Abbiamo tutti qualche nozione a proposito di “gruppi sanguigni”. E’ ormai consolidata l’abitudine di farne la determinazione al momento della nascita. Molti di noi, poi, hanno nel portafoglio una scheda che lo riporta – in previsione di qualche evento traumatico che richieda una trasfusione.
Accanto alla indicazione del “gruppo”, troviamo anche la indicazione del “Fattore RH” che può essere positivo o negativo.
Del significato di questo “Fattore RH” siamo invece meno a conoscenza – di qui il pensiero che pubblicare un articolo su La Lampadina potesse essere di un qualche interesse.
“RH” sono le prime due lettere del termine inglese “Rhesus” che identifica una scimmia (il macaco). Il “fattore RH” è un tipo di antigene (sostanza in grado di essere riconosciuta dal sistema immunitario) che si può trovare sulla superficie dei globuli rossi. E’ detto così perché fu identificato per la prima volta su di un macaco da laboratorio. (Qualche tempo fa le scimmie erano gli animali preferiti per gli esperimenti). Gli antigeni genericamente denominati Rh sono circa 30, quello che ci interessa è quello denominato “antigene D”: è la sua presenza o assenza che distingue il sangue in Rh–positivo o Rh–negativo.
L’aspetto interessante è che la sua presenza è un fatto “genetico” che si trasmette secondo le leggi della ereditarietà ed è stato provato che uno dei fattori ereditari più stabili e meno suscettibili di mutazioni generazionali è proprio il sangue: in altri termini, la presenza dell’antigene D – e cioè l’avere un RH positivo – dimostra chiaramente la parentela con ….il macaco.
Oggi va per la maggiore la teoria della evoluzione di Darwin secondo la quale esseri umani e scimmie hanno antenati comuni, quindi la presenza di questa “parentela” non desta in noi alcuna sorpresa.
La sorpresa invece sta nel fatto che qualcuno – (un 15% circa della popolazione mondiale) ne è invece sprovvisto!
Come mai?
Gli studi fatti hanno mostrato che il fattore Rh negativo è apparso sul pianeta circa 35.000 anni fa e che ha una diffusione disuniforme: è molto forte in alcune aree geografiche circoscritte – nella etnia basca (Spagna settentrionale e Francia meridionale) e tra gli ebrei dell’est – mentre è praticamente assente in Asia, tra i nativi americani e gli africani. Sulla scorta di queste informazioni statistiche si è giunti a dire con ragionevole certezza che il Fattore RH negativo si è diffuso a partire dalla regione caucasica.
Sono state poi condotte analisi statistiche per determinare se gli individui con fattore RH negativo avessero delle caratteristiche comuni. Le principali sarebbero:
- Senso di non appartenenza
- Tendenza a ricercare la verità
- Senso di dovere compiere una ‘missione’ nella vita
- Empatia e compassione
- Una costola e/o una vertebra supplementare
- Quoziente intellettivo superiore alla media
- Percettività extrasensoriale
ma l’elenco è molto lungo.
Dato che la scienza non è in grado di dare una risposta precisa a questa anomalia, la fantasia si è scatenata.
L’ipotesi che è stata avanzata è che il fattore Rh negativo sia stato introdotto nel genoma umano da una fonte esterna – cioè ci sarebbe stata una specie aliena che avrebbe manipolato la vita preesistente per creare l’uomo moderno!
Formulata l’ipotesi se ne sono cercate conferme.Ed ecco allora chiamare in causa la Bibbia e un passo oscuro del libro della Genesi che recita: “C’erano sulla terra i Giganti a quei tempi – e anche dopo – quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.” E le due linee di sviluppo dei nostri progenitori: l’uomo di Neanderthal – specie estinta – e l’homo sapiens dalla quale discendiamo
In definitiva: voi che leggete avete lo RH positivo o negativo? Se avete lo RH negativo (come me) sappiate che, secondo alcuni, c’è la possibilità che non siate parenti delle scimmie e che abbiate invece antenati provenienti da altri pianeti!
A quanto pare il 15% della popolazione mondiale RH Negativo dovrebbere essere considerata un’eccellenza per tutte le doti fin quì narrate. Quali i vantaggi di questa appartenenza straordinaria? Parlo a livello biologico: questo gruppo potrebbe realmente aiutare la scienza nella ricerca di nuovi ed efficaci rimedi alle tante patologie che ci affliggono?
Sarebbe meraviglioso poter apportare questo ausilio all’umanità intera!
Come di consueto, Beppe ci stupisce e ci interessa con notizie nuove e ben documentate.
Grazie!
Peccato che gli scienziati abbiano bisogno di formulare fesserie per poter far procedere la conoscenza! Anzi, l’uomo pensante in genere, ha quella propensione. Il Tale propone la sua teoria e sembra che funzioni finché Caio non argomenta come un certo caso dimostri che quella teoria non è sostenibile; e non potrà fare a meno di esprimere una sua diversa teoria; che sembrerà funzionare finché Sempronio non asserirà, con serie e ponderose considerazioni, che neanche la teoria di Caio è ragionevole; e ne proporrà una ancora diversa. Tuttavia non si può fare a meno di avere una teoria, che sarà la mappa provvisoria di quell’argomento; e le mappe si correggono, ma devono esserci, per capire dove ci stiamo dirigendo. E quando nessuno riesce a formulare una teoria, si fa una statistica; che, a sua volta, prevede una griglia di cose da osservare ed ha una serie di premesse che condizionano la ricerca.
Chissà come si determina statisticamente che uno ha tendenza a ricercare la verità! Forse domandandoglielo? Se così fosse potremmo teorizzare che gli individui con fattore RH negativo sono degli insopportabili presuntuosi, visto che pretendono di proiettare un’immagine di sé stessi del tipo di quella che l’articolo fa “assaggiare”.
Il lavoro è molto interessante e fa riflettere; sia sul fattore RH che sul modo di ragionare degli scienziati.
Molto interessante l’articolo. L’ho letto volentieri e fatte le dovute considerazioni…
Grazia Saporito