PITTURA: vicissitudini di un affresco del Pannini

Solitamente gli affreschi sono fatti per non essere mossi ma questa storia è ben diversa.

Giovanni Paolo Pannini famoso pittore e architetto attivo a Roma agli inizi del ‘700 fu incaricato dal Cardinal Patrizi di affrescare una sala della villa omonima sulla via Nomentana, all’altezza dell’attuale Porta Pia.
Vi dipinse l’’Allegoria del carro del Sole”, con numerose figure allegoriche, angioletti, tralci di fiori e alle pareti architetture e colonne in trompe-l’oeil, com’era nel suo stile e alla moda per quei tempi.
Purtroppo il Casino Patrizi dovette essere demolito per far posto al quartiere che avanzava e di lì l’affresco passò a Palazzo Alberoni in quella che è oggi via del Tritone.
Ma agli inizi del Novecento ed esattamente nel 1907 nell’ambito dell’allargamento delle strade di Roma, il proprietario si vide recapitare dal Comune una letterina che lo informava che il palazzo doveva essere demolito e si offriva, per il disguido, la somma di 450.000 vecchie lire.
Inizia da qui una causa che durerà alcuni anni. Si conveniva che il palazzo aveva importante interesse storico e che, prima di demolirlo, gli affreschi dovevano essere salvaguardati.
Nel 1911, dopo quattro anni, purtroppo il Prefetto di Roma stabilì che, per pubblica utilità, lo stabile dovesse essere espropriato.
Il proprietario, costernato ma ormai rassegnato decide di donare la sala al Senato che nella seduta del 1° giugno 1928 accetta di acquisire l’opera con le spese a suo carico.

Attualmente la Sala del Pannini è molto frequentata e vi si riuniscono il Consiglio di Presidenza e i Presidenti dei gruppi parlamentari e – mi dicono- ogni giorno gli affreschi sono costretti ad assistere a grossi diverbi e relative alzate di tono, come è ormai consuetudine.
Questa è una piccola storia che ho voluto raccontarvi perché l’artefice di tutto questo fu mio nonno che per anni, non sapendo come decidere (era molto giovane) ebbe dei forti mal di testa!
Ha poi ricostruito, dopo che il Comune ebbe terminato l’allargamento di via del Tritone, un nuovo palazzo, chiamando un noto architetto. Oggi l’edificio è immobile storico sotto la tutela del Ministero dei Beni Culturali.

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Giulietta Micara
30 Ottobre 2012 14:46

Interessante evoluzione di un affresco migrante, speriamo il futuro politico italiano gli riservi ore migliori!