La Lampadina – Film: Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Questi i suggerimenti per i prossimi film in sala da Valeria Bosi, la nostra “casalinga di Voghera”!

Negli ultimi anni ho la fortuna di coltivare la mia grande passione per il cinema partecipando, come spettatrice, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Poter assistere alla proiezione di alcune delle novità cinematografiche della stagione, presentate per la prima volta in occasione del Festival del Cinema (che si svolge in una delle città più belle del mondo), è sempre una grande emozione, anche perché in sala sono presenti sia il regista che gli interpreti principali del film oggetto di visione.
Il giudizio del pubblico alla fine della proiezione, espresso attraverso più o meno applausi o, in alternativa, a mezzo di altre forme di disapprovazione (fischi oppure uscita anticipata dalla sala) spesso decreta quale sarà il gradimento e, quindi, il successo del film ai botteghini. E non solo.
Molti dei film da me visionati nel corso dell’ultima edizione del Festival verranno resi disponibili per il grande pubblico a breve.

Qui di seguito alcune mie personali recensioni.

Doubles Vies” di Olivier Assayas, film francese raffinato e arguto che affronta la tematica della digitalizzazione e il futuro dell’editoria. Continueremo ad avere la carta stampata con il suo fascino indiscusso oppure tutto verrà sostituito dal più pratico e conveniente digitale? Il film non vuole e non deve dare delle risposte ma stimolare delle domande, come il grande cinema deve fare. La trama si sviluppa su dialoghi acuti e ironici che ricordano un po’ Woody Allen della prima maniera, grazie ad un cast ricco di attori degni di nota, tra cui un affascinante Guillame Canet, Juliette Binoche (un po’ sciupata, ma sempre brava) ed uno straordinario Vincent Macaigne (già visto in C’est la vie, Orendila così, del 2017) che interpreta uno scrittore un po’ stralunato e in crisi artistica, di una tale bravura, la cui interpretazione da sola vale la visione del film.

The Sister Brothers” di Jacques Audiard, regista del film “Un sapore di ruggine e ossa” e che ha vinto, tra l’altro, la palma d’oro a Cannes nel 2015 con Dheepan. Di solito non amo i film western e, probabilmente, non sarei neanche andata a vederlo se non fosse rientrato nel carnet del mio abbonamento. Devo ammettere che sono rimasta favorevolmente sorpresa, il film mi è piaciuto anche perché “The sister brothers” si può definire un “emo-western”, ovvero un western emotivo (ma anche divertente) che comincia come tanti altri e poi si sviluppa in un percorso più profondo, un viaggio catartico di due fratelli cacciatori di teste che durante una spedizione punitiva ritrovano se stessi.

È un film diretto molto bene e interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix e uno straordinario John Reilly (a mio parere meritevole della “Coppa Volpi”, che invece è stata attribuita a Willem Defoe per l’interpretazione in At Eternity’s Gate di Julian Schnabel) un bel western con la grazia di una regia francese! Nb: i costumi del film erano nei magazzini della maison Tirelli!

The Favourite” del regista greco Yorgos Lanthinos (regista di “The Lobster” 2015). Il film, in costume, è ambientato nel Regno Unito nel periodo in cui governava la regina Anna. In un intreccio saffico le due favorite della regina si scontrano fino all’ultimo sangue per raggiungere il potere a corte. La sete di potere è il life motif di questo film che esce completamente dagli schemi di tutti i film in costume per scelte artistiche del regista assolutamente anti convenzionali. È un film grottesco dove tutto viene esasperato, a tratti quasi infastidisce. Appena uscita dalla proiezione ero leggermente infastidita, direi quasi disturbata. Mi aspettavo tutt’altro. Ho cominciato ad apprezzarlo dopo, ripensandoci. Le interpreti sono bravissime, Emma Stone, Rachel Weltch e una straordinaria regina Anna interpretata da Olivia Coleman (per gli amanti della bellissima serie tv di Netlix “The Crown” interpreterà la regina Elisabetta nella nuova serie) che con questa performance ha vinto la Coppa Volpi come migliore attrice. Il film ha vinto anche il premio della giuria. Da evitare se amate i film in costume classico, da vedere se Vi piace osare.

Capri Revolution” di Mario Martone. Il regista continua con i film a fondo storico come “Noi Credevamo” e “Il giovane favoloso”. Siamo sull’isola di Capri alla vigilia della prima Guerra mondiale. Una ragazza di paese (interpretata da Marianna Fontana, una delle due gemelle del film “Indivisibili” del 2016, assolutamente da vedere) subisce il fascino di una comune di giovani nordeuropei che si sono trasferiti sull’isola e che predicano la libertà di pensiero, il nudismo , il corpo come forma d’arte e il rispetto per la natura.


Un movimento così moderno (vegetariani ante litteram) che a tratti ci si dimentica di essere nei primi del novecento, piuttosto rimanda agli anni sessanta e alle sue rivoluzioni. In quegli anni Capri ha anche attirato diversi dissidenti russi che si preparavano alla rivoluzione. Due mondi che si incontrano e si scontrano, la tradizione e la modernità , chi predica la pace e chi crede nella guerra alla vigilia del conflitto.Bella regia, bellissima fotografia , bello e poco conosciuto il tema trattato con un finale non scontato che lascia speranza.

Roma” di Alfonso Cuaron che ha vinto il leone d’oro come miglior film (per alcuni maligni un po’ raccomandato dal regista Guillermo del Toro, presidente della giuria nonché suo connazionale e grande amico). Indubbiamente un bel film, tutto in bianco e nero e a tratti con una regia un po’ compiaciuta. Dopo i primi 20 minuti mia sorella ed io ci siamo chieste quale fosse l’obiettivo del regista cosa volesse rappresentare, sembrava che non ci fosse una trama, poi il film ha cominciato a prendere forma. Roma è un Amarcord del regista, che racconta la sua infanzia in un quartiere borghese di Città del Messico, chiamato appunto Roma agli inizi degli anni 70. Il film è un omaggio di Cuaron alle donne importanti della sua vita, la madre, la nonna e in particolare la sua amorevole tata Cleo, aIla quale ha dedicato il film . Ha persino voluto ricreare l’ambiente della sua casa recuperando gli arredi originali. Uscita dal film, che a tratti (onestamente) può sembrare un po’ lento ma che prende un bel ritmo nella seconda parte, mia sorella ed io abbiamo ripensato a quando eravamo piccole, alla nostra tata Carmela, un sapore di madeleine, ecco questo è l’effetto benefico del film, risveglia l’amarcord in ognuno di noi. Roma uscirà sulla piattaforma Netflix a dicembre (forse solo in alcune sale d’essai). A mio parere un vero peccato perché è un film da grande schermo. Purtroppo questa sembra essere la tendenza sempre più diffusa, mai come quest’anno ci sono stati film in concorso prodotti da Netflix.
Noi continueremo sicuramente ad andare al cinema, vincendo la pigrizia e con il piacere di condividere l’esperienze con quelli che come noi amano questa forma di arte.
Buona visione a tutti!

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Carlotta Staderini Chiatante
4 Dicembre 2018 19:27

Complimenti! Una gran bella rassegna di film, raccontati con passione. Infatti il cinema è una passione, una vera grande passione.
Diderot diceva che la sobrietà delle passioni rende gli uomini mediocri…