ATTUALITA’: la conoscenza, la memoria, il sapere .. un’ombra fuggente?

Molti di noi sono fortemente attratti da tutte le novità tecnologie dei nostri giorni, le capiamo in parte, ma certo quanto basta per farcene un’idea.

NL25 - 5 - conoscenza - album 2009Infatuato dalle nuove macchine fotografiche digitali, una decina di anni fa, abbandonata in un cassetto la mia a pellicola (analogica) e convinto dalla tanta pubblicità, ho comprato una Olympus digitale. Ne ho studiato ed esaltato ogni sua caratteristica e da quel momento ho fotografato qualsiasi cosa, nipoti, barche, viaggi, escursioni sottomarine, vacanze etc. A fine anno potevo recuperare e continuo a farlo, tutte le foto dell’anno, le inserisco in un DVD che poi viene riposto in un bel cassetto. Simonetta, mia moglie, molto più scettica sulla tecnologia, stampa le foto più belle e le mette in album, album tutti di pelle rossa e posti anche con una certa evidenza in libreria con l’etichetta dell’anno relativo.
Il risultato? Che i miei dischetti non li vede mai nessuno, magari tra qualche anno i miei figli gli daranno uno sguardo frettoloso, ma i nostri nipoti? NL25 - 5 - conoscenza - floppy disc
E poi chissà se le tecnologie a venire permetteranno ancora la semplice lettura, o le vecchie, oramai superate, cadranno in disuso come è successo per le casette, i floppy disc etc? Gli album di fotografie, li vediamo con più frequenza ed è più probabile che rimangano, se non altro non fanno parte di una tecnologia che potrebbe scomparire, quanti ne abbiamo noi dei nostri bisnonni; bello vedere e ridere o apprezzare i loro costumi, le loro pose, le loro pettinature o i loro cappelli in una serata in famiglia o anche con vecchi amici. Sono testimonianze di luoghi, di ambienti che furono.

Le applicazioni, i sistemi operativi più evoluti tendono a divenire obsoleti velocemente, o anche i progetti di scansione non sono esenti da errori, mentre i loro supporti cartacei diventano sempre più rari da reperire. Pensate che uno studio dell’Università della British Columbia, effettuato su un campione di otre 500 studi scientifici pubblicati tra gli anni 1990-2010 e memorizzati, ha mostrato come nei venti anni circa, l’80% dei dati originali di ricerca è andato perso.

Leggo sul Corriere della Sera di qualche giorno fa che, ogni giorno, vengono prodotti 2,5 quintilioni (1 seguito da 30 zeri) di byte di dati e malgrado tutti i congegni, le nuvole informatiche, gli immensi data center e i chip di ultima generazione, esiste sempre più il rischio concreto di essere incapaci di gestire una così alta mole di informazioni, in costante crescita..

NL25 - 5 - conoscenza - misura dei big dataCertamente solo parte dei dati che continuano a essere “immagazzinati” ha davvero valore; dobbiamo quindi abbandonare l’illusione della “conservazione totale”? Preservare è per definizione un processo selettivo… Certo, ma chi lo decide, come e quando? È una voglia pazza di memorizzare tutto. In realtà, ci dicono alcuni biologi, esiste un’ipotesi di memorizzazione di un’infinità di dati multimediali e senza limiti.. nel DNA. Un metodo al momento troppo costoso che se poi non convincesse? A questo punto non avremmo altra soluzione che pensare di tornare alla carta, se non altro come ultima ratio… Così nel 5013 avremo qualcosa di certo, come per le cronache che sono giunte a noi di oltre 3000 anni fa.

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Barbara Bizzarri
19 Febbraio 2014 16:36

Bellissimo articolo che mi ha intrattenuto, come sempre fa “la Lampadina”, durante la mia pausa pranzo nel mio grigio ufficio.
L’era della digitalizzazione ha enfatizzato e mitizzato il bisogno di comprimere le informazioni per allegerire in modo del tutto generalizzato tutti i “documenti”, facendo diventare così superfluo e quasi scandaloso l’uso della carta…la mentalità del “paperless” per intenderci!. Questo ha fatto sì che il giornale si legge con l’Ipad, il libro di sfoglia con l’ebook e le foto si ammirano (una o poche volte al massimo) su uno schermo! Ma tutto ciò non ha fatto sì che si allegeriscano anche i ricordi, i valori, le emozioni? Ai nostri figli che sono nativi digitali come riusciremo a trasmettere emozioni e sentimenti CONCRETI che non devono essere conservati in modo freddo ed evanescente in una fredda nuvola spesso troppo lontana?…l’emozione di una foto ingiallita, la bellezza di un album fotografico e la magia di un libro ben rilegato sono valori che dobbiamo tramandare come i più preziosi dei nostri beni.
Un caro saluto
Barbara

17 Febbraio 2014 18:16

Carlo ma certo, ci incoraggi finalmente ad essere creativi con i momenti “di prima”. A queste cose ci pensiamo spesso ma poi ci sottomettiamo al giochetto digitale. Giochetto interessante e sfizioso nulla da dire, ma un poco freddo, da frigorifero.
Il cartaceo assorbe il tempo, tattile, vivente, materia degli alberi, quasi sempre. In Francia, l’ho sentito dire proprio ieri, da un po’ di tempo in luoghi deputati, si proiettano film in analogico. ciao Marina P.