COSTUME – Capita a volte che….

Che meraviglia. Scappata in campagna in questa primavera che finalmente ci ha liberati da tante restrizioni.
Mi sveglio presto, afferro la tazza con il mio caffè e mi siedo fuori al sole che è già caldo.
Il cane sotto la sedia aspetta paziente di seguirmi. Prevista una giornata senza soste.
Mi alzo pigra dalla sedia e AHI, AHI, AHI. Urlo dal dolore per una coltellata nella schiena che non accenna a diminuire. Strillo ancora Ahi, Ahi e stringo i denti sudando freddo. I familiari (mica si scriverà con il gl? La targa a “Carlo AZELIO Ciampi mi ha riempito di dubbi!) mi fissano attoniti. Che succede come ti aiutiamo? Nessuno di loro mi ha mai vista anche solo gemere dal dolore. Urlare poi!
Mi metto a camminare piano piano terrorizzata che la coltellata ritorni. Raggiungo la porta e, di nuovo, una staffilata che mi lascia senza fiato.
Comincia allora una catena ininterrotta di pillole anti dolore. Sono totalmente intossicata ma…nessuna risolve. Mi sdraio piano piano sul letto. Resto immobile senza spostare nemmeno un capello. Ogni tanto, al più impercettibile dei movimenti, urlo. Passo due giorni così. Sperando che passi. Cammino, per quel che posso, in casa, tutta storta: paura di qualsiasi cambiamento di posizione. Mi vedo riflessa sul vetro della finestra e mi spavento. Ingobbita, curvata, con la faccia terrorizzata. Ho compiuto duecento anni.
Si affronta il viaggio di ritorno a Roma. Sdraiata. Vedo solo le cime degli alberi. Come farò a scendere una volta arrivati? Ci metto un secolo ma ce la faccio. Lunedì, piena di calmanti, devo avviarmi dal dottore. Un’ora per infilarsi i pantaloni (di altro non parlo). Le calze sono state eliminate con un calcio rabbioso e sono finite sotto il letto. Chinarsi sul lavandino per lavarsi i denti un terrore panico.
Davanti al portiere cerco di raddrizzarmi un pochino. Mi guarda un pò stupito. Per la strada si voltano. Sono tutta storta. Mi vergogno e allora decido di peggiorare. Mi metto anche a zoppicare così da non sembrare  Il gobbo di Notre Dame  in versione femminile, ma una anziana incidentata.
Una settimana di inferno. Credo di percepire nello sguardo preoccupato di mio figlio anche un sentimento di allarme. Come si fa? Chi se ne occupa? E se prosegue così chi la assiste? Come ci organizziamo? Mi guarda stupito. Io ero sempre quella che “Dai forza che ce la facciamo”. Mai ferma. Mai malata. RAMBO!
L’agenda (quella vecchia di pagine di carta) è oramai un cumulo di impegni cancellati e rinviati al poi. Tutta scarabocchiata e incomprensibile. Che ansia.
Quando sarà il POI? Pensiero orribile: forse i miei famigliari (di nuovo: gl o l ?) pensano che sia una sOla. Non sola come solitudine ma sOla con la O apertissima ad indicare fregatura. ”Non potrà più andare da nessuna parte conciata così.” In effetti una sOla mi sento. Con a O aperta, ma anche un po’ sola, con la o chiusa.
Piano piano finalmente il dolore si attutisce. Mi raddrizzo un pochino, non voglio più zoppicare. Sempre con paura ma poco a poco riprendo a camminare, a chinarmi, a raccattare il giornale caduto per terra a entrare nella vasca senza l’incubo di dover chiamare qualcuno a tirarmene fuori (tutta nuda…orrore!).
Posso riprendere un po’ di autonomia con tempi lunghi. Il tassametro corre mentre cerco di entrare lentamente nel taxi ed altrettanto lentamente di uscirne. Stamattina tirando fuori un piede e poi l’altro… tutto bene. Nessun dolore. Cammino, anzi quasi corro, felice della riacquistata indipendenza.
Cosa è stato? Un’anteprima della vecchiaia? Per carità che non sia così. Oppure solo un avviso: dobbiamo  essere felici di quanto abbiamo senza darlo per scontato?
Ho guardato negli occhi i miei famigliari. Scongiurata, mi sembra, la paura della sOla. Negano di averlo mai pensato. Bugiardi o generosi.
Quanto a me RIECCOMI. Non proprio ancora il Piè Veloce Achille ma piano, piano ne uscirò… ho fiducia!

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4 Commenti
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Marco Travia
26 Giugno 2021 12:16

Peter Crisera medico americano chiropratico a viale Bruno Buozzi lo conosci? Ti rimette in piedi senza farti male
In bocca al lupo
Marco

25 Giugno 2021 22:29

Povera Lalli, come ti capisco!

Manù Selvatico Estense
25 Giugno 2021 18:20

Come ti capisco: piccolo suggerimento per l’Agenda (di carta ovviamente) scrivi a matita cosi’ cancelli meglio (ma non ti ricorderai cosa dovevi fare e devi scriverlo da un’altra parte!!!!!)
Tocchiamo legno e tanti auguri!

Giulio Clerici
25 Giugno 2021 16:09

Benvenuta nel Club del mal di schiena.
Dopo più di 15 anni durante i quali ho imparato a conviverci, sono arrivato alla conclusione che il mal di schiena è un problema mentale. Sì proprio così, i “pesi” psicologici, spesso provocati da come leggiamo i vari display, che sopportiamo per giorni, settimane, mesi e anni, inducono ad assumere una postura di “difesa” (collo incassato, spalle curve in avanti, pancia in fuori,….) che portando il carico sulla colonna e irrigidendo i muscoli fino all’atrofizzazione. E’ il sistema involontario (dove risiede l’istinto di fuggire e combattere) che fa assumere questo atteggiamento.
La meditazione e gli esercizi dello scarico della colonna fatti regolarmente aiutano a prevenire il mal di schiena.
Ciao