizioni di microgravità in atmosfere differenti dalle nostre, queste potranno facilitare le ricerche sui microorganismi, virus in una atmosfera rarefatta, perfino aiutare la crescita di organi sostitutivi cosi necessari per il corpo umano.
Importante poi la grande risorsa di materie prime su altri pianeti e asteroidi.
Le fonti di materie prime sul nostro globo andranno con il tempo ad esaurirsi. Valga come esempio la questione “terre rare” essenziali per ogni apparato informatico. È la sola Cina che ne possiede la più parte e con la quale copre il 90% del mercato globale, il mondo pertanto è pressato per la ricerca di nuove risorse ovunque essi si trovino.
La prima opzione è 16 Psyche. Lo Psyche è un asteroide situato nella regione dello spazio compresa tra Marte e Giove. Ha un diametro di circa  220 chilometri è uno dei più grandi asteroidi sinora individuati. Questo è composto essenzialmente di ferro e nickel, stessa composizione del nucleo terrestre.
La Nasa ha lanciato una missione che arriverà all’asteroide circa quattro anni dopo ed effettuerà oltre un anno e mezzo di analisi della sua composizione, orbitandogli attorno.
16 Psyche e altri asteroidi simili sono composti essenzialmente di metalli e sembra che contengano  una quantità inverosimile di oro, ma anche platino, ferro, nickel e tanti altri metalli, il suo valore inestimabile.
Se tutti i metalli disponibili su 16 Psyche fossero trasportati sulla Terra, il loro valore raggiungerebbe i 75.000 miliardi di dollari. L’impatto dell’estrazione di risorse dagli asteroidi avrebbe un enorme impatto sull’economia globale.
Alla fine di questo veloce incursione nel mondo della finanza spaziale ci rendiamo conto quale grande rivoluzione abbiamo alle porte.

Ma a cosa è dovuto questo forte impulso alla ricerca? Forse il risultato della pandemia, la guerra o la necessità dei popoli di espandersi?
Ma a differenza di quanto si diceva qualche tempo fa la popolazione del mondo in principal modo nelle aree industrializzate diminuisce in modo incredibile, come contrastare questo fenomeno?
Quali altri rivoluzioni ci attendono? Probabilmente le vedranno solo i nostri nipoti, e quando, già in età adulta.

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"La Terra da quassù sembra una grande oasi di vita nell'immensa vastità dello spazio.”

Jim (James Arthur) Lovell Jr., astronauta 

COSTUME – Causa occasionale
Articolo di Lalli Theodoli

La lettura di un difficile libro di filosofia e mitologia  di cui ho capito molto poco, ma che mi ha riportato il ricordo di antichi insegnamenti su arte miti e letteratura greca e romana.
In letteratura, di Catullo si traduceva il pianto della ragazza per la morte del suo uccellino. Nessuna menzione alla quantità di letteratura pornografica da lui prodotta. Così la memoria del poeta era per noi legata indissolubilmente alla lagna (allora dicevamo così) per un passerotto morto. Passer meae puellae.
Fra le favole di Fedro sul gloriarsi di cose piccole, indimenticabile quella della montagna che, dopo un gran trambusto, partorisce un topolino. Alla traduzione di “peperit “tutta la classe arrossiva violentemente.
Nessun rossore, invece, quando nelle storie dei bassifondi romani si parlava di “lenoni”. Ora si direbbe protettore o peggio. Ne ignoravamo totalmente il significato e gli insegnanti  certo non si lanciavano in spiegazioni. Ma chi erano costoro? Nessuna domanda da parte nostra. Nessuna risposta di conseguenza.
Sugli amori di Saffo solo dopo molto tempo abbiamo scoperto che i versi erano diretti ad altre donne. I nomi propri non davano da dubitare.
Della tragedia imparavamo le trame. Traducevamo alcuni brani. Di Sofocle l’Edipo re. Vince nell’indovinare il quesito della Sfinge: chi nella vita si muove su quattro zampe, poi due, poi in seguito su tre? La risposta è l’uomo che dapprima gattona poi cammina ritto e, da anziano, si appoggia ad un bastone.
Per premio della soluzione ottiene in moglie la regina vedova Giocasta.
Ma Giocasta è sua madre.
Si sorvola.
Non “SUA MADRE!!!!” ma “sua madre“. Sussurrato a voce bassa.
Edipo, alla scoperta di quanto accaduto, si strapperà  gli occhi.
Arte antica. Nelle visite scolastiche a Pompei veniva saltata a piè pari la casa dei Vetti. Tutta la classe veniva dirottata su pitture di architetture di interni. Così pure si passava oltre alle pitture molto esplicite di sesso e alle rappresentazioni di uomini con bilance per pesare falli giganteschi. Credo che, invece, la casa chiusa non fosse visibile allora. Sopra ogni stipite la rappresentazione di quanto poteva avvenire all’interno.
Per la statuaria si sorvolava sul celeberrimo ermafrodito e su quella di Pan con la capra.
Per non parlare della LEDA e il cigno.
L’Olimpo è in mano a Giove che, dall’alto, continuamente guarda giù ..e vede splendide ninfe di cui si innamora. Si trasforma in pioggia d’oro per sedurre Danae, in cigno per Leda. Inutile domandarsi il perché di queste strane metamorfosi. Non sarebbe stato meglio (anche per Leda e Danae) se si fosse semplicemente trasformato nel più bell’uomo del mondo? Giunone, pessimo carattere, forse anche conseguenza di perenni scappatelle, è perennemente furiosa.
Non basta.
Pasifae si innamora di un toro. Dedalo, il creatore del labirinto, le fabbrica una finta mucca. Lei si pone all’interno e inganna il toro. Innocente? Scemo? Non si accorge che la mucca è di legno?
Dalla bestiale unione nasce il Minotauro. Una creatura mezzo uomo e mezzo toro. Normale da un accoppiamento così.
Noi zitti.
Ma come facevano gli insegnanti a raccontare o a sorvolare? Cosa accadrebbe adesso in un'epoca in cui gli adolescenti sono molto più svegli di quanto fossimo noi alla loro età? Domande su domande che esigono risposte.
Forse ora poco o nessun imbarazzo sul sesso ma certo imbarazzante spiegare gli stretti rapporti con gli animali.
Dico imbarazzante, ovviamente, per i ragazzi ma anche per tori, capre e cigni.

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 FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là... 

Zingarelli 2024 - Le nuove parole che non esistevano fino a poco tempo fa, resisteranno o come molte dureranno per un batter di ciglia?
Putiniano;
Oblast: un tipo di suddivisione territoriale, derivato dalla Russia;
Holodomor: lo sterminio per fame da parte dei sovietici sugli Ucraini 1923-33;
Eco-ansia: ansia da cambiamenti climatici;
Plogging: la raccolta di rifiuti mentre si fa jogging;
Occasionalismi: parole che durano il tempo di un mattino.

*

Uccelli da Hitchcock- Central Park: una casa di sogno, indirizzo 285 West e 110ma strada - trentotto appartamenti completamente vetrati che danno sull’area verde più famosa del mondo. La vista, però, più spesso è da incubo, i vetri sono talmente cristallini, trasparenti e senza riflessi che decine di uccelli di ogni tipo si schiantano sui vetri.
La soluzione ricercata ed anche adottata per evitare la morte degli uccelli ma anche i continui urti molto rumorosi sui vetri è renderli meno trasparenti con l’applicazione di una special pellicola. Il problema, il costo solo diverse decine di migliaia di dollari.
CV 

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Chiavette Usb: un sistema di file sharing off-line (dead drop) - Torna di gran moda l’inventiva di un artista tedesco Aram Barthol di qualche anno fa.
Viene inserita una chiavetta Internet nel muro nei punti di maggior passaggio di qualsiasi citta, con cemento in presa rapida. Da questi puoi scaricare file di interesse da caricare sul tuo sistema.
Ne sono state piazzate molte in Europa ed anche qualcuna nelle città italiane: a Roma in piazza Aldo Moro, a Milano a Foro Buonaparte. Il problema è la sicurezza, ma la comunità
dead drop cerca di indicare quali quelle non infette…
Sul portale del progetto ogni istruzione in merito.
CV

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APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina.

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Venerdì 17 novembre 2023
ore 10.00
AREA SACRA DI LARGO ARGENTINA - FORO OLITORIO - SANTA MARIA IN COSMEDIN E SOTTERRANEI DI SAN NICOLA IN CARCERE
accompagnati da Alessandra Mezzasalma

La mattinata inizia con la visita dell'area sacra di largo Argentina, scoperta nel 1926 durante i lavori di demolizione di un vecchio quartiere e inaugurata il 21 aprile del 1929 da Benito Mussolini; ora è da poco aperta al pubblico e visitabile tramite passerelle che ci porteranno a camminare su un'area sulla quale dal III secolo a.C. si sono costruiti quattro templi, denominati con le prime lettere dell'alfabeto. Continueremo con il Foro Olitorio, santa Maria in Cosmedin e i sotterranei di san Nicola in carcere.

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Sabato 25 novembre 2023
ore 10.30
ROMA. ARTE IN NUVOLA. FIERA INTERNAZIONALE DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
accompagnati da Maria Grazia Tolomeo

Visiteremo la grande esposizione delle più importanti gallerie d'arte nazionali ed internazionali  che, con la curatela della storica dell’arte Adriana Polveroni e della direzione generale di Alessandro Nicosia, è giunta alla sua terza edizione.
L'esposizione si articola in tre sezioni: Main section dedicata alle gallerie, Solo show: uno stand dedicato a un solo progetto realizzato da un unico artista e New Entries: lo spazio dedicato all’arte, a quella che sarà probabilmente l’arte di domani. Non solo emergente ma radicalmente sperimentale, dove si modellano i nuovi linguaggi espressivi accanto a quelli dei new media.

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Lunedì 27 novembre 2023 - ore 15.30
CASA MOLLE. INTERNI DEL MORPURGO TRA ART DECO', LIBERTY E RAZIONALISMO
accompagnati da Alessandro Mazza

Visita a una residenza privata in un'elegante palazzina dei Parioli, che conserva interni, mobili, arredi, pitture e decorazioni murali in un unico e straordinario complesso, conservato tuttora intatto grazie alla cura e all'attenzione dei proprietari: la casa di Giacomo Molle, avvocato ed esperto di diritto bancario, estensore delle leggi bancarie sotto il Fascismo. La palazzina, opera dell'architetto Marcotulli, presenta nell'attenta fusione di classicità e modernismo un sottile richiamo a esoterismi di sapore massonico.
Gli interni, realizzati dall'architetto Vittorio Morpurgo a partire dal 1932, importante urbanista e autore della sistemazione di piazza Augusto Imperatore, presentano arredi fissi e mobili progettati appositamente dall'architetto.

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Venerdì 01 dicembre 2023
UNA GIORNATA A FIRENZE: KAPOOR E MUCHA
accompagnati da Ludovico Pratesi

 

Anish Kapoor. Untrue. Unreal. 
A Palazzo Strozzi
Nell’arte di Anish Kapoor, l’irreale (unreal) si mescola con l’inverosimile (untrue), trasformando o negando la comune percezione della realtà. Ci invita a esplorare un mondo in cui i confini tra vero e falso si dissolvono, aprendo le porte alla dimensione dell’impossibile. 
Alphonse Mucha. La seduzione dell'Art Nouveau. Al Museo degli Innocenti.
Per la prima volta a Firenze, una straordinaria mostra dedicata ad Alphonse Mucha, padre dell’Art Nouveau. Oltre duecento opere di incomparabile bellezza e seduzione accompagneranno i visitatori in un viaggio nella Belle Époque, quando Parigi - tra fine ‘800 e inizio ‘900 - è al centro del mondo e Mucha l’artista più famoso. L'esposizione, prodotta da Arthemisia, ha aperto le porte il 27 ottobre 2023.

Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a

appuntamenti@lalampadina.net
 

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E ANCORA FLASH NEWS! 

Transizione energetica: le batterie di sabbia  -Grande attesa per questo nuovo accumulatore di energia pulita: la tecnologia arriva dalla Finlandia (dalla Polar Night Energy) ed è già in funzione in un impianto pilota e garantisce il teleriscaldamento ad una piccola città di 13mila abitanti Kankaaqnpp a nord di Helsinki.
Vengono accumulate grandi quantità di sabbia in serbatoi di acciaio ben coibentati. Grazie ad energia eolica e fotovoltaica la sabbia (o anche residui di calcestruzzo o altro) viene portata a temperature intorno a 500 gradi e oltre, calore che rilascerà in un certo tempo e in periodi più freddi.
CV

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La fine di Dio - C'è un Fontana rarissimo all'asta da Sotheby's. È "La fine di Dio".
Un rarissimo ovale di colore bianco valutato 22 milioni di dollari! Una tela bianca visceralmente lacerata, quasi una superficie lunare.
Concetto spaziale, La fine di Dio di Lucio Fontana sfilerà all'asta il 15 novembre, sotto il martello di Sotheby's New York.
Teniamo d'occhio l'esito di questo sorprendente evento.
MdM

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WE LOVE ROMA...
E andiamo a teatro!
di Lucilla Laureti Crainz

RomaEuropa Festival: quest'anno siamo arrivati alla 38ma edizione e come ogni anno due mesi di programmazione fino al 19 novembre. Tante le proposte e tante le sedi con spettacoli sempre interessanti.
Abbiamo scelto e vi proponiamo tra gli ultimi disponibili:

Christos Papadopoulos - Mellowing - Dance on Ensemble - 14 e 15 novembre - Auditorium Sala Patrassi
Kor'sia  - Mont Ventoux -  11 e 12 novembre - Auditorium Sala Patrassi - tratta dal "Monte Ventoso" scritta da Petrarca nel 1336 - così come
Ascanio Celestini -  L'asino e il bue - 16 e 17 novembre - Auditorium Sala Sinopoli   

Teatro Il Parioli il 21 novembre La storia a processo! Colpevole o innocente? George Orwell.
Personaggi della storia introdotti da importanti intellettuali e avvocati. Il pubblico è chiamato a giudicare.

Teatro Sistina dal 9 al 26 novembre My Fair Lady
la favola romantica più rappresentata e premiata al mondo con la bravissima Serena Autieri protagonista.
My Fair Lady rappresenta da sempre il musical perfetto. Le sue meravigliose canzoni sono pietre miliari della musica mondiale. Le tematiche affrontate dai personaggi legate al riscatto sociale, al diritto di amare e al superamento delle barriere, sono eternamente attuali e quantomai urgenti.

Teatro Vascello con l'infaticabile Manuela Kustermann  che da anni lo dirige.
Fare una buona programmazione è sempre difficile ma a differenza di quello spocchioso di Luca Barbareschi che arrivando all'Eliseo disse che l'avrebbe fatto vivere notte e giorno: oggi l'Eliseo è chiuso e gli hanno chiesto la restituzione di quanto ha avuto in più degli altri teatri.

Teatro Argentina sicuramente il cartellone più interessante di Roma. Tra l'altro vi suggeriamo di portare i nipotini dal 6 dicembre al 7 gennaio a vedere "Storie di Natale" di Gianni Rodari. A gennaio dal 10 al 21 Clitennestra con la regia di Roberto Andò.

Santa Cecilia nella programmazione dei concerti della sinfonica e dei concerti da camera presenta un cartellone molto variegato, con Pappano che torna più volte a dirigere. 
Il 22 novembre l'Orchestra Utopia con il suo direttore Currentzis per la prima volta a Santa Cecilia con musiche di Brahms e Cajkovskij.
Se non l'avete ancora mai vista all'opera vi consigliamo Barbara Hannigan direttore a soprano eccezionale, ma dovete aspettare aprile prossimo!
Per la stagione da camera tra gli altri Pollini e Lang Lang, due eccezionali pianisti con "caratteri" completamente diversi.
Per finire parliamo di cinema! Le sale chiudono e diventano supermercati! ....ma non perdete d'occhio la programmazione del cinema Tiziano in via Guido Reni, sempre pieno, ingresso 4 € .... Tutti i Parioli di mezza età ormai si incontrano lì!

Commenta da qui...

Scriveteci e segnalateci che cosa si muove a Roma!

 redazione@lalampadina.net 

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ALL'OLIMPICO CON
LA LAMPADINA

 

Appuntamenti di ottobre 
7 - 19 novembre 2023
BACK TO MOMIX

La compagnia, che ha raggiunto i 43 anni di attività, affronta le sfide della gravità con le acrobazie dei suoi ballerini, il trasformismo dei personaggi che evocano sensazioni e colori sempre nuovi. Il tutto attraverso lo sguardo di un bambino un po’ cresciuto, Moses Pendleton, carismatico direttore artistico e creatore di innumerevoli spettacoli di successo.

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21 - 26 novembre 2023
ROCKY HORROR SHOW
di Richard O'Brien's

Dal lontano giugno 1973 quando lo show debuttava per la prima volta a Londra al Royal Court Theatre, The Rocky Horror Show è diventato il musical contemporaneo più longevo al mondo. Lo spettacolo, applaudito da oltre 30 milioni di persone, in più di 30 paesi e tradotto in 20 lingue,  continua ancora oggi a divertire e conquistare il pubblico nelle tappe dei suoi tour internazionali registrando straordinari  sold out.

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29 novembre - 3 dicembre 2023
TILT

Uno spettacolo unico ed emozionante con un cast d’eccezione di 25 performer, scenografie originali e numeri aerei e a terra che terranno gli spettatori di ogni età con il fiato sospeso. Liberamente ispirato al film capolavoro «Ready Player One» di Steven Spielberg, TILT rilegge il mondo virtuale e offre al pubblico una meravigliosa interpretazione dei valori del mondo reale.
Le Cirque Top Performers, la più grande compagnia d’Europa, dopo il successo di ALIS con oltre 300.000 spettatori presenta il nuovo show TILT con i migliori artisti al mondo del circo contemporaneo.

Continua a leggere sul sito...

Per info sulle promozioni:
biglietti@teatroolimpico.it 

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Libri/Gli amici consigliano
di Elvira Amabile Coppola

Liberi di volare
di Ludina Barzini
Editore Baldini +Castoldi
data di uscita: 24/02/2023 - pp. 320

 

Scrive da sempre! È nata scrivendo! Colta sofisticata raffinata e spiritosa. La sua vita piena di suggestioni variopinte.
Tutto nasce sopratutto in famiglia, come descrive nel libro "I Barzini. The generazioni di giornalisti, una storia del novecento".
Vi si comprende come lei abbia assorbito questa voglia di raccontare e questa smania di partecipare a tutte le sfaccettature del nostro tormentato novecento. Ha lavorato all’Espresso, Corriere della Sera, la Stampa, RCS editori, Rai Uno. Consigliere comunale a Milano e assessore alla Cultura. Scrive vari libri.
La più appassionata della terza generazione di questa straordinaria famiglia.
In questa suo ultimo impegno di romanziere descrive la libertà di amare senza più vincoli di costumi, restrizioni mentali, tradizioni che sbiadiscono via via che altri modi di vivere si affacciano tra giovani e adulti.
Il ritratto di una donna non più giovanissima affermata e colta professionista che con grande curiosità e freschezza scopre di saper “volare”.
Una storia piacevole leggera che attraversa i problemi sociali e culturali di un’evoluzione in continuo divenire.

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MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode

Macro: …E Prini  Questa è la più ampia mostra mai realizzata su Emilio Prini. l'artista nato a Stresa nel '43 e vissuto a Roma fino alla sua morte nel 2016.
Negli spazi del Macro sono esposte oltre 250 opere per un progetto espositivo realizzato in collaborazione con l'Archivio Emilio Prini e concepito secondo un percorso cronologico che copre un arco di cinquant'anni, dal 1966 al 2016. L'intenzione era di ricostruire l'operato di una delle figure artistiche più complesse ed enigmatiche nella storia recente dell'arte italiana, il cui lavoro è fino a oggi sfuggito a una completa catalogazione.
Fino al 31 marzo 2024.

Lorcan O'Neil: Anselm Kiefer - The consciousness of stones
Per gli entusiasti di Anselm Kiefer sono in mostra fino alla fine di gennaio, negli spazi della galleria di Lorcan O'Neil, otto dipinti monumentali realizzati dall'artista tedesco negli ultimi due anni sul tema delle isole, ispirati dalla mitologie, dalla letteratura e dalle sue esperienze personali.
Fino al 27 gennaio 2024 

Galleria Unosunove: Collettiva "One wall a web through which the moment walks", curata dall'artista statunitense Jonathan VanDyke
Nella mostra di 1/9 è rappresentata l'ultima avanguardia italiana dello scorso secolo. Troviamo un quintetto estremamente eterogeneo e radicale composto da Carla Accardi, Dadamaino, Carol Rama, Piero Gilardi e Gino De Dominicis.
Invece per la scena contemporanea statunitense troviamo Nadia Ayari, Carla Edwards, Kenji Fujita, Hwi Hahm, Ellie Krakow, linn meyers, Sreshta Rit Premnath, Julianne Swartz e lo stesso Jonathan VanDyke.
L'idea è di rappresentare, in tutte le opere, la tradizione pittorica e scultorea della storia dell'arte recente.
"Si rimandano a vicenda, nella loro cripticità, e il loro significato acquista nuove sfumature, sia per quanto riguarda le opere dello scorso secolo, sia quelle contemporanee."
Fino a gennaio 2024

Istituto Giapponese di cultura: Giappone a colori.  In mostra cinquantacinque fotografie storiche scattate alla fine del XIX secolo da viaggiatori occidentali, ritraenti un Paese che usciva da oltre duecento anni di autoisolamento.
La fine della chiusura  -inizio del periodo Meiji (1868 -1912)-,  corrispose a una rapida modernizzazione che diede impulso a profondi cambiamenti sociali, politici ed economici.
La mostra, in prestito dall’Istituto Giapponese di Cultura in Colonia, presenta 55 fotografie storiche scattate alla fine del XIX secolo, con i soggetti colti dall’occhio dei viaggiatori occidentali.
La maggior parte delle fotografie esposte proviene dalla collezione del diplomatico Karl von Eisendecher (1841-1934), che soggiornò in Giappone tra il 1875 e il 1882, prima come ministro residente e poi come ambasciatore dell’Impero tedesco; in seguito la collezione venne acquisita da Werner Kourist (Linz) e dal Seminario di Studi Giapponesi dell’Università di Bonn.
Fino al 1 dicembre 2023

La Lampadina/Note di viaggio

C'È DEL NUOVO IN DANIMARCA
di MARINELLA d'AMICO

Quattro giorni molto intensi e allegri questi passati a Copenhagen. Sinceramente di più e meglio non avremmo potuto fare.
Dopo l’incontro con Gianni Gabriel Del Buon, la nostra guida italiana residente da anni in Danimarca, abbiamo girato la città vecchia alla scoperta dei palazzi più rilevanti, il municipio, il Palazzo Reale, la torre rotonda di mattoni rossi, l’università e abbiamo avuto un assaggio della città vecchia. Molti sono i richiami all’architettura della nostra ricchissima Italia e a volte il nostro orgoglio ci fa sembrare la storia artistica di questo paese, storicamente molto isolato al nord, un po’ chiusa su se stessa.
Dove invece esplode tutta la sua innegabile grandiosità è nelle costruzioni contemporanee come il Diamante Nero e il Teatro dell’Opera. Grandiosità in tutte le sue forme, estetica, funzionale e sociale.
Il Diamante Nero è un cubo nero che si riflette tra mare e cielo e non solo contiene una biblioteca modernissima e fruibile con facilità, ma un vero ponte tra passato e presente poiché integra nella sua struttura iper contemporanea, la vecchia biblioteca storica, con i suoi arredi liberty intatti. Luogo di socializzazione, rappresenta l’idea nordica di democrazia, dove lo studio, l’accoglienza, il passatempo di altissima qualità, non è negato a nessuno degli abitanti della città.

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina e' una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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