ABBIAMO OSPITI – ARCHEOLOGIA: i giganti di Mont’e Prama, i più antichi colossi del Mediterraneo?

Articolo di Bonita Aymerich di Laconi – Autore Ospite de La Lampadina

I Giganti di Mont’e Prama sono sculture nuragiche in arenaria, dell’altezza compresa tra i 2 m e i 2,5 m., trovate casualmente negli anni ‘Settanta in un campo presso Cabras, nella Sardegna occidentale.

Dagli scavi seguiti al ritrovamento, gli archeologi riportarono alla luce una necropoli composta da 33 tombe a pozzetto irregolare, ciascuna delle quali sigillata da un lastrone in arenaria gessosa, interamente ricoperte da frammenti scultorei (in tutto 5178 pezzi) che, in parte ricomposti, diedero forma a 38 statue rappresentanti 16 pugilatori, 5 arcieri e 4 guerrieri e 13 modelli di nuraghe.

L’ipotesi vedrebbe le statue collocate su lastre tombali, con betili (ovvero cippi funerari) e modellini di nuraghi, a costituire un imponente complesso volto a celebrare gli antenati e a esprimere ed esaltare i valori militari e religiosi della comunità, ovvero una sorta di “Heroon” (monumento sepolcrale legato al culto di un eroe).
Questo di Mont’e Prama è il più maestoso di ogni altro conosciuto per lo stesso periodo in Italia o sulle coste della Grecia. Per ammirare fasti simili bisogna spingersi fino al lontanissimo Oriente, oltre la Siria, in Iran o nell’area del Caucaso.

La terza fase nuragica (900/500 a.C.) in cui si è sviluppata la necropoli, corrisponderebbe all’emergere e al consolidarsi delle aristocrazie, documentate da Diodoro Siculo nel I sec. a.C.

I Giganti rappresentano certamente personaggi di lignaggio non comune, che occupano una posizione di rilievo nella scala gerarchica e detentori del potere politico.

Sono stati definiti arcieri, guerrieri e pugilatori, perché sono armati e abbigliati con estrema cura e non possono esservi dubbi sul loro rango.

La datazione di questi colossi varia dall’VIII al IX secolo a.C., (fine dell’età del bronzo ma soprattutto età del ferro) il che li renderebbe tra le statue “a tutto tondo” più antiche del bacino mediterraneo, posteriori a quelle egizie ma antecedenti ai “kouroi” della Grecia. È difficile trovare confronti in ambito mediterraneo con queste sculture.

Le figure umane mostrano individui adulti di sesso maschile. SonNL36 - i giganti di monte prama - testao fortemente stilizzate e di forma geometrica.
Il volto segue lo schema a T, tipico dei bronzetti nuragici sardi, l’arcata sopraccigliare e il naso sono molto marcati. Gli occhi, incavati nel volto, sono scolpiti con un doppio cerchio concentrico.

I “pugilatori” indossano un gonnellino con una svasatura a V posteriore, tipica dei lottatori e guerrieri, sono a torso nudo e il braccio sinistro tiene uno scudo a coprire il capo.

Gli “arcieri”, che indossano una corta tunica e una protezione sul petto, hanno un elmo a due corna sulla testa da cui spuntano lunghe trecce che scendono ai lati del volto. Il braccio sinistro, protetto da una guaina e da un guanto, tiene un arco. Le gambe sono protette da schinieri, un particolare tipo di gambale.

I “guerrieri” si distinguono dall’arciere fondamentalmente per l’abbigliamento, infatti essi si differenziano per la presenza di una corazza a bande verticali, più corta posteriormente, ma più robusta sulle spalle e più sviluppata sul petto.

Caratteristica di queste scuNL36 - i giganti di monte prama - tharros 2lture è la presenza di intagli decorativi con motivi geometrici a zig-zag, cerchi concentrici e linee parallele, che risulterebbero essere originariamente colorate.

Gli archeologi si interrogano sul perché queste statue furono volontariamente distrutte e ammucchiate sopra le tombe.
Si crede che i più probabili responsabili di questa opera di distruzione siano stati i Cartaginesi insediati nella fenicia città di Tharros, poco distante dal luogo del ritrovamento.
Questa supposizione è determinata dal ritrovamento di un frammento di un anfora punica, sotto il busto di un arciere, databile alla fine del IV secolo a.C. Essi, presumibilmente, vollero eliminare qualsiasi traccia della precedente civiltà, per cui le tombe furono violate, i corredi rubati e le sculture abbattute. Per vincere i nemici sardi, i cartaginesi vollero cancellare anche i loro eroi.

Solo 2800 anni dopo, grazie a un trattore, sono casualmente tornate alla luce queste meravigliose opere, restituendo il volto di un popolo dimenticato.

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2 Commenti
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Paola Chiatante
30 Marzo 2015 18:30

ringrazio per avermi fatto conoscere queste opere veramente meravigliose. Potrei sapere dove sono conservate? grazie

Bonita Aymerich di Laconi
Reply to  Paola Chiatante
1 Aprile 2015 12:24

I Giganti sono stati esposti, per la prima volta, dopo il ritrovamento, nel 2014 e sono esposti in parte nel Museo Archeologico di Cagliari dove sono state prese le foto dell’articolo, e in parte presso il Museo Archeologico di Cabras, vicino a Oristano.