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La Lampadina - n. 137 ::: luglio/agosto 2025

Cari Lettori,
a parte il caldo, che è ormai l'incipit di qualsiasi conversazione, noi procediamo spediti attraverso questi mesi estivi, e vi proponiamo articoli che sono variamente collegati fra loro. Ancora una volta si parla di umani, e del loro iter evoluzionistico, che a volte pare subire qualche U-turn.
Come al solito, ma deve ormai essere una caratteristica geneticamente immodificabile, l'uomo NON impara mai dagli errori del passato, e non è che abbia rilevanza la portata delle conseguenze degli stessi, ci sono comportamenti, azioni/reazioni, istinti che si attivano al di fuori di qualsiasi ragionavolezza. Dato questo per scontato, cerchiamo comunque di limitare i danni, formulando ipotesi di soluzione ai mali che arrechiamo agli altri, al Pianeta, e specialmente a noi stessi. Sembra incredibile che in questa epoca di auto-referenzialità totale, dove dominano supremi solipsismo ed egoismo, ebbene, non ci si accorga di essere anche e soprattutto causa della nostra rovina. Ma la speranza non ci abbandona, c'è ancora spazio di manovra per essere autentici, per cercare e trovare il meglio per tutti invece che intestardici a scoprire chi ha ragione, per fare della coesistenza pacifica il nostro mantra, su questo pianeta che gira su se stesso, mentre gira intorno al Sole e noi rincorriamo ciechi idoli che crediamo nuovi: poveri noi, come al solito, non abbiamo capito nulla...

Isabella Confortini Hall

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Venerdì 4 luglio 2025

Ciao,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


ABBIAMO OSPITI/MARKETING – Compri due, paghi uno e salvi tre pinguini: la sostenibilità tra marketing e autenticità
Articolo di Giovanni Zezza, Autore ospite de La Lampadina

Siamo felici di ospitare un articolo di Giovanni Zezza, figlio del nostro carissimo Beppe Zezza, penna storica della Lampadina, che ci ha lasciato a maggio 2025.
Questo articolo è stato pubblicato sul blog di Giovanni "WhatTheZez"
La Redazione

A fine marzo, ho scritto questo pezzo in una versione estesa per la newsletter.
Papà lo aveva amato molto. Mi aveva chiesto di condividerlo con i lettori de La Lampadina.
Lo faccio oggi, anche per lui. Ciao papà.

Circa tre anni fa ho iniziato a lavorare in Too Good To Go, un brand che ha la sostenibilità al centro di tutto. Una delle ragioni che mi ci hanno portato era molto semplice: sapevo di non sapere.
Da bravo early millennial conoscevo il buco dell’ozono, gli orsi polari sulle lastre e la plastica nel mare. Da marketer, invece, la mia esperienza era limitata a discutere di packaging riciclato. Fine.
Ma ho capito subito una cosa: la sostenibilità, come i diritti sociali, non è una promo sui detersivi. È una questione che intreccia commercio, etica e futuro. Richiede profondità, impegno e autenticità.

1️⃣ AL CONSUMATORE LA SOSTENIBILITÀ INTERESSA (MA NON QUANTO UNO SCONTO)

Il cambiamento climatico è la principale preoccupazione per gli italiani (Censis 2024), più di guerra e crisi economica.
Eppure, nei comportamenti quotidiani, siamo ancora fermi al classico “da lunedì dieta” detto ordinando la terza pizza della settimana.
Un amico una volta mi ha detto:
«Alla gente piace sentirsi sostenibile, non esserlo.»
I motivi?

 

  • Il costo: i prodotti sostenibili costano di più. Una t-shirt etica come tre cene da Cracco? Ciao etica.
  • La complessità: parole come “green” e “sostenibile” spesso non vengono capite.
  • La fatica: cambiare abitudini richiede energia, e siamo tutti esausti.
  • La distanza: il problema sembra troppo lontano. Tipo «ci penseranno i governi» (spoiler: anche no).

La sostenibilità oggi è più un feel good factor che un vero driver d’acquisto.
Ma per i brand è un’enorme opportunità: educare, ispirare, trasformare quel “sentirsi bene” in scelte concrete.

2️⃣ CAMBIARE È COME METTERE JEANS BAGNATI
Negli anni ho capito che c’è una differenza tra sostenibilità passiva e attiva.
Quella passiva è quella che non ti chiede troppo: compri un’auto elettrica ma poi la usi come quella normale, anche per andare a comprare le sigarette dietro l’angolo. L’impatto che generi è molto limitato.
Quella attiva è quando modifichi davvero il tuo comportamento.
Tipo portarti la borraccia sempre con te (non solo comprarla), pianificare i pasti della settimana per evitare sprechi o chiederti «mi serve davvero?» anche quando quel maglione ti fa l’occhiolino in vetrina.
Ed è qui che i brand possono fare la differenza: rendere la sostenibilità attiva più facile e meno faticosa.

3️⃣ ESSERE AUTENTICI NON È UN OPTIONAL
Parlare di sostenibilità è delicato. Non tutti i brand possono farlo allo stesso modo, ma tutti devono farlo con coerenza.
Ci sono brand che hanno la sostenibilità nel DNA, come Too Good To Go, Wallapop, Vinted.
E poi ci sono quelli che, come Eni, lanciano linee green con tappeto rosso, ma continuano a prosperare grazie ai combustibili fossili.
È come se io mi vantassi di fare la raccolta differenziata… mentre butto mozziconi per strada.
Se comunichi qualcosa che non fai davvero, prima o poi ti sgamano. E il contraccolpo fa male al brand.

4️⃣ NON È LA DIETA DI GENNAIO
Comunicare la sostenibilità non è fare uno spot con le balene, la musica commovente e l’albero da abbracciare.
È dimostrare che ci credi.
Barilla ha fatto cose serie sullo spreco alimentare, ma quando ha tolto la finestrella di plastica dai pack l’ha raccontato in uno spot come se fosse una rivoluzione.
Meglio agire in silenzio che fare storytelling su un atto dovuto.
È così che ha fatto IKEA: ha trasformato l’“Angolo delle Occasioni” in “Angolo della Circolarità” e lo ha comunicato in modo sobrio, con un modello concreto di ritiro, riparazione e rivendita.
Non serve la perfezione. Ma la trasparenza sì.
È un valore etico e, al contempo, un asset strategico.


ABBIAMO IL POTERE DI CAMBIARE LE COSE (ANCHE LE AZIENDE PIÙ TRADIZIONALI)
Non serve essere attivisti. Io, ad esempio, non lo sono.
E l’unica volta che ho abbracciato un albero è stata per non inciampare.
Non dobbiamo nemmeno salvare il mondo, ma chi fa marketing ha un potere enorme: influenzare comportamenti, desideri, priorità.
Ogni giorno. Non è un potere neutro.
È una responsabilità.
Si tratta di accompagnare chi ci segue verso scelte migliori. Un passo alla volta.
Forse non farà notizia.
Ma farà la differenza.
Per approfondire

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«Ci sono quattro forme di energia essenziale per l’equilibrio umano: l’energia fisica (il principio di sostenibilità), quella emotiva (sicurezza), quella psicologica (espressione di sé) e quella spirituale (ricerca di significato).».

da "Occidente estremo: Il nostro futuro tra ascesa dell'impero cinese e declino della potenza americana" di Federico Rampini 

ATTUALITÀ - L'Intelligenza artificiale  e il mondo che cambia: la teoria del pareggio
Articolo di Carlo Verga

Scorro un interessante articolo sulle prospettive dell'intelligenza artificiale e il budget di spesa per creare una soluzione europea. Certamente l'Europa è in grado di proporre un’alternativa allo strapotere Usa e cinese, il più autorevole centro di ricerca europea, il Cern di Ginevra, è stato l'inventore con il suo ricercatore Barners-Lee, del W3, o World Wide Web* e inoltre 10 anni fa hanno scoperto il Bosone teorizzato da Higgs, battezzato come la «particella di Dio».
Gli investimenti in questo settore sono colossali, gli Usa 500 miliardi, l'Europa 200 miliardi e quanto la Cina Russia e India stanno mettendo sul piatto? Non lo sapremo mai... Potrebbe esserci un vincitore, come si interroga Ursula von der Leyen in grado di surclassare tutti gli altri competitors? Sarebbe una cosa positiva? Difficile a dirsi, certo Usa e Cina fanno paura, per il bene del mondo, sarebbe auspicabile non avere un vincitore, ma che si potesse arrivare ad una collaborazione o meglio ad una gestione di buon senso per questa enorme novità dalla portata ancora difficile da comprendere.
Il buon senso ci porta a pensare che l'idea di collaborazione, significherebbe proprio uno stato di pareggio che sarebbe la soluzione migliore, così come dimostra la teoria, semplice e tanto cara a economisti e giuristi del "dilemma del prigioniero"; questa teorizza le varie posizioni di due o più contendenti e riporta con formulazioni matematiche la dimostrazione che il risultato migliore di ogni contesa, è il pareggio quale minor rischio, rispetto ad avere vincitori o vinti.
La riprova è data da una serie di partite a scacchi tra due super computers AlphaZero e StockFish 8 avvenuta nel dicembre del 2018. Sono state giocate 100 partite, delle quali 72 concluse in parità e 28 volte vinte da Alphazero. Il risultato aveva lasciato perplessi i loro ideatori, dopo una ricerca successiva, accertarono che la vittoria fu ottenuta solo perché il vincitore aveva effettuato delle mosse assolutamente inconcepibili per un giocatore di scacchi e tali da mettere in confusione l'avversario e costringerlo alla resa. Come paragone, l'editorialista dell'articolo fa riferimento ad un famosissimo incontro di tennis, tra Chang e Lendl, le aspettative dell'epoca, tutte a favore di Lendl furono però sovvertite da un improvviso cambio di gioco di Chang, al limite del consentito, che creando quella confusione, (a Roma si dice buttare in caciara!) lo ha portato alla vittoria.
Per l'IA sarebbe un problema se ci fosse un solo vincitore e sarebbe dirompente per tutto il settore, è quindi auspicabile arrivare ad una soluzione proprio del tipo "dilemma del prigioniero", la soluzione, per minimizzare la possibile pena, dovrebbe passare attraverso un’identità di vedute e risposte ai giudici su gli argomenti delle accuse, solo in questo caso sarebbe loro assegnata la pena minima. Un’idea utopistica ma se questo fosse possibile, potrebbe essere la strada per lasciare un campo largo e accessibile a tutti, naturalmente con le dovute cautele. Il metodo in parola ci farebbe comprendere meglio le applicazioni nei diversi settori dell'intelligenza artificiale e lasciandola più indipendente da ogni pregiudizio o pressione umana.

* L'invenzione del WWW, era di Berners-Lee, ma anche del Cern. Berners-Lee affrontò la questione anche con Rubbia, che però non poté far altro che riconoscere come non si trattasse di una tecnologia strettamente legata con la missione di ricerca nel mondo della fisica delle particelle. Coerentemente con lo statuto si decise dunque di rendere accessibile il W3 senza porre dei brevetti, un passaggio di cui tutta l'umanità dovrebbe essere grata al Cern: è stato grazie a questa decisione che il web è cresciuto a dismisura.

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«Non c’è prova migliore del progresso di una civiltà che il progresso della cooperazione.»

John Stuart Mills

GEOPOLITICA – L'ONU tra ideale universale e realtà del potere
Articolo di Ranieri Ricci del Riccio 

Siamo nel bel mezzo del periodo più burrascoso degli ultimi tre quarti di secolo e non possiamo non farci alcune domande importanti, ma anche cercare di darci delle risposte alla luce degli accorati appelli alla pace formulati dai due ultimi Pontefici: spostare in campo diplomatico la discussione e le risoluzioni dei grandi conflitti, basandosi, certo, sul diritto ma senza ignorare la realtà cioè il peso di chi ha le buone carte in mano. È triste doverlo ammettere ma la Storia ci insegna che è così. Nel nostro piccolo forse possiamo, tanto per non restare del tutto estranei, fare qualche considerazione sull'istituzione ideata per conservare la pace.
L’ONU tra ideale universale e realtà del potere.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite è nata dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale con uno scopo chiaro e altissimo: evitare nuovi conflitti, e nel caso emergano, fornire uno strumento efficace per contenerli e regolarli.
Dopo quasi ottant’anni, l’ONU resta un simbolo di cooperazione globale, ma anche una struttura bloccata da  contraddizioni interne, incapace di intervenire nei conflitti maggiori, e spesso ridotta a un’arena di retorica e impotenza.
Senza alcuna pretesa vorrei esaminare alcune cause strutturali di questa crisi e alcune idee concrete di riforma, per un’ONU più giusta, più rappresentativa e, soprattutto, più utile.
L’Assemblea Generale: paritaria ma non proporzionale - Ogni Stato ha un voto, ma gli Stati non hanno lo stesso peso demografico né economico. L’India ad esempio (1,4 miliardi di abitanti) ha lo stesso potere di voto del Liechtenstein (38.000 abitanti). Questa parità formale, sebbene sembri democratica, non riflette l’equità sostanziale.
Ecco un paio di proposte di riforma:
Sistema bicamerale ONU: una camera degli Stati (voto paritario) e una dei Popoli (voto proporzionale alla popolazione).
Sistema di voto ponderato: doppia maggioranza (degli Stati e della popolazione mondiale rappresentata).
Riforma dei quorum: impedire che una minoranza possa bloccare risoluzioni su larga scala.
Il Consiglio di Sicurezza: il nodo del potere di veto - Le decisioni più importanti sono soggette al veto dei cinque membri permanenti (USA, Russia, Cina, Regno Unito, Francia). Questo paralizza l’ONU nei conflitti che coinvolgono le grandi potenze o anche solo i loro alleati.
Alcune delle possibili riforme per limitare l'attuale potere di veto:
rendere inapplicabile il veto su questioni umanitarie trasformandolo in votazione a forte maggioranza;
richiedere giustificazione pubblica del veto espresso.
Allargare il Consiglio a nuovi membri permanenti per creare contrappesi includendo potenze regionali importanti come India, Brasile, Germania, Giappone, Sudafrica.
Struttura a due livelli: un Consiglio “ristretto” e uno allargato, per bilanciare potere e rappresentanza.
Come rendere utili le delibere dell’ONU:
Molte risoluzioni dell’Assemblea Generale restano non vincolanti. L’ONU ha bisogno di strumenti che trasformino le sue decisioni in atti concreti.
Alcune proposte di riforma:
Sanzioni automatiche legate alle violazioni delle risoluzioni.
Sistema multilaterale di incentivi e disincentivi economici.
Rafforzare il Tribunale Internazionale dotandolo di strumenti autonomi di potere esecutivo.
In conclusione l’ONU è un grande compromesso tra gli ideali di pace e la realtà geopolitica. Le sue debolezze sono note, ma la sua abolizione o discredito sarebbe un errore. Occorre invece riaccendere la discussione pubblica sulla sua riforma: un’ONU più rappresentativa, meno condizionabile dalle potenze, più efficace nel prevenire e mediare i conflitti.

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«L'ONU è uno specchio che ingrandisce l'opinione internazionale. Vi si riflettono, per eccesso, le speranze e le angosce degli Stati e dei popoli».

Boutros Boutros-Ghali

ABBIAMO OSPITI/EVOLUZIONE - Evoluzione umana: da Animali a Sapiens
Articolo di Massimo Cestelli Guidi, Autore Ospite de La Lampadina

Sei - sette milioni di anni fa due Generi, Homo e Pan (Scimpanzé), discendenti dalla Sotto – Famiglia comune degli "Homininae" e dalla Sotto - Sotto - Famiglia comune degli "Hominini" hanno iniziato la loro evoluzione.
Quella umana (Genere Homo) si è sviluppata in questo lungo periodo di tempo con molteplici ramificazioni, alcune delle quali si sono prematuramente estinte.
Ci dobbiamo rendere conto dell’enorme spazio temporale della nostra evoluzione. A noi sembra molto distante nel tempo l’Impero romano risalente a circa duemila anni fa, ma il periodo dell’evoluzione è duemila-tremila volte maggiore.
Una pubblicazione di Le Monde- Hors Serie (Gennaio 2025), per la quale ha lavorato il Prof. Telmo Pievani della facoltà di Biologia dell’Università di Padova, riporta aggiornata ai giorni nostri, in base all’attuale conoscenza archeologica, tutta l’evoluzione umana. Con uno sviluppo esaustivo, partendo dalla nascita del genere Homo, arriva ad elencare 38 gruppi etnici presenti oggi nel mondo.
La nascita del genere Homo è avvenuta nell’Africa dell’Est (le attuali Etiopia, Kenia, Tanzania) e in Africa del Sud. Quattro tappe emblematiche dell’evoluzione, sono riportate nella pubblicazione di Le Monde, riproducendo gli ominidi con le relative posture di deambulazione: Scimpanzé; Australopiteco; Neanderthal; Homo moderno.
Sono state fatte alcune ricostruzioni degli ominidi, eseguite in base ai reperti ritrovati negli scavi archeologici, e se ne riportano tre come esempio.
La prima è di una coppia di Australopithecus risalente a 3,5 - 4 milioni di anni fa. L'epoca di questa coppia è circa quella della famosa Lucy, i cui resti sono stati ritrovati in Etiopia e sono fatti risalire a 3,2 milioni di anni fa.
La seconda è di un Homo Ergaster risalente a 1,5 - 2 milioni di anni fa.
L'ultima è di un Homo Neanderthal.
Nelle ricostruzioni si notano le sembianze degli ominidi che per l'evoluzione, dall'aspetto scimmiesco degli Australopithecus, passano a sembianze più vicine agli umani moderni. In particolare i Neanderthal, vissuti in un periodo più recente dell'evoluzione, ossia da 700.000 - 600.000 anni fa, appaiono nella ricostruzione simili ai Sapiens."
Gli archeologi hanno ricostruito tre uscite dall’Africa dei nativi Homo. La prima, molto probabilmente dovuta ai cambiamenti climatici, si fa risalire, circa 2,0-1,5 milioni di anni fa, alla specie Homo Ergaster in base ai ritrovamenti archeologici del Medio e Estremo Oriente e della Spagna. La seconda uscita dall’Africa è datata, sempre in base ai reperti archeologici, 800.000-650.000 anni fa e le specie del genere Homo si estendono, oltre che in Medio ed Estremo Oriente, anche in tutta Europa. Una terza uscita gli Archeologi l’anno fissata fra 130.000-100.000 anni fa, con una notevole espansione in Estremo Oriente: in Indonesia, in Nuova Guinea, in Australia.
L’ultimo continente dove è arrivato il genere Homo è quello delle Americhe, e per primo quello dell’America del Nord perché il passaggio è avvenuto dalla Siberia attraverso lo Stretto di Bering. Questo passaggio e la relativa espansione nel continente, si fa risalire a 30.000-9.000 anni fa, e la specie è quella dei Sapiens, l’ultima specie del genere Homo rimasta in quel periodo.
Parallelamente all’evoluzione biologica si è verificata l’evoluzione cognitiva per le varie specie umane, evoluzione che si è sviluppata nel tempo attraverso lo scambio di informazioni e la cooperazione fra i vari Gruppi nell’ambito di ogni specie.
Negli ultimi secoli della nostra esistenza, l’evoluzione cognitiva è stata influenzata dall’evoluzione tecnologica, i cui capisaldi fondamentali sono stati le invenzioni della Stampa e di Internet. Quest’ultimo, nato con la realizzazione dei Computers, ha determinato un’accelerazione esponenziale dell’evoluzione cognitiva mondiale.
Concludendo la breve e sintetica esposizione dell’evoluzione umana, si deve precisare che le recenti scoperte archeologiche al riguardo, hanno intensificato la ramificazione delle specie nell’evoluzione del genere Homo, generando maggiore complessità nella conoscenza invece che maggiore chiarezza. 

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«La storia dell'evoluzione si dipana con livelli crescenti di astrazione.»

Raymond Kurzweil

CULTURA - Un segno di pace, un pezzo di storia
Articolo di  Marguerite de Merode Pratesi

Recentemente ho ritrovato in un cassetto, mescolata ad altre foto del mio passato, una fotografia che mi ritrae nei lontani anni Settanta con al collo una collana semplicissima, con in evidenza il famoso simbolo della pace: quello a forma di cerchio con una linea verticale al centro e due linee oblique verso il basso. All’epoca, sicuramente, non ne capivo a fondo il significato, anche se oggi è uno dei simboli più riconoscibili al mondo. Credo che allora volessi solo dare un segnale di ribellione innocua, senza altri secondi fini. Oggi però mi è venuta voglia di approfondire il significato di quell’immagine, che ormai fa parte del nostro patrimonio storico e culturale. Un piccolo simbolo, il cui significato viene messo in discussione ogni giorno soprattutto in questi tempi. Ho scoperto che questo segno è nato nel 1958 nel Regno Unito grazie a Gerald Holtom, un artista e designer. Holtom lo creò per una manifestazione organizzata dalla Campagna per il Disarmo Nucleare, in un periodo in cui la paura di una guerra atomica tra Stati Uniti e Unione Sovietica era molto forte. Per disegnarlo, si ispirò all’alfabeto per segnalazioni a vista usato sulle navi: un sistema in cui si usano due bandiere per rappresentare le lettere. In questo caso, Holtom sovrappose la lettera “N” e la lettera “D”, con l’intento di indicare “Nuclear Disarmament”, cioè disarmo nucleare, creando così quella figura poi racchiusa in un cerchio, a simboleggiare il mondo.
Il simbolo divenne famoso negli anni ’60 e ’70, utilizzato nelle proteste contro la guerra del Vietnam e dai movimenti pacifisti e hippy. Anche se oggi è comunemente associato alla pace in generale, la sua prima apparizione risale a una lunga marcia da Londra fino alla città di Aldermaston, dove si trovava una fabbrica di armi nucleari. Da quel momento si diffuse rapidamente, venendo adottato da numerosi movimenti in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, per esempio, diventò il simbolo delle proteste contro la guerra del Vietnam e di chi sosteneva ideali come l’amore libero, la non violenza, il rispetto per la natura e la libertà individuale.
Col tempo, il significato del simbolo si è ampliato: è stato usato per rappresentare la lotta contro ogni tipo di discriminazione, per i diritti delle donne, delle persone omosessuali e contro l’Apartheid.

Holtom raccontò in seguito che, mentre lo disegnava, si era ispirato anche all’immagine di un uomo disperato con le braccia alzate verso il cielo, come in un famoso quadro di Goya. Un fatto molto significativo è che Holtom decise di non registrare mai il simbolo come marchio, proprio perché desiderava che restasse libero e accessibile a tutti. Ancora ora, infatti, è usato in molte battaglie per la giustizia, l’uguaglianza e la difesa dei diritti umani. Ripensando a quella vecchia fotografia, mi rendo conto di quanto un piccolo simbolo, portato forse con leggerezza in gioventù, racchiudesse in realtà una storia potente e universale.
Oggi lo guardo con occhi diversi: non solo come un ricordo del passato, ma come un segno ancora vivo, capace di parlare di pace, e di speranza universale di cui ognuno di noi sente un grande bisogno.

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«Il sonno della ragione genera mostri.»

Francisco Goya

COSTUME - la fine dell'anno scolastico
Articolo di Lalli Theodoli 

Come ad ogni fine giugno…  a chiusura dell’anno scolastico, nasce un intenso periodo di saggi: di ballo, di recitazione, di musica, di judo, di pittura, di canto, di tennis, di nuoto e quanto altro.Parenti ed amici si dividono così fra scuole, palestre e teatrini, per andare a prendere atto di quanto fatto durante i lunghi mesi invernali. In caso di molti figli e nipoti la chiusura della scuola non dà un giorno di tregua.

Quest’anno i saggi sono stati particolarmente carini. Musica e canti accompagnati da strumenti musicali, danze moderne con colonne sonore “nostre“ come Un americano a Parigi e La Febbre del sabato sera.
Bambini emozionatissimi, ma contenuti, hanno prodotto con serietà ed impegno degli spettacoli piacevoli e divertenti. Dai più piccoli delle materne fino a quelli della quinta elementare si sono esibiti con grande attenzione seguendo, nel caso, i suggerimenti della insegnante nascosta, ma non abbastanza, dietro le quinte.
Ma…
Il vero spettacolo non era sul palco ma nelle platee.
Prima ancora che si sollevasse il sipario grande agitazione di mamme che raccoglievano i fiori per i bambini e per l’omaggio alle insegnanti.
Tutte le prime file occupate da ore con borse e giacche e sciarpe per tenere per la famiglia quanti più posti possibili.
All‘apertura del sipario dalle sedie in fondo (uniche lasciate libere), di botto non si è più visto il palcoscenico. Centinaia di braccia alzate brandivano  telefonini  per video e foto creando una barriera insormontabile.
Abbandonati i telefonini per un attimo, non solo applausi, ma urla accompagnate da un frenetico agitarsi di braccia per farsi notare da figli e nipoti sulla scena. «Siamo qui!!!!!»
Alcuni bambini dal palco rilanciavano un timido saluto con un sorriso di riconoscimento, un lieve muoversi della mano, un cenno della testa alla nonna in platea che si era messa in piedi sulla ultima sedia  per farsi vedere.
Ma non era lei quella che ci diceva sempre «Bambini su! State composti»?
Il nonno con le mani a megafono urla senza fiato «Bravi». Ma non era lui che diceva di non alzare mai il tono della voce?
Giovani mamme ballano dalla platea accompagnando la musica del palco: conoscono a menadito testo e passi. Hanno studiato tutto l’anno insieme ai figli.
Così, alla fine della serata, ancora sbalorditi dalla calda e rumorosa accoglienza del pubblico, sono dei seri e composti bambini che tenendo per mano genitori e nonni finalmente placati, li riaccompagnano a casa.

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FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là... 


Perchè Sanremo è Sanremo!- Sapevate che il Teatro Ariston di Sanremo ha una capienza di circa 1960 posti e che i prezzi dei biglietti, nel 2025 sono aumentati del 19% rispetto all'anno precedente.
In media, i biglietti per le serate dall'11 al 14 febbraio costano 110 euro per la galleria e 220 euro per la platea.

Per la serata finale del 15 febbraio, i prezzi salgono a 360 euro per la galleria e 730 euro per la platea.
CV

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Stelle cadenti- Meteor Counter è un’applicazione sviluppata da Bill Cooke, capo del Meteoroid Environment Office del Marshall Space Flight Center della Nasa e da Tony Phillips di Spaceweather.
Essa permetterà di tener traccia di molti dati sulle stelle cadenti e gli utenti potranno segnalare le loro informazioni tramite l’app, in modo da tenerla in costante aggiornamento.
Viene introdotta nell’app store, gratuitamente ed è disponibile per I-Phone.

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Tornano le macchine fotografiche! - Un risveglio? Sembra di sì, una ricerca sui principali canali di ricerca social ci racconta come sono aumentate notevolmente le richieste di macchine fotografiche compatte da parte di grandi e più giovani; è iniziata dagli Stati Uniti e sta dilagando anche in Europa con la ricerca di vecchi tipi nei cassetti di casa e di nuovi piu sofisticati. Una fuga dal telefonino?
CV

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APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina.

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24 - 29 settembre 2025
SULLA VIA DI SANTIAGO

Partendo da Madrid, andremo verso nord, in Galizia: toccheremo Avila, Salamanca (ndr. leggete il racconto di Ida Tonini del numero di febbraio 2025...), Zamora, Puebla de Sanabria, Orense e finalmente Santiago che chi vorrà potrà raggiungere facendo un tratto di cammino. Un itinerario un po' diverso dal solito, per scoprire piccole realtà del nord della Spagna, meno conosciute e visitate, per giungere a Santiago, la meta finale da secoli di migliaia e migliaia di pellegrini per raggiungere la cattedrale dove riposano le spoglie dell'apostolo Giacomo.
Pensateci, perchè  noi stiamo già raccogliendo le adesioni...

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dal 23 al 26 ottobre
ITINERARIO MARCHIGIANO Ancona, Jesi, Urbino, Pergola, Fermo e... i tartufi di Acqualagna!

Questo autunno abbiamo pensato a un giro nelle vicine Marche, non così facili da raggiungere e per questo non ben conosciute da tutti. Come punto di partenza abbiamo scelto Ancona, per poi spostarci verso Loreto con la sua piazza della Madonna e la basilica della Santa Casa, e poi la medievale Ascoli Piceno, la monumentale città della pietra bianca con i  suoi palazzi in travertino, le torri e le piazze signorili. Un salto a Osimo, e per finire, Fermo, ospiti di amici marchigiani.

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ottobre 2025
ALPHONSE MUCHA
Palazzo Bonaparte - Nuovo Spazio Generali Valore Cultura

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Aprirà il 9 ottobre la prima mostra in Italia dedicata ad Alphonse Mucha, genio visionario dell’Art Nouveau e protagonista indiscusso della Belle Époque. In una stagione in cui Roma si veste d’arte, la mostra celebra la grande bellezza di un maestro che ha saputo trasformare l’eleganza in stile universale.
Oltre che pittore, disegnatore e illustratore, l'artista di origini ceche fu fotografo, scenografo, progettista d'interni, creatore di gioielli.
I suoi iconici lavori divennero emblematici della nascente Art Nouveau, come dimostrano Gismonda (1894), la serie de Le stagioni (1896), Job (1896), Fantasticheria (1897), Médée (1898).
La grande monografica organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Mucha Foundation ne ripercorrerà la biografia e i molteplici aspetti della produzione artistica. 

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17 novembre 2025
ore 16.00
TESORI DEI FARAONI
Scuderie del Quirinale

La mostra è il risultato di un’importante iniziativa di diplomazia culturale tra Italia ed Egitto. Questa collaborazione ha reso possibile il prestito straordinario di capolavori provenienti da alcuni tra i più importanti musei egiziani, tra cui il Museo Egizio del Cairo e il Museo di Luxor. Saranno 130 capolavori che ripercorreranno la storia dell'antico Egitto: dalle origini della civiltà faraonica fino allo splendore dei grandi sovrani del Nuovo Regno e del Terzo Periodo Intermedio, fino ad arrivare alle scoperte archeologiche più significative degli ultimi anni. Il tutto attraverso sei sezioni tematiche, in cui si evidenzia la complessità della società egizia, l’autorità divina dei faraoni, la vita quotidiana, le credenze religiose, le pratiche funerarie e le più recenti scoperte archeologiche. Dalle spettacolari statue di Sennefer, Ramses VI e Thutmose III ai raffinati gioielli reali, dagli oggetti di uso quotidiano finemente lavorati ai sarcofagi decorati con simboli sacri, l’esposizione svela l’eccezionale sofisticazione artistica e la profonda spiritualità che hanno reso l’antico Egitto una delle civiltà più affascinanti della storia.
Molte di queste opere saranno esposte in Italia per la prima volta. La mostra vede la prestigiosa collaborazione del Museo Egizio di Torino che firma importanti contributi e un prestito eccezionale.
Ci accompagna Alessandra Mezzasalma

Altro ancora stiamo ideando, stay tuned e, per info, scrivete a:

appuntamenti@lalampadina.net

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E ANCORA
FLASH NEWS!
 

La scrittura! - Mi ha compito questa frase che Platone mette in bocca a Socrate che dialoga con Fedro a proposito della scrittura. Mi sembra molto attuale con gli ultimi sviluppi della IA.
«La scrittura produrrà l'oblio nelle anime, facendole trascurare la memoria: confidando nella scrittura, sarà dall'esterno, attraverso caratteri estranei e non più dall'interno, dal profondo di loro stessi, che cercheranno di suscitare il loro ricordo; hai trovato il modo non di trattenere, ma di rinnovare il ricordo, e ciò che procurerai ai tuoi discepoli è la presunzione di avere la conoscenza, non la conoscenza stessa; perché quando avranno letto molto senza imparare, si crederanno molto sapienti, e saranno per lo più solo ignoranti fastidiosi, perché si crederanno sapienti senza esserlo.»
Beppe

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Nello Sport le donne sono al top!Le donne nello sport superano alla grande noi maschietti!

Basket - La Nazionale italiana di basket in semifinale agli Europei dopo trent'anni superando la Turchia con ultimo canestro decisivo. Gli uomini nello sport italiano: nelle otto edizioni degli Europei giocate negli ultimi vent'anni, l'Italia maschile del basketnon ha mai passato i quarti e nel 2009 non ha partecipato.
La  pallavolo? Le donne hanno vinto l'estate scorsa a Parigi un oro olimpico che per gli uomini è irraggiungibile e che sta diventando un'ossessione.
Nel calcio l'ultima Italia ad aver preso parte a un Mondiale è stata quella femminile. Anzi, durante il vuoto maschile (2018-2022) le partecipazioni sono state due, con il picco dei quarti di finale raggiunti nel 2019.
La supremazia si estende al rugby, dove le azzurre sono all'ottavo posto del ranking mondiale, mentre gli uomini sono al numero 10. E nell'hockey su pratole donne sono al 18esimo posto, gli uomini al 27esimo.
Nella pallanuoto dopo gli eventi che hanno coinvolto il Settebello alle Olimpiadi di Parigi nel 2024, il Setterosa è riuscito ad agganciare il settimo posto.
Il solo sport di squadra olimpico in cui resiste il vantaggio maschile è la pallamano, ma di un soffio, con gli uomini al numero 20 e le donne al numero 24.
CV

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SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA VEDERE: MASQUERADE, film coreano diretto da Choo Chang-min, giovedì 10 luglio 2025, ore 18.15, LUISS Guido Carli, The Dome.
Il film è presentato nell'ambito della rassegna World Cinema, che la Luiss ha organizzato nel mese di luglio 2025 in collaborazione con La Lampadina - Periodiche Illuminazioni.
Si tratta della seconda occasione di incontro con il cinema internazionale, che questa volta vede protagonista la proiezione di un film storico girato nel 2012  che ha avuto numerosi riconoscimenti e premi internazionali.

Continua a leggere e commenta da qui 

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LIBRI/GLI AMICI CONSIGLIANO...
PIG
di Matilde Pratesi

Casa editrice: Corsair (Little, Brown Book Group) Hachette UK
Uscita: 01/05/2025
Lingua: Inglese
Premio: Finalista al Caledonia Novel Award
Pagine: 336

 Un libro potente, ma profondamente toccante. Una lettura ideale per chi ama la narrativa psicologica, i personaggi femminili complessi e le storie che scavano sotto la pelle.
Con il suo romanzo d’esordio, Pig, Matilde Pratesi entra con forza nella scena letteraria anglosassone, proponendo una storia sulla perdita e sul recupero dell’identità. Un romanzo sensibile e splendidamente scritto.
La scrittura di Pratesi appare affilata e profondamente empatica. Per essere un’opera prima, è sorprendentemente matura e ricca di risonanza emotiva.

Pig è una discesa nell’ossessione e nella manipolazione, ma anche un racconto di resilienza silenziosa e di connessioni inaspettate.
La protagonista, Vale, vive a Londra e condivide il suo appartamento con Clara, una coinquilina che si presenta come amica, ma esercita su di lei un controllo totalizzante.
Assistiamo allo svolgersi graduale di un potente percorso di riscoperta di sé.
Fin dalle prime pagine, la storia ci trascina nel mondo crudo e inquietante di Vale.
Attraverso la sua relazione tossica, il personaggio si rifugia in un’ossessione insolita per i maiali, elencandone le razze per placare l’ansia.
Questo interesse, all’apparenza bizzarro, diventa il cuore pulsante del romanzo: una metafora della sua marginalità, ma anche della sua forza.
Il percorso personale di Vale si sviluppa con potenza emotiva e profondità psicologica.
Pig è un romanzo disturbante, affascinante e intensamente commovente. Le difficoltà di Vale risultano dolorosamente reali, in una storia che continua a risuonare nel lettore molto dopo l’ultima pagina.

Isabella Confortini Hall

 

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MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode

 

Wangechi Mutu. Poemi della terra nera - Galleria Borghese-  Si è inaugurata il 10 giugno a Galleria Borghese la mostra dell'artista keniota e americana Wangechi 

Mutu, a cura di Cloé Perrone. Si tratta di un intervento site-specific che si sviluppa nelle sale interne del museo, sulla facciata e nei Giardini Segreti, e crea un dialogo tra il linguaggio contemporaneo dell'artista e l'arte antica. La "terra nera", è protagonista, presente anche nei Giardini Segreti della Galleria Borghese, e da essa emergono sculture le sculture di forza primordiiale. l'esposizione si divide in due sezioni: Dentro il museo le sculture non comprono la collezione ma vi si aggiungono, sospese, pendenti.
Fuori invece, sulla facciata e nei Giardini segreti, vedremo due moderne cariatidi che furono realizzate per la facciata del Metropolitan Museum di New York nel 2019 nell'ambito della Facade Commission. I materiali sono i più vari, rame, bronzo, terra, acqua, carta cera, legno ai quali si aggiunge anche il suono. Mutu  espone anche nell'atrio dell'American Academy dove troviamo Shavasana (il termine indica una posizione yoga denominata del cadavere), una figura bronzea distesa e coperta che fa da contrappunto alle iscrizioni funerarie romane, presenti nell'atrio stesso.
Fino al 14 settembre 2025.
 

James H.D. Brown. I want to know
Galleria Valentina Bonomo e Galleria Alessandra Bonomo presentano la mostra personale di James H.D. Brown, in collaborazione con The James and Alexandra Brown Estate.
L'esposizione inaugurata a maggio presenta le opere dell'artista americano "noto per i suoi dipinti che esplorano il confine tra figurazione e astrazione, fondendo motivi tratti dalla tradizione modernista con immagini e temi ispirati alla cultura primitiva."
I Want to know, si riferisce ad una frase che Brown usava spesso nelle sue giornate, esprimente curiosità e costante tensione verso l'ignoto e la ricerca della scoperta.
Galleria Valentina Bonomo - via del Portico d'Ottavia 13
Galleria Alessandra Bonomo - via del Gesù 62
Fino al 30 settembre 2025


LA LAMPADINA/RACCONTI
Venezia
tratto da
"Allegretto con spirito.
Gin&tonic e Martini in viaggio tra letture e memorie"

di Ida Tonini

Mi sono riletta tutto Hemingway. Beh, tutto ha inizio con lui e con l’Harry’s Bar di Venezia.
Se conoscevo Carpaccio –non il piatto universalmente noto creato da Giuseppe Cipriani, ma Vittore Carpaccio autore delle storie di San Girolamo, San Trifone e San Giorgio, protettori della piccola e accogliente Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, e delle storie di Sant’Orsola, all’Accademia — è solo perché sono vissuta a Venezia e quelle storie erano incantevoli per me bambina come credo lo siano ora le graphic novel di fantascienza. Avere una certa dimestichezza con la storia dell’arte, a Venezia, è troppo facile.
Oggi è difficile capire quanta bellezza si palesasse ogni giorno agli occhi dei bambini lungo il tragitto tortuoso verso la scuola: campi, campielli, calli, rii, ponti… Mezz’ora da casa; a piedi, da soli, fin dalla più tenera età. Le vetrine traboccanti di broccati serici, di vetri in cui l’oro e l’argento baluginavano a tratti; le facciate dei palazzi, che, riflessi nell’acqua, creavano astrattismi, rivelati poi da un Tancredi o da un Pollock; le nebbie che tutto sfumavano, preconizzando i Turner che avrebbero ammirato anni dopo; i barconi ricolmi di frutta e verdura, una frenesia di colori combinati come nelle più dettagliate pitture fiamminghe, i profumi di spezie che si sprigionavano dalle drogherie, mai più percepiti,  se non in quell’ultima bottega rimasta aperta fino al secondo millennio sulle fondamenta di Borgo. 

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina è una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Pucci Biffi Rastrelli, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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