Piccola storia di una iniziativa

Il giorno 6 aprile si è tenuto nella Sala Piacentini presso l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra in Piazza Adriana, un concerto per i terremotati di Accumoli con la partecipazione di Gaia Vazzoler al piano, Flavio Nati alla chitarra ed il Coro del Lunedì.
Occasione per vedere un monumento storico ignoto ai più e per passare una piacevole serata contribuendo nello stesso tempo ad aiutare chi in questo periodo ha estreme difficoltà pratiche e psicologiche per aver perso tutto o tanto.

Ma come è nato tutto questo? Come spesso accade, da una chiacchierata fra amici: Cesare Pocci, storico direttore del Coro del Lunedì e Carlo Verga, ideatore de La Lampadina.

Bombardati quotidianamente, come noi tutti, da giornali e Tv, su quanto è accaduto in Italia Centrale (e purtroppo ancora accade dato che le scosse non smettono), non sono rimasti spettatori passivi ma, insieme, si sono domandati: “Cosa possiamo fare di pratico? Come possiamo aiutare? Ed a chi indirizzare la nostra iniziativa?”
Il Coro del Lunedì, nato nel 1979, non è nuovo alla partecipazione ad eventi benefici. La sua storia ne è costellata e con risultati ottimi. Per La Lampadina è la prima volta. Ma con il gran numero di amici del Coro e di lettori della Lampadina i due amici pensano di poter organizzare un evento a questo scopo. Non un evento benefico i cui proventi vadano per lo più a pagare la serata e poco margine per i bisognosi. Si vuole fare in modo che l’aiuto arrivi totale e diretto. Per questo, dopo aver individuato in Accumoli il paese su cui intervenire, Ranieri Ricci cerca contatti con il sindaco per andare a vedere sul posto e capire le necessità più urgenti.

Partiamo, con Ranieri e Carlo, in una bellissima giornata di marzo, e fino a pochi chilometri dal paese nessuna traccia di terremoto. Ma ecco che poi a destra una casa crollata a metà con il letto che ancora pende a mezz’aria e il lampadario appeso in metà soffitto. Poi un’altra ed un altra. Entriamo nel paese basso. Un cartello proibisce l’ingresso ad auto e pedoni. Passiamo ugualmente. Tutto intorno visioni di una vita interrotta bruscamente: tendine sventolano da case che sono solo facciate senza pavimenti e soprattutto un silenzio totale: non una voce, non un abbaiare di cani, non un richiamo. Nulla.

Veniamo bloccati da una pattuglia. Spieghiamo di dover andare per forza nel paese in alto dove ci aspetta nel Comune il sindaco sig. Stefano Petrucci. Il comune è crollato insieme al paese, ci dicono. Gli uffici sono stati provvisoriamente spostati in prefabbricati a qualche chilometro a valle. Lì andiamo. La macchina del sindaco sfreccia  via sotto il nostro naso per recarsi ad un sopralluogo nel paese. Ci riceverà al suo ritorno, ci rassicura. Lo seguiamo, invece. Oltrepassiamo con delle scuse una seconda pattuglia di soldati. Riusciamo a scavalcare a fatica il blocco: documenti, targa della auto. Vengono da Pordenone. Sperando di non arrecare a loro ed a noi troppi guai, ci arrampichiamo in auto fino al paese. Paese? Non c’è più nulla.
Un mucchio di macerie dove era la casa di ritrovo degli anziani, un cartello che indica la chiesa di San Francesco. Solo il cartello ne è rimasto. Del comune che veniva chiamato il Comune dei Palazzi non resta nulla. Pochi i morti. Fortunatamente. Con la prima scossa di agosto sono scappati tutti a valle. Ma il Campanile con il suo crollo ne ha uccisi 4. Il sindaco vede che abbiamo scavalcato il blocco e ci redarguisce. Pericoloso. Lui infatti con i giornalisti con cui sta parlando è munito di casco. Obbediamo. Lo andiamo ad aspettare a valle. Il piazzale che funge da centro direzionale, dove sono montati una farmacia, gli uffici del Comune, uno per la Protezione civile e per i Carabinieri è un formicaio impazzito. Tutti corrono attivissimi. Auto della polizia che vengono da Monza, forestale, pompieri, protezione civile. Il sindaco,che ha l’aria molto provata, fatica nel cercare di ascoltare tutti. Mentre lo aspettiamo parliamo con il maresciallo dei Carabinieri. Viene dalla Sardegna. Ci racconta che tutta la popolazione, 660 anime, è ospitata in alberghi sulla costa. Solo 80 persone sono rimaste in alloggi di fortuna per non abbandonare il bestiame. Ci dice che aiuti vengono da tutta Italia sotto diverse forme. Dietro la caserma improvvisata c’è un container per alimenti. Finalmente siamo dal Sindaco. Ci ringrazia, alla nostra richiesta di un suggerimento per indirizzare il nostro aiuto, ci dice che probabilmente meglio che un aiuto alimentare sarà utile un contributo per arredare il centro di associazione. Quando le casette prefabbricate saranno montate, verrà montato anche un ampio  padiglione in cui potersi ritrovare, parlare, giocare, guardare la TV, fare le prove della banda e del coro. Un posto in cui la vita possa riprendere: per cui TV, computer, tavoli, sedie e quanto altro. Purtroppo non potrà essere con noi il 6. Ma manderà l’assessore Ettore Cervelli che durante la serata potrà raccontare qualcosa di più del suo paese.

Dalle prime premesse si passa all’organizzazione.

La sala, i biglietti, le sedie, gli inviti, le liste, i programmi. Tantissimi del La Lampadina e del Coro del  Lunedì hanno offerto il loro aiuto per la serata. Parla l’assessore mentre scorrono su uno schermo le terribili immagini della devastazione del paese. Entro giugno dovrebbero essere montati i prefabbricati ed il padiglione e allora noi andremo direttamente a consegnare tutto quanto avremmo acquistato.

Terremo al corrente tutti con fotografie che documentino quanto avremo potuto realizzare con i più di 10,000 euro raccolti al netto delle pochissime spese dato che chi ha collaborato per la riuscita dell’evento lo ha fatto gratuitamente, cogliendo perfettamente il senso dell’iniziativa: ecco perciò che all’accordatura del pianoforte ci ha pensato Ciampi, alla logistica Antonio Rosato, alle fotografie l’associazione Fotografiamo, alla stampa Eurilink University Press.

L’assessore ha promesso che ci accoglierà con un buon piatto di pasta alla gricia e non mancherà un tipico vino locale per festeggiare tutti insieme quello che noi consideriamo un successo:
un successo il non darsi vinti alle prime difficoltà
un successo ad uscire dai nostri personali problemi e preoccupazioni per occuparci degli altri
un successo per essere riusciti a coinvolgere tanti generosi amici.

E’ proprio vero!

CONCORDIA PARVAE RES CRESCUNT

Flavio Nati
« di 10 »

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Vincenzo Camponeschi
8 Maggio 2017 17:25

Ottimo lavoro ragazzi. La ricerca e gli articoli sono sempre molto interessanti ed educativi.