LA LAMPADINA – RACCONTI: Biancaneve

Biancaneve
da “Le fiabe e le favole” scritte da Nino Pusateri

Su indicazione di Gianni Liotti e sponsorizzate da Vittorio F. Guidano

PREFAZIONE – LE FIABE

In questo mondo fatto alla rovescia non è strano che le fiabe siano destinate ai bambini che per tendenza sono portati a rivolgersi alla realtà degli adulti e le storie vere siano appannaggio del grandi che, al contrario, farebbero bene a prendere  ogni tanto una boccata d’aria fresca, per cogliere indicazioni nuove e più felici da un mondo che hanno quanto meno trascurato e in ogni caso abbandonato da molti anni.

Stando alle indagini svolte da quotidiani e settimanali specializzati e no, questa ripartizione sembra non essere più rispettata dall’editoria almeno per quanto riguarda le pubblicazioni per bambini. Sempre più frequenti sono le irruzioni nel campo infantile e dei ragazzi, di temi d’attualità e di storie verità o ricavate dal mondo degli animali e correlate alle più recenti scoperte scientifiche.

A mio parere non ci si può che rallegrare. Sarebbe ora, infatti, che il rapporto adulto – bambino si avviasse su canali di una comunicazione più autentica per scambiarsi informazioni dirette e far conoscere come stanno realmente le cose e non a creare isole illusorie e senza tempo nelle quali confinare alla rinfusa sogni, aspirazioni, immagini di una realtà che l’adulto sente appartenergli ma che non sa come gestire nella propria esperienza quotidiana.

Certo il mondo che i grandi possono prospettare ai bambini è alquanto disastrato, non si può dire che ci facciamo una gran bella figura a far vedere quel che sappiamo fare o che facciamo senza sapere. Ma tant’é, vale quel che vale il riconoscimento delle cose così come stanno e la modesta onestà di non aggiunger menzogna ad inganno, è comunque un buon segno.

Alice, dunque, non abita più qui e, a quanto pare, anche Biancaneve ha traslocato. Bene, prendiamone atto: i personaggi delle fiabe si apprestano a divenire personaggi in cerca di lettori che man mano diventano più scarsi, a meno di non andare a cercarli nel filone porno.

Che ne facciamo allora delle fiabe? Ecco la proposta: raccontiamole agli adulti.

Chiediamo che se le spieghino, e non con astruse teorizzazioni ma semplicemente guardandoci dentro, verificandone il senso e la portata rispetto ai propri comportamenti e alla più approfondita coscienza della propria realtà personale.

Si tratta cioè di uscire dall’equivoco e dalle inutili nostalgie: l’equivoco è dato dal ritenere utopica la realtà della fiaba e la nostalgia è conseguente all’averla confinata in un’età ormai trascorsa e in zone mai raggiunte e dichiarate irraggiungibili.

Si tratta, dunque, di ricercare la dimensione (della felicità) propria della fiaba. E ciò non attraverso modalità e comportamenti imitativi e infantilmente calati in una posticcia atmosfera di ingenuità e spontaneità, bensì riscontrando, alla luce della fiaba, il limite della propria crescita e la crisi della cultura alla quale apparteniamo. Forse così scopriremo come una cultura che, nonostante le diverse affermazioni, non ha mai creduto nell’uomo ma soltanto  ai propri meccanismi e  ai propri feticci, non può che tradurre in termini di “fantasticherie” l’aspirazione alla felicità, ponendogli contro, tempi, strutture, impossibilità, necessità e obiettivi tali da vanificare questa aspirazione, attribuendo alla natura dell’uomo l’incapacità di gestire la propria gioia di vivere che, peraltro, quale segno di contraddizione con se stesso, si vede proposta ogni giorno dal bambino.

BIANCANEVE

Il guaio di essere celebri è quello di venire stravolti. Vuoi dire, cioè, essere in preda di tutti e usati così come viene, non avere una vita privata e venir conosciuti per via dell’immagine.

Accade alle stars e poteva non capitare a chi tra i personaggi del mondo fiabesco è la più diva di tutti?

Il suo nome? L’avete capito di già, Biancaneve.

Tra Sette Nani, Regine cattive, Specchi parlanti, Mele incantate e chi più ne ha più ne metta, viene spontanea una domanda: ma Biancaneve, chi é? Che cosa vorrebbe, che cosa le piacerebbe fare se non fosse costretta a vivere vicende agitate in mezzo a personaggi un poco nevrotici?

Certo si sa, per le stars è sempre così. Nel bailamme d’attori, comparse e controfigure, tecnici vari, produttori e registi perder la testa è cosa normale.

Ma Biancaneve, che scema non è, una strada la prende. Quando capisce che in questa gabbia di matti in cui le tocca campare, il meglio che le può capitare è di sbrigar le faccende in una comune di emarginati, ci pensa bene e che fa? S’addormenta. Chiamala tonta!

Chissà quante volte han provato a svegliarla quei sette balordi. Ma lei, dritta, e sempre incantata non cede e aspetta.

In effetti come si fa a darle torto? E poi non c’è il minimo dubbio, per come vanno le cose qui ci vuole uno che dia una regolata alla ciurma e prenda una rotta diversa per il bene di tutti strega e nani compresi, che lasciati a se stessi in preda a crisi di identità o a voglie represse fanno un casino d’inferno.

Come finisce la storia si sa. Biancaneve giace nel bosco, adagiata in una teca di vetro. Se è morta oppure no non si può dir con certezza, visto che i colori non l’abbandonano mai. In ogni caso, per il momento, ha risolto il suo problema immediato: in un sol colpo è riuscita a fronteggiar le minacce della regina ché interrogato lo specchio stavolta riceve conferma di esser la meglio e la sola e con ciò s’è messa l’anima in pace e le insidie dei nani che se pur non del tutto convinti  son rassegnati a fare a si meno di lei.

Ad ogni modo i giorni seguono i giorni e dopo una stagione ne giunge un’altra, sempre con la stessa cadenza. Insomma il tempo passa, sarà poi così? Non so, in ogni caso chi passa davvero è un giovane lesto e ardito che in quattro e quattr’otto sbriga d’un colpo l’intera faccenda. Un vero businnes-man, ante litteram. Per lui veder Biancaneve e decidere di concludere l’affare è tutt’uno e la tecnica è proprio quella anche se si tratta di affari di cuore.

“Quanto volete? ” e pur se la fiaba non lo riporta si fa presto a capire che il sacchetto con le monete o libretto d’assegni che sia è già lì bell’e che pronto.

I nani sorpresi da tanta prontezza non sanno che dire, cianfrugliano che no, non si tratta di prezzo e che mai e poi mai, eccetera, eccetera. Il giovane non li fa proseguire, capisce a volo e li incastra, taglia di corto e fa: – Venderla no? Regalatemela allora! Che anche io voglio onorarla eccetera, eccetera.

Per i poveri nani non c’è più niente da fare, il loro destino è di esser schiacciati e cedono tutto e per niente. E’ appena concluso l’affare, i servi hanno appena preso la bara di vetro che, patapaf, è sufficiente un leggero scossone e Biancaneve si sveglia d’un colpo.

Ma che combinazione! Che grande virtù ha l’amore! Eccola lì come se niente fosse accaduto in tanti anni in cui i nani chissà quante ne hanno inventate per farla svegliare.

Lei stessa solleva il coperchio e s’addrizza – Ah Dio, dove sono? Fa tutta incantata.

I servi e i nani ancora son lì sbigottiti a bocca aperta e con gli occhi sgranati, mamma che scena! – che il giovane, pronto, senza mostrar mera vigila dà la risposta – Sei con me e se ci stai sarai la mia sposa. Tà tà in tre battute c’è tutto detto. E lei? Ancora più pronta – questi due pare s’intendano proprio – neanche risponde, monta a cavallo e via insieme a lui.

Sistemata così la vicenda si può quindi tirare un sospiro che ce n’è bisogno per come vanno veloci le cose in questa fiaba e rispondere con calma alla domanda: Biancaneve, chi è ?

Appare evidente: certo è una dritta ma, soprattutto, Biancaneve è una persona normale con tutte le cose al posto giusto di dentro e di fuori e nelle fiabe in genere questo è il messaggio: è difficile vivere per chi è normale.

Il bambino o bambina che sia si trova a vivere in una realtà che non capisce, che non è sua, che ha regole strane e obbiettivi che con loro hanno poco o niente a che fare. Inoltre i bambini hanno sempre il sospetto che nelle cose che avvengono, in quelle che i grandi chiedon di fare ci sia qual che cosa di storto e malgrado le insistenze e la difficoltà a fare valere le proprie ragioni, di questo tra sé ne rimangon convinti.

Così è, nel mondo reale e in quello così detto fiabesco, le persone normali hanno sempre la vita difficile e Biancaneve normale lo è: i suoi desideri? Vivere in pace, avere al fianco un uomo vero e non un nano o più di uno che è ancora peggio. La sua bellezza? Non è un meno o un più rispetto alle mille esistenti ma, al contrario di quello che accade alla regina, semplicemente è la sua e pensa a godersela e a farla godere.

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