STORIA MODERNA – La Zembla, un paese che non è mai esistito

La strana e breve storia che vi sto per raccontare si svolge nel periodo tra le due guerre mondiali. Con più precisione dal 1919 al 1946, subito dopo il Trattato di Versailles. Per essere ancora più precisi, i fatti a seguire si svolgeranno durante quel breve periodo, ai tempi d’oro della Società delle Nazioni, quando l’Assemblea si riuniva nella “Salle de la Réformation” a Ginevra. Ma precisiamo il contesto. Nel 1919 ad opera soprattutto del presidente statunitense T.W. Wilson, che si fece interprete delle tesi internazionaliste e pacifiste sostenute in particolare nei Paesi anglosassoni, nasce “La Société des Nations”. Un’Organizzazione sovranazionale costituita nel 1919 per il mantenimento della pace e della sicurezza, la soluzione delle controversie internazionali, la cooperazione tra gli stati membri, per evitare qualsiasi nuovo scontro armato, in qualsiasi parte del pianeta.
Le intenzioni di questo organismo internazionale erano sicuramente seducenti: il controllo globale degli armamenti, l’incentivazione del benessere e della qualità della vita, la prevenzione delle guerre e la gestione diplomatica delle possibili diatribe fra i 63 Stati membri. Ma già dagli inizi nasceva con grandi debolezze.
Tra i promotori del progetto gli Stati Uniti non aderirono all’iniziativa, l’Inghilterra e la Francia assunsero un atteggiamento scettico. L’Organismo non poté mai contare su una forza militare di pace abbastanza forte e in grado di frapporsi ai molteplici conflitti che, nel ventennio tra le due guerre mondiali, si scatenarono in molte parti del globo. Quest’ideale di pace globale sognato da Woodrow Wilson fu un fallimento. Fu impossibile tenere sotto controllo gli autoritarismi e impedire il nuovo conflitto che sarebbe sfociato nella Seconda Guerra Mondiale. La Société des Nations si sciolse nel 1946 dopo l’entrata in vigore dello statuto dell’ONU (con 103 paesi membri).
Ma torniamo alla mia storia. Bisogna sapere che le riunioni dell’Assemblea erano senza fine e noiosissime. Si discuteva per ore sull’interpretazione di certe parole e i vari interventi potevano durare intere giornate. A ciascuna delegazione erano riservati cinque posti ed erano organizzate in ordine alfabetico. L’Afghanistan a cominciare e il Venezuela a chiudere i ranghi. Ognuno con delle panche e un cartellino ad indicare il nome della Nazione. Ovviamente le grandi nazioni avevano una quantità dei loro rappresentanti con sedie a disposizione, e i funzionari meno importanti erano costretti ad assistere alle riunioni senza fine, scomodamente, stando in piedi per ore. Un gruppo di amici, cinque diplomatici parte della delegazione italiana, nell’intenzione di ottenere posti seduti e comodi s’inventarono un ingegnoso stratagemma. Si inventarono semplicemente una nazione fittizia. Inventata di sana pianta! Un paese con la lettera “Z” per evitare di non spostare la collocazione delle diverse nazioni e accodarsi dopo il Venezuela. E così nacque la “Zembla”. Applicarono all’ultima panca libera un cartello con sopra il nuovo nome. Attribuirono ruoli ad ognuno di loro. Fulco Tosti di Valminuta, personaggio di una notevole presenza fisica, fu nominato Primo Delegato e a seguire i suoi amici con vari titoli “ufficiali”. Tutti seduti in prima fila seri seri, come una delegazione qualunque, sfogliavano i documenti del Segretariato e si guardavano intorno con disinvoltura. Chiamavano l’usciere per una lettera da imbucare, si passavano seriamente documenti tra colleghi e intanto sedevano comodamente durante le lunghe ore di riunioni. Nessuno s’accorse della burla. ”Svezia, Turchia, Venezuela e Zembla”, sembrava tutto regolare. Per poche settimane, il paese nato per scherzo, ebbe vita propria e nessuno trovò da ridire. Arricchirono la storia del paese con personaggi colorati e tanti pettegolezzi. Principesse sentimentali e belle, con vita a corte brillante, con un grande equilibrio sociale e con un giovane Re. Una nazione senza conflitti etnici, tra valli, laghi e colline boscose. Fu solo qualche anno dopo che alcuni giornalisti, riprendendo i documenti dell’Assemblea, scoprirono l’inganno. Il diplomatico inventore del paese fittizio, Daniele Varè, ricevette allora molte richieste da grandi testate di giornali di raccontare l’avventura del suo piccolo paese inventato. Il paese dei suoi sogni, senza frontiere, in cui non esistevano passaporti, né voglia di onori. Una simpatica storia quella del paese che non è mai esistito.

PS: I cinque diplomatici coinvolti erano Daniele Varé l’inventore della Zembla, Fulco Tosti di Valminuta, il primo delegato, Giuseppe Medici del Vascello, Manfredi Gravina e Fabrizio Ruspoli.

Subscribe
Notificami

5 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Gustavo delli Paoli Carini
29 Giugno 2021 8:47

Grazie! Una storia incredibile e molto divertente…

Federica Ricci del Riccio
25 Giugno 2021 22:39

Deliziosa storiella.

Marguerite de Merode
Reply to  Federica Ricci del Riccio
26 Giugno 2021 12:49

Hai visto, Federica che storia simpatica! Divertente raccontarla!

Paolo Andrea Trabalza
25 Giugno 2021 17:18

Varé, Il diplomatico sorridente un libro assai divertente che andrebbe ristampato. Notizia interessante che andrebbe approfondita con la lettura del precitato libro

Marguerite de Merode
Reply to  Paolo Andrea Trabalza
25 Giugno 2021 18:47

La notizia di questa buffa avventura portata avanti da questi 5 allegri compagni è in parte ripresa proprio dal libro da Lei citato e dai ricordi di mio marito, nipotino di Fulco Tosti di Valminuta. Nel libro del Varé, su questo episodio, c’è ben poco scritto. Una pagina o due scarse. In compenso, ha ragione, il libro “il diplomatico sorridente” è effettivamente abbastanza divertente.